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Se si sbarca in Sicilia, come non fare tappa a Messina e assaggiare le ricette tipiche messinesi? Messina è considerata la porta di questa splendida isola, da secoli crocevia di genti e merci provenienti da tutto il mondo. Prima di giungere in qualsiasi altra località siciliana, tutto doveva passare inevitabilmente proprio da Messina, la bellissima città dello stretto affacciata sul mar Ionio e sul Mar tirreno.
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Oltre a visitare le tante bellezze storiche ed artistiche di cui la città è costellata come, il Duomo, la fontana di Orione, la chiesa dei Catalani e quella di Santa Maria degli Alemanni, mi piacerebbe poter assaggiare anche qualche ricetta messinese e in generale qualche piatto tipico siciliano.
Navigando in rete per documentarmi su quali piatti poter assaggiare a Messina, mi sono imbattutta su “Fragolosi.it” un sito molto interessante nel quale è possibile trovare tutte le ricette messinesi spiegate passo passo.
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Piatti tipici siciliani
So già che mi aspetta un tour culinario davvero sensazionale, tante leccornie alle quali sarà difficile resistere.
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Panini di Cena Messinesi
Essendo prossimi alla Pasqua, voglio iniziare con una ricetta tipica messinese preparata proprio in occasione dei rituali del Giovedì Santo.
Sto parlando dei panini di Cena Messinesi chiamati anche “panini ca ciciulena”.
Si tratta di panini molto soffici ed aromatizzati, preparati con i semi sesamo (da qui il nome ciciulena), cannella e profumatissimi chiodi di garofano. Per prepararli occorrono pochi e semplici ingredienti come farina manitoba, farina 00, zucchero, burro, lievito, uova e strutto.
Probabilmente l’utilizzo di questi panini fa riferimento al pane spezzato da Gesù Cristo davanti ai discepoli durante l’Ultima Cena
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Essendo prossimi alla Pasqua, voglio iniziare con una ricetta tipica messinese preparata proprio in occasione dei rituali del Giovedì Santo.
Sto parlando dei panini di Cena Messinesi chiamati anche “panini ca ciciulena”.
Si tratta di panini molto soffici ed aromatizzati, preparati con i semi sesamo (da qui il nome ciciulena), cannella e profumatissimi chiodi di garofano. Per prepararli occorrono pochi e semplici ingredienti come farina manitoba, farina 00, zucchero, burro, lievito, uova e strutto.
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Doppiette di Melanzane alla Messinese
Passiamo ora ad un primo davvero interessante, le doppiette di Melanzane alla Messinese. Si tratta di porzioni di pasta racchiuse tra due fette di melanzane fritte, cosparse di salsa al pomodoro e di ricotta. Il tutto viene poi passato in forno, giusto il tempo che si formi su ogni fetta di melanzana una croccante crosticina.
Per la preparazione occorrono pochi ingredienti facilmente reperibili come:
maccheroncini caserecci siciliani;
melanzane di forma allungata;
passata di pomodoro;
aglio, pepe, sale e peperoncino;
zucchero, basilico, olio extravergine d’oliva;
ricotta infornata da grattugia
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Passiamo ora ad un primo davvero interessante, le doppiette di Melanzane alla Messinese. Si tratta di porzioni di pasta racchiuse tra due fette di melanzane fritte, cosparse di salsa al pomodoro e di ricotta. Il tutto viene poi passato in forno, giusto il tempo che si formi su ogni fetta di melanzana una croccante crosticina.
Per la preparazione occorrono pochi ingredienti facilmente reperibili come:
maccheroncini caserecci siciliani;
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Pasta al forno alla Messinese
Altro piatto tipico siciliano che mi piacerebbe assaggiare è la Pasta al forno alla Messinese, una delle ricette che più di ogni altra incarna lo spirito della convivialità tipico della domenica e delle feste in generale. Ogni famiglia siciliana che si rispetti ha una propria versione della Pasta al forno alla Messinese, tramandata di generazione in generazione.
Si tratta sicuramente di un piatto molto elaborato che richiede tempo e dedizione. Infatti, fino a qualche decennio fa, la preparazione di questo piatto, iniziava un giorno prima.
