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FUKUSHIMA: IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE
Forse non sarà necessario aspettare una guerra atomica fra russi e americani, per goderci le piacevoli conseguenze di una contaminazione nucleare. Basterà aspettare che i giapponesi riversino in mare 1 milione e 300.000 tonnellate di acqua contaminata che fino ad oggi è stata stipata nelle centinaia di cisterne che circondano la vecchia centrale (le vedete tutte nella foto del titolo).
I giapponesi sostengono che ormai le cisterne hanno raggiunto la capacità limite, e che bisognerà iniziare a rovesciare in mare il loro contenuto. Questo naturalmente ha scatenato le proteste dei cinesi, dei coreani, dei russi, e della confederazione delle isole del Pacifico, che saranno i primi paesi a vedere il proprio mare contaminato dalle acque radioattive. Si calcola infatti che nell’arco di tre anni l’intero oceano Pacifico sarà contaminato, mentre nell’arco di 10 anni la contaminazione dovrebbe raggiungere tutti gli altri oceani del mondo.
Le conseguenze disastrose sull’ecosistema possono essere solo vagamente immaginate.
La confederazione delle Isole del Pacifico accusa apertamente il Giappone di non voler condividere i dati scientifici sulle acque contaminate, come invece avevano promesso di fare.
E mentre le varie nazioni del Pacifico lamentano apertamente i rischi di questa operazione, tutto il mondo occidentale – di cui il Giappone è alleato – sembra voler ignorare questo pericolo.
Evidentemente la “comunità internazionale” esiste solo quando dobbiamo aggredire militarmente un paese che vogliamo depredare. Ma quando si tratta di mettere in difficoltà uno di noi, allora piuttosto si tace. Anche se il prezzo, in questo caso, rischia di essere un disastro ecologico di portata planetaria.
Massimo Mazzucco https://www.globaltimes.cn/page/202303/1286726.shtml
IL CASO TRUMP-DANIELS

Mentre restiamo in attesa di vedere se Donald Trump sarà arrestato dal procuratore generale di New York, molti si domandano su cosa sia basata effettivamente la potenziale imputazione.

Non risulta infatti che sia un reato pagare una porno-star, sia per fare del sesso con lei, sia per chiederle di tacere dopo averlo fatto. Al massimo questo potrà rappresentare un problema fra Trump e sua moglie, ma perchè l’ex-presidente rischia addirittura di essere incriminato?

Il problema sono i soldi che sono stati usati per tacitare Stormy Daniels. Noi sappiamo infatti che inizialmente l’avvocato di Trump, Michael Cohen, aveva anticipato alla Daniels 130.000 dollari di tasca sua, per farla tacere. Ma al momento di farsi rimborsare, Trump non ha usato soldi personali, bensì i soldi che aveva raccolto per la campagna elettorale. E non gli ha restituito solo i 130.000, gliene ha dati addirittura 400.000.

Quindi, di fatto, Trump ha utilizzato 400.000 $ raccolti per la campagna elettorale per motivi personali. E questo è chiaramente proibito: i soldi che ricevi per la campagna elettorale devono essere spesi per la campagna elettorale, in totale trasparenza. Questo è il reato di cui Trump è accusato.

Esattamente come accadde per Bill Clinton, con il caso Levinsky: il problema non era l’atto sessuale in sè, ma il fatto di aver mentito sotto giuramento quando aveva negato quell’atto.

Ed esattamente come per Bill Clinton, ora i giochi si sono rovesciati, e sono i democratici ad utilizzare la legge per cercare di azzoppare l’avversario politico.

In tutto questo gongola Ron De Santis, il potenziale sfidante di Trump alle primarie repubblicane del 2024, che interrogato sul caso Trump se n’è lavato le mani dicendo: “Cosa volete che sappia io di soldi pagati di nascosto ad una pornostar per mantenere il silenzio su un presunto rapporto sessuale?”

Ma Trump non ha digerito la stilettata, e ha subito risposto che “presto De Santis scoprirà cosa vuol dire essere accusato di un rapporto sessuale illecito, magari con una minorenne, o magari con un omosessuale”.

Non sappiamo quali carte abbia in tasca Donald Trump, ma una cosa è certa: quando c’è di mezzo lui, non c’è mai da annoiarsi.

