Cosa vedere a Sutera
Si comincia dal pittoresco belvedere di piazza Sant’Agata, con l’imponente chiesa di Sant’Agata, in contrasto con il Municipio ottocentesco. Percorrendo la via Roma, si incontrano i ruderi di palazzo Salamone, mentre a piazza Carmine si trova la chiesa di Maria Santissima del Carmelo, ricostruira nel 1934-36 (la struttura originaria è del 1185).
Alla sua destra vi è il piccolo convento del 1664, ristrutturato di recente. Proseguendo lungo via del Carmine di arriva al Rabato, fondato dagli Arabi intorno all’860 d.C. (il termine “Rabad” sta per “sobborgo”). L’insediamento arabo è sepolto sotto diversi strati edilizi: sulla moschea fu edificata la chiesa di Santa Maria Assunta.
Proseguendo per la scalinata da piazza del Carmine si sale al Monte San Paolino: qui Giovanni Chiaramonte fece erigere il santuario di San Paolino, affiancato dal settecentesco convento dei Padri Filippini. Per quanto riguarda i dintorni di Sutera, nella collina di San Marco si possono ammirare i figureddi, affreschi in stile bizantino che rappresentano i quattro Evangelisti, la Madonna e San Paolino, probabile opera di monaci basiliani tra il IV e il VI secolo.
Si comincia dal pittoresco belvedere di piazza Sant’Agata, con l’imponente chiesa di Sant’Agata, in contrasto con il Municipio ottocentesco. Percorrendo la via Roma, si incontrano i ruderi di palazzo Salamone, mentre a piazza Carmine si trova la chiesa di Maria Santissima del Carmelo, ricostruira nel 1934-36 (la struttura originaria è del 1185).
Alla sua destra vi è il piccolo convento del 1664, ristrutturato di recente. Proseguendo lungo via del Carmine di arriva al Rabato, fondato dagli Arabi intorno all’860 d.C. (il termine “Rabad” sta per “sobborgo”). L’insediamento arabo è sepolto sotto diversi strati edilizi: sulla moschea fu edificata la chiesa di Santa Maria Assunta.
Proseguendo per la scalinata da piazza del Carmine si sale al Monte San Paolino: qui Giovanni Chiaramonte fece erigere il santuario di San Paolino, affiancato dal settecentesco convento dei Padri Filippini. Per quanto riguarda i dintorni di Sutera, nella collina di San Marco si possono ammirare i figureddi, affreschi in stile bizantino che rappresentano i quattro Evangelisti, la Madonna e San Paolino, probabile opera di monaci basiliani tra il IV e il VI secolo.
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Custonaci-Grotte Mangiapane
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Novara di Sicilia, il borgo di pietra protetto dai boschi
Paesi e città
Novara di Sicilia stupisce al primo sguardo. È un paese di pietra che sbuca dai boschi, nel cuore della natura. Fu patria dei mitici Ciclopi, ma ha accolto tanti popoli diversi, culture e tradizioni. “Noa”, vocabolo di origine sicana, significa “maggese” e indica la cospicua produzione di frumento che ha caratterizzato il territorio durante la colonizzazione greca. Con i Romani divenne Novalia (campo di grano) e con gli Arabi Nouah (giargino, orto, fiore). Nel Medioevo divenne Nucaria, poi Noara e alla fine arrivò al Novara di oggi.
@sicilianewseinfo
Paesi e città
Novara di Sicilia stupisce al primo sguardo. È un paese di pietra che sbuca dai boschi, nel cuore della natura. Fu patria dei mitici Ciclopi, ma ha accolto tanti popoli diversi, culture e tradizioni. “Noa”, vocabolo di origine sicana, significa “maggese” e indica la cospicua produzione di frumento che ha caratterizzato il territorio durante la colonizzazione greca. Con i Romani divenne Novalia (campo di grano) e con gli Arabi Nouah (giargino, orto, fiore). Nel Medioevo divenne Nucaria, poi Noara e alla fine arrivò al Novara di oggi.
