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RACCONTI & TRADIZIONI
Sicilia, terra mia
Tu, Sicilia, sei la mia terra.
Amata e odiata come nei più intensi intrecci, venerata ed esorcizzata nelle tue contraddizioni.
Regali i raggi della luminosa stella, il Sole, in tutte le stagioni che scandiscono il tempo.
Doni profumi di cibo e colori di vivaci parole lì dove riecheggia l’antico splendore che ha fatto storia.
E come sottomessi all’inesorabile destino, i tuoi luoghi urlano nel silenzio, bramano rivalsa e resurrezione.
Tu, Sicilia, sei la mia terra.
Vissuta e abbandonata da chi, con la valigia in mano e una lacrima sul volto va via, lontano.
Pianta e sofferta da chi resta e da chi fugge speranzoso, ma con la morte nel cuore.
Cara ai tuoi figli, tu non li culli come premurosa madre: ma li tradisci …
bruciando i sogni di chi ti ama e vorrebbe realizzarsi nella sua Isola natia.
E isole,
@newseinfo
Sicilia, terra mia
Tu, Sicilia, sei la mia terra.
Amata e odiata come nei più intensi intrecci, venerata ed esorcizzata nelle tue contraddizioni.
Regali i raggi della luminosa stella, il Sole, in tutte le stagioni che scandiscono il tempo.
Doni profumi di cibo e colori di vivaci parole lì dove riecheggia l’antico splendore che ha fatto storia.
E come sottomessi all’inesorabile destino, i tuoi luoghi urlano nel silenzio, bramano rivalsa e resurrezione.
Tu, Sicilia, sei la mia terra.
Vissuta e abbandonata da chi, con la valigia in mano e una lacrima sul volto va via, lontano.
Pianta e sofferta da chi resta e da chi fugge speranzoso, ma con la morte nel cuore.
Cara ai tuoi figli, tu non li culli come premurosa madre: ma li tradisci …
bruciando i sogni di chi ti ama e vorrebbe realizzarsi nella sua Isola natia.
E isole,
@newseinfo
Ingredienti per la pasta:
--500 gr farina 00
-50 gr di zucchero
-1 uovo
-250 ml di latte
-1 pizzico di sale
-1 bustina di lievito liofilizzato
-50 gr di strutto
copertura torciglioni:
-zucchero
- cannella
per la crema al latte:
- 1 l di latte
-250 gr di zucchero
-100 gr di amido di grano
-200 ml di panna per dolci
Preparazione:
in una ciotola versa la farina, con lo zucchero, lo strutto, l'uovo e mescolare il tutto.
In una ciotolina versare il latte tiepido con il lievito e un cucchiaino di zucchero, versare nel composto e impastare.
Far lievitare fino al raddoppiarsi della pasta.
Dopo la lievitazione stendere l'impasto che deve risultare alto 5 mm; fare delle strisce larghe di circa 1 cm,e avvolgerli in un cono di acciaio oppure se non si possiedono si possono creare con la carta di alluminio.Quando si creano tutti i torciglioni,farli lievitare x almeno due ore.Finita la lievitazione metterli a friggere in abbondante olio caldo e solo quando si saranno completamente raffreddati toglierli dal cono.Passare nello zucchero e cannella e a questo punto si possono riempire.
preparazione della crema al latte:
In un pentolino aggiungere latte ,zucchero e amido nelle dosi sopra elencate,portare a bollore fino a quando la crema si addensa e lasciare freddare in frigo coperta dalla pellicola.Montare la panna e unirla alla crema poco alla volta,solo quando la crema sara'completamente fredda.A questo punto passare a riempire i torciglioni e fateli riposare in frigo prima di servirli
@newseinfo
--500 gr farina 00
-50 gr di zucchero
-1 uovo
-250 ml di latte
-1 pizzico di sale
-1 bustina di lievito liofilizzato
-50 gr di strutto
copertura torciglioni:
-zucchero
- cannella
per la crema al latte:
- 1 l di latte
-250 gr di zucchero
-100 gr di amido di grano
-200 ml di panna per dolci
Preparazione:
in una ciotola versa la farina, con lo zucchero, lo strutto, l'uovo e mescolare il tutto.
In una ciotolina versare il latte tiepido con il lievito e un cucchiaino di zucchero, versare nel composto e impastare.
Far lievitare fino al raddoppiarsi della pasta.
Dopo la lievitazione stendere l'impasto che deve risultare alto 5 mm; fare delle strisce larghe di circa 1 cm,e avvolgerli in un cono di acciaio oppure se non si possiedono si possono creare con la carta di alluminio.Quando si creano tutti i torciglioni,farli lievitare x almeno due ore.Finita la lievitazione metterli a friggere in abbondante olio caldo e solo quando si saranno completamente raffreddati toglierli dal cono.Passare nello zucchero e cannella e a questo punto si possono riempire.
preparazione della crema al latte:
In un pentolino aggiungere latte ,zucchero e amido nelle dosi sopra elencate,portare a bollore fino a quando la crema si addensa e lasciare freddare in frigo coperta dalla pellicola.Montare la panna e unirla alla crema poco alla volta,solo quando la crema sara'completamente fredda.A questo punto passare a riempire i torciglioni e fateli riposare in frigo prima di servirli
@newseinfo
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Lampione, l’isola sconosciuta di Sicilia
Lampione, se lo dici a un siciliano pensa all’illuminazione stradale, invece è un’isola senza abitanti delle Pelagie di Sicilia che davvero in pochi conoscono.
L’isola di Lampione fa parte dell’arcipelago che comprende Linosa, l’isola delle lucertole nere, e Lampedusa, isola dell’accoglienza.
@newseinfo
Lampione, se lo dici a un siciliano pensa all’illuminazione stradale, invece è un’isola senza abitanti delle Pelagie di Sicilia che davvero in pochi conoscono.
L’isola di Lampione fa parte dell’arcipelago che comprende Linosa, l’isola delle lucertole nere, e Lampedusa, isola dell’accoglienza.
@newseinfo
E’ un pezzo di terra disabitato come la famosa Isola delle Femmine ma ha un fascino molto particolare forse per la sua posizione in mezzo al mare.
Difficilmente avrete modo di vederla, durante un viaggio a Lampedusa o Linosa, a meno che non abbiate una barca per raggiungerla.
Certamente è uno spettacolo vista da vicino per via della sua asprezza, delle pareti a picco sul mare e dal mare blu e profondo che la circonda.
Seppur fa parte di un arcipelago molto conosciuto, i siciliani difficilmente ne conoscono l’esistenza. Non sarà così certamente per chi vive in provincia di Agrigento ma per il resto è davvero un isolotto semi sconosciuto.
Di isole senza abitanti o quasi in Sicilia ce ne sono diverse. Un’altra è l’isola di Formica, nell’arcipelago delle Egadi.
Quest’ultima è abitata e ospita infatti una comunità di recupero e poche persone ogni anno.
Difficilmente avrete modo di vederla, durante un viaggio a Lampedusa o Linosa, a meno che non abbiate una barca per raggiungerla.
Certamente è uno spettacolo vista da vicino per via della sua asprezza, delle pareti a picco sul mare e dal mare blu e profondo che la circonda.
Seppur fa parte di un arcipelago molto conosciuto, i siciliani difficilmente ne conoscono l’esistenza. Non sarà così certamente per chi vive in provincia di Agrigento ma per il resto è davvero un isolotto semi sconosciuto.
Di isole senza abitanti o quasi in Sicilia ce ne sono diverse. Un’altra è l’isola di Formica, nell’arcipelago delle Egadi.
Quest’ultima è abitata e ospita infatti una comunità di recupero e poche persone ogni anno.
La leggenda dell’isola di Lampione
Come molti dei luoghi di Sicilia, anche l’isola di Lampione è attorniata da una leggenda.
Si narra,che lo scoglio fosse un masso sfuggito dalle mani di un ciclope. Un po’ come gli scogli di Acitrezza.
Si racconta anche della presenza di due eremiti che avrebbero abitato sull’isolotto, ma non ci sono riscontri certi intorno a questa possibilità.
Come molti dei luoghi di Sicilia, anche l’isola di Lampione è attorniata da una leggenda.
Si narra,che lo scoglio fosse un masso sfuggito dalle mani di un ciclope. Un po’ come gli scogli di Acitrezza.
Si racconta anche della presenza di due eremiti che avrebbero abitato sull’isolotto, ma non ci sono riscontri certi intorno a questa possibilità.
Vista delle isole Egadi (e di Trapani) da Erice
Le isole Egadi (Ìsuli Ègadi in siciliano) sono un arcipelago dell'Italia, in Sicilia, a cavallo tra basso Tirreno e canale di Sicilia. Posto a circa 7 km dalla costa occidentale della Sicilia, fra Trapani e Marsala, nel libero consorzio comunale di Trapani, l'arcipelago consta di tre isole e due isolotti, più una serie di scogli e faraglioni[1].
