Rojava Resiste
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Canale di informazione sul Vicino e Medio Oriente e solidarietà con la rivoluzione confederale in Siria del Nord
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❗️Epidemia, guerra e crisi umanitaria in Siria del Nord-Est.
🆘L'autorità sanitaria dell'Amministrazione autonoma ha lanciato un appello urgente riguardo un possibile scoppio di epidemia #covid19 anche nel nord-est della #Siria: "I risultati saranno catastrofici per la popolazione della regione in mancanza di strumenti e attrezzature preventivi di base".

🚑 Al momento solo 1 grande ospedale su 16 è attrezzato per gestire una epidemia di grandi numeri, con 28 posti per la terapia intensiva, 150 respiratori per 2mln circa di abitanti. Questo in una situazione specifica dove già circa mezzo milione di sfollati richiedono assistenza medica per ragioni di guerra e la popolazione delle località del fronte subisce attacchi quotidiani da aviazione e artiglieria turca.

🚱 Ad aggiungere gravità alla situazione c'è la gravissima crisi idrica che coinvolge l'approvvigionamento di circa 460mila persone nella regione di Hasakah, a causa della guerra dell'acqua che le forze di occupazione turco-jihadiste hanno scatenato da mesi contro la Federazione, distruggendo e poi controllando la diga di Alouk e alcune stazioni idriche chiave.
🇹🇷 Turchia: emergenza #Covid19 non blocca repressione e guerra sporca
🎙 Lunedì 30 marzo Ankara ha rivendicato l'uccisione della compagna Nazife Bilen, la più alta donna in grado nel #PKK: un'operazione di guerra sporca realizzata da TSK (servizio militare) e MIT (intelligence turca) nelle montagne di #Qandil (Nord #Iraq). La resistenza curda non ha ancora confermato.

🚔 In #Turchia, il governo #AKP ha annunciato il rilascio temporaneo di 90mila detenuti dalle carceri sovraffollate del paese (oltre 300mila su 80mln di abitanti) per l'emergenza epidemiologica. Restano esclusi tutti i prigionieri politici #HDP, combattenti #PKK e di altri gruppi armati turchi, giornalisti, accademici, oppositori di diverse fazioni.

🚑 In #Siria prosegue nel frattempo l'offensiva militare turco-jihadista contro il #Rojava, con il bombardamento delle strutture ospedaliere lungo il fronte e il blocco della fornitura d'acqua per quasi 500mila persone.

🗣 Il blocco della guerra deve essere assunta dalla Comunità internazionale e OMS come parte della lotta contro il #Coronavirus.
🗣 La nostra solidarietà a Eddi, combattente internazionalista nelle #YPJ.
🌹 Alla vigilia del #25aprile ci uniamo alla campagna nazionale per la fine immediata delle misure restrittive imposte a Eddi dal tribunale di Torino, in nome di una presunta "pericolosità sociale" attribuita come reato di opinione per le posizioni politiche pubbliche e la militanza portata avanti negli anni.

🤝 La guerra in #Siria del Nord non si è fermata e la situazione nei campi profughi del #Rojava è sempre più critica, anche a causa dell'emergenza #Covid19: liberare Eddi vuol dire riconoscere il ruolo partigiano avuto da chi ha scelto di combattere e sostenere la rivoluzione confederale in Siria, unica opzione di pace e stabilità democratiche necessarie come non mai nella lotta all'attuale pandemia.

(Grazie a Vermi di Rouge per la vignetta della campagna Io sto con chi combatte l'Isis)
❗️Appello urgente dalla Federazione della Siria del Nord-Est
🆘 Dopo 9anni di guerra, nel Nord-Est della #Siria la situazione dei campi profughi sovraffollati è critica: oltre 700mila sfollati interni, una crisi idrica causata dalla #Turchia per mezzo milione di persone.

🚑 La Mezzaluna rossa Kurdistan lavora incessantemente per prevenire la diffusione del #Coronavirus, ma da soli non posso farcela: 3 ospedali per 4 milioni di persone, embargo imposto da Ankara e boicottaggio da parte di Damasco, mentre il personale medico e i presìdi sanitari continuano a essere bersaglio dell'aviazione turco-jihadista.

