Una distesa di TULIPANI ROSSI.
A BLUFI, un piccolo paese che si sviluppa su un colle del versante meridionale delle Madonie, in provincia di Palermo, migliaia di TULIPANI ROSSI crescono spontaneamente in un campo coltivato a grano, tra mandorli ed alberi di ulivo: si tratta della fioritura del Tulipano precoce o Tulipano di Raddi (Tulipa raddii).
Meta primaverile irrinunciabile per gli amanti della natura e della fotografia, ogni anno si ripete un evento naturale incantevole: a partire dal mese di marzo si assiste alla straordinaria FIORITURA di migliaia di tulipani rossi che crescono spontaneamente sul prato verde, dando vita ad un paesaggio che ricorda i dipinti di MONET.
Armatevi di fotocamera e ammirate lo splendido fenomeno.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
📚#SiciliaSegreta
A BLUFI, un piccolo paese che si sviluppa su un colle del versante meridionale delle Madonie, in provincia di Palermo, migliaia di TULIPANI ROSSI crescono spontaneamente in un campo coltivato a grano, tra mandorli ed alberi di ulivo: si tratta della fioritura del Tulipano precoce o Tulipano di Raddi (Tulipa raddii).
Meta primaverile irrinunciabile per gli amanti della natura e della fotografia, ogni anno si ripete un evento naturale incantevole: a partire dal mese di marzo si assiste alla straordinaria FIORITURA di migliaia di tulipani rossi che crescono spontaneamente sul prato verde, dando vita ad un paesaggio che ricorda i dipinti di MONET.
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I VESPRI SICILIANI
Il 30 marzo 1282 scoppiarono i Vespri Siciliani.
I Vespri siciliani furono una ribellione scoppiata a Palermo all'ora dei vespri di Lunedì dell'Angelo. Bersaglio della rivolta furono i dominatori francesi dell'isola.
Da Palermo i moti si sparsero presto all'intera Sicilia e ne espulsero la presenza francese.
Quella sera del 30 marzo 1282 a Palermo l’esplosione del malcontento giunge quasi inaspettata la sera del 30 marzo 1282 (con il computo orario di allora, calcolata già come 31 marzo).
Tutto ebbe izio in concomitanza con la funzione serale dei Vespri del 30 marzo 1282, lunedì dell'Angelo, sul sagrato della chiesa del Santo Spirito, a Palermo.
A generare l'episodio fu - secondo la ricostruzione storica - la reazione al gesto di un soldato dell'esercito francese, tale Drouet, che si era rivolto in maniera irriguardosa a una giovane nobildonna accompagnata dal consorte, mettendole le mani addosso con il pretesto di doverla perquisire. A difesa di sua moglie, lo sposo riuscì a sottrarre la spada al soldato francese e a ucciderlo. Tale gesto costituì la scintilla che dette inizio alla rivolta.
Nel corso della serata e della notte che ne seguì i palermitani - al grido di "Mora, mora!" - si abbandonarono a una vera e propria "caccia ai francesi" che dilagò in breve tempo in tutta l'isola, trasformandosi in una carneficina. I pochi francesi che sopravvissero al massacro vi riuscirono rifugiandosi nelle loro navi, attraccate lungo la costa.
Si racconta che i siciliani, per individuare i francesi che si camuffavano fra i popolani, facessero ricorso a uno shibboleth, mostrando loro dei ceci («cìciri», nella lingua siciliana ) e chiedendo di pronunziarne il nome; quelli che venivano traditi dalla loro pronuncia francese (sciscirì), venivano immediatamente uccisi.
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Il 30 marzo 1282 scoppiarono i Vespri Siciliani.
I Vespri siciliani furono una ribellione scoppiata a Palermo all'ora dei vespri di Lunedì dell'Angelo. Bersaglio della rivolta furono i dominatori francesi dell'isola.
Da Palermo i moti si sparsero presto all'intera Sicilia e ne espulsero la presenza francese.
Quella sera del 30 marzo 1282 a Palermo l’esplosione del malcontento giunge quasi inaspettata la sera del 30 marzo 1282 (con il computo orario di allora, calcolata già come 31 marzo).
Tutto ebbe izio in concomitanza con la funzione serale dei Vespri del 30 marzo 1282, lunedì dell'Angelo, sul sagrato della chiesa del Santo Spirito, a Palermo.
A generare l'episodio fu - secondo la ricostruzione storica - la reazione al gesto di un soldato dell'esercito francese, tale Drouet, che si era rivolto in maniera irriguardosa a una giovane nobildonna accompagnata dal consorte, mettendole le mani addosso con il pretesto di doverla perquisire. A difesa di sua moglie, lo sposo riuscì a sottrarre la spada al soldato francese e a ucciderlo. Tale gesto costituì la scintilla che dette inizio alla rivolta.