In tutto questo, chi ci guadagna è Hunter Biden, che invece viene misteriosamente ignorato dalle procure americane per i mille affari sporchi che ha condotto con i biolaboratori in Ucraina.

Ma queste, come sappiamo, sono cose serie. Molto meglio dare in pasto alla popolazione gli exploit sessuali dei loro presidenti.

Sono i miracoli del Deep State.

Massimo Mazzucco
HIGH-TECH E ACCADEMICI VOGLIONO FERMARE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Un gruppo di accademici e di potenti dirigenti dell’industria tecnologica hanno firmato una lettera https://futureoflife.org/open.../pause-giant-ai-experiments/ per chiedere una moratoria sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Fra i quasi 2.000 firmatari troviamo il CEO di SpaceX e Tesla Elon Musk, il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, il capo scienziato di IBM Grady Booch, l'etico per la tecnologia Tristan Harris. Fra gli accademici compaiono anche Stuart Russell, direttore del Center for Human-Compatible Artificial Intelligence dell'Università di Berkeley, Yuval Noah Harari, storico dell'Università Ebraica di Gerusalemme, e Sean O'Heigeartaigh, direttore esecutivo del Center for the Study of Existential Risks dell'Università di Cambridge. La lista completa di nomi (in fondo alla lettera) è impressionante.
La lettera apre “chiedendo a tutti i laboratori di intelligenza artificiale di sospendere immediatamente per almeno 6 mesi l'addestramento di sistemi di intelligenza artificiale più potenti di GPT-4”.
Il testo così prosegue: “I sistemi di intelligenza artificiale con intelligenza umana-competitiva possono comportare gravi rischi per la società e l'umanità, come dimostrato da ricerche approfondite e riconosciuto dai migliori laboratori di intelligenza artificiale. Come affermato nei principi di intelligenza artificiale di Asilomar https://futureoflife.org/open-letter/ai-principles/, l'IA avanzata potrebbe rappresentare un profondo cambiamento nella storia della vita sulla Terra e dovrebbe essere pianificata e gestita con cure e risorse adeguate. Sfortunatamente, questo livello di pianificazione e gestione non sta accadendo, anche se negli ultimi mesi i laboratori di intelligenza artificiale sono concentrati su una corsa fuori controllo per sviluppare e implementare menti digitali sempre più potenti che nessuno, nemmeno i loro creatori, può capire, prevedere o controllare in modo affidabile.
I sistemi di intelligenza artificiale contemporanei stanno ora diventando competitivi per l'uomo in compiti generali, e dobbiamo chiederci: dovremmo lasciare che le macchine inondino i nostri canali di informazione con propaganda e falsità? Dovremmo automatizzare tutti i lavori, compresi quelli più soddisfacenti? Dovremmo sviluppare menti non umane che alla fine potrebbero superarci in numero e in astuzia, rendendoci obsoleti e infine sostituirci? Dovremmo rischiare di perdere il controllo della nostra civiltà? Tali decisioni non devono essere delegate a leader tecnologici non eletti. Potenti sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero essere sviluppati solo quando saremo certi che i loro effetti saranno positivi e i loro rischi saranno gestibili. Questa fiducia deve essere ben giustificata e aumentare con l'entità degli effetti potenziali di un sistema. La recente dichiarazione di OpenAI sull'intelligenza artificiale generale afferma che "Ad un certo punto, potrebbe essere importante ottenere una revisione indipendente prima di iniziare ad addestrare i sistemi futuri e, per gli sforzi più avanzati, concordare di limitare il tasso di crescita del calcolo utilizzato per creare nuovi Modelli." Siamo d'accordo. Quel punto è adesso.
