♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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La sua famiglia da generazioni è inserita nella cerchia degli artisti (per lo più scultori e plasticatori) della Palermo barocca: il padre Gaspare e il nonno Giacomo senior sono stati attivi marmorari e scultori e così la cerchia di amici e parenti, come Gaspare Guercio, Carlo D’Aprile, Vincenzo Serpotta, Procopio Geraci, Giuseppe Teresi, Gioacchino Vitagliano, si ritrovano scritti nei documenti, nelle lapidi commemorative e nei musei come autori delle più belle opere scultoree e pittoriche della città.

Il giovane Serpotta stuccatore
Come era d’uso a quei tempi, Giuseppe e Giacomo compiono il loro apprendistato artistico nella bottega del padre, “marmoraro” e stuccatore. Ma quando avevano 17 anni uno e 14 l’altro, rimasero orfani: il padre muore mentre si trova ai lavori forzati su una galea, per una condanna di cui non si sa molto. Sono tempi difficili e particolarmente violenti ed il quartiere nei pressi del vecchio porto è pieno di insidie e personaggi di dubbia reputazione.
Questo evento inaspettato cambierà le loro sorti indirizzandoli nelle botteghe di altri maestri per completare l’apprendistato. Benché abbiano vissuto nel quartiere della Kalsa, da sempre luogo privilegiato per le botteghe dei marmorari (per via della vicinanza col porto dove arrivavano i marmi), i due fratelli frequentarono prevalentemente botteghe di stuccatori, e questo diventerà il loro lavoro.

Essersi specializzati nell’arte degli stuccatori farà la loro fortuna. A differenza dei maestri marmorari che scolpivano il marmo, materiale particolarmente costoso, lo stucco era più economico e le committenze si moltiplicarono enormemente in quegli anni in cui questa tecnica andò particolarmente di moda.

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"Di unni mi chiovi mi sciddica".

Una traduzione meno letterale sarebbe che la "pioggia mi scivola addosso senza bagnarmi".

Ovvero che i problemi scivolano addosso senza che ci si stia molto a pensare.

Che siano parole di troppo, dicerie, cuttigghi, pettegolezzi, calunnie, diffamazioni, menzogne e deliri da esauriti invidiosi 🤣🤣🤣

....dovremmo pensarlo tutti ma soprattutto metterlo in atto e usarla come filosofia di vita chi.. "Di unni mi chiovi mi sciddica".

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Scaletta Zanclea
(Scaliètta in siciliano) è un un piccolo borgo di 1 923 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia.

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📸 @pioandreaperi
Il comune ha assunto l'estensione attuale nel 1986, con l'aggregazione della contrada Divieto del comune di Messina. In precedenza aveva incorporato nel 1928 i comuni di Guidomandri e Itala, ma quest'ultimo venne ricostituito nel 1947. L'abitato di Scaletta consiste nelle contigue località di Scaletta Marina e Guidomandri Marina, che si estendono lungo la costa ionica senza soluzione di continuità tra Capo Scaletta a nord e l'abitato di Itala Marina a sud; nell'entroterra sorgono le località di Guidomandri (superiore) e Scaletta Superiore.

Scaletta era feudo dei Principi Ruffo ed alleati fedeli degli spagnoli. Durante la rivolta antispagnola di Messina, fu assediata ed espugnata dai francesi poco dopo la caduta di Taormina.
Nel castello nacque e visse la prima giovinezza la spregiudicata Macalda di Scaletta (1240 ca.-1308 ca.), baronessa di Ficarra e moglie di Alaimo di Lentini, uno dei protagonisti dei Vespri siciliani.

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Terrasini omaggia i grandi artisti siciliani con l'installazione di panchine letterarie..

Sul lungomare della città in provincia di Palermo, sono state inaugurate cinque Panchine Letterarie dedicate a illustri artisti che hanno saputo raccontare le meraviglie della Sicilia..

Le panchine colorate a forma di libro sono dedicate ad Andrea Camilleri, Leonardo Sciascia, al poeta e drammaturgo Giovanni Meli, al regista Giuseppe Tornatore e alla cantautrice Rosa Balistreri..

Le panchine letterarie sono state posizionate in punti strategici del lungomare di Terrasini e offrono un panorama spettacolare, perfetto per una pausa rilassante.

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Caltabellotta Agrigento, Il borgo della Pace, dove il santo uccise il drago.

Caltabellotta è un piccolo paesino, in provincia di Agrigento che conta poco più di 4000 abitanti.

La sua caratteristica peculiare è quella di sorgere a 950 m sopra il livello del mare, offrendo ai suoi visitatori un paesaggio a dir poco incantevole, che rende Caltabellotta simile a un antico presepe.

Visitate questo piccolo gioiello, ricco non solo di un grande patrimonio naturalistico ma anche di importanti risorse storiche e culturali.

Il 31 agosto del 1302 a Caltabellotta fu firmata la pace tra Federico II di Aragona e Carlo di Valois che concluse la guerra del Vespro. Il cuore antico è Terravecchia, stradine tortuose e angoli medievali; dal Calvario si vede in lontananza il mare, all’Eremo le guide vi racconteranno la storia di San Pellegrino e il drago.

Lasciatevi trasportare da questo meraviglioso video e scoprirete quanta bellezza.

🎥 @ignazioaph

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Sperlinga Enna

Oggi vogliamo riproporvi questo post
del 25 Febbraio 2021

Buona visione

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🎥Documentario di Rosario Patané
Il suggestivo borgo intagliato nella parete, conta 50 grotte collegate da piccole strade ricavate esse stesse nella roccia. Ognuna delle grotte era adibita a piccola abitazione, di una o due stanze al massimo e, alcune di esse, oggi sono state acquistate dal Comune e trasformate in un museo etnografico.

📸Roberta La Mantia
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Un castello medievale costruito sulla rocca che domina la cittadina di Sperlinga in provincia di Enna, scavato nella roccia arenaria, ricavato da un unico monolite sopra grotte di templi sacre che risalgono a 4.000 anni fa. È dotato di una particolare edificazione nella roccia arenaria.

Il basamento rupestre del castello (dal greco "Spelaìon" poi latinizzato in "Spelunca" ovvero grotta) fu strutturato dalle popolazioni indigene sicule, in cui le grotte scavate nella roccia, venivano utilizzate come sepolcri.
Sperlinga divenne sede di una ampia comunità di Longobardi che arrivano in Sicilia dal Nord Italia nel XII secolo, lombarde, ancora oggi infatti la lingua locale è un particolare dialetto detto "gallo-italico".

L'inizio dell'edificazione si fa risalire tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, sotto i normanni. I primi documenti sull'esistenza del borgo e del suo Castello sono del 1080. Lo storico Michele Amari ne La guerra del vespro siciliano, individuò dei documenti che avvalorano la tesi dei soldati angioini a Sperlinga capeggiati da "Petro de Alemanno o Lemanno", resistettero, nel 1283 per quasi un anno all'assedio dell'esercito aragonese. Il Castello, in quel periodo, era di proprietà dello stesso Petro de Lemanno che attese invano gli aiuti angioini, durante la guerra del Vespro. I soldati di Carlo I d'Angiò vi trovarono quindi rifugio, all'interno della sua struttura interamente scavata nella roccia, in cui si avverte la magia di questo luogo e si apprezza il misticismo che lo pervade, è come entrare in un altro mondo, in cui nulla è decorazione e tutto ha un messaggio da raccontare.

Ancora ci si chiede come sia stato possibile scavare questa dura roccia per ricavare le diverse stanze che compongono il castello, su cui si tramandano numerose leggende secolari.

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