Le Gole di Tiberio dal 2001 sono uno dei siti European Geoparks Network riconosciuto dall’UNESCO per le sue valenze geologiche.
Le gole si trovano nel territorio di confine fra il Comune di San Mauro Castelverde e quello di Castelbuono, lungo il fiume Pollina. Si tratta di affioramenti di calcari mesozoici modellati dall’erosione fluviale lunghe circa 250 metri, nacquero nel triassico superiore, circa 200 milioni di anni fa.
Uniche in tutto il comprensorio madonita, costituiscono un ambiente di straordinario impatto paesaggistico e di notevole interesse naturalistico, poiché le levigate e strapiombanti pareti sono habitat ideale per numerose specie vegetali ed animali, soprattutto uccelli, tipiche degli ambienti rupestri.
Il corso d’acqua, la cui portata è considerevole anche in primavera inoltrata, forma una serie di laghetti, piccole cascate, giochi d’acqua di grande suggestione ed è sontuosamente bordeggiato dalla incontaminata vegetazione tipica di questi ambienti, ove spiccano oleandri, salici, pioppi, tamerici, giunchi, canne e numerose specie erbacee.
In particolare, all’interno delle gole si possono osservare: u Miricu, i numerosi nidi di varie specie di uccelli, i fossili di gasteropodi risalenti a circa 150 milioni di anni fa, il masso che fa da ponte naturale sulle gole, un tempo passaggio segreto dei briganti e ricercati che abitavano le numerose grotte e nascondigli della zona, i giochi di luce, una vegetazione incontaminata ed, infine, l’area nudista opera d’arte contemporanea realizzata nel 2005 da Robert Pruitt.
Da decenni il sito è meta di turismo escursionistico e scientifico. Per gli amanti di sport fluviali poiché proprio in corrispondenza delle Gole il fiume diventa navigabile ed in primavera-estate vi si può fare anche il bagno.
💻 Goleditiberio
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
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Le gole si trovano nel territorio di confine fra il Comune di San Mauro Castelverde e quello di Castelbuono, lungo il fiume Pollina. Si tratta di affioramenti di calcari mesozoici modellati dall’erosione fluviale lunghe circa 250 metri, nacquero nel triassico superiore, circa 200 milioni di anni fa.
Uniche in tutto il comprensorio madonita, costituiscono un ambiente di straordinario impatto paesaggistico e di notevole interesse naturalistico, poiché le levigate e strapiombanti pareti sono habitat ideale per numerose specie vegetali ed animali, soprattutto uccelli, tipiche degli ambienti rupestri.
Il corso d’acqua, la cui portata è considerevole anche in primavera inoltrata, forma una serie di laghetti, piccole cascate, giochi d’acqua di grande suggestione ed è sontuosamente bordeggiato dalla incontaminata vegetazione tipica di questi ambienti, ove spiccano oleandri, salici, pioppi, tamerici, giunchi, canne e numerose specie erbacee.
In particolare, all’interno delle gole si possono osservare: u Miricu, i numerosi nidi di varie specie di uccelli, i fossili di gasteropodi risalenti a circa 150 milioni di anni fa, il masso che fa da ponte naturale sulle gole, un tempo passaggio segreto dei briganti e ricercati che abitavano le numerose grotte e nascondigli della zona, i giochi di luce, una vegetazione incontaminata ed, infine, l’area nudista opera d’arte contemporanea realizzata nel 2005 da Robert Pruitt.
Da decenni il sito è meta di turismo escursionistico e scientifico. Per gli amanti di sport fluviali poiché proprio in corrispondenza delle Gole il fiume diventa navigabile ed in primavera-estate vi si può fare anche il bagno.
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🗞 In Sicilia le case a 1 euro vanno a ruba
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In Sicilia le case a 1 euro vanno a ruba
Le case a 1 euro, in Sicilia, vanno alla grande: due giovani sorelle hanno appena comprato la loro a Troina, nell'ennese, e viene subito da pensare che episodi del genere siano un segnale chiaro. Un segnale che fa capire che di case a 1 euro, in Sicilia,…
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Sant'Agata è stata, secondo la tradizione cattolica, una giovane vissuta nel III secolo, durante il proconsolato di Quinziano.
Viene venerata come santa, vergine e martire dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa Anglicana.
Il suo nome figura nel Martirologio Romano da tempi antichissimi.
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😇Sant'Agata
Viene venerata come santa, vergine e martire dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa Anglicana.
