👑 IL RE FANCIULLO
Figlio di Re Pietro II e della moglie Elisabetta di Carinzia, Re Ludovico - detto il Fanciullo - morì il 16 ottobre 1355 presso il Castello di #Aci, ancora in giovanissima età a causa dell’epidemia di peste nera che colpì la #Sicilia in quegli anni.
Nato a #Catania tra il 1335 ed il 1337, Ludovico ascese al trono ancora in tenera età, nel 1342, alla morte del padre Pietro, in un momento di fortissime turbolenze interne ed esterne a causa dello scontro tra le fazioni dei “Latini” e dei “Catalani”, nonché per l’annosa guerra contro gli angioini di #Napoli.
A fargli da reggenti nei primi anni di Regno furono la madre Elisabetta e lo zio Giovanni di #Randazzo, entrambi morti per la peste tra il 1348 ed il 1352. Alla morte di Elisabetta, essendo ancora nella minore età, Ludovico fu affiancato dalla sorella maggiore Costanza.
Nel 1355, a causa della recrudescenza della peste, il giovane Re si rifugiò presso il Castello di Aci, cercando invano riparo dal contagio. Dopo la sua morte fu sepolto nella Cattedrale di Catania, accanto al nonno Federico III ed allo zio reggente Giovanni di Randazzo. A succedergli sul trono siciliano fu il fratello quattordicenne Federico IV il Semplice.
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🌟Nati Oggi
🔸1794: Nasce a #GalatiMamertino il rivoluzionario Giovanni Krymi.
🔸 1893: Nasce a #Messina l’inventore Giovanni Rappazzo.
✨Scomparsi Oggi:
🥀1699: Muore a #PalmadiMontechiaro la religiosa Isabella Tomasi, nota per il caso della “lettera del diavolo”.
🥀1914: Muore a #Roma il diplomatico Antonino Paternò Castello, nativo di Catania.
⚜Eventi
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Figlio di Re Pietro II e della moglie Elisabetta di Carinzia, Re Ludovico - detto il Fanciullo - morì il 16 ottobre 1355 presso il Castello di #Aci, ancora in giovanissima età a causa dell’epidemia di peste nera che colpì la #Sicilia in quegli anni.
Nato a #Catania tra il 1335 ed il 1337, Ludovico ascese al trono ancora in tenera età, nel 1342, alla morte del padre Pietro, in un momento di fortissime turbolenze interne ed esterne a causa dello scontro tra le fazioni dei “Latini” e dei “Catalani”, nonché per l’annosa guerra contro gli angioini di #Napoli.
A fargli da reggenti nei primi anni di Regno furono la madre Elisabetta e lo zio Giovanni di #Randazzo, entrambi morti per la peste tra il 1348 ed il 1352. Alla morte di Elisabetta, essendo ancora nella minore età, Ludovico fu affiancato dalla sorella maggiore Costanza.
Nel 1355, a causa della recrudescenza della peste, il giovane Re si rifugiò presso il Castello di Aci, cercando invano riparo dal contagio. Dopo la sua morte fu sepolto nella Cattedrale di Catania, accanto al nonno Federico III ed allo zio reggente Giovanni di Randazzo. A succedergli sul trono siciliano fu il fratello quattordicenne Federico IV il Semplice.
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🔸1794: Nasce a #GalatiMamertino il rivoluzionario Giovanni Krymi.
🔸 1893: Nasce a #Messina l’inventore Giovanni Rappazzo.
✨Scomparsi Oggi:
🥀1699: Muore a #PalmadiMontechiaro la religiosa Isabella Tomasi, nota per il caso della “lettera del diavolo”.
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Feste, Sagre ed Eventi in Sicilia nel 2025
I prossimi eventi in Sicilia: Sagre, Feste tradizionali, fiere, mostre, convegni, eventi musicali, spettacoli teatrali, eventi per ragazzi e bambini, ecc.
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🎼 IL PIÙ CELEBRE PRIMA DI BELLINI
Il 24 ottobre 1725 moriva a #Napoli uno dei maggiori compositori europei vissuti a cavallo tra seicento e settecento, il palermitano Alessandro Scarlatti, considerato tra i principali esponenti della musica d’epoca barocca, nonché il più celebre compositore siciliano vissuto prima del catanese Vincenzo Bellini.
Nato a #Palermo il 2 maggio 1660, Scarlatti fu battezzato presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate, nota ai palermitani come “Ecce Homo”. La carriera musicale per cui diverrà noto fu condivisa anche dal fratello Francesco, morto in #Irlanda, e dalla sorella Anna Maria, con cui Alessandro si trasferì a #Roma nel 1672.
