This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
🇹🇷 ERDOGAN
"Blinken dice di essere arrivato in Israele non come ministro degli Esteri, ma come ebreo. Ma che tipo di approccio è questo?
Quindi, se qualcuno dicesse che mi sto avvicinando alla regione come musulmano, cosa direste? Dobbiamo avvicinarci a tutti come esseri umani". (via Ragip Soylu)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
"Blinken dice di essere arrivato in Israele non come ministro degli Esteri, ma come ebreo. Ma che tipo di approccio è questo?
Quindi, se qualcuno dicesse che mi sto avvicinando alla regione come musulmano, cosa direste? Dobbiamo avvicinarci a tutti come esseri umani". (via Ragip Soylu)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
🇵🇸 PALESTINA RIVENDICA ABBATTIMENTO DI UN F-16
Canali e fonti palestinesi sostengono che un F-16 delle forze israeliane sarebbe stato abbattuto sopra Gaza con un Manpads.
Notizia in attesa di verifica e conferma. Le immagini del video non sono conclusive e non permettono di eliminare i dubbi.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Canali e fonti palestinesi sostengono che un F-16 delle forze israeliane sarebbe stato abbattuto sopra Gaza con un Manpads.
Notizia in attesa di verifica e conferma. Le immagini del video non sono conclusive e non permettono di eliminare i dubbi.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Ancora sul conflitto israelo-palestinese
editoriale di Enrico Tomaselli
Come evolve la situazione in Israele e Gaza?
Per quanto riguarda il neo-governo di unità nazionale insediatosi a Tel Aviv, in questo momento la questione centrale è come acquisire il massimo risultato (sradicamento di Hamas) al minor prezzo (politico e militare) possibile.
Le opzioni sul campo sono, sfortunatamente per il regime sionista, ben poche. Anzi, essendo evidentemente impraticabile l’esplusione di oltre due milioni di palestinesi verso l’Egitto, soltanto due.
La prima opzione è un assedio ferreo, mantenendo il blocco dell’elettricità e dell’acqua, e colpendo periodicamente ad ogni segnale di attività bellica palestinese. Il riallaccio temporaneo dell’elettricità, e soprattutto dell’acqua, potrebbe essere concesso dietro il rilascio di alcuni ostaggi, soprattutto civili. Per recuperare quelli militari eventualmente sopravvissuti, si potrebbe alla fine tentare qualche blitz.
Il problema di questa opzione è, ovviamente, che richiede un tempo indeterminato per conseguire l’obiettivo, e più si prolungherebbe l’assedio maggiore sarebbe la pressione internazionale per toglierlo, più aumenterebbe il consenso per la causa palestinese. C’è inoltre – ovviamente – l’imponderabilità riguardo al comportamento di Hamas e della popolazione di Gaza. Se, ad esempio, scegliessero una sorta di martirio collettivo, rifiutando di cedere al ricatto, sarebbe un problema enorme. E, in ogni caso, l’assedio – per quanto lungo e terribile – non risolverebbe alla radice il problema delle Brigate Ezzedin al-Qassam, né quello più ampio di Hamas.
La seconda opzione è l’azione militare. In questo caso, però, non sarebbe sufficiente una operazione limitata, come altre effettuate in passato. Tsahal dovrebbe schiantare la resistenza armata palestinese, e quindi occupare stabilmente l’intera striscia di Gaza (come era prima del 2005), per procedere ad un lavoro sistematico di individuazione e distruzione di tutte le strutture militari di al-Qassam, nonché all’individuazione ed incarcerazione di tutti i militanti delle Brigate e, quanto meno, di una buona parte dei quadri di Hamas.
Questa sarebbe ovviamente ovviamente la soluzione finale del problema Hamas, ma pone dei problemi giganteschi. Innanzi tutto, la conquista militare del territorio comporterebbe sanguinose battaglie urbane per almeno tre/quattro settimane, con centinaia, se non migliaia, di vittime da ambo le parti, e la perdita di numerosissimi mezzi. E con la variabile di una reazione difficilmente quantificabile su altri fronti.