@sicilianewseinfo
La Storia
Già abitata in età preiscorica, venne menzionata da Plinio nell’età greco-romana. Nel IX secolo i saraceni costruirono un castello che divenne il nuovo centro della vita civile, sostituendo quello dell’attuale contrada Casalini, che fu abitato in tutta l’epoca bizantina. Dal 1061 al 1072 si insediò una colonia di lombardi, di religione cattolica con rito latino.
Nel 1171 venne fondata da Sant’Ugo, sotto re Ruggero II, l’abbazia di Santa Maria Nucaria, prima cistercense in Sicilia, mentre nel XIII secolo venne costruita una struttura fortificata per opera di Ruggero di Lauria. Nel 1298 l’abitato era già censito come “castrum Nucariae”. Il borgo raggiunse il massimo sviluppo nel XVII secolo: a quell’epoca, infatti, risale quasi tutto il tessuto edilizio conservato fino a oggi
Già abitata in età preiscorica, venne menzionata da Plinio nell’età greco-romana. Nel IX secolo i saraceni costruirono un castello che divenne il nuovo centro della vita civile, sostituendo quello dell’attuale contrada Casalini, che fu abitato in tutta l’epoca bizantina. Dal 1061 al 1072 si insediò una colonia di lombardi, di religione cattolica con rito latino.
Nel 1171 venne fondata da Sant’Ugo, sotto re Ruggero II, l’abbazia di Santa Maria Nucaria, prima cistercense in Sicilia, mentre nel XIII secolo venne costruita una struttura fortificata per opera di Ruggero di Lauria. Nel 1298 l’abitato era già censito come “castrum Nucariae”. Il borgo raggiunse il massimo sviluppo nel XVII secolo: a quell’epoca, infatti, risale quasi tutto il tessuto edilizio conservato fino a oggi
Cosa vedere a Novara di Sicilia
Novara sorge sulle pendici della montagna, dai cui scorge l’antica Tindari, in un incantevole scenario naturale, a valle di uno sperone di roccia (Rocca Salvatesta). Il borgo è un insieme di piccole case, vicoli e viuzze talvolta sormontati da archi, facciate decorate ed eleganti palazzi. L’impronta dell’impianto urbanistico è medievale e le strade sono per lo più pavimentate in acciottolato.
L’arenaria è stata utilizzata per le architetture civili, ma anche per quelle religiose, con elaborazioni pregevoli. Sempre nelle architetture religiose troviamo elementi architettonici in cipollino, una pietra locale rossa e marmorea. L’utilizzo della pietra testimonia l’importanza dell’arte dello scalpellino, che si tramandava di padre in figlio.
Dell’antico castello saraceno, situato su una rupe, rimangono solo i ruderi. La vista, però, è davvero suggestiva. La via Dante collega l’area del Castello al Duomo, che ha una bella facciata monumentale con scalinata. Più raccolta è la chiesa di San Francesco del XIII secolo, mentre nel quartiere intorno sorge la superba Villa Salvo. Poco distante troviamo la chiesa dell’Annunziata, risalente al XVII secolo.
Nella parte alta del paese c’è la chiesa di Sant’Ugo Abate, mentre nella parte bassa ci sono le chiese di San Giorgio Martire e di Sant’Antonio Abate. Per quanto riguarda gli edifici cili, meritano di essere citati il palazzo Municipale, il palazzo Stancanelli e il palazzo Salvo Risicato.
Novara sorge sulle pendici della montagna, dai cui scorge l’antica Tindari, in un incantevole scenario naturale, a valle di uno sperone di roccia (Rocca Salvatesta). Il borgo è un insieme di piccole case, vicoli e viuzze talvolta sormontati da archi, facciate decorate ed eleganti palazzi. L’impronta dell’impianto urbanistico è medievale e le strade sono per lo più pavimentate in acciottolato.
L’arenaria è stata utilizzata per le architetture civili, ma anche per quelle religiose, con elaborazioni pregevoli. Sempre nelle architetture religiose troviamo elementi architettonici in cipollino, una pietra locale rossa e marmorea. L’utilizzo della pietra testimonia l’importanza dell’arte dello scalpellino, che si tramandava di padre in figlio.
