La Sicilia nei versi di Dante: "E la bella Trinacria, che caliga tra Pachino e Peloro..." @sicilianewseinfo
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La Sicilia nei versi di Dante: "E la bella Trinacria, che caliga tra Pachino e Peloro..."
“E la bella Trinacria, che caliga | tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo | che riceve da Euro maggior briga, | non per Tifeo ma per nascente solfo, | attesi avrebbe li suoi regi ancora, | nati per me di Carlo e di Ridolfo, | se mala segnoria, che sempre accora…
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Il Parco dei Nebrodi racchiude un angolo di Paradiso: una cascata siciliana che lascia senza fiato
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Il Parco dei Nebrodi racchiude un angolo di Paradiso: una cascata siciliana che lascia senza fiato
24 Mar 2021 Messina Alla scoperta della Cascata Nicoletta. Il Parco dei Nebrodi custodisce un luogo molto suggestivo. Questa Cascata siciliana fa parte del territorio di Caronia, in provincia di Messina. Un luogo perfetto per gli escursionisti e gli amanti…
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L'Olio Siciliano conquista la Medaglia d'Oro a Dubai: l'eccellenza Made in Sicily trionfa di nuovo
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L'Olio Siciliano conquista la Medaglia d'Oro a Dubai: l'eccellenza Made in Sicily trionfa di nuovo
23 Mar 2021 Enogastronomia L’olio siciliano delle Tenute Caracci di Partanna conquista l’oro. Trionfo trapanese al Dubai Olive Oil Competition Early Harvest 2021. L’olio DOP Nocellara del Belice ha battuto la concorrenza di 20 diverse nazioni. Le Tenute Caracci…
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"Cchiù longa è a pinsata
Cchiù rossa è a minchiata"
Questo colorito detto siciliano spiega molto bene l'importanza dell'agire nei tempi giusti e nei momenti adatti, senza perdere tempo né precipitarsi.
Se pensi troppo al da farsi (cchiu longa a pinsata) va a finire che combini un disastro o che non combini niente di buono (cchiu rossa a minchiata).
Torna il termine che ormai è in uso in tutta Italia, ma che nasce proprio sulla nostra isola ... "minchiata" (in italiano sarebbe letteralmente "cazzata") ... derivato dalla parola "minchia" che però nella lingua locale non indica solo una parte anatomica particolare del corpo maschile, ma anche una lunga serie di espressioni linguistiche che trasmettono stupore, rabbia, paura o perfino rispetto!
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Cchiù rossa è a minchiata"
Questo colorito detto siciliano spiega molto bene l'importanza dell'agire nei tempi giusti e nei momenti adatti, senza perdere tempo né precipitarsi.
Se pensi troppo al da farsi (cchiu longa a pinsata) va a finire che combini un disastro o che non combini niente di buono (cchiu rossa a minchiata).
Torna il termine che ormai è in uso in tutta Italia, ma che nasce proprio sulla nostra isola ... "minchiata" (in italiano sarebbe letteralmente "cazzata") ... derivato dalla parola "minchia" che però nella lingua locale non indica solo una parte anatomica particolare del corpo maschile, ma anche una lunga serie di espressioni linguistiche che trasmettono stupore, rabbia, paura o perfino rispetto!
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Trent'anni fa "Nuovo cinema Paradiso" conquistava l’Oscar. Bagheria, città natale del regista Peppuccio Tornatore, celebra con un evento live l’autore del film capolavoro.
Era il 26 marzo 1990 e Nuovo Cinema Paradiso conquistava la più prestigiosa statuetta, l’Oscar, come miglior film straniero. Un successo mondiale, sempre vivo dopo tre decenni, per la straordinaria pellicola di Tornatore che è uno dei film italiani più apprezzati all’estero e viene considerato un classico senza tempo.
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Era il 26 marzo 1990 e Nuovo Cinema Paradiso conquistava la più prestigiosa statuetta, l’Oscar, come miglior film straniero. Un successo mondiale, sempre vivo dopo tre decenni, per la straordinaria pellicola di Tornatore che è uno dei film italiani più apprezzati all’estero e viene considerato un classico senza tempo.
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Bagheria festeggia il 30° anniversario di Nuovo Cinema Paradiso
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In occasione di questo trentesimo anniversario dall'Oscar, il Comune di Bagheria, con il patrocinio oneroso dell'assessorato regionale ai Beni culturali e dell'Identità siciliana ed il coordinamento dell'assessorato comunale ai Beni Culturali e Spettacolo, si è fatto promotore di un evento on line, che verrà trasmesso lunedì, alle 21.30, sui canali social del Comune di Bagheria grazie alla produzione e collaborazione di Quintosol Production s.r.l. e Loredana Caltagirone e Giuseppe Sorce.
L'evento celebrativo on line si svolgerà tra Villa Cattolica, sede del museo Guttuso, e villa Butera. Parteciperanno il sindaco Filippo Tripoli con le altre autorità cittadine, i sodalizi culturali e il pianista Giovanni Moncada che eseguirà brani di Ennio Morricone, splendido autore della colonna sonora del film nonché cittadino onorario di Bagheria. Chiuderà la manifestazione on line il saluto del regista Giuseppe Tornatore alla sua città che continua a dimostrargli grandissimo affetto.
