🇺🇸 USA: CAMERA APPROVA RINNOVO DELLA LEGGE SULLO SPIONAGGIO
La Camera dei rappresentanti USA ha approvato il rinnovo della sezione 702 della legge Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa), che consente al governo federale di organizzare senza mandato attività di sorveglianza nei confronti di persone dentro e fuori i confini nazionali, al fine di tutelare la sicurezza del Paese. Il testo prevede il rinnovo della controversa legge per un periodo di due anni, invece dei cinque proposti inizialmente. Una modifica tesa a superare l’opposizione dei conservatori, che già due giorni fa ha impedito la presentazione della proposta in aula per il voto. Il provvedimento è passato con 273 voti favorevoli e 147 contrari. (Fonte: NOVA)
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La Camera dei rappresentanti USA ha approvato il rinnovo della sezione 702 della legge Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa), che consente al governo federale di organizzare senza mandato attività di sorveglianza nei confronti di persone dentro e fuori i confini nazionali, al fine di tutelare la sicurezza del Paese. Il testo prevede il rinnovo della controversa legge per un periodo di due anni, invece dei cinque proposti inizialmente. Una modifica tesa a superare l’opposizione dei conservatori, che già due giorni fa ha impedito la presentazione della proposta in aula per il voto. Il provvedimento è passato con 273 voti favorevoli e 147 contrari. (Fonte: NOVA)
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Agenzia Nova
Usa: Camera approva rinnovo della legge sullo spionaggio per due anni
La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una proposta di legge per rinnovare la sezione 702 della legge Foreign Intelligence...
🇮🇷🇵🇹 VOCI DI SEQUESTRO IRANIANO DI UNA PORTACONTAINER NELLO STRETTO DI HORMUZ
Secondo Al-Arabiya, il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche dell'Iran avrebbe catturato la portacontainer MSC ARIES battente bandiera portoghese nello Stretto di Hormuz. La nave, salpata dagli Emirati Arabi Uniti, era diretta in India.
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Secondo Al-Arabiya, il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche dell'Iran avrebbe catturato la portacontainer MSC ARIES battente bandiera portoghese nello Stretto di Hormuz. La nave, salpata dagli Emirati Arabi Uniti, era diretta in India.
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Forwarded from Giuseppe Masala Chili 🌶
🇮🇷 La Associated Press rilancia un video dove si vede l'assalto a una nave civile di uomini in divisa (anche con il supporto di elicotteri) nello stretto di Hormuz
AP News
Israel says Iran launched more than 300 drones and missiles, 99% of which were intercepted
Booms and air raid sirens have sounded across Israel after Iran launched hundreds of drones, ballistic missiles and cruise missiles in an unprecedented revenge mission that pushes the Middle East closer to a regionwide war.
1979 RELOADED?
Se l'Iran vuole far schizzare i prezzi del petrolio sopra i 120-130 dollari a barile, non ha bisogno di sparare un colpo: gli basta chiudere lo stretto di Hormuz o anche solo rallentare i flussi.
Dallo Stretto di Hormuz passa circa un terzo di tutto il petrolio trasportato via mare.
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Se l'Iran vuole far schizzare i prezzi del petrolio sopra i 120-130 dollari a barile, non ha bisogno di sparare un colpo: gli basta chiudere lo stretto di Hormuz o anche solo rallentare i flussi.
Dallo Stretto di Hormuz passa circa un terzo di tutto il petrolio trasportato via mare.
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🇧🇷🇨🇳 LULA INCONTRA I FRATELLI BATISTA, MENTRE FIORISCONO I LEGAMI COMMERCIALI CON LA CINA
Ritornano i fratelli Batista, spinti nei più alti circoli del potere brasiliano a meno di tre settimane dalla loro nomina nel consiglio di amministrazione di JBS SA.
I miliardari Wesley e Joesley Batista – che hanno trasformato la loro macelleria di famiglia nel più grande produttore di carne del mondo con l'aiuto cruciale della banca di sviluppo del Brasile durante le passate amministrazioni del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, per poi essere coinvolti in un enorme scandalo di corruzione che ha fatto cadere migliaia di politici tra cui Lula – ospitano ora il leader della sinistra brasiliana in uno dei loro stabilimenti che inizierà ad esportare in Cina.