Dell’antico castello saraceno, situato su una rupe, rimangono solo i ruderi. La vista, però, è davvero suggestiva. La via Dante collega l’area del Castello al Duomo, che ha una bella facciata monumentale con scalinata. Più raccolta è la chiesa di San Francesco del XIII secolo, mentre nel quartiere intorno sorge la superba Villa Salvo. Poco distante troviamo la chiesa dell’Annunziata, risalente al XVII secolo.
Nella parte alta del paese c’è la chiesa di Sant’Ugo Abate, mentre nella parte bassa ci sono le chiese di San Giorgio Martire e di Sant’Antonio Abate. Per quanto riguarda gli edifici cili, meritano di essere citati il palazzo Municipale, il palazzo Stancanelli e il palazzo Salvo Risicato.
Cosa mangiare a Novara di Sicilia
Il piatto tradizionale si consuma tipicamente ad agosto ed è la pasta ‘ncasciada, condita con carne tritata, melanzane, uova sode,piselli,prosciutto cotto,mortadella a dadini,piselli,scamorza e parmigiano. Un altro piatto tipico si chiama “lempi e trori” (lampi e tuoni), preparato con fagioli, cicerchia, granoturco, lenticchie e grano bolliti e conditi. Per gli stomaci più forti ci sono i frittui (carne di maiale mista a lardo, lessa insieme a cotiche, trippa, polmone, cuore, fegato dello stesso maiale).
Novara di Sicilia è famosa per il Maiorchino, un formaggio pecorino stagionato, ma è nota anche per provole e nocciole. Tra i dolci abbiamo u risu niru (riso mescolato a nocciole tostate con aggiunta di cacao, caffè, buccia d’arancia candita e cannella), i cassatelli (frolle con impasto di fichi secchi, miele, cannella, nocciole), i raviò (ravioli fritti di pasta umettata con vino, ripieni di ricotta fresca profumata di cannella), a pignurada (un impastato di frolla tagliata a dadini e fritta) e i “diti d’apostolo” (iiditi d’aposturu), uno speciale cannolo di ricotta con l’involucro di pasta ricoperto di glassa.
Il piatto tradizionale si consuma tipicamente ad agosto ed è la pasta ‘ncasciada, condita con carne tritata, melanzane, uova sode,piselli,prosciutto cotto,mortadella a dadini,piselli,scamorza e parmigiano. Un altro piatto tipico si chiama “lempi e trori” (lampi e tuoni), preparato con fagioli, cicerchia, granoturco, lenticchie e grano bolliti e conditi. Per gli stomaci più forti ci sono i frittui (carne di maiale mista a lardo, lessa insieme a cotiche, trippa, polmone, cuore, fegato dello stesso maiale).
Novara di Sicilia è famosa per il Maiorchino, un formaggio pecorino stagionato, ma è nota anche per provole e nocciole. Tra i dolci abbiamo u risu niru (riso mescolato a nocciole tostate con aggiunta di cacao, caffè, buccia d’arancia candita e cannella), i cassatelli (frolle con impasto di fichi secchi, miele, cannella, nocciole), i raviò (ravioli fritti di pasta umettata con vino, ripieni di ricotta fresca profumata di cannella), a pignurada (un impastato di frolla tagliata a dadini e fritta) e i “diti d’apostolo” (iiditi d’aposturu), uno speciale cannolo di ricotta con l’involucro di pasta ricoperto di glassa.
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La coppia che ha girato la Sicilia con una 500 d'epoca. «Prossimità e lentezza per scoprire un'Isola autentica»
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Telegraph
La coppia che ha girato la Sicilia con una 500 d'epoca. «Prossimità e lentezza per scoprire un'Isola autentica»
«Abbiamo intrapreso questo viaggio dopo avere letto I Leoni di Sicilia». È stato il romanzo storico di Stefania Auci, che ripercorre la saga dei Florio, a ispirare il giro della Sicilia a bordo della storica Fiat 500 di una coppia di catanesi: insegnante…