HAMĀS: TERRORISMO O RESISTENZA?
di Maria Morigi
Hamās è acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiya “Movimento di resistenza islamica”, ma il termine Hamās in arabo significa “entusiasmo / zelo / impegno di lotta”. Il movimento fu fondato a Gaza, nel dicembre 1987 dopo lo scoppio della Prima Intifada.
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HAMĀS: TERRORISMO O RESISTENZA? - Giubbe Rosse News
Hamās è acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiya “Movimento di resistenza islamica”, ma il termine Hamās in arabo significa “entusiasmo / zelo / impegno di lotta”. Il movimento fu fondato a Gaza, nel dicembre 1987 dopo lo scoppio della Prima Intifada.
🇺🇸🇺🇦 Goncharenko, un esponente di secondo piano della politica ucraina, afferma di essere a conoscenza del fatto che gli USA abbiano vietato agli alleati europei di parlare di Ucraina nella NATO, avendo deciso che Kiev non entrerà nell'alleanza dopo la guerra. (Fonte: Труха Україна, via Marco Bordoni)
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🔴 AFRICA: NUOVE ALLEANZE VERSO IL MULTIPOLARISMO
Mali, Niger e Burkina Faso cercano di formare una federazione
Venerdì, i ministri degli Esteri di Burkina Faso, Mali e Niger hanno proposto la creazione di una confederazione come parte di un’iniziativa più ampia per unire questi vicini dell’Africa occidentale in una federazione.
L’Alleanza degli Stati del Sahel ha tenuto un incontro di due giorni a Bamako per discutere i dettagli di questa alleanza, con particolare attenzione alla diplomazia, alla difesa e allo sviluppo per migliorare l’integrazione politica ed economica.
Le raccomandazioni saranno presentate ai rispettivi capi di Stato nel corso di un incontro a Bamako in data non precisata.
Alla fine di novembre, i ministri dell’Economia e delle Finanze hanno suggerito la creazione di un fondo di stabilizzazione, una banca di investimento e un comitato per esplorare l’unione economica e monetaria.
Inoltre, a metà settembre è stato firmato un patto di mutua difesa dai leader militari di Mali, Burkina Faso e Niger nell’ambito della Carta Liptako-Gourma, che istituisce l’Alleanza degli Stati del Sahel.
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Mali, Niger e Burkina Faso cercano di formare una federazione
Venerdì, i ministri degli Esteri di Burkina Faso, Mali e Niger hanno proposto la creazione di una confederazione come parte di un’iniziativa più ampia per unire questi vicini dell’Africa occidentale in una federazione.
L’Alleanza degli Stati del Sahel ha tenuto un incontro di due giorni a Bamako per discutere i dettagli di questa alleanza, con particolare attenzione alla diplomazia, alla difesa e allo sviluppo per migliorare l’integrazione politica ed economica.
Le raccomandazioni saranno presentate ai rispettivi capi di Stato nel corso di un incontro a Bamako in data non precisata.
Alla fine di novembre, i ministri dell’Economia e delle Finanze hanno suggerito la creazione di un fondo di stabilizzazione, una banca di investimento e un comitato per esplorare l’unione economica e monetaria.
Inoltre, a metà settembre è stato firmato un patto di mutua difesa dai leader militari di Mali, Burkina Faso e Niger nell’ambito della Carta Liptako-Gourma, che istituisce l’Alleanza degli Stati del Sahel.
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RICOGNIZIONI è ANCHE SU TELEGRAM
La rivista on line Ricognizioni, diretta dal giornalista e scrittore Alessandro Gnocchi, è ora anche su Telegram. Per essere aggiornati sugli articoli e i podcast, potete iscrivervi al canale t.me/ricognizioni.
