Rivolta contro il mondo moderno
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Brani del famoso libro di Julius Evola ed argomenti affini.
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«Come mano, una mano non può presumere di dominare gli altri organi del corpo: sì invece cessando di esser mano, passando ad essere anima, risalendo cioè alla funzione immateriale atta ad unificare e a dirigere la molteplicità delle funzioni corporee particolari, a ciascuna delle quali, in sé stessa, è superiore»

Rivolta contro il mondo moderno
«Il tema della Torre di Babele, col conseguente castigo della "confusione delle lingue", potrebbe alludere al periodo in cui la tradizione unitaria andò perduta, in cui le varie forme di civiltà» «non più si compresero l'una con l'altra dopo che la catastrofe» «chiuse il ciclo dell'umanità atlantica»

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«Non c'è una cosa in America come la stampa indipendente, a meno che non sia là fuori nelle cittadine di campagna. Voi siete tutti schiavi: voi lo sapete, io lo so. Non c'è nessuno di voi che osa esprimere un'opinione onesta. Se la esprimeste, sapreste in anticipo che non verrebbe mai pubblicata. Vengo pagato 150 dollari per tenere le oneste opinioni fuori dal giornale al quale sono legato». «Un uomo che sia così folle da scrivere delle opinioni oneste sarebbe fuori in strada alla ricerca di un altro lavoro» (Continua...)

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(...dal messaggio precedente) «L'attività di un giornalista di Nuova York è di distorcere la verità, mentire apertamente, traviare, calunniare, adulare ai piedi di Mammona». «Voi lo sapete, io lo so. E quale follia è brindare ad una "stampa indipendente"! Noi siamo strumenti e vassalli di uomini ricchi dietro le quinte. Siamo pupazzi: loro tirano i fili e noi balliamo. I nostri talenti, il nostro tempo, le nostre vite, le nostre possibilità sono tutte in mano ad altri uomini: siamo prostitute intellettuali» John Swinton il 12 aprile 1883

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«Ricorda che il principio dirigente diviene invincibile quando, raccoltosi in sé, è pago di non fare ciò che non vuole, anche se non ha ragione di opporsi. Che dire poi, quando giudica di qualcosa con scrupoloso raziocinio? Per questo la mente libera da passioni e un'acropoli: l'uomo, infatti, non ha nulla di più saldo in cui possa rifugiarsi per divenire per sempre imprendibile. Ora, chi non ha visto questo baluardo è un ignorante; chi lo ha visto e non vi si rifugia è uno sventurato» Marco Aurelio

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«Sono sempre pochi coloro il cui cuore ha lungo coraggio e audacia; a questi pochi anche lo spirito rimane paziente. Ma il resto è vile.
Il resto, che sono sempre la maggioranza, di ogni giorno, il di più, i superflui: tutti questi non sono che vili!» Federico Nietzsche, Così parlò Zarathustra, parte terza, Degli apostati, 1.

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«Riguardo la tua richiesta di una mia opinione sul modo in cui un giornale andrebbe gestito, in modo che sia più utile possibile, dovrei rispondere: 'Facendo sì che si attenga solo a fatti veri e sani princìpi'; ma temo che tale giornale avrebbe poi pochi abbonati. È una triste verità che la soppressione della stampa non potrebbe privare la nazione di tanti benefici quanti se ne avrebbero dal dire addio alla sua prostituzione alla falsità.
Niente può essere creduto di ciò che si può leggere in un giornale. La verità stessa diviene sospetta quando viene posta su un tale inquinato mezzo» (Continua...)

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(...dal messaggio precedente) «La reale estensione di questo stato di disinformazione è nota solo a coloro i quali sono nelle condizioni di confrontare i fatti a loro conoscenza con le menzogne del giorno. Guardo proprio con commiserazione al grande numero di miei concittadini che, leggendo i giornali, vivono e muoiono credendo di aver saputo qualcosa di ciò che è accaduto nel mondo durante la loro vita, e invece i racconti che hanno letto sui giornali sono tanto veri quanto una storia di un qualsiasi altro periodo del mondo, a eccezione del fatto che alle loro favole sono appiccicati nomi attuali reali» (Continua...)

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(...dal messaggio precedente) «I fatti generici si possono ancora trarre dai giornali, a dirla tutta. Per esempio il fatto che l'Europa sia attualmente in guerra, che Napoleone sia stato un valente condottiero, che abbia assoggettato larga parte dell'Europa alla sua volontà, eccetera; ma non ci si può fidare di nessun dettaglio. Dirò di più: l'uomo che non guarda mai un giornale è meglio informato di chi lo ha letto, dato che colui il quale non sa nulla è più vicino alla verità di colui la cui mente è piena di falsità ed errori. Colui che non legge nessun giornale saprà comunque i fatti maggiori, e i dettagli sono tutti falsi» Thomas Jefferson, lettera a John Norvell, 14 giugno 1807.