🤝 La popolazione del #Rojava bisogno del nostro supporto una volta di più 👉 http://tiny.cc/lkkrnz
🇹🇷 #Turchia, arresti e repressione in tutto il paese per il Primo Maggio
🗣 Dal 2014 (un anno dopo la rivolta di #GeziPark) piazza #Taksim è chiusa alle manifestazioni pubbliche. Ogni #PrimoMaggio decine di migliaia di persone cercano di raggiungerla partendo da diverse zone della città, scontrandosi con l'enorme dispiegamento di polizia e squadracce dell'AKP e dei Lupi Grigi.

🚔 Quest'anno un numero imprecisato di persone sono state fermate, mentre tentavano in piccoli gruppi di andare a posare dei fiori al monumento ai lavoratori. Tra loro anche i dirigenti del DİSK, il principale sindacato di operai e minatori turco, arrestati dalla polizia di fronte alla loro sede nel quartiere popolare di #Besiktas.

🤝 Nelle città curde del sud-est sono invece state bloccate le sedi dell'HDP e la piazza centrale di #Dyiarbakir/Amed dove si voleva rendere omaggio alla lotta dei prigionieri politici in sciopero della fame, rimasti in prigione nonostante l'annunciato svuotamento carceri per il #covid19.
🇹🇷 #Turchia: epidemia e repressione politica
🦠 #Covid19: secondo i dati del Ministro della Salute, in #Turchia sono registrati 126mila confermati, oltre 63mila guariti e quasi 3.400 deceduti. La città di #Istanbul risulta essere il focolaio principale, con circa l'80% dei positivi e dei decessi totali.

🏢 In questo contesto, si colloca la riforma sul sistema carcerario voluta da #Erdogan: attualmente sono circa 300mila i detenuti nei 375 centri penitenziari del paese, di cui 178 sono inaugurati negli ultimi 14 anni di era AKP.

🚔 Vi sono detenuti 100 giornalisti, 570 avvocati, 9 parlamentari nazionali, 23 sindaci eletti e 70 governatori locali e centinaia di consiglieri comunali (per lo più membri del partito filo-curdo e della sinistra anti-kemalista #HDP). Oltre a quasi 2000 combattenti #PKK.

🏴 Otterranno invece la liberazione grazie alla legge svuota-carceri numerosi militanti di estrema destra e legati a organizzazioni criminali, tra cui Ali Agca: membro dei Lupi Grigi, famoso per avere collegamenti con i sistemi mafiosi e gruppi armati di estrema destra che negli anni '70 e '80 hanno ucciso numerosi studenti socialisti e comunisti.

🗣 Restano dentro anche i membri di Grup Yorum, uno dei più importanti gruppi musicali della Turchia. Arrestati e messi al bando per la loro politicizzazione, alcuni sono in carcere e altri ai domiciliari, portando avanti fino a oggi (di poco fa la dichiarazione di fine della protesta da parte del musicista Ibrahim Gökçek) un durissimo sciopero della fame già costato la vita il 3 aprile scorso a Helin Bölek.
❗️Turchia alla guerra aperta anche in Bašur (Kurdistan iracheno)
🛩 La scorsa notte la #Turchia ha cominciato una nuova operazione contro i curdi, questa volta in Bašur. I jet turchi hanno bombardato Makhmour e Qandil - centri storici della resistenza #PKK - e Sinjar - cuore della comunità yezida. L'operazione si chiama "eagle claw", artiglio dell'aquila.

🚔 L'operazione è cominciata poche ore prima della lunga marcia organizzata in Turchia dall'HDP (partito democratico dei popoli, sinistra filo-curda e anti-nazionalista) che settimana scorsa è stato messo fuori legge e levata l'immunità ai parlamentari: un altro tassello nel processo golpista ormai in atto da parte di #Erdogan iniziato con la strage di Ankara del 10 ottobre 2015.

🇮🇶 L'Iraq ha contestato l'uso dello spazio aereo da parte della Turchia (per altro chiuso a causa del COVID) ed esortato Ankara a non continuare l'attacco. Si teme un'invasione di terra nelle prossime ore.

