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Le chiese del periodo Normanno-Svevo - La chiess Maria SS. Annunziata dei Catalani
Dell'originario impianto della Chiesa SS. Annunziata dei Catalani, si ammira tutta la parte absidale, col transetto sormontato da una cupoletta dal tamburo cilindrico ad arcate cieche su piccole colonne e strette finestre, dai vivaci ed armonici motivi geometrici.
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Dell'originario impianto della Chiesa SS. Annunziata dei Catalani, si ammira tutta la parte absidale, col transetto sormontato da una cupoletta dal tamburo cilindrico ad arcate cieche su piccole colonne e strette finestre, dai vivaci ed armonici motivi geometrici.
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La chiesa, priva dell'originario patrimonio di opere d'arte, come del resto tutti i monumenti antichi di Messina, è una basilica a croce latina con tre navate che si trovano innestate su un transetto preceduto da archi. La facciata è composta di tre porte, sopra quella centrale si trova uno stemma catalano a forma di rombo, le due porte laterali, diverse da quella centrale, sono architravate. Nel sottosuolo vi è la cripta che si snoda sotto il transetto ed è costituita da più locali di cui il principale ha forma rettangolare con volta in muratura ed altare rustico.
La Chiesa, restaurata più volte nel corso dei secoli, sorge a una quota più bassa dell'odierno livello stradale evidenziando come, per l'ammasso delle macerie del terremoto del 28 dicembre 1908, la città fu ricostruita a una quota di qualche metro più elevata. Ormai una peculiarità questa che al disattento turista non risulta poi così evidente ma che drammaticamente pone la questione della cancellazione di un tessuto urbano artisticamente e storicamente tra i più importanti di tutta l'area del Mediterraneo.
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La Chiesa, restaurata più volte nel corso dei secoli, sorge a una quota più bassa dell'odierno livello stradale evidenziando come, per l'ammasso delle macerie del terremoto del 28 dicembre 1908, la città fu ricostruita a una quota di qualche metro più elevata. Ormai una peculiarità questa che al disattento turista non risulta poi così evidente ma che drammaticamente pone la questione della cancellazione di un tessuto urbano artisticamente e storicamente tra i più importanti di tutta l'area del Mediterraneo.
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Scarpari a inizio '900.
Una volta gli scarpari non avevano la bottega, si mettevano davanti la porta di casa con un
tavolino e sistemavano le scarpe
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Strombolicchio è una piccola isola vulcanica della Sicilia. L'isola ha un'estensione 7 620 metri quadri ed è posta a circa un chilometro e mezzo a nord-est di Stromboli
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Il Castello di Poira, meglio noto come castello della Baronessa di Poira è un antico edificio, oggi in rovina, situato nel territorio di Paternò, in provincia di Catania.
L'Antico Castello sorge in contrada Poira, nella strada che conduce da Paternò a Centuripe. Fu probabilmente edificato in età medievale sui resti di un antico centro abitato dai Siculi. L'imponente complesso edilizio costituito da quattro grandi corpi di fabbrica congiunzione abitativa, di magazzino, di riparo per gli animali e religiosa,fu sede di una masseria fino alla fine del XX secolo.
In etá moderna il Castello fu residenza dei Baroni Spitaleri di Adernó, proprietari del feudo di Poira.
Qui alla fine dell'800 si verificóil "sequestro Spitaleri" ad opera della Banda Maurina, un gruppo di briganti attivo nelle campagne del Catanese e del Messinese. I membri della banda assaltarono il castello del Barone Spitaleri, per la cui incolumità la banda chiese ed ottenne 50.000 lire. I briganti fecero comunque irruzione nel Castello depradandolo, per poi fuggire.
Sulla collina di Poira, nel 1995, la sopraintendenza ai beni culturali di Catania ha portato alla luce una necropoli ellenista con tombe del VI e V secolo a.C., contenenti all' interno vasellami di vario stile. Poco lontana la "grotta degli Schiavi" , probabilmente un Ergastulum Romano, dove al termine del lavoro venivano posti gli schiavi e incatenato chi si ribellava ai lavori imposti.
Dall'antico edificio oggi rimangono alcuni resti. Si possono ancora vedere tracce della doppia cinta muraria, le feritoie, le finestre strombate, l' enorme cisterna, la cappella e una stanza con i camini. Il sito è stato abbandonato e saccheggiato negli ultimi decenni.
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L'Antico Castello sorge in contrada Poira, nella strada che conduce da Paternò a Centuripe. Fu probabilmente edificato in età medievale sui resti di un antico centro abitato dai Siculi. L'imponente complesso edilizio costituito da quattro grandi corpi di fabbrica congiunzione abitativa, di magazzino, di riparo per gli animali e religiosa,fu sede di una masseria fino alla fine del XX secolo.
