🇪🇺 EUROPA. DOMANDA DI GAS NATURALE A DICEMBRE -5% SU MEDIA 5 ANNI
La domanda di gas naturale in Europa a dicembre è stata del 13% inferiore rispetto alla media dei 5 anni, come mostrano i primi dati di ICIS.
DE: -7%
IT: - 18%
FR: - 8%
NL: -16%
ES: -23%
GB: -3%
(via Tom Marzec-Manser)
Toglietevi dalla testa che il price cap sia in qualche modo all'origine dell'attuale calo del prezzo del gas. I fattori decisivi sono stati:
a) temperature insolitamente più alte della media
b) crollo della domanda
Il tutto è confermato da un livello degli stoccaggi superiore alle previsioni.
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La domanda di gas naturale in Europa a dicembre è stata del 13% inferiore rispetto alla media dei 5 anni, come mostrano i primi dati di ICIS.
DE: -7%
IT: - 18%
FR: - 8%
NL: -16%
ES: -23%
GB: -3%
(via Tom Marzec-Manser)
Toglietevi dalla testa che il price cap sia in qualche modo all'origine dell'attuale calo del prezzo del gas. I fattori decisivi sono stati:
a) temperature insolitamente più alte della media
b) crollo della domanda
Il tutto è confermato da un livello degli stoccaggi superiore alle previsioni.
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BOLZANO 2023
Il partito no-vax Enzian verso una candidatura alle elezioni provincialI. Nel 2022, alle politiche, fece volare il partito della Cunial in Alto Adige, raggiungendo picchi del 20% nei comuni germanofoni. (Fonte: Ultimora.net - POLITICS)
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Il partito no-vax Enzian verso una candidatura alle elezioni provincialI. Nel 2022, alle politiche, fece volare il partito della Cunial in Alto Adige, raggiungendo picchi del 20% nei comuni germanofoni. (Fonte: Ultimora.net - POLITICS)
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🇮🇹 BOLLETTE GAS +23% A DICEMBRE
Aumenta la bolletta del gas per le famiglie ancora sul mercato tutelato. In base all’andamento medio del mercato all’ingrosso italiano nel mese di dicembre e per i consumi dello stesso mese, per la famiglia tipo in tutela si registra una crescita del 23,3% della bolletta, rispetto a novembre. A comunicarlo è Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, spiegando che a dicembre il prezzo della materia prima gas per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è fissato in 116,6 euro/MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese. Nelle prime settimane di dicembre le quotazioni del gas hanno raggiunto anche punte di circa 135 euro/MWh. (Fonte: Corriere)
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Aumenta la bolletta del gas per le famiglie ancora sul mercato tutelato. In base all’andamento medio del mercato all’ingrosso italiano nel mese di dicembre e per i consumi dello stesso mese, per la famiglia tipo in tutela si registra una crescita del 23,3% della bolletta, rispetto a novembre. A comunicarlo è Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, spiegando che a dicembre il prezzo della materia prima gas per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è fissato in 116,6 euro/MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese. Nelle prime settimane di dicembre le quotazioni del gas hanno raggiunto anche punte di circa 135 euro/MWh. (Fonte: Corriere)
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Corriere della Sera
Bollette del gas di dicembre in aumento del 23,3%: la spesa media per famiglia sale a 1.866 euro
Arera comunica le nuove tariffe per le bollette del gas per le famiglie ancora sul mercato tutelato: a dicembre il prezzo del gas ha toccato punte di 135 euro/MWh
TWITTERFILES: "COME TWITTER HA FATTO ENTRARE LA COMUNITÀ DELL'INTELLIGENCE"
È appena stato pubblicato, a firma di Matt Taibbi, un nuovo capitolo dei TwitterFiles, intitolato "Come Twitter ha fatto entrare la comunità dell'intelligence". Chi ha seguito le nostre traduzioni dei capitoli precedenti non troverà in questo nuovo drop particolari novità, motivo per il quale abbiamo deciso stavolta di non pubblicare la traduzione integrale.