🚑 A Sinjar sono stati colpiti l’ospedale e diverse case di civili. Ci sono diverse vittime ma i numeri non sono ancora chiari. La stessa cosa per le altre zone sotto attacco. I bombardamenti sono durati per diverse ore.
#TurkeylsBombingTheKurds
🗣 Partita la Marcia contro il Golpe dal Kurdistan ad Ankara
📣 Il Partito democratico dei popoli (HDP) ha iniziato oggi la Marcia contro il golpe, organizzata per protestare contro il commissariamento di 45 dei 65 comuni amministrati dall’HDP dalle elezioni del 31 marzo 2019 e di 95 dei 102 ottenuti dopo il voto del 2014. Almeno 23 i sindaci arrestati. Inoltre ai deputati è stata tolta l'immunità, 3 sono stati destituiti (gli ultimi di una lunga serie) e il partito posto de facto fuorilegge.

🚔 La Marcia è partita da diverse località del Kurdistan turco (tra cui Edirne dove è detenuto da oltre tre anni e mezzo Selahattin Demirtas, dirigente del partito ed ex candidato alla presidenza HDP), guidata da militanti, consiglieri municipali, deputati e moltissimi simpatizzanti. Già da ieri sera ci sono state le prime violente aggressioni da parte della polizia e numerosi arresti (circa 19). Diversi Governatori (in Turchia ricoprono anche la funzione di prefetti) hanno vietato le manifestazioni nei loro territori per i 5 giorni previsti dalla Marcia.

📉 La drammatica situazione economica e le tensioni sociali interne hanno portato Erdogan e l'AKP ai minimi storici di consenso. Tuttavia, la violenta repressione dell'opposizione e l'espansionismo militare in Siria, Iraq e Libia - qui, in particolare, forte del successo contro il generale Haftar - tengono in piedi la macchina autoritaria dello Stato.
RACCONTI DAL ROJAVA

📆 Questa sera a Isola Pepe Verde (Milano - Via Guglielmo Pepe, 10) incontriamo Benedetta Argentieri giornalista e regista di “I am the revolution” e “Our war”. Tornata da poco dal Rojava, ci aiuterà a capire quello che è accaduto negli ultimi mesi in quell’area a seguito dell’invasione turca avvenuta il 9 ottobre scorso.

🔴 Cercheremo anche di fare il punto su quello che sta accadendo in Basur, dove la Turchia ha lanciato da pochi giorni una nuova invasione: "Eagle claw”.

🚑 Presenteremo inoltre DISEGNI PER IL ROJAVA, raccolta di opere di autrici e autori a sostegno della Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia. Lo faremo insieme a due degli autori: Paolo Castaldi e Vermi di Rouge.

💪 A seguire, rinfresco a sostegno del progetto.
🗣 Libertà per Eddi: rimettiamo in moto la solidarietà.
👁 Il 12 novembre si svolgerà a Torino l'appello richiesto dai legali di Maria Edgarda Marcucci, che tutti conosciamo come Eddi, ma anche come heval Shilan. Eddi è stata in Kurdistan nel 2018, ha preso parte alle attività civili in Rojava e alla resistenza di Afrin nelle file delle Ypj durante l'invasione turco-jihadista del marzo 2018.

🧑‍⚖ Il 17 marzo 2020 la sezione per le Misure di prevenzione del Tribunale di Torino ha applicato soltanto a lei la misura della Sorveglianza speciale, che era stata proposta anche per altri quattro volontari italiani in Rojava: una misura di origine fascista che il Codice penale repubblicano ha mantenuto pressoché intatta. La motivazione? La sua militanza nella Federazione della Siria del Nord sommata a quella nei movimenti sociali e anticapitalisti qui in Italia.

🚷 Questa misura le impedisce di partecipare a riunioni pubbliche e le impone di rientrare a casa tra le 21 e le 7, di non sostare nei pressi di locali pubblici dopo le 18, di comunicare i suoi spostamenti alle autorità di polizia, assieme al sequestro del passaporto e della patente e il divieto di espatrio.