In etá moderna il Castello fu residenza dei Baroni Spitaleri di Adernó, proprietari del feudo di Poira.
Qui alla fine dell'800 si verificóil "sequestro Spitaleri" ad opera della Banda Maurina, un gruppo di briganti attivo nelle campagne del Catanese e del Messinese. I membri della banda assaltarono il castello del Barone Spitaleri, per la cui incolumità la banda chiese ed ottenne 50.000 lire. I briganti fecero comunque irruzione nel Castello depradandolo, per poi fuggire.
Sulla collina di Poira, nel 1995, la sopraintendenza ai beni culturali di Catania ha portato alla luce una necropoli ellenista con tombe del VI e V secolo a.C., contenenti all' interno vasellami di vario stile. Poco lontana la "grotta degli Schiavi" , probabilmente un Ergastulum Romano, dove al termine del lavoro venivano posti gli schiavi e incatenato chi si ribellava ai lavori imposti.
Dall'antico edificio oggi rimangono alcuni resti. Si possono ancora vedere tracce della doppia cinta muraria, le feritoie, le finestre strombate, l' enorme cisterna, la cappella e una stanza con i camini. Il sito è stato abbandonato e saccheggiato negli ultimi decenni.
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IL PRIMO BIKINI DELLA STORIA SI TROVA IN SICILIA. ECCO DOVE - Blog di TravelSicilyphotogroup
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IL PRIMO BIKINI DELLA STORIA SI TROVA IN SICILIA. ECCO DOVE - Blog di TravelSicilyphotogroup
E’ proprio così, il primo bikini della storia si trova in Sicilia. Ufficialmente, il bikini venne inventato il 5 luglio 1949 dal francese Louis Réard. In realtà c’era chi ci aveva già pensato molti secoli prima, infatti il primo bikini della storia si trova…
A Palermo esiste un periodo dell'anno in cui il sole sorge esattamente lungo l’asse di Corso Calatafimi, creando uno scenario mozzafiato.
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SIRACUSA
Siracusa è un comune siciliano di 118 178 abitanti, capoluogo del libero consorzio comunale omonimo.
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Siracusa detiene una storia millenaria: Primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di assoggettarla. A Siracusa nacque Archimede, che si pose a capo della sua difesa durante l'assedio dei Romani nel 212 a.C. Siracusa fu per secoli la città capitale della Sicilia, fino alla conquista da parte degli Arabi, avvenuta nell'878.
Trasformatasi in epoca spagnola in una fortezza, il centro storico, ovvero Ortigia, assunse l'odierno aspetto barocco con la ricostruzione intrapresa a seguito del terremoto del 1693.
Nel 1943, venne firmato a Siracusa, l'armistizio che sanciva la cessazione delle ostilità tra il Regno d'Italia e le forze alleate degli anglo-americani; passato alla storia come l'armistizio di Cassibile.
Nel 1953, nella città di Siracusa avvenne la miracolosa lacrimazione di un'effigie in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, posta al capezzale dei coniugi Iannuso presso la loro umile abitazione in via degli Orti. E così venne eretta La basilica santuario Madonna delle Lacrime è una basilica minore e santuario mariano.
Data la sua importanza, nel 2005 la città è stata dichiarata patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO.
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Trasformatasi in epoca spagnola in una fortezza, il centro storico, ovvero Ortigia, assunse l'odierno aspetto barocco con la ricostruzione intrapresa a seguito del terremoto del 1693.
Nel 1943, venne firmato a Siracusa, l'armistizio che sanciva la cessazione delle ostilità tra il Regno d'Italia e le forze alleate degli anglo-americani; passato alla storia come l'armistizio di Cassibile.
Nel 1953, nella città di Siracusa avvenne la miracolosa lacrimazione di un'effigie in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, posta al capezzale dei coniugi Iannuso presso la loro umile abitazione in via degli Orti. E così venne eretta La basilica santuario Madonna delle Lacrime è una basilica minore e santuario mariano.
Data la sua importanza, nel 2005 la città è stata dichiarata patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO.
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Le mura di AKRAGAS
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Antica città di Akragas (Ἀκράγας) immersa in un paesaggio agricolo di straordinaria bellezza dove primeggiano ulivi centenari e mandorli fu una delle più importanti colonie greche di Sicilia, fondata nel 581 a.C. da coloni provenienti da Gela, originari delle isole di Creta e Rodi.
L’altopiano che ben si prestava alla costruzione della cittadina era naturalmente protetto a Nord dalla Rupe Atenea e dal Colle di Girgenti e a Sud dalla lunga Collina dei Templi, delimitata ai lati dal fiume Akgras e Hypsas.