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«Ma sendo l'intento mio scrivere cosa utile a chi la intende, mi è parso più conveniente andare drieto alla verità effettuale della cosa, che alla imaginazione di essa. E molti si sono imaginati republiche e principati che non si sono mai visti né conosciuti essere in vero; perché egli è tanto discosto da come si vive a come si dovrebbe vivere, che colui che lascia quello che si fa per quello che si dovrebbe fare impara piuttosto la ruina che la perseverazione sua: poiché uno uomo, che voglia fare in tutte le parte professione di buono, conviene ruini infra a tanti che non sono buoni» Niccolò Machiavelli, Il principe, XV, Di quelle cose per le quali li uomini, e specialmente i principi, sono laudati o vituperati

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«In tutti i destini umani non c'è peggiore disgrazia che se i potenti della terra non sono anche i primi tra gli uomini. Tutto in tal caso diventa falso, distorto e mostruoso.
Ché se sono gli ultimi, e più bestie che uomini, ecco che la plebaglia aumenta di prezzo, e infine la virtù plebea si leva ad affermare: 'Io soltanto sono la virtù!'» Federico Nietzsche, Così parlò Zarathustra, parte quarta, Conversazione con i re, 1.

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«È propria primariamente dell'uomo la ricerca del vero e l'investigazione sul vero. Ecco perché, quando siamo liberi dalle occupazioni e dalle ansie inevitabili della vita, allora ci prende il desiderio di vedere, di udire, di imparare, e siamo convinti che il conoscere i segreti e le meraviglie della natura è la via necessaria per giungere alla felicità. E qui ben si comprende come nulla sia più adatto alla natura umana di ciò che è intimamente vero e schiettamente sincero. A questo desiderio di contemplare la verità va unito un certo desiderio di non ubbidire ad alcuno se non a chi gli dia degli ordini con legittima autorità» Marco Tullio Cicerone, Sui doveri, libro I, La natura dell'uomo (De officiis).

Rivolta contro il mondo moderno
Cento anni fa iniziava la tanto discussa "Epoca Fascista" con la marcia su Roma.
La prima edizione di Rivolta contro il mondo moderno venne pubblicata nel 1934, poco prima del periodo di maggior successo per il Fascismo, quello che va dalla conquista dell'Abissinia allo sbarco dei cosiddetti "Alleati" in Sicilia.
Segue parte della prefazione alla prima edizione dell'opera, quella che fa esplicitamente riferimento al Fascismo.
«Benché la presente opera si ponga essenzialmente sopra un piano di pura dottrina, pure, se non dal punto di vista dell'Autore, almeno da quello dell'Editore, non può non porsi il problema, di quel che può significare il suo apparire in una nazione che, come l'Italia fascista, intende organizzare ogni forza intorno ad una unica direzione ricostruttrice».
«Come il titolo stesso lo dice, si tratta di un libro decisamente reazionario. Una reazione, che peraltro sorge alla difesa di quei valori di virile spiritualità, di dignità aristocratica, di impero. In tal senso, tutto il mondo vien tratto dal passato delle più luminose tradizioni (essenzialmente il passato ariano e romano) e contrapposto al mondo moderno - ed è a quel mondo che potrebbe dare il più integrale punto di riferimento per una ricostruzione di là dalla barbarie bolscevico-americana, di là dal livellamento materialistico e individualistico, di là dall'ateismo della plebe scettrata e coronata e dal razionalismo e "umanismo" della cultura profana dei tempi ultimi.
Nella misura in cui anche il Fascismo si ponga contro tutto ciò, la presente opera non può che trovarsi sulla direzione stessa della Rivoluzione: e nel suo conferire, fra l'altro, tutta la sua potenza al simbolo della antica romanità e alle istituzioni e alle visioni di una civiltà virile e sacrale, gerarchica e veramente universale, essa non può che contribuire a quanto, nello stesso senso, oggi, sul piano dovuto, il Fascismo afferma o realizza».
«Nei riguardi del destino politico e sociale di una nazione moderna il Fascismo sta sicuramente compiendo un ammirabile ciclo ricostruttivo. Già in molte occasioni, e non da oggi o da ieri, l'Autore ha avuto modo di esprimersi inequivocabilmente in proposito. Ora, si tratta di vedere se la Rivoluzione passerà oltre, affrontando quei destini e quei ben più ardui compiti di rinnovamento, che possono conferire il più alto significato alla vocazione fascista di romana universalità».
«La presente opera,» «può anche non essere all'altezza del suo compito. Ciò vorrà dire che altri dovranno assumerlo: poiché qui si ha una premessa imprescindibile per chi abbia una fede superiore, tanto da credere che nella rivoluzione fascista, più che non in un qualsiasi altro fenomeno dei tempi nostri, sia un preludio di una rivoluzione integrale, cioè di una vera "rivolta contro il mondo moderno"».

Rivolta contro il mondo moderno
«Cos'è mai il sentimento della primavera, quel gusto di germoglio che ogni anno ci mette l'anima sottosopra? Lo sa il Cielo. Una missionaria che se ne sta lontana potrebbe forse chiamarlo voce della patria, per dagli una patina religiosa e ultramondana. Io che mi trovo da solo sulla mia strada lo credo alla lettera, che abbia a che vedere con la casa e con la patria. Vogliamo tornare, vogliamo tornare a casa, noialtri. In un paese straniero non abbiamo la sensazione della primavera. Là sentiamo in noi solo qualcosa di simile a un minuscolo cenno di saluto diretto a un luogo nuovo. Un gesto senza cuore».