Per chi non conoscesse la rivista, ecco un breve estratto dalla presentazione:
"Ricognizioni è nato dalla consapevolezza di trovarsi ormai oltre la linea, in terra nemica, là dove non avremmo mai pensato di essere solo qualche anno fa. Oltre la linea in una Chiesa che non si occupa più delle anime, ma solo di quei corpi che rendono propagandisticamente. Oltre la linea in uno Stato che legifera secondo le agende stabilite in opachi palazzi di vetro. Oltre la linea in una società che affida la salvezza del pianeta alle Grete di turno. Oltre la linea in un mondo che divinizza le bestie e ammazza i bambini. Qualcuno ne sarà deluso, ma pensiamo che questo non sia più il tempo di una “riscossa cristiana”. Quello che siamo chiamati a fare è, al tempo stesso, più radicale e meno eclatante. Si tratta di attestarsi e perlustrare “oltre la linea” in terra nemica per osservare cosa vi accade e informare chi non intende piegarsi all’iniquità di un potere che non conosce altra legge che la propria prosperità".
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Per chi non conoscesse la rivista, ecco un breve estratto dalla presentazione:
"Ricognizioni è nato dalla consapevolezza di trovarsi ormai oltre la linea, in terra nemica, là dove non avremmo mai pensato di essere solo qualche anno fa. Oltre la linea in una Chiesa che non si occupa più delle anime, ma solo di quei corpi che rendono propagandisticamente. Oltre la linea in uno Stato che legifera secondo le agende stabilite in opachi palazzi di vetro. Oltre la linea in una società che affida la salvezza del pianeta alle Grete di turno. Oltre la linea in un mondo che divinizza le bestie e ammazza i bambini. Qualcuno ne sarà deluso, ma pensiamo che questo non sia più il tempo di una “riscossa cristiana”. Quello che siamo chiamati a fare è, al tempo stesso, più radicale e meno eclatante. Si tratta di attestarsi e perlustrare “oltre la linea” in terra nemica per osservare cosa vi accade e informare chi non intende piegarsi all’iniquità di un potere che non conosce altra legge che la propria prosperità".
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🇳🇪🇺🇸🇷🇺🇫🇷 IN NIGER GLI USA FANNO UNO SCHERZETTO ALLA FRANCIA
di Lukyluke31
Alla fine gli USA riconoscono il governo di Niamey nato dal golpe di fine luglio. Per pura coincidenza, il momento scelto coincide con l’uscita di scena della Francia.
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IN NIGER GLI USA FANNO UNO SCHERZETTO ALLA FRANCIA - Giubbe Rosse News
Alla fine gli USA riconoscono il governo di Niamey nato dal golpe di fine luglio. Per pura coincidenza, il momento scelto coincide con l'uscita di scena della Francia.
TAVOLA ROTONDA CESEM E POLIS ETICA: SICUREZZA O INSICUREZZA EUROPEA?
Tanti i temi discussi il 27 novembre a Roma, alla Tavola Rotonda organizzata dal Centro Studi Eurasia Mediterraneo, in collaborazione con Polis Etica, dal titolo "Sicurezza o insicurezza europea? Alla ricerca della stabilità perduta": si è parlato di migranti, guerra, diritti umani, energia. Tra i tanti intervenuti, Stefano Vernole, il Gen. Piero Laporta e il prof. Nino Galloni.
Nel documento finale (qui è possibile leggere la sintesi integrale dei lavori) particolare importanza viene data alla subalternità dell'UE rispetto alle esigenze belliche statunitensi: "Oggi non esiste una strategia occidentale per uscire dall’attuale situazione di caos globale; per gli Stati Uniti è prioritario combattere la Russia senza coinvolgere il proprio territorio ma utilizzando quello europeo" si legge. E ancora: "I due errori fondamentali dell’Europa riguardano proprio il mancato dialogo con la Russia dopo il 1989 e la sua scelta monetarista. Dopo il 2008 è diventata sempre più evidente la spaccatura tra finanza ed economia reale, ereditata dalla subordinazione al modello statunitense; perciò, andrebbe innanzitutto recuperata la sovranità monetaria e successivamente andrebbero iniettate risorse nell’economia reale, finanziando beni come la salute pubblica, il patrimonio culturale, l’istruzione. L’Italia può farlo rimanendo all’interno dei parametri imposti dall’Unione Europea? Sicuramente no".
