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La vita dei pescatori a Stromboli scorre lenta, giorno dopo giorno, dialogo dopo dialogo ricordando i fatti di un tempo.
La memoria così viene tramandata nella forma vera, nell'unica maniera che conoscono, quella dialettale, dove la parola assume la forza del mare e la saggezza del vento.
Questa gente, con semplicità incarna lo spirito strombolano.
Uomini e donne che con il tempo si sono dovuti adattare al proprio mare, alla propria terra.
Il vulcano, sempre alle loro spalle, dà a questa gente la forza ed il riferimento per non perdersi mai nel mare della vita.
lo sono cresciuto con questi racconti, con i racconti dei miei nonni che custodisco nel mio scrigno dei ricordi e dai quali sempre mi viene illuminata la via.
“CUSIMU CU SIMU”
-Cuciamo Chi Siamo-
🎥 il mio ultimo cortometraggio
✍🏻© @viraccontodistromboli
👉@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
🌅@cartolinesiciliaterramia
La memoria così viene tramandata nella forma vera, nell'unica maniera che conoscono, quella dialettale, dove la parola assume la forza del mare e la saggezza del vento.
Questa gente, con semplicità incarna lo spirito strombolano.
Uomini e donne che con il tempo si sono dovuti adattare al proprio mare, alla propria terra.
Il vulcano, sempre alle loro spalle, dà a questa gente la forza ed il riferimento per non perdersi mai nel mare della vita.
lo sono cresciuto con questi racconti, con i racconti dei miei nonni che custodisco nel mio scrigno dei ricordi e dai quali sempre mi viene illuminata la via.
“CUSIMU CU SIMU”
-Cuciamo Chi Siamo-
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📍Grammichele
Fino a poco prima degli inizi del 1700 esisteva Occhiolà, un antico borgo medievale situato nella Sicilia centro-orientale, completamente distrutto dal famoso terremoto del Val di Noto del 1693.
Nel giro di 4 mesi, i nobili sopravvissuti che governavano il paesino, ricostruirono poco più in là Grammichele, dal nome dell’architetto che la progettò, una delle prime e poche città al mondo ad avere una pianta esagonale.
Ma perche questa scelta?
Sembra che sia stata progettata per affrontare nel migliore dei modi un ipotetico evento sismico.
Gli abitanti, infatti, in caso di terremoto dovrebbero riunirsi nella grande piazza centrale esagonale e attraverso le sue larghe vie, che arrivano ad altre piccole piazzette, dovrebbero essere in grado di fuggire in punti di ritrovo più sicuri.
🎥 @whiteyienz
👉@sicilianewseinfo
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🌅@cartolinesiciliaterramia
Fino a poco prima degli inizi del 1700 esisteva Occhiolà, un antico borgo medievale situato nella Sicilia centro-orientale, completamente distrutto dal famoso terremoto del Val di Noto del 1693.
Nel giro di 4 mesi, i nobili sopravvissuti che governavano il paesino, ricostruirono poco più in là Grammichele, dal nome dell’architetto che la progettò, una delle prime e poche città al mondo ad avere una pianta esagonale.
Ma perche questa scelta?
Sembra che sia stata progettata per affrontare nel migliore dei modi un ipotetico evento sismico.
Gli abitanti, infatti, in caso di terremoto dovrebbero riunirsi nella grande piazza centrale esagonale e attraverso le sue larghe vie, che arrivano ad altre piccole piazzette, dovrebbero essere in grado di fuggire in punti di ritrovo più sicuri.
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Ficarra (Ficarra in siciliano) è un comune italiano di 1 334 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia.
Ficarra sorge sui monti Nebrodi, a 450 m s.l.m. in mezzo a boschi di ulivi e noccioli.
Il territorio è diviso su tre colline: in quella sud-occidentale vi è il centro (che a sua volta è sormontato dalla collina del convento, da quella della chiesa madre e da quella
della fortezza carceraria).
In quella a centrale le contrade di Serro, Crocevia e Pietra della Zita, in quella nord-orientale Matini. A nord, in pianura, vi sono Rinella, San Noto, Sauro.
