🇷🇺🇺🇸 RUSSIA MINACCIA USA DI EMBARGO SULL’URANIO
da Bloomberg
Tenex, società statale russa che produce uranio, ha avvertito i clienti americani che il Cremlino potrebbe impedire preventivamente le esportazioni del suo combustibile nucleare negli Stati Uniti qualora i legislatori di Washington decidano di approvare una legge che vieta le importazioni di uranio russo a partire dal 2028. Una tale decisione avrebbe un impatto devastante sul prezzo del combustibile nucleare globale, proprio nel momento in cui gli USA sembrano decisi a puntare sul nucleare.
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Tenex, società statale russa che produce uranio, ha avvertito i clienti americani che il Cremlino potrebbe impedire preventivamente le esportazioni del suo combustibile nucleare negli Stati Uniti qualora i legislatori di Washington decidano di approvare una legge che vieta le importazioni di uranio russo a partire dal 2028. Una tale decisione avrebbe un impatto devastante sul prezzo del combustibile nucleare globale, proprio nel momento in cui gli USA sembrano decisi a puntare sul nucleare.
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RUSSIA MINACCIA USA DI EMBARGO SULL'URANIO - Giubbe Rosse News
Tenex, società statale russa che produce uranio, ha avvertito i clienti americani che il Cremlino potrebbe impedire preventivamente le esportazioni del suo combustibile nucleare negli Stati Uniti qualora i legislatori di Washington decidano di approvare una…
🇺🇸🇾🇪🇮🇱 USA PENSANO A TASK FORCE NEL MAR ROSSO PER DISSUADERE GLI HOUTHI DA NUOVI ATTACCHI
Gli Stati Uniti dovrebbero annunciare venerdì che una speciale task force multinazionale inizierà a operare nel Mar Rosso per dissuadere gli Houthi da ulteriori attacchi e contrastarli, hanno detto due funzionari israeliani e statunitensi.
Fonte: Axios
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Fonte: Axios
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USA PENSANO A TASK FORCE NEL MAR ROSSO PER DISSUADERE GLI HOUTHI DA NUOVI ATTACCHI - Giubbe Rosse News
Gli Stati Uniti dovrebbero annunciare venerdì che una speciale task force multinazionale inizierà a operare nel Mar Rosso per dissuadere gli Houthi da ulteriori attacchi e contrastarli, hanno detto due funzionari israeliani e statunitensi.
🇪🇺🇷🇺 L’UE SFORNA UN NUOVO PACCHETTO DI SANZIONI
Divieto di importazione diretta di diamanti non industriali dal 1° gennaio e divieto graduale di importazione di diamanti da paesi terzi a partire da marzo. Prove più stringenti per le aziende che sostengono di aderire al limite del prezzo del petrolio russo stabilito dal G7. Obbligo per le società dell’UE di pretendere dalle controparti che acquistano determinati prodotti di impegnarsi per contratto a non riesportarli in Russia. Procedura di notifica per i cittadini o le entità russe che desiderano trasferire più di 100.000 euro dall’UE.
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Divieto di importazione diretta di diamanti non industriali dal 1° gennaio e divieto graduale di importazione di diamanti da paesi terzi a partire da marzo. Prove più stringenti per le aziende che sostengono di aderire al limite del prezzo del petrolio russo stabilito dal G7. Obbligo per le società dell’UE di pretendere dalle controparti che acquistano determinati prodotti di impegnarsi per contratto a non riesportarli in Russia. Procedura di notifica per i cittadini o le entità russe che desiderano trasferire più di 100.000 euro dall’UE.
