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📍CATANIA
In piazza Duomo, a Catania, una statua di un elefante che sorregge un obelisco egizio prende il nome di Liotru o Diotru ed è il simbolo della città.
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Si narra che l'elefante venne chiamato Liotru in onore di un mago: Eliodoro, detto anche Diodoro.
Egli, fin da piccolo, aspirava a diventare il vescovo di Catania ma non riusciva ad affermarsi. Un giorno però conobbe uno stregone ebreo, che gli insegnò arti magiche e lo convertì al giudaismo.
Si racconta che una notte Eliodoro si recò presso il sepolcro degli eroi ed iniziò ad evocare il diavolo, grazie a un misterioso scritto che gli era stato consegnato dallo stregone ebreo. Satana infine apparve e gli chiese cosa volesse.
Eliodoro gli comunicò le sue ambizioni ed il demonio rispose: “Se rinneghi la fede in Cristo, ti pongo a fianco uno della mia corte, Gaspare, che sarà tuo servo, e ti conferirò poteri magici.” Fu così che Eliodoro accettò ed ottenne poteri sovrannaturali.
Fu lui stesso a costruirsi magicamente l’elefante, con la lava dell’Etna.
A cavallo della magica creatura girava per la città, facendo scherzi e dispetti alla popolazione.
Si racconta che andasse al mercato e comprasse tutto quel che gli piaceva, pagando con ori e diamanti, ma quando se ne andava, i preziosi si trasformavano in sassi. Una volta convinse il nipote del vescovo a puntare a una corsa di cavalli, facendolo vincere. Ma al momento della premiazione il cavallo vincente parlò rivelando che in realtà era Satana stesso al servizio del mago per lo scherzo, e poi sparì.
Eliodoro venne per tale ragione condotto in carcere, ma riuscì a riguadagnare la libertà corrompendo le guardie con l’offerta di tre libbre d’oro.
Fu Condannato a morte da Costantino ma nel momento in cui stava per eseguirsi la sentenza, egli domandò in grazia una catinella d’acqua: vi tuffò la testa e sparì misteriosamente, dicendo: ” Chi mi vuole, mi cerchi in Catania
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Egli, fin da piccolo, aspirava a diventare il vescovo di Catania ma non riusciva ad affermarsi. Un giorno però conobbe uno stregone ebreo, che gli insegnò arti magiche e lo convertì al giudaismo.
Si racconta che una notte Eliodoro si recò presso il sepolcro degli eroi ed iniziò ad evocare il diavolo, grazie a un misterioso scritto che gli era stato consegnato dallo stregone ebreo. Satana infine apparve e gli chiese cosa volesse.
Eliodoro gli comunicò le sue ambizioni ed il demonio rispose: “Se rinneghi la fede in Cristo, ti pongo a fianco uno della mia corte, Gaspare, che sarà tuo servo, e ti conferirò poteri magici.” Fu così che Eliodoro accettò ed ottenne poteri sovrannaturali.
Fu lui stesso a costruirsi magicamente l’elefante, con la lava dell’Etna.
A cavallo della magica creatura girava per la città, facendo scherzi e dispetti alla popolazione.
Si racconta che andasse al mercato e comprasse tutto quel che gli piaceva, pagando con ori e diamanti, ma quando se ne andava, i preziosi si trasformavano in sassi. Una volta convinse il nipote del vescovo a puntare a una corsa di cavalli, facendolo vincere. Ma al momento della premiazione il cavallo vincente parlò rivelando che in realtà era Satana stesso al servizio del mago per lo scherzo, e poi sparì.
Eliodoro venne per tale ragione condotto in carcere, ma riuscì a riguadagnare la libertà corrompendo le guardie con l’offerta di tre libbre d’oro.
Fu Condannato a morte da Costantino ma nel momento in cui stava per eseguirsi la sentenza, egli domandò in grazia una catinella d’acqua: vi tuffò la testa e sparì misteriosamente, dicendo: ” Chi mi vuole, mi cerchi in Catania
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🗞 Capitale della cultura 2024, “facciamo il tifo per Siracusa”
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Capitale della cultura 2024, “facciamo il tifo per Siracusa”
“La candidatura di Siracusa a Capitale della cultura 2024 fa un passo avanti: è nelle dieci finaliste. Dalla Regione massimo impegno accanto alla città”.
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Forwarded from @newseifo #sicilia #provinciali
🗞 Monica Vitti, la picciridda di Messina dai “sitti vistini”
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Monica Vitti, la picciridda di Messina dai “sitti vistini”
Monica Vitti e la Sicilia, è la storia di un amore impossibile da spezzare. La grandissima attrice italiana è morta oggi a Roma all’età di 90 anni. Sono in pochi a ricordare il legame dell’attrice con la Sicilia e con la città di Messina in particolare. …
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A chi percorre il lungomare che attraversa l’abitato di Ganzirri, parallelo alla costa, appare improvvisamente e massiccia a sbarrare la strada, quasi a difenderla dalla moderna invasione di quelle strane «scatole di latta» che camminano senza essere tirate dai cavalli, sconosciute ai suoi tempi: è la torre «Cariddi», a pianta circolare con due ampi ambienti sovrapposti.
