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Resistere è un buon investimento.
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🇺🇦🇷🇺 UCRAINA - Manovra a tenaglia, come visto in altre occasioni, da parte delle forze russe in atto su Krasnogorivka (Donetsk), dove mancano circa 700 metri per chiudere una sacca, forzando le truppe ucraine a fuoriuscire dalla linea di trincee.
Intanto, intensi bombardamenti nella zona di Volchansk, nella regione di confine tra Ucraina (Kharkiv) e Russia (Belgorod).
Le voci di un prossimo attacco di terra russo verso Kupyansk da nord potrebbero essere vere. Il gen. Lapin comanda il "gruppo nord". (Mappa del presunto schieramento russo)

Fonte: Angelo Gambella/Suriyak

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🇺🇳 ONU. ASSEMBLEA GENERALE VOTA OGGI SUL RICONOSCIMENTO DELLA PALESTINA
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite voterà oggi alle 10:00 ora di New York una risoluzione a sostegno del riconoscimento della Palestina come stato membro a pieno titolo, simile ad altre nazioni in tutto il mondo.
Il progetto di risoluzione determina se uno Stato palestinese è qualificato per l’adesione, raccomandando al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di riconsiderare favorevolmente la sua richiesta di adesione a pieno titolo.

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🇪🇺🇪🇭 Secondo Borrell, Spagna, Irlanda, Malta e Slovenia riconosceranno lo Stato di Palestina il 21 maggio.

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🇺🇦🇷🇺 UCRAINA - Il villaggio di Strelechya, nell'oblast di Kharkiv, è interamente sotto il controllo russo.
Fonti ucraine informano che le forze russe stanno attaccando in vari punti a nord di Kharkov:
"Secondo le informazioni disponibili, sono iniziate battaglie negli insediamenti di Kudievka, Goptovka, Strelechya, Krasnoye, Pylnaya, Borisovka e Gatishche".

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🇺🇦 UCRAINA - Molteplici fonti confermano che a Vovchansk è in atto l'evacuazione dei civili a causa di massicci attacchi russi. Vovchansk si trova nell'oblast di Kharkov, a pochi chilometri dal confine con la Russia e da Belgorod. Potrebbero essere i segnali di un'imminente offensiva russa.

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🇷🇺 Stamane Putin aveva proposto come Premier Mikhail Mishustin già premier uscente. Oggi stesso, (10 minuti fa) la Duma ha votato con 375 voti a favore il nuovo mandato.
🔴 PSICOPATOLOGIA DELLA GUERRA ISRAELIANA
“Ora vai e sconfiggi Amalek e distruggi tutto ciò che ha; non avere pietà, ma metti a morte sia marito che moglie, dal giovane al neonato, dal bue alla pecora, dal cammello all'asino” (15:3).

