♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Si narra di due leggende che spiegano l'origine del nome Ippari: una afferma che la valle ed il fiume furono dedicati al dio dei cavalli (dal greco Hyppos) perché il kamarinense Psaumide vinse una famosa corsa di quadriglie, utilizzando proprio i cavalli che venivano allevati nella valle. L'altra narra dell'amore nato tra il pastorello Ippari e la ninfa Camarina che suscitò le ire di Giove, il quale trasformò Ippari in fiume e Camarina in palude.

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Anche l'origine della città di Vittoria, avvenuta nel 1607 all'insegna del motto "Riaedificetur Camarina" (lo stemma della città di Vittoria reca infatti la scritta "VICTORIA PULCHRA CIVITAS POSTA CAMERINAM") è indissolubilmente legata alla storia dell'antica colonia greca e alla vallata del FIUM IPPARI, che fin dalla fondazione, dovette rivestire una importanza cruciale per l'economia della città, visto che era l'unica zona irrigua del territorio di boscopiano. La valle è sempre stata coltivata: in epoca greca e romana vi si coltivavano viti, carrubi, ulivi, legumi, orzo, frumento. Con l'arrivo degli Arabi nel IX secolo d.C. l'agricoltura fu rivoluzionata grazie all'introduzione di nuove colture ( aranci, limoni, gelsomino, aloe, zafferano, carciofo, sesamo, cotone, lino, riso, palma da datteri, nuove varietà di carrubi) e soprattutto nuove tecniche e sistemi di irrigazione; lungo il corso del fiume, sorsero infatti numerosi mulini ad acqua, saie (canali), gebbie (recipienti), senie, che i nostri avi hanno sapientemente sfruttato nel corso dei secoli successivi

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Ancora oggi è possibile osservare alcuni veri e propri REPERTI di ARCHEOLOGIA CONTADINA come i resti dell'ex MULINO CASTELLUCCIO, conosciuto come "U MULINU DO RISU". L'approvvigionamento idrico nei campi si realizzava infine attraverso le "SAIE", un sistema di canali dove l'acqua scorreva seguendo la pendenza del terreno. Anticamente si diffuse anche la coltivazione della canapa e le terre coltivate a questa cannabacea vennero dette "canapate" da cui il toponimo generico "cannavate", con cui ancora oggi viene definita l'intera zona sotto l'abitato del centro storico di Vittoria. Il bosco è sempre utilizzato per ricavarne legname come combustibile e per le costruzioni edili; i greci e i romani utilizzavano il legno del PINO D’ALEPPO anche per costruire le loro navi.

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SALVATORE QUASIMODO, vincitore del premio NOBEL per la LETTERATURA nel 1959, nasce a MODICA nel 1901.

Oggi l'ABITAZIONE in cui nacque il POETA, ospita il "MUSEO CASA NATALE SALVATORE QUASIMODO" , e si trova presso il centro storico della città, al termine di una scalinata nascosta in un vicoletto, si accede alla struttura, la quale custodisce gli oggetti appartenuti allo scrittore nel corso della sua vita.

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Abbazia di San Martino delle Scale

🎥 Andrea.S.

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Vicino a MONREALE (PA) una antichissima ABBAZIA domina le colline da secoli: l'ABBAZIA di SAN MARTINO ALLE SCALE!

L’Abbazia di San Martino delle Scale si trova a circa 10 km da Palermo, immersa in un’ampia e verde vallata di boschi, a circa 550m s.l.m.

Si tratta di un grandioso complesso architettonico risalente al periodo tra XVI e XVIII secolo, con numerosi rimaneggiamenti e manomissioni posteriori che in parte ne hanno deturpato l’antica bellezza. Si compone della monumentale Basilica, consacrata nel 1602, e del monastero propriamente detto, che – pur seguendo lo scosceso pendio del terreno – ha una struttura che ricorda un quadrilatero tagliato ortogonalmente da una croce, che lo divide in quattro quadranti.

Rimane ben poco delle strutture realizzate nel XIV secolo, in gran parte distrutti prima del rifacimento cinquecentesco. Tra le opere d’arte conservate si ricordano il coro ligneo della Basilica (1591-1597), numerose tele di importanti pittori siciliani del XVII-XVIII secolo, l’organo (Mascioni 2003), il Chiostro di San Benedetto (realizzato da Giulio Lasso nel 1612), il refettorio monumentale, la sala capitolare e il dormitorio nuovo (realizzato da Venanzio Marvuglia alla fine del XVIII secolo).