“Nuovo Cinema Paradiso” vinse anche a Cannes, dove nel 1989 conquistò l’ambito Gran Premio Speciale della Giuria, presieduta quell’anno da Wim Wenders, per poi arrivare il 26 marzo del 1990, sul palco del Kodak Theatre (oggi Dolby Theatre) di Los Angeles dove Jack Lemmon e l’attrice russa Natalya Negoda annunciarono che il film vincitore dell’ambita statuetta per la categoria film straniero era proprio “Nuovo Cinema Paradiso”.
Sul palco a ritirare l’Oscar salirà l’emozionatissimo regista Tornatore, accompagnato dal produttore Franco Cristaldi. Un successo, forse anche inatteso, per un’opera che, a distanza di più di trent’anni, suscita ancora tanto interesse ed emozione ed è più attuale che mai vista l’ondata di piattaforme streaming che sta progressivamente allontanando il pubblico dalle sale cinematografiche.
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L'evento celebrativo on line si svolgerà tra Villa Cattolica, sede del museo Guttuso, e villa Butera. Parteciperanno il sindaco Filippo Tripoli con le altre autorità cittadine, i sodalizi culturali e il pianista Giovanni Moncada che eseguirà brani di Ennio Morricone, splendido autore della colonna sonora del film nonché cittadino onorario di Bagheria. Chiuderà la manifestazione on line il saluto del regista Giuseppe Tornatore alla sua città che continua a dimostrargli grandissimo affetto.
“Nuovo Cinema Paradiso” vinse anche a Cannes, dove nel 1989 conquistò l’ambito Gran Premio Speciale della Giuria, presieduta quell’anno da Wim Wenders, per poi arrivare il 26 marzo del 1990, sul palco del Kodak Theatre (oggi Dolby Theatre) di Los Angeles dove Jack Lemmon e l’attrice russa Natalya Negoda annunciarono che il film vincitore dell’ambita statuetta per la categoria film straniero era proprio “Nuovo Cinema Paradiso”.
Sul palco a ritirare l’Oscar salirà l’emozionatissimo regista Tornatore, accompagnato dal produttore Franco Cristaldi. Un successo, forse anche inatteso, per un’opera che, a distanza di più di trent’anni, suscita ancora tanto interesse ed emozione ed è più attuale che mai vista l’ondata di piattaforme streaming che sta progressivamente allontanando il pubblico dalle sale cinematografiche.
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Il Castello di San Marco,sorge in uno degli angoli più affascinanti della Sicilia orientale, la riviera di Taormina, fra la foce del fiume Alcantara e la riserva naturale di Fiumefreddo: e più precisamente, Il Castello di San Marco si trova nell’omonima contrada, nel territorio di Calatabiano in provincia di Catania.
Magnifico esempio di architettura barocca siciliana, dimora principesca, immerso in un lussureggiante parco di quattro ettari.
I saloni all’interno del castello, la chiesetta, il palmento e gli antichi fabbricati restaurati rispecchiano fedelmente lo stile secentesco e conservano tutto il fascino del tempo.
Negli ultimi anni il Castello di San Marco è stato trasformato in uno splendido Resort, una dimora prestigiosa ed ancestrale.
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📸@Femminacomelaguerra
Magnifico esempio di architettura barocca siciliana, dimora principesca, immerso in un lussureggiante parco di quattro ettari.
I saloni all’interno del castello, la chiesetta, il palmento e gli antichi fabbricati restaurati rispecchiano fedelmente lo stile secentesco e conservano tutto il fascino del tempo.
Negli ultimi anni il Castello di San Marco è stato trasformato in uno splendido Resort, una dimora prestigiosa ed ancestrale.
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Una LEGGENDA, una CAPPELLA, un PAESAGGIO meraviglioso: La CAPPELLA DI SANTA CRESCENZIA a SAN VITO LO CAPO in provincia di Trapani.
La leggenda narra che il giovane VITO, patrizio mazarese figlio di un alto funzionario di Roma, sia dovuto fuggire dalla sua città natale assieme alla nutrice Crescenzia e all'istitutore Modesto, che lo avevano convertito al cristianesimo, per sottrarsi alle persecuzioni ordinate da Diocleziano.
Dopo alcuni giorni di navigazione, una tempesta costrinse la nave di Vito ad approdare in un golfo protetto dal vento da un capo roccioso ben conosciuto dai naviganti del tempo.
Qui, Vito cercò inutilmente di convertire gli abitanti del villaggio di Conturrana, i quali vennero puniti da Dio, per non avere ascoltato la predicazione, con una frana che seppellì l’abitato.
La Cappella, si presenta con una struttura arabeggiante, ma si possono notare influenze di altri stili, in particolare GOTICO e NORMANNO.