L’ingrediente indispensabile per prepararla è proprio la pasta “catanisella”
Per il ripieno occorrono, invece, prosciutto cotto, mortadella a dadini, mozzarella, caciocavallo fresco, melanzane, parmigiano grattugiato e sale.
Per cucinare il ragù è necessario acquistare polpa di manzo e di maiale macinata, salsicce, passata e concentrato di pomodoro, pomodori pelati a pezzettoni, piselli, aglio, cipolla, basilico, vino rosso, uova, olio, sale e pepe.
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Altro piatto tipico siciliano che mi piacerebbe assaggiare è la Pasta al forno alla Messinese, una delle ricette che più di ogni altra incarna lo spirito della convivialità tipico della domenica e delle feste in generale. Ogni famiglia siciliana che si rispetti ha una propria versione della Pasta al forno alla Messinese, tramandata di generazione in generazione.
Si tratta sicuramente di un piatto molto elaborato che richiede tempo e dedizione. Infatti, fino a qualche decennio fa, la preparazione di questo piatto, iniziava un giorno prima.
L’ingrediente indispensabile per prepararla è proprio la pasta “catanisella”
Per il ripieno occorrono, invece, prosciutto cotto, mortadella a dadini, mozzarella, caciocavallo fresco, melanzane, parmigiano grattugiato e sale.
Per cucinare il ragù è necessario acquistare polpa di manzo e di maiale macinata, salsicce, passata e concentrato di pomodoro, pomodori pelati a pezzettoni, piselli, aglio, cipolla, basilico, vino rosso, uova, olio, sale e pepe.
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Ricette di pesce siciliane
Se siete di passaggio a Messina non potete non assaggiare almeno una delle ricette di pesce messinesi. Infatti, Messina è una città ricca di piatti a base di pesce.
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Se siete di passaggio a Messina non potete non assaggiare almeno una delle ricette di pesce messinesi. Infatti, Messina è una città ricca di piatti a base di pesce.
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Totani alla Ghiotta
E se si parla di ricette a base di pesce, non si può non citare il Totano alla Ghiotta, un secondo piatto preparato con grossi totani conditi con pomodoro, sedano, cipolla, capperi ed olive, peperoncino.
Una pietanza davvero gustosa anche semplice da preparare. Infatti, oltre ad aver cura di pulire e lavare i totani, bisogna solo scaldare dell’abbondante olio in un tegame, nel quale far rosolare cipolla, sedano, olive i capperi, taglaiti a pezzetti, a cui unire pelati e passata di pomodoro
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E se si parla di ricette a base di pesce, non si può non citare il Totano alla Ghiotta, un secondo piatto preparato con grossi totani conditi con pomodoro, sedano, cipolla, capperi ed olive, peperoncino.
Una pietanza davvero gustosa anche semplice da preparare. Infatti, oltre ad aver cura di pulire e lavare i totani, bisogna solo scaldare dell’abbondante olio in un tegame, nel quale far rosolare cipolla, sedano, olive i capperi, taglaiti a pezzetti, a cui unire pelati e passata di pomodoro
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Braciole di Pesce Spada alla Messinese
Un altro secondo di pesce che non vedo l’ora di assaggiare è quello delle Braciole di Pesce Spada alla Messinese, ovvero, gustosissimi involtini di pescespada farciti e cotti semplicemente alla griglia.
Per realizzare le braciole di pesce spada alla messinese è importante preparare il tipico “salmoriglio siciliano”, ovvero, un’emulsione a base di olio, prezzemolo tritato, succo di limone, aglio, origano e foglioline di menta, nel quale le braciole vengono irrorate, prima e/o durante la cottura.Altri ingredienti necessari per preparare questo piatto tipico siciliano è la “mollica”, grana e/o pecorino, vino bianco, capperi di Salina, sale e pepe ed ovviamente pesce spada tagliato a fettine sottili di circa 2-3 mm.
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Un altro secondo di pesce che non vedo l’ora di assaggiare è quello delle Braciole di Pesce Spada alla Messinese, ovvero, gustosissimi involtini di pescespada farciti e cotti semplicemente alla griglia.
