I protagonisti della ricetta di oggi sono i totani ripieni, cucinati a ghiotta alla siciliana, o meglio alla messinese. Dovete sapere che il 15 agosto per Messina è un giorno importante: è il giorno della Vara. E per la mia famiglia è il giorno dei totani ripieni a ghiotta. In realtà, la tradizione messinese vorrebbe che per festeggiare la Vara si preparino i galletti con il pomodoro. Mia madre però, che è di origine palermitana, li detesta cordialmente. E io anche. Così, da quando ho memoria, mia madre prepara i totani. Ho scelto di raccontarvi proprio oggi la ricetta dei totani ripieni a ghiotta e la tradizione della Vara (fuori stagione), perché per me sono due cose legate in modo inscindibile. Ho trovato i totani dal mio pescivendolo. E non posso non approfittare della ghiotta occasione (battuta facile, lo ammetto) per raccontarvi questa ricetta e la festa della Vara.
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#saporimessinesi
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II sugo alla ghiotta
Uno dei piatti simbolo della mia città, infatti, è il sugo a ghiotta alla messinese: un intingolo preparato con olio extravergine, cipolle, sedano, capperi, olive in salamoia e pomodoro, semplice ma goloso. In questo sugo viene cotto il pesce. Innanzitutto il pesce spada dello Stretto. E se passaste da Messina, vi suggerirei di guardare il mare la notte, con le luci delle lampare che segnalano le piccole imbarcazioni disseminate sull’acqua. Un paesaggio dell’anima per ogni siciliano che varchi il mare dello Stretto.
Alla ghiotta vengono preparati anche il pesce stocco e il baccalà, lasciati a Messina in eredità dai norvegesi che, con le loro navi, hanno soccorso la cittadinanza all’indomani del terremoto e del conseguente maremoto del 1908. Pesce spada e pesce stocco a ghiotta sono molto noti, la loro fama ha sorpassato anche i confini cittadini. Pochi conoscono invece la ricetta che vi presento oggi, i totani ripieni a ghiotta. Un piatto che unisce il sugo più tipico della città dello Stretto ai totani, un altro dei pesci simbolo dei mari siciliani.
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Uno dei piatti simbolo della mia città, infatti, è il sugo a ghiotta alla messinese: un intingolo preparato con olio extravergine, cipolle, sedano, capperi, olive in salamoia e pomodoro, semplice ma goloso. In questo sugo viene cotto il pesce. Innanzitutto il pesce spada dello Stretto. E se passaste da Messina, vi suggerirei di guardare il mare la notte, con le luci delle lampare che segnalano le piccole imbarcazioni disseminate sull’acqua. Un paesaggio dell’anima per ogni siciliano che varchi il mare dello Stretto.
Alla ghiotta vengono preparati anche il pesce stocco e il baccalà, lasciati a Messina in eredità dai norvegesi che, con le loro navi, hanno soccorso la cittadinanza all’indomani del terremoto e del conseguente maremoto del 1908. Pesce spada e pesce stocco a ghiotta sono molto noti, la loro fama ha sorpassato anche i confini cittadini. Pochi conoscono invece la ricetta che vi presento oggi, i totani ripieni a ghiotta. Un piatto che unisce il sugo più tipico della città dello Stretto ai totani, un altro dei pesci simbolo dei mari siciliani.
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Totani e calamari
Totani e calamari appartengono entrambi alla famiglia dei cefalopodi e sono molto simili. Nonostante i calamari siano ritenuti un pesce pregiato e siano sicuramente più morbidi, un vero siciliano ha nel proprio cuore i totani. Un pesce più rustico, da trattare con attenzione. Più duro se non gli si lascia il giusto tempo di cottura, ma sicuramente molto, molto più saporito. Ripieni, con la solita farcia sicula a base di pane grattugiato, pecorino canestrato, prezzemolo, capperi, pomodoro e olio extravergine, i totani fanno la loro magia e diventano un piatto delizioso e profumato. Cotti nel sugo alla ghiotta sono indimenticabili, come anche in umido o ripieni. Trovate tante idee da provare tra le mie RICETTE CON TOTANI E CALAMARI.
