Rojava Resiste
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Canale di informazione sul Vicino e Medio Oriente e solidarietà con la rivoluzione confederale in Siria del Nord
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👁❗️ERBIL: SPARITI RAPPRESENTANTI FERMATI IN AEROPORTO
Riceviamo ulteriori aggiornamenti dalla Delegazione Internazionale attualmente in Başur.

🔴🔴🔴 Il 13.06 la polizia del #KRG (Kurdish Regional Government) ha arrestato 3 rappresentanti dell'amministrazione autonoma del Nord Est della Siria, recatisi in aeroporto a Erbil per accogliere un gruppo della Delegazione Internazionale (poi arrestato e rimpatriato). Da ormai 10 giorni non si hanno loro notizie.

🚫 Ieri 21.06 alla delegazione e a decine di altre persone è stato impedito dalla security del KRG di raggiungere Qandil, zona sotto il controllo del #PKK.

⚠️ In seguito a una protesta pacifica e spontanea dei presenti, la security ha sparato sulla folla, ferendo un manifestante.

Nei giorni precedenti alla delegazione è stato negato l'accesso anche al campo di #Mexmûr (uno dei centri più importanti del movimento di liberazione curdo e del confederalismo democratico) e a #Şengal (a oggi autogovernata dalle milizie autonome yezide).
🇩🇪🚔 ARRESTATI IN GERMANIA MEMBRI DELLA DELEGAZIONE INTERNAZIONALE PER LA PACE

🔴 6 membri della Delegazione Internazionale per la Pace e la Libertà in Kurdistan sono stati arrestati ieri all'aeroporto di Francoforte. In viaggio da Sulemania, gli attivisti sono tutti cittadini tedeschi.

⚠️ Al momento 5 di loro sono sotto interrogatorio da parte della polizia federale tedesca, mentre una persona è stata rilasciata.

‼️ La Germania continua la sua politica di connivenza nei confronti della dittatura turca, portando avanti repressione sui suoi stessi cittadini in missione diplomatica di pace in #Kurdistan Başur, zona che attualmente sta subendo una pesante occupazione da parte dello Stato Turco, con il benestare del governo #Barzani del Governo regionale del Kurdistan iracheno

#DefendKurdistan
🔍 KURDISTAN BAŞÛR: CAPIAMO IL PANORAMA POLITICO

🔴 Il Kurdistan Democratic Party (KDP), partito maggioritario nel governo di coalizione del Kurdish Regional Government (KRG) della regione del Başûr, sta facilitando l'invasione turca del suo territorio in seguito a un accordo economico con Erdogan.

📢 Il KDP fa capo alla famiglia Barzani e controlla le zone di Hewlêr (Erbil) e Duhok. Ufficialmente, il KDP ha adottato la storica retorica turca per cui il motivo dell'invasione è la presenza in Başûr del Kurdistan Worker's Party (PKK), che da 40 anni nella zona di Qendîl resiste al tentativo di genocidio del popolo curdo a opera dello Stato turco. Il leader del PKK Abdullah Öcalan, imprigionato in isolamento in Turchia da oltre 20 anni, è il teorico del confederalismo democratico, su cui si basa la rivoluzione della Siria del Nord Est.

📌 Il governo di coalizione del KRG vede come secondo partito il Patriotic Union of Kurdistan (PUK), legato alla famiglia Talabani, che controlla la zona di Sulemania.

⚠️ Finora lo Stato turco ha stabilito decine di basi militari nel nord del Başûr con l'aiuto del KDP e sta utilizzando armi chimiche contro la guerriglia del PKK.

📖 Il Başûr (Sud Kurdistan) corrisponde al Nord dell'Iraq. Dopo un secolo di lotte tra i vari attori della zona (tra cui KDP, PDK, governo centrale iracheno e Iran), l'autonomia della regione si stabilizza in seguito alla rivolta dei vari gruppi curdi contro il regime baatista di Saddam Hussein durante la Seconda Guerra del Golfo (2003). Sconfitto il regime, la regione viene ufficialmente riconosciuta come autonoma nella costituzione irachena (2005).

🇮🇶Nel 2014 la presenza sempre più massiccia dello Stato Islamico (ISIS) ha visto i peshmerga del KDP e del PUK riconquistare la città di Kirkuk, ma abbandonare al massacro la città di Şengal e il popolo ezida, successivamente assistito dal PKK. In un referendum del 2017 la popolazione del Başûr ha espresso la volontà di rendersi totalmente autonoma dall'Iraq, ma in seguito alle pressioni di Baghdad e allo scontro con milizie sciite la richiesta è stata messa da parte e i peshmerga hanno restituito al governo centrale la città di Kirkuk.
🌹9 anni fa iniziava la rivoluzione del Rojava
È la notte tra 18 e il 19 Luglio 2012. Nel contesto post-sollevazioni popolari del marzo 2011, il nord-est della Siria si trova in una situazione particolare di vuoto di potere, dove le forze del regime di Assad sono poche e isolate. I movimenti a maggioranza curda, che già da anni agivano in clandestinità, proclamano l'insurrezione e l'autogoverno.

Grazie alla creazione, sempre in clandestinità, delle Unità di difesa delle donne e del popolo, forti del sostegno popolare, la presa di Kobane e dei territori limitrofi avviene senza spargimenti di sangue. Da quel momento su quei territori cessava di esistere la Stato siriano e le sue istituzioni mentre venivano formate le prime assemblee e consigli popolari che si dovranno, d'ora in poi, occupare della gestione politica e sociale del Kurdistan occidentale.

La rivoluzione è però contagiosa e ben presto iniziative simili vengono presi anche dai movimenti fratelli in Turchia, Iraq (entrambe culle del confederalismo democratico) e Iran, mentre alla causa confederalista si uniscono anche le popolazioni arabe, armene, yazide in un moto trans-nazionale e che abbatte confini già in frantumi.

La storia della Rivoluzione del Rojava è purtroppo una storia di sangue. Infatti, ben presto, le forze jihadiste nate nel caos della guerra civile siriana, misero Kobane e la rivoluzione confederale e femminista nel proprio mirino. La storia della Rivoluzione del Rojava è però storia di resistenza. Lo spirito e la volontà di un cambiamento radicale fece sì che le migliaia di donne e uomini che decisero di imbracciare un'arma diedero vita a una dei più forti Eserciti popolari della lunga storia dei movimenti rivoluzionari.

Nel mezzo di una delle guerre più crudeli dei nostri tempi, centinaia di migliaia di persone stanno conquistando e difendendo dall'aggressione turca e dall'insorgenza jihadista, insieme a istituzioni basate sulla democrazia consigliare, l'eguaglianza sociale e di genere, l'ecologia politica, meccanismi di convivenza pacifica tra tutti popoli e gli orientamenti religiosi del Medio Oriente.
Bijî şoreşa Rojava!
🇦🇫 Sull'orrore annunciato in #Afghanistan e la lotta che non si è mai interrotta
Non c'è molto da aggiungere alle molte analisi e agli appelli che, dalla nostra parte, sono state già prodotte negli anni e che continuano tutt'ora.

Metà fallimento ideologico e storico della egemonia euroccidentale, metà risultato dell'accordo voluto da USA/NATO con i talebani in perfetta coerenza con la loro logica di "stabilizzazione per procura" delegata a poteri autoritari locali, questi 20 anni di occupazione hanno solo replicato le modalità occidentali di gestione di guerre e conflitti - dai Balcani in avanti.

A noi gli ultimi 11 anni di rivoluzioni e guerre in Medio Oriente hanno insegnato che l'unica via di uscita - lcome altrove - viene dall'autodeterminazione dei settori oppressi di quelle società, che si sono dimostrate molto più ricche e capaci di rompere gli equilibri tradizionali di noi.

Per questo ora, come hanno dichiarato le Comunità delle donne curde, è nostro dovere sostenere quelle organizzazioni che da quarant'anni lottano contro ingerenze esterne (sovietiche e USA) e fondamentalismi interni.

Sosteniamo RAWA - Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (movimento femminile, fondato nel 1977 a Kabul dalla studentessa universitaria ventunenne, Meena Keshwar Kamal, in seguito assassinata per la sua opposizione sia ai capi tribali jihadisti foraggiati dagli USA e dal Pakistan, sia al governo filo-URSS) e il partito Hambastagi ("della Solidarietà", di Selay Ghaffar). In Italia, sosteniamo il CISDA - Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane, che da sempre sostiene la resistenza necessaria nel paese e le comunità di esuli all'estero.
📌 Sabato 9 alle 15:00 da San Babila, a Milano, si terrà un corteo per chiedere la liberazione di Abdullah Öcalan e delle e dei prigionierə politichə detenutə illegittimamente nelle carceri turche.
https://fb.me/e/1dBvfpK5l?ti=wa

⛓️ Da oltre 20 anni Abdullah Öcalan, leader del popolo curdo e teorico del confederalismo democratico, si trova in una condizione di detenzione e tortura nel carcere di Imrali, in Turchia. In questi due decenni diritti fondamentali come la possibilità di parlare con i propri avvocati, di poter effettuare chiamate e incontri gli sono stati riconosciuti solo in rarissime occasioni. Questo inoltre è successo solo in seguito ad alcune partecipate mobilitazioni, o come dopo il grande e collettivo sciopero della fame iniziato da Layla Güven, deputata dell’HDP, il Partito democratico dei popoli, nel 2018.

🤝 Dai pochi incontri concessi e dai testi scritti da Öcalan in carcere è sempre emersa una posizione di ricerca di una soluzione di pace e democrazia non solo per la questione curda ma per tutto il Medio-Oriente. Proposte concrete per la costruzione di una società democratica, ecologica e con al centro la liberazione della donna, sono state un faro per molte persone nel mondo e un’ ulteriore minaccia per la dittatura turca, che perciò continua a portare avanti la detenzione di quest’uomo simbolo di un movimento, di un pensiero e di un popolo.

📢 La condizione di Abdullah Öcalan e delle e dei prigionierə politichə detenutə in Turchia non può rimanere un elemento taciuto dalle potenze e dagli stati che con essa continuano ad intrattenere rapporti diplomatici ed economici.
La repressione in #Turchia colpisce quotidianamente ogni forma di opposizione
🚔 Ad #Amed (#Diyarbakir), numerose abitazioni sono state prese d’assalto dalla polizia e 13 persone sono state arrestate, le persone colpite sono accusate di aver pianificato azioni per celebrare l’anniversario delle rivolte di #Kobane dal 6 all’8 ottobre 2014.

🚨Già martedì 12 persone erano state arrestate nell’ambito della repressione politica dell’opposizione curda, tra loro i politici di #HDP Aziz Başboğa e Ihsan Deniz. Di cosa siano accusati non è chiaro. Il fascicolo è riservato e agli arrestati viene negato l’accesso agli avvocati.

🤐 Per quanto riguarda la stampa, al momento sono 63 i giornalisti in carcere in Turchia: le ultime condanne sono state pronunciate a settembre quando 6 reporter sono stati condannati complessivamente a 27 anni di carcere. Inoltre 50 giornalisti al momento si trovano sotto processo: in totale, spiega il sindacato turco della stampa DFJ, rischiano due ergastoli aggravati e pene detentive da un minimo di 266 anni a un massimo di 649.

🔈Nello stesso mese la macchina della censura gestita dal Rtuk, il Consiglio supremo per la Radio e la Televisione, ha comminato multe contro sei canali tv e 28 siti per reati politici.

🎬 Anche il cinema è sotto attacco: il regista curdo Veysi Altay è stato condannato al carcere per il suo documentario "Nû Jîn" che racconta la resistenza a Kobane. L'accusa è di "propaganda terroristica". Condannato insieme a lui anche Dicle Anter, l'ex direttore del cinema in cui è stato proiettato il film.

📉🗣 Numeri su numeri che descrivono un clima di repressione sempre più soffocante, che sembra proporzionale alle crisi interne vissute dal governo turco: da quella economica (svalutazione della lira, inflazione, effetti della pandemia) a quella sociale (rispetto alle recenti proteste per il diritto alla casa degli studenti in tutto il paese).
Aggiornamenti da Rojava e Turchia
📣 Sulle recenti minacce di guerra di #Erdoğan contro il Nord-est della #Siria, un portavoce delle #YPG ha dichiarato che negli ultimi 6 mesi ci sono stati 306 attacchi, aerei e di terra, che hanno ucciso 8 civili, nonostante vi sia ancora il cessate il fuoco dell’ottobre del 2019. Tutto questo riconduce all’obiettivo del presidente turco di destabilizzare l’area, acquisire potere e dare vita al sogno di una #Turchia neo-ottomana.

💣 Gli ultimi attacchi in #Rojava si sono registrati nella notte di venerdì e sabato. Venerdì la Turchia ha bombardato i villaggi di Eyn Deqnê e Belûniyê, vicino Tel Rifat, che si trova a nord di Aleppo ed è il presunto obiettivo della prossima invasione. Attacchi via terra sono stati registrati invece nel villaggio di Til Şenan, vicino Tel Tamir. Mentre sabato un drone ha colpito una macchina sulla strada fra Kobane e Aleppo, uccidendo tre persone.

🗣️Dal 5 ottobre a Semalka (in Rojava, vicino al confine con il #Bashur) sta andando avanti una protesta del Consiglio delle Famiglie dei Martiri del cantone di Cizre: chiedono al Bashur la restituzione dei corpi dei martiri Tolhildan Raman e Serdem Cûdî, membri dell’HPG (braccio armato del #PKK) e dell’YJA-Star (milizia femminile vicina al PKK) uccisi in un’imboscata del KDP (il Partito-clan della famiglia Barzani che domina il Kurdistan iracheno) a fine agosto assieme ad altri/e guerriglieri/e. Fino ad ora nessun cenno da parte del KDP.

Sabato #Erdogan ha ordinato al Ministro degli Esteri di dichiarare 10 ambasciatori presenti nel paese "persone non grate" e quindi sulla via dell'espulsione. Si tratta di 10 ambasciatori che si erano mobilitati per liberare Osman Kavala, imprenditore e filantropo turco in prigione dal 2017.

🔥 Nel frattempo, in Turchia, la sigla “The Children of Fire Initiative” ha reclamato in un comunicato stampa la responsabilità di alcune azioni: ha dato fuoco ad uno youth-club, ad un autobus appartenente alla Istanbul Electric Tramway and Tunnel Establishments, ad una fabbrica di imballaggi, ad una struttura per il riciclo e ad una macchina. Si trattava in tutti i casi di cose o strutture legate all’AKP o a gruppi fascisti.
❗️Siamo alla vigilia di una terza invasione turco-jihadista del #Rojava?
🏴 Continuano a intensificarsi gli attacchi della #Turchia al Rojava. Il co-presidente del Consiglio Esecutivo della regione dell'Eufrate ha dichiarato come gli attacchi non si siano mai fermati dall'ultima invasione, ma che negli ultimi tempi stanno aumentando, unendosi ad attacchi alla popolazione civile attraverso il blocco dell'acqua, l'embargo economico, assassini e rapimenti mirati.

🇹🇷 Potremmo dunque essere alla vigilia di una terza invasione della #Siria del Nord-Est da parte di Ankara, dopo quelle di marzo 2018 ad #Afrin e ottobre 2019. Erdogan si è recato al #G20 di Roma con questo obiettivo: ottenere il permesso (soprattutto dalla Russia di Putin) di attaccare di nuovo le Forze Siriane Democratiche, le Ypj e le Ypg a Tell Tamir e Kobane.

🇷🇺🇪🇺🇺🇸 L’offensiva che Putin e il presidente siriano #Assad si preparano a sferrare sull’area di #Idlib, controllata da bande jihadiste filoturche, infatti, creerà nuovi flussi di profughi. Erdogan, quindi, ha comunicato a Putin, Biden, e soprattutto ai leader dell’UE, di aver bisogno di maggiori fette di territorio in Siria per collocarli affinchè non raggiungano la Turchia e, quindi, l’Europa (compito per il quale il "Sultano" turco riceve, da anni, miliardi di euro dall’UE).

📢 A corollario, la scorsa settimana il parlamento turco ha approvato il rinnovo delle operazioni militari in Siria e in #Iraq per altri due anni. Solo l'#HDP (partito democratico dei popoli, sinistra filo-curda e anti-nazionalista) e il CHP (partito repubblicano kemalista) hanno votato contro.

🗣️ Un componente della Commissione dei diritti umani del Parlamento iracheno ha denunciato pubblicamente l'utilizzo da parte della Turchia di armi chimiche sul territorio del Kurdistan iracheno.
📉 Si approfondisce la crisi economica in Turchia con la svalutazione della lira turca e l'aumento dei prezzi. In questa settimana migliaia di lavoratori del pubblico impiego sono scesi in piazza a Smirne e a Diyarbakir per protestare.

📣 A Diyarbakir la protesta è avvenuta sotto l'organizzazione ombrello KESK, con la partecipazione di diverse sigle fra cui il TJA (Movimento delle Donne Curde Libere), l'HDP (Partito Democratico dei Popoli) e il KKP (Partito Comunista del Kurdistan).

⚔️ Continuano gli attacchi delle milizie turche jihadiste nelle zone occupate del Rojava. Alcuni villaggi vicino Tell Tamir sono rimasti senza elettricità a causa dei bombardamenti.

🗣 Da circa due mesi e mezzo continua a Semalka, al confine fra Rojava e Bashur, la protesta che chiede i corpi di alcuni martiri uccisi ad agosto scorso in un'imboscata del KDP. Durante queste proteste, 15 appartenenti al movimento dei giovani in Rojava sono stati feriti dal KDP, che ha attaccato con gas lacrimogeni, lanci di pietre e acqua ad alta pressione.

L'Amministrazione Autonoma di Shengal, a seguito dell'uccisione del co-presidente del Consiglio esecutivo e degli attacchi della Turchia sull'area, ha fatto appello all'ONU affinché il diritto internazionale non venga violato e ha dichiarato: "Non rinunceremo all'autonomia di Shengal. Qualsiasi sia il prezzo, continueremo a seguire i passi dei nostri martiri."
‼️ Sale a 6 il numero delle vittime dell'attacco a Kobane avvenuto la scorsa settimana, che ha colpito il movimento dei giovani. Mesûd Ibrahîm, 29 anni, è morto in ospedale in seguito alle ferite riportate. Nel frattempo continuano gli attacchi in varie parti del Rojava da parte delle milizie turco-jihadiste, così come le proteste da parte della popolazione.

⛰️L'esercito turco ha ritirato le sue truppe dal monte Munzur/Kulika e dalle restanti aree di Cilo al confine tra Bakur e Başûr a causa di numerose azioni di guerriglia. Sale quindi ad otto il conto delle aree liberate dalla guerriglia dall'inizio della controffensiva.

📣 Continuano le richieste degli avvocati di poter incontrare Ocalan a Imrali. Ora non si hanno notizie di Ocalan e degli altri prigionieri sul carcere-isola da 9 mesi: il 25 marzo scorso Ocalan aveva avuto una breve telefonata con suo fratello.

🔥 La "Children of Fire Initiative" (gruppo armato autonomo dal #PKK) ha dato fuoco a 5 luoghi di lavoro (tra fabbriche e uffici) legati all'AKP di Erdogan e ad organizzazioni fasciste anti-curde in varie parti della Turchia, rivendicando le azioni lo scorso 31 dicembre.
Rojava, Turchia, Europa: aggiornamenti
🇹🇷 Le SDF hanno pubblicato un report sulle aggressioni della Turchia e dei suoi alleati nel 2021: 89 civili uccisi e 139 feriti; 47 incursioni aree e di terra; 89 attacchi via drone; 58 villaggi e 3 città bombardate; 700 civili rapiti; 22 siti archeologici distrutti; aumento in generale degli attacchi sulle aree occupate e su quelle ancora libere del Nord-est della Siria.

Domenica 9 gennaio in tutta Europa e in Kurdistan ci sono state commemorazioni e manifestazioni per ricordare Sakine, Fidan e Leyla, le tre donne del movimento di liberazione uccise nel gennaio 2013 in Francia. Anche a Shebha, vicino Afrin, la gente è scesa in piazza, organizzata da Kongra Star: "Ogni donna curda prende forza dalla resistenza di Sakine e delle sue compagne oggi. Promettiamo di seguire i passi di Sakine, Fidan e Leyla."

🔥 La Jinên Tîrêjên Rojê Initiative (La "Children of Fire Initiative) ha dichiarato di aver colpito 7 stazioni di polizia a Yüksekova, nel distretto di Hakkari in Bakur (Kurdistan turco), per vendicare "i 6 compagni e compagne che sono caduti martiri nell'attacco compiuto dallo Stato turco a Kobane il 25 dicembre scorso".
❗️ Tensioni in Iraq tra ezidi e Baghdad, insorgenza jihadista in Siria, mobilitazioni contro gli accordi UE-Turchia in Europa
🇮🇶 La tensione tra la comunità ezida di Şengal e il governo centrale iracheno è sempre più alta. Nel secondo anniversario del martirio di Ş. Zerdeşt şengali (un comandante YBŞ assassinato dalla Turchia nel 2020) l'Amministrazione Autonoma aveva preparato una statua a lui dedicata da erigere in città, tuttavia l'esercito iracheno ha prima intercettato e sequestrato la statua, riconsegnandola alla comunità dopo accese proteste per poi rimuoverla il giorno seguente.
Dopo questi eventi un veicolo dell'esercito iracheno ha attaccato schiantandosi uno scuolabus provocando la morte di due studenti.

🏴 Cellule di ISIS hanno attaccato la clinica della Mezzaluna Rossa curda (Heyva Sor a Kurd) all'interno del campo di Al Hol, Basim Mihemed, un infermiere di 26 anni, è stato ucciso. L'Amministrazione Autonoma e le SDF svolgono continuamente operazioni di sicurezza e promuovono percorsi di rinserimento in società per i detenuti di Daesh in modo da limitare la pressione sul campo, ma le operazioni di supporto della Turchia alle cellule di ISIS rendono impossibile la stabilizzazione della situazione e permettono a Daesh di riorganizzarsi.
Secondo gli ultimi dati nel campo ci sono 57.460 persone di 54 nazionalità diverse. 15.603 di loro sono iracheni, siriani e famiglie di mercenari dell'Isis.

✌️La Lunga Marcia, che tradizionalmente si tiene ogni anno da più di 20 anni per chiedere la libertà del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, si terrà quest'anno in Francia da Sierentz a Strasburgo,: il comitato organizzatore dell'azione ha lanciato un appello a* giovani a partecipare per inviare un messaggio agli Stati europei che cooperano con lo Stato turco militarmente, politicamente ed economicamente e sostengono la Genocidio curdo, si prevede la partecipazione di centinaia di attivisti provenienti da tutta Europa.
At least 674 civilians were killed since the start of the Afrin war and 7343 abducted. There is no safety for civilians in occupied Afrin.

#TurkeyOutOfEfrîn
🏴 Daesh assalta la prigione di Ghweiran, il più grave attacco jihadista da 3 anni
❗️E' di almeno 25 morti il bilancio dell'attacco dell'Isis ancora in corso contro il carcere di Ghweiran (distretto di Hasakah), nel nordest della Siria.

Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani precisando che all'interno della prigione ci sono violenti scontri tra miliziani Isis, tra i quali tanti detenuti liberati e le forze di sicurezza curde.

🚩 I jihadisti "hanno assunto il controllo completo" e le forze di sicurezza e le unità antiterrorismo curdo-arabe stanno dando battaglia, subendo "numerose vittime" scrive l'Osservatorio. Mentre il comando delle Forze democratiche siriane riporta di scontri molto duri, ma che al momento si è bloccata la fuga massiccia di 89 miliziani jihadisti mentre gli assalti esterni continuano a essere respinti. Si tratta dell'attacco Isis più grave degli ultimi tre anni.

🇺🇳🇺🇸🇪🇺🇹🇷 I fatti di Ghweiran, non ancora conclusi, confermano quanto l'Amministrazione autonoma della Siria del Nord-Est denuncia da tempo: l'abbandono da parte della Comunità internazionale nella gestione delle migliaia di prigionieri jihadisti ha creato le basi per una rinascita dell'insorgenza nera, sostenuta e favorita dall'invasione turca in corso dal 2019 e dalla guerra a bassa intensità che Erdogan porta avanti contro le comunità curde sui due lati del confine turco-siriano.
🏴 Sugli attacchi di Isis in #Rojava alla prigione di Sina'a, il sostegno della #Turchia ai jihadisti e il silenzio della comunità internazionale

⚠️ Nella notte tra giovedì e venerdì è iniziato il peggior attacco realizzato dallo Stato islamico dalla fine della battaglia di Baghouz nel 2019: la prigione di Sina’a nel quartiere di #Ghiweiran ad Hasakah che ospita circa 5.000 detenuti dell'ISIS è stata attaccata con diverse autobombe che hanno permesso ai detenuti di scatenare una rivolta mentre all'esterno centinaia di membri dell'organizzazione appostati negli edifici civili bersagliavano le forze di sicurezza.

⚔️Le Forze democratiche siriane - #SDF hanno immediatamente inviato molti rinforzi per chiudere il quartiere e forze speciali per catturare i prigionieri evasi. Anche la coalizione è arrivata in città con veicoli blindati per coprire le operazione delle SDF ed elicotteri che hanno fornito in più di un'occasione supporto aereo ravvicinato contro le postazioni dell'ISIS e fuoco illuminante per agevolare le operazioni di liberazione del quartiere duarante la notte.

Per 5 giorni le SDF hanno respinto gli attacchi dei miliziani dall'esterno della prigione, contenuto le rivolte all'interno e ripulito l'area casa per casa per catturare o neutralizzare i miliziani asserragliati nelle abitazioni. La popolazione civile è stata costretta ad abbandonare il quartiere con il supporto delle HPC (Forze di autodifesa civili) per non essere utilizzati come scudi umani dai jihadisti, che nella prima fase degli scontri hanno sequestrato e ucciso diversi civili.

🔍Le SDF fanno notare che l'attacco di ISIS è stato ben organizzato e perfettamente coordinato, i miliziani hanno avuto armi, munizioni e logistica sufficiente per combattere per 5 giorni in stato di assedio, inoltre fonti delle forze di sicurezza hanno dichiarato che i combattenti erano particolarmente ben addestrati e tra quelli uccisi o catturati ci sono molti foreign fighter, alcune prove suggeriscono che molti dei miliziani e del loro equipaggiamento provenissero dalle aree occupate Turchia a nord, altri dall'Iraq in cui contemporaneamente sono avvenuti diversi attacchi contro l'esercito iracheno.

🇹🇷La Turchia ha immediatamente intensificato i propri attacchi da Nord impegnando le SDF durante tutta la durata degli attacchi dell'ISIS. Durante le prime fasi dello scontro, inoltre, la Turchia ha colpito con droni una colonna di SDF che si dirigeva dal fronte di Tel Tamer ad Heseke per fornire sostegno immediato alle forze di sicurezza per prevenire una fuga di massa.
Il bilancio provvisorio al momento è di circa 30 caduti delle forze di sicurezza ad Heseke e 17 a Deir Ezzor, 5 civili uccisi e circa 210 membri di Daesh neutralizzati.

📍Al momento il quartiere è tornato sotto il controllo delle SDF dopo 5 giorni di intensi scontri, è stata intimata la resa agli ultimi miliziani asserragliati nella prigione che hanno preso in ostaggio il personale della prigione e 700 ex bambini soldato che erano ospitati in un'ala della prigione per essere riabilitati. Alcuni gruppi si sono già arresi ed arrivano notizie di membri di ISIS giustiziati all'interno della prigione dai propri commilitoni perché proponevano di accettare la resa; le SDF hanno quindi iniziato un'operazione per mettere in salvo gli ostaggi ed eliminare i jihadisti che rifiutano la resa.

🌍Questi eventi rappresentano il fallimento della comunità internazionale. L'amministrazione da tempo mette in guardia la comunità internazionale sul pericolo crescente di ISIS generato soprattutto dal sostegno turco, inoltre sono caduti nel vuoto tutti gli appelli ai governi occidentali a istituire un tribunale internazionale per i crimini di guerra dell'ISIS e a rimpatriare i propri foreign fighters.
Forwarded from Rete Kurdistan Italia
La Turchia bombarda Shengal, Maxmour e un villaggio vicino Derik in Rojava

‼️ Ieri sera alle 10 la Turchia ha iniziato a bombardare le montagne di Shengal, il Martyr Rûstem Cûdî Refugee Camp all'interno di Maxmour e il villaggio di Teqil Beqil, vicino Derik, in Rojava.

🗣️ Al momento non si hanno stime precise dei feriti e dei danni, ma sappiamo che molte persone hanno bisogno di soccorso dall'interno del campo di Maxmour, sotto embargo e con un solo ospedale. Qui la co-presidente dell'assemblea del popolo ha riferito di sintomi di avvelenamento di alcuni feriti, per questo si sta verificando se siano state usate delle armi chimiche durante l'attacco.

✈️ Nel frattempo a Diyarbakir, Araba e Malatya (Bakur), la Turchia ha chiuso lo spazio aereo ai voli civili. Gli aerei da guerra turchi sono partiti proprio da Diyarbakir.
📌 Sabato 12/02
h 14.00 Largo Cairoli a Milano
h 14.30 piazza dell'Esquilino a Roma
🗣 Due manifestazioni per la liberazione di Abdullah #Öcalan, leader del #PKK e del movimento di liberazione curdo, per la liberazione di tutte le migliaia di prigioniere e prigionieri del movimento confederale (curdo, turco, armeno, ezida, arabo e non solo) in #Iran, #Iraq, #Siria e #Turchia.

🏴🇹🇷 Contro il regime di #Erdogan e il sostegno turco a #Daesh e alla galassia jihadista. I bombardamenti turchi delle scorse settimane contro il #Rojava e sui campi dell'autogoverno curdo in Iraq hanno come obiettivo stroncare la rivoluzione e gli sforzi di fronteggiare l'embargo e la pandemia delle Amministrazioni autonome.

✌️Scendere in piazza sabato per farla finita con gli accordi UE-Ankara e sostenere le esperienze rivoluzionarie che si stanno realizzando al prezzo di 40 anni di resistenza in Turchia e Iraq, 11 di guerra civile in Siria, oltre 10mila caduti nella guerra di liberazione contro ISIS.
📢 **CONFERENZA DEL MOVIMENTO DELLE DONNE QUESTO WEEKEND A MILANO**

📅 Sabato 12 e domenica 13 si terrà a RiMake una conferenza organizzata da Rete Jin, collettivo politico del movimento curdo.

🌸 La conferenza, intitolata "La rivoluzione delle donne. Dai nostri quartieri all'internazionalismo" è aperta a donne e identità di genere non egemoniche. Ci saranno ospiti internazionali, seminari e assemblee.

📣 Le partecipanti si uniranno anche alla manifestazione di sabato pomeriggio per la liberazione di Abdullah Öcalan.

Chiunque volesse partecipare può prenotare scrivendo a jinretemi@gmail.com (i posti sono limitati causa covid).
🌹 18 marzo: 3 anni fa cadeva il compagno Lorenzo "Orso" Orsetti
Era l'ultima battaglia della guerra di Liberazione contro Daesh, dopo ne sarebbero venute altre. Ti ricordiamo come avresti voluto: non unico, ma parte dellə 11 mila martiri cadutə nelle milizie guerrigliere e nelle strutture civili della rivoluzione sociale per il confederalismo democratico in Siria del Nord-Est, goccia di quel movimento di uomini e donne che prosegue la resistenza contro lo Stato turco oppressore in Siria, così come nel Kurdistan turco e in Iraq. Per difendere e consegnare una società di libere ed eguali, che nonostante l'assedio esterno e la minaccia rappresentata dalle cellule jihadiste all'interno, nell'isolamento di una comunità internazionale dalla memoria troppo corta, non rinuncia al processo rivoluzionario iniziato ormai quasi 10 anni fa.
Sehid namrin. I martiri non muoiono mai.

Io vado, madre
Se non torno
Sarò fiore di questa montagna
Frammento di terra per un mondo
Più grande di questo
(Poesia curda della resistenza)
#Turchia e #KRG attaccano #Rojava e zone autonome nel Nord #Iraq
Lo scorso15 aprile, #Erdogan e #Barzani (capo di Stato autoritario e conservatore del KRG- Governo regionale del Kurdistan iracheno) hanno riaffermato la cooperazione bilaterale «per promuovere stabilità e sicurezza»: il che si è tradotto in una nuova operazione militare contro il #Pkk e le esperienze di autonomia e confederalismo democratico nel nord-Iraq e in Rojava.

L’ultima volta appena due mesi e mezzo fa: i primi di febbraio (a pochi giorni dalla fine del tentato assalto di #Daesh/ISIS alla prigione di Hasakah, nella Siria del nord-est), con l'operazione «Aquila d’inverno» la Turchia aveva colpito in contemporanea #Makhmour (cuore, con la montagna di #Qandil, del confederalismo democratico nel nord Iraq), Rojava e la zona autonoma yezida di #Shengal: ore di bombambardamenti su villaggi e un campo profughi e quasi 30 morti tra forze di autodifesa e civili.

Ieri l'esercito iracheno ha attaccato diversi villaggi nel distretto di Shengal amministrato dall'autogoverno yezida (dopo il genocidio commesso da Daesh e permesso dai peshmerga del clan Barzani nell'agosto 2014 e la liberazione a opera del Pkk e delle milizie yezide YBS formatesi nella guerra rivoluzionaria in Rojava), nel tentativo fallito di assumerne il controllo. Nel mentre l’esercito turco ha colpito cinque villaggi del distretto di Zarghan, mentre i combattenti delle Hpg (le Forze di difesa del Popolo, braccio armato del movimento curdo) hanno ucciso 32 soldati turchi e danneggiato diversi velivoli militari.

Una nuova offensiva militare parallela in Iraq e Siria da parte di Erdogan, che sta approfittando dell’immagine di mediatore nella crisi ucraina e che ha potuto agire anche grazie al via libera concesso stavolta da #Putin. Nelle ultime settimane infatti la Russia ha annunciato una operazione congiunta con l'esercito di #Assad e Ankara nelle zone di #Derbesiye #Amude e #Qamishlo qualora le Forze democratiche siriane del Rojava non lasceranno il controllo militare delle zone alle truppe di Damasco.