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La Sicilia può offrire davvero molto, a partire dal suo bagaglio storico, culturale e sociale, dai suoi beni culturali come i Musei e le Chiese, dai suoi siti archeologici come Selinunte e Segesta.

Ma da sempre la Sicilia è stata vista, meritatamente grazie al suo primato di isola più grande del Mar Mediterraneo e per la presenza di arcipelaghi minori che la circondano e l'arricchiscono, come il regno delle vacanze marittime grazie alle sue rinomate spiagge e siti balneari a partire da Mondello, San Vito lo Capo, Cefalù, il litorale del Golfo di Castellammare, il litorale di Taormina, le coste tirreniche note per la presenza nelle spiagge di ciottoli e per la loro nota conformazione non troppo lunga.

Già solamente controllando una semplice cartina geografica si ha l'idea di quante località marittime siano offerte dalla Sicilia, a partire dai vari golfi come quello di Patti, di Termini Imerese, di Palermo e di Castellammare a Nord dell'isola e quelli di Gela e Noto a Sud.

Ovviamente ogni sito balneare merita una menzione dettagliata per valorizzarne davvero i meriti e per stuzzicare la curiosità dei turisti interessati o ancora dubbiosi su come impiegare le vacanze estive.

In effetti la bellezza propria del mare, tipico esempio della vita e delle passioni, delle leggende e delle metafore, con i suoi colori, la bellezza propria delle coste e dei siti balneari non fanno altro che aggiungere ulteriore fascino e suggestione alla bellezza propria della Sicilia.


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Gioiosa Marea (Giujusa in siciliano) è un comune italiano di 6 820 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia.

Il nome è legato a un altro paese, Gioiosa Guardia, che sorgeva sul Monte Meliuso e che fu abbandonato in seguito al terremoto del 1783 e alla carestia dell'anno successivo; i suoi abitanti, evacuati, fondarono un nuovo centro sulla costa, ribattezzandolo appunto Gioiosa Marea, per distinguerlo dal vecchio. È divenuta negli anni una tra le mete turistiche più rilevanti della provincia di Messina e della Sicilia. 🏝

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Il M.A. FRA. Museo Archeologico di Francavilla di Sicilia occupa alcune sale dello storico Palazzo Cagnone, edificio del XVI secolo che sorge nel centro storico, all’interno del quartiere medievale, ai piedi dell’altura sovrastata dal Castello Normanno. L’esposizione, preceduta da un video di introduzione al territorio fruibile   al piano terra, si snoda nelle tre sale del primo piano.

La prima sala è dedicata al periodo protostorico: vetrine e apparato didattico documentano l’esistenza di un insediamento di Siculi, risalente alla fine dell’età del Bronzo (XIII-XII sec. a.C.). La seconda sala è dedicata alla città greca, fondata dai Calcidesi di Naxos che risalirono il corso del fiume Alcantara già nel corso del VII sec.a.C., alla ricerca di terre coltivabili, ma oggi parzialmente sigillata dall’abitato moderno, ad eccezione di un settore visitabile  in  Contrada Fantarilli.

Gli scavi hanno riportato alla luce strutture d’abitato che documentano, tra distruzioni e ricostruzioni, una continuità insediativa dal VI al III sec.a.C. (VI –V sec. a.C.; dal 476 a.C. fino alla fine del V-inizi IV sec. a.C.; IV-III secolo a.C.). I numerosi reperti esposti ci parlano di vita quotidiana: di case con tetti in tegole, decorati con antefisse a testa di gorgone o di sileno; di donne dedite alla tessitura; di vasellame per conservare le derrate alimentari, o utilizzato per bere, per mangiare; per illuminare la notte; di contatti commerciali (monete).

La terza sala è dedicata al Santuario suburbano della dea Demetra e della figlia Persefone, uno dei complessi sacri di maggiore rilievo della Sicilia greca, per la ricchezza dei depositi votivi (pinakes, protomi, statuette in terracotta). In questa sala sono esposti anche i reperti dalla necropoli di V secolo a.C. Il percorso si conclude con l’esperienza immersiva di un viaggio virtuale indietro nel tempo, alla scoperta della Francavilla greca.

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