📢 Priorità alla Scuola 📢
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La scelta dei quiz a risposta multipla, tarabili scientificamente secondo l'obiettivo scelto di far passare una percentuale minima di candidati, statisticamente misurati, è stata presa a tavolino. Denunciamo e chiediamo le dimissioni di chi ha inteso umiliare e sottrarre possibilità di lavoro non precario a più di una generazione.

Grazie a Cnps Roma per averlo condiviso con noi. I precari in movimento danno appuntamento per un presidio davanti al ministero della pubblica istruzione per lunedì 4 aprile alle 15. Accorriamo accorrete al grido di 'dimissioniiiii'.

Coordinamento Precari della Scuola - Roma
Giulia Pezzella
GIÙ LE MASCHERE.
LA SCUOLA SEMPRE SORVEGLIATA SPECIALE?

Il recente DL 24/2022, che contiene provvedimenti in linea con il progressivo alleggerimento, già avviato da mesi, delle misure di contenimento del contagio, contiene anche una ennesima conferma del fatto che, secondo il Governo e il Legislatore, le scuole restano le osservate speciali.
Infatti le mascherine al chiuso sono confermate fino al 30 aprile, lasciando profilare l’ipotesi di abolirle praticamente in tutti i luoghi chiusi, tranne nel caso della scuola, dove già si è deciso che dovranno essere utilizzate fino alla fine dell’anno scolastico.
Per di più, l’infelice formulazione dell’art. 9, comma 5 del DL 24/2022 ha persino introdotto l’obbligo di mascherina per i-le bambini-e con più di sei anni ancora iscritti-e alla scuola dell’infanzia, come misura ordinaria, anche in assenza di casi di contagio (confermata dalla nota 410 del Ministero dell’Istruzione, 29 marzo 2022). Fino a pochi giorni fa i-le bambini-e seienni della scuola dell’infanzia erano esentati-e dall’obbligo di mascherina, in base alla Legge 24 settembre 2021, n. 133 di conversione del DL 111/2011 (art. 1 comma 2 lettera a). Oggi si ha il risultato di classi affollate di 25-28 bambini-e di 3, 4, 5 anni (quasi sempre alla scuola dell’infanzia le classi sono eterogenee per età), con i-le soli-e due o tre bambini-e di 6 anni compiuti costretti a indossare la mascherina chirurgica per 8 ore. Che senso ha? Qual è la riduzione del rischio di contagio che si ottiene con questa misura? E a che prezzo? E perché imporlo adesso, in una fase pandemica più favorevole rispetto ai mesi dello scorso inverno?
Infine, in molte scuole le circolari emanate in questi giorni parlano di “scuola e sue pertinenze” lasciando intendere un’applicazione arbitraria dell’obbligo di mascherina che rischia di estendersi alle aree aperte.
Vogliamo evidenziare con forza che tutte le misure di contenimento in ambito scolastico (mascherine; distanziamento fisico; quarantene; numerose altre restrizioni meno evidenti, quali per esempio il divieto di scambiarsi oggetti tra bambini) non sono affatto “a costo zero”, a livello sia psicologico sia fisico, e pertanto devono essere attentamente calibrate: vanno applicate ogni volta che servono, ma per il minimo indispensabile.
A maggio, salvo sorprese, avremo una situazione favorevole:
- elevata protezione degli studenti nella fascia 12-18 derivante da alta copertura vaccinale e da pregresse infezioni con variante omicron;
- buona protezione degli studenti nella fascia 6-11 derivante da pregresse infezioni con variante omicron (superiore al 40%) e dalla copertura vaccinale, che ha ragionevolmente raggiunto in primis i bambini con fragilità;
- periodo climatico favorevole, con possibilità di tenere le finestre aperte in classe senza problemi;
- elevata protezione nella popolazione generale, derivante dalla recente dose booster e dall’immunità acquisita con precedenti infezioni con variante omicron.
La fase pandemica che si prospetta a maggio sarà ben diversa da quella dello scorso inverno, e pertanto non dovrebbero essere imposte le stesse misure.
Senza affatto voler sostenere che la pandemia è finita, ma volendo perseguire un approccio elastico e ragionevole (per es. quello recentemente perseguito dal CDC USA[1]), perché non permettere a bambini-e e ragazzi-e di stare senza mascherina per le ultime settimane dell’anno scolastico, dopo due anni in cui le indossano in modo continuativo?
Soprattutto, perché per il mondo degli adulti, di gran lunga più a rischio di complicazioni derivanti dal covid, si prevede la cessazione dell’obbligo delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso? A livello concreto di efficacia della misura (nel limitare il numero di ospedalizzati e decessi), davvero si ritiene che abbia senso togliere le mascherine praticamente ovunque e per tutti (compresi gli over 50 non vaccinati), a eccezione del solo mondo scolastico? Come sempre in questi oltre due anni di pandemia, quel che accade nel resto della società non vale nel mondo della scuola.
Bambini-e e ragazzi-e hanno già sofferto tanto in questi due anni di pandemia, e dovrebbero essere i primi a beneficiare dell’allentamento delle restrizioni, sia perché in età evolutiva, sia perché fortunatamente meno a rischio di malattia grave da covid. Proprio loro hanno più necessità di guardarsi e riconoscersi.
Le disposizioni del DL 24/2022 suscitano preoccupazioni guardando a settembre. La scuola viene nuovamente stigmatizzata come principale luogo di contagio, perciò ci chiediamo se in vista dell’autunno-inverno 2022/23 dovrà subire un supplemento di misure di sicurezza, di cui sarà dispensato il resto della società.
Priorità alla Scuola ha sempre denunciato e denuncia il particolare accanimento sulla scuola, regolarmente smentito dall’andamento dei contagi che sono aumentati anche nei periodi in cui la scuola, e solo la scuola, veniva chiusa.
Chiedendo che ora, per le ultime settimane di scuola del 2021/22, l’obbligo di mascherina sia abolito anche nelle scuole, qualora ciò avvenga nel resto della società, Priorità alla Scuola pretende un diverso approccio alla scuola e alla sicurezza nelle scuole. Ribadiamo che la prima misura di sicurezza non è obbligare alla mascherina in classi affollate, ma cessare di avere classi affollate. In questi giorni, in cui si stanno formando le classi per l’anno scolastico 2022/23, si provveda ad avere classi meno numerose, si preparino per tempo gli spazi adeguati ad accoglierle, si assuma il personale necessario per far funzionare classi e spazi. Da qui, e non dall’uso delle mascherine, viene la reale sicurezza nelle scuole.
Vogliamo che questa nostra protesta di primavera ci eviti una terza estate di mobilitazione: che la scuola esca dall’emergenza pandemica e affronti invece con urgenza i suoi problemi strutturali.
______
[1] La mascherina per gli studenti è “facoltativa”: raccomandata solo in caso di territori ad elevato rischio di ospedalizzazioni Covid. https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/science/community-levels.html https://www.facebook.com/103796181344181/posts/512984010425394/
UNA MODESTA PROPOSTA: METTETE SCUOLE NEI VOSTRI CANNONI