Questa citazione biblica è stata utilizzata da Netanyahu per incitare l’IDF ad annientare la popolazione palestinese di Gaza. L’uso non solo di un linguaggio estremamente violento, ma di esplicito riferimento religioso, è una caratteristica sempre più presente tra i politici israeliani, che si è accentuata da quando la maggioranza di governo è costituita da una coalizione, in cui alcuni partiti sono fondamentalisti religiosi. Peraltro Netanyahu, a prescindere dalle sue idee, è sulla scena politica da 40 anni, e se fa ricorso a questo tipo di linguaggio è perché è consapevole che troverà riscontro nella popolazione che lo ascolta.
Anche se sembra un dettaglio, a metà strada tra ideologia politica e linguaggio propagandistico, in realtà ci dice molto sullo stato di Israele e la sua classe dirigente.
Non è questa la sede per esaminare l’evoluzione della società israeliana, e per indagare le ragioni che ne hanno determinato l’attuale connotazione, ma appare evidente come questa sia oggi intrappolata nelle proprie contraddizioni storiche - oltre che in quelle politiche - e che cerchi nel fondamentalismo una risposta alle proprie inquietudini, esattamente come è accaduto (al netto dell’uso strumentale che ne è stato fatto) per alcune fasce di popolazioni musulmane.
Il problema è che la duplice menzogna su cui è stato fondato lo stato (“una terra senza popolo per un popolo senza terra”), nonostante un quasi secolare appoggio incondizionato da parte dell’occidente, alla fine deve fare i conti con la realtà: in quella terra c’è un popolo che non è disposto a farsi schiacciare né a farsi scacciare.
Tutto il resto deriva da questa contraddizione insanabile. L’idea di poter costruire uno stato ebraico - con i non-ebrei rinchiusi in qualche bantustan o ridotti a cittadini di serie B - esteso su un'area che va dal Libano al Sinai e dal mare alla Giordania, è semplicemente un delirio politico privo di possibilità.
E l’attuale situazione sul campo di battaglia non fa che rispecchiare tutto ciò.
Per quanto il fondamentalismo religioso produca certamente guasti, nella capacità di gestione razionale degli eventi, è praticamente impossibile che l’intera classe dirigente israeliana (compresi i vertici delle forze armate, che sono importantissime in Israele) non si renda conto della impossibilità materiale, oltre che politica, di espellere anche soltanto una quota incisiva della popolazione palestinese da Gaza. Così come di conseguire una sconfitta anche solo significativa della Resistenza.
È altrettanto chiaro che l’interesse personale di Netanyahu, che vede nel prosieguo della guerra un modo per sfuggire alla fine ingloriosa della sua carriera politica (e probabilmente anche al carcere), non è sufficiente a spiegare l’ostinazione con cui Israele persiste nella sua strategia genocida - ma anche suicida. C’è chiaramente una dimensione psicopatologica, assai estesa tra la leadership politico-militare del paese, ed anche tra una larga fetta della popolazione. Questo elemento di rifiuto della realtà, in una tale dimensione collettiva, non può che essere ascritto - appunto - ad una forma patologica dell’incapacità di accettare la realtà, poiché questa non solo contrasta brutalmente con tutta una costruzione ideologica e culturale fondativa dell’identità, ma perché in larga misura mette radicalmente in discussione i singoli progetti di vita.
Il rischio è che questo scollamento produca scelte sempre peggiori, tanto più per l’influenza del fondamentalismo religioso. Già da tempo nella società israeliana ha spazio il mito di Masada, il suicidio di massa degli zeloti pur di non accettare la sconfitta da parte delle legioni romane. Qualcuno dovrebbe fermarli, prima che si faccia strada l’idea - biblica - del “muoia Sansone con tutti i Filistei”.
🇮🇹 GENOVA - In sede di interrogatorio davanti al GIP, Toti si è avvalso della facoltà di non rispondere. (Fonte: drb (@dottorbarbieri)

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Forwarded from Comilva
MANCANO POCHI GIORNI ALL’APPROVAZIONE DEL TRATTATO PANDEMICO E DEGLI EMENDAMENTI AL REGOLAMENTO SANITARIO INTERNAZIONALE: IL GOVERNO VA VERSO UNA TACITA APPROVAZIONE TRA MESSAGGI PER NULLA RASSICURANTI E LA TOTALE ASSENZA DI INFORMAZIONE.

OGNUNO DI NOI PUÒ ANCORA FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE!


Le Associazioni Comilva, Condav, ContiamoCi!, AsSIS e il Sindacato Di.Co.Si ContiamoCi!, hanno inviato il 23 aprile scorso una lettera alle Istituzioni nazionali e regionali per rinnovare l’appello a respingere il Trattato Pandemico e gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale in discussione presso l’OMS (https://t.me/comilva/508). Non abbiamo ricevuto alcun riscontro!
Il 16 aprile 2024 in Olanda il Parlamento ha approvato a maggioranza una mozione che impegna il Governo a chiedere una proroga nella votazione sui due provvedimenti in discussione o, se tale proroga non verrà accettata, a votare contro tali provvedimenti (https://doortofreedom.org/today-dutch-parliament-votes-to-instruct-the-government-to-demand-a-delay-in-both-who-votes-and-if-no-delay-to-vote-against-the-proposals/).
L’8 maggio 2024 i ministri della giustizia di 22 Stati Americani hanno scritto al Presidente Biden chiedendo di rigettare i due provvedimenti, dopo che i cittadini hanno inviato migliaia di lettere affinché si opponessero (https://merylnass.substack.com/p/we-did-it-22-attorneys-general-in?utm_source=post-email-title&publication_id=746368&post_id=144446150&utm_campaign=email-post-title&isFreemail=true&r=1np6x0&triedRedirect=true&utm_medium=email).