Secondo alcune ipotesi suo primo maestro fu l’anziano Giacomo Carissimi. Nella città pontificia il compositore palermitano sposò nel 1678 Vittoria Ansalone, da cui ebbe numerosi figli, tra cui i futuri musicisti Domenico e Pietro Filippo.
Ottenuto il primo successo nel 1679, Scarlatti fu assunto come maestro di cappella dell’ex Regina Cristina di #Svezia, trasferitasi a Roma dopo la conversione al cattolicesimo e l’abdicazione dal trono scandinavo. Con l’aiuto della svedese e di Gian Lorenzo Bernini, Scarlatti si impose ben presto come il maggiore operista d’Italia.
Nel 1683 si trasferì a Napoli, chiamato dal nuovo Viceré, il Marchese di El Carpio. Negli anni trascorsi nella città partenopea Scarlatti compose un gran numero di opere, pur non perdendo mai i legami ed i contatti con Roma e soggiornando per vari periodi in altre città, tra cui #Firenze, dove lavorò per il Granduca di #Toscana Ferdinando de’ #Medici.
Tra le sue opere più note vi sono “L’honestà negli amori” (1680), “Il Pompeo” (1683), “Pirro e Demetrio” (1694), “Il Mitridate Eupatore” (1707), “Il Tigrane” (1715), “Il trionfo dell’onore” (1718), “Griselda” (1721). A lui ed al figlio Domenico è intitolato il cratere Scarlatti sul pianeta #Mercurio.
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🌟 NATI IN QUESTO GIORNO
✝️ 1589: Nasce a #Caltagirone il religioso Innocenzo Marcinnò.
⚔️ 1646: Nasce a Palermo il militare Ferdinando Moncada Gaetani.
📜 1886: Nasce a #Favara il giurista Gaspare Ambrosini.
🥀 SCOMPARSI OGGI
🎨 1807: Muore a Roma il pittore Mariano Rossi, nativo di #Sciacca.
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Il 24 ottobre 1725 moriva a #Napoli uno dei maggiori compositori europei vissuti a cavallo tra seicento e settecento, il palermitano Alessandro Scarlatti, considerato tra i principali esponenti della musica d’epoca barocca, nonché il più celebre compositore siciliano vissuto prima del catanese Vincenzo Bellini.
Nato a #Palermo il 2 maggio 1660, Scarlatti fu battezzato presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate, nota ai palermitani come “Ecce Homo”. La carriera musicale per cui diverrà noto fu condivisa anche dal fratello Francesco, morto in #Irlanda, e dalla sorella Anna Maria, con cui Alessandro si trasferì a #Roma nel 1672.
Secondo alcune ipotesi suo primo maestro fu l’anziano Giacomo Carissimi. Nella città pontificia il compositore palermitano sposò nel 1678 Vittoria Ansalone, da cui ebbe numerosi figli, tra cui i futuri musicisti Domenico e Pietro Filippo.
Ottenuto il primo successo nel 1679, Scarlatti fu assunto come maestro di cappella dell’ex Regina Cristina di #Svezia, trasferitasi a Roma dopo la conversione al cattolicesimo e l’abdicazione dal trono scandinavo. Con l’aiuto della svedese e di Gian Lorenzo Bernini, Scarlatti si impose ben presto come il maggiore operista d’Italia.
Nel 1683 si trasferì a Napoli, chiamato dal nuovo Viceré, il Marchese di El Carpio. Negli anni trascorsi nella città partenopea Scarlatti compose un gran numero di opere, pur non perdendo mai i legami ed i contatti con Roma e soggiornando per vari periodi in altre città, tra cui #Firenze, dove lavorò per il Granduca di #Toscana Ferdinando de’ #Medici.
Tra le sue opere più note vi sono “L’honestà negli amori” (1680), “Il Pompeo” (1683), “Pirro e Demetrio” (1694), “Il Mitridate Eupatore” (1707), “Il Tigrane” (1715), “Il trionfo dell’onore” (1718), “Griselda” (1721). A lui ed al figlio Domenico è intitolato il cratere Scarlatti sul pianeta #Mercurio.
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👑 L'ULTIMO SVEVO ED IL GUANTO DEL VESPRO
Il 29 ottobre 1268, presso l'odierna Piazza Mercato a #Napoli, veniva decapitato Corradino di #Svevia, già Re di #Sicilia dal 1254 al 1258. Con lui, ucciso per mano angioina, venne meno l'ultimo erede maschio degli #Hohenstaufen, la legittima casa reale del Regno Siciliano spodestata da Carlo d'#Angiò con l'appoggio papale.
Catturato dopo la sconfitta nella battaglia di #Tagliacozzo del 23 agosto 1268, Corradino fu condannato a morte al fine di scongiurare la possibilità di un'ulteriore riscossa sveva. Al momento della sua morte il giovane Corradino aveva solo 16 anni.
Secondo la tradizione, prima della sua decapitazione il giovane erede al trono di Sicilia lanciò un guanto verso la folla, raccolto dal fedele alla Casa di Svevia Giovanni da #Procida, che nel 1282 si porrà a capo della Rivoluzione del #Vespro Siciliano che riporterà sul trono un'appartenente alla dinastia degli Hohenstaufen, la catanese Costanza II, figlia di Re Manfredi di Sicilia e moglie di Re Pietro III d'#Aragona.
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Catturato dopo la sconfitta nella battaglia di #Tagliacozzo del 23 agosto 1268, Corradino fu condannato a morte al fine di scongiurare la possibilità di un'ulteriore riscossa sveva. Al momento della sua morte il giovane Corradino aveva solo 16 anni.
Secondo la tradizione, prima della sua decapitazione il giovane erede al trono di Sicilia lanciò un guanto verso la folla, raccolto dal fedele alla Casa di Svevia Giovanni da #Procida, che nel 1282 si porrà a capo della Rivoluzione del #Vespro Siciliano che riporterà sul trono un'appartenente alla dinastia degli Hohenstaufen, la catanese Costanza II, figlia di Re Manfredi di Sicilia e moglie di Re Pietro III d'#Aragona.
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⚔️ LA VITTORIA DI PIRRO DI RAINULFO
Il 30 ottobre 1137 a #Rignano, sul #Gargano, Re Ruggero II di #Sicilia subì la seconda sconfitta per mano del cognato e rivale Rainulfo d'#Alife, che già a #Nocera nel 1132 aveva inferto al sovrano una nota sconfitta militare.
Rainulfo, marito della sorella di Ruggero Matilde d'#Altavilla, era ormai in guerra da anni contro il Re di Sicilia ed in tale contesa godeva dell'appoggio di Papa Innocenzo II e dell'Imperatore Lotario II. Costoro lo avevano addirittura nominato Duca di #Puglia in aperto contrasto con il sovrano siciliano, che per quel ruolo aveva designato il suo primogenito Ruggero III.
A Rignano Rainulfo si presentò forte dell'ausilio di 800 militari prestatigli dall'Imperatore germanico. Sul campo di battaglia l'esercito siciliano fu sconfitto, con i due Ruggeri costretti a riparare a #Salerno.
Tuttavia la sconfitta non condusse a gravi conseguenze politiche per gli Altavilla. E due anni dopo Ruggero II avrà definitivamente la meglio su Rainulfo e si vedrà riconosciuto finalmente il titolo di Re di Sicilia nonché quello di Duca di Puglia per i suoi discendenti.
Paradossalmente la sconfitta di Rignano darà inoltre a Ruggero II l'opportunità di prendere il diretto controllo del Ducato di #Napoli, affidandolo al figlio Alfonso dopo che il Duca Sergio era perito in battaglia al fianco delle armate siculonormanne.
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Il 30 ottobre 1137 a #Rignano, sul #Gargano, Re Ruggero II di #Sicilia subì la seconda sconfitta per mano del cognato e rivale Rainulfo d'#Alife, che già a #Nocera nel 1132 aveva inferto al sovrano una nota sconfitta militare.
Rainulfo, marito della sorella di Ruggero Matilde d'#Altavilla, era ormai in guerra da anni contro il Re di Sicilia ed in tale contesa godeva dell'appoggio di Papa Innocenzo II e dell'Imperatore Lotario II. Costoro lo avevano addirittura nominato Duca di #Puglia in aperto contrasto con il sovrano siciliano, che per quel ruolo aveva designato il suo primogenito Ruggero III.
A Rignano Rainulfo si presentò forte dell'ausilio di 800 militari prestatigli dall'Imperatore germanico. Sul campo di battaglia l'esercito siciliano fu sconfitto, con i due Ruggeri costretti a riparare a #Salerno.
Tuttavia la sconfitta non condusse a gravi conseguenze politiche per gli Altavilla. E due anni dopo Ruggero II avrà definitivamente la meglio su Rainulfo e si vedrà riconosciuto finalmente il titolo di Re di Sicilia nonché quello di Duca di Puglia per i suoi discendenti.
Paradossalmente la sconfitta di Rignano darà inoltre a Ruggero II l'opportunità di prendere il diretto controllo del Ducato di #Napoli, affidandolo al figlio Alfonso dopo che il Duca Sergio era perito in battaglia al fianco delle armate siculonormanne.
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📜 L’ANNUS HORRIBILIS DELLA SICILIA BORBONICA
Il 31 ottobre 1837 Re Ferdinando II delle Due Sicilie abolì il Ministero per gli Affari di Sicilia a #Napoli, istituito dopo i moti indipendentisti del 1820 e volto a garantire un minimo grado di autonomia amministrativa alla #Sicilia.
Contestualmente fu anche sancito il principio della cosiddetta “promiscuità” negli impieghi pubblici. Veniva così meno ogni residuo barlume di autogoverno sopravvissuto all’abolizione del Regno di Sicilia decretata nel 1816.
Il 1837 era stato un anno assai difficile per i rapporti tra i #Borbone e la Sicilia. In estate lo scoppio dell’epidemia di colera aveva suscitato il rancore della popolazione, convinta che la diffusione della malattia fosse una conseguenza voluta dal Governo di Napoli. La rabbia era sfociata in alcuni tentativi rivoluzionari scoppiati in città come #Catania e #Siracusa.
Anche per tale ragione le autorità napoletane decisero di sopprimere il Ministero per gli Affari di Sicilia, accentrando l’organizzazione amministrativa a Napoli. Prima della sua soppressione il Ministero, istituito nel 1821 e più volte riformato nel corso degli anni, era suddiviso in 5 uffici: segretariato; grazia e giustizia; affari ecclesiastici e polizia; finanze; affari interni.
Le politiche centralistiche delle autorità borboniche non fecero che esasperare il già forte malcontento nei confronti della condizione della Sicilia ridotta a “Dominio al di là del Faro”. Dopo la Rivoluzione indipendentista del 1848, una volta riconquistato il controllo dell’Isola, Ferdinando II si troverà costretto a istituire nuovamente il Ministero.
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🌟 Nati Oggi
✍️ 1824: Nasce a #Canicattì il giornalista Vincenzo Macaluso, protagonista dei moti del 1848.
🥀 Scomparsi Oggi
🎨 1765: Muore a #Ispica il pittore Olivio Sozzi.
🏛️ 1983: Muore a #Roma l’architetto e urbanista palermitano Giuseppe Samonà.
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Il 31 ottobre 1837 Re Ferdinando II delle Due Sicilie abolì il Ministero per gli Affari di Sicilia a #Napoli, istituito dopo i moti indipendentisti del 1820 e volto a garantire un minimo grado di autonomia amministrativa alla #Sicilia.
Contestualmente fu anche sancito il principio della cosiddetta “promiscuità” negli impieghi pubblici. Veniva così meno ogni residuo barlume di autogoverno sopravvissuto all’abolizione del Regno di Sicilia decretata nel 1816.
Il 1837 era stato un anno assai difficile per i rapporti tra i #Borbone e la Sicilia. In estate lo scoppio dell’epidemia di colera aveva suscitato il rancore della popolazione, convinta che la diffusione della malattia fosse una conseguenza voluta dal Governo di Napoli. La rabbia era sfociata in alcuni tentativi rivoluzionari scoppiati in città come #Catania e #Siracusa.
Anche per tale ragione le autorità napoletane decisero di sopprimere il Ministero per gli Affari di Sicilia, accentrando l’organizzazione amministrativa a Napoli. Prima della sua soppressione il Ministero, istituito nel 1821 e più volte riformato nel corso degli anni, era suddiviso in 5 uffici: segretariato; grazia e giustizia; affari ecclesiastici e polizia; finanze; affari interni.
Le politiche centralistiche delle autorità borboniche non fecero che esasperare il già forte malcontento nei confronti della condizione della Sicilia ridotta a “Dominio al di là del Faro”. Dopo la Rivoluzione indipendentista del 1848, una volta riconquistato il controllo dell’Isola, Ferdinando II si troverà costretto a istituire nuovamente il Ministero.
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⚽ UNA STORIA ROSANERO
Il 1° novembre 1900, per volere di Ignazio Majo Pagano, nasceva l’Anglo-Palermitan Athletic and Foot-Ball Club, quello che 7 anni dopo sarebbe diventato il Palermo F.C., la più antica e blasonata squadra di calcio siciliana, sesta in #Italia per anzianità.
Dopo aver esordito con i colori rossoblu, nel 1907 il Palermo adottò i colori che avrebbero reso celebre la squadra, il #rosanero, a simboleggiare i suoi risultati a tratti dolci e amari. Tra il 1909 ed il 1915 la compagine palermitana - battendo le squadre di #Napoli - si aggiudicò 5 delle 7 edizioni della Coppa Lipton, l’equivalente meridionale del nascente campionato di calcio italiano disputato nel Nord Italia.
Nel 1932 il Palermo esordì in Lega Serie A, prima squadra siciliana a giungere nella massima divisione italiana. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, la squadra rosanero si aggiudicò l’unico campionato di calcio siciliano mai disputato.
Nei primi anni cinquanta i rosanero vissero un periodo di grande prestigio, di cui fu protagonista il Presidente Raimondo Lanza di Trabia - considerato l’inventore del calciomercato - che, coltivando il sogno di portare la squadra ai vertici del calcio italiano, acquistò giocatori di grande spessore, tra cui spiccava il danese Helge Bronée.
Dopo la misteriosa morte del Principe Lanza di Trabia nel 1954, per la squadra rosanero iniziò un lungo periodo di risultati altalenanti tra Serie A e Serie B. Tuttavia, a cavallo degli anni ‘50 e ‘70, tra i giocatori a vestire la maglia del Palermo vi saranno campioni come l’argentino Vernazza ed i portieri della nazionale italiana Anzolin e Mattrel.
Nel 1970 diventò Presidente dei rosanero l’imprenditore Renzo Barbera, rimasto al timone del Palermo per 10 anni. Nel 1973 la squadra retrocesse dalla Serie A, palcoscenico che rivedrà solo a partire dal 2004, dopo una cattività durata ben 31 anni. Malgrado ciò, nel corso degli anni ‘70 i rosanero sfiorarono per ben due volte la vittoria della #CoppaItalia, venendo sconfitti in finale ai rigori dal #Bologna nel 1974 ed ai tempi supplementari dalla #Juventus nel 1979.
Dopo i travagliatissimi anni ‘80, caratterizzati dall’omicidio mafioso del Presidente Roberto Parisi nel 1985 e dal fallimento del 1986, la squadra rosanero affrontò molti anni di risultati altalenanti tra Serie B e Serie C.
Nel 2002 arrivò la svolta con l’acquisto da parte dell’ex Presidente del #Venezia Maurizio Zamparini. Dopo aver allestito un organico già all’altezza della Serie A, nel 2004 i rosanero ottennero la storica promozione nella massima divisione dopo 31 anni. Seguirono gli anni di maggior successo nella storia della squadra, giunta a sfiorare più volte la qualificazione in UEFA Champions League, ottenendo per ben 3 volte il quinto posto e per 5 volte la qualificazione in UEFA Europa League. Nel 2011 il Palermo arrivò alla sua terza finale di Coppa Italia, persa per 3-1 a #Roma contro l’#Inter campione d’Europa e del Mondo in carica.
Nel decennio d’oro della sua storia, hanno vestito la maglia rosanero campioni internazionali del calibro dell’uruguagio #Cavani, degli argentini #Dybala e #Pastore, del brasiliano #Amauri, dello sloveno #Ilicic nonché il capocannoniere rosanero di ogni tempo Fabrizio Miccoli e ben 5 campioni del mondo della nazionale italiana del 2006: #Toni, #Barone, #Barzagli, #Zaccardo e #Grosso, autore del rigore decisivo nella finale di #Berlino contro la #Francia.
Vantando 29 partecipazioni al campionato di Serie A, il Palermo risulta essere la squadra più titolata della #Sicilia e, per risultati complessivi raggiunti, la seconda del #Mezzogiorno dopo il #Napoli.
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Il 1° novembre 1900, per volere di Ignazio Majo Pagano, nasceva l’Anglo-Palermitan Athletic and Foot-Ball Club, quello che 7 anni dopo sarebbe diventato il Palermo F.C., la più antica e blasonata squadra di calcio siciliana, sesta in #Italia per anzianità.
Dopo aver esordito con i colori rossoblu, nel 1907 il Palermo adottò i colori che avrebbero reso celebre la squadra, il #rosanero, a simboleggiare i suoi risultati a tratti dolci e amari. Tra il 1909 ed il 1915 la compagine palermitana - battendo le squadre di #Napoli - si aggiudicò 5 delle 7 edizioni della Coppa Lipton, l’equivalente meridionale del nascente campionato di calcio italiano disputato nel Nord Italia.
Nel 1932 il Palermo esordì in Lega Serie A, prima squadra siciliana a giungere nella massima divisione italiana. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, la squadra rosanero si aggiudicò l’unico campionato di calcio siciliano mai disputato.
Nei primi anni cinquanta i rosanero vissero un periodo di grande prestigio, di cui fu protagonista il Presidente Raimondo Lanza di Trabia - considerato l’inventore del calciomercato - che, coltivando il sogno di portare la squadra ai vertici del calcio italiano, acquistò giocatori di grande spessore, tra cui spiccava il danese Helge Bronée.
Dopo la misteriosa morte del Principe Lanza di Trabia nel 1954, per la squadra rosanero iniziò un lungo periodo di risultati altalenanti tra Serie A e Serie B. Tuttavia, a cavallo degli anni ‘50 e ‘70, tra i giocatori a vestire la maglia del Palermo vi saranno campioni come l’argentino Vernazza ed i portieri della nazionale italiana Anzolin e Mattrel.
Nel 1970 diventò Presidente dei rosanero l’imprenditore Renzo Barbera, rimasto al timone del Palermo per 10 anni. Nel 1973 la squadra retrocesse dalla Serie A, palcoscenico che rivedrà solo a partire dal 2004, dopo una cattività durata ben 31 anni. Malgrado ciò, nel corso degli anni ‘70 i rosanero sfiorarono per ben due volte la vittoria della #CoppaItalia, venendo sconfitti in finale ai rigori dal #Bologna nel 1974 ed ai tempi supplementari dalla #Juventus nel 1979.
Dopo i travagliatissimi anni ‘80, caratterizzati dall’omicidio mafioso del Presidente Roberto Parisi nel 1985 e dal fallimento del 1986, la squadra rosanero affrontò molti anni di risultati altalenanti tra Serie B e Serie C.
Nel 2002 arrivò la svolta con l’acquisto da parte dell’ex Presidente del #Venezia Maurizio Zamparini. Dopo aver allestito un organico già all’altezza della Serie A, nel 2004 i rosanero ottennero la storica promozione nella massima divisione dopo 31 anni. Seguirono gli anni di maggior successo nella storia della squadra, giunta a sfiorare più volte la qualificazione in UEFA Champions League, ottenendo per ben 3 volte il quinto posto e per 5 volte la qualificazione in UEFA Europa League. Nel 2011 il Palermo arrivò alla sua terza finale di Coppa Italia, persa per 3-1 a #Roma contro l’#Inter campione d’Europa e del Mondo in carica.
Nel decennio d’oro della sua storia, hanno vestito la maglia rosanero campioni internazionali del calibro dell’uruguagio #Cavani, degli argentini #Dybala e #Pastore, del brasiliano #Amauri, dello sloveno #Ilicic nonché il capocannoniere rosanero di ogni tempo Fabrizio Miccoli e ben 5 campioni del mondo della nazionale italiana del 2006: #Toni, #Barone, #Barzagli, #Zaccardo e #Grosso, autore del rigore decisivo nella finale di #Berlino contro la #Francia.
Vantando 29 partecipazioni al campionato di Serie A, il Palermo risulta essere la squadra più titolata della #Sicilia e, per risultati complessivi raggiunti, la seconda del #Mezzogiorno dopo il #Napoli.
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💰 DALLA MONETA DELL’IMPERATORE A QUELLA DELL’USURPATORE
Il 5 novembre 1266 l’usurpatore Carlo d’#Angiò, che aveva preso il controllo del Regno di #Sicilia dopo la sconfitta di Re Manfredi a #Benevento il 26 febbraio 1266, decretò l’emissione di una nuova moneta, denominata “Reale”.
Il Reale angioino, coniato in oro, era in realtà una moneta quasi del tutto simile al glorioso “Augustale” di Federico II di #Svevia, il quale aveva iniziato a circolare a partire dal 1231. Il differente nome era dovuto al diverso titolo dei due sovrani: Imperatore, e quindi “Augusto”, Federico II; Re (per quanto illegittimo) Carlo.
L’emissione della moneta fu affidata alla già esistente zecca di #Messina e, per i territori più settentrionali del Regno, alla neonata zecca di #Barletta, in #Puglia. Nel 1278 la sua emissione passò alla zecca di #Napoli.
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🌟Nato Oggi
✝️ 1715: Nasce a #Nicosia San Felice.
🥀Scomparso Oggi
📜 1977: Muore a #Firenze il politico Giorgio La Pira, nativo di #Pozzallo.
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Il Reale angioino, coniato in oro, era in realtà una moneta quasi del tutto simile al glorioso “Augustale” di Federico II di #Svevia, il quale aveva iniziato a circolare a partire dal 1231. Il differente nome era dovuto al diverso titolo dei due sovrani: Imperatore, e quindi “Augusto”, Federico II; Re (per quanto illegittimo) Carlo.
L’emissione della moneta fu affidata alla già esistente zecca di #Messina e, per i territori più settentrionali del Regno, alla neonata zecca di #Barletta, in #Puglia. Nel 1278 la sua emissione passò alla zecca di #Napoli.
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👨🏻⚕️ UN SICILIANO NELLA STORIA DELLA MEDICINA
Il 6 novembre 1580 moriva a #Palermo una delle figure chiave della storia della medicina mondiale, vale a dire Gianfilippo Ingrassia. Protomedico del Regno di #Sicilia, anatomista ed epidemiologo, ebbe un ruolo fondamentale per il superamento dell’epidemia di peste scoppiata nell’Isola nel 1575.
Nato a #Regalbuto nel 1510, Ingrassia crebbe in un ambiente familiare culturalmente molto stimolante. Anche per tale ragione già in giovanissima età fu accolto nella prestigiosa Accademia degli Accesi di Palermo.
Stabilitosi a #Padova per il conseguimento della laurea nell’importante ateneo veneto, Ingrassia si trasferì poi a #Napoli, dove divenne docente presso l’Università fondata da Federico II di #Svevia. Durante il periodo partenopeo si dedicò principalmente all’anatomia e nel 1546 scoprì - tra le altre cose - un ossicino sito nell’orecchio che battezzò “staffa”.
Tornato in Sicilia, unì all’insegnamento l’attività di medico. Nel 1563 Re Filippo I d’#Asburgo lo nominò protomedico del Regno di Sicilia, per certi versi un incarico analogo al moderno ministro della sanità. Apportando importanti precisazioni alle conoscenze mediche sedimentate nei secoli, Ingrassia può essere considerato come uno dei padri nobili della medicina legale e di quella pubblica. Nel 1575, allo scoppio dell’epidemia di peste, fu nominato consultore sanitario, dando un contributo fondamentale alla cessazione dell’emergenza sanitaria.
Noto per il carattere morigerato e modesto, alla sua morte fu sepolto presso il convento della Chiesa di San Domenico a Palermo, quella che diverrà nota come il Pantheon dei Siciliani illustri.
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🌟 Nato Oggi
📜 1822: Nasce a #Cerda il giurista Vito La Mantia.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
Il 6 novembre 1580 moriva a #Palermo una delle figure chiave della storia della medicina mondiale, vale a dire Gianfilippo Ingrassia. Protomedico del Regno di #Sicilia, anatomista ed epidemiologo, ebbe un ruolo fondamentale per il superamento dell’epidemia di peste scoppiata nell’Isola nel 1575.
Nato a #Regalbuto nel 1510, Ingrassia crebbe in un ambiente familiare culturalmente molto stimolante. Anche per tale ragione già in giovanissima età fu accolto nella prestigiosa Accademia degli Accesi di Palermo.
Stabilitosi a #Padova per il conseguimento della laurea nell’importante ateneo veneto, Ingrassia si trasferì poi a #Napoli, dove divenne docente presso l’Università fondata da Federico II di #Svevia. Durante il periodo partenopeo si dedicò principalmente all’anatomia e nel 1546 scoprì - tra le altre cose - un ossicino sito nell’orecchio che battezzò “staffa”.
Tornato in Sicilia, unì all’insegnamento l’attività di medico. Nel 1563 Re Filippo I d’#Asburgo lo nominò protomedico del Regno di Sicilia, per certi versi un incarico analogo al moderno ministro della sanità. Apportando importanti precisazioni alle conoscenze mediche sedimentate nei secoli, Ingrassia può essere considerato come uno dei padri nobili della medicina legale e di quella pubblica. Nel 1575, allo scoppio dell’epidemia di peste, fu nominato consultore sanitario, dando un contributo fondamentale alla cessazione dell’emergenza sanitaria.
Noto per il carattere morigerato e modesto, alla sua morte fu sepolto presso il convento della Chiesa di San Domenico a Palermo, quella che diverrà nota come il Pantheon dei Siciliani illustri.
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🤝 LA PACE IMPOSSIBILE
L'8 novembre 1347 veniva stipulata presso l'odierno Castello Ursino la Pace di #Catania tra Re Ludovico di #Sicilia e la Regina Giovanna I di #Napoli. Con tale accordo sembrò possibile porre fine all'annosa Guerra del #Vespro che ormai da decenni contrapponeva i casati di #Aragona e d'#Angiò. Protagonista della Pace di Catania fu il reggente del piccolo Re Ludovico, lo zio Giovanni di #Randazzo.
Giovanni, dopo aver attuato delle politiche volte al rafforzamento delle difese militari del Regno, tentò di giungere ad una soluzione diplomatica al conflitto. A tal fine trattò con la famiglia reale d'#Ungheria un accordo politico volto al riconoscimento dei diritti del nipote Ludovico.
Fallito questo accordo, dopo aver sventato altri attacchi militari angioini, passò a trattare direttamente con la Santa Sede, ottenendo nel 1347 la cessazione dell'interdetto gravante sulla Sicilia. Nell'agosto 1347, al fine di mettere pressione sugli angioini, tentò persino delle puntate militari verso Napoli.
Grazie alla sua avvedutezza e spregiudicatezza, Giovanni riuscì a completare il suo capolavoro diplomatico nel novembre 1347, con la mediazione di Papa Clemente VI. Tramite la Pace di Catania i due regni di Sicilia e Napoli si impegnavano al mutuo riconoscimento ed a cessare le rispettive rivendicazioni territoriali.
Tuttavia la morte di Giovanni il 7 aprile 1348 a #Milo, a causa dell'epidemia di peste nera, vanificò il risultato raggiunto, poiché per via dei contrasti sorti tra il nuovo tutore del piccolo Ludovico, Blasco II #Alagona, e la fazione latina, il Parlamento siciliano non ratificò il trattato.
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🌟 Nati Oggi
🎨 1655: Nasce a #Messina il pittore Filippo Tancredi.
📚 1916: Nasce a #Carini l’editore Ugo Mursia.
🥀 Scomparso Oggi
📖 1941: Muore a #Roma il politologo palermitano Gaetano Mosca.
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Giovanni, dopo aver attuato delle politiche volte al rafforzamento delle difese militari del Regno, tentò di giungere ad una soluzione diplomatica al conflitto. A tal fine trattò con la famiglia reale d'#Ungheria un accordo politico volto al riconoscimento dei diritti del nipote Ludovico.
Fallito questo accordo, dopo aver sventato altri attacchi militari angioini, passò a trattare direttamente con la Santa Sede, ottenendo nel 1347 la cessazione dell'interdetto gravante sulla Sicilia. Nell'agosto 1347, al fine di mettere pressione sugli angioini, tentò persino delle puntate militari verso Napoli.
Grazie alla sua avvedutezza e spregiudicatezza, Giovanni riuscì a completare il suo capolavoro diplomatico nel novembre 1347, con la mediazione di Papa Clemente VI. Tramite la Pace di Catania i due regni di Sicilia e Napoli si impegnavano al mutuo riconoscimento ed a cessare le rispettive rivendicazioni territoriali.
Tuttavia la morte di Giovanni il 7 aprile 1348 a #Milo, a causa dell'epidemia di peste nera, vanificò il risultato raggiunto, poiché per via dei contrasti sorti tra il nuovo tutore del piccolo Ludovico, Blasco II #Alagona, e la fazione latina, il Parlamento siciliano non ratificò il trattato.
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🗓️ 7 GENNAIO 2024
📖Proverbiu du jionnu
"L'invidiusu campa piniannu"
🗞Videmu chi succidiu na vota di sti tempi.
👑 FINE DELL’USURPATORE
Il 7 gennaio 1285 moriva a #Foggia Carlo d’#Angiò, il fratello del Re di #Francia noto nella storia siciliana per aver usurpato la corona del Regno di #Sicilia dal 1266, anno della vittoria su Re Manfredi, al 1282, anno della rivoluzione del #Vespro che condusse alla cacciata degli angioini dall’Isola.
Privato della Sicilia, ma rimasto sul trono di #Napoli e in perenne guerra contro la coalizione siculo-aragonese, Carlo morì stremato dalla febbre. A succedergli fu il figlio Carlo II lo Zoppo.
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Il 7 gennaio 1285 moriva a #Foggia Carlo d’#Angiò, il fratello del Re di #Francia noto nella storia siciliana per aver usurpato la corona del Regno di #Sicilia dal 1266, anno della vittoria su Re Manfredi, al 1282, anno della rivoluzione del #Vespro che condusse alla cacciata degli angioini dall’Isola.
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