Rojava Resiste
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Canale di informazione sul Vicino e Medio Oriente e solidarietà con la rivoluzione confederale in Siria del Nord
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✌️ Ieri era il #WorldKobaneDay, a 4 anni dalla liberazione della città.

🏗 La popolazione festeggia il ritorno alla vita dopo l'occupazione islamista del 2014-2015, la morte e la distruzione. E lo fa anche ricostruendo. Da allora, dalla liberazione di Kobane, tanti progetti sono stati realizzati per permettere il ritorno degli sfollati, dei civili che fuggirono dai combattimenti, per ripulire la città dalle mine e gli ordigni lasciati dall’Isis al momento del ritiro, per rimettere in piedi le strutture e le infrastrutture, per l’80% distrutte dalla guerra.

👥 Oltre 350mila persone sono rientrate a Kobane e nei villaggi vicini, un numero che è cresciuto con l’arrivo di sfollati da Manbij, nel 2015 e nel 2016, e poi da Afrin. A gestire le operazioni è stato il Comitato per la Ricostruzione. 

💣 Da Kobane in queste ore arrivano video molto simili a quando la città siriana in mano ai curdi veniva attaccata da Isis. Questa volta però le bombe sono sganciate dalla Turchia, il secondo esercito della Nato. Di nuovo ieri l’artiglieria turca ha colpito i villaggi di Selim e Kor Ali, ad ovest di Kobane uccidendo – secondo i media turchi – quattro combattenti curdi. A Tal Abyad e Gire Spi (villaggi a maggioranza araba alleati dei curdi) sono stati bombardati luoghi di ritrovo pubblici, uccidendo diversi civili

🇹🇷 L’ultima minaccia di Erdogan è di martedì: “Distruggeremo la struttura terroristica a est dell’Eufrate. Abbiamo completato la fase preparatoria e il programma in merito”. L’obiettivo dichiarato di Ankara è l’occupazione totale del nord della Siria, Rojava, da Afrin al confine con l’Iraq nell’idea di creare una zona cuscinetto sotto il controllo turco che divida fisicamente il Kurdistan turco da quello siriano.
📢 Sabato si è svolto per la 710° volta il raduno delle Madri del Sabato, a Galatasaray, q.re popolare nel centro di Istanbul.

🗣 Le attiviste e gli attivisti si ritrovano ogni sabato dal 1995 per denunciare la scomparsa dei propri cari per mano dello Stato turco nel corso dei durissimi anni 90. Sono 792 i desaparecidos della Turchia, in maggioranza curdi del sud-est (fonte IHD, Associazione turca per i diritti umani).

🚨 Le Madri si ritrovarono dal 1995 al 1999, quando i raduni furono interrotti dalla repressione per 10 anni, riprendendo nel 2009. Dal 2015 l'intervento della polizia turca è cresciuto di intensità e ha ripreso la ferocia degli anni 90.

❗️ Desta preoccupazione che dalla rivolta di piazza Taksim, in parallelo con la torsione autoritaria imposta da Erdogan, sembra ripresa la prassi della sparizione forzata: sono quasi un centinaio i nuovi desaparecidos, persone arrestate durante proteste di piazza o oppositori politici arrestati nelle operazioni dell'antiterrorismo turca.

🇪🇺🇺🇸 Europa e Stati Uniti rimarranno in silenzio di nuovo, come fecero con la Grecia dei Colonnelli e l'Argentina della giunta militare?
📣 Oggi dalle 19,30 a Piano Terra (via Confalonieri 3, Milano): chi sono gli internazionalisti del #Rojava? Chi si permette di definirli "terroristi" e perché?
Iniziativa di solidarietà, denuncia e informazione con Eddi (volontaria nelle YPJ) e Jacopo (volontario nelle strutture civili della rivoluzione in Siria del Nord).
Il ricavato della serata va a sostegno della campagna #AiutaAfrin!
Maggiori info 👉 segue locandina:
❗️ Paolo Pachino, volontario internazionale nelle Unità di difesa del popolo #YPG, ieri si è costituito ed è stato portato dai carabinieri al carcere delle Vallette di Torino. Tra qualche giorno i giudici si esprimeranno sulla richiesta di domiciliari avanzata dal suo avvocato.

Abbiamo letto di Paolo gli aggiornamenti dai fronti di guerra contro ISIS e da una rivoluzione unica nel panorama contemporaneo. Qualche mese fa, poco prima di partire, aveva dichiarato a proposito della sua cosciente violazione delle norme restrittive cui era sottoposto con obbligo di firma, per la sua partecipazione alle lotte sociali di Torino: "Consapevole delle conseguenze penali future cui vado incontro, scelgo di partire e partecipare a questa rivoluzione ora. Mi riprendo il mio presente".