📣 Per questi motivi il 12 novembre si svolgerà un presidio solidale davanti al Tribunale di Torino ed è stata lanciata una campagna di solidarietà per tornare a denunciare l'ingiustizia a cui è sottoposta una nostra compagna e una donna che ha combattuto contro il mostro jihadista e il suo alleato turco in Rojava.
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🤐 Facebook/Instagram censura Eddi e la sua voce per la liberazione dalle misure di sorveglianza speciale
🗣 Riprendiamo il messaggio di Eddi, dopo che la proprietà di Facebook ha deciso di chiudere "per accertamenti" tutti i suoi account. Quello dei social network proprietari, lo sappiamo, non è un terreno neutro né amico - noi stessi, come Rojava Resiste, abbiamo subìto più volte la chiusura dei nostri profili fino alla scelta di non rientrarci. Tuttavia ci pare opportuno riprendere e segnalare ogni censura, invitando a seguire i nuovi profili di Eddi e di tutte le pagine solidali con la causa curda e le lotte di liberazione in Medio Oriente.
🎞 Blooming in the desert: documentario su tre donne sopravvissute alla guerra e al fondamentalismo nella città di #Raqqa
👉 https://www.openddb.it/film/blooming-in-the-desert/ 👈

Nella Giornata contro la violenza contro le donne vi segnaliamo l'uscita dell'ultimo docu-film di Benedetta Argentieri, Blooming in the Desert, già disponibile in streaming grazie a Open DDB.
🌹 Dopo la sconfitta del cosiddetto Stato Islamico in Siria (ISIS), Raqqa, la città conosciuta in tutto il mondo per essere diventata la “capitale” dell’ISIS, è rinata. Questa volta sono le donne a guidare il cambiamento e a costruire un nuovo futuro per la città. Raqqa è stata per secoli un crocevia molto importante in Siria, e ora è alla ricerca di una redenzione.
🚩 42 anni fa un piccolo gruppo di studenti universitari rivoluzionari, sindacalisti operai, contadini e vecchi combattenti curdi e turchi fondava, tra le montagne del sud-est della Turchia, il Partito dei lavoratori del Kurdistan (#PKK).
👁 Riproponiamo per l'occasione le puntate dedicate nella storia del conflitto curdo-turco che potete trovare sul sito di #RojavaResiste:
📌 I tre colpi di Stato e la fondazione del PKK 👉 http://www.rojavaresiste.org/un-conflitto-lungo-un-secolo-puntata-03/
📌 Lotta armata e conflitto con lo Stato 👉 http://www.rojavaresiste.org/un-conflitto-lungo-un-secolo-puntata-04/
🎥 Oltre la guerra: blooming in the desert e la rivoluzione del #Rojava
🗣 Ieri, a 10 anni dall'inizio delle cosiddette "primavere arabe", abbiamo cercato di fare un bilancio degli sconvolgimenti dell'ultimo decennio con focus sulla rivoluzione confederale nella Siria del Nord-Est.

🎞 Lo abbiamo fatto assieme a Benedetta Argentieri, presentando il suo ultimo lavoro Blooming in the desert (https://www.openddb.it/film/blooming-in-the-desert/).

👁 Per chi si fosse perso la diretta, potete guardare la registrazione sulla pagina FB dello spazio occupato Piano Terra 👉
https://www.facebook.com/pianoterralab/videos/1971927686293801/

❗️Iniziativa a sostegno della campagna per la liberazione di Eddi Marcucci (volontaria #YPJ in #Rojava), sottoposta a misure di sorveglianza speciale da parte della procura di Torino ❗️
❗️Aggiornamenti dal Rojava occupato
🇹🇷 Negli ultimi giorni la #Turchia ha ripreso bombardamenti intensivi sul fronte di Ain Issa, con l'obiettivo di espandere la zona di occupazione nella Siria del Nord (dove la linea del fronte è stabile da diversi mesi).

✌️Nel cantone di #Afrin (sotto governo militare turco-jihadista dalla primavera 2018) in un'azione della resistenza clandestina sono rimasti feriti il leader della milizia Jabha Al-Shamiiya "Abu Muhammad Al-Hazwani" e alcuni luogotenenti.

🏴 Ankara ha affidato a Jabha Al-Shamiiya il controllo militare del cantone ed è al centro di numerosi crimini contro civili (stupri, atti di sostituzione etnica, torture, sequestri), non solo ad Afrin.
📢 Cosa sta succedendo ad Ain Issa?
📌 Ain Issa è un piccolo centro nel Nord Est della #Siria, diventata il centro amministrativo dell’Amministrazione Autonoma (AA), esattamente in mezzo al territorio dei tre cantoni.