Knut Hamsun, Per i sentieri dove cresce l'erba.

Rivolta contro il mondo moderno
Da un celebre libro:
«Quale differenza, difatti, tra le frasi pompose sulla libertà, la dignità, la bellezza degli uomini, quali appaiono nella letteratura teoretica, tra la sua retorica complicata in veste di profonda saviezza, tra la sua morale umanistica - e tutto ciò espresso con faccia tosta e con profetica sicumera - e il virtuosismo bugiardo della stampa quotidiana, la sua bassezza, le sue calunnie! La prima è destinata a quella razza vanitosa che compone le classi medie e superiori della cosidetta intelligenza, la seconda alla massa.
Per me, invece, questo sprofondarmi nella letteratura e nella stampa di quel partito significò proprio il ritrovamento del mio popolo.
Ciò che prima mi era apparso come un abisso incolmabile, era diventato adesso la spinta ad un più grande amore.
Solo un pazzo, difatti, venuto a conoscere questa gigantesca attività avvelenatrice, potrebbe ancora maledirne la vittima infelice. E quanto più negli anni riuscii a rendermi autonomo, tanto più crebbe col progressivo distacco la comprensione per le cause intime dei successi social-democratici».
L'enfasi è nostra.

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Parafrasiamo, per tributo, da un celebre libro:

Egli è stato il fondatore di valori umani più alti, e rappresenta quindi il prototipo di ciò che noi designamo con la parola uomo. Egli è il Prometeo dell'umanità, dalla cui fronte radiosa scoccò la scintilla del genio, accendendo la fiaccola che illuminò la notte del mondo.

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«Non c'è colpa più grande che assecondare i desideri. Non c'è sventura più grande che non sapersi accontentare. Non c'è difetto più grande che la sete di guadagno. Perché chi sa che abbastanza è abbastanza ha sempre a sufficienza.
Senza uscire dalla porta, conoscere il mondo.
Senza spiare dalla finestra vedere la via del cielo.
Più lontani si va, meno si sa.
Perciò il saggio non viaggia, eppure sa; non guarda, eppure comprende; non fa, eppure compie».

Lao-tzu, Il libro della via

Rivolta contro il mondo moderno
Creonte interroga Antigone, nella tragedia di Sofocle che prende il nome da quest'ultima, e nella risposta di lei si può intravedere il pensiero tradizionale. Questo il brano:

— Dimmi senza lungaggini, ma in breve: lo conoscevi il bando, col divieto?
— E come non conoscerlo? Era chiaro.
— E questa legge hai osato trasgredirla?
— A proclamarmi questo non fu Zeus, né la compagna degl'Inferi, Dice, fissò mai leggi simili fra gli uomini. Né davo tanta forza ai tuoi decreti, che un mortale potesse trasgredire leggi non scritte, e innate, degli dei. Non sono d'oggi, non di ieri, vivono sempre, nessuno sa quando comparvero e dove.

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«Un monaco, o monaci, si reca nell'interno della foresta o sotto un grande albero od un vuoto eremo, s'assiede con le gambe incrociate, il corpo diritto sollevato, e s'esercita nel sapere». «Se inspira profondamente, egli sa 'Inspiro profondamente'; se espira profondamente, egli sa 'Espiro profondamente'». «'Voglio inspirare sentendo tutto il corpo', 'Voglio espirare sentendo tutto il corpo': così egli si esercita».
«Così egli vigila presso il corpo sul corpo». «Egli osserva come il corpo si forma, osserva come il corpo trapassa, osserva come il corpo si forma e trapassa. 'Ecco il corpo': tale sapere diviene suo sostegno, appunto perché esso serve alla cognizione, alla riflessione; ed egli vive indipendente e nulla brama al mondo»

Siddarta Gautama

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Da un celebre libro:

«Un ideale eterno deve purtroppo, quale stella polare dell'umanità, tenere conto delle debolezze di questa umanità, per evitare loro di naufragare contro la naturale insufficienza umana. All'indagatore della verità deve unirsi il conoscitore della psiche popolare per estrarre dal regno della verità eterna e dell'ideale ciò che è umanamente possibile», «e dargli forma.
La trasformazione di un'idea generica, d'una concezione del mondo esattissima, in una comunità di credenti e di combattenti delimitata con precisione, rigidamente organizzata, una di spiriti e di volontà, è il compito più importante: perchè solo dalla esatta soluzione di questo problema dipende la possibilità della vittoria. A tal fine è necessario che dall'esercito di milioni di uomini aventi, in modo più o meno chiaro, il presentimento e, in parte, la comprensione di questa verità, esca un uomo. Quest'uomo dovrà, con forza apodittica, con le ondeggianti idee dell'ampia massa foggiare granitici principii e condurrà la lotta per realizzarli fin quando, dalle onde d'un libero mare d'idee, si elevi la bronzea rupe d'un'unitaria comunità di fede e di volontà».

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