Per realizzare le braciole di pesce spada alla messinese è importante preparare il tipico “salmoriglio siciliano”, ovvero, un’emulsione a base di olio, prezzemolo tritato, succo di limone, aglio, origano e foglioline di menta, nel quale le braciole vengono irrorate, prima e/o durante la cottura.Altri ingredienti necessari per preparare questo piatto tipico siciliano è la “mollica”, grana e/o pecorino, vino bianco, capperi di Salina, sale e pepe ed ovviamente pesce spada tagliato a fettine sottili di circa 2-3 mm.
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Russulidda alla Paolina
Un’altra ricetta tipica della tradizione Messinese è la Russulidda alla Paolina, un piatto da poter gustare sia caldo, sia freddo. Le russulidde altro non sono che dei pesci piccolissimi appartenenti alla varietà delle triglie.
Per la preparazione di questo piatto saranno sufficienti solo:
russulidde;
2 spicchi d’aglio;
mezzo bicchiere di aceto;
olio extravergine d’oliva origano;
prezzemolo sale e pepe nero o peperoncino
Per realizzare questa ricetta, sarà sufficiente lavare accuratamente e con delicatezza le russulidde in modo che sabbia e sassolini vengano completamente eliminati. Mentre le russulidde scolano per qualche minuto a parte in un tegame, riscaldare dell’ olio nel quale far rosolare l’aglio.
Una volta raggiunta la temperatura, aggiungere i pescetti all’olio, far cuocere a fuoco basso, per alcuni minuti, senza mescolare.
I pesci essendo molto delicati potrebbero rompersi.
Aggiustare di sale e peperoncino o pepe nero, aggiungere del prezzemolo tritato e origano. Infine, sfumare con aceto, coprire il tegame ed attendere che evapori.
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Un’altra ricetta tipica della tradizione Messinese è la Russulidda alla Paolina, un piatto da poter gustare sia caldo, sia freddo. Le russulidde altro non sono che dei pesci piccolissimi appartenenti alla varietà delle triglie.
Per la preparazione di questo piatto saranno sufficienti solo:
russulidde;
2 spicchi d’aglio;
mezzo bicchiere di aceto;
olio extravergine d’oliva origano;
prezzemolo sale e pepe nero o peperoncino
Per realizzare questa ricetta, sarà sufficiente lavare accuratamente e con delicatezza le russulidde in modo che sabbia e sassolini vengano completamente eliminati. Mentre le russulidde scolano per qualche minuto a parte in un tegame, riscaldare dell’ olio nel quale far rosolare l’aglio.
Una volta raggiunta la temperatura, aggiungere i pescetti all’olio, far cuocere a fuoco basso, per alcuni minuti, senza mescolare.
I pesci essendo molto delicati potrebbero rompersi.
Aggiustare di sale e peperoncino o pepe nero, aggiungere del prezzemolo tritato e origano. Infine, sfumare con aceto, coprire il tegame ed attendere che evapori.
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Riso Nero alla Messinese
Un piatto che fra tutti ha attirato la mia curiosità è il Riso Nero alla Messinese. Non si tratta di un primo piatto, ma di un dolce tramandato da ogni famiglia della città dello stretto, da generazioni. Questo è un dolce particolarmente apprezzato da tutti gli amanti del cioccolato.
La ricetta prevede, infatti, l’uso del cacao amaro e del cioccolato fondente, ma anche di latte, acqua, zucchero, cannella, scorza di arancia, vanillina.
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Un piatto che fra tutti ha attirato la mia curiosità è il Riso Nero alla Messinese. Non si tratta di un primo piatto, ma di un dolce tramandato da ogni famiglia della città dello stretto, da generazioni. Questo è un dolce particolarmente apprezzato da tutti gli amanti del cioccolato.
La ricetta prevede, infatti, l’uso del cacao amaro e del cioccolato fondente, ma anche di latte, acqua, zucchero, cannella, scorza di arancia, vanillina.
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Dolci tipici siciliani e messinesi
Dopo qualche primo siciliano davvero interessante e dei gustosi secondi di pesce, veniamo ora, al tanto atteso momento dei dolci tipici Messinesi.