Priorità alla scuola sostiene lo sciopero del 6 maggio. Di seguito il comunicato dei sindacati promotori, con la piattaforma della protesta. Nei prossimi giorni annunceremo altre iniziative di protesta contro la scandalosa decisione del governo di diminuire la spesa pubblica per l'istruzione, nel momento in cui incrementa le spese militari.
Pas per la scuola e per la pace!

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6 MAGGIO 2022 SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA,
con manifestazioni territoriali (a Roma ore 9.30 al Ministero Istruzione)

I COBAS convocano lo sciopero generale dell’intera giornata del 6 maggio 2022 del personale docente, educativo ed Ata delle scuole di ogni ordine e grado:
- Contro i quiz Invalsi e il Sistema nazionale di valutazione, che hanno effetti retroattivi negativi sulla didattica, standardizzano gli insegnamenti, trasformano i docenti in “addestratori ai quiz”, discriminano gli studenti con BES.
- Contro il Decreto scuola che introduce inaccettabili modalità per la stabilizzazione dei precari e una formazione triennale in orario aggiuntivo, che diventerà obbligatoria per i docenti neo-immessi dal 2023-24, con incentivazione salariale e verifiche selettive per creare gerarchie tra i/le lavoratori/trici e veicolare la logica della scuola-azienda, e restringere pluralismo didattico e libertà di insegnamento;

-Contro il taglio dello 0,5% del PIL delle spese per l'istruzione previsto dal DEF 2022 a fronte di un aumento delle spese per le armi.