L'incontro di ieri a Campo Grande, capitale centro-occidentale nel cuore agricolo del Brasile, presso una fabbrica JBS, fa parte della scommessa di Lula sull'aumento delle esportazioni agricole verso la seconda economia mondiale. Un totale di 38 stabilimenti brasiliani hanno recentemente ricevuto l'autorizzazione a inviare prodotti nella nazione asiatica.
"Questa famiglia è predestinata al successo", ha detto Lula durante l'evento. “Joesley e Wesley sono responsabili del fatto che questa azienda sia diventata la più grande azienda produttrice di proteine animali al mondo. Questo per me è motivo di orgoglio. Se vogliamo, possiamo fare tutto ciò che sogniamo”. JBS prevede di investire circa 150 milioni di reais (29 milioni di dollari) per raddoppiare la capacità produttiva giornaliera presso lo stabilimento di Campo Grande portandola a 4.400 capi di bestiame, ha dichiarato l'amministratore delegato Gilberto Tomazoni durante la cerimonia di venerdì.
Il Brasile fa già affidamento sulla Cina per oltre la metà delle sue esportazioni di carne bovina e per il 70% delle spedizioni di soia. Ma Lula l’anno scorso ha inviato a Pechino centinaia di leader dell’influente settore agroalimentare del paese nella speranza di convincere il governo del presidente cinese Xi Jinping ad approfondire ulteriormente la sua dipendenza dai prodotti agricoli brasiliani. Si prevede che l'autorizzazione dei 38 impianti aumenterà la bilancia commerciale del Brasile di 10 miliardi di reais (2 miliardi di dollari) nel prossimo anno, ha detto Roberto Perosa, segretario al commercio e alle relazioni internazionali del ministero dell'Agricoltura, in una conferenza stampa giovedì. (Fonte: South China Morning Post)
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Ritornano i fratelli Batista, spinti nei più alti circoli del potere brasiliano a meno di tre settimane dalla loro nomina nel consiglio di amministrazione di JBS SA.
I miliardari Wesley e Joesley Batista – che hanno trasformato la loro macelleria di famiglia nel più grande produttore di carne del mondo con l'aiuto cruciale della banca di sviluppo del Brasile durante le passate amministrazioni del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, per poi essere coinvolti in un enorme scandalo di corruzione che ha fatto cadere migliaia di politici tra cui Lula – ospitano ora il leader della sinistra brasiliana in uno dei loro stabilimenti che inizierà ad esportare in Cina.
L'incontro di ieri a Campo Grande, capitale centro-occidentale nel cuore agricolo del Brasile, presso una fabbrica JBS, fa parte della scommessa di Lula sull'aumento delle esportazioni agricole verso la seconda economia mondiale. Un totale di 38 stabilimenti brasiliani hanno recentemente ricevuto l'autorizzazione a inviare prodotti nella nazione asiatica.
"Questa famiglia è predestinata al successo", ha detto Lula durante l'evento. “Joesley e Wesley sono responsabili del fatto che questa azienda sia diventata la più grande azienda produttrice di proteine animali al mondo. Questo per me è motivo di orgoglio. Se vogliamo, possiamo fare tutto ciò che sogniamo”. JBS prevede di investire circa 150 milioni di reais (29 milioni di dollari) per raddoppiare la capacità produttiva giornaliera presso lo stabilimento di Campo Grande portandola a 4.400 capi di bestiame, ha dichiarato l'amministratore delegato Gilberto Tomazoni durante la cerimonia di venerdì.
Il Brasile fa già affidamento sulla Cina per oltre la metà delle sue esportazioni di carne bovina e per il 70% delle spedizioni di soia. Ma Lula l’anno scorso ha inviato a Pechino centinaia di leader dell’influente settore agroalimentare del paese nella speranza di convincere il governo del presidente cinese Xi Jinping ad approfondire ulteriormente la sua dipendenza dai prodotti agricoli brasiliani. Si prevede che l'autorizzazione dei 38 impianti aumenterà la bilancia commerciale del Brasile di 10 miliardi di reais (2 miliardi di dollari) nel prossimo anno, ha detto Roberto Perosa, segretario al commercio e alle relazioni internazionali del ministero dell'Agricoltura, in una conferenza stampa giovedì. (Fonte: South China Morning Post)
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South China Morning Post
Brazil’s Lula reunites with meat billionaire brothers as China ties bloom
The Brazilian president, along with Wesley and Joesley Batista, visited a JBS factory that is set to make the first shipment of meat to China as part of a new deal.