A questa dovrebbe poi seguire una occupazione prolungata, probabilmente di almeno uno/due anni, per ripulire completamente l’area. Tenendo presente che, per un verso, Israele dovrebbe farsi carico della ricostruzione e del mantenimento della popolazione (ostile), e per un altro dovrebbe internare alcune decine di migliaia di combattenti e militanti.
La cosa più probabile, quindi, è che alla fine Tel Aviv opterà per una via di mezzo. Continuerà a martellare la striscia per alcuni giorni ancora, quindi lancerà una operazione di terra estremamente violenta ma limitata nel tempo (una decina di giorni almeno), con l’intento di limitare le perdite al massimo, infliggerne parimenti il massimo possibile al nemico, per poi ritirarsi lasciando ad Hamas l’onere prioritario della ricostruzione (non solo materiale), e mantenendo la pressione attraverso il controllo sull’erogazione di acqua e luce.
Limitando l’intervento militare sul campo a pochi giorni, ovviamente Israele rinuncerebbe all’obiettivo – più volte conclamato in questi giorni – dello sradicamento di Hamas. Il che potrebbe persino essere considerata una opzione utile; una resistenza palestinese armata, ma fortemente ridimensionata nella capacità offensive, varrebbe a tenere saldo il legame con preziosi alleati. E naturalmente si troverebbe comunque a gestire la trattativa sul rilascio dei militari e civili prigionieri (sopravvissuti).
(segue)
editoriale di Enrico Tomaselli
Come evolve la situazione in Israele e Gaza?
Per quanto riguarda il neo-governo di unità nazionale insediatosi a Tel Aviv, in questo momento la questione centrale è come acquisire il massimo risultato (sradicamento di Hamas) al minor prezzo (politico e militare) possibile.
Le opzioni sul campo sono, sfortunatamente per il regime sionista, ben poche. Anzi, essendo evidentemente impraticabile l’esplusione di oltre due milioni di palestinesi verso l’Egitto, soltanto due.
La prima opzione è un assedio ferreo, mantenendo il blocco dell’elettricità e dell’acqua, e colpendo periodicamente ad ogni segnale di attività bellica palestinese. Il riallaccio temporaneo dell’elettricità, e soprattutto dell’acqua, potrebbe essere concesso dietro il rilascio di alcuni ostaggi, soprattutto civili. Per recuperare quelli militari eventualmente sopravvissuti, si potrebbe alla fine tentare qualche blitz.
Il problema di questa opzione è, ovviamente, che richiede un tempo indeterminato per conseguire l’obiettivo, e più si prolungherebbe l’assedio maggiore sarebbe la pressione internazionale per toglierlo, più aumenterebbe il consenso per la causa palestinese. C’è inoltre – ovviamente – l’imponderabilità riguardo al comportamento di Hamas e della popolazione di Gaza. Se, ad esempio, scegliessero una sorta di martirio collettivo, rifiutando di cedere al ricatto, sarebbe un problema enorme. E, in ogni caso, l’assedio – per quanto lungo e terribile – non risolverebbe alla radice il problema delle Brigate Ezzedin al-Qassam, né quello più ampio di Hamas.
La seconda opzione è l’azione militare. In questo caso, però, non sarebbe sufficiente una operazione limitata, come altre effettuate in passato. Tsahal dovrebbe schiantare la resistenza armata palestinese, e quindi occupare stabilmente l’intera striscia di Gaza (come era prima del 2005), per procedere ad un lavoro sistematico di individuazione e distruzione di tutte le strutture militari di al-Qassam, nonché all’individuazione ed incarcerazione di tutti i militanti delle Brigate e, quanto meno, di una buona parte dei quadri di Hamas.
Questa sarebbe ovviamente ovviamente la soluzione finale del problema Hamas, ma pone dei problemi giganteschi. Innanzi tutto, la conquista militare del territorio comporterebbe sanguinose battaglie urbane per almeno tre/quattro settimane, con centinaia, se non migliaia, di vittime da ambo le parti, e la perdita di numerosissimi mezzi. E con la variabile di una reazione difficilmente quantificabile su altri fronti.
A questa dovrebbe poi seguire una occupazione prolungata, probabilmente di almeno uno/due anni, per ripulire completamente l’area. Tenendo presente che, per un verso, Israele dovrebbe farsi carico della ricostruzione e del mantenimento della popolazione (ostile), e per un altro dovrebbe internare alcune decine di migliaia di combattenti e militanti.