Purtroppo, questo è un piatto che ormai si mangia soltanto in famiglia, spesso durante il rito del pranzo della domenica: i ristoranti non lo propongono quasi più, anche perché privilegiano l’uso dei calamari a quello dei totani. La cottura ottimale è in una pentola di coccio: anticamente la si poggiava sulla brace, esattamente come si faceva per la PASTA ‘NCASCIATA ALLA MESSINESE e per tante altre RICETTE SICILIANE. Ho abbinato i totani ripieni a ghiotta alla messinese con un altro dei simboli della mia città: la birra Messina Cristalli di Sale. La storia di Messina è legata a quella di questa birra che è cresciuta insieme a questa città, fino ad essere conosciuta in tutta la Sicilia e anche oltre. Quando mi è stato chiesto dal Brand Birra Messina di ideare una ricetta che rappresenti la mia terra e le sue tradizioni, non ho avuto dubbi. L’abbinamento totani ripieni e birra ghiacciata è perfetto. Lo capirete da voi provando questa ricetta e gustandola con una birra Messina. Vi sembrerà di essere in Sicilia.
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Totani e calamari appartengono entrambi alla famiglia dei cefalopodi e sono molto simili. Nonostante i calamari siano ritenuti un pesce pregiato e siano sicuramente più morbidi, un vero siciliano ha nel proprio cuore i totani. Un pesce più rustico, da trattare con attenzione. Più duro se non gli si lascia il giusto tempo di cottura, ma sicuramente molto, molto più saporito. Ripieni, con la solita farcia sicula a base di pane grattugiato, pecorino canestrato, prezzemolo, capperi, pomodoro e olio extravergine, i totani fanno la loro magia e diventano un piatto delizioso e profumato. Cotti nel sugo alla ghiotta sono indimenticabili, come anche in umido o ripieni. Trovate tante idee da provare tra le mie RICETTE CON TOTANI E CALAMARI.
Purtroppo, questo è un piatto che ormai si mangia soltanto in famiglia, spesso durante il rito del pranzo della domenica: i ristoranti non lo propongono quasi più, anche perché privilegiano l’uso dei calamari a quello dei totani. La cottura ottimale è in una pentola di coccio: anticamente la si poggiava sulla brace, esattamente come si faceva per la PASTA ‘NCASCIATA ALLA MESSINESE e per tante altre RICETTE SICILIANE. Ho abbinato i totani ripieni a ghiotta alla messinese con un altro dei simboli della mia città: la birra Messina Cristalli di Sale. La storia di Messina è legata a quella di questa birra che è cresciuta insieme a questa città, fino ad essere conosciuta in tutta la Sicilia e anche oltre. Quando mi è stato chiesto dal Brand Birra Messina di ideare una ricetta che rappresenti la mia terra e le sue tradizioni, non ho avuto dubbi. L’abbinamento totani ripieni e birra ghiacciata è perfetto. Lo capirete da voi provando questa ricetta e gustandola con una birra Messina. Vi sembrerà di essere in Sicilia.
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INGREDIENTI
150 grammi di pane grattugiato
200 grammi di mollica di pane o pane in cassetta
capperi dissalati, quanto basta
olio extravergine di oliva, quanto basta
sale e pepe, quanto basta
100 grammi di pecorino siciliano Dop grattugiato
uno spicchio di aglio
prezzemolo fresco, quanto basta
8 pomodori Piccadilly
PER IL SUGO ALLA GHIOTTA:
2 coste di sedano
una cipolla grande di Tropea o 2 piccole
una manciata di capperi di Pantelleria Igp
150 grammi olive verdi salate in salamoia
olio extravergine, quanto basta
sale, quanto basta
600 grammi di pomodori pelati
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150 grammi di pane grattugiato
200 grammi di mollica di pane o pane in cassetta
capperi dissalati, quanto basta
olio extravergine di oliva, quanto basta
sale e pepe, quanto basta
100 grammi di pecorino siciliano Dop grattugiato
uno spicchio di aglio
prezzemolo fresco, quanto basta
8 pomodori Piccadilly
PER IL SUGO ALLA GHIOTTA:
2 coste di sedano
una cipolla grande di Tropea o 2 piccole
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ERICE
Erice è un comune siciliano di 26 909 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani. Dal 1167 al 1934 ebbe il nome di Monte San Giuliano.