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VIDEO DEL SEQUESTRO DELLA PORTACONTAINER MSC ARIES
Il filmato mostra il momento in cui una nave collegata a Israele, la MSC Aries, è stata catturata vicino allo stretto di Hormuz dalle forze speciali iraniane.
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Il filmato mostra il momento in cui una nave collegata a Israele, la MSC Aries, è stata catturata vicino allo stretto di Hormuz dalle forze speciali iraniane.
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🇫🇷🇷🇺 FRANCIA, SALGONO GLI ACQUISTI DI GAS. DA MACRON 600 MILIONI A PUTIN
Parigi continua a importare anche il petrolio russo, seppur indirettamente (acquistandolo con triangolazioni da Turchia e India). Per non parlare dell’uranio per le centrali nucleari (Fonte: FQ)
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Parigi continua a importare anche il petrolio russo, seppur indirettamente (acquistandolo con triangolazioni da Turchia e India). Per non parlare dell’uranio per le centrali nucleari (Fonte: FQ)
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Ministro degli Esteri israeliano: "La Ue sanzioni l'Iran, compie atti di pirateria"
In riferimento al sequestro della nave bello stretto di Hormuz, il ministro Israel Katz ha dichiarato: "Il regime dell'Ayatollah di Khamenei è un regime criminale che sostiene i crimini di Hamas e ora sta conducendo un'operazione di pirateria in violazione del diritto internazionale. Chiedo all'Unione Europea e al mondo libero di dichiarare immediatamente il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane come un'organizzazione terroristica e di sanzionare subito l'Iran" (fonte Rainews)
Già il fatto che un ministro israeliano si accorga dell'esistenza del diritto internazionale dopo averlo violato per decenni e all'indomani del bombardamento di una sede diplomatica fa molto ridere, ma temiamo fortemente che i vertici dell'UE si lasceranno coinvolgere anche in questa situazione
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In riferimento al sequestro della nave bello stretto di Hormuz, il ministro Israel Katz ha dichiarato: "Il regime dell'Ayatollah di Khamenei è un regime criminale che sostiene i crimini di Hamas e ora sta conducendo un'operazione di pirateria in violazione del diritto internazionale. Chiedo all'Unione Europea e al mondo libero di dichiarare immediatamente il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane come un'organizzazione terroristica e di sanzionare subito l'Iran" (fonte Rainews)
Già il fatto che un ministro israeliano si accorga dell'esistenza del diritto internazionale dopo averlo violato per decenni e all'indomani del bombardamento di una sede diplomatica fa molto ridere, ma temiamo fortemente che i vertici dell'UE si lasceranno coinvolgere anche in questa situazione
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🔴 L'ATTESA È PARTE DELL'ATTACCO
Siamo talmente abituati all'idea che la propaganda di guerra sia un'arte prevalentemente occidentale, e che sia fatta essenzialmente di comunicazione, da non accorgerci quasi di come gli avversari dell'occidente ne siano almeno altrettanto maestri, e di come riescano ad usarla addirittura sfruttando la comunicazione del nemico - cioè noi.
Soprattutto negli ultimi dieci, quindici anni, sia gli Stati Uniti che Israele hanno condotto una guerra ibrida contro l'Iran, fatta prevalentemente di omicidi mirati di scienziati nucleari ed alti ufficiali, di sabotaggi e di terrorismo. Basti pensare all'assassinio del generale Qasem Solemaini a Baghdad, nel 2020, da parte degli USA. Ciò che distingue quindi l'attacco israeliano alla ambasciata iraniana di Damasco non è una qualità radicalmente diversa: sicuramente il generale Mohammad Reza Zahedi era importante, ma non come Soleimani, e per quanto colpire una ambasciata rappresenti una escalation nella violazione delle regole internazionali, Israele è talmente strafottente di tali regole che la cosa non ha stupito nessuno, e quei pochi (in occidente) che hanno manifestato indignazione, l'hanno comunque fatto senza particolare enfasi.
