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🇺🇸 ORA GLI USA CHIEDONO MUNIZIONI ALLA TURCHIA PER L'UCRAINA
Un alto funzionario statunitense ha dichiarato questa settimana che Washington potrebbe acquistare proiettili di artiglieria da 155 mm dalla Turchia per rifornire l'Ucraina.
Victoria Nuland, vice segretario di Stato degli Stati Uniti, ha dichiarato martedì alla CNN Turk che Washington ha "ricominciato a lavorare nell'industria della difesa [con la Turchia]. "La Turchia ora produce munizioni da 155 mm. Ne abbiamo molto bisogno. L'Ucraina ne ha un grande bisogno. Ci stiamo lavorando".
Gli Stati Uniti sono già in trattative simili con la Grecia per l'acquisto di 75.000 proiettili di artiglieria di vario calibro da Atene per ricostituire le scorte ucraine, che si stanno esaurendo rapidamente a causa della natura della guerra in corso dal 2022.
La società statale turca Mechanical and Chemical Industry Corporation (MKE) ha un quasi monopolio sulla produzione di proiettili da 155 mm e i numeri che produce sono mantenuti riservati. (Fonte: Middle East Eye)

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🇮🇹 MELEGNANO - Il corteo di trattori raggiunge il casello della A1.

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🇧🇪🇳🇱 Gli agricoltori belgi e olandesi bloccano tre autostrade al confine tra Paesi Bassi e Belgio. Denunciano i prezzi bassi, gli accordi di libero scambio e le normative UE.

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Vittorio Sgarbi annuncia: "Mi dimetto da sottosegretario alla Cultura".

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Sky News Arabia sostiene che bombardieri B-1 USA sono decollati dalla Gran Bretagna per missioni di attacco nel Medio Oriente, ma la notizia è contestata da esperti che negano un qualche collegamento. (Fonte: Angelo Gambella)

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GUIDO SALERNO ALETTA: “GLI AGRICOLTORI NON DEVONO CEDERE”
Gli agricoltori difendono un modello di civiltà sotto attacco da parte di oligarchie irresponsabili. “Tutti i presupposti posti alla base di alcuni cambiamenti spacciati come indispensabili sono fasulli”. L'economista Guido Salerno Aletta intervistato da Francesco Toscano su Visione TV.

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🔴 UCRAINA: STRATEGIA USA E PROBLEMI RUSSI
Appare sempre più evidente che la strategia USA, riguardo al conflitto ucraino, data l’evidenza dei limiti delle forze armate di Kiev (e di quelli strutturali della NATO), si sta orientando verso il prolungamento indiretto della guerra. Accantonati i sogni di controffensiva, il Pentagono detta una linea strategica basata su un doppio binario: da un lato, passaggio alla difensiva, nonostante la carenza di uomini, di munizioni, e di mezzi, cercando di costringere la Russia ad un maggior dispendio di uomini e mezzi; dall’altro, aumentare le forniture di armi a lungo raggio (e l’assistenza per usarle: personale ed intelligence), per spingere Mosca ad ampliare i suoi obiettivi territoriali, allontanando la minaccia dai propri confini. L’obiettivo è cercare di tenere in piedi il conflitto almeno per gran parte del 2024. Se alle presidenziali dovesse vincere Biden (o un altro dem), la strategia verrà eventualmente riesaminata; se dovesse vincere Trump, la guerra andrà comunque a conclusione.

In entrambe i casi, l’onere di sostenere economicamente Kiev viene passato ai sudditi europei. I quali, al tempo stesso, vengono mobilitati affinché si preparino ad assumere il ruolo sinora affidato agli ucraini, ovvero fornire le forze per la prossima proxy war americana contro la Russia.
Di questa strategia, è soprattutto la seconda parte a complicare le cose per Mosca. Al di là dei quotidiani bombardamenti su Donetsk, che potranno essere in buona parte risolti con la caduta di Avdeevka, le nuove dotazioni occidentali a lungo raggio (MLRS, UAV e missili) concentrano infatti la propria azione su obiettivi in territorio russo (nella regione di Belgorod, ma non solo) ed in particolare sulla Crimea. Quest’ultima, per l’importanza fondamentale che ricopre riguardo al controllo del mar Nero, sta particolarmente a cuore alla NATO, e soprattutto ai britannici.
La questione fondamentale è che, ovviamente, non è possibile erigere una difesa impenetrabile, soprattutto su un territorio vasto come quello russo, e quindi Mosca deve stabilire qual è la soglia tollerabile di perdite - non solo militarmente, ma anche politicamente, sia per quanto riguarda il fronte interno, sia per la sua immagine internazionale.