Erano note già in antichità col nome latinoAegates che proviene dal greco Aigatai, ossia «isole delle capre». Sull'arcipelago è sita la Riserva naturale marina Isole Egadi.
@newseinfo
Le isole Egadi (Ìsuli Ègadi in siciliano) sono un arcipelago dell'Italia, in Sicilia, a cavallo tra basso Tirreno e canale di Sicilia. Posto a circa 7 km dalla costa occidentale della Sicilia, fra Trapani e Marsala, nel libero consorzio comunale di Trapani, l'arcipelago consta di tre isole e due isolotti, più una serie di scogli e faraglioni[1].
Erano note già in antichità col nome latinoAegates che proviene dal greco Aigatai, ossia «isole delle capre». Sull'arcipelago è sita la Riserva naturale marina Isole Egadi.
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Tracce di antichissimi insediamenti umani si hanno principalmente a Levanzo e in misura minore a Favignana. Si suppone che ciò avvenne a causa dell'ultima glaciazione, che creò un passaggio naturale tra Africa e Sicilia.
Nel 241 a.C. i Romani conquistarono le isole dopo la battaglia navale finale della Prima Guerra Punica, nella quale Gaio Lutazio Catulosbaragliò la flotta cartaginese. Dopo il crollo dell'impero romano le isole caddero in mano dei Vandali e dei Goti ed in seguito dei Saraceni.
Nel 1081 vennero occupate e fortificate dai Normanni. Seguirono poi il destino della Sicilia fino al XVI secolo, quando divennero proprietà dei Pallavicini-Rusconi di Genova e poi, nel 1874, dei Florio che potenziarono le tonnare di Favignana.
Fanno parte amministrativamente del comune di Favignana, ad eccezione dell'Isola San Pantaleo e dell'isola Grande, che fanno parte del comune di Marsala
Nel 241 a.C. i Romani conquistarono le isole dopo la battaglia navale finale della Prima Guerra Punica, nella quale Gaio Lutazio Catulosbaragliò la flotta cartaginese. Dopo il crollo dell'impero romano le isole caddero in mano dei Vandali e dei Goti ed in seguito dei Saraceni.
Nel 1081 vennero occupate e fortificate dai Normanni. Seguirono poi il destino della Sicilia fino al XVI secolo, quando divennero proprietà dei Pallavicini-Rusconi di Genova e poi, nel 1874, dei Florio che potenziarono le tonnare di Favignana.
Fanno parte amministrativamente del comune di Favignana, ad eccezione dell'Isola San Pantaleo e dell'isola Grande, che fanno parte del comune di Marsala
Le Gole dell'Alcantara, dette anche Gole di Larderia, sono situate nella Valle dell'Alcantara in Sicilia dove termina la catena montuosa dei Peloritani tra i comuni di Castiglione di Sicilia e di Motta Camastra.
@newseinfo
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Sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe nei punti più stretti 2 metri e nei punti più larghi 4-5 metri. Il canyon naturale, a differenza di quanto comunemente si pensa, non è stato scavato nel corso di migliaia di anni dall'acqua.
Il fiume Alcantara scorre tra pietra lavica che forma il suo alveo caratteristico. Sul territorio di Motta Camastra in località Fondaco Mottasi trova la gola più imponente e famosa dell'Alcantara, lunga più di 6 km e percorribile in modo agevole per i primi 3.
La particolarità di questa gola consiste nella struttura delle pareti, create da colate di lavabasaltica (povera di silicio ma ricca di ferro, magnesio e calcio). La lava si è poi raffreddata molto velocemente creando forme prismatiche pentagonali ed esagonali, che richiamano la struttura molecolare dei materiali che la costituiscono.
L'aspetto del fiume nel tratto delle Gole è ritenuto risalente alle colate di magma degli ultimi 8.000 anni. Le tesi più recenti individuano tre successive colate da fenditure e bocche apertesi nell'area di Monte Dolce, nel versante medio-basso etneo; le colate si mostrano sovrapposte lungo la parete sinistra del fiume. La colata più antica è quella che ha raggiunto capo Schisò, sul mare. I basalti colonnari visibili nelle Gole sono quelli della colata meno antica e sarebbero il prodotto del raffreddamento rapido causato dalla presenza dell'acqua del fiume; essi formano strutture prismatiche di differenti configurazioni, a "catasta", ad "arpa", ad andamento radiale. Le formazioni verticali, a "canna d’organo" raggiungono in alcuni casi i 30 m.