Per prime mi piacerebbe assaggiare le “nipitiddate” golosissimi dolcetti di pasta frolla ripieni di frutta secca e cioccolato. Vengono preparati per tradizione l’8 Dicembre, tuttavia è possibile trovarle nelle pasticcerie Messinesi durante tutto l’anno.
Da inguaribile golosa, non potete non mangiare le famosissime Brioche Siciliane col tuppo. Queste brioche, come da tradizione, vengono accompagnate con la tipica granita siciliana o con del gelato.
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Dopo qualche primo siciliano davvero interessante e dei gustosi secondi di pesce, veniamo ora, al tanto atteso momento dei dolci tipici Messinesi.
Per prime mi piacerebbe assaggiare le “nipitiddate” golosissimi dolcetti di pasta frolla ripieni di frutta secca e cioccolato. Vengono preparati per tradizione l’8 Dicembre, tuttavia è possibile trovarle nelle pasticcerie Messinesi durante tutto l’anno.
Da inguaribile golosa, non potete non mangiare le famosissime Brioche Siciliane col tuppo. Queste brioche, come da tradizione, vengono accompagnate con la tipica granita siciliana o con del gelato.
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Ma non è finita qui, la pasticceria messinese è davvero ricca di tantissimi dolci bontà tutte da scoprire e soprattutto da assaggiare.
Se oltre a scoprire passo per passo ogni piatto tipico siciliano della cucina messinese, desiderate scoprire altre specialità gastronomiche della nostra terra, vi suggeriamo di visitare tutta la Sicilia.
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Festa di S. Antonio Abate a Santo Stefano Medio, caratteristico villaggio messinese, situato alle pendici dei monti Peloritani e diviso in due parti dal torrente S. Stefano.
Il 17 gennaio si ricorda S. Antonio Abate, il "Santo del popolo" in quanto protettore del bestiame. Le origini dei festeggiamenti in suo onore vanno ricercate nel mondo rurale e, in parte, sono ancora oggi particolarmente vive. I festeggiamenti iniziano il sabato pomeriggio con l'accensione del fuoco, allor quando il simulacro del Santo viene portato in processione dinanzi alla catasta di legna, accompagnato dalle note della banda musicale. L'evento è sottolineato dal luccichio dei giochi pirotecnici. Sulla sommità della catasta di legna viene posta della salsiccia, offerta dai macellai del paese, che viene sacrificata al Santo.
Il falò viene acceso il sabato della festa, quando viene portato in processione il simulacro di S. Antonio. Davanti ad una moltitudine di gente, ovunque assiepata, il parroco benedice il fuoco. La legna brucia per tutta la notte, durante la quale, i giovani e i meno giovani, abitualmente, arrostiscono la salsiccia sulla brace, accompagnandola con qualche bicchiere di buon vino locale. In serata si svolge la "Sagra di Sant'Antonio", a base di prodotti tipici della tradizione gastonomica: "frittole", un misto di carne di maiale bollita, porchetta, salumi, tuma e ricotta, maccheroni fatti in casa e antichi sapori da forno.
E' lo scoppio dei botti mattutini che dà inizio ai festeggiamenti della domenica. Il suono delle campane annuncia la celebrazione della Messa Solenne. In mattinta si svolge la "Benedizione dei cavalli e dei cavalieri". Approfittando della festa, tutte le famiglie si riuniscono intorno alla tavola imbandita con cibi grassi di carne di maiale: maccheroni caserecci al sugo, salsiccia arrosto e ogni sorta di leccornia. Certo non può mancare un buon vino rosso locale per accompagnare il pranzo, che si conclude gustando il tradizionale "bianco e nero" oppure i deliziosi cannoli siciliani.
Nel pomeriggio si svolge la processione per le vie del paese che si conclude al calar della sera, dopo la benedizione del parroco. Subito dopo si inscena la singolare pantomima de "U camiddu e l'omu sabbaggiu" che richiama una moltitudine di folla, meravigliata dagli straordinari effetti luminosi e acustici. I festeggiamenti si concludono con lo spettacolo dei giochi pirotecnici.