Pertanto, invitiamo tutti i laboratori di intelligenza artificiale a sospendere immediatamente per almeno 6 mesi l'addestramento di sistemi di intelligenza artificiale più potenti di GPT-4. Questa pausa dovrebbe essere pubblica e verificabile e includere tutti gli attori chiave. Se una tale pausa non può essere attuata rapidamente, i governi dovrebbero intervenire e istituire una moratoria. […]"
Tutto bello, tutto giusto, tutto sacrosanto.
A questo punto però sorge un dubbio: tutti questi personaggi si sono accorti solo adesso del pericolo a cui andiamo incontro? E’ possibile che nessuno di loro abbia visto “2001 Odissea nello Spazio”, oppure che non abbia mai letto un racconto di fantascienza? Bisognava davvero arrivare sull’orlo del precipizio per accorgersi del rischio di un cambiamento irreversibile nella società umana?
Io sinceramente sono stupito, e mi domando se tutta questa improvvisa preoccupazione sia il frutto genuino di un ripensamento tardivo, oppure se sia la solita messinscena mediatica (un pò come quella sul riscaldamento globale) che nasconde magari una feroce guerra fra bande, per decidere CHI dovrà essere colui che si assicura il controllo dei cervelli dell’umanità?
Perchè una cosa è certa: se tutti questi soloni si sono accorti solo adesso del rischio che corriamo, forse allora vale davvero la pena di mettere il nostro futuro in mano ad un algoritmo. Quello rischia certamente di fare meno danni di questa banda di pericolosi decerebrati.
Massimo Mazzucco
MENTANA È TORNATO A FARE IL GIORNALISTA
Finalmente Enrico Mentana si è vergognato del suo ruolo di squallido censore, ed ha ritirato Open dalla lista dei “fact-checkers” di Facebook. Era ora.
Sulla sua pagina Facebook Mentana scrive: “Da oggi Open torna a fare un semplice servizio di giornalismo. Dopo lunghe riflessioni, mi sono reso conto di aver abusato della mia celebrità come giornalista, e di essermi prestato ad un ruolo che non mi compete: quello del censore delle idee altrui. E’ vero che Facebook ci pagava profumatamente per questo servizio, ma esiste anche un limite che un serio professionista non dovrebbe mai superare: ritengo che la libertà altrui di esprimere le proprie idee – qualunque esse siano - valga molto di più di una qualunque bustarella che ci aiuti a pagare l’affitto.
Sappiamo infatti tutti benissimo - continua Mentana - che il moderno ‘fact-checking’ altro non è che censura travestita. Nei paesi non democratici, infatti, praticare la censura è molto semplice: si prende il personaggio scomodo e lo si sbatte in galera. Oppure, se si tratta di una testata che dà fastidio, semplicemente la si chiude. Da noi invece, nel cosiddetto occidente democratico, dobbiamo procedere con i piedi di piombo. Abbiamo prima dovuto inventare il concetto di ‘fake news’, dopodichè abbiamo creato questa curiosa legione di ‘controllori dei fatti’, dotati di poteri divini, che nel nome della ‘lotta alle fake news’ possono arbitrariamente cancellare qualunque cosa ritengano inopportuna. (Si troverà sempre una scusa per appiccicare l’etichetta di ‘falso’, oppure ‘infondato’, oppure ‘fuori contesto’ a qualunque notizia possa dare fastidio).
Ma ultimamente la mia posizione è cambiata: la patetica figuraccia che abbiamo fatto nel tentare di sbugiardare Seymour Hersh con argomentazioni ridicole, e il recente caso Bechis – beccato a mentire in modo clamoroso, nel caso della censura a Mazzucco – sono stati per me un campanello di allarme, e la valanga di lettere di protesta che abbiamo ricevuto mi ha convinto a riconsiderare il nostro ruolo.
Da oggi Open sarà una semplice testata giornalistica, come tutte le altre. La verità conosce comunque le sue strade per essere rivelata, così come la menzogna, da sola, è destinata ad affossare sè stessa. Non c’è bisogno di censori e di controllori nella società moderna, la popolazione è abbastanza matura per decidere da sola a cosa credere e a cosa no.
Buon lavoro a tutti.
Firmato: Enrico Mentana – 1 aprile 2023”.
CASO TRUMP: LE CONTORSIONI LOGICHE DEL PROCURATORE

