♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Il bacio di Pantelleria, chiamato anche bacio pantesco, è un dolce tipico dell’isola. È formato da due cialde croccanti, preparate con una semplice pastella e poi fritte con un apposito attrezzo. La forma, in questo modo, rimane impressa. Tra le due cialde c’è una golosa crema di ricotta, profumata alla cannella.
Un sito di una bellezza indimenticabile caratterizza Erice, antica città fenicia e greca, arroccata a 751 m di altezza sul monte che porta lo stesso nome, coronato da un altopiano di forma triangolare a terrazza sul mare.
Difesa da bastioni e mura, la città è un labirinto di stradine acciottolate e di varchi così stretti da permettere il passaggio di un solo uomo. Le case, serrate le une alle altre, hanno graziosi e curati cortili interni, difesi e protetti dalla vista dei passanti in modo che la vita familiare si svolga nella più completa intimità.
Nell'antichità, Erice era nota per il suo tempio ove i Fenici adoravano Astarte, i Greci Afrodite ed i Romani Venere. Il monte Eryx serviva da punto di riferimento per i navigatori dei quali Venere divenne ben presto la protettrice.
La notte, un grande fuoco acceso nell'area sacra fungeva da faro. La fama di Venere Ericina divenne tale che le venne dedicato un tempio anche a Roma ed il suo culto si diffuse in tutto il Mediterraneo.
SICILIANI FAMOSI. Leonardo Sciascia è nato a Racalmuto l’8 gennaio 1921 ed è morto a Palermo il 20 novembre 1989. Spirito libero e anticonformista, giornalista e brillante saggista, punto di riferimento anche in politica per diverse generazioni, Leonardo Sciascia è considerato uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento.

"Di me come individuo, individuo che incidentalmente ha scritto dei libri, vorrei che si dicesse: «Ha contraddetto e si è contraddetto», come a dire che sono stato vivo in mezzo a tante «anime morte», a tanti che non contraddicevano e non si contraddicevano.
Da parte mia ritengo che uno scrittore sia un uomo che vive e fa vivere la verità, che estrae dal complesso il semplice, che sdoppia e raddoppia – per sé e per gli altri – il piacere di vivere. Anche quando rappresenta terribili cose". (La Sicilia come metafora, 1979) @newseinfo
La ricetta delle melanzane a cotoletta è tanto semplice quanto buona. Si preparano in meno di mezz’ora e il risultato è davvero eccellente. La cucina siciliana utilizza le melanzane in moltissime preparazioni. Versatili e facili da cucinare, si prestano benissimo per molte preparazioni che riescono a mettere d’accordo tutti, grandi e piccini.
Scorcio di San Vito Lo Capo con un tratto del litorale sabbioso.

San Vito Lo Capo (Santu Vitu in siciliano) è un comune italiano di 4 839 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia.

Rinomata località balneare della Sicilia, nota per la sua spiaggia, considerata da un sondaggio turistico di Tripadvisor del 2012 tra le migliori d'Italia.Sul suo territorio è compresa la parte più occidentale della riserva dello Zingaro.
San Vito Lo Capo è una piccola località balneare della Sicilia nord-occidentale famosa per la spiaggia affacciata su una baia riparata dominata dall'alto da Monte Monaco. In centro, il Santuario di San Vito (XV secolo) è una struttura simile a una fortezza con un'architettura arabo-normanna.Influenze arabo-normanne risultano evidenti anche nella minuscola Cappella di Santa Crescenzia, sulla strada principale che conduce fuori città, e nel Torrazzo, una torre a pianta circolare.

@newseinfo
Il Santuario Fortezza di San Vito Lo Capo
Nasce alla fine del Settecento, nel territorio demaniale ericino,alle falde di Monte Monaco,nella bianchissima baia posta tra Capo San Vito e Punta Solanto.Tracce dell'epoca paleolitica,mesolitica e neolitica si trovano nelle numerose cavità naturali, un tempo abitazioni, che si affacciano sul mare.Resta avvolta dal mistero l'esistenza di un'antica borgata,Conturrana,una rupe immensa a 500 passi dalla riva staccatasi dalla montagna. Qui, probabilmente intorno alla fine del IV secolo a.C., esistette un piccolo centro abitato.
Nucleo generatore di San Vito Lo Capo è l'attuale Santuario,antica fortezza che nell'arco dei secoli ha subìto numerosi interventi edilizi. La prima costruzione,realizzata intorno al Trecento,fu una piccola cappella dedicata a San Vito martire,patrono del borgo marinaro.Secondo una tradizione accettata e riportata da tutti gli agiografi e cultori di storia siciliana,il giovane Vito per sfuggire ai rigori della decima persecuzione ordinata da Diocleziano (303-304),e alle ire del padre Ila e del prefetto Valeriano, assieme al suo maestro Modesto e alla nutrice Crescenzia, scappato via mare da Mazara, col favore dei venti approdò sulla costa del feudo della Punta, in territorio di Monte Erice,dagli antichi chiamato Capo Egitarso.Qui cominciò a predicare la parola di Dio tra la gente del luogo,in una borgata poco distante dalla spiaggia,chiamata Conturrana.