L’intonaco caduto scopre la struttura muraria, composta da pietrame squadrato e regolarizzato con listature in laterizio, tenacemente cementato con malta.
Materiali e tipologia costruttiva che testimoniano l’antichità della costruzione, forse medievale e preesistente al progetto di rafforzamento cinquecentesco del Camiliani.
Francesco Maria Emanuele e Gaetani Marchese di Villabianca, nel suo manoscritto compilato nel ’700 ed intitolato «Delle torri di avviso, che d’ogni intorno i littorali circondano della Sicilia in difesa, e guardia di essa da legni nemici e da mori corsari sopra tutto della vicina Africa», ci ha lasciato di essa questa testimonianza: «Torre che sta sotto il Casale del Faro di Messina, a cui die il nome il possessore di casa Cariddi... È molto antica, e presso vi si vede la chiesa addimandata S. Caterina».
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L’intonaco caduto scopre la struttura muraria, composta da pietrame squadrato e regolarizzato con listature in laterizio, tenacemente cementato con malta.
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Francesco Maria Emanuele e Gaetani Marchese di Villabianca, nel suo manoscritto compilato nel ’700 ed intitolato «Delle torri di avviso, che d’ogni intorno i littorali circondano della Sicilia in difesa, e guardia di essa da legni nemici e da mori corsari sopra tutto della vicina Africa», ci ha lasciato di essa questa testimonianza: «Torre che sta sotto il Casale del Faro di Messina, a cui die il nome il possessore di casa Cariddi... È molto antica, e presso vi si vede la chiesa addimandata S. Caterina».
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La stirpe dei Ciclopi proveniva dalle steppe russe? Polifemo era un Kurgan? - La Voce dell'Isola
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🗞 Pasqua: 'L'ultima cena', vara Nissena '800 a scalo Fiumicino
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👉 In mostra dal 4/2,opera artisti napoletani in legno e cartapesta
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Pasqua: 'L'ultima cena', vara Nissena '800 a scalo Fiumicino
Dopo l'Expo di Milano del 2015, la 'vara' pasquale 'L'ultima cena', storica scultura in legno e cartapesta opera degli scultori napoletani Vincenzo e Francesco Biangardi, darà esposta all'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino. (ANSA)
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In ogni passeggiata nella natura l'uomo riceve molto di più di ciò che cerca. Non ti affrettare, il buon camminatore arriva. Fatti per correre o per rallentare, c'è anche chi ha deciso di camminare al passo che gli pare. L'atto di camminare senza fretta è un atto di rivolta.
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Catania celebra Sant’Agata, la sua patrona, durante tutto l’anno, ma in particolare i festeggiamenti si svolgono dal 3 al 5 febbraio. La ricorrenza di febbraio è legata al martirio, mentre quella di agosto ricorda il ritorno a Catania delle sue spoglie.
Fu il senese Giovanni di Bartolo a realizzare nel 1376 il Busto Reliquario di Sant'Agata. La Santa, affiancata da 2 angeli, stringe con la mano destra una lunga croce in argento ricoperta di smeraldi. Con la mano sinistra tiene una tavoletta con scritto “mentem santam spontaneam, honorem deo et patrie liberationem”
Il volto della statua a mezzo busto è realizzato in smalto e i capelli in oro. In realtà,al di sotto degli oltre 250 pezzi tra gioielli,ori e pietre preziose che la ricoprono,si nasconde un forziere cavo,al cui interno è custodito il vero tesoro di Catania: le reliquie della calotta cranica di Agata,del costato e di alcuni organi.Il mostro ai piedi della Santa raffigura la peste sconfitta.
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Fu il senese Giovanni di Bartolo a realizzare nel 1376 il Busto Reliquario di Sant'Agata. La Santa, affiancata da 2 angeli, stringe con la mano destra una lunga croce in argento ricoperta di smeraldi. Con la mano sinistra tiene una tavoletta con scritto “mentem santam spontaneam, honorem deo et patrie liberationem”
Il volto della statua a mezzo busto è realizzato in smalto e i capelli in oro. In realtà,al di sotto degli oltre 250 pezzi tra gioielli,ori e pietre preziose che la ricoprono,si nasconde un forziere cavo,al cui interno è custodito il vero tesoro di Catania: le reliquie della calotta cranica di Agata,del costato e di alcuni organi.Il mostro ai piedi della Santa raffigura la peste sconfitta.
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