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L'UE SFORNA UN NUOVO PACCHETTO DI SANZIONI - Giubbe Rosse News
Divieto di importazione diretta di diamanti non industriali dal 1° gennaio e divieto graduale di importazione di diamanti da paesi terzi a partire da marzo. Prove più stringenti per le aziende che sostengono di aderire al limite del prezzo del petrolio russo…
🇻🇪🇬🇾 VENEZUELA-GUYANA - I presidenti di Venezuela e Guyana allentano la tensione con la mediazione del Brasile ed altri. Si è convenuto di continuare il dialogo per risolvere la controversia della Guyana Esequibo. (Fonte: Angelo Gambella)
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🇪🇺🇭🇺🇺🇦 UNGHERIA BLOCCA AIUTI A KIEV PER 50 MILIARDI
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha bloccato 50 miliardi di euro di aiuti Ue per l'Ucraina, dopo l'ok dei leader europei all'apertura ai negoziati di adesione di Kiev all'Unione europea.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine del primo giorno del vertice Ue tuttavia ha affermato: "Abbiamo strumenti per garantire la nostra affidabilità, gli ucraini possono contare sul nostro sostegno, in questo pacchetto, su cui c'è ampio accordo politico a 26, ci sono 50 miliardi per l'Ucraina". (Fonte: ANSA)
Due considerazioni. La prima è che l'UE continua a regalare soldi dei suoi contribuenti a Kiev perché il capo mandamento dall'altra parte dell'oceano le dice di fare così. La seconda è che Orban adotta con l'UE la stessa strategia che Erdogan usa con la NATO: do ut des. Ieri ha lasciato il Consiglio Europeo in cui è stata decisa l'approvazione dell'apertura dei negoziati di adesione di Ucraina e Moldavia dopo aver ottenuto in cambio 10 miliardi di fondi europei bloccati. C'è da scommettere che anche su questo punto alla fine cederà in cambio di altri vantaggi.
Conclusione: tutti si vendono. Questo sistema cederà non quando emergeranno leader non disposti a vendersi, ma semplicemente quando finiranno i soldi per corromperli. Quel momento, peraltro, a occhio non sembra lontanissimo.
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Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha bloccato 50 miliardi di euro di aiuti Ue per l'Ucraina, dopo l'ok dei leader europei all'apertura ai negoziati di adesione di Kiev all'Unione europea.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine del primo giorno del vertice Ue tuttavia ha affermato: "Abbiamo strumenti per garantire la nostra affidabilità, gli ucraini possono contare sul nostro sostegno, in questo pacchetto, su cui c'è ampio accordo politico a 26, ci sono 50 miliardi per l'Ucraina". (Fonte: ANSA)
Due considerazioni. La prima è che l'UE continua a regalare soldi dei suoi contribuenti a Kiev perché il capo mandamento dall'altra parte dell'oceano le dice di fare così. La seconda è che Orban adotta con l'UE la stessa strategia che Erdogan usa con la NATO: do ut des. Ieri ha lasciato il Consiglio Europeo in cui è stata decisa l'approvazione dell'apertura dei negoziati di adesione di Ucraina e Moldavia dopo aver ottenuto in cambio 10 miliardi di fondi europei bloccati. C'è da scommettere che anche su questo punto alla fine cederà in cambio di altri vantaggi.
Conclusione: tutti si vendono. Questo sistema cederà non quando emergeranno leader non disposti a vendersi, ma semplicemente quando finiranno i soldi per corromperli. Quel momento, peraltro, a occhio non sembra lontanissimo.
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ANSA.it
Orban blocca l'intesa sul bilancio e gli aiuti a Kiev
Nuovo vertice a inizio 2024. Si lavora a opzioni senza Budapest (ANSA)
ALLARME ROSSO DI PREGLIASCO, COVID, PREGLIASCO: "LA VARIANTE JN.1 SCHIVA IL VACCINO"
Il virologo: "In ospedale molti casi, soprattutto persone non vaccinate"
La variante JN.1 buca i vaccini, l'Italia va verso un picco di casi covid tra Natale e Capodanno. E' il quadro che Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, delinea nell'attuale quadro di contagi. "E' tornato il Covid, ricominciamo ad avere molti casi in ospedale, soprattutto persone che non hanno fatto i richiami o non si sono vaccinate. Anche perché la variante JN.1 è molto aggressiva, riesce a schivare i vaccini", dice Pregliasco. (Fonte: Adnkronos)
Gravoso compito quello dei non vaccinati, morti tutti da almeno 2 anni, ma ora costretti a resuscitare per poter tornare nelle terapie intensive e far capire così la necessità di chiedere nuovi vaccini più aggiornati dell'aggiornamento che viene schivato dal covid.