In sostanza, si parla della presunta rete di account di propaganda russa presente sulla piattaforma e di come Twitter, sotto pressione di membri del Congresso, della comunità di intelligence e di influenti testate mainstream vicine al partito democratico, sia stata praticamente obbligata a cambiare linea. Quando Twitter comunica che la sua task force antirussa è riuscita a trovare a mala pena qualche account sospetto di propaganda, uno dei quali era Russia Today, il senatore democratico Mark Warner va su tutte le furie. Politico, Washington Post e BuzzFeed iniziano a pubblicare articoli tendenziosi, insinuando che la piattaforma sarebbe diventata un nido di spie russe. Hillary Clinton chiede esplicitamente a Twitter di "prendere atto che la piattaforma viene utilizzata [da potenze straniere] per una guerra informatica". Il Congresso minaccia di passare un disegno di legge che obbligherebbe le piattaforme social a rendere più trasparente l'origine degli annunci pubblicitari politici. Minacciati nel portafoglio, i dirigenti di Twitter capiscono che è ora di cambiare rotta e, magicamente, una serie di account che fino a quel momento erano stati considerati "puliti" vengono rimossi. Per usare le parole di Taibbi:
"Twitter capì ben presto che era il momento di cambiare la sua posizione anche per il futuro. In pubblico, sosteneva di rimuovere i contenuti a propria esclusiva discrezione. In privato, escludeva qualsiasi cosa venisse "identificata dalla comunità dell'intelligence statunitense come un'entità sponsorizzata da uno stato che conduce operazioni informatiche". Twitter ha permesso alla comunità di intelligence americana di entrare nel suo processo di moderazione. Non se ne sarebbe più andata".
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È appena stato pubblicato, a firma di Matt Taibbi, un nuovo capitolo dei TwitterFiles, intitolato "Come Twitter ha fatto entrare la comunità dell'intelligence". Chi ha seguito le nostre traduzioni dei capitoli precedenti non troverà in questo nuovo drop particolari novità, motivo per il quale abbiamo deciso stavolta di non pubblicare la traduzione integrale.
In sostanza, si parla della presunta rete di account di propaganda russa presente sulla piattaforma e di come Twitter, sotto pressione di membri del Congresso, della comunità di intelligence e di influenti testate mainstream vicine al partito democratico, sia stata praticamente obbligata a cambiare linea. Quando Twitter comunica che la sua task force antirussa è riuscita a trovare a mala pena qualche account sospetto di propaganda, uno dei quali era Russia Today, il senatore democratico Mark Warner va su tutte le furie. Politico, Washington Post e BuzzFeed iniziano a pubblicare articoli tendenziosi, insinuando che la piattaforma sarebbe diventata un nido di spie russe. Hillary Clinton chiede esplicitamente a Twitter di "prendere atto che la piattaforma viene utilizzata [da potenze straniere] per una guerra informatica". Il Congresso minaccia di passare un disegno di legge che obbligherebbe le piattaforme social a rendere più trasparente l'origine degli annunci pubblicitari politici. Minacciati nel portafoglio, i dirigenti di Twitter capiscono che è ora di cambiare rotta e, magicamente, una serie di account che fino a quel momento erano stati considerati "puliti" vengono rimossi. Per usare le parole di Taibbi:
"Twitter capì ben presto che era il momento di cambiare la sua posizione anche per il futuro. In pubblico, sosteneva di rimuovere i contenuti a propria esclusiva discrezione. In privato, escludeva qualsiasi cosa venisse "identificata dalla comunità dell'intelligence statunitense come un'entità sponsorizzata da uno stato che conduce operazioni informatiche". Twitter ha permesso alla comunità di intelligence americana di entrare nel suo processo di moderazione. Non se ne sarebbe più andata".
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Threadreaderapp
Thread by @mtaibbi on Thread Reader App
@mtaibbi: 1.THREAD: The Twitter Files How Twitter Let the Intelligence Community In 2.In August 2017, when Facebook decided to suspend 300 accounts with “suspected Russian origin,” Twitter wasn’t worried. Its leaders...…
🇺🇸🇻🇪 GLI USA NON CONSIDERANO ANCORA MADURO PRESIDENTE LEGITTIMO
Gli Stati Uniti hanno detto oggi che ancora non considerano Nicolas Maduro il legittimo presidente del Venezuela e manterranno le sanzioni dopo che l'opposizione avrà sciolto il suo "governo ad interim".
Il Dipartimento di Stato ha affermato che i beni del governo venezuelano negli Stati Uniti, inclusa la compagnia petrolifera statale, rimarranno sotto l'autorità dell'Assemblea nazionale guidata dall'opposizione, che è stata eletta nel 2015 ma è stata privata del potere dal governo di sinistra di Maduro.
"Il nostro approccio a Nicolas Maduro non sta cambiando. Non è il leader legittimo del Venezuela", ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price.
"Continuiamo a riconoscere quella che è l'unica istituzione democraticamente eletta rimasta in Venezuela oggi, e questa è l'Assemblea Nazionale del 2015", ha detto Price. Alla domanda sui beni venezuelani, Price ha dichiarato: "Le nostre sanzioni generali relative al Venezuela e le relative restrizioni rimangono in vigore". (Fonte: AFP/Barron's)
Insomma, il presidente lo vogliono scegliere loro.