Nette, infatti, le posizioni sull'Italia e sulla politica estera del governo: "Il mondo sta tornando alle origini: oggi esiste una piccola parte di Paesi aggressivi e la stragrande maggioranza del Pianeta che vuole solo commerciare pacificamente. L’Italia non può avere un ruolo da protagonista finchè rimane legata al vincolo esterno atlantico e fa parte di un blocco politico-militare, quello a guida statunitense, definito “disperato” dai suoi stessi protagonisti (Henry Kissinger). Per sfuggire al destino di portaerei nordamericana sul Mediterraneo, Roma dovrebbe guardare ad Ankara; quest’ultima, pur rimanendo nella NATO, è capace di salvaguardare il proprio interesse nazionale e influire concretamente sugli scenari geopolitici vicini".
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Tanti i temi discussi il 27 novembre a Roma, alla Tavola Rotonda organizzata dal Centro Studi Eurasia Mediterraneo, in collaborazione con Polis Etica, dal titolo "Sicurezza o insicurezza europea? Alla ricerca della stabilità perduta": si è parlato di migranti, guerra, diritti umani, energia. Tra i tanti intervenuti, Stefano Vernole, il Gen. Piero Laporta e il prof. Nino Galloni.
Nel documento finale (qui è possibile leggere la sintesi integrale dei lavori) particolare importanza viene data alla subalternità dell'UE rispetto alle esigenze belliche statunitensi: "Oggi non esiste una strategia occidentale per uscire dall’attuale situazione di caos globale; per gli Stati Uniti è prioritario combattere la Russia senza coinvolgere il proprio territorio ma utilizzando quello europeo" si legge. E ancora: "I due errori fondamentali dell’Europa riguardano proprio il mancato dialogo con la Russia dopo il 1989 e la sua scelta monetarista. Dopo il 2008 è diventata sempre più evidente la spaccatura tra finanza ed economia reale, ereditata dalla subordinazione al modello statunitense; perciò, andrebbe innanzitutto recuperata la sovranità monetaria e successivamente andrebbero iniettate risorse nell’economia reale, finanziando beni come la salute pubblica, il patrimonio culturale, l’istruzione. L’Italia può farlo rimanendo all’interno dei parametri imposti dall’Unione Europea? Sicuramente no".
Nette, infatti, le posizioni sull'Italia e sulla politica estera del governo: "Il mondo sta tornando alle origini: oggi esiste una piccola parte di Paesi aggressivi e la stragrande maggioranza del Pianeta che vuole solo commerciare pacificamente. L’Italia non può avere un ruolo da protagonista finchè rimane legata al vincolo esterno atlantico e fa parte di un blocco politico-militare, quello a guida statunitense, definito “disperato” dai suoi stessi protagonisti (Henry Kissinger). Per sfuggire al destino di portaerei nordamericana sul Mediterraneo, Roma dovrebbe guardare ad Ankara; quest’ultima, pur rimanendo nella NATO, è capace di salvaguardare il proprio interesse nazionale e influire concretamente sugli scenari geopolitici vicini".
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Centro Studi Eurasia e Mediterraneo
DOCUMENTO FINALE | "SICUREZZA O INSICUREZZA EUROPEA? Alla ricerca della stabilità perduta" - Centro Studi Eurasia e Mediterraneo
Lunedì 27 novembre, presso la Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale a ROMA (Piazza Montecitorio 101), si è tenuta la tavola rotonda organizzata dal Centro Studi Eurasia Mediterraneo in collaborazione con Polis Etica dal titolo: “SICUREZZA O INSICUREZZA…
UN POLITICO SLOVACCO CREERÁ UN PARTITO "PER LA RUSSIA E CONTRO LA NATO"
L'ex membro del Parlamento slovacco Peter Marchek ha raccontato della creazione di un nuovo partito "Slavi Uniti" nel Paese, che sarà a favore del ritiro della Slovacchia dall'UE e dalla NATO, nonché del riavvicinamento alla Russia.
Secondo Marchek, la raccolta di firme per la creazione del nuovo partito è in corso da circa sette mesi. Sono state raccolte ottomila firme e ne servono altre duemila.
Il politico ritiene che entro la fine dell'anno sarà possibile preparare tutti i documenti necessari e il partito sarà registrato ufficialmente all'inizio di gennaio.
