"1934" all'ingresso del porto di Messina dalla estremità della penisola Falcata di San Raineri, La statua della Madonna della Lettera“saluta” ininterrottamente da quasi ottant’anni le navi in transito e la città su cui si affaccia.
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La Stele della Madonna ricorda molto il Colosso del Peloro che compare frequentemente nelle nostre antiche monete, la cui esatta posizione e la reale funzione sono ancora dubbie, anche se sembrerebbe essere stato un faro.
Per chiunque non abbia mai visto il monumento da vicino, ma soltanto a distanza, può sembrare piccolo, ma leggendone le misure su di una vecchia cartolina pubblicitaria dell’impresa Cardillo si possono comprenderne le reali dimensioni: il bastione che funge da basamento è alto dal mare metri 13,50, la stele in marmo metri 30, il globo-piedistallo della Madonna è di 2,55 (o 3) e la statua è alta più di metri 7, per un totale di 53,50 metri. La stele ha una base ottagonale di 5 metri di diametro, che si va rastremando fino a due quinti, poi prosegue dritta terminando in un capitello ottagonale decorato in ogni lato da due fioroni a rilievo. Le fondazioni dal piano di base scendono 7 metri in profondità con pilastri in cemento armato.
Alla luce di questa imponenza, risulta inverosimile che venga chiamata “Madonnina”. Una statua così grande, un vero colosso che sembra riemerso dalle antichità!
Proprio in prossimità del luogo in cui sorge la Stele, nel 1926 furono rinvenuti preziosi reperti e soprattutto vasellame corinzio e protocorinzio della prima fase di colonizzazione della città.
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Per chiunque non abbia mai visto il monumento da vicino, ma soltanto a distanza, può sembrare piccolo, ma leggendone le misure su di una vecchia cartolina pubblicitaria dell’impresa Cardillo si possono comprenderne le reali dimensioni: il bastione che funge da basamento è alto dal mare metri 13,50, la stele in marmo metri 30, il globo-piedistallo della Madonna è di 2,55 (o 3) e la statua è alta più di metri 7, per un totale di 53,50 metri. La stele ha una base ottagonale di 5 metri di diametro, che si va rastremando fino a due quinti, poi prosegue dritta terminando in un capitello ottagonale decorato in ogni lato da due fioroni a rilievo. Le fondazioni dal piano di base scendono 7 metri in profondità con pilastri in cemento armato.
Alla luce di questa imponenza, risulta inverosimile che venga chiamata “Madonnina”. Una statua così grande, un vero colosso che sembra riemerso dalle antichità!
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Ritorna a San Vito Lo Capo il Festival degli Aquiloni
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Ritorna a San Vito Lo Capo il Festival degli Aquiloni
Ritorna a San Vito Lo Capo il Festival degli Aquiloni 22/03/2022 San Vito Lo Capo tornerà ad essere la spiaggia più colorata d'Italia, dal 23 al 29 maggio, con la XII edizione del Festival internazionale degli Aquiloni. Un'atmosfera di gioia e creatività…
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Strage Falcone, la cronaca di quel maledetto 23 maggio 1992
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Strage Falcone, la cronaca di quel maledetto 23 maggio 1992
3' DI LETTURA Ventitre’ maggio 1992. Una giornata afosa a Palermo, preannuncio d’estate. Tutti ricordano quel sabato maledetto e cosa stavano facendo. Io ero di turno nella redazione insieme al collega Franco Viviano. Giornata tranquilla, poche e di routine…
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Ricordando Francesca Morvillo, grande donna, magistrato e moglie di Giovanni Falcone, rimasta vittima con lui nella strage di Capaci.
Consapevole del pericolo, rifiutò la richiesta di Giovanni di allontanarsi per proteggerla e rimase sempre vicino a lui, fino alla fine.
Una lettera fu ritrovata fra i libri di Giovanni Falcone:
"Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore".
(Francesca Morvillo)
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Novara di Sicilia (Nuè in dialetto galloitalico; Nuarra in siciliano)è un comune italiano di 1.171 abitanti della provincia di Messina.
La località fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia. Si trova al confine tra i monti Nebrodi e i Peloritani. E’ un antico borgo medievale, che grazie alla sua straordinaria bellezza si è conquistato un posto d’onore tra i Borghi più belli d’Italia.
Novara di Sicilia rapisce il cuore dei suoi visitatori con la sontuosità delle sue chiese e del suoi palazzi e per l’originalità del suo centro storico nel quale la pietra si impone come elemento decorativo principe.
Anche se tracce del borgo esistono fin dall’epoca preistorica, quando la zona era caratterizzata da rifugi scavati nella roccia, il vero e proprio paese di Novara di Sicilia prese forma solamente in epoca medievale.
Il legame del paese con la roccia grezza rimase vivo nei secoli e gli abitanti del luogo si dedicarono all’arte della lavorazione della pietra diventando abili maestri scalpellini.
Il borgo prese infatti il soprannome di Paese di Pietra ed ancora oggi l’arenaria locale è la protagonista di tutte le più importanti costruzioni del paese, ed il lavoro di scalpellino, viene tramandato con orgoglio di generazione in generazione.
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Novara di Sicilia rapisce il cuore dei suoi visitatori con la sontuosità delle sue chiese e del suoi palazzi e per l’originalità del suo centro storico nel quale la pietra si impone come elemento decorativo principe.
Anche se tracce del borgo esistono fin dall’epoca preistorica, quando la zona era caratterizzata da rifugi scavati nella roccia, il vero e proprio paese di Novara di Sicilia prese forma solamente in epoca medievale.
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Cattedrale di Sant'Agata
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Più volte distrutta e ricostruita dopo eventi naturali e incidenti, la cattedrale sorge sul sito delle Terme Achilliane romane e del martirio della Santa patrona della città.
La chiesa attuale fu edificata nel 1711, su progetto di Girolamo Palazzotto. La sontuosa facciata in tre ordini di Giovan Battista Vaccarini è in marmo bianco di Carrara, ornata da colonne e statue. Degni di nota sono il portale centrale, con 32 formelle lignee finemente scolpite, e le tre absidi in pietra lavica dell’Etna, eredità della precedente cattedrale di epoca normanna.
L’interno, con pianta a croce latina, è diviso in tre navate. Spiccano gli affreschi del romano Giovan Battista Corradini nell’abside centrale, con l’Incoronazione di Sant’Agata, mentre le due colonne alla base dell’arco absidale e la monofora sono di origine medievale. Nella navata destra si trova il monumento funebre del musicista Vincenzo Bellini, mentre nell’abside destra la sfarzosa cappella di Sant’Agata custodisce il sacello con le preziose reliquie. Il tempio ospita le tombe di numerosi reali normanni, svevi e aragonesi.
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L’interno, con pianta a croce latina, è diviso in tre navate. Spiccano gli affreschi del romano Giovan Battista Corradini nell’abside centrale, con l’Incoronazione di Sant’Agata, mentre le due colonne alla base dell’arco absidale e la monofora sono di origine medievale. Nella navata destra si trova il monumento funebre del musicista Vincenzo Bellini, mentre nell’abside destra la sfarzosa cappella di Sant’Agata custodisce il sacello con le preziose reliquie. Il tempio ospita le tombe di numerosi reali normanni, svevi e aragonesi.
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