Nel V secolo a.C. Akragas visse una fase di espansione militare, particolarmente rilevante al tempo del tiranno Terone (488-473 a.C.) e della vittoria sui Cartaginesi. In questo periodo sono eretti i grandi templi che testimoniano l’importanza e la prosperità della città. Nel 406 a.C. l’assedio di Agrigento da parte dei Cartaginesi, durato più di otto mesi, pone fine al periodo di splendore della città avviando una lunga fase di decadenza. Dal 262 a.C. Akragas viene assoggettata al dominio romano che per secoli ne farà un importante centro nell’area siciliana.
A partire dal VII secolo d.C. la città si trovò ad affrontare una nuova fase di declino, un periodo di progressivo impoverimento e il conseguente calo demografico ridussero il centro urbano alla sola area della collina dell’acropoli, la popolazione dopo più di un millennio abbandonò l’area urbana e la zona dei templi.
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L’altopiano che ben si prestava alla costruzione della cittadina era naturalmente protetto a Nord dalla Rupe Atenea e dal Colle di Girgenti e a Sud dalla lunga Collina dei Templi, delimitata ai lati dal fiume Akgras e Hypsas.
Nel V secolo a.C. Akragas visse una fase di espansione militare, particolarmente rilevante al tempo del tiranno Terone (488-473 a.C.) e della vittoria sui Cartaginesi. In questo periodo sono eretti i grandi templi che testimoniano l’importanza e la prosperità della città. Nel 406 a.C. l’assedio di Agrigento da parte dei Cartaginesi, durato più di otto mesi, pone fine al periodo di splendore della città avviando una lunga fase di decadenza. Dal 262 a.C. Akragas viene assoggettata al dominio romano che per secoli ne farà un importante centro nell’area siciliana.
A partire dal VII secolo d.C. la città si trovò ad affrontare una nuova fase di declino, un periodo di progressivo impoverimento e il conseguente calo demografico ridussero il centro urbano alla sola area della collina dell’acropoli, la popolazione dopo più di un millennio abbandonò l’area urbana e la zona dei templi.
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Lezione capovolta storia di Akragas Agrigento con la prima mappa 3d
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La pasta all’Eoliana è un piatto stupefacente: uno dei tanti esempi di come siano spesso le preparazioni più semplici, arricchite da ingredienti di grande qualità, a dare le maggiori soddisfazioni.
Pomodorini cresciuti al sole e resi sapidi dal sapore dell’aria di mare,le acciughe pescate dai nostri marinai di un tempo, olive mature raccolte a mano, origano essiccato sui muretti che si trovano in tutte le isole dell’arcipelago siciliano, piccoli capperi di Pantelleria custoditi gelosamente sottosale come le più preziose delle gemme: quanti tesori possono essere racchiusi in una sola forchettata.
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📚Eolie
Pomodorini cresciuti al sole e resi sapidi dal sapore dell’aria di mare,le acciughe pescate dai nostri marinai di un tempo, olive mature raccolte a mano, origano essiccato sui muretti che si trovano in tutte le isole dell’arcipelago siciliano, piccoli capperi di Pantelleria custoditi gelosamente sottosale come le più preziose delle gemme: quanti tesori possono essere racchiusi in una sola forchettata.
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SPAGHETTI ALLA EOLIANA
Ingredienti per 4 persone:
320 g di spaghetti
40 g di olive verdi denocciolate
40 g di olive nere denocciolate
40 g di capperi di Salina
2 acciughe sotto sale
200 g di pomodorini ciliegino
1 spicchio di aglio
1 peperoncino
1 cucchiaino di origano secco
olio extravergine di oliva
sale
Preparazione:
Tagliuzzate le olive e i capperi e tritate le acciughe.
Tagliate i pomodorini giliegino, pulite l’aglio e tagliatelo a fettine facendolo poi soffriggere in una pentola con 3 cucchiai di olio insieme al peperoncino; lasciate leggermente imbiondire, quindi unite la polpa dei pomodori, i capperi, le olive e dopo le acciughe, facendo attenzione a non farle bruciare. Poi tenendo il fuoco a fiamma molto bassa aggiungete anche l’origano.
Cuocete gli spaghetti, conditela con la salsa di olive e capperi e servitela calda. A vostro gusto, potete guarnire con del prezzemolo o basilico.
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1 cucchiaino di origano secco
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Preparazione:
Tagliuzzate le olive e i capperi e tritate le acciughe.
Tagliate i pomodorini giliegino, pulite l’aglio e tagliatelo a fettine facendolo poi soffriggere in una pentola con 3 cucchiai di olio insieme al peperoncino; lasciate leggermente imbiondire, quindi unite la polpa dei pomodori, i capperi, le olive e dopo le acciughe, facendo attenzione a non farle bruciare. Poi tenendo il fuoco a fiamma molto bassa aggiungete anche l’origano.
Cuocete gli spaghetti, conditela con la salsa di olive e capperi e servitela calda. A vostro gusto, potete guarnire con del prezzemolo o basilico.
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