Del retroscena politico sull’arresto di Trump sappiamo già tutto. E’ una mossa disperata del Deep State per togliere di mezzo un ingombrante avversario nelle elezioni presidenziali del prossimo anno.

In questo articolo vorrei provare a spiegare invece quali siano le acrobazie linguistiche che hanno permesso al procuratore di New York di mettere in piedi questo circo Barnum a danno dell’ex-presidente. Perchè solo con delle forzature logiche degne dei peggiori debunker si è arrivati ad ottenere questo risultato.

Come sappiamo, l’aver offerto dei soldi a una donna per tacere sulla sua relazione con Trump di per sè non è un reato. Non c’è nessuna legge che lo proibisca.

Il problema per Trump nasce nel momento in cui ha utilizzato soldi della sua campagna elettorale per restituire al suo avvocato (Michael Cohen) i soldi che questo aveva anticipato alla pornostar per ottenere il suo silenzio. Nel momento in cui Trump ha fatto figurare il rimborso a Cohen come “spese legali” ha commesso un falso in bilancio. I soldi delle campagne elettorali vanno usati per le campagne elettorali, e basta.

Ma questo ancora non basterebbe per far arrestare Trump e portarlo in tribunale, perchè il reato di cui sopra è di tipo amministrativo, e non penale. (In inglese la differenza è fra misdemeanor e felony: il primo è un reato minore, di tipo civile, che si risolve di solito con una ammenda; il secondo è di tipo penale, e comporta il rischio del carcere).

Come ha fatto quindi il procuratore a “elevare” il reato iniziale da misdemeanor a quello di felony? La legge americana dice che un misdemeanor diventa felony se lo si commette per cercare di coprire un altro reato più grave. In altre parole, se io trucco il bilancio con il solo scopo di guadagnare un pò di soldi, commetto un semplice misdemeanor. Se invece io trucco il bilancio – ad esempio – per coprire il fatto che ho aiutato un criminale a fuggire, allora il falso in bilancio diventano una felony, e io rischio il carcere.

E quale sarebbe il “fatto più grave” che Trump cercava di coprire con il falso in bilancio? Attenzione attenzione, perchè qui arriva il doppio carpiato all’indietro del procuratore di NY: il vero intento di Trump nel pagare Stormy Daniels era quello di “modificare il risultato delle elezioni del 2016”. In altre parole, comprando il silenzio della Daniels Trump non intendeva solo proteggere la propria reputazione personale, ma grazie a questo voleva modificare a suo favore il risultato finale delle elezioni. E siccome “modificare il risultato delle elezioni” è un reato federale, ecco che il falso in bilancio iniziale passa da semplice misdemeanor a felony vera e propria.

Come vedete, il ragionamento del procuratore è talmente contorto che ho fatto persino fatica a spiegarlo. (Fra l'altro, ci vorrebbe davvero poco per capovolgere l'accusa: se io fossi l'avvocato di Trump, sosterrei che lui ha pagato la Daniels proprio per NON influenzare il risultato elettorale).

In ogni caso, il tutto è rimandato a dicembre, quando ci sarà la prossima udienza. Ma nel frattempo gli avvocati di Trump cercheranno di far annullare la causa per mancanza di sostanza.

In un mondo normale, un giudice normale prenderebbe le accuse del procuratore e le getterebbe nel cestino. Ma l’America del Deep State è di tutto meno che un mondo normale, per cui da adesso a fine anno possiamo davvero aspettarci di tutto.

Massimo Mazzucco
I DOCUMENTI SEGRETI DEL PENTAGONO

Da giorni si discute dei documenti segreti del Pentagono, che qualcuno avrebbe trafugato e messo online, scatenando un putiferio a livello internazionale. Dico “avrebbe”, perchè non si può escludere del tutto che si tratti di una operazione di disinformazione, operata dal Pentagono stesso.

Ma tutti gli indizi tendono a suggerire che i documenti siano reali, e che il loro rilascio abbia decisamente infastidito i vertici di Washington. Due sono infatti gli elementi che sono emersi, e che imbarazzano chiaramente gli americani. Il primo è il fatto –non certamente nuovo - che il Pentagono sia stato beccato a spiare i suoi diretti alleati. In particolare, sono emersi i dettagli di una conversazione fra militari sudcoreani, che discutevano su come far arrivare armi all’Ucraina senza violare l’articolo della loro costituzione, che gli proibisce di inviare armi ai paesi in guerra (la soluzione, in questo caso, sarebbe stata trovata vendendo le armi alla Polonia).

Un’altra intercettazione riguarda Israele: secondo la C.I.A., sarebbero stati elementi stessi del Mossad ad aizzare le proteste di piazza contro Netanyahu. Anche questa rivelazione non può certo fare piacere ai servizi israeliani, abituati a spiare e non a essere spiati.

Il secondo elemento di imbarazzo che emerge dai documenti, è la scarsa fiducia che i vertici di Washington sembrano nutrire sulla capacità di tenuta degli ucraini. Secondo i documenti trapelati, la capacità di difesa degli ucraini è agli sgoccioli, e non sembra che siano in grado di mettere insieme una controffensiva efficace per recuperare il terreno perduto in Donbass.

