♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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La storia della città di Caltanissetta affonda le proprie radici in epoca preistorica ascrivendosi al IV millennio a.C. Infatti, in base alla presenza di reperti risalenti all’età del bronzo e di sepolcri a camera scavati nella roccia, si suppone che la città fosse abitata già in eta’ antichissima.

Tuttavia il centro si sviluppa in modo organico solo durante la colonizzazione greca dell’isola, tant’è che Caltanissetta viene considerata come la continuazione dell’antico sito di Nissa, una piccola città presidiata da Siracusa, posta sul Monte denominato Gibil-Gabib.

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L’abside centrale, le pareti del presbiterio e la volta del coro sono rivestite da mosaici realizzati da maestranze bizantine tra il regno di Ruggero II (tra il 1145 e il 1154) e il regno di Guglielmo I (tra il 1154 e il 1166).

Bellissima processione di figure ieratiche che seguono un preciso ordine gerarchico: nel catino dell’abside centrale, la figura del Cristo Pantocratore benedicente; nella fascia sottostante, la Vergine e quattro Arcangeli; nelle due zone inferiori, ai lati della finestra, i Dodici Apostoli.

Sulle due pareti del bema (la zona della chiesa riservata al clero e ai ministri) figure di Santi e Profeti, allineati su quattro fasce sovrapposte; nella volta a crociera, chiudono gli Angeli e i Serafini. Tutte le figure sono accompagnate dal nome del personaggio in greco o in latino. Al termine della decorazione absidale, si trova il nome di Ruggero II e la data 1148.

Sul fianco settentrionale della Cattedrale si apre il chiostro del XII secolo. A pianta quadrata, è circondato per due lati da un portico con arcate ogivali su capitelli figurati e istoriati (i colonnati delle altre due corsie sono andati distrutti tra il XIX e il XX secolo), opera di maestranze scultoree romaniche della metà circa del XII secolo, sorretti da colonne binate.

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📍Cappella del Sabato di Casa Professa, Palermo.

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Col suo porto a forma di falce, è sempre stata una città commerciale.

È la città più vicina alla Penisola, e nonostante da tempo si parli di costruire un tunnel subaqueo o un ponte, mai realizzato, per collegare la città alla terraferma, superando lo Stretto di Messina, la città è comunque ottimamente collegata al resto d'Italia da un sistema di traghetti.

Fu fondata dai greci che le diedero il nome di "Zancle", che vuol dire "Falce", legato proprio alla forma del suo porto. In seguito la conquistarono i Romani, poi i Bizantini e quindi gli Arabi. Infine arrivarono i Normanni.

Il massimo splendore fu raggiunto da Messina quando, sotto il dominio di Svevi, Angioini ed Aragonesi divenne la capitale del Regno di Sicilia e soprattutto una delle città del Mediterraneo più fiorenti, grazie soprattutto al La città di oggi si sviluppa lungo tutta la costa ed è quasi totalmente moderna, soprattutto a causa dei violenti terremoti che l'hanno colpita più volte e dei bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale.

Gli edifici attuali si affacciano su vie molto larghe e sono relativamente bassi, proprio perché ricostruiti secondo le norme antisismiche, in modo da limitare i danni causati nel passato dai frequenti terremoti

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CATANIA - SICILY

In piazza Duomo, a Catania, una statua di un elefante che sorregge un obelisco egizio prende il nome di Liotru o Diotru ed è il simbolo della città.

Si narra che il famigerato elefante venne chiamato Liotru in onore di un mago: Eliodoro, detto anche Diodoro, Liodoro, Lidoro, ed anche Teodoro

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Dopo Milano, Bologna e Sanremo – – , siamo onorati di poter esporre a Troina questa meravigliosa scultura, che ritrae uno dei più grandi cantautori italiani degli ultimi decenni.

Un’opera in bronzo dello scultore siciliano Carmine Susinni raffigura, infatti, il noto cantautore Lucio Dalla, scomparso improvvisamente nel 2012, mentre, seduto su una panchina, attende che un passante si accomodi accanto per scattare l’immancabile fotografia.

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La chiesa della Badia di Sant’Agata si presenta oggi come la più perfetta opera di architettura, fra i tanti capolavori che la ricostruzione tardo barocca seguita al terremoto del 1693 ha prodotto a Catania, grazie al Maestro Giovan Battista Vaccarini.

Il 26 Maggio 2015 è stato aperto al pubblico il nuovo percorso delle terrazze e della cupola della Chiesa della Badia di Sant’Agata. Un accurato lavoro di restauro, finanziato grazie al sostegno della Fondazione Sicilia, ha permesso ai catanesi ed ai turisti di riappropriarsi di questo spazio affacciato a 360° sulla città, dal mare alla montagna.

LE VISITE AL PERCORSO DELLE TERRAZZE E DELLA CUPOLA SI SVOLGONO NEI SEGUENTI GIORNI (in vigore dal 17 Gennaio 2022)

Accesso libero all’aula liturgica, biglietto per la cupola €5.00

Lunedi 9.30-12.30
Da Martedì a Sabato 9.30-12.30 / 15.00-17.00
Domenica 9.30-12.30 / 18.00-20.00

La chiesa si trova in Via Vittorio Emanuele 182, Catania

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“Annacare” è un verbo magico del dialetto siciliano, dalle apparenti contraddizioni...

“Me l’annachi!” Ovvero, mi fai un baffo. Potremmo continuare quasi all’infinito, è impossibile determinare i confini semantici di “annacare”.

Nell’immaginario erotico del maschio del sud, è bella da vedere la donna che “si annaca”.
L’annacata della donna è un vezzo cucito sui fianchi, che sinuosi ondeggiano nell’atto della passeggiata. Monica Bellucci in Malena, non passeggiava a Ortigia, si annacava.

Ma anche i maschi si annacano. Che vi pare! E in dialetto l’espressione dell’uomo che si annaca prende la piega di una sentenza, pronunciata, con saggezza,dalle donne contro il maschio, grazie a una figura retorica: “chiddu fa cabbanna e dabbanna ma’ nora.”Questa volta il verbo annacare è taciuto, sottinteso,ma c’è: “cabbanna e dabbanna”,destra e sinistra,ondeggia, appunto,come i fianchi di quella scostumata di mia nuora quando passeggia.Anzi, s’annaca.

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