Un altro mini approfondimento sulla Georgia.
Dal 2021 a oggi ho fatto ricerca e documentato accuratamente quante più moschee possibili nella regione dell'Agiara, una porzione di territorio che rientrò nell'Impero russo solo nel 1878, dopo quasi trecento anni di dominio ottomano. La popolazione, perlopiù georgiana e laz, si era convertita all'Islam e aveva costruito piccole moschee di villaggio con i materiali che aveva, cioè il legno della boscosissima Agiara.
Molte moschee furono distrutte in epoca sovietica, altre furono riconvertite a magazzini o edifici a uso pubblico. Se ne conservano oggi circa cinquanta: alcune sono ancora in uso e vengono costantemente rinnovate (e, lasciatemelo dire, a volte purtroppo rovinate) dalle comunità locali; altre sono in uno stato di tale abbandono che piange il cuore vederle. Alcune di quelle che ho fotografato negli anni oggi probabilmente non esistono già più. Sono quasi tutte estremamente difficili da identificare e raggiungere, con strade strettissime e ripidissime. Per proteggerle dai metri di neve dell'inverno e dalle piogge intense, negli anni '90 gli abitanti della regione le hanno rivestite di pannelli metallici, dando loro un aspetto da goffe astronavi da film di fantascienza anni '50. I minareti sono tutti aggiunte recenti, degli anni '90.
Questo patrimonio è quasi del tutto sconosciuto ai turisti (io stessa ne vado gelosissima) e agli stessi georgiani fuori dalla regione. A dire il vero, l'identità georgiana musulmana è un qualcosa che il Paese non ha interesse a mettere in bella mostra. Purtroppo questo patrimonio è destinato a scomparire sotto le intemperie. Una parte della popolazione dell'Agiara si sta anche convertendo al cristianesimo e quindi c'è sempre meno interesse a proteggere questi capolavori di architettura e artigianato di montagna.
Vi lascio una selezione di foto da dodici moschee. La più facile da visitare e raggiungere è quella di Batumi, che ha dei begli interni in legno, con colori da film di Wes Anderson.
A presto ♥
Eleonora
Dal 2021 a oggi ho fatto ricerca e documentato accuratamente quante più moschee possibili nella regione dell'Agiara, una porzione di territorio che rientrò nell'Impero russo solo nel 1878, dopo quasi trecento anni di dominio ottomano. La popolazione, perlopiù georgiana e laz, si era convertita all'Islam e aveva costruito piccole moschee di villaggio con i materiali che aveva, cioè il legno della boscosissima Agiara.
Molte moschee furono distrutte in epoca sovietica, altre furono riconvertite a magazzini o edifici a uso pubblico. Se ne conservano oggi circa cinquanta: alcune sono ancora in uso e vengono costantemente rinnovate (e, lasciatemelo dire, a volte purtroppo rovinate) dalle comunità locali; altre sono in uno stato di tale abbandono che piange il cuore vederle. Alcune di quelle che ho fotografato negli anni oggi probabilmente non esistono già più. Sono quasi tutte estremamente difficili da identificare e raggiungere, con strade strettissime e ripidissime. Per proteggerle dai metri di neve dell'inverno e dalle piogge intense, negli anni '90 gli abitanti della regione le hanno rivestite di pannelli metallici, dando loro un aspetto da goffe astronavi da film di fantascienza anni '50. I minareti sono tutti aggiunte recenti, degli anni '90.
Questo patrimonio è quasi del tutto sconosciuto ai turisti (io stessa ne vado gelosissima) e agli stessi georgiani fuori dalla regione. A dire il vero, l'identità georgiana musulmana è un qualcosa che il Paese non ha interesse a mettere in bella mostra. Purtroppo questo patrimonio è destinato a scomparire sotto le intemperie. Una parte della popolazione dell'Agiara si sta anche convertendo al cristianesimo e quindi c'è sempre meno interesse a proteggere questi capolavori di architettura e artigianato di montagna.
Vi lascio una selezione di foto da dodici moschee. La più facile da visitare e raggiungere è quella di Batumi, che ha dei begli interni in legno, con colori da film di Wes Anderson.
A presto ♥
Eleonora
Segnalo disinteressatamente: molto molto bello.
Finalmente inizia ad arrivare in italiano altra letteratura contemporanea caucasica in traduzione direttamente dalle lingue locali. Segnalo anche in uscita il 18 ottobre per Utopia Libro senza nome di Shushan Avagyan, tradotto dall'armeno orientale.
Due cose al volo su chi è Nana Ekvtimishvili: regista di vari film georgiani con riconoscimenti internazionali tra cui In Bloom, che ho avuto la fortuna di vedere al Trieste Film Festival qualche anno fa, quando c'era il focus sulle registe georgiane. Film stupendo, si trova online ma solo in georgiano senza sottotitoli.
La traduttrice è fuori dal comune: Ruska Jorjoliani è originaria di Mestia, in Svaneti, ma da bambina è stata profuga d'Abcasia, perché la famiglia si era trasferita a vivere lì. Ha una penna raffinata e straordinaria e credo proprio sia la prima persona georgiana a scrivere un libro direttamente in lingua italiana. È già autrice di La tua presenza è come una città e di Tre vivi, tre morti.
Finalmente inizia ad arrivare in italiano altra letteratura contemporanea caucasica in traduzione direttamente dalle lingue locali. Segnalo anche in uscita il 18 ottobre per Utopia Libro senza nome di Shushan Avagyan, tradotto dall'armeno orientale.
Due cose al volo su chi è Nana Ekvtimishvili: regista di vari film georgiani con riconoscimenti internazionali tra cui In Bloom, che ho avuto la fortuna di vedere al Trieste Film Festival qualche anno fa, quando c'era il focus sulle registe georgiane. Film stupendo, si trova online ma solo in georgiano senza sottotitoli.
La traduttrice è fuori dal comune: Ruska Jorjoliani è originaria di Mestia, in Svaneti, ma da bambina è stata profuga d'Abcasia, perché la famiglia si era trasferita a vivere lì. Ha una penna raffinata e straordinaria e credo proprio sia la prima persona georgiana a scrivere un libro direttamente in lingua italiana. È già autrice di La tua presenza è come una città e di Tre vivi, tre morti.