La vera differenza, in effetti, sta nell'attesa della ritorsione iraniana.
A Teheran è bastata annunciarla, con sufficiente chiarezza e determinazione. Quel che ne è seguito è sotto gli occhi del mondo: il panico. È come se un gigante, subito dopo aver sferrato un pugno ad un avversario, chiudesse la guardia, arretrasse di un passo e cominciasse a chiedere a destra ed a manca che qualcuno convinca l'avversario a non replicare. Perché, evidentemente, l'avversario sarà anche un peso medio, ma deve avere un uppercut micidiale, che il gigante non ha alcuna voglia di beccarsi.
Prolungare l'attesa dell'attacco di ritorsione, quindi, non è semplicemente una scelta tattica - non colpisci quando e dove il nemico se l'aspetta - ma strategica, e serve precisamente ad alimentare il panico, e ad esporlo in mondovisione. A riprova del fatto che l'arma più potente di cui dispongano gli iraniani non sono i missili ipersonici, la capacità di bloccare lo stretto di Hormuz, e nemmeno la capacità di sviluppare ordigni nucleari, ma - molto semplicemente - il tempo.
Nulla può togliere all'Iran il pieno controllo su quando colpire. Ed è precisamente per questa ragione che l'arrivo dei missili sul suolo israeliano (o qualsiasi altra cosa decidano di fare), non è null'altro che il punto finale, la conclusione dell'attacco. Il quale - che se ne rendano conto a Washington, Tel Aviv o Bruxelles - è già in corso, e sta già producendo i suoi effetti.
L'attesa dell'attacco è così potente, che i suoi effetti si dispiegheranno a lungo dopo l'attacco stesso.
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Siamo talmente abituati all'idea che la propaganda di guerra sia un'arte prevalentemente occidentale, e che sia fatta essenzialmente di comunicazione, da non accorgerci quasi di come gli avversari dell'occidente ne siano almeno altrettanto maestri, e di come riescano ad usarla addirittura sfruttando la comunicazione del nemico - cioè noi.
Soprattutto negli ultimi dieci, quindici anni, sia gli Stati Uniti che Israele hanno condotto una guerra ibrida contro l'Iran, fatta prevalentemente di omicidi mirati di scienziati nucleari ed alti ufficiali, di sabotaggi e di terrorismo. Basti pensare all'assassinio del generale Qasem Solemaini a Baghdad, nel 2020, da parte degli USA. Ciò che distingue quindi l'attacco israeliano alla ambasciata iraniana di Damasco non è una qualità radicalmente diversa: sicuramente il generale Mohammad Reza Zahedi era importante, ma non come Soleimani, e per quanto colpire una ambasciata rappresenti una escalation nella violazione delle regole internazionali, Israele è talmente strafottente di tali regole che la cosa non ha stupito nessuno, e quei pochi (in occidente) che hanno manifestato indignazione, l'hanno comunque fatto senza particolare enfasi.
La vera differenza, in effetti, sta nell'attesa della ritorsione iraniana.
A Teheran è bastata annunciarla, con sufficiente chiarezza e determinazione. Quel che ne è seguito è sotto gli occhi del mondo: il panico. È come se un gigante, subito dopo aver sferrato un pugno ad un avversario, chiudesse la guardia, arretrasse di un passo e cominciasse a chiedere a destra ed a manca che qualcuno convinca l'avversario a non replicare. Perché, evidentemente, l'avversario sarà anche un peso medio, ma deve avere un uppercut micidiale, che il gigante non ha alcuna voglia di beccarsi.
Prolungare l'attesa dell'attacco di ritorsione, quindi, non è semplicemente una scelta tattica - non colpisci quando e dove il nemico se l'aspetta - ma strategica, e serve precisamente ad alimentare il panico, e ad esporlo in mondovisione. A riprova del fatto che l'arma più potente di cui dispongano gli iraniani non sono i missili ipersonici, la capacità di bloccare lo stretto di Hormuz, e nemmeno la capacità di sviluppare ordigni nucleari, ma - molto semplicemente - il tempo.