Con Paolo, sempre. Libero subito!
#rojavaresiste
🇮🇶 #Iraq Rapporto Onu: trovate ad oggi 202 fosse comuni dell'Isis, si ipotizzano 12mila cadaveri. Finora ne sono state scavate 28 (1.258 i corpi trovati). Ci sono bambini, donne, anziani, da Kirkuk a Salahaddin, da Anbar a Nineveh.

Il maggior numero di fosse comuni è stato individuato nei governatorati di Ninive (95), Kirkuk (37), Salahddin (36) e Anbar (24). Non è un caso che proprio la provincia di Ninive sia stata quella più interessata dai crimini dell’ISIS: qui infatti si trova Mosul, ex “capitale” irachena di daesh. Ed è qui che gli jihadisti hanno compiuto le stragi di massa contro la minoranza yazida. 

🤝 Dopo la cacciata di ISIS e la liberazione di Mosul, la popolazione yazida di Shingal ha costituito con il supporto del PKK delle proprie Unità di difesa popolare (YBS), che hanno partecipato alla liberazione di Raqqa in Siria (dove molte donne e bambine yazide erano state portate come schiave) e hanno proclamato più volte l'autonomia democratica, scontrandosi sia con il governo regionale del Kurdistan irakeno, sia con Baghdad.

🚰 Le indagini sui crimini del Califfato e la sconfitta definitiva delle sue ultime sacche sono ritardate dallo stallo politico e dalle gravi crisi, sociale e idrica, che vive il paese: oltre alla disoccupazione e l'assenza di servizi, il peggioramento dell’inquinamento delle acque è da mesi una minaccia per centinaia di migliaia di iracheni che, soprattutto al sud, non possono disporre di acqua potabile a sufficienza. A Bassora (epicentro della protesta negli ultimi mesi) il fiume Shat al-Arab, dove il Tigri e l’Eufrate si incontrano, è così inquinato da mettere a rischio oltre 4 milioni di persone.
#Climatechange e guerra dell'acqua in Medio Oriente/1.
🇮🇶 Secondo l'ONU ogni anno l'#Iraq perde circa 250 kmq di terre fertili a causa della desertificazione. Le paludi della Mesopotamia si sono ridotte della metà rispetto al 2017 (1200 kmq) e la scorsa estate 4000 persone hanno lasciato i loro villaggi per andare in città.

🏘 Con il 30% della popolazione irachena concentrata nelle zone rurali, si stimano 4 milioni di sfollati interni nei prossimi 8 anni, destinati a ingrossare le fila dei disoccupati urbani; mentre il paese è destinato a un aumento dell'importazione di prodotti agricoli per il fabbisogno interno.

🚰 La situazione è resa più pericolosa dall'assenza di un sistema fognario nazionale (mai ricostruito dopo l'invasione USA del 2003) e dal grave inquinamento delle fonti idriche: a settembre-ottobre oltre 100mila persone sono state ricoverate in pochi giorni a Bassora per contaminazione delle acque (scarichi industriali e aumento salinità nel Golfo Persico).

🗣 Una delle ragioni della rivolta della popolazione, stremata da fame e assenza di lavoro e servizi, repressa dall'esercito, con 14 morti e decine di feriti.
❗️#ClimateChange e guerra dell'acqua in Medio Oriente/2.
🚱 La ormai ex "mezzaluna fertile" è colpita dalla desertificazione, ma anche e soprattutto dalle numerose dighe costruite dagli Stati della regione.

🇹🇷 10 sull’Eufrate e 6 sul Tigri solo in #Turchia, parte del progetto di irrigazione e di energia elettrica di Ankara, il Southeastern Anatolia Project (GAP). Il piano prevede 22 dighe totali e 19 impianti idroelettrici sui due fiumi al confine con Siria e Iraq. Il GAP è una pistola puntata alla testa non solo per i vicini, ma anche e soprattutto per la popolazione curda del sud-est.

📉 La scorsa estate il livello dell’Eufrate si è abbassato ancora, mezzo metro di profondità, la metà del livello di aprile. Per l’Iraq è un dramma: il 70% dell’acqua che utilizza la portano i due fiumi. Le dighe significano prima che irrigazione ed energia, controllo dell'acqua.

🇮🇷 Non solo Ankara: anche l'Iran e il governo del Kurdistan iracheno usano l'acqua come strumento militare e politico.

🤝 I movimenti sociali si oppongono per trasformare la risorsa in elemento di pace e cooperazione: per questo è nato il Mesopotamian Water Forum in Iraq, Turchia, Iran e Siria, in relazione con la rivoluzione confederale in #Rojava e il movimento di liberazione curdo.
❗️ #ClimateChange e guerra dell'acqua in Medio Oriente/3.
👥 La resistenza di Hasankeyf e il progetto GAP in #Turchia.