La cosa più probabile, quindi, è che alla fine Tel Aviv opterà per una via di mezzo. Continuerà a martellare la striscia per alcuni giorni ancora, quindi lancerà una operazione di terra estremamente violenta ma limitata nel tempo (una decina di giorni almeno), con l’intento di limitare le perdite al massimo, infliggerne parimenti il massimo possibile al nemico, per poi ritirarsi lasciando ad Hamas l’onere prioritario della ricostruzione (non solo materiale), e mantenendo la pressione attraverso il controllo sull’erogazione di acqua e luce.
Limitando l’intervento militare sul campo a pochi giorni, ovviamente Israele rinuncerebbe all’obiettivo – più volte conclamato in questi giorni – dello sradicamento di Hamas. Il che potrebbe persino essere considerata una opzione utile; una resistenza palestinese armata, ma fortemente ridimensionata nella capacità offensive, varrebbe a tenere saldo il legame con preziosi alleati. E naturalmente si troverebbe comunque a gestire la trattativa sul rilascio dei militari e civili prigionieri (sopravvissuti).
(segue)
Tutto questo in un quadro generale estremamente delicato, in cui equilibri diversi si intrecciano e si scontrano, in un gioco con ampi margini di imprevedibilità.
Se però ci si attiene alla razionalità politica, che presumibilmente guida i paesi e le forze politiche dell’area (nonché i grandi player internazionali), l’ipotesi di una deflagrazione generale del conflitto appare poco probabile.
Non tanto per un timore reverenziale nei confronti della potenza militare israeliana (soprattutto dopo il 7 ottobre…), né per l’esibizione di forza statunitense, quanto appunto per calcolo politico: nessuno dei paesi vicini ha voglia di scatenare un conflitto adesso, che tra l’altro non sarebbe certo gradito né da Mosca [1] né da Pechino, e che darebbe agio a Washington di rinforzare la presenza americana nell’area (già la 101^ divisione aerotrasportata sta andando in Giordania). Anche i più ostili, Iran Siria ed Hezbollah, hanno altre prospettive di medio-lungo termine. È possibile che Hezb intensifichi un po’ le scaramucce di confine, ma cercando di evitare che si inneschi una escalation pericolosa. Certo, tutti gli attori regionali ostili si preparano comunque all’ipotesi di una guerra, ma difficilmente saranno loro ad intraprenderla.
1 – Putin ha detto che Israele ha il diritto di difendersi dopo essere stato sottoposto ad “un attacco senza precedenti nella sua crudeltà”.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Se però ci si attiene alla razionalità politica, che presumibilmente guida i paesi e le forze politiche dell’area (nonché i grandi player internazionali), l’ipotesi di una deflagrazione generale del conflitto appare poco probabile.
Non tanto per un timore reverenziale nei confronti della potenza militare israeliana (soprattutto dopo il 7 ottobre…), né per l’esibizione di forza statunitense, quanto appunto per calcolo politico: nessuno dei paesi vicini ha voglia di scatenare un conflitto adesso, che tra l’altro non sarebbe certo gradito né da Mosca [1] né da Pechino, e che darebbe agio a Washington di rinforzare la presenza americana nell’area (già la 101^ divisione aerotrasportata sta andando in Giordania). Anche i più ostili, Iran Siria ed Hezbollah, hanno altre prospettive di medio-lungo termine. È possibile che Hezb intensifichi un po’ le scaramucce di confine, ma cercando di evitare che si inneschi una escalation pericolosa. Certo, tutti gli attori regionali ostili si preparano comunque all’ipotesi di una guerra, ma difficilmente saranno loro ad intraprenderla.
1 – Putin ha detto che Israele ha il diritto di difendersi dopo essere stato sottoposto ad “un attacco senza precedenti nella sua crudeltà”.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Telegram
Giubbe Rosse
Canale di informazione politica
www.giubberosse.news
Per contattare la redazione: redazione.gr@proton.me
Resistere è un buon investimento.
www.giubberosse.news
Per contattare la redazione: redazione.gr@proton.me
Resistere è un buon investimento.