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L'ex membro del Parlamento slovacco Peter Marchek ha raccontato della creazione di un nuovo partito "Slavi Uniti" nel Paese, che sarà a favore del ritiro della Slovacchia dall'UE e dalla NATO, nonché del riavvicinamento alla Russia.
Secondo Marchek, la raccolta di firme per la creazione del nuovo partito è in corso da circa sette mesi. Sono state raccolte ottomila firme e ne servono altre duemila.
Il politico ritiene che entro la fine dell'anno sarà possibile preparare tutti i documenti necessari e il partito sarà registrato ufficialmente all'inizio di gennaio.
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🇵🇸🇮🇱 ISRAELE VUOLE INONDARE I TUNNEL DI HAMAS A GAZA
Israele sta prendendo in considerazione un piano per inondare di acqua di mare una rete di tunnel utilizzati da Hamas nella Striscia di Gaza, secondo quanto riporta il Wall Street Journal ieri, citando un funzionario statunitense.
A novembre Israele ha finito di assemblare almeno cinque grandi pompe per l'acqua di mare a un miglio a nord del campo profughi di al-Shati, nel nord di Gaza. Le pompe possono attingere acqua dal Mar Mediterraneo e spostare migliaia di metri cubi all'ora, dando la possibilità di inondare la rete di tunnel in poche settimane.
Un funzionario degli Stati Uniti ha detto al Wall Street Journal che Israele aveva informato Washington dei piani il mese scorso, ricevendo una reazione "mista". I funzionari hanno detto che Washington ha valutato la fattibilità dell'allagamento dei tunnel, l'impatto ambientale e il valore militare della disabilitazione della rete.
L'inondazione dei tunnel potrebbe avere un impatto negativo sul suolo di Gaza ed esacerbare la crisi umanitaria affrontata dai palestinesi nell'enclave, hanno detto gli analisti citati nel rapporto. (Fonte: Middle East Eye)
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Israele sta prendendo in considerazione un piano per inondare di acqua di mare una rete di tunnel utilizzati da Hamas nella Striscia di Gaza, secondo quanto riporta il Wall Street Journal ieri, citando un funzionario statunitense.
A novembre Israele ha finito di assemblare almeno cinque grandi pompe per l'acqua di mare a un miglio a nord del campo profughi di al-Shati, nel nord di Gaza. Le pompe possono attingere acqua dal Mar Mediterraneo e spostare migliaia di metri cubi all'ora, dando la possibilità di inondare la rete di tunnel in poche settimane.
Un funzionario degli Stati Uniti ha detto al Wall Street Journal che Israele aveva informato Washington dei piani il mese scorso, ricevendo una reazione "mista". I funzionari hanno detto che Washington ha valutato la fattibilità dell'allagamento dei tunnel, l'impatto ambientale e il valore militare della disabilitazione della rete.
L'inondazione dei tunnel potrebbe avere un impatto negativo sul suolo di Gaza ed esacerbare la crisi umanitaria affrontata dai palestinesi nell'enclave, hanno detto gli analisti citati nel rapporto. (Fonte: Middle East Eye)
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Middle East Eye
Israel-Palestine war: Israel considers 'flooding Gaza tunnels' with seawater
US officials informed of Israeli plans to flood network of tunnels as seawater pumps installed north of besieged enclave, says Wall Street Journal report
🇵🇸 NUOVO MASSACRO A BEIT LAHIA
Secondo quanto riporta il giornalista palestinese Younis Tirawi, si prospetta un massacro nei pressi dell'ospedale Kamal Idwan a Beit Lahia, situata all'estrema periferia nord della striscia di Gaza. 3 colpi di artiglieria hanno colpito la porta principale dell'ospedale e altri 2 la casa della famiglia Hawila.
Si stima che 12 persone siano rimaste uccise sul posto, la maggior parte bambini.
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Secondo quanto riporta il giornalista palestinese Younis Tirawi, si prospetta un massacro nei pressi dell'ospedale Kamal Idwan a Beit Lahia, situata all'estrema periferia nord della striscia di Gaza. 3 colpi di artiglieria hanno colpito la porta principale dell'ospedale e altri 2 la casa della famiglia Hawila.
Si stima che 12 persone siano rimaste uccise sul posto, la maggior parte bambini.
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L’intervista di Ottolina TV a Alessandro Orsini
ALESSANDRO ORSINI SCATENATO - la debacle ucraina, lo sterminio di Gaza e l’ipocrisia del PD
https://www.youtube.com/watch?v=ZYttIUg9mZE
ALESSANDRO ORSINI SCATENATO - la debacle ucraina, lo sterminio di Gaza e l’ipocrisia del PD
https://www.youtube.com/watch?v=ZYttIUg9mZE
YouTube
ALESSANDRO ORSINI SCATENATO - la debacle ucraina, lo sterminio di Gaza e l’ipocrisia del PD
*intervist8lina*ALESSANDRO ORSINI SCATENATO - la debacle ucraina, lo sterminio di Gaza e l’ipocrisia del PDVisita il sito: https://ottolinatv.it ●▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬...
IL CONTESTO: ROBERTO BUFFAGNI E GIACOMO GABELLINI SU
L’EGEMONIA DEGLI STATI UNITI MINACCIATA DAL DOPPIO ROVESCIO MILITARE E MORALE
Da diversi giorni, sta a cominciando a delinearsi anche da un punto di vista per così dire “ufficiale” uno scenario maggiormente chiaro circa le prospettive di medio periodo del conflitto russo-ucraino. Anche Zelensky ha ormai riconosciuto urbi et orbi che la controffensiva si è risolta in un sostanziale fallimento, e dato ordine di allestire un sistema di fortificazioni lungo l’intera linea del fronte. Una retromarcia in pieno stile, innestata nel bel mezzo di una vera e propria lotta al coltello che, stando a quanto emerso dai resoconti forniti dai grandi mezzi di comunicazione anglo-statunitensi, sarebbe segnata dalla contrapposizione tra la fazione facente capo al presidente e gli ambienti militari legati al capo di Stato Maggiore Valerij Zalužny, i quali avrebbero conquistato il favore degli sponsor occidentali. Parliamo di questi rivolgimenti, e delle loro potenziali implicazioni di carattere generale, assieme a Roberto Buffagni, ex militare e scrittore.
https://www.youtube.com/watch?v=0AtZVUOeAOQ
L’EGEMONIA DEGLI STATI UNITI MINACCIATA DAL DOPPIO ROVESCIO MILITARE E MORALE
Da diversi giorni, sta a cominciando a delinearsi anche da un punto di vista per così dire “ufficiale” uno scenario maggiormente chiaro circa le prospettive di medio periodo del conflitto russo-ucraino. Anche Zelensky ha ormai riconosciuto urbi et orbi che la controffensiva si è risolta in un sostanziale fallimento, e dato ordine di allestire un sistema di fortificazioni lungo l’intera linea del fronte. Una retromarcia in pieno stile, innestata nel bel mezzo di una vera e propria lotta al coltello che, stando a quanto emerso dai resoconti forniti dai grandi mezzi di comunicazione anglo-statunitensi, sarebbe segnata dalla contrapposizione tra la fazione facente capo al presidente e gli ambienti militari legati al capo di Stato Maggiore Valerij Zalužny, i quali avrebbero conquistato il favore degli sponsor occidentali. Parliamo di questi rivolgimenti, e delle loro potenziali implicazioni di carattere generale, assieme a Roberto Buffagni, ex militare e scrittore.
https://www.youtube.com/watch?v=0AtZVUOeAOQ
YouTube
L’egemonia degli Stati Uniti minacciata dal doppio rovescio militare e morale – Con Roberto Buffagni
Da diversi giorni, sta a cominciando a delinearsi anche da un punto di vista per così dire “ufficiale” uno scenario maggiormente chiaro circa le prospettive di medio periodo del conflitto russo-ucraino. Anche Zelensky ha ormai riconosciuto urbi et orbi che…
🇲🇱🇳🇪🇫🇷 MALI E NIGER REINTRODUCONO LA DOPPIA IMPOSIZIONE CON LA FRANCIA
Con un comunicato congiunto, i governi di Mali e Niger hanno denunciato oggi le convenzioni fiscale siglate con la Francia rispettivamente nel 1972 e nel 1965 per evitare la doppia imposizione e stabilire "norme di assistenza reciproca in materia fiscale". Gli accordi coprono le imposte personali e societarie, le imposte di successione e persino le spese di registrazione. Questi accordi hanno consentito ai cittadini di questi tre paesi di non pagare le stesse tasse nei paesi ospitanti e di residenza.
Secondo Mali e Niger, le convenzioni volte ad evitare la doppia imposizione con la Francia sono sbilanciate e determinano notevoli carenze per i loro paesi. Quando queste denunce entreranno in vigore tra tre mesi, le multinazionali francesi e i cittadini francesi pagheranno le tasse sui redditi guadagnati in Mali e Niger, e viceversa.
Da notare che Mali e Niger hanno citato anche “il persistente atteggiamento ostile della Francia” nei confronti dei loro Stati per denunciare queste convenzioni.
Prima di questi due paesi, il Burkina Faso aveva già preso la stessa decisione nell’agosto 2023 per porre fine alle significative perdite di entrate subite per molti anni.
Dall’arrivo delle autorità militari alla guida di Mali, Burkina e Niger, i rapporti con la Francia, accusata di paternalismo e neocolonialismo, si sono notevolmente deteriorati.
A riprova, Bamako, Ouagadougou e Niamey hanno chiesto il ritiro delle forze antiterrorismo francesi dai loro territori per lottare sovranamente contro i criminali con le proprie forze e con il sostegno di partner ritenuti sinceri. (Fonti: Agenzia d'informazione del Burkina. VOA. RFI, Le Figaro)
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Con un comunicato congiunto, i governi di Mali e Niger hanno denunciato oggi le convenzioni fiscale siglate con la Francia rispettivamente nel 1972 e nel 1965 per evitare la doppia imposizione e stabilire "norme di assistenza reciproca in materia fiscale". Gli accordi coprono le imposte personali e societarie, le imposte di successione e persino le spese di registrazione. Questi accordi hanno consentito ai cittadini di questi tre paesi di non pagare le stesse tasse nei paesi ospitanti e di residenza.
Secondo Mali e Niger, le convenzioni volte ad evitare la doppia imposizione con la Francia sono sbilanciate e determinano notevoli carenze per i loro paesi. Quando queste denunce entreranno in vigore tra tre mesi, le multinazionali francesi e i cittadini francesi pagheranno le tasse sui redditi guadagnati in Mali e Niger, e viceversa.
Da notare che Mali e Niger hanno citato anche “il persistente atteggiamento ostile della Francia” nei confronti dei loro Stati per denunciare queste convenzioni.
Prima di questi due paesi, il Burkina Faso aveva già preso la stessa decisione nell’agosto 2023 per porre fine alle significative perdite di entrate subite per molti anni.
Dall’arrivo delle autorità militari alla guida di Mali, Burkina e Niger, i rapporti con la Francia, accusata di paternalismo e neocolonialismo, si sono notevolmente deteriorati.
A riprova, Bamako, Ouagadougou e Niamey hanno chiesto il ritiro delle forze antiterrorismo francesi dai loro territori per lottare sovranamente contro i criminali con le proprie forze e con il sostegno di partner ritenuti sinceri. (Fonti: Agenzia d'informazione del Burkina. VOA. RFI, Le Figaro)
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Il presidente ucraino Zelenskyj ha cancellato il suo discorso al Senato americano, durante il quale avrebbe dovuto spiegare la necessità di adottare un nuovo pacchetto di aiuti per l’Ucraina per oltre 61 miliardi di dollari in nuove armi e altri aiuti per il suo paese, ma al momento in fase di stallo. In precedenza, la Casa Bianca aveva avvertito che entro la fine dell’anno solare gli Stati Uniti potrebbero esaurire completamente le risorse per fornire assistenza all’Ucraina. https://www.nytimes.com/2023/12/05/us/politics/ukraine-aid-zelensky-congress.html
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NY Times
Ukraine Aid Falters in Senate as Republicans Insist on Border Restrictions
Legislation to send military aid to Ukraine and Israel was on the brink of collapse, after a briefing devolved into a screaming match one day before a critical test vote in the Senate.