Le cannucce da birra in oro e argento del sito archeologico di Majkop
Soltanto di recente gli studiosi sono riusciti a capire lo scopo di alcuni oggetti provenienti dal misterioso sito di Majkop, in Adighezia. Molti di essi continuano ad essere un mistero, sebbene il tumulo di Majkop sia stato scoperto alla fine del XIX secolo
Si trovano all’Ermitage i reperti del sito di Majkop – tumulo funerario del quarto millennio a.C., dove già nel 1897 furono scoperte centinaia di preziosi oggetti. All’epoca, tuttavia, non si riusciva a capire lo scopo di alcuni di essi.
La perplessità più grande era dovuta a otto tubi in oro e argento. Ogni tubo, costituito da più segmenti infilati uno dentro l’altro, era lungo poco più di un metro e aveva il diametro di circa 1 cm. Su 4 di essi c’erano figurine di tori. All’epoca, gli scienziati decisero che fossero dei supporti per un baldacchino funebre.
Tuttavia, un recente studio, pubblicato nel 2022, ha portato a una conclusione sorprendente: si tratta di cannucce usate per bere birra da un recipiente comune. Dentro le cannucce sono state scoperte delle tracce di amido di orzo.
All’estremità, le cannucce hanno un segmento perforato che secondo gli scienziati serviva per filtrare la birra. Cannucce analoghe erano largamente in uso presso i sumeri e gli antichi egizi.
📸 V. Trifonov
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Soltanto di recente gli studiosi sono riusciti a capire lo scopo di alcuni oggetti provenienti dal misterioso sito di Majkop, in Adighezia. Molti di essi continuano ad essere un mistero, sebbene il tumulo di Majkop sia stato scoperto alla fine del XIX secolo
Si trovano all’Ermitage i reperti del sito di Majkop – tumulo funerario del quarto millennio a.C., dove già nel 1897 furono scoperte centinaia di preziosi oggetti. All’epoca, tuttavia, non si riusciva a capire lo scopo di alcuni di essi.
La perplessità più grande era dovuta a otto tubi in oro e argento. Ogni tubo, costituito da più segmenti infilati uno dentro l’altro, era lungo poco più di un metro e aveva il diametro di circa 1 cm. Su 4 di essi c’erano figurine di tori. All’epoca, gli scienziati decisero che fossero dei supporti per un baldacchino funebre.
Tuttavia, un recente studio, pubblicato nel 2022, ha portato a una conclusione sorprendente: si tratta di cannucce usate per bere birra da un recipiente comune. Dentro le cannucce sono state scoperte delle tracce di amido di orzo.
All’estremità, le cannucce hanno un segmento perforato che secondo gli scienziati serviva per filtrare la birra. Cannucce analoghe erano largamente in uso presso i sumeri e gli antichi egizi.
📸 V. Trifonov
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Russi che hanno segnato la storia🧐🇷🇺
9 / Sergej Eisenstein (1898 - 1948)
Regista sovietico soprannominato “il padre del montaggio”, famoso per i suoi film muti sulla Rivoluzione russa del 1917.
🪆 Il personaggio precedente: Aleksandr Suvorov
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Regista sovietico soprannominato “il padre del montaggio”, famoso per i suoi film muti sulla Rivoluzione russa del 1917.
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Sport invernali in Kamchatka
Ami lo sci e lo snowboard fuori pista? La Kamchatka potrebbe essere la destinazione giusta per te! Il fuoripista in Kamchatka significa tonnellate di neve fresca, spazi aperti infiniti, vulcani fumanti e relax per il dopo sci nelle sorgenti termali.✨😌
⭐️ Sei già proiettato verso l'estate o non ti interessano gli sport invernali? Ecco i nostri consigli per visitare la Kamchatka durante la stagione calda qui!
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Oggi ti proponiamo l'intervista ad un italiano che ha lasciato il bel Paese per la Russia e che da quasi vent'anni delizia i locali con le sue creazioni in cucina. Si chiama Giuseppe D'Agostino, siciliano di nascita e pietroburghese d'adozione e considera la Russia la sua seconda patria.
A portarlo sulle rive della Neva è stato, come spesso accade, l'amore per una ragazza del posto. "Mi sono trasferito in Russia per mia moglie. Ci siamo conosciuti quando lavoravo in Sicilia. Lei era da noi come turista. Stavo tornando a casa dal lavoro, una sera, lungo la spiaggia… "
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A portarlo sulle rive della Neva è stato, come spesso accade, l'amore per una ragazza del posto. "Mi sono trasferito in Russia per mia moglie. Ci siamo conosciuti quando lavoravo in Sicilia. Lei era da noi come turista. Stavo tornando a casa dal lavoro, una sera, lungo la spiaggia… "
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“Così porto l’Italia nel piatto nella città più bella della Russia, San Pietroburgo” (INTERVISTA)
Giuseppe D’Agostino ha lasciato la Sicilia 18 anni fa e si è stabilito sulla Neva. Non ha imparato ad amare il pesce essiccato che i russi mangiano...
Scopri nella nostra gallery alcune delle più belle attrazioni turistiche costruite in Russia dopo il 2000 📸🇷🇺
1 / Parco Zaryadye, Mosca
2 / Lakhta Center, San Pietroburgo
3 / Moschea Qol-Şärif, Kazan
4 / Ponte Zolotoj, Vladivostok
5 / Ponte Russkij, Vladivostok
🪆 Vorresti vederne altre? Non perderti il nostro articolo qui!
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1 / Parco Zaryadye, Mosca
2 / Lakhta Center, San Pietroburgo
3 / Moschea Qol-Şärif, Kazan
4 / Ponte Zolotoj, Vladivostok
5 / Ponte Russkij, Vladivostok
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Il biplano Antonov An-2 eseguì il suo primo volo nel 1947. Allora, probabilmente, nessuno pensava che questo aereo sarebbe diventato uno dei più grandi successi dell’industria aeronautica dell’Urss. Nel 1992, addirittura, l’aereo finì sul Guinness dei primati come aereo rimato più a lungo in produzione nel mondo intero: circa 45 anni.
Il progetto iniziale classificava il biplano come “Aereo agricolo Antonov”. Sebbene successivamente sia stato usato per il trasporto di passeggeri e merci, per lo spegnimento degli incendi, nelle forze armate e in altre sfere, il soprannome “kukuruznik”, cioè “del mais” (da “kukuruza” che in russo è il “granturco”) gli è rimasto attaccato per sempre. Vorresti saperne di più?
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Il progetto iniziale classificava il biplano come “Aereo agricolo Antonov”. Sebbene successivamente sia stato usato per il trasporto di passeggeri e merci, per lo spegnimento degli incendi, nelle forze armate e in altre sfere, il soprannome “kukuruznik”, cioè “del mais” (da “kukuruza” che in russo è il “granturco”) gli è rimasto attaccato per sempre. Vorresti saperne di più?
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Perché l’aereo sovietico An-2 è finito sul Guinness dei primati? (FOTO)
La storia del biplano Antonov An-2 conta ormai quasi ottant’anni. Su questo aereo hanno viaggiato i dirigenti di Urss, Vietnam, Grenada e persino il...
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Continua il nostro viaggio negli inverni russi. La nostra fermata di oggi è l'antica città di Pskov❄️😍
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Il "San Sergio di Radonezh" di Nikolaj Rerikh
Quello che vedete è il dipinto di Nikolaj Rerikh “San Sergio di Radonezh”, realizzato nel1932. In molti associano questo artista soltanto a paesaggi esotici e alle vedute dell’Himalaya. Tuttavia, molti quadri di Rerikh sono ispirati alla storia e alla fede religiosa
In questo dipinto, Sergio di Radonezh benedice i militi russi (dei quali però nel dipinto si vedono soltanto le lance), in vista della battaglia di Kulikovo contro i tataro-mongoli, che ebbe un’enorme importanza per la liberazione delle terre russe.
In secondo piano è rappresentato il monastero della Trinità, consacrato a San Sergio, il santo tiene in mano la chiesa della Trinità dell’omonimo monastero. Tale era la classica raffigurazione iconografica dei santi protettori.
Alla destra di San Sergio, Rerikh rappresenta un mandylion (ovvero un'immagine del Salvatore acheropita, non creata dalla mano umana) mentre sopra il santo c’è l’Occhio della Provvidenza, che nelle icone ortodosse si incontra abbastanza di rado.
È interessante che Rerikh abbia creato l’opera durante la sua permanenza in India. Più tardi, avrebbe regalato il dipinto al Museo Russo di Praga, dove a lui era dedicata un’intera sala.
Durante l’occupazione tedesca, il museo fu saccheggiato dai nazisti, pertanto dopo la fine della guerra l’ambasciata sovietica in Cecoslovacchia propose di esporre i quadri sopravvissuti nell’edificio della scuola sovietica a Praga.
In seguito, tutta la collezione fu consegnata all’Urss. Così “San Sergio” prese il suo posto nella Galleria Tretjakov.
Potrai ammirare “San Sergio” e un centinaio di altre opere di Nikolaj Rerikh, fra dipinti e lavori grafici, alla mostra dedicata al 150°anniversario della nascita dell’artista presso la Galleria Tretjakov, che resterà aperta fino al 10 marzo 2024.
📸 Galleria Tretjakov
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Quello che vedete è il dipinto di Nikolaj Rerikh “San Sergio di Radonezh”, realizzato nel1932. In molti associano questo artista soltanto a paesaggi esotici e alle vedute dell’Himalaya. Tuttavia, molti quadri di Rerikh sono ispirati alla storia e alla fede religiosa
In questo dipinto, Sergio di Radonezh benedice i militi russi (dei quali però nel dipinto si vedono soltanto le lance), in vista della battaglia di Kulikovo contro i tataro-mongoli, che ebbe un’enorme importanza per la liberazione delle terre russe.
In secondo piano è rappresentato il monastero della Trinità, consacrato a San Sergio, il santo tiene in mano la chiesa della Trinità dell’omonimo monastero. Tale era la classica raffigurazione iconografica dei santi protettori.
Alla destra di San Sergio, Rerikh rappresenta un mandylion (ovvero un'immagine del Salvatore acheropita, non creata dalla mano umana) mentre sopra il santo c’è l’Occhio della Provvidenza, che nelle icone ortodosse si incontra abbastanza di rado.
È interessante che Rerikh abbia creato l’opera durante la sua permanenza in India. Più tardi, avrebbe regalato il dipinto al Museo Russo di Praga, dove a lui era dedicata un’intera sala.
Durante l’occupazione tedesca, il museo fu saccheggiato dai nazisti, pertanto dopo la fine della guerra l’ambasciata sovietica in Cecoslovacchia propose di esporre i quadri sopravvissuti nell’edificio della scuola sovietica a Praga.
In seguito, tutta la collezione fu consegnata all’Urss. Così “San Sergio” prese il suo posto nella Galleria Tretjakov.
Potrai ammirare “San Sergio” e un centinaio di altre opere di Nikolaj Rerikh, fra dipinti e lavori grafici, alla mostra dedicata al 150°anniversario della nascita dell’artista presso la Galleria Tretjakov, che resterà aperta fino al 10 marzo 2024.
📸 Galleria Tretjakov
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Gemelli diversi: i cartoni animati doppi Usa VS Urss
Sapevi che molti cartoni animati celebri in occidente hanno un'interessante (e spesso eccellente) trasposizione russa? Te li presentiamo nella nostra rubrica!
5 / “Il libro della giungla” – “Maugli”
Entrambi i cartoni animati sono basati su “The Jungle Book” di Rudyard Kipling (1865-1936), che parla di un ragazzo selvaggio Mowgli (“Maugli” nella versione russa), allevato nella giungla indiana da animali. Mentre la storia della Disney del 1967 è più edificante e positiva, con orsi che cantano e un gioioso mondo selvaggio, l’animazione sovietica del 1973 (che univa cinque puntate realizzate tra il 1967 e il 1971) mostra quanto sia difficile sopravvivere quando vige la legge della giungla. È pieno di drammaticità, coraggio e metafore sui problemi della vita reale. Molto forte e assolutamente consigliato!
Hai mai visto “Maugli”? Ti piace? Parliamone nei commenti!
📹 Vuoi vedere questo cartone? Puoi vederlo in russo su Youtube qui!
🪆 La puntata precedente: “Biancaneve e i sette nani” – “Fiaba della zarevna morta e dei sette bogatyri”
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Sapevi che molti cartoni animati celebri in occidente hanno un'interessante (e spesso eccellente) trasposizione russa? Te li presentiamo nella nostra rubrica!
5 / “Il libro della giungla” – “Maugli”
Entrambi i cartoni animati sono basati su “The Jungle Book” di Rudyard Kipling (1865-1936), che parla di un ragazzo selvaggio Mowgli (“Maugli” nella versione russa), allevato nella giungla indiana da animali. Mentre la storia della Disney del 1967 è più edificante e positiva, con orsi che cantano e un gioioso mondo selvaggio, l’animazione sovietica del 1973 (che univa cinque puntate realizzate tra il 1967 e il 1971) mostra quanto sia difficile sopravvivere quando vige la legge della giungla. È pieno di drammaticità, coraggio e metafore sui problemi della vita reale. Molto forte e assolutamente consigliato!
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Avresti mai detto che le tigri, maestosi e temibili felini, potessero essere così giocose e affettuose? Mikhail Zaretskij si dedica a questi splendidi animali ogni giorno. I risultati? Puoi vederli nelle nostre immagini! 🐯😍
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Come nacque e si diffuse la musica carceraria in Russia? Te lo raccontiamo nel nostro articolo di oggi.
Sin dai tempi antichi i russi hanno sempre amato cantare in coro. Cantavano anche quando venivano incatenati e portati in prigione. Nel 1860, nel romanzo semi autobiografico “Memorie dalla casa dei morti”, Fjodor Dostoevskij per la prima volta fece conoscere ai lettori la canzone carceraria russa.
“Nelle caserme si sentivano canzoni. L’ubriachezza si stava già trasformando in un delirio inebriante e le canzoni stavano per strappare le lacrime. Molti andavano in giro con le loro balalajke, con le rozze pellicce di pecora sulle spalle e pizzicavano le corde con aria ardita. Nella squadra speciale c’era persino un coro di otto persone. Loro erano bravi a cantare con l’accompagnamento di balalajke e chitarre. Si cantavano poche canzoni puramente popolari. La maggior parte delle canzoni cantate erano quelle che chiamiamo ‘carcerarie’” (in russo: “арестантские”; “arestántskie”). Così Dostoevskij descriveva la vita quotidiana dei criminali reclusi in Siberia nella seconda metà del XIX secolo.
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Sin dai tempi antichi i russi hanno sempre amato cantare in coro. Cantavano anche quando venivano incatenati e portati in prigione. Nel 1860, nel romanzo semi autobiografico “Memorie dalla casa dei morti”, Fjodor Dostoevskij per la prima volta fece conoscere ai lettori la canzone carceraria russa.
“Nelle caserme si sentivano canzoni. L’ubriachezza si stava già trasformando in un delirio inebriante e le canzoni stavano per strappare le lacrime. Molti andavano in giro con le loro balalajke, con le rozze pellicce di pecora sulle spalle e pizzicavano le corde con aria ardita. Nella squadra speciale c’era persino un coro di otto persone. Loro erano bravi a cantare con l’accompagnamento di balalajke e chitarre. Si cantavano poche canzoni puramente popolari. La maggior parte delle canzoni cantate erano quelle che chiamiamo ‘carcerarie’” (in russo: “арестантские”; “arestántskie”). Così Dostoevskij descriveva la vita quotidiana dei criminali reclusi in Siberia nella seconda metà del XIX secolo.
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Come nacque e come si diffuse la musica carceraria russa?
Sia Dostoevskij sia Gorkij, e persino Lenin, hanno qualcosa che li lega alle canzoni dette “arestantskie”, cantate per secoli dai detenuti russi, e...
🇷🇺🇮🇹Abbiamo una domanda per te!🧐
Qual è il tuo piatto/cibo russo preferito?
Scrivici nei commenti!⬇️⬇️⬇️
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Qual è il tuo piatto/cibo russo preferito?
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Nella nostra gallery di oggi ti mostriamo alcuni dei tesori più ricchi e famosi scoperti in Russia📸🇷🇺
1 / Gran Tesoro del Cremlino di Mosca
2 / Tesoro del Palazzo Trubetskoj-Naryshkin
3 / Tesoro di Rjazan
4 / Tesoro del vecchio Gostinyj dvor
5 / Tesoro di Ustjuzhna
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1 / Gran Tesoro del Cremlino di Mosca
2 / Tesoro del Palazzo Trubetskoj-Naryshkin
3 / Tesoro di Rjazan
4 / Tesoro del vecchio Gostinyj dvor
5 / Tesoro di Ustjuzhna
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