Nel corso della serata e della notte che ne seguì i palermitani - al grido di "Mora, mora!" - si abbandonarono a una vera e propria "caccia ai francesi" che dilagò in breve tempo in tutta l'isola, trasformandosi in una carneficina. I pochi francesi che sopravvissero al massacro vi riuscirono rifugiandosi nelle loro navi, attraccate lungo la costa.
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Segesta, scoperto il monumentale ingresso all'Agorà: nuovi percorsi, parco pronto alla riapertura - FOTO
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Segesta, scoperto il monumentale ingresso all'Agorà: nuovi percorsi, parco pronto alla riapertura - FOTO
TRAPANI – Il Parco archeologico di Segesta si appresta a riaprire presentando il nuovo e monumentale ingresso all’Agorà, la grande piazza, sul lato che conduce verso l’ala Nord-Est della Stoà, rinvenuto durante la campagna di scavi, in corso di realizzazione.…
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La famosa TORRE OTTAGONALE, nella città di ENNA è un capolavoro dell'arte ASTRONOMICA e GROMATICA.
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Situata su di una collinetta al centro di Enna e dell'intera isola siciliana a 950 m. sul livello del mare, fu costruita dai SICULI i quali partiti dal centro Italia con alcuni Etruschi, approdarono nell’ISOLA e l’abitarono soprattutto nella parte centro orientale. La posizione strategica della torre è stata infatti evidentemente ben studiata per dominare con lo sguardo l'intero territorio circostante, non solo la città di Enna (o meglio, Castrogiovanni, come era chiamata in epoca sveva, e fino all'inizio del secolo scorso). Nelle giornate più chiare è infatti possibile scorgere ad occhio nudo i tre mari siciliani (Mediterraneo, Jonio, Tirreno) oltre naturalmente all'Etna ed agli altri rilievi principali, e secondo una tradizione, proprio dall'alto di questa torre sarebbe stato progettato il sistema amministrativo e viario dell'intera Sicilia.
La Torre fu per errore attribuita all’imperatore Federico II lo SVEVO, ma altri studi la riconducono al figlio Manfredi. Gli Ennesi, per remota tradizione, chiamavano la Torre con il nome di "CASTELLO VECCHIO".
La facciata principa della Torre presenta 16 finestrelle ed è stata costruita come osservatorio astronomico. E’ suddivisa in tre livelli (pian terreno, più due piani) e l'altezza complessiva risulta di circa 28 metri.
I primi due livelli, pian terreno e primo piano, sono ricoperti da un tetto “ad ombrello” i cui gotici “cordoloni” terminano su mensole fissate a metà muro o anche su semicolonne (al primo piano) con i tradizionali ornamenti vegetali. Al di sotto del pavimento del pian terreno ricoperto da una moderna copertura di vetro, è visibile un'antica cisterna ancora inesplorata. Nella parete ovest è inserita una scala a chiocciola di 98 gradini tramite la quale si accede ai piani superiori.
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La Torre fu per errore attribuita all’imperatore Federico II lo SVEVO, ma altri studi la riconducono al figlio Manfredi. Gli Ennesi, per remota tradizione, chiamavano la Torre con il nome di "CASTELLO VECCHIO".
La facciata principa della Torre presenta 16 finestrelle ed è stata costruita come osservatorio astronomico. E’ suddivisa in tre livelli (pian terreno, più due piani) e l'altezza complessiva risulta di circa 28 metri.
I primi due livelli, pian terreno e primo piano, sono ricoperti da un tetto “ad ombrello” i cui gotici “cordoloni” terminano su mensole fissate a metà muro o anche su semicolonne (al primo piano) con i tradizionali ornamenti vegetali. Al di sotto del pavimento del pian terreno ricoperto da una moderna copertura di vetro, è visibile un'antica cisterna ancora inesplorata. Nella parete ovest è inserita una scala a chiocciola di 98 gradini tramite la quale si accede ai piani superiori.
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Buona Pasqua dallo staff di @siciliaterramia 🐥💖〽️👑
Forwarded from 🌿Natura Sapori & Benessere 💮 (👑🇶 🇺 🇪 🇪 🇳👑)
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🎥 @mazzagatti_giuseppe
La tradizione Siciliana incontra il pistacchio nella rivisitazione di un classico della pasticceria:
Le uova pasquali.
Questo uovo di Pasqua, non è fatto con il solito cioccolato al latte, ma con cioccolato di pistacchio, e successivamente ricoperta di granella di pistacchio siciliano. Si chiama infatti Pistacchiello.
✍🏻@saporietradizionidelmondo🌎
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Le uova pasquali.
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