- Per il rinnovo del CCNL scaduto da più di due anni, con aumenti significativi uguali per tutti/e, per recuperare almeno il 20% del potere salariale perso negli ultimi anni e difendere i salari reali dalla ripresa dell'inflazione e del carovita.

- Per investire i fondi del PNRR per ridurre a massimo 20 il numero degli alunni/e per classe (15 in presenza di disabili), assumere i docenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2, investire in modo significativo nell’edilizia scolastica.
- Contro la cd didattica delle competenze addestrative, per una scuola pubblica che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi e dello spirito critico.

- Per il potenziamento degli organici docenti ed Ata, l'immissione in ruolo su tutti i posti vacanti, la stabilizzazione dei posti Covid e il ripristino integrale delle sostituzioni con supplenze temporanee
- Per utilizzare i docenti rientrati dalla sospensione senza demansionamento né prolungamento d’orario

- Contro il lavoro gratuito degli studenti nei PCTO e negli stage, con il rischio di morire sul lavoro, come avvenuto recentemente; per sospendere tali attività e restituire alle scuole la decisione se svolgerle o meno e per quante ore

FERMARE LA GUERRA, FERMARE IL RIARMO

Lo sciopero è convocato anche da Cub, Unicobas, Usb e Cobas Sardegna.

Manifestazioni territoriali si svolgeranno a ROMA Ministero Istruzione h.9.30; FIRENZE V. Mannelli h.10; BOLOGNA USP V.de Castagnoli h.9; TORINO USR h.10; PALERMO P. Verdi h.9.30; CAGLIARI P. Garibaldi h.9.30; CATANIA Prefettura h.9.30; NAPOLI USR h.10.30; PISA (luogo e orario da stabilire)
COBAS SCUOLA

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Lunedì 30 maggio è #sciopero della #scuola.

Una giornata di mobilitazione nazionale indetta da tutte le sigle sindacali, confederali e di base, per rimettere al centro la scuola e l'istruzione, a partire dalla rivendicazione di maggiori investimenti non più rimandabili.

In diversi territori, Priorità alla Scuola aderisce e partecipa alla giornata di sciopero della scuola. Pur consapevole delle contraddizioni e dei ritardi con cui questo sciopero arriva, siamo al fianco di lavoratrici e lavoratori della scuola sempre più precarizzati e messi nelle condizioni di fare sempre peggio il proprio lavoro.

Insieme a #GKN, il sindacalismo di base, il nuovo movimento pacifista che si sta costruendo, lavoriamo per la costruzione di uno #ScioperoGenerale per la #scuola, contro la #guerra, contro l'economia di guerra, per altro, per noi e per tutto.

Siamo contro:
-La "riforma" del reclutamento per decreto che gerarchizza il corpo docente e aziendalizza ulteriormente la scuola
-Il taglio dello 0,5% del PIL all'istruzione in favore delle spese militari
-Il lavoro gratuito di studenti e studentesse in PCTO e Stage.

Per:
- il rinnovo contrattuale del CCNL scuola scaduto da 3 anni
- il potenziamento degli organici sia docente che ata e il superamento del precariato nella scuola
- investimenti in edilizia scolastica
- la riduzione del numero di alunni per classe per superare una volta per tutte le classi pollaio
- investimenti strutturali per la scuola pubblica di ogni ordine e grado