🛑 Dal 9 ottobre 2019 Ain Issa è stata attaccata più volte, principalmente con bombardamenti aerei e droni a fasi intermittenti. Le forze turco-jihadiste vogliono conquistare la città e spaccare in questo modo in due il territorio della Federazione curdo-araba, prendendo possesso della autostrada M4, arteria stradala principale. Ain Issa ha un valore strategico, infatti è la crocevia per raggiungere i cantoni occidentali come Kobane, Manbij, Tabqa, fino ad arrivare a Shehba.

⚠️ Dal 15 dicembre è in corso una nuova pesante offensiva sulla città e nei villaggi limitrofi, la Turchia ha bombardato indiscriminatamente uccidendo almeno 8 civili e ferendone altri 39. Oltre 9600 persone hanno lasciato le proprie case. Tutti gli attacchi sono stati respinti dalle Forze Democratiche Siriane.

❗️Proprio ieri le forze turco-jihadiste raggruppate nel SNA - Syrian National Army (formazione che racchiude le bande mercenarie e le milizie nere alleate di Ankara) hanno annunciato una nuova offensiva di terra.

👉 Qui trovate il rapporto tradotto dal Rojava Information Center sulla situazione umanitaria. https://rojavainformationcenter.com/2020/12/translation-report-on-the-humanitarian-situation-in-ain-issa-as-of-20-december-2020/
❗️Il Tribunale di Torino ha confermato la sorveglianza speciale a Eddi senza attenuazioni.
Riportiamo alcune parti del comunicato dei Comitati torinesi in sostegno all’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est, che sottoscriviamo, esprimendo a nostra volta piena solidarietà a Eddi dopo l'ennesima vergognosa decisione repressiva nei suoi confronti.

La procura torinese non ha rispetto per le cadute e i caduti della guerra di liberazione contro Daesh, lo Stato Islamico, in Siria - e in tutto il Medio Oriente. Non ha rispetto per le Unità di difesa della donna - YPJ di cui Eddi ha fatto parte. A causa di questa scelta la Procura sabauda ritiene Eddi "socialmente pericolosa".

La procura aveva affermato il 12 novembre che l’attivismo politico di Eddi è inseparabile dalla sua partecipazione siriana. Questo è vero: non si ha una “Eddi” senza l’altra. Ma è anche ciò che i giudici non possono accettare.

Le manifestazioni universitarie, ambientaliste, No Tav, per i diritti sul lavoro e contro l’invasione turco-jihadista del Rojava sono definite «pericolose» e «gravissime». Nessuna sentenza definitiva ha mai addossato a Eddi alcunché di illecito e non potendo fare leva su sentenze, il tribunale si fonda su «segnalazioni» di singoli poliziotti.

La proibizione più grave, e maggiormente contraria ai diritti umani e costituzionali – quella di manifestare e anche parlare in pubblico – viene giustificata in base a questi «paradigmi di pericolosità soggettiva».

Se qualcuno ancora avesse dubbi su cosa è oggi il tribunale di Torino, si consideri la provocazione conclusiva del decreto. Eddi ha chiesto che le venga restituita almeno in parte la somma di 1.000 euro che ha dovuto versare allo stato come “cauzione” per essere sorvegliata, facendo presente che, per una lavoratrice della ristorazione, questo non è un periodo facile; e che chi è sottoposto a sorveglianza speciale perde automaticamente il diritto a qualsiasi sussidio corrisposto dallo stato. Il collegio risponde a p. 24: «Tra il 2018 e il 2019 la proposta ha affrontato le spese di un lungo viaggio in zona di belligeranza, per poi rientrare per via aerea, così palesando capacità reddituale non minimale».
3 anni fa l'invasione di Afrin: la guerra - e la resistenza - continuano.
Il 20 Gennaio di tre anni fa, l'esercito turco e le bande jihadiste alleate attaccavano il cantone rivoluzionario di Afrin. Fino a quel momento Afrin era stata una delle zone più pacifiche della Siria in guerra. Grazie a questa stabilità il cantone era diventato rifugio per centinaia di migliaia di profughi e un avanzato laboratorio politico di democrazia, autonomia delle donne ed ecologia secondo il modello del Confederalismo Democratico.