Inizialmente è stata utilizzata come luogo di pellegrinaggio. Attorno al XV secolo, invece, diventa una vera e propria fortezza.
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La leggenda narra che il giovane VITO, patrizio mazarese figlio di un alto funzionario di Roma, sia dovuto fuggire dalla sua città natale assieme alla nutrice Crescenzia e all'istitutore Modesto, che lo avevano convertito al cristianesimo, per sottrarsi alle persecuzioni ordinate da Diocleziano.
Dopo alcuni giorni di navigazione, una tempesta costrinse la nave di Vito ad approdare in un golfo protetto dal vento da un capo roccioso ben conosciuto dai naviganti del tempo.
Qui, Vito cercò inutilmente di convertire gli abitanti del villaggio di Conturrana, i quali vennero puniti da Dio, per non avere ascoltato la predicazione, con una frana che seppellì l’abitato.
La Cappella, si presenta con una struttura arabeggiante, ma si possono notare influenze di altri stili, in particolare GOTICO e NORMANNO.
Inizialmente è stata utilizzata come luogo di pellegrinaggio. Attorno al XV secolo, invece, diventa una vera e propria fortezza.
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Quel castello che proprio castello non è: Colombaia di Trapani, uno degli edifici più particolari della Sicilia
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Quel castello che proprio castello non è: Colombaia di Trapani, uno degli edifici più particolari della Sicilia
24 Mar 2021 Castelli La celebre fortezza sul mare di Trapani. Il Castello della Colombaia è uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi della città. Sorge su un’isoletta, all’estremità orientale del porto trapanese. I documenti più antichi la fanno risalire…
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Forwarded from 🌿Natura Sapori & Benessere 💮 (👑🇶 🇺 🇪 🇪 🇳👑)
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I pasticcini alle mandorle sono certamente un vanto della pasticceria siciliana. Sono dei dolcetti davvero deliziosi e non è inusuale che molti siciliani che vivono al nord o all’estero ne facciano scorta quando tornano in Sicilia, prima di ripartire. Infatti, i pasticcini alle mandorle più buoni ed inimitabili vengono prodotti con maestria solo qui, sull’Isola. Questa è la ricetta che vi propongo io…
Ingredienti:
1 kg di mandorle di Sicilia già sgusciate
500 g zucchero
2 uova
2 bustine di vanillina
1 fialetta di aroma di limone
1 fialetta di aroma di mandorle
2 cucchiai di miele millefiore
Per decorare:
ciliegie candite
mandorle sgusciate
cioccolato bianco
confettura a piacere
nutella
zucchero a velo
Procedimento:
Fate bollire dell’acqua e versatevi dentro le mandorle per 2-3 minuti. Questa operazione vi permetterà di spellarle facilmente. Ponete poi le mandorle in un mixer insieme allo zucchero e tritatele finemente.
Trasferite il composto in una ciotola capace ed aggiungetevi le uova, la vanillina, gli aromi di limone e mandorla, la cannella ed il miele. Impastate tutto con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo.
Mettete parte del composto in una tasca da pasticcere con beccuccio a stella molto largo e formate i pasticcini di forma tonda e allungata direttamente su una placca rivestita di carta forno. Mettetevi sopra mezza ciliegia candita o una mandorla. Con parte del composto formate invece delle palline, appiattitele e scavatele un po’ al centro; mettetele su carta forno e riempite l’incavo con confettura o nutella.
Infornate a 170° in forno preriscaldato per 25 – 30 minuti finché i pasticcini alle mandorle non saranno dorati.
Una volta sfornati, se volete, potete sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria per intingervi da un lato i dolcetti di forma allungata. Spolverizzate gli altri con zucchero a velo.
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Ingredienti:
1 kg di mandorle di Sicilia già sgusciate
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1 fialetta di aroma di mandorle
2 cucchiai di miele millefiore
Per decorare:
ciliegie candite
mandorle sgusciate
cioccolato bianco
confettura a piacere
nutella
zucchero a velo
Procedimento:
Fate bollire dell’acqua e versatevi dentro le mandorle per 2-3 minuti. Questa operazione vi permetterà di spellarle facilmente. Ponete poi le mandorle in un mixer insieme allo zucchero e tritatele finemente.
Trasferite il composto in una ciotola capace ed aggiungetevi le uova, la vanillina, gli aromi di limone e mandorla, la cannella ed il miele. Impastate tutto con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo.
Mettete parte del composto in una tasca da pasticcere con beccuccio a stella molto largo e formate i pasticcini di forma tonda e allungata direttamente su una placca rivestita di carta forno. Mettetevi sopra mezza ciliegia candita o una mandorla. Con parte del composto formate invece delle palline, appiattitele e scavatele un po’ al centro; mettetele su carta forno e riempite l’incavo con confettura o nutella.
Infornate a 170° in forno preriscaldato per 25 – 30 minuti finché i pasticcini alle mandorle non saranno dorati.
Una volta sfornati, se volete, potete sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria per intingervi da un lato i dolcetti di forma allungata. Spolverizzate gli altri con zucchero a velo.
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