La rappresentazione rievoca lo scontro avvenuto nel 1060 tra il conte Ruggiero d'Altavilla e i Saraceni, fino ad allora dominatori della città di Messina. Lo spettacolo si svolge nel buio della piazza S. Maria dei Giardini, durante il quale si affrontano "u camiddu" (il cammello, condotto dal conte Ruggero), costruito mediante listelli di canna e "l'omu sabbaggiu" (il saraceno infedele), che indossa una finta armatura e delle finte armi.
Il combattimento si svolge a ritmo di musica, suonata dalla banda del paese, e si concretizza con l'esplosione di petardi, mortaretti e fiaccole, che rendono più suggestiva l'atmosfera. Alla fine è il "camiddu" a prevalere su "l'omu sabbaggiu", così come Ruggiero prevalse sul saraceno.
@sicilianewseinfo
@siciliaterramia
#siciliainfesta
#tradizioni#messina
Il 17 gennaio si ricorda S. Antonio Abate, il "Santo del popolo" in quanto protettore del bestiame. Le origini dei festeggiamenti in suo onore vanno ricercate nel mondo rurale e, in parte, sono ancora oggi particolarmente vive. I festeggiamenti iniziano il sabato pomeriggio con l'accensione del fuoco, allor quando il simulacro del Santo viene portato in processione dinanzi alla catasta di legna, accompagnato dalle note della banda musicale. L'evento è sottolineato dal luccichio dei giochi pirotecnici. Sulla sommità della catasta di legna viene posta della salsiccia, offerta dai macellai del paese, che viene sacrificata al Santo.
Il falò viene acceso il sabato della festa, quando viene portato in processione il simulacro di S. Antonio. Davanti ad una moltitudine di gente, ovunque assiepata, il parroco benedice il fuoco. La legna brucia per tutta la notte, durante la quale, i giovani e i meno giovani, abitualmente, arrostiscono la salsiccia sulla brace, accompagnandola con qualche bicchiere di buon vino locale. In serata si svolge la "Sagra di Sant'Antonio", a base di prodotti tipici della tradizione gastonomica: "frittole", un misto di carne di maiale bollita, porchetta, salumi, tuma e ricotta, maccheroni fatti in casa e antichi sapori da forno.
E' lo scoppio dei botti mattutini che dà inizio ai festeggiamenti della domenica. Il suono delle campane annuncia la celebrazione della Messa Solenne. In mattinta si svolge la "Benedizione dei cavalli e dei cavalieri". Approfittando della festa, tutte le famiglie si riuniscono intorno alla tavola imbandita con cibi grassi di carne di maiale: maccheroni caserecci al sugo, salsiccia arrosto e ogni sorta di leccornia. Certo non può mancare un buon vino rosso locale per accompagnare il pranzo, che si conclude gustando il tradizionale "bianco e nero" oppure i deliziosi cannoli siciliani.
Nel pomeriggio si svolge la processione per le vie del paese che si conclude al calar della sera, dopo la benedizione del parroco. Subito dopo si inscena la singolare pantomima de "U camiddu e l'omu sabbaggiu" che richiama una moltitudine di folla, meravigliata dagli straordinari effetti luminosi e acustici. I festeggiamenti si concludono con lo spettacolo dei giochi pirotecnici.
La rappresentazione rievoca lo scontro avvenuto nel 1060 tra il conte Ruggiero d'Altavilla e i Saraceni, fino ad allora dominatori della città di Messina. Lo spettacolo si svolge nel buio della piazza S. Maria dei Giardini, durante il quale si affrontano "u camiddu" (il cammello, condotto dal conte Ruggero), costruito mediante listelli di canna e "l'omu sabbaggiu" (il saraceno infedele), che indossa una finta armatura e delle finte armi.
Il combattimento si svolge a ritmo di musica, suonata dalla banda del paese, e si concretizza con l'esplosione di petardi, mortaretti e fiaccole, che rendono più suggestiva l'atmosfera. Alla fine è il "camiddu" a prevalere su "l'omu sabbaggiu", così come Ruggiero prevalse sul saraceno.
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