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Il virologo: "In ospedale molti casi, soprattutto persone non vaccinate"
La variante JN.1 buca i vaccini, l'Italia va verso un picco di casi covid tra Natale e Capodanno. E' il quadro che Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, delinea nell'attuale quadro di contagi. "E' tornato il Covid, ricominciamo ad avere molti casi in ospedale, soprattutto persone che non hanno fatto i richiami o non si sono vaccinate. Anche perché la variante JN.1 è molto aggressiva, riesce a schivare i vaccini", dice Pregliasco. (Fonte: Adnkronos)
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Adnkronos
Covid, Pregliasco: "La variante JN.1 schiva il vaccino"
Il virologo: 'In ospedale molti casi, soprattutto persone non vaccinate'
ISTAT. COMMERCIO CON L’ESTERO E PREZZI ALL’IMPORT – OTTOBRE 2023
Il saldo commerciale nei dodici mesi chiusi a ottobre è stato +27,1 miliardi. Lo scorso ottobre era -35,5. Questo miglioramento è dovuto a +34,2 saldo bilancia energetica +26,7 export ex-energia -1,6 import ex-energia. L’export torna crescere su base mensile, ma in misura più intensa per l’area extra-Ue, trainato dalle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli e beni strumentali. Anche l’import torna a crescere in termini congiunturali. (Fonte: Istat)
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Il saldo commerciale nei dodici mesi chiusi a ottobre è stato +27,1 miliardi. Lo scorso ottobre era -35,5. Questo miglioramento è dovuto a +34,2 saldo bilancia energetica +26,7 export ex-energia -1,6 import ex-energia. L’export torna crescere su base mensile, ma in misura più intensa per l’area extra-Ue, trainato dalle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli e beni strumentali. Anche l’import torna a crescere in termini congiunturali. (Fonte: Istat)
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🔴 GLI USA VANNO ALLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE?
Il fanatismo israeliano, cui gli USA non sono capaci di opporsi efficacemente, sta pian piano spingendo verso una escalation esplosiva del conflitto mediorientale.
Ci sono tre segnali inquietanti, in tal senso.
Il primo, è che, facendo seguito all'ultimatum israeliano dell'altro ieri con cui Tel Aviv intimava ad Hezbollah di ritirarsi sino al fiume Litani, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jack Sullivan ha detto agli israeliani che Washington sosterrà Israele in una campagna contro la milizia libanese, se non ci fosse un accordo diplomatico. Poiché l'accordo sarebbe appunto l'ultimatum israeliano, è ovvio che non ci sarà, e quindi si va verso una probabile estensione del conflitto con il Libano.
Il secondo segnale, è la minaccia diretta - da parte della Casa Bianca - contro Yahya Sinwar, leader di Hamas, che sembra indicare l'intenzione americana di collaborare attivamente con Israele nella sua preannunciata caccia ai leader della Resistenza.
Il terzo, infine, è l'annuncio della formazione di una speciale task force navale multinazionale da dislocare nel Mar Rosso, allo scopo di contrastare l'azione degli Houti yemeniti contro il traffico marittimo diretto in Israele.
Le implicazioni di queste mosse sono numerose, e tutte foriere di pessime notizie.
È fin troppo evidente che, inseguendo Israele nella sua politica bellicista (e folle), gli USA non solo rischiano di infiammare tutto il Medio Oriente, ma di innescare una escalation incontrollabile.
Siamo infatti dinanzi ad una situazione che è una versione rovesciata della vecchia teoria statunitense del domino; in questo caso, le tessere del domino che rischiano di attivarsi a catena sono, in successione, Hezbollah, Amal e l'esercito libanese, l'Iran e le milizie sciite irachene, la Russia e la Cina.
Ciascuna di queste non può permettere che la tessera precedente possa essere seriamente minacciata, e quindi sarà costretta ad intervenire.
Il dato tragico, in tutta questa situazione, è che Washington non riesce ad andare oltre gli ipocriti appelli alla moderazione rivolti a Tel Aviv, mentre si spertica per rifornirla abbondantemente di bombe e proiettili per carri armati. E del resto, i messaggi che invia sono palesemente contraddittori, con Sullivan (Casa Bianca) che chiede di concludere la campagna a Gaza entro sei settimane, ed il Dipartimento di Stato (Blinken) che dice che spetta agli israeliani decidere quanto tempo durerà l'operazione militare.
Pur riluttante, l'America si sta facendo trascinare sempre più da Israele, che in questo momento è però in mano ad un pugno di fanatici disperati ed impazziti.
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Il fanatismo israeliano, cui gli USA non sono capaci di opporsi efficacemente, sta pian piano spingendo verso una escalation esplosiva del conflitto mediorientale.
Ci sono tre segnali inquietanti, in tal senso.
Il primo, è che, facendo seguito all'ultimatum israeliano dell'altro ieri con cui Tel Aviv intimava ad Hezbollah di ritirarsi sino al fiume Litani, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jack Sullivan ha detto agli israeliani che Washington sosterrà Israele in una campagna contro la milizia libanese, se non ci fosse un accordo diplomatico. Poiché l'accordo sarebbe appunto l'ultimatum israeliano, è ovvio che non ci sarà, e quindi si va verso una probabile estensione del conflitto con il Libano.
Il secondo segnale, è la minaccia diretta - da parte della Casa Bianca - contro Yahya Sinwar, leader di Hamas, che sembra indicare l'intenzione americana di collaborare attivamente con Israele nella sua preannunciata caccia ai leader della Resistenza.
Il terzo, infine, è l'annuncio della formazione di una speciale task force navale multinazionale da dislocare nel Mar Rosso, allo scopo di contrastare l'azione degli Houti yemeniti contro il traffico marittimo diretto in Israele.
Le implicazioni di queste mosse sono numerose, e tutte foriere di pessime notizie.
È fin troppo evidente che, inseguendo Israele nella sua politica bellicista (e folle), gli USA non solo rischiano di infiammare tutto il Medio Oriente, ma di innescare una escalation incontrollabile.
Siamo infatti dinanzi ad una situazione che è una versione rovesciata della vecchia teoria statunitense del domino; in questo caso, le tessere del domino che rischiano di attivarsi a catena sono, in successione, Hezbollah, Amal e l'esercito libanese, l'Iran e le milizie sciite irachene, la Russia e la Cina.
Ciascuna di queste non può permettere che la tessera precedente possa essere seriamente minacciata, e quindi sarà costretta ad intervenire.
Il dato tragico, in tutta questa situazione, è che Washington non riesce ad andare oltre gli ipocriti appelli alla moderazione rivolti a Tel Aviv, mentre si spertica per rifornirla abbondantemente di bombe e proiettili per carri armati. E del resto, i messaggi che invia sono palesemente contraddittori, con Sullivan (Casa Bianca) che chiede di concludere la campagna a Gaza entro sei settimane, ed il Dipartimento di Stato (Blinken) che dice che spetta agli israeliani decidere quanto tempo durerà l'operazione militare.
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🇵🇸 JENIN - A Jenin, in Cisgiordania, soldati israeliani fanno sfilare uomini palestinesi arrestati bendati, alcuni portando la bandiera di Israele. La “vasta operazione” in Cisgiordania va avanti da tre giorni.
Durante i raid, le forze israeliane hanno ucciso 12 palestinesi, arrestato 500 persone, rilasciandone successivamente 400.
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Durante i raid, le forze israeliane hanno ucciso 12 palestinesi, arrestato 500 persone, rilasciandone successivamente 400.
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ORBAN: “PRIMA I SOLDI ALL’UNGHERIA, POI QUELLI ALL’UCRAINA”
Venerdì il primo ministro ungherese Viktor Orban ha chiesto che vengano sbloccati tutti i miliardi di euro di fondi destinati all’Ungheria e ancora congelati, prima di prendere in considerazione la revoca del veto su 54 miliardi di ulteriori aiuti all’Ucraina. “Ho sempre detto che se qualcuno vuole modificare la legge finanziaria, e lo vuole per diversi motivi, questa è una grande opportunità per l’Ungheria per chiarire che dovrebbe ottenere ciò che le spetta. Non la metà, poi un quarto, no tutto”, ha detto Orban in un’intervista alla radio statale ungherese.
Fonte: AFP
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Venerdì il primo ministro ungherese Viktor Orban ha chiesto che vengano sbloccati tutti i miliardi di euro di fondi destinati all’Ungheria e ancora congelati, prima di prendere in considerazione la revoca del veto su 54 miliardi di ulteriori aiuti all’Ucraina. “Ho sempre detto che se qualcuno vuole modificare la legge finanziaria, e lo vuole per diversi motivi, questa è una grande opportunità per l’Ungheria per chiarire che dovrebbe ottenere ciò che le spetta. Non la metà, poi un quarto, no tutto”, ha detto Orban in un’intervista alla radio statale ungherese.