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#prioritàallascuola
SCUOLA. Priorità alla Scuola aderisce alla Rete Nazionale per la Cittadinanza e lancia la campagna “È ora di cittadinanza, tutti diritti a scuola!”. Appuntamento mercoledì 8 giugno in tutta Italia: volantini e manifesti per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della riforma della legge sulla cittadinanza. Genitori, studenti/esse e docenti mobilitati perché gli 877mila minori, nati, cresciuti e formati in Italia, ottengano la cittadinanza ben prima del diciottesimo anno di età.
👉 Stampa i volantini in allegato, distribuiscili e attaccali davanti alla tua scuola l'ultimo giorno prima delle vacanze: fai una foto, fatti una foto mettendoci la faccia, pubblicala taggando @prioritàallascuola @dallapartegiustadellastoria #italiadimmidisì, altrimenti inviacela! (ps. ci piacciono anche gli striscioni fai-da-te:)
Priorità alla Scuola si mobilita per sensibilizzare l’opinione pubblica: è necessaria una riforma della legge italiana sulla cittadinanza. La scuola pubblica – laica, solidale, inclusiva – è uno dei luoghi cruciali da cui far partire una battaglia di civiltà. L’iter avviato in Parlamento per il cosiddetto Ius Scholae rappresenta l’occasiona giusta per mettere radicalmente in discussione l’attuale stato delle cose.
L’avvio della campagna coincide con l’ultimo giorno di scuola nella maggioranza delle regioni italiane. Priorità alla scuola invita a distribuire i volantini, ad attaccare i manifesti con lo slogan “È ora di cittadinanza, tutti diritti a scuola!”, oppure a farsi una foto mettendoci la faccia. È il nostro contributo al movimento #italiadimmidisì e alla campagna “Dalla parte giusta della storia” perché il Parlamento approvi la riforma della cittadinanza entro la fine della legislatura.
L’Italia ha una legge sulla cittadinanza vecchia di trent’anni e incivile, perché straordinariamente restrittiva, del tutto inadeguata ai cambiamenti avvenuti nella vita del Paese, nella società e nella demografia. Per i minori nati in Italia da genitori migranti, l’acquisizione della cittadinanza è preclusa fino ai 18 anni, e il diritto è subordinato a diciotto anni di residenza ininterrotta: è un anacronismo inaccettabile, è una ferita alla democrazia e al vivere civile.
A oggi ci sono 877mila minori, nati-e e/o cresciuti-e in Italia, che frequentano la scuola pubblica ma sono privi di cittadinanza. Questo li esclude, tra le altre tante cose, anche da percorsi ed esperienze scolastiche importanti (gite di classe all'estero, scambi europei ed extraeuropei alla secondaria di secondo grado, progetti di scambio universitario). Ancora più grave è il fatto che esista una linea giuridica a differenziare compagne e compagni di banco, che esista una differenziazione di diritti nella scuola chiamata a istruire e a educare alla cittadinanza, ai principi fondamentali della Costituzione e delle carte internazionali: uguaglianza di diritti sociali, politici e civili; parità di genere; inclusione.
La comunità educante si mobilita dunque per l’approvazione di una riforma della cittadinanza che risponda alla effettiva composizione della società italiana e che ormai la maggioranza dell’opinione pubblica già caldeggia: la riforma della cittadinanza è una materia meno controversa di quanto non venga affermato. È una riforma a tutela dell’interesse dei e delle minori e a beneficio della convivenza e della salute del patto che tiene insieme la società italiana, perché laddove si negano o si frammentano o si differenziano i diritti, si gettano le basi di disuguaglianze, discriminazioni, gerarchie formali e informali.
L’attuale legge sulla cittadinanza si configura ormai come uno strumento di razzismo istituzionale che, come si sa, ha l’effetto di bloccare le dinamiche positive in atto nella società civile e di alimentare forme di razzismo e discriminazione nelle pratiche quotidiane.
La politica chiuda allora questo capitolo incivile della legislazione italiana. Accordare la cittadinanza ai minori nati, cresciuti e formati in Italia, ben prima del compimento del diciottesimo anno di età, è un’elementare misura di civiltà.
La campagna di comunicazione proseguirà. Priorità alla scuola, aderendo alla Rete Nazionale per la Cittadinanza (a oggi composta da Afroveronesi, Arising Africans, Black Lives Matter Bologna, QuestaèRoma,Festival Divercity, Dei-Futuro Antirazzista, Sonrisas Andinas, Collettivo Ujamaa, Rete degli studenti medi, Unione degli Studenti (UDS), Unione degli Universitari (UDU), Link, Rete della conoscenza, ActionAid Italia, Amnesty International, Fondazione Migrantes, Rete Saltamuri, Restiamo Umani Brescia, Volare e decine di attiviste e attivisti di nuove generazioni di tutta Italia), caldeggia una riforma basata su questi principi:
- diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia;
- diritto di cittadinanza per chi cresce in Italia;
- diritto di cittadinanza a chi vive stabilmente in Italia;
- procedure per il conseguimento della cittadinanza più rapide.
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A scuola uno studente su dieci è privo di cittadinanza e anche quest'anno scolastico si chiude senza nessuna misura concreta: ci vediamo a settembre con lo #iusscholae approvato. #Italiadimmidisì
"Registrata l’ormai costante distanza siderale tra partiti e loro elettorati, va notato un altro segnale inquietante: lo ius scholae è di nuovo uscito dal dibattito pubblico, eclissato proprio nel momento in cui si è aperta la campagna elettorale. Ora, in qualsiasi Paese, materie così importanti come il conferimento della cittadinanza ai minori stranieri sono sempre entrate nelle campagne elettorali e nelle trattative sui collegi, soprattutto quando si tratta di proporre la modifica del criterio dello ius soli o del più annacquato ius culturae, di cui il criterio dello ius scholae fa parte. Ciò avviene per un motivo molto concreto: al di là della tecnica giuridica, le regole per ottenere la cittadinanza rientrano a pieno titolo nelle politiche sociali."