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Gli Stati Uniti hanno detto oggi che ancora non considerano Nicolas Maduro il legittimo presidente del Venezuela e manterranno le sanzioni dopo che l'opposizione avrà sciolto il suo "governo ad interim".
Il Dipartimento di Stato ha affermato che i beni del governo venezuelano negli Stati Uniti, inclusa la compagnia petrolifera statale, rimarranno sotto l'autorità dell'Assemblea nazionale guidata dall'opposizione, che è stata eletta nel 2015 ma è stata privata del potere dal governo di sinistra di Maduro.
"Il nostro approccio a Nicolas Maduro non sta cambiando. Non è il leader legittimo del Venezuela", ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price.
"Continuiamo a riconoscere quella che è l'unica istituzione democraticamente eletta rimasta in Venezuela oggi, e questa è l'Assemblea Nazionale del 2015", ha detto Price. Alla domanda sui beni venezuelani, Price ha dichiarato: "Le nostre sanzioni generali relative al Venezuela e le relative restrizioni rimangono in vigore". (Fonte: AFP/Barron's)
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MarketWatch
An interest-rate shock wrecked stocks in 2022. What pros say will drive the market in 2023.
Investors get a chance to think about what will drive the market in 2023 after stocks posted the worst year since the 2008 financial crisis.
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EZEKIEL EMANUEL: "CON L'ULTIMA VARIANTE NON FUNZIONANO I VACCINI, LE MONOCLONALI, GLI ANTICORPI DA INFEZIONE. I TEST SUGLI AEREI SONO INEFFICACI, L'UNICA COSA CHE FUNZIONA SONO MASCHERINE DI ALTA QUALITÀ" (Fonte: MSNBC)
Si metteranno in lockdown da soli?
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🇬🇧 GOLDMAN SACHS: "LA RECESSIONE DEL REGNO UNITO SARÀ GRAVE COME QUELLA RUSSA"
La contrazione economica del Regno Unito nel 2023 sarà grave quasi quanto quella della Russia con un forte calo del tenore di vita delle famiglie.
Nella suo outlook macroeconomico per il 2023, Goldman Sachs prevede per il Regno Unito una contrazione dell'1,2% del PIL, ben al di sotto di tutte le altre principali economie del gruppo dei dieci. Ciò dovrebbe essere seguito da un'espansione dello 0,9% nel 2024. Questa stima colloca la Gran Bretagna appena davanti alla Russia, per la quale Goldman Sachs prevede una contrazione dell'1,3% nel 2023, mentre continua a fare la guerra in Ucraina e a resistere alle punitive sanzioni economiche delle potenze occidentali. Questa sarà seguita da un'espansione dell'1,8% nel 2024, suggeriscono i dati di Goldman.
Il gigante di Wall Street prevede un'espansione degli Stati Uniti dell'1% nel 2023 e dell'1,6% nel 2024. La Germania, la seconda peggiore tra le principali economie dopo Russia e Regno Unito, dovrebbe registrare una contrazione dello 0,6% quest'anno, per poi espandersi dell'1,4% il prossimo anno. (Fonte: CNBC)
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La contrazione economica del Regno Unito nel 2023 sarà grave quasi quanto quella della Russia con un forte calo del tenore di vita delle famiglie.
Nella suo outlook macroeconomico per il 2023, Goldman Sachs prevede per il Regno Unito una contrazione dell'1,2% del PIL, ben al di sotto di tutte le altre principali economie del gruppo dei dieci. Ciò dovrebbe essere seguito da un'espansione dello 0,9% nel 2024. Questa stima colloca la Gran Bretagna appena davanti alla Russia, per la quale Goldman Sachs prevede una contrazione dell'1,3% nel 2023, mentre continua a fare la guerra in Ucraina e a resistere alle punitive sanzioni economiche delle potenze occidentali. Questa sarà seguita da un'espansione dell'1,8% nel 2024, suggeriscono i dati di Goldman.
Il gigante di Wall Street prevede un'espansione degli Stati Uniti dell'1% nel 2023 e dell'1,6% nel 2024. La Germania, la seconda peggiore tra le principali economie dopo Russia e Regno Unito, dovrebbe registrare una contrazione dello 0,6% quest'anno, per poi espandersi dell'1,4% il prossimo anno. (Fonte: CNBC)
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CNBC
The UK recession will be almost as deep as that of Russia, economists predict
The U.K.'s economic contraction in 2023 will be almost as deep as that of Russia, economists expect, as a sharp fall in household living standards weighs on activity.