La Cripta del Santuario di San Vito Lo Capo (XV secolo)

In nome di Dio guariva gli infermi, quanti fossero colpiti da rabbia o morsi di animali,o compromessi nella salute per un improvviso spavento,scacciava gli spiriti immondi.Ma,a dispetto dei numerosi miracoli operati,la sua opera fu coronata da scarso successo,e si concluse col castigo inflitto da Dio a Conturrana.La credenza popolare ritiene che il giovanetto San Vito,martire al tempo di Diocleziano,sia stato in questo paese non benevolmente accolto, allorquando si era colà rifugiato,accompagnato dai precettori Modesto e Crescenzia. L'inesorabile ira divina si era abbattuta sul paese,seppellendolo completamente sotto una frana, non appena i tre profughi avevano lasciato il centro abitato, dirigendosi verso il mare.Sempre secondo tradizione Santa Crescenzia,voltandosi a guardare la città che crollava,divenne pietra nello stesso punto dove adesso sorge la cappella,alla quale ancora oggi gli abitanti del luogo attribuiscono poteri magici.Per San Vito,invece, seguì una breve dimora nell'Egitarso e,dopo un viaggio attraverso la Sicilia e la Basilicata,il martirio,il 15 giugno del 299.
Col tempo crebbe la fama della chiesa e dei "miracoli" attribuiti al martire Vito e a Santa Crescenzia e così,per accogliere i numerosi fedeli che arrivavano in pellegrinaggio e,soprattutto,per difenderli da ladri e banditi l'originaria costruzione andò trasformandosi in una fortezza alloggio.Tale realizzazione risale alla fine del Quattrocento.Fin dall'inizio,il Santuario fu fatto centro di una grande devozione,e la fama dei miracoli che il Santo qui operava varcava anche i confini della Sicilia,richiamando in ogni stagione numerosissimi pellegrini. Anche gli stessi corsari,nemici dichiarati della fede cattolica, avevano rispetto per il Santo e per il suo tempio.
Nel frattempo aumentavano i pericoli di incursioni di pirati barbareschi,così,lungo le coste dell'isola, cominciarono a essere edificate numerose torri di avvistamento. Le torri principali erano tre, due sono ancora visibili e sono torre Scieri e torre Isolidda. La terza invece,torre Roccazzo, ubicata sul piano Soprano che si estende a ovest del paese di San Vito (il luogo fu appositamente scelto perché l'unico atto a garantire la corrispondenza con le altre due torri), venne demolita per far posto al semaforo militare nel 1935.
All'inizio del Settecento iniziarono a comparire le prime case tutto intorno al Santuario.Alla fine dello stesso secolo,attorno alla chiesa esisteva già un piccolo nucleo di abitazioni.Nell'arco dei secoli,la cittadina ha accolto esploratori, viaggiatori e persino commissari governativi che,mossi da curiosità, interessi culturali.
Il comune di San Vito fu costituito il 17 agosto 1952 con scorporo di territorio da Erice, del quale costituiva un'isola amministrativa dal 1948 in seguito all'autonomia di Custonaci. Con Legge regionale n. 48 del 28/7/1952 proseguì pertanto lo smembramento del vasto territorio ericino, da cui in precedenza era stato scorporato anche Buseto Palizzolonel 1950 e che si concluderà con l'autonomia di Valderice nel 1955.
La Cripta del Santuario di San Vito Lo Capo (XV secolo)
Ti vogghiu diri...
Buonanotte, a domani! 🌛
Girasi
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Il gelato al gelsomino  (o meglio lo scursunera) non è solo un dessert aromatico dal sapore intenso ma delicato, è anche un dessert fresco, perfetto per l’estate. Di origini antichissime, si potrebbe pensare che fosse persino un dolce regale, consumato dai Borboni nel XVIII secolo.
Il Pane cunzatu di Scopello è una famosissima specialità siciliana. Nel piccolo borghetto turistico di Scopello, in provincia di Trapani, c’è un antico panificio con il forno a legna che prepara il “pane cunzatu” (cioè pane condito).  Si tratta di un punto di ritrovo di parecchi turisti e di molti gitanti siciliani, che prima di andare sulla famosa spiaggia di Scopello si fermano a comprarlo per poi consumarlo seduti sulla sabbia davanti al mare.
Fico d’India, dalla Sicilia un frutto ricco di proprietà.

In Sicilia, in particolare, le “pale” di fico d'India crescono spontaneamente sui suoli sabbiosi e pianeggianti fornendo frutti di alta qualità, gusto intenso. L'isola, dopo il Messico, è tra i maggiori produttori mondiali del frutto.
 fico d’India è presto diventato un elemento inscindibile nel panorama tipico del bacino del Mediterraneo, dove ha trovato le condizioni climatiche migliori per attecchire e svilupparsi. La Sicilia, dopo il Messico, è il secodo produttore mondiale. La pianta cresce spontaneamente, lungo la strada, le pale caratterizzano il paesaggio siciliano fornendo una miriade di frutti colorati,ottimi da gustare in molti modi: freschi o conservati in salamoia, sott’aceto, canditi o sotto forma di confettura.