Il suo nome figura nel Martirologio Romano da tempi antichissimi.
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😇Sant'Agata
Sant' Agata Vergine e martire Catania, 235- 5 febbraio 251.
Nacque nei primi decenni del III secolo a Catania in una ricca e nobile famiglia di fede cristiana.
Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano, ebbe l'occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell'editto di persecuzione dell'imperatore Decio, l'accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la portassero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato. Furioso, l'uomo imbastì un processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata resisteva nella sua fede: Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie. Ma la giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l'esecuzione.
Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. Era il 251.
Etimologia: Agata = buona, virtuosa, dal greco
Emblema: Giglio, Palma, Pinze, Seni (su di un piatto)
Martirologio Romano: Memoria di sant’Agata, vergine e martire, che a Catania, ancora fanciulla, nell’imperversare della persecuzione conservò nel martirio illibato il corpo e integra la fede, offrendo la sua testimonianza per Cristo Signore
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😇Sant'Agata
Nacque nei primi decenni del III secolo a Catania in una ricca e nobile famiglia di fede cristiana.
Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano, ebbe l'occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell'editto di persecuzione dell'imperatore Decio, l'accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la portassero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato. Furioso, l'uomo imbastì un processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata resisteva nella sua fede: Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie. Ma la giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l'esecuzione.
Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. Era il 251.
Etimologia: Agata = buona, virtuosa, dal greco
Emblema: Giglio, Palma, Pinze, Seni (su di un piatto)
Martirologio Romano: Memoria di sant’Agata, vergine e martire, che a Catania, ancora fanciulla, nell’imperversare della persecuzione conservò nel martirio illibato il corpo e integra la fede, offrendo la sua testimonianza per Cristo Signore
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😇Sant'Agata
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La storia che c’è dietro le minne di Sant’Agata, note in Sicilia come minnuzze di Vìrgini "seni della vergine" è davvero particolare.
Si narra infatti che alla giovane Agata vennero amputati i seni dopo essersi negata alle pretese del conte romano Quinziano, d’istanza in Sicilia.
Divenuta poi santa e patrona della città di Catania, le venne dedicato questo dolce.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌋#tradizionisiciliane
😇#5febbraio #WSantAgata
Si narra infatti che alla giovane Agata vennero amputati i seni dopo essersi negata alle pretese del conte romano Quinziano, d’istanza in Sicilia.
Divenuta poi santa e patrona della città di Catania, le venne dedicato questo dolce.
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Minnuzze di Sant’Ajita
Fra le numerosi versioni di questo dolce dai toni pastello e dalle decorazioni barocche c'è quella mignon che viene preparata a Catania in onore della sua santa patrona.
Le cassatelle di Sant'Agata sono chiamate in dialetto “minnuzze ri Sant'Àjita” ... e rappresentano (come del resto fanno altri dolci in giro per l’Italia) i seni della santa, amputati durante il martirio.
Vengono preparate anche nel
convento di Santa Margherita per festeggiare il loro santo patrono.
In occasione della festa a lei dedicata più date nel corso dell’anno che seguono rituali ben precisi e vengono preparati questi deliziosi dolcetti a base di pan di spagna, ricotta e cioccolato, ricoperti di glassa fondente. Immancabile la ciliegia candita che rappresenterebbe il capezzolo.
Le minnuzze di Sant’Agata andrebbero mangiate in numero pari, proprio come i seni della donna.
👉🏻Ricetta
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😇#5febbraio #WSantAgata
Fra le numerosi versioni di questo dolce dai toni pastello e dalle decorazioni barocche c'è quella mignon che viene preparata a Catania in onore della sua santa patrona.
Le cassatelle di Sant'Agata sono chiamate in dialetto “minnuzze ri Sant'Àjita” ... e rappresentano (come del resto fanno altri dolci in giro per l’Italia) i seni della santa, amputati durante il martirio.
Vengono preparate anche nel
convento di Santa Margherita per festeggiare il loro santo patrono.
In occasione della festa a lei dedicata più date nel corso dell’anno che seguono rituali ben precisi e vengono preparati questi deliziosi dolcetti a base di pan di spagna, ricotta e cioccolato, ricoperti di glassa fondente. Immancabile la ciliegia candita che rappresenterebbe il capezzolo.
Le minnuzze di Sant’Agata andrebbero mangiate in numero pari, proprio come i seni della donna.
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Panorama visto dal Forte Gonzaga "Messina"
🎥@Femminacomelaguerra
Ngh'jornu u Signuri si misi a criari,
a terra e u cielu a culuri pittau,
ma prima mi si ni va a ripusari
fici a Sicilia nto mari e nvintau
li scogghi e li munti arruvittati,
lu suli e lu focu e la genti di ccà.
Càntunu a ceddi e l'unni e vallati,
cantamu nzemi la nostra città!
Lu suli miu si tu
Messina bedda!
Amuri, amuri, tu,
Messina bedda!
Li figghi toi su ccà
ntà stu giardinu
di gelsumini e di felicità!
Li du' riveri su na cartulina,
e ncarruzzella a passeggia si và
di Santu Saba finu a Taormima,
di supra 'e coddi vidiri ti fa
lu panurama e la Madunnina,
lu portu e li navi, cu venu e cu và
e a Matri a Littra ca ni voli beni
prega e pruteggi sta granni città!
Lu suli miu si tu
Messina bedda!
Amuri, amuri, tu,
Messina bedda!
Li figghi toi su ccà
ntà stu giardinu
di gelsumini e di filicità!
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Ngh'jornu u Signuri si misi a criari,
a terra e u cielu a culuri pittau,
ma prima mi si ni va a ripusari
fici a Sicilia nto mari e nvintau
li scogghi e li munti arruvittati,
lu suli e lu focu e la genti di ccà.
Càntunu a ceddi e l'unni e vallati,
cantamu nzemi la nostra città!
Lu suli miu si tu
Messina bedda!
Amuri, amuri, tu,
Messina bedda!
Li figghi toi su ccà
ntà stu giardinu
di gelsumini e di felicità!
Li du' riveri su na cartulina,
e ncarruzzella a passeggia si và
di Santu Saba finu a Taormima,
di supra 'e coddi vidiri ti fa
lu panurama e la Madunnina,
lu portu e li navi, cu venu e cu và
e a Matri a Littra ca ni voli beni
prega e pruteggi sta granni città!
Lu suli miu si tu
Messina bedda!
Amuri, amuri, tu,
Messina bedda!
Li figghi toi su ccà
ntà stu giardinu
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Palazzo Mirto è un palazzo storico di Palermo oggi casa-museo.
L'edificio è ubicato nel centro storico di Palermo, alla Kalsa, antica cittadella araba fortificata.
È stato per quattro secoli dimora palermitana dei Filangeri, e poi dei Lanza Filangieri Principi di Mirto, da cui prende nome il palazzo.
I Filangeri sono ricordati ancora oggi come la più importante famiglia normanna in Sicilia e nel Mezzogiorno d'Italia, dello stesso ceppo dei Sanseverino e dei Gravina, tutti discendenti da un capostipite comune, il leggendario cavaliere Angerio, delle stirpe dei Duchi di Normandia, che venne in Italia al seguito di Tancredi d'Altavilla e di cui se ne ha menzione già nel 1069.
La casa-musro è aperta al pubblico.
Vi auguro una buona domenica a tutti voi amici di @Siciliaterramia
✍🏻@sicilianewseinfo
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🌎@postidavedere
L'edificio è ubicato nel centro storico di Palermo, alla Kalsa, antica cittadella araba fortificata.
È stato per quattro secoli dimora palermitana dei Filangeri, e poi dei Lanza Filangieri Principi di Mirto, da cui prende nome il palazzo.
I Filangeri sono ricordati ancora oggi come la più importante famiglia normanna in Sicilia e nel Mezzogiorno d'Italia, dello stesso ceppo dei Sanseverino e dei Gravina, tutti discendenti da un capostipite comune, il leggendario cavaliere Angerio, delle stirpe dei Duchi di Normandia, che venne in Italia al seguito di Tancredi d'Altavilla e di cui se ne ha menzione già nel 1069.
La casa-musro è aperta al pubblico.
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A Londra un bus a due piani va a zonzo con lo street food siciliano: l'idea di un catanese
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via www.balarm.it
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A Londra un bus a due piani va a zonzo con lo street food siciliano: l'idea di un catanese
Fabio Pironti, 44 anni, di cui gli ultimi 7 passati a Londra, dopo aver acquistato un double-decker bus ha deciso di ridare a quell’autobus una seconda chance Il bus di Fabio Pironti a Londra Panelle e arancine mangiate a bordo del double-decker bus: l’idea…
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