“MIO-PERICARDITI ANCHE FATALI”: LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE MEDICO-SCIENTIFICA INDIPENDENTE A GOVERNO E REGIONI
In concomitanza con la somministrazione del richiamo anti-Covid (si tratta della sesta dose complessiva in due anni e mezzo circa), il 14 settembre scorso AIFA e Commissione Europea hanno dichiarato nell’Allegato 1 alle decisioni di autorizzazione i vaccini Pfizer e Moderna un ‘aumento del rischio di sviluppare miocardite e pericardite. Alcuni casi hanno richiesto terapia intensiva e si sono osservati casi fatali’. La notizia, benché ufficiale, è passata quasi sotto silenzio, tanto da essere stata ignorata dal mainstream. (continua su bgs)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
In concomitanza con la somministrazione del richiamo anti-Covid (si tratta della sesta dose complessiva in due anni e mezzo circa), il 14 settembre scorso AIFA e Commissione Europea hanno dichiarato nell’Allegato 1 alle decisioni di autorizzazione i vaccini Pfizer e Moderna un ‘aumento del rischio di sviluppare miocardite e pericardite. Alcuni casi hanno richiesto terapia intensiva e si sono osservati casi fatali’. La notizia, benché ufficiale, è passata quasi sotto silenzio, tanto da essere stata ignorata dal mainstream. (continua su bgs)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
www.buongiornosuedtirol.it
“Mio-pericarditi anche fatali”: la proposta della Commissione Medico-Scientifica indipendente a Governo e Regioni
In concomitanza con la somministrazione del richiamo anti-Covid (si tratta della sesta dose complessiva in due anni e mezzo circa), il 14 settembre scorso AIFA
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
🇶🇦 QATAR MINACCIA DI TAGLIARE IL GNL SE I BOMBARDAMENTI A GAZA NON CESSANO
Il Qatar si schiera in difesa della Palestina e minaccia di creare una carenza globale di gas a sostegno della Palestina. "Se i bombardamenti su Gaza non si fermano, noi fermeremo la fornitura di gas al mondo."
L'Occidente si è voluto a tutti i costi liberare dal "ricatto russo" per farsi ricattare da qualcun altro. Succede, quando pretendi di dettare le regole del gioco, ma dipendi dagli altri.
EDIT:
La notizia è stata smentita:
https://t.me/rossobruni/34289
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Il Qatar si schiera in difesa della Palestina e minaccia di creare una carenza globale di gas a sostegno della Palestina. "Se i bombardamenti su Gaza non si fermano, noi fermeremo la fornitura di gas al mondo."
L'Occidente si è voluto a tutti i costi liberare dal "ricatto russo" per farsi ricattare da qualcun altro. Succede, quando pretendi di dettare le regole del gioco, ma dipendi dagli altri.
EDIT:
La notizia è stata smentita:
https://t.me/rossobruni/34289
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Giubbe Rosse
🇵🇸 PALESTINA RIVENDICA ABBATTIMENTO DI UN F-16 Canali e fonti palestinesi sostengono che un F-16 delle forze israeliane sarebbe stato abbattuto sopra Gaza con un Manpads. Notizia in attesa di verifica e conferma. Le immagini del video non sono conclusive…
Al momento nessuna conferma sull'abbattimento dell'F-16.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Telegram
Giubbe Rosse
Canale di informazione politica
www.giubberosse.news
Per contattare la redazione: redazione.gr@proton.me
Resistere è un buon investimento.
www.giubberosse.news
Per contattare la redazione: redazione.gr@proton.me
Resistere è un buon investimento.
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
🇮🇱🇱🇧 UN GIORNALISTA DI REUTERS MORTO E ALTRI TRE FERITI
Giornalisti di Reuters che stavano trasmettendo in diretta gli scontri al confine tra Libano e Israele sono stati colpiti dal fuoco israeliano. Un giornalista è morto e altri tre sono rimasti feriti. Coinvolta anche la troupe di Al Jazeera.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Giornalisti di Reuters che stavano trasmettendo in diretta gli scontri al confine tra Libano e Israele sono stati colpiti dal fuoco israeliano. Un giornalista è morto e altri tre sono rimasti feriti. Coinvolta anche la troupe di Al Jazeera.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Giubbe Rosse
🇶🇦 QATAR MINACCIA DI TAGLIARE IL GNL SE I BOMBARDAMENTI A GAZA NON CESSANO Il Qatar si schiera in difesa della Palestina e minaccia di creare una carenza globale di gas a sostegno della Palestina. "Se i bombardamenti su Gaza non si fermano, noi fermeremo…
Il video è un fake e la notizia è stata smentita. Ci scusiamo con i lettori.