🇮🇹 PMI ITALIA 49.9% (LEGGERMENTE MEGLIO DELLE PREVISIONI)
Timidissimi segnali di ripresa. (Fonte: SPI Global)
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Timidissimi segnali di ripresa. (Fonte: SPI Global)
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🇺🇸 TONFO DI TESLA: -12%
Tesla chiude in calo a Wall Street dove i titoli perdono il 12% in quello che è il calo maggiore in una sola seduta in più di due anni. Il 2023 si apre in salita per Tesla.
Il colosso delle auto elettriche accusa forti cali in seguito ai timori degli investitori sulla tenuta della domanda.
Tesla sconta il peso di consegne sotto le attese negli ultimi tre mesi dell'anno.
I titoli del colosso di Elon Musk hanno perso il 54% nell'ultimo trimestre del 2022 con gli investitori preoccupati dall'acquisizione di Twitter. (Fonte: ANSA)
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Tesla chiude in calo a Wall Street dove i titoli perdono il 12% in quello che è il calo maggiore in una sola seduta in più di due anni. Il 2023 si apre in salita per Tesla.
Il colosso delle auto elettriche accusa forti cali in seguito ai timori degli investitori sulla tenuta della domanda.
Tesla sconta il peso di consegne sotto le attese negli ultimi tre mesi dell'anno.
I titoli del colosso di Elon Musk hanno perso il 54% nell'ultimo trimestre del 2022 con gli investitori preoccupati dall'acquisizione di Twitter. (Fonte: ANSA)
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Tonfo Tesla a Wall Street, chiude in calo del 12%
La flessione maggiore in una seduta da oltre due anni (ANSA)
🇮🇹🇹🇳 ENI: AL VIA CENTRALE FOTOVOLTAICA DA 10 MW IN TUNISIA
È partita la produzione della centrale fotovoltaica di Tataouine, in Tunisia. Eni annuncia in una nota che, con una capacità installata di 10 MW, l’impianto contribuirà al percorso di decarbonizzazione del Paese e alla strategia del gruppo di azzerare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2050. L’impianto fornirà alla rete elettrica nazionale oltre 20 GWh all’anno di energia, assicurando al contempo un risparmio di circa 211.000 tonnellate di CO2 equivalenti per la durata d’esercizio. L’energia elettrica prodotta sarà ceduta a Steg (Société Tunisienne de l'Electricité et du Gaz) sulla base di un accordo della durata di 20 anni.
L’impianto è stato realizzato da Société Énergie Renouvelables Eni Etap (Seree),una joint venture paritetica tra Eni ed Etap (Entreprise Tunisienne d’Activités Pétrolières) operante nella produzione di energia da fonti rinnovabili.
"In Tunisia, Eni opera anche il campo fotovoltaico di Adam, con una capacità di picco di 5 MW, che fornisce energia elettrica per l’adiacente campo di Adam, nel Governatorato di Tataouine, consentendo così un risparmio dei consumi di gas e di emissioni di anidride carbonica per oltre 6.500 tonnellate all’anno. L’impianto è un sistema di generazione ibrida, tra i più innovativi ed efficienti", si legge nel testo. Eni è presente in Tunisia dal 1961, dove è attiva nei settori upstream con attività concentrata nelle aree desertiche del sud e nell’offshore mediterraneo, attraverso la Global Gas & LNG Portfolio per la gestione del gasdotto Transmed, che collega l’Algeria all’Italia attraverso la Tunisia, e nel settore Refining & Marketing. (Fonte: ANSA)
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È partita la produzione della centrale fotovoltaica di Tataouine, in Tunisia. Eni annuncia in una nota che, con una capacità installata di 10 MW, l’impianto contribuirà al percorso di decarbonizzazione del Paese e alla strategia del gruppo di azzerare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2050. L’impianto fornirà alla rete elettrica nazionale oltre 20 GWh all’anno di energia, assicurando al contempo un risparmio di circa 211.000 tonnellate di CO2 equivalenti per la durata d’esercizio. L’energia elettrica prodotta sarà ceduta a Steg (Société Tunisienne de l'Electricité et du Gaz) sulla base di un accordo della durata di 20 anni.
L’impianto è stato realizzato da Société Énergie Renouvelables Eni Etap (Seree),una joint venture paritetica tra Eni ed Etap (Entreprise Tunisienne d’Activités Pétrolières) operante nella produzione di energia da fonti rinnovabili.
"In Tunisia, Eni opera anche il campo fotovoltaico di Adam, con una capacità di picco di 5 MW, che fornisce energia elettrica per l’adiacente campo di Adam, nel Governatorato di Tataouine, consentendo così un risparmio dei consumi di gas e di emissioni di anidride carbonica per oltre 6.500 tonnellate all’anno. L’impianto è un sistema di generazione ibrida, tra i più innovativi ed efficienti", si legge nel testo. Eni è presente in Tunisia dal 1961, dove è attiva nei settori upstream con attività concentrata nelle aree desertiche del sud e nell’offshore mediterraneo, attraverso la Global Gas & LNG Portfolio per la gestione del gasdotto Transmed, che collega l’Algeria all’Italia attraverso la Tunisia, e nel settore Refining & Marketing. (Fonte: ANSA)
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ANSA.it
Eni: al via centrale fotovoltaica da 10 MW in Tunisia
È partita la produzione della centrale fotovoltaica di Tataouine, in Tunisia. Eni annuncia in una nota che, con una capacità installata di 10 MW, l’impianto contribuirà al percorso di decarbonizzazione del Paese e alla strategia del gruppo di azzerare le…
QATAR E USA SI CONTENDONO IL PRIMATO DI MAGGIORE FORNITORE DI GNL AL MONDO (Fonte: Bloomberg)
Ci sovvengono articoli pubblicati da "Il Foglio" qualche mese fa, in cui si metteva in discussione la teoria secondo cui gli USA volessero imporre all'Europa il decoupling dal gas russo per favorire l'esportazione nazionale. Complottismi, naturalmente.
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Ci sovvengono articoli pubblicati da "Il Foglio" qualche mese fa, in cui si metteva in discussione la teoria secondo cui gli USA volessero imporre all'Europa il decoupling dal gas russo per favorire l'esportazione nazionale. Complottismi, naturalmente.
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QATARGATE. COZZOLINO RINUNCIA ALL'IMMUNITÀ E SI DICHIARA INNOCENTE
Cozzolino non invocherà l'immunità parlamentare. L'eurodeputato continua a dichiararsi estraneo alle vicende contestate. (Fonte: ANSA)
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Cozzolino non invocherà l'immunità parlamentare. L'eurodeputato continua a dichiararsi estraneo alle vicende contestate. (Fonte: ANSA)
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ANSA.it
Cozzolino non invocherà l'immunità, 'parlerò al Parlamento europeo'
BRUXELLES - "Dopo aver avanzato formale richiesta in tal senso alle Autorità giudiziarie procedenti, l'onorevole Andrea Cozzolino chiederà anche all'assemblea parlamentare cui appartiene di essere sentito per rispondere a tutte le domande e offrire tutte…
Forwarded from 𝗦𝗧𝗨𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗜𝗘𝗡𝗧𝗜𝗙𝗜𝗖𝗜 • Vaccini | COVID-19
📃 "Circulating Spike Protein Detected in Post–COVID-19 mRNA Vaccine Myocarditis"
🇮🇹 "PROTEINA SPIKE CIRCOLANTE [NEL SANGUE] RILEVATA NELLA MIOCARDITE POST-VACCINAZIONE COVID-19 A mRNA"
📝 "Sebbene i report epidemiologici descrivano le principali caratteristiche cliniche associate alla miocardite dopo la vaccinazione con BNT162b2 [Pfizer-BioNTech] o mRNA-1273 [Moderna], qui forniamo un profilo immunologico approfondito dei pazienti con miocardite post-vaccinazione."
🩸 "Abbiamo scoperto che le persone che hanno sviluppato la miocardite post-vaccinazione presentano in modo univoco livelli elevati di proteina spike libera nella circolazione [sanguigna], non legata agli anticorpi anti-spike, che sembrano essere correlati con i livelli di troponina T e l'attivazione immunitaria innata con il rilascio di citochine."
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L’AUMENTO DEI CASI DI CANCRO È UNA NOTIZIA CHE ALLARMA: UNA VERA ‘EPIDEMIA’, MA C'ENTRA ANCHE IL VACCINO A MRNA?
"Vi è però un altro potenziale fattore di rischio, sottaciuto dai media, ma sempre più presente nella letteratura scientifica, ovvero il possibile ruolo causale dei vaccini a mRNA nell’insorgenza e/o progressione di forme tumorali.
L’utilizzo di vaccini a mRNA nel contesto delle malattie infettive non ha precedenti e molte sono ancora le incognite al riguardo, visto che non è chiaro da quali cellule dell’organismo, dopo l’inoculo, venga prodotta la proteina Spike, quanta se ne produca, per quanto tempo e dove si distribuisca. E’ tuttavia accertato che la proteina Spike indotta dal vaccino ha una azione pro-infiammatoria e può interagire con complesse funzioni biologiche dell’organismo, in particolare interferendo con la produzione di citochine, sostanze modulatrici del sistema immunitario. Non dimentichiamo poi che questi prodotti non sono stati testati né per genotossicità né per cancerogenicità e nulla sappiamo dei loro effetti a lungo termine.
Di fatto risultano pubblicati sia casi di nuova insorgenza che di rapida progressione di tumori già esistenti a distanza di brevissimo tempo dagli inoculi, ma di ancor maggiore interesse sono i lavori che indagano i possibili meccanismi alla base di tutto questo.
L’argomento è ovviamente molto complesso, ma ancora una volta sarebbe coinvolto il sistema immunitario dell’ospite che, stimolato in modo abnorme con i ripetuti inoculi, perderebbe la propria efficienza. In particolare sarebbe alterata la sorveglianza immunitaria nei confronti delle cellule tumorali a seguito della diminuita produzione di interferone, ma si avrebbe anche una esagerata produzione di un fattore di crescita (TGFbeta), sostanza in grado di indurre in cellule già differenziate, una “regressione” verso lo stato mesenchimale (stato proprio delle prime fasi della vita embrionale), con capacità di metastatizzazione e maggiore aggressività biologica.
Certamente, come riportato in questo articolo: “Noi dovremmo monitorare attentamente le conseguenze a lungo termine di questi vaccini, specialmente quando vengono somministrati a individui altrimenti sani” e – aggiungo io – aprire finalmente un dibattito scientifico degno di questo nome.
Purtroppo la censura di ogni voce dissonante, anche se autorevole, che si è registrata nel corso di questi due anni è qualcosa di inaudito che non ha giovato alla scienza e tanto meno alla salute" (Fonte: IlFattoQuotidiano)
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"Vi è però un altro potenziale fattore di rischio, sottaciuto dai media, ma sempre più presente nella letteratura scientifica, ovvero il possibile ruolo causale dei vaccini a mRNA nell’insorgenza e/o progressione di forme tumorali.
L’utilizzo di vaccini a mRNA nel contesto delle malattie infettive non ha precedenti e molte sono ancora le incognite al riguardo, visto che non è chiaro da quali cellule dell’organismo, dopo l’inoculo, venga prodotta la proteina Spike, quanta se ne produca, per quanto tempo e dove si distribuisca. E’ tuttavia accertato che la proteina Spike indotta dal vaccino ha una azione pro-infiammatoria e può interagire con complesse funzioni biologiche dell’organismo, in particolare interferendo con la produzione di citochine, sostanze modulatrici del sistema immunitario. Non dimentichiamo poi che questi prodotti non sono stati testati né per genotossicità né per cancerogenicità e nulla sappiamo dei loro effetti a lungo termine.
Di fatto risultano pubblicati sia casi di nuova insorgenza che di rapida progressione di tumori già esistenti a distanza di brevissimo tempo dagli inoculi, ma di ancor maggiore interesse sono i lavori che indagano i possibili meccanismi alla base di tutto questo.
L’argomento è ovviamente molto complesso, ma ancora una volta sarebbe coinvolto il sistema immunitario dell’ospite che, stimolato in modo abnorme con i ripetuti inoculi, perderebbe la propria efficienza. In particolare sarebbe alterata la sorveglianza immunitaria nei confronti delle cellule tumorali a seguito della diminuita produzione di interferone, ma si avrebbe anche una esagerata produzione di un fattore di crescita (TGFbeta), sostanza in grado di indurre in cellule già differenziate, una “regressione” verso lo stato mesenchimale (stato proprio delle prime fasi della vita embrionale), con capacità di metastatizzazione e maggiore aggressività biologica.
Certamente, come riportato in questo articolo: “Noi dovremmo monitorare attentamente le conseguenze a lungo termine di questi vaccini, specialmente quando vengono somministrati a individui altrimenti sani” e – aggiungo io – aprire finalmente un dibattito scientifico degno di questo nome.
Purtroppo la censura di ogni voce dissonante, anche se autorevole, che si è registrata nel corso di questi due anni è qualcosa di inaudito che non ha giovato alla scienza e tanto meno alla salute" (Fonte: IlFattoQuotidiano)
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Il Fatto Quotidiano
L’aumento dei casi di cancro è una notizia che allarma: ecco la mia analisi
L’autrice del post aderisce alla “commissione medico scientifica” delle piazze no green pass, nata in contrapposizione a quella creata dal governo per affrontare la pandemia da Covid. Recentemente l’Iss ha riportato la notizia che siamo di fronte ad una vera…
GLI IMPERDONABILI MERITI DI BENEDETTO XVI
Certo è fin troppo facile, oggi, celebrare un Benedetto XVI ormai defunto. Talmente facile che possono farlo con disinvoltura – e con le capriole iperboliche tipiche dei requiescat d’ufficio – perfino quelle centrali di potere che, mentre era vivo, non gli risparmiarono campagne diffamatorie, boicottaggi, umiliazioni, infami agguati. Scorrendo le generose commemorazioni sui social si sarebbe tentati di pensare a Joseph Ratzinger come al Pontefice più rispettato di tutti i tempi, quando in realtà pochi furono disprezzati e infangati più… continua a leggere
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Certo è fin troppo facile, oggi, celebrare un Benedetto XVI ormai defunto. Talmente facile che possono farlo con disinvoltura – e con le capriole iperboliche tipiche dei requiescat d’ufficio – perfino quelle centrali di potere che, mentre era vivo, non gli risparmiarono campagne diffamatorie, boicottaggi, umiliazioni, infami agguati. Scorrendo le generose commemorazioni sui social si sarebbe tentati di pensare a Joseph Ratzinger come al Pontefice più rispettato di tutti i tempi, quando in realtà pochi furono disprezzati e infangati più… continua a leggere
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Giubbe Rosse News
GLI IMPERDONABILI MERITI DI BENEDETTO XVI - Giubbe Rosse News
Certo è fin troppo facile, oggi, celebrare un Benedetto XVI ormai defunto. Talmente facile che...
In questo momento l'Europa sta vivendo uno degli inverni più caldi del 21° secolo. Nella Repubblica Ceca, la temperatura è salita fino a quasi 20 gradi Celsius.
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🇺🇸 USA - ALTRA FUMATA NERA PER MCCARTHY
Il repubblicano Kevin McCarthy è stato bocciato anche alla sesta votazione per l'elezione dello speaker della Camera. Numeri finali: tutti i 212 voti dei dem sono andati al loro leader Hakim Jeffries, McCarthy ha raccolto 201 voti, il suo rivale trumpiano Byron Donalds 20.
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Il repubblicano Kevin McCarthy è stato bocciato anche alla sesta votazione per l'elezione dello speaker della Camera. Numeri finali: tutti i 212 voti dei dem sono andati al loro leader Hakim Jeffries, McCarthy ha raccolto 201 voti, il suo rivale trumpiano Byron Donalds 20.
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𝗡𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮 𝗠𝗮𝗴𝗿𝗶𝗻𝗶 "Dirigente 𝗔𝗜𝗙𝗔" 𝗹𝗶𝗻𝗰𝗲𝘇𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗠𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗦𝗰𝗵𝗶𝗹𝗹𝗮𝗰𝗶 Lascerà il 23 gennaio. Era stato incaricato dall'ex ministro Roberto Speranza il 2 marzo del 2020. https://www.adnkronos.com/aifa-cambio-al-vertice-scenari-per-il-dopo-magrini_TLbLDVDzhMr1w26CO5EE3
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Adnkronos
Aifa, cambio al vertice: scenari per il dopo Magrini
Per sostituire il dg in uscita dal 23 gennaio un nome interno all'agenzia o un super tecnico da fuori
THE TWITTER FILES : “Twitter e l’ombelico dell’FBI”
di Redazione
Nuovo capitolo dei Twitter Files. Il sistema della censura digitale su Twitter si è evoluto negli anni. Se nel 2017 i processi di verifica degli account sospetti partivano solitamente dall'interno e colpivano alla fine solo un numero limitato di account, nel 2020 la macchina della moderazione era diventata "un’autostrada dell’informazione standardizzata ad alta velocità", attraverso la quale le più svariate agenzie governative e la comunità dell'intelligence, passando attraverso l'FBI, trasmettevano a Twitter lunghi elenchi di richieste di verifica su account ritenuti "sospetti", aspettandosi che Twitter non si limitasse a controllarli, ma procedesse con solerzia alla loro eliminazione. È così che il numero degli account oscurati o sospesi, per le più svariate e fantasiose ragioni, a volte solo perché rei di veicolare narrative sgradite, è cresciuto smisuratamente. Se è vero che Twitter si è intascata 3 milioni di dollari per questo lavoro sporco, come ha rivelato Michael Shellenberger in uno dei capitoli precedenti, si è trattato, a ben guardare, di una cifra infima rispetto all'enorme mole di lavoro cui i funzionari di Twitter sono stati sottoposti a cavallo delle elezioni presidenziali del 2020, oberati com'erano da richieste di ogni tipo. Il "rapporto ombelicale" che si è instaurato alla fine tra Twitter e l'FBI ha trasformato Twitter in un subappaltatore. Per di più, sottopagato… continua a leggere