Questo naturalmente ha fatto innervosire gli ucraini, al punto che Blinken ha dovuto intervenire, rassicurandoli che “il supporto degli Stati Uniti per l’Ucraina rimane pieno e totale”.

Dai documenti trapelati infine si rivela che Washington sia convinta che nemmeno la Russia abbia la forza di concludere la propria “operazione speciale” nel corso del 2023, e che quindi questa guerra sia destinata a trascinarsi almeno fino all’anno prossimo.

Insomma, tanto rumore per nulla: i documenti rivelano semplicemente ciò che tutti già sapevano, ovvero a) che gli Stati Uniti non hanno mai avuto remore a spiare i propri alleati, e b) che gli Stati Uniti stanno combattendo la loro personalissima guerra contro la Russia “fino all’ultimo ucraino”.

In tutto questo, l’unico che sembra non avere una visione chiara della situazione sembra proprio Zelensky, il quale continua a ripetere che “andremo avanti fino alla vittoria finale”. O forse lo ripete semplicemente perché è l’unica cosa che gli permettono di dire.

Massimo Mazzucco
L’ULTIMA PROVOCAZIONE DELLA NATO

Quella che segue è una lista di eventi storici (*) che ripercorre tutti i passaggi più importanti che riguardano la possibile entrata nella NATO dell’Ucraina, dal 2014 ad oggi. Entrata che i russi hanno sempre detto di non poter tollerare, per motivi che non è nemmeno necessario spiegare.

2014 – Non appena diventato primo ministro (dopo il colpo di stato di Maidan), Arseniy Yatsenyuk viene ricevuto alla Casa Bianca, e si premura di far sapere al mondo da che parte starà la nuova Ucraina: “Probabilmente nei prossimi 7-10 giorni l'Ucraina firmerà la parte politica dell'accordo di associazione con l'Unione Europea. E vogliamo dire molto chiaramente che l'Ucraina è e sarà parte del mondo occidentale”.

Dopodichè Yatsenjuk invita la NATO a venirlo a trovare a Kiev, e chiede apertamente aiuti e armamenti per supportare il nuovo governo: “Ho esteso un invito al Consiglio Nord-Atlantico per visitare Kiev, e sarà splendido se ci incontreremo a Kiev. Noi crediamo che sia necessario aumentare la nostra cooperazione, e sarebbe bello se potessimo avere qualche forma di aiuto addizionale, supporto tecnico, supporto umanitario, per migliorare il sistema di difesa ucraino, a livello tecnico. Questo ci aiuterebbe a stabilizzare la situazione e a mantenere pace e stabilità nella regione.”

Il 29 agosto 2014 Yatsenyuk annuncia che l’Ucraina chiederà ufficialmente di entrare nella NATO.

Il 21 novembre 2014 la coalizione di governo ucraina annuncia che la NATO è la loro priorità.

Il 23 dicembre 2014, il parlamento di Kiev mette fine allo stato di non-allineamento dell’Ucraina, condizione necessaria per iniziare il processo di ammissione alla NATO.

Nel marzo 2015, il presidente Poroshenko approva un piano di esercitazioni militari multilaterali con la NATO. Fra queste, l’operazione “Guardiano Impavido”, con duemiladuecento soldati di cui 1000 americani, l’operazione “Brezza di mare”, con mille militari americani e 500 della NATO, e l’operazione “Tridente rapido”, con 500 militari americani e 600 della NATO. L’11 di aprile 2015 arriva in Ucraina il primo convoglio militare della NATO, per l’operazione “Guardiano Impavido”, partito da Vicenza.

Nell’aprile 2016 Joe Biden (allora vice di Obama) promette a Poroshenko 335 milioni di dollari in aiuti “per la sicurezza”. Questi andranno ad aggiungersi ad un terzo prestito da un miliardo di dollari.

Nel giugno 2017 la Rada, il parlamento di Kiev, vota una legge che ristabilisce l’ingresso nella NATO come priorità per la politica estera ucraina. La legge è firmata dal presidente della Camera Andrij Parubij, che è stato il cofondatore del partito neonazista Svoboda. Parubij è stato indagato per la strage di Odessa, ed ha pubblicamente lodato Hitler in televisione, dicendo che è stata la più grande persona a praticare la democrazia diretta. Questo era il presidente del parlamento Ucraino sotto Poroshenko.