https://dohanews.co/gaza-experts-debunk-fake-news-on-qatar-gas-supply-threats/
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
https://dohanews.co/gaza-experts-debunk-fake-news-on-qatar-gas-supply-threats/
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Doha News
Gaza: Experts debunk fake news on Qatar gas supply threats
An account previously exposed to have links with the UAE has posted fake news on Qatari threats to cut gas supplies to the world if Israel continues to bombard Gaza.…
🇮🇱 HERZOG RISPOLVERA IL CONCETTO DI COLPA COLLETTIVA PER LA PALESTINA: "UN’INTERA NAZIONE LÀ FUORI È RESPONSABILE"
Mentre Israele è impegnato in una massiccia campagna aerea in vista di un’invasione terrestre su vasta scala della Striscia di Gaza, il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato venerdì che tutti i cittadini di Gaza sono responsabili dell’attacco perpetrato da Hamas in Israele lo scorso fine settimana, che ha provocato la morte di oltre 1.200 persone.
“C’è un’intera nazione là fuori che è responsabile”, ha detto Herzog in una conferenza stampa venerdì. “Non è vera questa retorica secondo cui i civili non sono consapevoli, non sono coinvolti. Non è assolutamente vero. Avrebbero potuto insorgere. Avrebbero potuto combattere contro quel regime malvagio che ha preso il controllo di Gaza con un colpo di stato”.
Quando un giornalista ha chiesto a Herzog di chiarire se intendesse dire che, dal momento che gli abitanti di Gaza non hanno rimosso Hamas dal potere, “questo li rende, implicitamente, obiettivi legittimi”, il presidente israeliano ha affermato: “No, non ho detto questo”.
Ma poi ha affermato: “Quando hai un missile nella tua maledetta cucina e vuoi spararmelo addosso, posso difendermi?”. (Fonte: HuffPost, via Yahoo News!)
La colpa collettiva è sempre l'anticamera del genocidio.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Mentre Israele è impegnato in una massiccia campagna aerea in vista di un’invasione terrestre su vasta scala della Striscia di Gaza, il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato venerdì che tutti i cittadini di Gaza sono responsabili dell’attacco perpetrato da Hamas in Israele lo scorso fine settimana, che ha provocato la morte di oltre 1.200 persone.
“C’è un’intera nazione là fuori che è responsabile”, ha detto Herzog in una conferenza stampa venerdì. “Non è vera questa retorica secondo cui i civili non sono consapevoli, non sono coinvolti. Non è assolutamente vero. Avrebbero potuto insorgere. Avrebbero potuto combattere contro quel regime malvagio che ha preso il controllo di Gaza con un colpo di stato”.
Quando un giornalista ha chiesto a Herzog di chiarire se intendesse dire che, dal momento che gli abitanti di Gaza non hanno rimosso Hamas dal potere, “questo li rende, implicitamente, obiettivi legittimi”, il presidente israeliano ha affermato: “No, non ho detto questo”.
Ma poi ha affermato: “Quando hai un missile nella tua maledetta cucina e vuoi spararmelo addosso, posso difendermi?”. (Fonte: HuffPost, via Yahoo News!)
La colpa collettiva è sempre l'anticamera del genocidio.
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Yahoo News
Israeli President Suggests That Civilians In Gaza Are Legitimate Targets
“It is an entire nation out there that is responsible,” Isaac Herzog said as Israel ordered 1.1 million Palestinians to evacuate their homes.
🇵🇸🇮🇱 ISRAELE DÀ ALL'OSPEDALE AL AWDA DUE ORE PER EVACUARE
Israele ha concesso all'ospedale Al Awda solo due ore per evacuare. Il nostro personale sta ancora curando i pazienti
Condanniamo inequivocabilmente questa azione, il continuo spargimento di sangue indiscriminato e gli attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza.
