♡ Sicilia Terra Mia ♡
790 subscribers
3.93K photos
981 videos
2.58K links
La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

Canale👉 @sicil_iaterramia

Aggiungi👉 @MKforwardbot al tuo gruppo

👉discuti https://t.me/c/1099356382/1651287
Download Telegram
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Super Mare Cross 2021

Gli Internazionali d’Italia EICMA Supermarecross si preparano alla fase finale, con le due gare di Giardini Naxos in programma il 5 e 8 dicembre che assegneranno i titoli di campioni, gli ultimi ancora in palio della stagione 2021 del motocross.

Il campionato è fermo dalla gara di Maccarese, corsa a fine marzo, che ha congelato le posizioni in classifica fino al rush finale che inizierà domenica in terra siciliana.

🎥 @pioandreaperi

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
Tante le iniziative collaterali messe sul piatto dal moto club Taormina New, che come sempre vuole onorare al massimo l’appuntamento con un campionato a cui da oltre un decennio offre ospitalità e spazio. Oltre alle due prove del Supermarecross, sabato 4 dicembre la pista allestita sul lungomare di Giardini Naxos ospiterà anche l’ultima prova del campionato regionale siciliano. E fuori dalla pista sono in programma una conferenza stampa di presentazione della “settimana del Supermarecross”, una mostra fotografica sulla quasi quarantennale storia del campionato e un giro di moto turismo.

La mostra sarà allestita nell’area retrostante la pista, al lido di Giardini Naxos, insieme a un’esposizione di moto storiche e mezzi elettrici, e sarà visitabile (con green pass obbligatorio) per tutto il periodo delle gare, dal 4 all’8 dicembre. Il giro di moto turismo, chiamato Superturismo, scatterà la mattina del 5 dicembre e porterà i partecipanti a scoprire le bellezze della Sicilia orientale, tra l’Etna e il litorale di Taormina, con arrivo in concomitanza con le premiazioni di giornata della gara del Supermarecross.

Piatto ricchissimo, dunque, ma gli occhi degli spettatori saranno puntati soprattutto sulle due tappe degli Internazionali d’Italia EICMA Supermarecross. Tutti i titoli sono ancora in palio e la gara finale dell’8 dicembre assegnerà punteggio doppio, quindi i giochi potrebbero restare aperti fino alla fine. In palio, oltre alla gloria, c’è anche il montepremi da 8700 euro messo in palio dalla Federazione Motociclistica Italiana.

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Vi è mai capitato di pronunciare o di sentire additare qualcuno con l’espressione babb’i l’ova o babbu ri l’ova? Se vi trovate a Catania, prestate attenzione, vi accorgerete che sarà una consuetudine. Si tratta di un modo buffo e colorito per indicare una persona sciocca, sempliciona e credulona.

La parola siciliana ‘babbu’ ha origini nello spagnolo ‘bobo’ che vuol dire ‘babbeo’. Sin da subito l’espressione babbu ‘i l’ova era molto probabilmente riferita a qualcuno che non brillava esattamente per acume e sagacia.

I racconti tramandati lo dimostrano.

Chi poteva mai essere u babbu ‘i l’ova?

Un venditore che distribuiva le uova per racimolare qualche soldo e occupare il tempo? Un signorotto? O Giufà?

Il personaggio tipico di molte storie della tradizione popolare siciliana, noto per cacciarsi spesso nei guai riuscendo ad uscirne quasi sempre illeso.

Candido e spensierato, riesce a far sorridere con le sue storie di sfortuna, sciocchezza e saggezza.

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
Ecco qualche storia della tradizione.

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
In una di queste la madre di Giufà apprestandosi ad andare a messa gli disse:

Si cunta ca ‘na vota cc’era Giufà; sò matri si nni ij’ a la Missa e cci dissi: «Giufà, vidi ca staju jennu a la Missa, vidi ca cc’è la hjocca, e havi a scuvari l’ova, la pigli, cci duni a manciari la suppa e pùa la minti ‘n capu arrieri, ca nun bazzi ca s’arriffriddanu I’ova». ‘Nqua Giufà piglia la hjocca, cci fa la suppa cu pani e vinu e la civa, tantu chi la civava ca cci la fuddava cu la jita e l’affuccà’ e murì’; quannu Giufà vitti la hjocca ‘n puortu, dissi: «Ora comu fazzu, ca l’ova s’arrifriddanu! ora mi cci mintu ia ‘n capu l’ova». Si leva li canzi e la cammísa e s’incula ‘n capu l’ova, e si cci assetta. Vinni sò mà’ e eci gridava: «Giufà, Giufà! Arrispunni Giufà: «Chila, chila, ‘un cci puozzu vinii, i ca sugnu hjocca e sugnu misu ‘n capu l’ova , manzinò s’arrifriddanu». Sò matri si misi a gridari: «Birbanti, birbanti ! ca tutti l’ova scafazzasti!» Si susi Giufà e I’ova eranu tutti ‘na picata”.
Giufà e la chioccia

Traduzione:

Si narra che una volta c'era Giufà; Sua madre andò a messa e gli disse: "Giove, guarda, io vado a messa, poi sdraiati avanti e indietro, perché le uova non si raffreddino". ‘Nqua Giufà prende la cavalla, le fa la minestra con pane e vino e la civa, tanto che la mangia e gliela getta addosso e lo affoga’ e muore’; Quando Giufà ha visto il cappello al porto, ha detto: "Adesso come faccio, lascia raffreddare le uova!" ora sto mentendo nella mia testa.' Solleva le canzoni e la maglietta, si mette le uova in testa e si sistema. Venne da me e gridò: "Giufà, Giufà!" Giufà rispose: "Chila, chila, non posso venire qui, quelli che sono scavati e le uova sono state messe sulla testa, si raffreddano anche". Sua madre gridò: "Ladro, mascalzone!" voi tutti uova strapazzate! ” Giufà e le uova erano tutte 'morse'.
Giufà e la gallina

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
Babb’i l’ova, babbu ri l’ova
Quante volte abbiamo pronunciato o abbiamo sentito pronunciare babb’i l’ova o babbu ri l’ova?

Uno scherno, un modo colorito, ma mai volgare per designare una persona sciocca e un po’ stupida.

Un termine divertente e che racconta di un popolo e delle sue tradizioni.

Il siciliano babbu – stupido – deriva dallo spagnolo “bobo” e significa “babbeo”. U “babbu ‘i l’ova” era molto probabilmente una figura realmente esistita; un ambulante di quartiere che distribuiva e vendeva le uova.

Il personaggio, per l’epiteto utilizzato, non brillava certamente per arguzia o per talento e da ciò veniva schernito dagli avventori.

Il compito, infatti, era dato a persone dalle menti semplici, per racimolare qualche soldo e occupare il tempo.

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
Secondo un’altra versione, invece, un signorotto di Caltagirone e dei braccianti che assumeva per lavorare presso i campi.

Tronfio, prepotente e accorto, chiamava in disparte i lavoratori della terra e prometteva, oltre al compenso, un uovo al giorno.

Raccomandava a ciascuno di loro di lavorare di buona lena per ricevere il premio concordato e di non dire nulla agli altri.

Durante l’ispezione per i campi, gridava a gran voce: «Attia di l’ova!» Quelle urla destavano ansia e smuovevano i braccianti a lavorare con maggiore solerzia, ignari dell’inganno e quindi babb’i l’ova.

La “catanesitudine” è qualcosa che si acquisisce con il tempo.

U babbu ri l’ova non è cattivo, non è malizioso e si perde in un bicchiere d’acqua. La persona babba è scimunita, stupidina, sciocca. U babbu ri l’ova rafforza e carica di un significato maggiore l’aggettivo. Il catanese lo sa, il siciliano anche. Ogni parola (o ogni accostamento tra due o tre parole) crea un connubio di significati singolari e meravigliosi. I non autoctoni non lo sanno, forse difficilmente capiranno, ma è qualcosa che si acquisisce col tempo.

Questi semplici racconti confermano che u babb’i l’ova è una persona che si perde in un bicchiere d’acqua, sciocchina, facile da raggirare. L’espressione dà un colore ulteriore alla semplice parola che useremmo per indicare una persona credulona, creando un connubio di significati singolari e divertenti della lingua parlata.

Chi non è abituato a questi suoni difficilmente potrà coglierne le sfumature. Come qualsiasi altro dialetto, quello catanese (sia l’abitante che il dialetto della lingua siciliana)
è ricco di una moltitudine di usi e modi di dire, e rimane la maniera più colorita e vibrante per raccontare la cultura e la bellezza di un luogo e della sua gente.
Vibrante e straordinaria sedimentazione di cultura e bellezza.

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Il 9 dicembre del 1992 ci lasciava un grande della comicità italiana e simbolo della Sicilia, Franco Franchi.

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
💡@vogliadisapere
Di seguito un racconto di quando Franco Benenato (vero nome di Franco Franchi), non ancora famoso, intratteneva i palermitani con spettacoli improvvisati in piazza:

"Intorno a loro, accalcata davanti ai Magazzini Florio in attesa di comprare un passaggio sul vapore, gente senza più casa: miriadi di facce, grugni e mascheroni su cui scivolavano senza requie scatti d'impazienza smaniosa e smarrimento. Poi, d'un tratto, da quel ristagno di mestizia si aprì intorno a un guitto bambino lo squarcio di una radura spensierata, una rumorosa nuvola di risate: i capelli arruffati sulla faccia di gomma, una logora giacca militare calata sulle spalle striminzite, il piccolo Franco Benenato si esibiva nell'imitazione di Adolfo Hitler, con l'immancabile baffo di indice e medio stampati per traverso sopra il labbro. «Eins, zwei, drei» ringhiava il Führer palermitano mimando il passo dell'oca con le gambette scheletriche; e il ringhio si faceva abbaiata secca quando passava dalla marcia alla minaccia, dalla parata alla sfida ridanciana, in un travolgente crescendo di mimica che culminava in raffiche di «Fucilazionen!» e «Kaputt!» sventagliati sul pubblico divertito".

✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
💡@vogliadisapere
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM