Giubbe Rosse
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QUELLO CHE HO VISTO E SENTITO A MOSCA SULLA GUERRA IN UCRAINA

Le élite russe sembrano rassegnate ad accettare che il conflitto si protragga a tempo indeterminato.
Forse la cosa più sorprendente di Mosca oggi è la sua calma, è una città che è stata appena sfiorata dalla guerra. In effetti, finché non si accende la televisione – dove la propaganda è onnipresente – difficilmente ci si accorge che c’è una guerra. Qualsiasi danno economico causato dalle sanzioni occidentali è stato compensato dal gran numero di russi ricchi che sono tornati a casa grazie alle sanzioni. [Inoltre] il governo russo ha deliberatamente limitato il servizio di leva a Mosca e San Pietroburgo e questo, insieme a un certo grado di repressione, spiega perché ci sono state poche proteste da parte dei giovani istruiti. Non temendo più il servizio di leva, molti dei giovani moscoviti fuggiti dalla Russia all’inizio della guerra sono ora tornati. Per quanto riguarda i negozi del centro di Mosca, non saprei dire se le borse di Louis Vuitton sono articoli autentici o imitazioni cinesi, ma non mancano. E, cosa ancor più importante, la Russia del dopoguerra dimostra qualcosa che la Germania di un tempo aveva capito e che il resto dell’Europa farebbe bene a capire: in un mondo incerto, è davvero molto importante essere in grado di coltivare tutto il proprio cibo.

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SCUSATE, VOGLIAMO LA GUERRA: PERCHÉ LE ÉLITE DELL’UE IGNORERANNO L’UNGHERIA DI ORBAN

Dal 1° luglio e' iniziata la presidenza ungherese al Consiglio dell’Unione europea: le mosse di Orban non si sono fatte attendere. L’Ungheria, rappresentata dal suo Primo Ministro Viktor Orban, ha assunto dallo scorso 1° luglio la Presidenza a rotazione del Consiglio dell’Unione Europea e ha subito deciso di fare qualcosa di non convenzionale: lavorare davvero. Così sono stati tirati fuori i coltelli. Nel 2022, la cosa più memorabile che il francese Emmanuel Macron ha fatto durante il suo incarico a capo del semestre Ue è stata la creazione di un logo per la sua presidenza che incorporava le sue iniziali. Il beneficio per il popolo francese ed europeo è stato fantastico – come dire: la fantasia non ci manca. Per l’incontro in Francia della sua presidenza, Macron ha affiancato la presidente della burocrazia della Commissione Europea non eletta, la ‘Regina’ Ursula von der Leyen, mentre sostenevano questioni come il cambiamento climatico, la transizione digitale ed il complesso militare industriale dell’UE (ehm, l”Unione della Difesa dell’UE’).

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Si fatica a non ridere (o a non piangere, se preferite) leggendo questo articolo. Da un lato, il presunto radicalismo di Ilaria Salis, che non vota per la von der Leyen, ma solo perché ritiene troppo morbido il suo approccio al Green Deal e troppo restrittiva la sua politica in materia di immigrazione. Dall'altro, l'articolista de Il Giornale, che definisce "bolsceviche" le posizioni della neoeletta milanese, che in un altro passaggio accosta addirittura alla Corea del Nord. Di qua come di là, gente che è rimasta al secolo scorso. Da un lato, chi parla di "distruggere il capitalismo" senza avere la più vaga idea del sistema alternativo con cui vorrebbe sostituirlo, che non si pone mai il problema di come creare la ricchezza che poi promette di distribuire, che parla di lavoro e di immigrazione partendo dal presupposto che siano semplicemente "diritti" e, in quanto tali, da applicare sempre e comunque, a prescindere dalle condizioni economiche e dalla sostenibilità finanziaria. Dall'altro, chi chiama marxismo e retaggio sovietico quello che è piuttosto un confuso coacervo di temi post-sessantottini, ecologismo massimalista e no-borderismo globalista. Figli di Adorno, tutt'al più, non di Marx.

Su una cosa, però, sono d'accordo di qua come di là: come dividersi gli scranni parlamentari, piazzare i loro adepti in commissioni e consigli di amministrazione vari per irrorare i rispettivi bacini elettorali. Voi che ci seguite da quattro anni siete molto più avanti di almeno la metà degli italiani che ancora votano per questi ologrammi del secolo passato. Voi avete capito quello che a tanti ancora sfugge: che questa è una battaglia tra chi sta sopra e chi sta sotto, tra chi è dentro il sistema e chi è fuori, tra chi i diritti li decide e chi, invece, è costretto a inseguirli su base sempre più restrittiva e premiale. Un giorno qualcuno ammetterà, infine, che avevate ragione voi.

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🇪🇭🇮🇱 GAZA - Procede senza sosta lo spianamento di Gaza. Stamani una bomba ha colpito una torre nel campo di Nuseirat, al centro della Striscia di Gaza.

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🇾🇪🇮🇱 YEMEN. ATTACCO ISRAELIANO A HODEIDA
Attacchi israeliani segnalati nella città portuale yemenita occidentale di Hodeida contro obiettivi dei ribelli Houthi.
Almeno 6 caccia impegnati, supportati da un aereo cisterna.

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🇾🇪🇮🇱 YEMEN. COLPITI DEPOSITI DI PETROLIO NEL PORTO DI HODEIDA

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🇾🇪🇮🇱 YEMEN - Secondo la testata libanese Al Mayadeen,
l'attacco contro il porto di Hodeidah in Yemen è stato effettuato da aerei da combattimento israeliani F-35.

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RIELEZIONE VON DER LEYEN: L’INIZIO DELLA FINE

La settimana è cominciata con l'attentato a Trump e il suo rafforzamento e la rielezione della von der Leyen. Quali saranno le conseguenze di questi due avvenimenti nel panorama prossimo futuro della politica mondiale ( italiana?)

Buona visione!

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UN MINUTO DI SILENZIO PER TUTTI COLORO CHE LAVORANO IN ROSTICCERIA

RAGAZZI, NON MOLLATE!!!!


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RESISTERE A SE STESSI.”L’UOMO È FORTE” DI CORRADO ALVARO

Vi proponiamo la lettura di un romanzo distopico scritto nel 1938 da Corrado Alvaro, nato a San Luca (Reggio Calabria) il 15 aprile 1895, autore forse più conosciuto per la raccolta di racconti "Gente di Aspromonte" del 1930 e per il romanzo "Vent'anni" . Corrado Alvaro ha cercato con le sue opere di fondare un nuovo umanesimo che non dimenticasse i valori autentici basati sul senso religioso e soprattutto sulla nostra origine contadina genuina e concreta.

In “L’uomo è forte” di Corrado Alvaro, un romanzo dai toni distopici pubblicato nel 1938, viene descritta realisticamente una ipotetica società dittatoriale, caratterizzata da un totale controllo sulle azioni e sulle emozioni delle persone. L’impianto narrativo, accostabile a esempi letterari distopici coevi, si distingue per la rappresentazione del concetto di colpa sociale, che nello stato fittizio immaginato da Alvaro si mescola ad un senso del peccato dai toni pseudo-religiosi. Nel sistema oppressivo ognuno deve assolvere ad una funzione, fosse anche quella di essere il “nemico” necessario a giustificare il continuo senso di minaccia.

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Forwarded from Lettera da Mosca
UCRAINA - Il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, parla di referendum: “Zelenskyj dovrà ricorrere a un referendum; non credo che potrà arrivare da solo ad accordi così dolorosi e importanti, sulla pace e sull’eventuale cessione di territori, senza legittimazione da parte del popolo… solo il popolo può cedere parte del territorio alla Federazione Russa”. Klitschko aggiunge di dubita che Zelenskyj rinuncerà a parte del potere acquisito con l’introduzione della legge marziale.