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Venezia, chiesto il rinvio a giudizio del sindaco Brugnaro e di altri 33 indagati per corruzione
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Ucraina, attesa per i negoziati a Istanbul. Zelensky: “Da Mosca strano silenzio, Trump venga in Turchia”
https://t.co/HbISzM1Apo
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RT @AndreaRoventini: I risultati delle politiche industriali verdi:
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China paces ahead in electrification, while Europe and the US flatline. https://t.co/4qZDQzBqZM
- Philipp Heimbergertweet
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RT @fattoquotidiano: Campi Flegrei, scossa di terremoto magnitudo 4.4: avvertita anche a Napoli e provincia - Il Fatto Quotidiano https://t.co/NHM7m3clnJ https://t.co/ioeatZSGaO
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RT @PacoCampagna: "Non basta leggere, bisognerebbe anche capire. Ma capire è un lusso che non tutti possono permettersi".
(Andrea Camilleri) https://t.co/KAnvGJ7hre
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Francesco Campagna (@PacoCampagna) on X
Sulla buona strada per esser definito poeta e scrittore. Divulgo arte, letteratura e luoghi meravigliosi. Attualmente in libreria con la silloge Naufragare.
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RT @ilfoglio_it: Il deputato che ha lanciato la fake sulla cocaina di Macron e tutti quelli che l'hanno seguito. Si tratta di Dupont-Aignan, presidente di Debout la France, che Le Pen voleva come premier in caso di vittoria nel 2017. Di @Mauro__Zanon
https://t.co/I9p8Gh2wPs
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Kiev: “Zelensky a Istanbul pronto a parlare solo con Putin”. Media: “La Russia manderà il ministro degli Esteri Lavrov”
https://t.co/HbISzM1Apo
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RT @Agenzia_Ansa: L'attore francese Gérard Depardieu è stato condannato in Francia a 18 mesi di carcere con la condizionale per aggressioni sessuali. #ANSA
https://t.co/wBXmcyWAsi
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RT @PacoCampagna: "La vera ignoranza non è la mancanza di cultura, ma il rifiuto di acquisirla".
Frase attribuita a Karl Popper di una verità disarmante. https://t.co/5rXQcPr4C6
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Frase attribuita a Karl Popper di una verità disarmante. https://t.co/5rXQcPr4C6
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RT @giuliocavalli: Due lavoratori, stessi turni, stesso mare, stessa fatica. Diversi solo nella data di assunzione: uno prima del Jobs Act, l’altro dopo. Entrambi licenziati per aver osato iscriversi al sindacato e aver chiesto diritti. Il primo reintegrato, o meglio: risarcito con 61mila euro dopo cinque anni di processo. Il secondo liquidato con 13mila euro. A far la differenza non è la giustizia, ma la legge che ha svenduto la dignità a colpi di riforme.
Il Jobs Act è stato il grimaldello: ha smontato l’articolo 18 e aperto la strada alla libertà di licenziare. Chi è entrato dopo il 7 marzo 2015 è diventato lavoratore di serie B. Anche quando il sopruso è identico, anche quando la sentenza è unanime. È la giurisprudenza diseguale che inchioda lo Stato alla sua ipocrisia.
Il caso di Rimini, raccontato da Collettiva (13 maggio 2025), è una scheggia di verità: tre pescatori tunisini licenziati perché avevano alzato la testa. Due a tempo indeterminato, uno a termine. Il messaggio dell’azienda era chiaro: chi reclama i diritti, perde il posto. Uno ha dovuto accontentarsi del minimo sindacale, l’altro ha lottato per anni per vedersi riconosciuto il torto. Il terzo, sparito dai radar, resta il fantasma delle tutele evaporate.
L’8 e 9 giugno si voterà anche su questo. Non è una battaglia simbolica: è la possibilità di restituire a tutti lo stesso grado di tutela. Perché il diritto al lavoro, per essere tale, non può dipendere dalla data in cui firmi un contratto. E perché la giustizia, se selettiva, diventa complice del sopruso che dovrebbe correggere.
Buon martedì.
(il mio #buongiorno per @Left_rivista)
https://t.co/iXkFLjMXd1
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RT @giuliocavalli: Due lavoratori, stessi turni, stesso mare, stessa fatica. Diversi solo nella data di assunzione: uno prima del Jobs Act, l’altro dopo. Entrambi licenziati per aver osato iscriversi al sindacato e aver chiesto diritti. Il primo reintegrato, o meglio: risarcito con 61mila euro dopo cinque anni di processo. Il secondo liquidato con 13mila euro. A far la differenza non è la giustizia, ma la legge che ha svenduto la dignità a colpi di riforme.
Il Jobs Act è stato il grimaldello: ha smontato l’articolo 18 e aperto la strada alla libertà di licenziare. Chi è entrato dopo il 7 marzo 2015 è diventato lavoratore di serie B. Anche quando il sopruso è identico, anche quando la sentenza è unanime. È la giurisprudenza diseguale che inchioda lo Stato alla sua ipocrisia.
Il caso di Rimini, raccontato da Collettiva (13 maggio 2025), è una scheggia di verità: tre pescatori tunisini licenziati perché avevano alzato la testa. Due a tempo indeterminato, uno a termine. Il messaggio dell’azienda era chiaro: chi reclama i diritti, perde il posto. Uno ha dovuto accontentarsi del minimo sindacale, l’altro ha lottato per anni per vedersi riconosciuto il torto. Il terzo, sparito dai radar, resta il fantasma delle tutele evaporate.
L’8 e 9 giugno si voterà anche su questo. Non è una battaglia simbolica: è la possibilità di restituire a tutti lo stesso grado di tutela. Perché il diritto al lavoro, per essere tale, non può dipendere dalla data in cui firmi un contratto. E perché la giustizia, se selettiva, diventa complice del sopruso che dovrebbe correggere.
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Giulio Cavalli (@giuliocavalli) on X
Scrittore, teatrante, giornalista.
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RT @RaiTre: "L'alieno in patria potrebbe fare da titolo a quattro Conclavi" parola del Prof. Piero Schiavazzi
#UnAlienoInPatria torna in diretta sabato dalle 20.15 su #Rai3 con @petergomezblog, Manuela Moreno, Paolo Rossi e tanti ospiti https://t.co/KmjBZrxxUl
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