Nel centro cittadino che è posto sulla vetta dell'omonimo Monte Erice, sono residenti solo 1024 abitanti (popolazione che si decuplica nel periodo estivo), mentre la maggior parte della popolazione si concentra a valle, nell'abitato di Casa Santa, contiguo alla città di Trapani. Il nome di Erice deriva da Erix, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle.
📚Travel Sicily
📸 Giuseppe Terranova photography
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Erice è un comune siciliano di 26 909 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani. Dal 1167 al 1934 ebbe il nome di Monte San Giuliano.
Nel centro cittadino che è posto sulla vetta dell'omonimo Monte Erice, sono residenti solo 1024 abitanti (popolazione che si decuplica nel periodo estivo), mentre la maggior parte della popolazione si concentra a valle, nell'abitato di Casa Santa, contiguo alla città di Trapani. Il nome di Erice deriva da Erix, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle.
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Nel 2003 casualmente venne scoperto questo splendore
Ecco dove si trova:
La Camera delle meraviglie fa parte di un appartamento della via Porta di Castro nei pressi del mercato di Ballarò di Palermo.
La sua scoperta risale al 2003, quando in una stanza dell'appartamento venne casualmente portata alla luce decorazioni con motivi arabi.
📚Travel Sicily
📸Vincenzo Russo
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Ecco dove si trova:
La Camera delle meraviglie fa parte di un appartamento della via Porta di Castro nei pressi del mercato di Ballarò di Palermo.
La sua scoperta risale al 2003, quando in una stanza dell'appartamento venne casualmente portata alla luce decorazioni con motivi arabi.
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L'Etna sorge sulla costa orientale della Sicilia, a sud-ovest dei Monti Peloritani e a sud-est dei Monti Nebrodi, nel territorio della città metropolitana di Catania ed è attraversato dal 15º meridiano est, che da esso prende il nome. Con un diametro di oltre 40 chilometri e un perimetro di base di circa 135 km, occupa una superficie di 1265 km².
L'Etna è il più alto vulcano attivo terrestre della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni hanno modificato a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi circostanti.
Nel 2013 L'UNESCO, ha inserito l'Etna nell'elenco dei beni del Patrimonio dell'umanità.
📚Travel Sicily
📸Lennart
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L'Etna è il più alto vulcano attivo terrestre della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni hanno modificato a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi circostanti.
Nel 2013 L'UNESCO, ha inserito l'Etna nell'elenco dei beni del Patrimonio dell'umanità.
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Vacci Lisciu è na frasi tipica chi da picciriddi sentiamu diri quannu si jucava a “briscula”, ma li
nanni ci cuntanu ca nni tempi passati ‘sta scritta, accumpagnata da n’assu di bastuni, si truvava
pitturata supra li “masciddari” di carretti siciliani di chiddi chi nun avianu paura di l’omini
malavitosi: era n’avvertimentu a stari luntani e a nun fari sciarre e macari na sorti di amuletu contru
li iettaturi di li ‘nvidiusi.
Questo e' il vero significato del famoso termine siciliano Vacci Lisciu.
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nanni ci cuntanu ca nni tempi passati ‘sta scritta, accumpagnata da n’assu di bastuni, si truvava
pitturata supra li “masciddari” di carretti siciliani di chiddi chi nun avianu paura di l’omini
malavitosi: era n’avvertimentu a stari luntani e a nun fari sciarre e macari na sorti di amuletu contru
li iettaturi di li ‘nvidiusi.
Questo e' il vero significato del famoso termine siciliano Vacci Lisciu.
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"Vacci Lisciu" Traduzione
È una tipica frase siciliana che da piccoli sentivamo dire quando si giocava a “briscola”, ma i nonni ci raccontano che in tempi passati questa scritta, accompagnata dall’asso di bastoni, si trovava dipinta sui “masciddari” dei carretti siciliani di coloro che non avevano paura degli uomini malavitosi: era un avvertimento a stare lontani e a non attaccar briga e, probabilmente, anche una sorta di amuleto contro le iettature degli invidiosi. Questo e' il vero significato del famoso termine siciliano Vacci Lisciu.