Stiamo cercando di proteggere il nostro personale e i nostri pazienti. (Fonte: MSF International)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Israele ha concesso all'ospedale Al Awda solo due ore per evacuare. Il nostro personale sta ancora curando i pazienti
Condanniamo inequivocabilmente questa azione, il continuo spargimento di sangue indiscriminato e gli attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza.
Stiamo cercando di proteggere il nostro personale e i nostri pazienti. (Fonte: MSF International)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Giubbe Rosse
🇮🇱🇱🇧 UN GIORNALISTA DI REUTERS MORTO E ALTRI TRE FERITI Giornalisti di Reuters che stavano trasmettendo in diretta gli scontri al confine tra Libano e Israele sono stati colpiti dal fuoco israeliano. Un giornalista è morto e altri tre sono rimasti feriti.…
🇱🇧🇮🇱 Una fonte della sicurezza libanese afferma che il giornalista di Reuters è stato ucciso da un elicottero Apache israeliano che ha sparato un missile guidato vicino al confine libanese (Fonte: Al Jazeera)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Telegram
Giubbe Rosse
Canale di informazione politica
www.giubberosse.news
Per contattare la redazione: redazione.gr@proton.me
Resistere è un buon investimento.
www.giubberosse.news
Per contattare la redazione: redazione.gr@proton.me
Resistere è un buon investimento.
Giubbe Rosse
🇵🇸🇮🇱 ISRAELE DÀ ALL'OSPEDALE AL AWDA DUE ORE PER EVACUARE Israele ha concesso all'ospedale Al Awda solo due ore per evacuare. Il nostro personale sta ancora curando i pazienti Condanniamo inequivocabilmente questa azione, il continuo spargimento di sangue…
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
🇺🇸🇮🇱🇵🇸 BIDEN RIBADISCE SUPPORTO A ISRAELE, MA CHIEDE DI POSTICIPARE LA CAMPAGNA DI TERRA
"Per me è anche una priorità affrontare urgentemente la crisi umanitaria a Gaza... Non possiamo perdere di vista il fatto che la stragrande maggioranza dei palestinesi non ha nulla a che fare con Hamas e con i terribili attacchi". (Fonte: CNN)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
"Per me è anche una priorità affrontare urgentemente la crisi umanitaria a Gaza... Non possiamo perdere di vista il fatto che la stragrande maggioranza dei palestinesi non ha nulla a che fare con Hamas e con i terribili attacchi". (Fonte: CNN)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
🇧🇫🇷🇺 BURKINA FASO FIRMA ACCORDO SUL NUCLARE CON LA RUSSIA
Il Burkina Faso e la Russia hanno firmato oggi un memorandum d'intesa per la costruzione di una centrale nucleare in Burkina Faso.
L’accordo rappresenta il culmine dei colloqui che il governatore militare del Burkina Faso, il capitano Ibrahim Traore, ha avuto con il presidente russo Vladimir Putin a luglio durante il vertice Russia-Africa a Mosca.
"Il protocollo d'intesa sarà firmato tra Rosatom, l'agenzia federale russa per l'energia atomica, e il ministero dell'energia del Burkina Faso, a margine della Settimana energetica russa 2023", si legge inoltre nel rapporto.
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, il Burkina Faso è uno dei paesi meno elettrificati a livello globale, con solo il 20% circa della popolazione che ha accesso all’elettricità. (Fonte: Africa Intel)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Il Burkina Faso e la Russia hanno firmato oggi un memorandum d'intesa per la costruzione di una centrale nucleare in Burkina Faso.
L’accordo rappresenta il culmine dei colloqui che il governatore militare del Burkina Faso, il capitano Ibrahim Traore, ha avuto con il presidente russo Vladimir Putin a luglio durante il vertice Russia-Africa a Mosca.
"Il protocollo d'intesa sarà firmato tra Rosatom, l'agenzia federale russa per l'energia atomica, e il ministero dell'energia del Burkina Faso, a margine della Settimana energetica russa 2023", si legge inoltre nel rapporto.
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, il Burkina Faso è uno dei paesi meno elettrificati a livello globale, con solo il 20% circa della popolazione che ha accesso all’elettricità. (Fonte: Africa Intel)
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee