Rojava Resiste
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Canale di informazione sul Vicino e Medio Oriente e solidarietà con la rivoluzione confederale in Siria del Nord
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🗣 Partita la Marcia contro il Golpe dal Kurdistan ad Ankara
📣 Il Partito democratico dei popoli (HDP) ha iniziato oggi la Marcia contro il golpe, organizzata per protestare contro il commissariamento di 45 dei 65 comuni amministrati dall’HDP dalle elezioni del 31 marzo 2019 e di 95 dei 102 ottenuti dopo il voto del 2014. Almeno 23 i sindaci arrestati. Inoltre ai deputati è stata tolta l'immunità, 3 sono stati destituiti (gli ultimi di una lunga serie) e il partito posto de facto fuorilegge.

🚔 La Marcia è partita da diverse località del Kurdistan turco (tra cui Edirne dove è detenuto da oltre tre anni e mezzo Selahattin Demirtas, dirigente del partito ed ex candidato alla presidenza HDP), guidata da militanti, consiglieri municipali, deputati e moltissimi simpatizzanti. Già da ieri sera ci sono state le prime violente aggressioni da parte della polizia e numerosi arresti (circa 19). Diversi Governatori (in Turchia ricoprono anche la funzione di prefetti) hanno vietato le manifestazioni nei loro territori per i 5 giorni previsti dalla Marcia.

📉 La drammatica situazione economica e le tensioni sociali interne hanno portato Erdogan e l'AKP ai minimi storici di consenso. Tuttavia, la violenta repressione dell'opposizione e l'espansionismo militare in Siria, Iraq e Libia - qui, in particolare, forte del successo contro il generale Haftar - tengono in piedi la macchina autoritaria dello Stato.
RACCONTI DAL ROJAVA

📆 Questa sera a Isola Pepe Verde (Milano - Via Guglielmo Pepe, 10) incontriamo Benedetta Argentieri giornalista e regista di “I am the revolution” e “Our war”. Tornata da poco dal Rojava, ci aiuterà a capire quello che è accaduto negli ultimi mesi in quell’area a seguito dell’invasione turca avvenuta il 9 ottobre scorso.

🔴 Cercheremo anche di fare il punto su quello che sta accadendo in Basur, dove la Turchia ha lanciato da pochi giorni una nuova invasione: "Eagle claw”.

🚑 Presenteremo inoltre DISEGNI PER IL ROJAVA, raccolta di opere di autrici e autori a sostegno della Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia. Lo faremo insieme a due degli autori: Paolo Castaldi e Vermi di Rouge.

💪 A seguire, rinfresco a sostegno del progetto.
🗣 Libertà per Eddi: rimettiamo in moto la solidarietà.
👁 Il 12 novembre si svolgerà a Torino l'appello richiesto dai legali di Maria Edgarda Marcucci, che tutti conosciamo come Eddi, ma anche come heval Shilan. Eddi è stata in Kurdistan nel 2018, ha preso parte alle attività civili in Rojava e alla resistenza di Afrin nelle file delle Ypj durante l'invasione turco-jihadista del marzo 2018.

🧑‍⚖ Il 17 marzo 2020 la sezione per le Misure di prevenzione del Tribunale di Torino ha applicato soltanto a lei la misura della Sorveglianza speciale, che era stata proposta anche per altri quattro volontari italiani in Rojava: una misura di origine fascista che il Codice penale repubblicano ha mantenuto pressoché intatta. La motivazione? La sua militanza nella Federazione della Siria del Nord sommata a quella nei movimenti sociali e anticapitalisti qui in Italia.

🚷 Questa misura le impedisce di partecipare a riunioni pubbliche e le impone di rientrare a casa tra le 21 e le 7, di non sostare nei pressi di locali pubblici dopo le 18, di comunicare i suoi spostamenti alle autorità di polizia, assieme al sequestro del passaporto e della patente e il divieto di espatrio.

📣 Per questi motivi il 12 novembre si svolgerà un presidio solidale davanti al Tribunale di Torino ed è stata lanciata una campagna di solidarietà per tornare a denunciare l'ingiustizia a cui è sottoposta una nostra compagna e una donna che ha combattuto contro il mostro jihadista e il suo alleato turco in Rojava.
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🤐 Facebook/Instagram censura Eddi e la sua voce per la liberazione dalle misure di sorveglianza speciale
🗣 Riprendiamo il messaggio di Eddi, dopo che la proprietà di Facebook ha deciso di chiudere "per accertamenti" tutti i suoi account. Quello dei social network proprietari, lo sappiamo, non è un terreno neutro né amico - noi stessi, come Rojava Resiste, abbiamo subìto più volte la chiusura dei nostri profili fino alla scelta di non rientrarci. Tuttavia ci pare opportuno riprendere e segnalare ogni censura, invitando a seguire i nuovi profili di Eddi e di tutte le pagine solidali con la causa curda e le lotte di liberazione in Medio Oriente.
🎞 Blooming in the desert: documentario su tre donne sopravvissute alla guerra e al fondamentalismo nella città di #Raqqa
👉 https://www.openddb.it/film/blooming-in-the-desert/ 👈

Nella Giornata contro la violenza contro le donne vi segnaliamo l'uscita dell'ultimo docu-film di Benedetta Argentieri, Blooming in the Desert, già disponibile in streaming grazie a Open DDB.
🌹 Dopo la sconfitta del cosiddetto Stato Islamico in Siria (ISIS), Raqqa, la città conosciuta in tutto il mondo per essere diventata la “capitale” dell’ISIS, è rinata. Questa volta sono le donne a guidare il cambiamento e a costruire un nuovo futuro per la città. Raqqa è stata per secoli un crocevia molto importante in Siria, e ora è alla ricerca di una redenzione.
🚩 42 anni fa un piccolo gruppo di studenti universitari rivoluzionari, sindacalisti operai, contadini e vecchi combattenti curdi e turchi fondava, tra le montagne del sud-est della Turchia, il Partito dei lavoratori del Kurdistan (#PKK).
👁 Riproponiamo per l'occasione le puntate dedicate nella storia del conflitto curdo-turco che potete trovare sul sito di #RojavaResiste:
📌 I tre colpi di Stato e la fondazione del PKK 👉 http://www.rojavaresiste.org/un-conflitto-lungo-un-secolo-puntata-03/
📌 Lotta armata e conflitto con lo Stato 👉 http://www.rojavaresiste.org/un-conflitto-lungo-un-secolo-puntata-04/
🎥 Oltre la guerra: blooming in the desert e la rivoluzione del #Rojava
🗣 Ieri, a 10 anni dall'inizio delle cosiddette "primavere arabe", abbiamo cercato di fare un bilancio degli sconvolgimenti dell'ultimo decennio con focus sulla rivoluzione confederale nella Siria del Nord-Est.

🎞 Lo abbiamo fatto assieme a Benedetta Argentieri, presentando il suo ultimo lavoro Blooming in the desert (https://www.openddb.it/film/blooming-in-the-desert/).

👁 Per chi si fosse perso la diretta, potete guardare la registrazione sulla pagina FB dello spazio occupato Piano Terra 👉
https://www.facebook.com/pianoterralab/videos/1971927686293801/

❗️Iniziativa a sostegno della campagna per la liberazione di Eddi Marcucci (volontaria #YPJ in #Rojava), sottoposta a misure di sorveglianza speciale da parte della procura di Torino ❗️
❗️Aggiornamenti dal Rojava occupato
🇹🇷 Negli ultimi giorni la #Turchia ha ripreso bombardamenti intensivi sul fronte di Ain Issa, con l'obiettivo di espandere la zona di occupazione nella Siria del Nord (dove la linea del fronte è stabile da diversi mesi).

✌️Nel cantone di #Afrin (sotto governo militare turco-jihadista dalla primavera 2018) in un'azione della resistenza clandestina sono rimasti feriti il leader della milizia Jabha Al-Shamiiya "Abu Muhammad Al-Hazwani" e alcuni luogotenenti.

🏴 Ankara ha affidato a Jabha Al-Shamiiya il controllo militare del cantone ed è al centro di numerosi crimini contro civili (stupri, atti di sostituzione etnica, torture, sequestri), non solo ad Afrin.
📢 Cosa sta succedendo ad Ain Issa?
📌 Ain Issa è un piccolo centro nel Nord Est della #Siria, diventata il centro amministrativo dell’Amministrazione Autonoma (AA), esattamente in mezzo al territorio dei tre cantoni.

🛑 Dal 9 ottobre 2019 Ain Issa è stata attaccata più volte, principalmente con bombardamenti aerei e droni a fasi intermittenti. Le forze turco-jihadiste vogliono conquistare la città e spaccare in questo modo in due il territorio della Federazione curdo-araba, prendendo possesso della autostrada M4, arteria stradala principale. Ain Issa ha un valore strategico, infatti è la crocevia per raggiungere i cantoni occidentali come Kobane, Manbij, Tabqa, fino ad arrivare a Shehba.

⚠️ Dal 15 dicembre è in corso una nuova pesante offensiva sulla città e nei villaggi limitrofi, la Turchia ha bombardato indiscriminatamente uccidendo almeno 8 civili e ferendone altri 39. Oltre 9600 persone hanno lasciato le proprie case. Tutti gli attacchi sono stati respinti dalle Forze Democratiche Siriane.

❗️Proprio ieri le forze turco-jihadiste raggruppate nel SNA - Syrian National Army (formazione che racchiude le bande mercenarie e le milizie nere alleate di Ankara) hanno annunciato una nuova offensiva di terra.

👉 Qui trovate il rapporto tradotto dal Rojava Information Center sulla situazione umanitaria. https://rojavainformationcenter.com/2020/12/translation-report-on-the-humanitarian-situation-in-ain-issa-as-of-20-december-2020/
❗️Il Tribunale di Torino ha confermato la sorveglianza speciale a Eddi senza attenuazioni.
Riportiamo alcune parti del comunicato dei Comitati torinesi in sostegno all’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est, che sottoscriviamo, esprimendo a nostra volta piena solidarietà a Eddi dopo l'ennesima vergognosa decisione repressiva nei suoi confronti.

La procura torinese non ha rispetto per le cadute e i caduti della guerra di liberazione contro Daesh, lo Stato Islamico, in Siria - e in tutto il Medio Oriente. Non ha rispetto per le Unità di difesa della donna - YPJ di cui Eddi ha fatto parte. A causa di questa scelta la Procura sabauda ritiene Eddi "socialmente pericolosa".

La procura aveva affermato il 12 novembre che l’attivismo politico di Eddi è inseparabile dalla sua partecipazione siriana. Questo è vero: non si ha una “Eddi” senza l’altra. Ma è anche ciò che i giudici non possono accettare.

Le manifestazioni universitarie, ambientaliste, No Tav, per i diritti sul lavoro e contro l’invasione turco-jihadista del Rojava sono definite «pericolose» e «gravissime». Nessuna sentenza definitiva ha mai addossato a Eddi alcunché di illecito e non potendo fare leva su sentenze, il tribunale si fonda su «segnalazioni» di singoli poliziotti.

La proibizione più grave, e maggiormente contraria ai diritti umani e costituzionali – quella di manifestare e anche parlare in pubblico – viene giustificata in base a questi «paradigmi di pericolosità soggettiva».

Se qualcuno ancora avesse dubbi su cosa è oggi il tribunale di Torino, si consideri la provocazione conclusiva del decreto. Eddi ha chiesto che le venga restituita almeno in parte la somma di 1.000 euro che ha dovuto versare allo stato come “cauzione” per essere sorvegliata, facendo presente che, per una lavoratrice della ristorazione, questo non è un periodo facile; e che chi è sottoposto a sorveglianza speciale perde automaticamente il diritto a qualsiasi sussidio corrisposto dallo stato. Il collegio risponde a p. 24: «Tra il 2018 e il 2019 la proposta ha affrontato le spese di un lungo viaggio in zona di belligeranza, per poi rientrare per via aerea, così palesando capacità reddituale non minimale».
3 anni fa l'invasione di Afrin: la guerra - e la resistenza - continuano.
Il 20 Gennaio di tre anni fa, l'esercito turco e le bande jihadiste alleate attaccavano il cantone rivoluzionario di Afrin. Fino a quel momento Afrin era stata una delle zone più pacifiche della Siria in guerra. Grazie a questa stabilità il cantone era diventato rifugio per centinaia di migliaia di profughi e un avanzato laboratorio politico di democrazia, autonomia delle donne ed ecologia secondo il modello del Confederalismo Democratico.

La resistenza delle Forze Siriane Democratiche fu eroica contro un nemico nettamente superiore per numeri e per tecnologia, ma infine il cantone fu occupato degli invasori. Da quel giorno Afrin non ha mai smesso di essere teatro di violenze, rapimenti, torture e attacchi contro le donne per mano delle bande jihadiste che dettano legge sull'area (con il sostegno fondamentale dell'esercito turco).

Sotto le bombe dell'aviazione turca cadde martire Anna Campbell, internazionalista inglese, che aveva raggiunto il cantone per sostenere la resistenza insieme a Maria Edgarda Marcucci.
(ora in Italia Eddi è sottoposta alla sorveglianza speciale perché considerata pericolosa).

Molti altri internazionalisti italiani parteciparono. Tra di loro anche Lorenzo Orsetti che, nei momenti di riposo dal fronte, realizzò delle corrispondenza per l'Italia. Riuscì a sopravvivere a quell'esperienza e continuò a sostenere le Forze Siriane Democratiche e la guerra contro l'ISIS. L'anno successivo, proprio nell'ultimo bastione dell'ISIS cadde martire in combattimento.
🌹 18 marzo: 2 anni fa cadeva il compagno Lorenzo "Orso" Orsetti
Era l'ultima battaglia della guerra di Liberazione contro Daesh, dopo ne sarebbe venute altre. Ti ricordiamo come avresti voluto: non unico, ma parte degli 11 mila martiri caduti nelle milizie guerrigliere e nelle strutture civili della rivoluzione sociale per il confederalismo democratico in Siria del Nord-Est.

Segnaliamo l'uscita del volume Orso. Scritti dalla Siria del Nord-Est: raccoglie gli scritti, le foto e le trascrizioni delle interviste di “Orso” nel periodo della sua permanenza in Siria.

«Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo. Anche quando tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni. È proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”. Cercate di essere voi quella goccia»
🔴 Riceviamo news dalla delegazione di internazionalist* che in questo momento si trova a Erbil, Kurdistan Iracheno.

📣 Attualmente si trovano a Erbil 30 internazionalist* da tutta Europa, impegnat* in una delegazione il cui scopo principale è denunciare l'invasione turca e promuovere la pace in Kurdistan.

Nella giornata del 12 giugno è stato impedito a un secondo gruppo, di circa 60 persone, di raggiungere la regione. Di queste, a una trentina è stato impedito di partire dall'aeroporto di provenienza; 27 persone (non tutte tedesche) sono state bloccate a Düsseldorf dalla polizia federale ed è stato loro applicato un divieto di volo verso l'Iraq per una durata di 30 giorni.

🚨 La motivazione addotta è che in passato le persone che avevano partecipato a iniziative di questo tipo si sono poi unite alla lotta armata. Tra queste 27 persone c'erano anche politici, tra cui Canzu Özdemir, donna curda membro del Parlamento di Amburgo.

‼️ Altre 14 persone sono state invece arrestate all'aeroporto di Erbil. Alcune sono già state deportate nei loro paesi di origine, altre sono tuttora trattenute dalla polizia curdo-irachena, private dei passaporti. Si tratta di 6 persone dalla Francia, 1 dalla Catalogna, 3 dalla Germania, 3 dalla Slovenia e 1 dall'Italia.

⚠️ L'italiano fermato è l'attivista e giornalista Federico Venturini, membro del Transnational Institute of Social Ecology e della Delegazione Internazionale di Pace a Imrali. Attualmente è rientrato in Italia.

📢 Qualche giorno fa, in seguito all'arrivo del primo gruppo di internazionalisti, il governo del Kurdistan Iracheno aveva rilasciato una dichiarazione di contrarietà alla presenza della delegazione sul territorio del Başur. La posizione è stata rafforzata da una seconda dichiarazione, pubblicata in seguito agli arresti, in cui si accusa il Pkk di strumentalizzare la presenza di europei per destabilizzare la regione, e che gli stessi internazionalisti europei, sotto le mentite spoglie della pace e della cooperazione, abbiano invece altri scopi. Attualmente la situazione è molto tesa e incerta.
KRG BLOCCA CONFERENZA DELLA DELEGAZIONE INTERNAZIONALE DI PACE A ERBIL
Riceviamo e condividiamo altri aggiornamenti dalla delegazione internazionale a Erbil.

🔴 Questa mattina il Governo Regionale del Kurdistan (KRG) ha impedito lo svolgimento della conferenza stampa programmata davanti alla sede delle Nazioni Unite di Erbil, schierando forze armate speciali fuori dall'hotel dove si trovava la delegazione, impedendogli di uscire. Il diniego è arrivato nonostante l'incontro con il Ministro degli Affari Esteri tenutosi nel pomeriggio di ieri.

📢 La conferenza è stata comunque tenuta in hotel. I portavoce (tra cui la co-presidente del KNK Zeyneb Murat, la rappresentante del Comitato di Jineolojî Mechthild Exo, il parlamentare francese Pierre Laurent e il parlamentare svizzero Rémy Pagani) hanno ribadito che lo scopo di questa delegazione è rompere il silenzio sull'invasione turca del Kurdistan iracheno e promuovere il dialogo e la pace.

⚠️ In seguito gli internazionali hanno protestato pacificamente sedendosi fuori dall'hotel, cantando slogan contro l'invasione turca. Quando i militari li hanno costretti a rientrare, la disobbedienza civile è proseguita con dei balli nella hall, ma anche questo gesto è stato bloccato.

🚫 Altri 5 italiani sono stati fermati in aeroporto a Istanbul e Doha e rimpatriati forzatamente.

In questo momento il KRG sta impedendo alla delegazione di raggiungere dei villaggi a nord della regione, evacuati in seguito ai bombardamenti turchi.

📌 Aggiornamenti costanti sul profilo ufficiale della delegazione: https://mobile.twitter.com/DefendKurd

#DefendKurdistan
#Delegation4Peace
🗣DELEGAZIONE ACCOLTA A SULEMANI. CRESCE IL MALCONTENTO POPOLARE PER LA POLITICA DI BARZANI VERSO LA TURCHIA
Ulteriori aggiornamenti dalla Delegazione Internazionale per la Pace e la Libertà in Kurdistan.

📌 Il 15/06, la delegazione è riuscita a spostarsi da Erbil (città controllata dal Partito democratico del Kurdistan-KDP, il partito-clan della famiglia Barzani) a Sulemani (Sulemania, sotto l'influenza dell'Unione patriottica del Kurdistan-PUK).

Mentre il KDP si mostra (da anni) connivente con la Turchia e tace sull'invasione del Başur, silenziando le voci degli attivisti per la pace, il 16/6 a Sulemani la delegazione è stata accolta dalla società civile con una manifestazione di solidarietà. Altre manifestazioni di solidarietà hanno accolto dei gruppi della delegazione al rientro in Germania.

🔔 Nella stessa giornata si è svolta anche una manifestazione per la libertà di Öcalan, organizzata da Komiteya Azadıya Öcalan (Comitato per la liberazione di Ocalan).

🔴 180 peshmerga (combattenti curdo-iracheni) hanno deposto le armi, rifiutandosi di combattere la guerriglia del PKK, e prendendo posizione contro la politica divisiva del KDP.

‼️ In Başur sta crescendo il malcontento popolare per la mancanza di unione tra i partiti curdi contro l'invasione turca. Oggi 17/6 ci sarà un'altra manifestazione a Sulemani contro l'invasione.
🇹🇷 STATO TURCO UCCIDE ALTRI CIVILI E ATTIVISTI
Riceviamo altri aggiornamenti dalla Delegazione Internazionale attualmente in Kurdistan Başur (Iraq).

🔴 Ieri 19/06 alle 19 un drone turco ha attaccato il villaggio di Galala, fuori Sulemania (Başur), uccidendo due persone e ferendone gravemente una terza.

📢 Oggi a Sulemania si terrà un'altra manifestazione cittadina di protesta contro l'invasione turca del Kurdistan iracheno.

‼️ Nei giorni scorsi in diverse città curde ed europee si sono svolte manifestazioni in seguito al femminicidio di Deniz Poyraz, membro del partito democratico HDP. L'assassinio è avvenuto il 17.06 nell'ufficio HDP di Izmir per mano della coalizione del governo turco AKP-MHP.

⚠️ Nella stessa giornata del 17 all'aeroporto di Erbil venivano fermat* tre attivist*. Finora non si hanno loro notizie.

📌 Segui gli aggiornamenti dalla Delegazione Internazionale e sulla campagna Defend Kurdistan sul profilo Twitter ufficiale: https://mobile.twitter.com/DefendKurd

#DefendKurdistan
👁❗️ERBIL: SPARITI RAPPRESENTANTI FERMATI IN AEROPORTO
Riceviamo ulteriori aggiornamenti dalla Delegazione Internazionale attualmente in Başur.

🔴🔴🔴 Il 13.06 la polizia del #KRG (Kurdish Regional Government) ha arrestato 3 rappresentanti dell'amministrazione autonoma del Nord Est della Siria, recatisi in aeroporto a Erbil per accogliere un gruppo della Delegazione Internazionale (poi arrestato e rimpatriato). Da ormai 10 giorni non si hanno loro notizie.

🚫 Ieri 21.06 alla delegazione e a decine di altre persone è stato impedito dalla security del KRG di raggiungere Qandil, zona sotto il controllo del #PKK.

⚠️ In seguito a una protesta pacifica e spontanea dei presenti, la security ha sparato sulla folla, ferendo un manifestante.

Nei giorni precedenti alla delegazione è stato negato l'accesso anche al campo di #Mexmûr (uno dei centri più importanti del movimento di liberazione curdo e del confederalismo democratico) e a #Şengal (a oggi autogovernata dalle milizie autonome yezide).
🇩🇪🚔 ARRESTATI IN GERMANIA MEMBRI DELLA DELEGAZIONE INTERNAZIONALE PER LA PACE

🔴 6 membri della Delegazione Internazionale per la Pace e la Libertà in Kurdistan sono stati arrestati ieri all'aeroporto di Francoforte. In viaggio da Sulemania, gli attivisti sono tutti cittadini tedeschi.

⚠️ Al momento 5 di loro sono sotto interrogatorio da parte della polizia federale tedesca, mentre una persona è stata rilasciata.

‼️ La Germania continua la sua politica di connivenza nei confronti della dittatura turca, portando avanti repressione sui suoi stessi cittadini in missione diplomatica di pace in #Kurdistan Başur, zona che attualmente sta subendo una pesante occupazione da parte dello Stato Turco, con il benestare del governo #Barzani del Governo regionale del Kurdistan iracheno

#DefendKurdistan
🔍 KURDISTAN BAŞÛR: CAPIAMO IL PANORAMA POLITICO

🔴 Il Kurdistan Democratic Party (KDP), partito maggioritario nel governo di coalizione del Kurdish Regional Government (KRG) della regione del Başûr, sta facilitando l'invasione turca del suo territorio in seguito a un accordo economico con Erdogan.

📢 Il KDP fa capo alla famiglia Barzani e controlla le zone di Hewlêr (Erbil) e Duhok. Ufficialmente, il KDP ha adottato la storica retorica turca per cui il motivo dell'invasione è la presenza in Başûr del Kurdistan Worker's Party (PKK), che da 40 anni nella zona di Qendîl resiste al tentativo di genocidio del popolo curdo a opera dello Stato turco. Il leader del PKK Abdullah Öcalan, imprigionato in isolamento in Turchia da oltre 20 anni, è il teorico del confederalismo democratico, su cui si basa la rivoluzione della Siria del Nord Est.

📌 Il governo di coalizione del KRG vede come secondo partito il Patriotic Union of Kurdistan (PUK), legato alla famiglia Talabani, che controlla la zona di Sulemania.

⚠️ Finora lo Stato turco ha stabilito decine di basi militari nel nord del Başûr con l'aiuto del KDP e sta utilizzando armi chimiche contro la guerriglia del PKK.

📖 Il Başûr (Sud Kurdistan) corrisponde al Nord dell'Iraq. Dopo un secolo di lotte tra i vari attori della zona (tra cui KDP, PDK, governo centrale iracheno e Iran), l'autonomia della regione si stabilizza in seguito alla rivolta dei vari gruppi curdi contro il regime baatista di Saddam Hussein durante la Seconda Guerra del Golfo (2003). Sconfitto il regime, la regione viene ufficialmente riconosciuta come autonoma nella costituzione irachena (2005).

🇮🇶Nel 2014 la presenza sempre più massiccia dello Stato Islamico (ISIS) ha visto i peshmerga del KDP e del PUK riconquistare la città di Kirkuk, ma abbandonare al massacro la città di Şengal e il popolo ezida, successivamente assistito dal PKK. In un referendum del 2017 la popolazione del Başûr ha espresso la volontà di rendersi totalmente autonoma dall'Iraq, ma in seguito alle pressioni di Baghdad e allo scontro con milizie sciite la richiesta è stata messa da parte e i peshmerga hanno restituito al governo centrale la città di Kirkuk.
🌹9 anni fa iniziava la rivoluzione del Rojava
È la notte tra 18 e il 19 Luglio 2012. Nel contesto post-sollevazioni popolari del marzo 2011, il nord-est della Siria si trova in una situazione particolare di vuoto di potere, dove le forze del regime di Assad sono poche e isolate. I movimenti a maggioranza curda, che già da anni agivano in clandestinità, proclamano l'insurrezione e l'autogoverno.

Grazie alla creazione, sempre in clandestinità, delle Unità di difesa delle donne e del popolo, forti del sostegno popolare, la presa di Kobane e dei territori limitrofi avviene senza spargimenti di sangue. Da quel momento su quei territori cessava di esistere la Stato siriano e le sue istituzioni mentre venivano formate le prime assemblee e consigli popolari che si dovranno, d'ora in poi, occupare della gestione politica e sociale del Kurdistan occidentale.

La rivoluzione è però contagiosa e ben presto iniziative simili vengono presi anche dai movimenti fratelli in Turchia, Iraq (entrambe culle del confederalismo democratico) e Iran, mentre alla causa confederalista si uniscono anche le popolazioni arabe, armene, yazide in un moto trans-nazionale e che abbatte confini già in frantumi.

La storia della Rivoluzione del Rojava è purtroppo una storia di sangue. Infatti, ben presto, le forze jihadiste nate nel caos della guerra civile siriana, misero Kobane e la rivoluzione confederale e femminista nel proprio mirino. La storia della Rivoluzione del Rojava è però storia di resistenza. Lo spirito e la volontà di un cambiamento radicale fece sì che le migliaia di donne e uomini che decisero di imbracciare un'arma diedero vita a una dei più forti Eserciti popolari della lunga storia dei movimenti rivoluzionari.

Nel mezzo di una delle guerre più crudeli dei nostri tempi, centinaia di migliaia di persone stanno conquistando e difendendo dall'aggressione turca e dall'insorgenza jihadista, insieme a istituzioni basate sulla democrazia consigliare, l'eguaglianza sociale e di genere, l'ecologia politica, meccanismi di convivenza pacifica tra tutti popoli e gli orientamenti religiosi del Medio Oriente.
Bijî şoreşa Rojava!
🇦🇫 Sull'orrore annunciato in #Afghanistan e la lotta che non si è mai interrotta
Non c'è molto da aggiungere alle molte analisi e agli appelli che, dalla nostra parte, sono state già prodotte negli anni e che continuano tutt'ora.

Metà fallimento ideologico e storico della egemonia euroccidentale, metà risultato dell'accordo voluto da USA/NATO con i talebani in perfetta coerenza con la loro logica di "stabilizzazione per procura" delegata a poteri autoritari locali, questi 20 anni di occupazione hanno solo replicato le modalità occidentali di gestione di guerre e conflitti - dai Balcani in avanti.

A noi gli ultimi 11 anni di rivoluzioni e guerre in Medio Oriente hanno insegnato che l'unica via di uscita - lcome altrove - viene dall'autodeterminazione dei settori oppressi di quelle società, che si sono dimostrate molto più ricche e capaci di rompere gli equilibri tradizionali di noi.

Per questo ora, come hanno dichiarato le Comunità delle donne curde, è nostro dovere sostenere quelle organizzazioni che da quarant'anni lottano contro ingerenze esterne (sovietiche e USA) e fondamentalismi interni.

Sosteniamo RAWA - Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (movimento femminile, fondato nel 1977 a Kabul dalla studentessa universitaria ventunenne, Meena Keshwar Kamal, in seguito assassinata per la sua opposizione sia ai capi tribali jihadisti foraggiati dagli USA e dal Pakistan, sia al governo filo-URSS) e il partito Hambastagi ("della Solidarietà", di Selay Ghaffar). In Italia, sosteniamo il CISDA - Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane, che da sempre sostiene la resistenza necessaria nel paese e le comunità di esuli all'estero.