❗️❗️❗️Se non ancora fatto, fate vostro l’appello che abbiamo inviato il 23 aprile scorso❗️❗️❗️
Vi abbiamo messo a disposizione il facsimile della lettera e gli indirizzi e-mail del Parlamento Italiano e dei Consigli Regionali, potete scaricare tutto di seguito:

👉 Facsimile Lettera, https://www.comilva.org/sites/default/files/2024-05/Facsimile_LetteraIstituzioniOMS.docx
👉 Indirizzi e-mail, https://www.comilva.org/sites/default/files/2024-05/e-mail%2Bpec_Istituzioni.docx

Inviate la lettera anche ai vostri Sindaci e chiedete loro di prendere posizione!
Per tutti gli approfondimenti sull’argomento è a disposizione la pagina:
https://www.comilva.org/informazione/covid-editoriale-comilva/dalla-risposta-globale-al-coronavirus-al-trattato
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🔴 I RUSSI RIPRENDONO L'OFFENSIVA
Dopo un paio di mesi in cui le forze armate russe hanno ricominciato a riprendersi un villaggio dopo l'altro nell'oblast di Donetsk, stamattina sembrano essersi manifestati i primi segnali di una offensiva nell'oblast di Kharkiv.
Tra marzo ed aprile, l'esercito russo ha esercitato una pressione costante lungo la linea di combattimento del Donbass, impegnandosi soprattutto ad allontanare le artiglierie ucraine dal capoluogo, ormai da dieci anni soggetto a bombardamenti quasi quotidiani. Dopo una lunga battaglia che ha portato alla caduta della città fortificata di Avdeevka, le forze di Mosca hanno sviluppato una spinta offensiva con la caduta di numerosi villaggi, portandosi alla periferia di un'altra importante cittadella fortificata, Chasov Yar, la cui conquista è ormai presumibilmente questione di poche settimane. Le forze ucraine stanno cercando di difendere le posizioni, ma oltre alla ormai cronica scarsità di munizioni, ed a quella crescente di sistemi anti-aerei ed anti-missile, pagano soprattutto la mancanza di riserve adeguate - sia in termini quantitativi che qualitativi. In questo lasso di tempo, oltre a perdere altri carri Leopard ed almeno due o tre Abrams, l'AFU ha dovuto registrare preoccupanti segni di indisciplina; la 47ma brigata meccanizzata (ex Azov) ha rifiutato di schierarsi a Chasov Yar, considerando la città già virtualmente perduta.
In questo settore del fronte, le forze ucraine scontano anche la mancanza di una linea attrezzata su cui ripiegare, e l'unico fronte su cui hanno possibilità di assestarsi difensivamente è quello della linea fortificata che fa asse sulle città di Slovyansk e Kramatorsk, e che da lì si estende verso sud-ovest; linea che però si trova alcuni chilometri più indietro, ed è comunque l'ultima. Oltre quella, non c'è nulla sino al Dniepr.
Mentre si sviluppava l’avanzata nel Donbass, le forze russe stavano preparando anche un'offensiva più a nord, sull'oblast di Kharkiv. Nelle scorse settimane è stato costituito il 'Gruppo Nord' forte di circa 50.000 uomini, e si attendeva si muovesse entro la metà di maggio. Infatti stamane le prime unità di fanteria - precedute da un intensissimo fuoco di artiglierie e MLRS, e da pesanti bombardamenti aerei - hanno varcato il confine ed hanno preso possesso dei primi villaggi oltre frontiera: Streleche, Krasnoye, Pylnaya e Borisovka, mentre si segnalano combattimenti anche a Kudyivka, Hoptivka e Hatyshche. Al momento, non si registrano ancora avanzamenti a maggiori profondità, e sembrerebbe una fase preliminare, che punta ad indebolire le difese ucraine nel settore. Le forze russe puntano in direzione di Volchansk, a nord-est di Kharkiv, ed usano la stessa tecnica utilizzata durante l'assalto ad Avdeevka: mentre le bombe FAB eliminano appoggi e fortificazioni, le ODAB volano verso caserme ed edifici di cemento occupati dalle truppe ucraine. Di conseguenza, non solo le comunicazioni, il puntamento e la ricognizione vengono interrotti, ma viene persa anche qualsiasi comunicazione tra le unità in prima linea e nelle immediate retrovie.
L'operazione russa in questo settore punta chiaramente all'obiettivo primario di creare una ampia zona cuscinetto, a protezione delle regioni di Bryansk, Belgorod e Kursk (spesso soggette ad attacchi ed incursioni ucraine), ma è altrettanto evidente che la liberazione dell'intero oblast, e soprattutto di Kharkiv, è un obiettivo non meno importante.
La città dista circa 30km da Volchansk, che in effetti è alquanto più ad est, il che lascia qualche perplessità sulla scelta di questa direttrice; oltretutto, poco più ad ovest, in direzione di Kharkiv, si incontrano alcune aree forestali che potrebbero favorire la difesa ucraina. Tanto più strano se si considera che, ad ovest, il confine dista meno di 20km da Kharkiv. A meno che non si tratti di una manovra diversiva, che cerca di attirare qui le forze di Kiev, per poi colpire in un'altra direzione. Vedremo nelle prossime 48-72h come si sviluppa l'offensiva.
🇱🇹🇺🇦 LA LITUANIA È PRONTA A INVIARE I SUOI SOLDATI IN UCRAINA “IN MISSIONE DI ADDESTRAMENTO”
Ingrida Šimonytė ha dichiarato al Financial Times di avere il permesso parlamentare per inviare truppe in Ucraina per scopi di addestramento, una cosa che il suo governo ha già ventilato in precedenza, ma che Kiev non ha ancora chiesto. La Šimonytė ha riconosciuto che la Russia l'avrebbe considerata una provocazione, ma ha aggiunto: "Se pensassimo solo alla risposta russa, allora non potremmo inviare nulla. Ogni due settimane si sente dire che qualcuno verrà bombardato con armi nucleari". Questa settimana, la Russia ha condotto esercitazioni con armi nucleari tattiche in risposta ai commenti di Macron. Šimonytė dubitava che le armi sarebbero state utilizzate, dato che il fallout radioattivo avrebbe colpito anche la Russia. "La maggior parte delle volte i venti soffiano da ovest a est", ha osservato seccamente. Secondo la Šimonytė, la Russia ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture civili ucraine come centrali elettriche, scuole e ospedali. "La Russia sta cercando di provocare una nuova ondata di persone in fuga dall'Ucraina perché non ci sono servizi di base e servizi di base", ha detto il premier lituano.
Fonte: Financial Times

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Forwarded from PBellavite
Nuova pubblicazione

Pubblicato dalla rivista Cureus (gruppo Springer-Nature) l’articolo “peer review” di Mantovani, Grossi, Di Fede e Bellavite, intitolato “Thrombosis With Thrombocytopenia and Post-COVID-Vaccination Syndrome With Anti-G-Protein-Coupled Receptor (GPCR) Antibodies Treated With Therapeutic Plasma Exchange” (Trombosi con trombocitopenia e sindrome post-vaccinazione COVID con anticorpi anti-recettore accoppiato a proteine G trattata con plasmaferesi terapeutica). DOI: 10.7759/cureus.60019

Per medici e operatori sanitari

Presentiamo il caso di una donna che ha sviluppato trombosi venosa cerebrale con trombocitopenia dopo l’inoculazione con il vaccino Vaxzevria anti-coronavirus 2019, seguita da trombosi splancnica ed emorragie diffuse. Nonostante il trattamento, le complicanze sono aumentate e quindi è stata tentata la plasmaferesi terapeutica (sostituzione di parte del plasma con soluzione di albumina, con l’intento di eliminare gli auto-anticorpi patologici), che ha portato a miglioramenti clinici e di laboratorio e alla dimissione dopo un periodo di terapia intensiva. Quasi due anni dopo il primo episodio la paziente, che nel frattempo lamentava solo sintomi lievi quali astenia e difficoltà di concentrazione, ha sviluppato una sindrome epilettica che richiese un trattamento neurologico. Inoltre, la sua stanchezza e difficoltà di concentrazione sono peggiorate e sono comparsi altri gravi sintomi di disautonomia, come tremore del braccio destro, perdita di stabilità e tachicardia ortostatica posturale. Poiché l'analisi del siero ha rivelato un numero significativo di alterazioni negli autoanticorpi contro vari recettori accoppiati a proteine G (GPCR) e proteine correlate al sistema renina-angiotensina, sono state eseguite due ulteriori plasmaferesi, con conseguente miglioramento clinico rapido e duraturo. Questo rapporto evidenzia il ruolo dei diversi tipi di autoanticorpi prodotti in risposta alla vaccinazione anti-COVID-19, che possono avere effetti funzionali, regolatori e possibilmente patogeni sui sistemi vascolare e nervoso.
https://www.cureus.com/articles/247315-thrombosis-with-thrombocytopenia-and-post-covid-vaccination-syndrome-with-anti-g-protein-coupled-receptor-gpcr-antibodies-treated-with-therapeutic-plasma-exchange#!/
🇺🇳🇪🇭 ONU APPROVA ESPANSIONE DEI DIRITTI DELLA PALESTINA A LARGA MAGGIORNAZA
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato 143 a 9 per migliorare lo status del palestinese come stato osservatore non membro, concedendogli tutto tranne il diritto di voto su tutte le attività relative al suo plenum.
Argentina, Repubblica Ceca, Ungheria, Israele, Micronesia, Nauru, Papa Nuova Guinea, Palau e Stati Uniti si sono opposti alla risoluzione.
Tra i paesi che hanno sostenuto il testo c'erano molti membri dell'Unione Europea, tra cui Belgio, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Spagna. (Fonte: Jerusalem Post)

L'Italia si è astenuta.

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