https://www.rivistailmulino.it/a/la-cittadinanza-ignorata

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Questa è la reazione che ci piace!
Non è stata una sorpresa svegliarsi questa mattina con un governo reazionario pronto a entrare in carica. Ma anche tutto quanto il già previsto, una volta che si avvera, è più amaro del previsto. Adesso è il momento di reagire alla reazione.
Il primo segnale viene dalle scuole: il nostro sostegno agli studenti e alle studentesse del Manzoni occupato. Da qui si riparte: dai cortei di venerdì scorso e dalle proteste studentesche che ci sono state durante la campagna elettorale (represse dal governo in carica per gli affari correnti, curatore della transizione da un governo neoliberista con gusti autoritari a un governo neoliberista di cultura e aspirazioni autoritarie); dalle piazze che il 28 settembre difenderanno il diritto all'aborto e all'autodeterminazione e dal corteo che attraverserà Bologna il 22 ottobre; da tutte le riunioni, assemblee, discussioni che preparano e animano e danno forma e sostanza a queste piazze, a queste manifestazioni, alle occupazioni e agli scioperi che verranno. In questa tabula rasa elettrificata (a carbone e con bollette alle stelle) che ci tocca vivere c'è una sinistra da creare, da inventare, anche ripartendo dalle questioni che i governi di centro-sinistra degli ultimi vent'anni hanno tradito: un nuovo programma di sinistra per una nuova sinistra, con pensieri, parole, colori e anche colonne sonore nuove, per riprenderci subito il futuro, insieme alle nuove generazioni.
La guerra ci ha tolto la voce, ma pur in silenzio in questi mesi abbiamo proseguito le nostre battaglie a livello locale, e continuato a prepararle. Il nostro terreno è quello indicato nel nostro nome. La nostra battaglie è quella per lanciare il referendum che abroghi la cosiddetta legge Gelmini e cominci a far saltare quel letto di procuste in cui è stata ridotta la scuola. La nostra battaglia è quella per una moratoria dei pcto e una profonda revisione del rapporto tra scuola e lavoro, fuori da ogni schema di mercato neoliberista. La nostra battaglia è quella per un movimento di opinione che sostenga - a dispetto di tutto, e antropologicamente contro questo governo - la riforma del diritto di cittadinanza. Sono tempi neri per le nostre aspirazioni, puntiamo a essere arcobaleno: "...And the dreams that you dare to dream, really do come true...".

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