Nel luglio 2017 Poroshenko incontra il segretario della nato Stoltemberg e chiede ufficialmente che venga iniziato il percorso di ammissione alla NATO.

Nel settembre 2018 Poroshenko chiede al parlamento di emendare la costituzione, in modo da rendere più facile l’ingresso dell’Ucraina nella NATO.

Il 7 Febbraio 2019 il parlamento approva i cambiamenti richiesti alla costituzione e conferma il percorso dell’Ucraina verso l’Unione Europea e la NATO, con un totale di 334 voti a favore su 385.

Il 21 febbraio 2019 entra ufficialmente in vigore in Ucraina la modifica della Costituzione che prevede l’ingresso nell’UE e nella NATO.

Nel maggio 2019 Zelensky vince le elezioni e prende il posto di Poroshenko. Appena eletto, Zelensky vola a Bruxelles e incontra Stoltemberg, segretario della NATO.

Nel giugno 2020, la NATO concede all’Ucraina lo status di “partner con accresciute opportunità”.

Nel settembre 2020, il presidente Zelensky approva la nuova strategia di sicurezza nazionale, che prevede lo sviluppo della speciale partnership con la NATO, allo scopo di diventarne membro.
Il 24 marzo 2021 Zelensky firma un decreto presidenziale per “attuare la decisione del consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, sulla strategia di disoccupazione e reintegrazione del territorio temporaneamente occupato della repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli.” “Strategia di disoccupazione e reintegrazione del territorio” significa riprendersi militarmente la Crimea e Sebastopoli.

Nel maggio 2021, il senatore americano Chris Murphy visita Kiev e incontra Zelensky. Dopodichè annuncia che “aprire all’Ucraina il percorso di adesione sarà il prossimo passo logico verso l’ingresso nella NATO”.

Un mese dopo, al summit di Bruxelles, i leader della NATO riconfermano la decisione presa nel 2008 al summit di Bucharest: l’Ucraina diventerà un membro dell’alleanza, con il Piano di Adesione che farà parte integrante della procedura.

Il 28 giugno 2021 l’Ucraina e la NATO lanciano una esercitazione militare congiunta nel Mar Nero.

Il 28 novembre 2021 Mosca chiede garanzie legali che l’Ucraina non entrerà mai nella NATO. Queste garanzie non le vengono date.

Il 30 novembre 2021 Putin dichiara ufficialmente quale sia la linea rossa dei russi sull’Ucraina: “Qualunque ulteriore posizionamento di forze o di materiali NATO in Ucraina rappresenterebbe la linea rossa per il suo paese.” Putin ha sottolineato soprattutto le sue preoccupazioni per il potenziale arrivo di missili ipersonici a lunga gittata, che potrebbero colpire Mosca in 5 minuti. “Spero che non arriveremo a questo – ha detto Putin – e che il buon senso e la responsabilità verso i propri paesi e verso la comunità globale alla fine prevalgano”.

Il primo dicembre 2021, Putin chiede ufficialmente garanzie che la NATO non si espanderà verso Est. Ma gli stati Uniti rispondono che “per l’Ucraina le porte sono sempre aperte”.

Il 23 dicembre 2021, in conferenza stampa, Putin torna a ripetere che per loro un’ulteriore espansione della NATO verso est è inaccettabile, e torna per l’ennesima volta a spiegarne i motivi: “Abbiamo detto chiaramente che ogni ulteriore movimento della NATO verso est è inaccettabile. Non c'è niente di poco chiaro al riguardo. Noi non stiamo mettendo i nostri missili ai confini degli Stati Uniti. Mentre gli Stati Uniti stanno piazzando i loro missili vicino a casa nostra, davanti al cortile di casa. Quindi, stiamo forse chiedendo troppo? Gli stiamo semplicemente chiedendo di non piazzare i loro sistemi di attacco a casa nostra. Cosa c'è di così strano in questo?”