Le tre colline sono divise da due valli in cui scorrevano il torrente di Brolo e un suo affluente. La valle sud-occidentale, che divide il territorio di Ficarra da quello di Naso e Sinagra, è invece solcata dal torrente Naso (o Timeto).
Dista circa 85 chilometri a ovest da Messina e circa 150 da Palermo.
© @messinaeprov📸
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Ficarra sorge sui monti Nebrodi, a 450 m s.l.m. in mezzo a boschi di ulivi e noccioli.
Il territorio è diviso su tre colline: in quella sud-occidentale vi è il centro (che a sua volta è sormontato dalla collina del convento, da quella della chiesa madre e da quella
della fortezza carceraria).
In quella a centrale le contrade di Serro, Crocevia e Pietra della Zita, in quella nord-orientale Matini. A nord, in pianura, vi sono Rinella, San Noto, Sauro.
Le tre colline sono divise da due valli in cui scorrevano il torrente di Brolo e un suo affluente. La valle sud-occidentale, che divide il territorio di Ficarra da quello di Naso e Sinagra, è invece solcata dal torrente Naso (o Timeto).
Dista circa 85 chilometri a ovest da Messina e circa 150 da Palermo.
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Da Favara in Ucraina, partito il pullman carico di medicinali e viveri.
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Un pullman dell’autolinea Patti, carico di generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e coperte, è in viaggio da Favara verso la Polonia, quasi al confine con l’Ucraina.
Percorrerà 2.813 chilometri per giungere a Lublino, in missione umanitaria, fortemente voluta dalla sedicenne favarese Carla Bartoli di Favara, per portare in salvo mamme e bambini in fuga dalle zone di guerra.
A bordo del mezzo, la mamma di Carla, Florinda Saieva. “Tanta roba è rimasta in magazzino – spiega la donna – l’abbiamo conservata e verrà utilizzata per provvedere ai profughi durante la loro permanenza a Favara. A Lublino ci aspetta una comunità di donne e bambini e qualche anziana.
Dopo aver scaricato i viveri destinati a chi non ha più niente, porteremo queste persone a Favara dove le famiglie sono già pronte ad accogliere”.
Circa 50 i profughi che verranno portati in salvo. “Percorreremo tutta l’Italia fino al Brennero, attraverseremo Austria, Repubblica Ceca e Polonia – ha spiegato Giovanni Patti dell’omonima autolinea – e giungeremo a Lublino dove ci attendono per accogliere gli aiuti umanitari e caricare circa 50 persone da portare in salvo”.
🗞Fonte
👉@sicilianewseinfo
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Percorrerà 2.813 chilometri per giungere a Lublino, in missione umanitaria, fortemente voluta dalla sedicenne favarese Carla Bartoli di Favara, per portare in salvo mamme e bambini in fuga dalle zone di guerra.
A bordo del mezzo, la mamma di Carla, Florinda Saieva. “Tanta roba è rimasta in magazzino – spiega la donna – l’abbiamo conservata e verrà utilizzata per provvedere ai profughi durante la loro permanenza a Favara. A Lublino ci aspetta una comunità di donne e bambini e qualche anziana.
Dopo aver scaricato i viveri destinati a chi non ha più niente, porteremo queste persone a Favara dove le famiglie sono già pronte ad accogliere”.
Circa 50 i profughi che verranno portati in salvo. “Percorreremo tutta l’Italia fino al Brennero, attraverseremo Austria, Repubblica Ceca e Polonia – ha spiegato Giovanni Patti dell’omonima autolinea – e giungeremo a Lublino dove ci attendono per accogliere gli aiuti umanitari e caricare circa 50 persone da portare in salvo”.