Fonte: AFP
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🇺🇦 TRANSCARPAZIA. UN DEPUTATO FA ESPLODERE TRE GRANATE DURANTE SESSION. 26 FERITI DI CUI OTTO GRAVI
Un deputato locale della Transcarpazia si è presentato alla sessione tirando fuori 3 granate e facendole esplodere. Secondo i primi resoconti, 26 persone sarebbero rimaste ferite, di cui 8 in gravi condizioni. L'uomo che si è fatto esplodere è ancora vivo.
Si ignorano al momento le ragioni del gesto.
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Un deputato locale della Transcarpazia si è presentato alla sessione tirando fuori 3 granate e facendole esplodere. Secondo i primi resoconti, 26 persone sarebbero rimaste ferite, di cui 8 in gravi condizioni. L'uomo che si è fatto esplodere è ancora vivo.
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Forwarded from Giuseppe Masala Chili 🌶
🇩🇪🇩🇰🇾🇪 Anche la tedesca Hapag-Lloyd, dopo quella danese Maersk, sospende il passaggio delle sue navi nel Mar Rosso a causa del crescente numero di attacchi con missili e droni da parte dei ribelli yemeniti Houthi contro le navi commerciali.
ISRAELE INONDA I TUNNEL DI HAMAS. MA IL SUCCESSO NON È GARANTITO
di Lukyluke31
Il pompaggio dell’acqua di mare nei tunnel di Hamas si è rivelato un “successo”, stando a fonti IDF. Ma i tunnel sono costruiti per resistere alle inondazioni e ad altre forme di attacchi israeliani, ha detto un alto funzionario di Hamas.
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di Lukyluke31
Il pompaggio dell’acqua di mare nei tunnel di Hamas si è rivelato un “successo”, stando a fonti IDF. Ma i tunnel sono costruiti per resistere alle inondazioni e ad altre forme di attacchi israeliani, ha detto un alto funzionario di Hamas.
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Giubbe Rosse News
ISRAELE INONDA I TUNNEL DI HAMAS. MA IL SUCCESSO NON È GARANTITO - Giubbe Rosse News
Il pompaggio dell’acqua di mare nei tunnel di Hamas si è rivelato un “successo”, stando a fonti IDF. Ma i tunnel sono costruiti per resistere alle inondazioni e ad altre forme di attacchi israeliani, ha detto un alto funzionario di Hamas.
Forwarded from Piccolenote
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🇸🇰 SLOVACCHIA. FICO CONFERMA STOP AD AIUTI MILITARI ALL’UCRAINA, MA…
In conferenza stampa con il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, il premier slovacco Robert Fico ha sottolineato che gli aiuti militari all’Ucraina si fermeranno, ma che la Slovacchia sta pianificando di aumentare la produzione di armi e munizioni da vendere all’Ucraina.
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In conferenza stampa con il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, il premier slovacco Robert Fico ha sottolineato che gli aiuti militari all’Ucraina si fermeranno, ma che la Slovacchia sta pianificando di aumentare la produzione di armi e munizioni da vendere all’Ucraina.
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Giubbe Rosse News
SLOVACCHIA. FICO CONFERMA STOP AD AIUTI MILITARI ALL'UCRAINA, MA... - Giubbe Rosse News
In conferenza stampa con il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, il premier slovacco Robert Fico ha sottolineato che gli aiuti militari all'Ucraina si fermeranno, ma che la Slovacchia sta pianificando di aumentare la produzione di armi e munizioni…
🇩🇪 GERMANIA. IL 59% VORREBBE NUOVE ELEZIONI NEL 2024
Il 59% dei tedeschi preferirebbe nuove elezioni nel 2024 a causa del caos politico. È quanto emerge da un sondaggio della BILD. Solo il 27% è contrario alle elezioni anticipate. Non risponde il 14%. (via Holger Zschaepitz)
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Il 59% dei tedeschi preferirebbe nuove elezioni nel 2024 a causa del caos politico. È quanto emerge da un sondaggio della BILD. Solo il 27% è contrario alle elezioni anticipate. Non risponde il 14%. (via Holger Zschaepitz)
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🔴 L'ACQUA NEI TUNNEL NON FERMERÁ HAMAS
Il pompaggio dell’acqua di mare nei tunnel di Hamas si è rivelato un successo, stando a fonti IDF. Ma i tunnel sono costruiti per resistere alle inondazioni e ad altre forme di attacchi israeliani, ha detto un alto funzionario di Hamas.