La resistenza delle Forze Siriane Democratiche fu eroica contro un nemico nettamente superiore per numeri e per tecnologia, ma infine il cantone fu occupato degli invasori. Da quel giorno Afrin non ha mai smesso di essere teatro di violenze, rapimenti, torture e attacchi contro le donne per mano delle bande jihadiste che dettano legge sull'area (con il sostegno fondamentale dell'esercito turco).

Sotto le bombe dell'aviazione turca cadde martire Anna Campbell, internazionalista inglese, che aveva raggiunto il cantone per sostenere la resistenza insieme a Maria Edgarda Marcucci.
(ora in Italia Eddi è sottoposta alla sorveglianza speciale perché considerata pericolosa).

Molti altri internazionalisti italiani parteciparono. Tra di loro anche Lorenzo Orsetti che, nei momenti di riposo dal fronte, realizzò delle corrispondenza per l'Italia. Riuscì a sopravvivere a quell'esperienza e continuò a sostenere le Forze Siriane Democratiche e la guerra contro l'ISIS. L'anno successivo, proprio nell'ultimo bastione dell'ISIS cadde martire in combattimento.
🌹 18 marzo: 2 anni fa cadeva il compagno Lorenzo "Orso" Orsetti
Era l'ultima battaglia della guerra di Liberazione contro Daesh, dopo ne sarebbe venute altre. Ti ricordiamo come avresti voluto: non unico, ma parte degli 11 mila martiri caduti nelle milizie guerrigliere e nelle strutture civili della rivoluzione sociale per il confederalismo democratico in Siria del Nord-Est.

Segnaliamo l'uscita del volume Orso. Scritti dalla Siria del Nord-Est: raccoglie gli scritti, le foto e le trascrizioni delle interviste di “Orso” nel periodo della sua permanenza in Siria.

«Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo. Anche quando tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni. È proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”. Cercate di essere voi quella goccia»
🔴 Riceviamo news dalla delegazione di internazionalist* che in questo momento si trova a Erbil, Kurdistan Iracheno.

📣 Attualmente si trovano a Erbil 30 internazionalist* da tutta Europa, impegnat* in una delegazione il cui scopo principale è denunciare l'invasione turca e promuovere la pace in Kurdistan.

Nella giornata del 12 giugno è stato impedito a un secondo gruppo, di circa 60 persone, di raggiungere la regione. Di queste, a una trentina è stato impedito di partire dall'aeroporto di provenienza; 27 persone (non tutte tedesche) sono state bloccate a Düsseldorf dalla polizia federale ed è stato loro applicato un divieto di volo verso l'Iraq per una durata di 30 giorni.

🚨 La motivazione addotta è che in passato le persone che avevano partecipato a iniziative di questo tipo si sono poi unite alla lotta armata. Tra queste 27 persone c'erano anche politici, tra cui Canzu Özdemir, donna curda membro del Parlamento di Amburgo.

‼️ Altre 14 persone sono state invece arrestate all'aeroporto di Erbil. Alcune sono già state deportate nei loro paesi di origine, altre sono tuttora trattenute dalla polizia curdo-irachena, private dei passaporti. Si tratta di 6 persone dalla Francia, 1 dalla Catalogna, 3 dalla Germania, 3 dalla Slovenia e 1 dall'Italia.

⚠️ L'italiano fermato è l'attivista e giornalista Federico Venturini, membro del Transnational Institute of Social Ecology e della Delegazione Internazionale di Pace a Imrali. Attualmente è rientrato in Italia.

📢 Qualche giorno fa, in seguito all'arrivo del primo gruppo di internazionalisti, il governo del Kurdistan Iracheno aveva rilasciato una dichiarazione di contrarietà alla presenza della delegazione sul territorio del Başur. La posizione è stata rafforzata da una seconda dichiarazione, pubblicata in seguito agli arresti, in cui si accusa il Pkk di strumentalizzare la presenza di europei per destabilizzare la regione, e che gli stessi internazionalisti europei, sotto le mentite spoglie della pace e della cooperazione, abbiano invece altri scopi. Attualmente la situazione è molto tesa e incerta.