🇹🇷 Il Southeastern Anatolia Project (GAP) è il megaprogetto approvato dalla giunta militare al potere nel 1982, con l'obiettivo di controllare le principali risorse idriche del Medio Oriente. Ankara ha sempre rifiutato ingerenze esterne considerando il GAP una questione di sovranità nazionale.

🚩 Hasankeyf si trova in Bakur (Kurdistan turco) al confine con la Siria e sulle rive del fiume Tigri. È uno dei siti archeologici più antichi del mondo, oltre ad essere al centro di una rete di villaggi curdi. Entro il 2019 (quando saranno le ultime 4 dighe delle 22 previste) si prevede che il sito e il villaggio saranno sommersi dalle acque del Tigri, deviate dalla diga di Ilisu.

Qui è nato il movimento ecologista curdo e l'ecologia sociale, uno dei capisaldi della liberazione popolare e della resistenza contro lo Stato turco. Chi si oppone al GAP sostiene che dietro alla costruzione della diga di Ilisu ci sia l’idea di controllare l'acqua per controllare la popolazione curda e di indebolire il PKK, svuotando le campagne dove la guerriglia è più forte.
L'ultima battaglia contro lo Stato Islamico.
✌️ Dal 12 Novembre ad oggi le Forze Democratiche Siriane (SDF) sono avanzate fino alla periferia Nord di Hajin: ieri sono state sfondate le prime linee di difesa della città e decine di membri dello Stato Islamico sono stati uccisi. All’operazione partecipano principalmente le unità arabe delle SDF, dall’11 Settembre ad oggi ufficialmente sono caduti più di 500 combattenti.

🏴 L’operazione "Jezire storm" mira a liberare l’ultima zona sotto il controllo di Daesh: secondo dati ufficiali vi si trovano 3000 combattenti dell’Isis, in prevalenza internazionali. Per la presenza di decine di migliaia di civili e per le condizioni meteo avverse (in primis tempeste di sabbia) l’operazione procede molto lentamente ma con estrema ferocia nei combattimenti: sono più di 1000 i Daesh uccisi e decine gli attacchi che ogni giorno vengono compiuti contro le SDF.

👁 Una battaglia dimenticata dall’occidente, dove centinaia di compagni e compagne combattono senza sosta. Ricordiamo anche che all’operazione stanno partecipando alcuni combattenti internazionali, che sono partiti il 10 Novembre verso il fronte di Hajin. Tra loro Heval Tekosher, combattente italiano che da un anno si trova nel Nord della Siria per difendere con le armi la rivoluzione confederale.
40 anni fa un piccolo gruppo di studenti universitari, contadini e vecchi combattenti curdi e turchi fondava, tra le montagne del sud-est della Turchia, il Partito dei lavoratori del Kurdistan (#PKK).
La storia del conflitto curdo-turco a puntate sul sito di #RojavaResiste
1° puntata "Un conflitto lungo un secolo" 👉 http://www.rojavaresiste.org/un-conflitto-lungo-un-secolo/
📝 Prosegue la ri-pubblicazione della storia a puntate del conflitto curdo-turco di #RojavaResiste, in occasione del 40° anniversario dalla fondazione del #PKK.
2° puntata Dalla guerra di liberazione alla rivolta di Dersim 👉 http://www.rojavaresiste.org/le-quattro-fasi-del-flusso-di-conflitto-curdo-turco-puntata-02/
❗️Operazione speciale delle #SDF (Forze Democratiche Siriane) porta all'arresto di Osama Awaid Al-Ibrahim, o Abu Zeid, considerato il secondo uomo dopo il capo di #Daesh Abu Bakr al-Baghdadi. E' stato catturato giovedì nella provincia di Deir Ez Zor #Siria, durante la campagna #JezireStorm

2⃣ Abu Zeid, 35 anni e una laurea in legge, n.2 di #ISIS, era un ufficiale del regime siriano che ha disertato in occasione dell'inizio della guerra civile siriana, si è unito all'esercito siriano libero e poi al Fronte Al-Nusra affiliato ad al-Qaeda prima di entrare definitivamente a far parte dell'ISIS.

👤 Ha ricoperto diverse posizioni all'interno del Califfato: ufficiale della sicurezza a Deir al-Zor, poi come ministro dell'Interno, membro del consiglio consultivo, funzionario della sicurezza.