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di Redazione
Nuovo capitolo dei Twitter Files. Il sistema della censura digitale su Twitter si è evoluto negli anni. Se nel 2017 i processi di verifica degli account sospetti partivano solitamente dall'interno e colpivano alla fine solo un numero limitato di account, nel 2020 la macchina della moderazione era diventata "un’autostrada dell’informazione standardizzata ad alta velocità", attraverso la quale le più svariate agenzie governative e la comunità dell'intelligence, passando attraverso l'FBI, trasmettevano a Twitter lunghi elenchi di richieste di verifica su account ritenuti "sospetti", aspettandosi che Twitter non si limitasse a controllarli, ma procedesse con solerzia alla loro eliminazione. È così che il numero degli account oscurati o sospesi, per le più svariate e fantasiose ragioni, a volte solo perché rei di veicolare narrative sgradite, è cresciuto smisuratamente. Se è vero che Twitter si è intascata 3 milioni di dollari per questo lavoro sporco, come ha rivelato Michael Shellenberger in uno dei capitoli precedenti, si è trattato, a ben guardare, di una cifra infima rispetto all'enorme mole di lavoro cui i funzionari di Twitter sono stati sottoposti a cavallo delle elezioni presidenziali del 2020, oberati com'erano da richieste di ogni tipo. Il "rapporto ombelicale" che si è instaurato alla fine tra Twitter e l'FBI ha trasformato Twitter in un subappaltatore. Per di più, sottopagato… continua a leggere
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Giubbe Rosse News
THE TWITTER FILES : "Twitter e l'ombelico dell'FBI" - Giubbe Rosse News
Il sistema della censura digitale su Twitter si è evoluto negli anni. Se nel 2017 i processi di verifica degli account sospetti partivano solitamente dall'interno e colpivano alla fine solo un numero limitato di account, nel 2020 la macchina della moderazione…
L’approccio di politica monetaria adottato dalla BCE è così restrittivo che neppure il crollo del prezzo del gas è riuscito a decongestionare le aspettative del mercato sui tassi a 1 anno. Rischio di ‘overtightening’ è molto alto. Cosa non si fa per non lasciare salire i salari! (Gianfranco Torlizzi)
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🇷🇺🇨🇳🇮🇳 DOPO LE SANZIONI, LA RUSSIA DIROTTA IL PETROLIO ARTICO VERSO CINA E INDIA
La Russia sta inviando volumi maggiori di greggio prodotto nella regione artica alla Cina e all'India, e con sconti più elevati, dopo che l'Europa ha sbattuto le porte alle forniture russe il mese scorso. Lo rivelano fonti commerciali
I gradi artici Arco, Arco/Novy Port e Varandey normalmente non si dirigono verso est, ma stanno ora trovando destinazioni più lontane dopo che l'Unione Europea, le nazioni del G7 e l'Australia hanno introdotto un prezzo massimo sul petrolio russo a dicembre, oltre a un embargo dell'UE sul petrolio russo grezzo via mare. I venditori stanno vendendo il greggio russo con sconti maggiori poiché assorbono costi di spedizione più elevati.
"Tutti questi greggi artici di solito vanno nell'UE, ma ora devono andare altrove", ha detto un trader con sede a Singapore.
Le esportazioni di greggio artico verso l'India sono aumentate costantemente da maggio, con un record di 6,67 milioni di barili caricati a novembre e 4,1 milioni di barili a dicembre, secondo i dati Refinitiv. (Fonte: Reuters)
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La Russia sta inviando volumi maggiori di greggio prodotto nella regione artica alla Cina e all'India, e con sconti più elevati, dopo che l'Europa ha sbattuto le porte alle forniture russe il mese scorso. Lo rivelano fonti commerciali
I gradi artici Arco, Arco/Novy Port e Varandey normalmente non si dirigono verso est, ma stanno ora trovando destinazioni più lontane dopo che l'Unione Europea, le nazioni del G7 e l'Australia hanno introdotto un prezzo massimo sul petrolio russo a dicembre, oltre a un embargo dell'UE sul petrolio russo grezzo via mare. I venditori stanno vendendo il greggio russo con sconti maggiori poiché assorbono costi di spedizione più elevati.
"Tutti questi greggi artici di solito vanno nell'UE, ma ora devono andare altrove", ha detto un trader con sede a Singapore.
Le esportazioni di greggio artico verso l'India sono aumentate costantemente da maggio, con un record di 6,67 milioni di barili caricati a novembre e 4,1 milioni di barili a dicembre, secondo i dati Refinitiv. (Fonte: Reuters)
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Reuters
Russia sends more Arctic oil to China, India after sanctions
Russia is sending more crude oil produced in the Arctic region to China and India, and at steeper discounts, after Europe slammed its doors shut on Russian supplies last month, trade sources and data show.