Nulla può togliere all'Iran il pieno controllo su quando colpire. Ed è precisamente per questa ragione che l'arrivo dei missili sul suolo israeliano (o qualsiasi altra cosa decidano di fare), non è null'altro che il punto finale, la conclusione dell'attacco. Il quale - che se ne rendano conto a Washington, Tel Aviv o Bruxelles - è già in corso, e sta già producendo i suoi effetti.
L'attesa dell'attacco è così potente, che i suoi effetti si dispiegheranno a lungo dopo l'attacco stesso.
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🇹🇷 TURCHIA SMENTISCE
DIVIETO DELLO SPAZIO AEREO AGLI USA PER BOMBARDARE L'IRAN
Dal sito ufficiale del governo della Turchia sulla disinformazione:
Le accuse riguardanti la base radar di Kürecik, condivise su alcuni account sui social media in seguito alle dichiarazioni dell'Iran su Israele, non sono vere.
La base radar di Kürecik, situata a Malatya, è stata istituita interamente per la nostra sicurezza nazionale e mira a proteggere le persone, le terre e le forze dei paesi alleati della NATO.
Le informazioni ottenute da questo sistema radar vengono condivise e utilizzate con gli alleati per la difesa dell'alleanza nel quadro delle procedure esistenti della NATO.
Inoltre, non è possibile condividere informazioni radar con paesi che non sono alleati della NATO, come Israele.
Fonte:
https://fxtwitter.com/dmmiletisim/status/1778938998867526027?t=aV9SYOQa2TUNz1c86sbq8g&s=19
Via CristinaMilano@news verificate
DIVIETO DELLO SPAZIO AEREO AGLI USA PER BOMBARDARE L'IRAN
Dal sito ufficiale del governo della Turchia sulla disinformazione:
Le accuse riguardanti la base radar di Kürecik, condivise su alcuni account sui social media in seguito alle dichiarazioni dell'Iran su Israele, non sono vere.
La base radar di Kürecik, situata a Malatya, è stata istituita interamente per la nostra sicurezza nazionale e mira a proteggere le persone, le terre e le forze dei paesi alleati della NATO.
Le informazioni ottenute da questo sistema radar vengono condivise e utilizzate con gli alleati per la difesa dell'alleanza nel quadro delle procedure esistenti della NATO.
Inoltre, non è possibile condividere informazioni radar con paesi che non sono alleati della NATO, come Israele.
Fonte:
https://fxtwitter.com/dmmiletisim/status/1778938998867526027?t=aV9SYOQa2TUNz1c86sbq8g&s=19
Via CristinaMilano@news verificate
FxTwitter / FixupX
Dezenformasyonla Mücadele Merkezi (@dmmiletisim)
İran’ın İsrail ile ilgili açıklamalarının ardından bazı sosyal medya hesaplarından paylaşılan Kürecik radar üssüne ilişkin iddialar doğru değildir.
Malatya'da yer alan Kürecik radar üssü, tamamen ulusal güvenliğimiz gereği kurulmuş olup NATO müttefiki ülkelerin…
Malatya'da yer alan Kürecik radar üssü, tamamen ulusal güvenliğimiz gereği kurulmuş olup NATO müttefiki ülkelerin…
Il mondo libero contro le autocrazie. I buoni contro i cattivi.