Il fiume Alcantara scorre tra pietra lavica che forma il suo alveo caratteristico. Sul territorio di Motta Camastra in località Fondaco Mottasi trova la gola più imponente e famosa dell'Alcantara, lunga più di 6 km e percorribile in modo agevole per i primi 3.
La particolarità di questa gola consiste nella struttura delle pareti, create da colate di lavabasaltica (povera di silicio ma ricca di ferro, magnesio e calcio). La lava si è poi raffreddata molto velocemente creando forme prismatiche pentagonali ed esagonali, che richiamano la struttura molecolare dei materiali che la costituiscono.
L'aspetto del fiume nel tratto delle Gole è ritenuto risalente alle colate di magma degli ultimi 8.000 anni. Le tesi più recenti individuano tre successive colate da fenditure e bocche apertesi nell'area di Monte Dolce, nel versante medio-basso etneo; le colate si mostrano sovrapposte lungo la parete sinistra del fiume. La colata più antica è quella che ha raggiunto capo Schisò, sul mare. I basalti colonnari visibili nelle Gole sono quelli della colata meno antica e sarebbero il prodotto del raffreddamento rapido causato dalla presenza dell'acqua del fiume; essi formano strutture prismatiche di differenti configurazioni, a "catasta", ad "arpa", ad andamento radiale. Le formazioni verticali, a "canna d’organo" raggiungono in alcuni casi i 30 m.
La riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Paceco è un'area naturale protettadella Sicilia istituita nel 1995, che si estende per quasi 1000 ettari nel territorio dei comuni di Trapani e Paceco.La riserva, all'interno della quale si esercita l'antica attività di estrazione del sale, è una importante zona umida "Ramsar", che offre riparo a numerose specie di uccelli migratori.
@newseinfo
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Dal 1861 con l'Unità d'Italia queste saline non furono nazionalizzate, e furono le uniche a superare il monopolio del sale da parte dello Stato, esportandolo in diversi paesi. Dopo la prima guerra mondiale con la concorrenza delle saline industrializzate di Cagliari iniziò la decadenza delle saline trapanesi, accentuata dallo scoppio della Seconda guerra mondialee dalla concorrenza straniera con il salgemma. Molte delle saline furono dismesse o abbandonate.
Restano i caratteristici mulini a vento, utilizzati nel tempo, per una duplice funzione: alcuni per la macinazione del sale, altri per il pompaggio dell'acqua salata da una vasca all'altra.
Con l'istituzione della Riserva, avvenuta con decreto dell'Assessore al territorio e ambiente della Regione siciliana n. 257 dell'11 maggio 1995, ed il suo affidamento in gestione al WWF Italia, è stato emananto un regolamento che ha permesso di "esercitare la salicoltura nelle aree tradizionalmente a ciò destinate e l'attività di acquacoltura di parte delle saline".
Si è quindi assistito ad un nuovo rilancio delle attività produttive e della lavorazione del sale, da parte della Sosalt, che è il principale produttore, con l'approvazione di interventi di restauro e recupero degli impianti abbandonati. Il sale marino trapanese è oggi inserito nell'elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che nell'aprile 2011 ne ha anche riconosciuto l'IGP con la denominazione "Sale marino di Trapani".
Nel 2011 le saline di Trapani hanno ottenuto il riconoscimento di zona umida Ramsar, con decreto del Ministero dell'ambiente.
Restano i caratteristici mulini a vento, utilizzati nel tempo, per una duplice funzione: alcuni per la macinazione del sale, altri per il pompaggio dell'acqua salata da una vasca all'altra.
Con l'istituzione della Riserva, avvenuta con decreto dell'Assessore al territorio e ambiente della Regione siciliana n. 257 dell'11 maggio 1995, ed il suo affidamento in gestione al WWF Italia, è stato emananto un regolamento che ha permesso di "esercitare la salicoltura nelle aree tradizionalmente a ciò destinate e l'attività di acquacoltura di parte delle saline".
Si è quindi assistito ad un nuovo rilancio delle attività produttive e della lavorazione del sale, da parte della Sosalt, che è il principale produttore, con l'approvazione di interventi di restauro e recupero degli impianti abbandonati. Il sale marino trapanese è oggi inserito nell'elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che nell'aprile 2011 ne ha anche riconosciuto l'IGP con la denominazione "Sale marino di Trapani".
Nel 2011 le saline di Trapani hanno ottenuto il riconoscimento di zona umida Ramsar, con decreto del Ministero dell'ambiente.