È una situazione simile, per certi versi, a quella tra USA ed Iran in Medio Oriente. Le due forze si scontrano per interposta persona, nessuna delle due vuole arrivare allo scontro diretto, ma - per una serie di ragioni - gli Stati Uniti sono in qualche modo costretti a spingersi sempre un po’ più in la, e questo ovviamente rende sempre più precario l’equilibrio.
Per quanto riguarda il conflitto ucraino, è evidente che il punto è il supporto fornito dagli aerei spia della NATO, soprattutto sulla Crimea, senza i quali le forze ucraine resterebbero con armi spuntate. D’altra parte, è evidente che l’abbattimento di uno di questi aerei avrebbe un altissimo margine di rischio, potendo portare allo scontro diretto. Tendenzialmente (e non tanto per timore, quanto realmente per senso di responsabilità), Mosca - esattamente come Teheran - vuole evitarlo. Del resto, per entrambe la strategia di lungo periodo è quella di logorare l’avversario, aspettando che cada in ginocchio.

Il punto, quindi, è l’interrogativo: sino a quando sarà possibile evitare la deflagrazione? La differenza fondamentale, rispetto agli anni della guerra fredda, è che non c’è più un equilibrio del terrore basato sulla deterrenza nucleare. L’espansione aggressiva della NATO, infatti, non solo ha portato la minaccia sempre più vicina ai confini russi, ma l’ha anche posta ad un livello accettabile, quello della guerra convenzionale. E tutto questo viene percepito da Mosca come una minaccia esistenziale. Mentre quindi Washington brandeggia la spada, un po’ arrugginita ed un po’ smozzicata, nell’intento di riaffermare il suo ruolo egemone, i russi capiscono che se lasciano fare quella spada gliela affonderanno nel petto. Decidere quando è come incrociare le spade è la questione decisiva.
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🇺🇸🇪🇺 OLTRE 800 FUNZIONARI USA E EU FIRMANO LETTERA DI PROTESTA CONTRO LA POLITICA OCCIDENTALE NEI CONFRONTI DI ISRAELE
Più di 800 funzionari degli Stati Uniti e dell'Europa hanno firmato una critica feroce della politica occidentale nei confronti di Israele e Gaza, accusando i loro governi di possibile complicità in crimini di guerra.
La dichiarazione, che non elenca i suoi firmatari, afferma che è stata "coordinata" da funzionari delle istituzioni dell'Unione europea, dei Paesi Bassi e degli Stati Uniti, e approvata da funzionari pubblici in Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
“Le attuali politiche dei nostri governi indeboliscono la loro posizione morale e minano la loro capacità di difendere la libertà, la giustizia e i diritti umani a livello globale”, si legge nella lettera, di cui il New York Times ha ricevuto una copia ieri. Si aggiunge che “esiste il rischio plausibile che le politiche dei nostri governi stiano contribuendo a gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, a crimini di guerra e persino alla pulizia etnica o al genocidio".

Fonte: The New York Times

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Gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi in Siria in risposta all'attacco contro una base americana vicino alla Giordania.

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Funzionari della Difesa degli Stati Uniti hanno confermato che tra gli 8 e i 12 siti nella Siria orientale e in Iraq utilizzati dall'IRGC e dai gruppi sostenuti dall'Iran sono stati presi di mira dall'aeronautica americana nell'ultima ora.

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🇺🇸 BIDEN: "La nostra risposta è iniziata oggi. Continuerà nei tempi e nei luoghi che decideremo.
Gli Stati Uniti non cercano il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo, ma tutti coloro che potrebbero cercare di infastidirci sappiano questo: se fai del male a un americano, risponderemo".


Traduzione: ogni tanto dobbiamo un po' menare, altrimenti poi nessuno ci teme più. Però non attaccheremo l'Iran.

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🇸🇾 SIRIA - Secondo la TV ufficiale siriana, un incendio è scoppiato all'interno di una base americana nel giacimento di gas Koniko a nord-est di Deir ez-Zor a seguito di un attacco missilistico.
La contro-rappresaglia.

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🇮🇹 FOSSACESIA (CH) - Si sono ritrovati alle prime ore del mattino sul lungomare di Fossacesia e nel pomeriggio arriveranno in corteo ad Atessa. Gli agricoltori cercano di far sentire la loro voce con la protesta dei trattori che sta coinvolgendo numerose città italiane ed europee. (Fonte: Chiaro Quotidiano)

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🇸🇾🇮🇶 DIECI MORTI IN SIRIA, TRE IN IRAQ
Questo il bilancio provvisorio degli attacchi americani contro milizie filoiraniane in Siria e Iraq.

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🇩🇪 GERMANIA: IL SOGNO DI 15 MILIONI DI VEICOLI ELETTRICI ENTRO IL 2030 STA SVANENDO

A novembre, solo circa 1 milione, pari ad appena il 2% di tutte le auto sulle strade tedesche, erano completamente elettriche. Senza sussidi, si stima che le vendite di veicoli elettrici in Germania dovrebbero diminuire del 14% quest’anno, il primo calo dal 2016. Audi e VW sono tra le case che stanno ridimensionando gli ambiziosi obiettivi legati ai veicoli elettrici. (Fonte: Bloomberg)

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