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Da Favara in Ucraina, partito il pullman carico di medicinali e viveri
Un pullman dell'autolinea Patti, carico di generi alimentari, prodotti per l'igiene personale e coperte, è in viaggio da Favara verso la Polonia, quasi al co
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🗞 Verga, in mostra a Vizzini la sua 'segreta mania'
👉 La passione del padre del Verismo per gli scatti
⚡ News e Info ⚡ #newsnazionali #AnsaSicilia
#goodnews〽️
@siciliaterramia🔆
@sicilianewseinfo📌
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ANSA.it
Verga, in mostra a Vizzini la sua 'segreta mania'
Una mostra a Vizzini (Catania) da domenica 20 marzo farà scoprire ai visitatori la passione per la fotografia del padre del verismo, Giovanni Verga, nell'anno in cui si celebrano i cento anni dalla sua morte. (ANSA)
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📍Taormina, Sicilia
“L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.”
🎥 @visititaly.it
👉@sicilianewseinfo
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“L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.”
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Marzo è arrivato! Il mese della primavera, della festa del papà e di San Giuseppe ed è proprio per questa festa che in Sicilia si preparano le Sfinci di San Giuseppe.
Con lo stesso nome potete trovare su tutta l’isola dolci simili ma mai perfettamente identici.
Se siete della zona orientale dell’isola (Messina, Catania e Siracusa) le Sfinci di san giuseppe sono molto semplici o arricchite con del riso, mentre nella zona occidentale (Palermo e Trapani) le sfinci di San Giuseppe vengono farcite con un composto di ricotta come quello dei classici Cannoli Siciliani e decorate con crema di ricotta, granella di pistacchi e canditi.
Oggi vi proponiamo quella delle sfinci Messinesi, piccoli bocconcini di pasta lievitata fritti in olio bollente e arricchiti da pepite di uva passa.
Dal latino "spongia", che significa spugna, queste piccole dolcezze devono il loro nome proprio alla forma rotonda irregolare e all'irresistibile morbidezza. Grazie ad una pioggia di zucchero semolato diventano così ghiotte che una tira l'altra... con moderazione.
Come tutte le ricette popolari esistono diverse varianti, noi ci siamo innamorati di questa versione più semplice con un impasto solo a base di farina, acqua, olio, zucchero, lievito di birra e uva passa.
👉@sicilianewseinfo
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📚#Tradizioni_Messinesi
🧔🏻♂#19marzofestadelpapá
Con lo stesso nome potete trovare su tutta l’isola dolci simili ma mai perfettamente identici.
Se siete della zona orientale dell’isola (Messina, Catania e Siracusa) le Sfinci di san giuseppe sono molto semplici o arricchite con del riso, mentre nella zona occidentale (Palermo e Trapani) le sfinci di San Giuseppe vengono farcite con un composto di ricotta come quello dei classici Cannoli Siciliani e decorate con crema di ricotta, granella di pistacchi e canditi.
Oggi vi proponiamo quella delle sfinci Messinesi, piccoli bocconcini di pasta lievitata fritti in olio bollente e arricchiti da pepite di uva passa.
Dal latino "spongia", che significa spugna, queste piccole dolcezze devono il loro nome proprio alla forma rotonda irregolare e all'irresistibile morbidezza. Grazie ad una pioggia di zucchero semolato diventano così ghiotte che una tira l'altra... con moderazione.
Come tutte le ricette popolari esistono diverse varianti, noi ci siamo innamorati di questa versione più semplice con un impasto solo a base di farina, acqua, olio, zucchero, lievito di birra e uva passa.
👉@sicilianewseinfo
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📚#Tradizioni_Messinesi
🧔🏻♂#19marzofestadelpapá
INGREDIENTI PER 40 SFINCI
Zucchero 60 g
Farina 00 500 g
Acqua tiepida 500 g
Lievito di birra 1 cubetto
Sale fino 2 g
Uva sultanina 200 g
PER FRIGGERE
Olio di semi
PER COSPARGERE
Zucchero semolato
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📚#Tradizioni_Messinesi
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Zucchero 60 g
Farina 00 500 g
Acqua tiepida 500 g
Lievito di birra 1 cubetto
Sale fino 2 g
Uva sultanina 200 g
PER FRIGGERE
Olio di semi
PER COSPARGERE
Zucchero semolato
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