Il 31 gennaio 2022, alle nazioni Unite, l’ambasciatore russo accusa pubblicamente gli Stati Uniti di fomentare le tensioni e di provocarli verso la guerra, come se quello fosse davvero il loro desiderio nascosto: “I nostri colleghi [americani] dicono che bisogna ridurre le tensioni. Ma sono loro i primi ad aumentare le tensioni e alzare i toni, e stanno provocando una escalation. Parlare di una minaccia di guerra è una provocazione in sè stessa. Sembra quasi che voi la stiate cercando. E come se voleste che succedesse, lo state aspettando. E come se voi voleste che le vostre parole si avverassero.”

L’8 febbraio 2022 Putin lancia un ultimo avviso tramite i media occidentali: “Lo voglio sottolineare ancora una volta. Lo vado dicendo da tempo, ma voglio davvero che finalmente mi ascoltiate, e lo comunichiate al vostro pubblico su stampa, tv e internet. Vi rendete conto che se l'Ucraina entra nella NATO e cerca di riprendersi la Crimea per via militare, i paesi europei si troveranno automaticamente coinvolti in un conflitto militare con la Russia? Non ci saranno vincitori. Vi ritroverete coinvolti in questa guerra contro la vostra volontà.”

Subito dopo la Russia fa un’ultima richiesta ufficiale agli Stati Uniti, di mettere per iscritto che l’Ucraina non entrerà a far parte della NATO, e che non ospiterà armi balistiche della NATO. Da Washington, Blinken risponde picche: “Dal nostro punto di vista non posso essere più chiaro. La porta della NATO è aperta, rimane aperta, e questo è il nostro impegno”.
24 febbraio 2022: rimasto senza opzioni, Putin è costretto ad invadere l’Ucraina.

E oggi, dopo oltre un anno di guerra, il segretario della Nato Stoltemberg non trova nulla di meglio da fare che andare a Kiev e dire a Zelensky che “Il posto dell'Ucraina è nella Nato. E nel tempo, il nostro sostegno contribuirà a renderlo possibile".

Qui non è più il caso di dire “c’è un aggressore e c’è un aggredito”, come ripete Mentana da oltre un anno, ma “c’è un provocatore e c’è un provocato”. Il provocatore sono gli USA, il provocato è Putin. Quindi, di chi è la colpa di tutto quello che succede in Ucraina?

Massimo Mazzucco

* Tutti gli eventi storici citati sono documentati nel video “Ucraina l’altra verità” che potete trovare su luogocomune.net
TUCKER CARLSON LICENZIATO DALLA FOX

Tucker Carlson è stato licenziato dalla Fox. Nonostante la sua trasmissione fosse la più vista in assoluto sul canale di Rupert Murdoch, il magnate australiano ha deciso che la pressione per liberarsi di Carlson fosse troppo forte per continuare ad opporsi.

Come scusa ufficiale è stata usata la questione Dominion, la società che costruisce le macchinette per il voto elettronico, che aveva denunciato la Fox per diffamazione (diversi personaggi nelle trasmissioni della Fox avevano sostenuto che le macchinette Dominion fossero “truccate”, per favorire Biden nell’elezione del 2020). Fox ha dovuto patteggiare con Dominion una somma di oltre 700 milioni di dollari per evitare di finire sotto processo.

Anche se una sola delle venti affermazioni diffamatorie contro la Dominion era venuta da Tucker Carlson in persona, questo è bastato per addossare a lui tutta la colpa della causa legale, e dei relativi danni subiti.

In realtà, Carlson stava cominciando a dare fastidio all’establishment di Washington per mille motivi diversi: basta leggere cosa ha scritto la CNN https://edition.cnn.com/2023/04/24/media/tucker-carlson-fox-news/index.html (voce profonda del Deep State) contro di lui, per avere la misura del problema che Carlson stesse rappresentando per loro: “La Fox News e Tucker Carlson, l’estremista di destra che usava il suo podio di prima serata per esercitare il suo fermo controllo sul partito repubblicano, hanno chiuso i loro rapporti.”

Nello stesso articolo, la CNN non tralascia di ricordare a tutti come Carlson fosse un commentatore “misogino, sessista e omofobo”, che aveva instaurato nel suo entourage un’atmosfera impossibile per il mondo femminile. La solita giornalista “me too” pescata per l’occasione ha addirittura dichiarato che “le molestie sessuali erano tali che aveva pensato di suicidarsi”. (Licenziarsi no, naturalmente. Uno pensa subito al suicidio).