Non vale neppure la pena soffermarsi a commentare un'affermazione così manichea e primitiva. Se mai, è molto più interessante notare come quelli che un tempo si definivano "liberali" siano oggi diventati i più intolleranti contro tutto ciò che percepiscono come diverso, in patria come nel mondo. In patria, invocano la censura contro chi non si allinea ai diktat pandemici o alla narrativa sull'andamento della guerra in Ucraina. Nel mondo, vorrebbero veder sparire la Russia, l'Iran, la Cina, il Venezuela, la Corea del Nord, Trump, tutto ciò che percepiscono come non assimilabile alla loro ideologia, tutto ciò che nega la loro visione del mondo, evidentemente l'unica possibile e accettabile. Dall'alto della loro illimitata presunzione di chiaroveggenza e della loro convinzione di rappresentare l'unico ideale perseguito indistintamente da tutti i popoli della terra, non concepiscono più neppure la possibilità del dialogo, del compromesso, del negoziato. Non si danno pace finché non vedono sparire l'Iran sotto una bomba atomica o non vedono la bandiera americana, unica garante di libertà e giustizia, sventolare sul Cremlino. E quanto più questa utopia si allontana, tanto più si accaniscono con chi glielo fa notare, tanto più reagiscono aggredendo l'interlocutore con i peggiori epiteti e aumentano i decibel delle loro invettive.
Sono diventati più intransigenti degli ortodossi, ma ancora si illudono di parlare in nome del mondo libero. Sono pronti a tutto, anche alla terza guerra mondiale e all'estinzione dell'umanità, pur di veder trionfare la loro utopia.
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Non vale neppure la pena soffermarsi a commentare un'affermazione così manichea e primitiva. Se mai, è molto più interessante notare come quelli che un tempo si definivano "liberali" siano oggi diventati i più intolleranti contro tutto ciò che percepiscono come diverso, in patria come nel mondo. In patria, invocano la censura contro chi non si allinea ai diktat pandemici o alla narrativa sull'andamento della guerra in Ucraina. Nel mondo, vorrebbero veder sparire la Russia, l'Iran, la Cina, il Venezuela, la Corea del Nord, Trump, tutto ciò che percepiscono come non assimilabile alla loro ideologia, tutto ciò che nega la loro visione del mondo, evidentemente l'unica possibile e accettabile. Dall'alto della loro illimitata presunzione di chiaroveggenza e della loro convinzione di rappresentare l'unico ideale perseguito indistintamente da tutti i popoli della terra, non concepiscono più neppure la possibilità del dialogo, del compromesso, del negoziato. Non si danno pace finché non vedono sparire l'Iran sotto una bomba atomica o non vedono la bandiera americana, unica garante di libertà e giustizia, sventolare sul Cremlino. E quanto più questa utopia si allontana, tanto più si accaniscono con chi glielo fa notare, tanto più reagiscono aggredendo l'interlocutore con i peggiori epiteti e aumentano i decibel delle loro invettive.
Sono diventati più intransigenti degli ortodossi, ma ancora si illudono di parlare in nome del mondo libero. Sono pronti a tutto, anche alla terza guerra mondiale e all'estinzione dell'umanità, pur di veder trionfare la loro utopia.
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🇺🇸🇮🇱 PENTAGONO: "Il Segretario della difesa Lloyd Austin ha assicurato alla sua controparte israeliana che Tel Aviv può contare sul pieno sostegno di Washington per difendersi da qualsiasi attacco da parte dell'Iran e dei suoi delegati regionali".
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🇺🇸 IN VACANZA IN DELAWARE, BIDEN TORNA A WASHINGTON
Il presidente Biden sta tornando in elicottero alla Casa Bianca da Rehoboth Beach, la sua casa in Delaware, dove ha trascorso appena 16 ore, per consultarsi con il team della sicurezza nazionale in merito all'evoluzione degli eventi in Medio Oriente.
Evidentemente la presenza del presidente è richiesta nella sala operativa. (Foto: Anadolu)
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Il presidente Biden sta tornando in elicottero alla Casa Bianca da Rehoboth Beach, la sua casa in Delaware, dove ha trascorso appena 16 ore, per consultarsi con il team della sicurezza nazionale in merito all'evoluzione degli eventi in Medio Oriente.
Evidentemente la presenza del presidente è richiesta nella sala operativa. (Foto: Anadolu)
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🇺🇸🇮🇷 USA CHIEDONO ALL'IRAN DI RILASCIARE LA NAVE CATTURATA
Casa Bianca:
"L'Iran deve rilasciare immediatamente la nave sequestrata"
Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti:
"Condanniamo fermamente il sequestro da parte dell'Iran della nave britannica MSC AIRES in acque internazionali."
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"L'Iran deve rilasciare immediatamente la nave sequestrata"
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