👁 La guerra di liberazione in Siria avanza mettendo a segno importanti obiettivi, sfuggiti alle intelligence occidentali. Ma la campagna militare è tra le più dure di quelle affrontate finora: è di mercoledì la notizia di 14 combattenti caduti durante un attacco sul fronte di Hajin.
☕️ Lettura domenicale suggerita da #RojavaResiste: la 3° puntata della nostra storia a tappe del conflitto curdo-turco, che ri-pubblichiamo per i 40 anni dalla nascita del #PKK.
I tre colpi di Stato e la fondazione del PKK 👉 http://www.rojavaresiste.org/un-conflitto-lungo-un-secolo-puntata-03/
🔔 Cosa significa e come funziona concretamente la rivoluzione confederale in Siria del Nord? Quale il ruolo delle donne e delle Comuni?
Oggi h19 al CSOA Lambretta rioccupato (via Edolo 10, Milano) Davide Grasso presenta il suo ultimo libro "Fiore del deserto": https://www.facebook.com/events/338984953594619/?ti=cl
📜 Lotta armata e conflitto letale: 4° puntata della storia a tappe del conflitto curdo-turco di Rojava Resiste, che ri-pubblichiamo per il 40esimo anniversario della fondazione del #PKK
👉 http://www.rojavaresiste.org/un-conflitto-lungo-un-secolo-puntata-04/
❗️Guerra e crisi economica in Turchia/1
🇹🇷 Erdogan ha minacciato una nuova operazione militare contro il Rojava. È intervenuto nell’incontro dell’Industria della difesa turca dichiarando: ”Stiamo aumentando la produzione militare per un totale di 60 miliardi di dollari in costi di progetto nel settore della difesa.”

🇩🇪🇮🇱🇮🇹Tutti i motori e le attrezzature da guerra nei carri armati sono prodotti in Germania, mentre gli elicotteri sono di produzione italiana (Leonardo, ex Finmeccanica) e israeliana.

👥 L'Amministrazione Democratica nel nord e nell’est della Siria ha dichiarato l’allarme e la mobilitazione generale e chiesto "a tutte le organizzazioni popolari siriane di rimanere unite contro le politiche coloniali dello Stato turco".

📉 Quanto è collegata la politica di guerra di Erdogan con la pesante crisi economica che vive il paese?
[Segue]
❗️🇹🇷 Aerei da guerra turchi hanno bombardato ieri sera il campo di Maxmur, nel Kurdistan iracheno, cuore del #PKK e da dove è partita la resistenza contro Daesh in #Iraq. Anche oggi aerei da ricognizione stavano sorvolando il campo da ore. Le linee di comunicazione sono interrotte.

🛩 I bombardamenti turchi hanno colpito inoltre Karaçok e Kaniya Xezalan, due postazioni di difesa contro ISIS del campo e hanno causato 4 vittime.

💣 Non è la prima volta che Ankara compie bombardamenti in territorio iracheno: solo tra aprile e luglio 2018 sono stati più di 30 gli attacchi a basi PKK oltre confine.

Gli aerei da guerra turchi hanno bombardato anche il villaggio di Sikeniye a Shengal, dove risiede la popolazione Yezida, vittima di genocidio nell'agosto 2014, durante l'avanzata dello Stato Islamico appoggiato dalla #Turchia. Ora il territorio ha dichiarato l'autonomia democratico ed è difeso dalle milizie popolari e dal PKK.
❗️Funzionari USA hanno annunciato il ritiro completo dei contingenti militari americani dalla Siria: entro 24h il personale diplomatico, entro 30 giorni quello militare.

🇺🇸 Trump ha comunicato con un tweet che la guerra contro ISIS, considerata conclusa, era l'unica ragione per la presenza USA nella regione.

🚦Erdogan ha dichiarato di aver avuto "semaforo verde" da parte di Trump per l'invasione completa della Federazione della Siria del Nord.

🇹🇷 Nell'ultima settimana sono aumentati i bombardamenti sul confine dal lato turco contro città e villaggi curdi e arabi in Rojava. La popolazione ha denunciato un'anomala concentrazione di truppe e carri armati di Ankara.

Nel frattempo la resistenza di Afrin continua a colpire gli occupanti turco-jihadisti nel cantone invaso a marzo e la liberazione di Deir Ez Zor dalle ultime sacche di Daesh in Siria prosegue con la presa della città di Hajin.

✌️ Ora più che mai: non lasciamo soli i popoli del Rojava e la rivoluzione confederale.
Oggi h18.30 | palazzo delle stelline (rappresentanza UE) | Milano | Presidio di solidali e comunità curda milanese contro le azioni di guerra di Erdogan in Iraq e Siria del Nord, contro l'accordo USA-Turchia in chiave anti-curda.
Al fianco dei popoli del Rojava e della rivoluzione confederale: https://www.facebook.com/events/1856580111105955/