Giovedì, in una conferenza stampa tenutasi a Beirut, il portavoce di Hamas Osama Hamdan ha spiegato che i tunnel sono stati costruiti per resistere alle inondazioni e che i piani di attacco di Israele erano già stati preventivati.
"I tunnel sono stati costruiti da ingegneri ben addestrati e istruiti che hanno considerato tutti i possibili attacchi da parte dell'occupazione, compreso il pompaggio dell'acqua", ha detto Hamdan, aggiungendo che la rete sotterranea è "parte integrante della Resistenza, e tutte le conseguenze e gli attacchi previsti sono stati presi in considerazione."
Va evidenziato, inoltre, che il pompaggio di acqua di mare nei 480 km di rete di tunnel sotterranei di Hamas mette in grave pericolo le acque sotterranee che provengono dalla falda acquifera costiera, unica fonte di acqua potabile dell’intero territorio della Striscia di Gaza, e potrebbe causare danni all'agricoltura locale, oltre a quella della stessa occupazione israeliana.
Clive Lipchin, un esperto in materia, ha spiegato che “allagando i tunnel con l'acqua di mare, l'acqua di mare si infiltrerà nelle acque sotterranee. La preoccupazione è che l'acqua di mare si mescoli con l'acqua di falda, aumentandone la salinità, ed entrare in circolo nel sistema idrico israeliano, dato che Israele utilizza la stessa falda acquifera costiera, soprattutto per l'agricoltura nel Negev”.
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Il pompaggio dell’acqua di mare nei tunnel di Hamas si è rivelato un successo, stando a fonti IDF. Ma i tunnel sono costruiti per resistere alle inondazioni e ad altre forme di attacchi israeliani, ha detto un alto funzionario di Hamas.
Giovedì, in una conferenza stampa tenutasi a Beirut, il portavoce di Hamas Osama Hamdan ha spiegato che i tunnel sono stati costruiti per resistere alle inondazioni e che i piani di attacco di Israele erano già stati preventivati.
"I tunnel sono stati costruiti da ingegneri ben addestrati e istruiti che hanno considerato tutti i possibili attacchi da parte dell'occupazione, compreso il pompaggio dell'acqua", ha detto Hamdan, aggiungendo che la rete sotterranea è "parte integrante della Resistenza, e tutte le conseguenze e gli attacchi previsti sono stati presi in considerazione."
Va evidenziato, inoltre, che il pompaggio di acqua di mare nei 480 km di rete di tunnel sotterranei di Hamas mette in grave pericolo le acque sotterranee che provengono dalla falda acquifera costiera, unica fonte di acqua potabile dell’intero territorio della Striscia di Gaza, e potrebbe causare danni all'agricoltura locale, oltre a quella della stessa occupazione israeliana.
Clive Lipchin, un esperto in materia, ha spiegato che “allagando i tunnel con l'acqua di mare, l'acqua di mare si infiltrerà nelle acque sotterranee. La preoccupazione è che l'acqua di mare si mescoli con l'acqua di falda, aumentandone la salinità, ed entrare in circolo nel sistema idrico israeliano, dato che Israele utilizza la stessa falda acquifera costiera, soprattutto per l'agricoltura nel Negev”.
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RGR intervista MICHELANGELO SEVERGNINI
ONG, CHIESE E ALTRE NARRAZIONI
L'epopea immigrazionista continua a furoreggiare su grandi e piccoli schermi, mentre il quotidiano La Verità pubblica materiali che fanno discutere circa il rapporto fra politici e ONG e fra queste ultime e istituzioni ecclesiastiche o mondo dei media. Con il regista Michelangelo Severgnini, che da anni si occupa di migranti, conversiamo oggi di narrazioni, miti e dogmi che si reggono sulla censura del dissenso e sul sistematico rifiuto della realtà.
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