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È una tipica frase siciliana che da piccoli sentivamo dire quando si giocava a “briscola”, ma i nonni ci raccontano che in tempi passati questa scritta, accompagnata dall’asso di bastoni, si trovava dipinta sui “masciddari” dei carretti siciliani di coloro che non avevano paura degli uomini malavitosi: era un avvertimento a stare lontani e a non attaccar briga e, probabilmente, anche una sorta di amuleto contro le iettature degli invidiosi. Questo e' il vero significato del famoso termine siciliano Vacci Lisciu.
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Palermo è un comune Siciliano di 655 103 abitanti capoluogo dell'omonima città metropolitana e della Regione Siciliana. Si trova al centro di un'area metropolitana di oltre un milione di abitanti. È il quinto comune d'Italia per popolazione. La città si estende sulla pianura Conca d'Oro ed è circondata dalla barriera dei Monti di Palermo.
Palermo ha mantenuto il ruolo di capitale del Regno di Sicilia dal 1130 al 1816. È stata protagonista delle rivoluzioni del Vespro nel 1282 e delle rivolte del 1848. La lunga storia della città e il succedersi di numerose civiltà e popoli le hanno regalato un notevole patrimonio artistico e architettonico. Il sito seriale Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, di cui fanno parte più beni monumentali situati in città, è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2015. Numerosi edifici, tra chiese e palazzi, sono riconosciuti monumenti nazionali.
A Palermo ha sede l'Assemblea regionale siciliana, la più antica del mondo.
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Palermo ha mantenuto il ruolo di capitale del Regno di Sicilia dal 1130 al 1816. È stata protagonista delle rivoluzioni del Vespro nel 1282 e delle rivolte del 1848. La lunga storia della città e il succedersi di numerose civiltà e popoli le hanno regalato un notevole patrimonio artistico e architettonico. Il sito seriale Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, di cui fanno parte più beni monumentali situati in città, è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2015. Numerosi edifici, tra chiese e palazzi, sono riconosciuti monumenti nazionali.
A Palermo ha sede l'Assemblea regionale siciliana, la più antica del mondo.
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L'Etna, ha regalato una spettacolare eruzione con una forte attività esplosiva dal cratere di Sud-est e l'emissione di una alta nube di cenere lavica che si è dispersa verso Sud. Il trabocco lavico ha prodotto un modesto collasso del fianco del cono
Cenere e lapilli di circa un centimetro hanno raggiunto alcune città della provincia di Catania
L'incremento dell'attività esplosiva è stato registrato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia- Osservatorio etneo (Ingv-Oe), dalle 16.10. L'eruzione ha provocato una fontana di lava e una nube di cenere altissima e spessa
Prima dell'esplosione dell'Etna, nell'area limitrofa si è registrato un importante aumento del tremore sismico. L'epicentro è rimasto confinato al di sotto del cratere di Sud-Est nell'intervallo di profondità compreso tra 2.900 e 3.000 metri al di sopra del livello del mare
Le fontane di lava si sono esaurite nel giro di poco più di un'ora regalando alle popolazioni vicine un bellissimo spettacolo.
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📸@nando3c
Cenere e lapilli di circa un centimetro hanno raggiunto alcune città della provincia di Catania
L'incremento dell'attività esplosiva è stato registrato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia- Osservatorio etneo (Ingv-Oe), dalle 16.10. L'eruzione ha provocato una fontana di lava e una nube di cenere altissima e spessa
Prima dell'esplosione dell'Etna, nell'area limitrofa si è registrato un importante aumento del tremore sismico. L'epicentro è rimasto confinato al di sotto del cratere di Sud-Est nell'intervallo di profondità compreso tra 2.900 e 3.000 metri al di sopra del livello del mare
Le fontane di lava si sono esaurite nel giro di poco più di un'ora regalando alle popolazioni vicine un bellissimo spettacolo.
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