Carlson viene anche accusato di essere un “complottista che ha propagandato infondate teorie del complotto sul Covid e sul vaccini”.

Insomma, tutto l’arsenale del pensiero unico si è scatenato istantaneamente contro di lui, e in un modo o nell’altro il granello fastidioso che stava inceppando la narrazione mainstream è stato eliminato.

Per ora Carlson non ha rilasciato dichiarazioni, ma è difficile pensare che uno come lui, dopo il successo raggiunto con la sua audience, si rassegnerà a scomparire nel nulla.

(La butto là, come una scommessa: se Trump vincerà le elezioni, Carlson diventerà il portavoce della Casa Bianca).

Massimo Mazzucco
LO STRANO ATTACCO DEL DRONE SUL CREMLINO

Il video mostra un piccolo velivolo che scende rapidamente verso i tetti del Cremlino, e viene fatto esplodere a mezz’aria. (In realtà si parla di due droni distrutti, ma del secondo non ci sarebbero immagini).

La Tass ha ufficialmente annunciato che “il regime di Kiev ha cercato di colpire la residenza del presidente russo al Cremlino con aerei telecomandati” e aggiunge: “Come risultato di una rapida azione da parte dei militari e dei servizi speciali, che hanno usato sistemi di guerriglia elettronica, i droni sono stati disabilitati”.

Io non sono un esperto di armi, però trovo curioso che abbiano aspettato a “disabilitarli” finchè non si trovavano proprio sopra il tetto del Cremlino. L’abbattimento che viene mostrato nel video, infatti, sembra fatto a favore di telecamera: si aspetta che il drone entri nell’inquadratura, per colpirlo proprio all’ultimo momento utile.

I droni non volano certo velocemente (ca. 100 Km/h), e di sicuro quello che andava verso il Cremlino sarà stato avvistato molto prima di arrivarci. Perchè allora aspettare all’ultimo momento per abbatterlo?

Anche l’idea di poter “uccidere Putin” con un’azione del genere mi pare poco credibile: Putin mica passa le sue serate disteso sui tetti del Cremlino a prendere la tintarella di luna. Quindi, come puoi pensare di andare ad eliminare proprio lui, con un attacco così generico e approssimativo dall’alto?

Il tutto sembra assomigliare molto ad una specie di versione casalinga dell’11 settembre in salsa russa, ovvero un pretesto per poter mettere in atto una azione simmetrica e contraria – questa sì reale - proprio contro Zelensky.

E infatti, se leggiamo quello che ha detto Medvedev subito dopo https://tass.com/politics/1613127, sembra quasi che il drone sia arrivato come il cacio sui maccheroni: “Dopo l’attacco terroristico di oggi, non resta che l’opzione di eliminare fisicamente Zelensky e la sua cricca.” Tanto, ha aggiunto Medvedev, “non c’è nemmeno bisogno di lui per firmare uno strumento di resa incondizionata.”

Ohibò, come corre avanti quest’uomo. Sembra quasi che legga da un copione del quale tutti noi siamo ancora all’oscuro.

Voi cosa ne pensate?

Massimo Mazzucco
IL TEXAS INDAGA SUI VACCINI COVID

Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha aperto un'indagine per stabilire se Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson abbiano commesso illeciti relativi ai vaccini COVID-19.

Paxton indagherà se le società abbiano travisato l'efficacia e la sicurezza dei vaccini e manipolato i dati della sperimentazione sui vaccini, in violazione della legge statale contro le pratiche commerciali ingannevoli.

Indagherà anche se i giganti farmaceutici si siano impegnati nella ricerca sul “guadagno di funzione”, e abbiano ingannato il pubblico al riguardo, ha riferito il New York Post.

"Se un'azienda ha approfittato illegalmente dei consumatori durante questo periodo o ha compromesso la sicurezza delle persone per aumentare i propri profitti, sarà ritenuta responsabile", ha affermato Paxton. "Se la politica di salute pubblica è stata sviluppata sulla base di ricerche falsate o fuorvianti, il pubblico deve saperlo".

Paxton ha affermato che Big Pharma aveva un "interesse congenito" nel successo dei suoi vaccini COVID-19, perché hanno generato profitti record.

"Questo interesse congenito, sommato ai rapporti sugli allarmanti effetti collaterali dei vaccini, richiede un'indagine aggressiva", ha affermato.

Nel solo 2022, Pfizer ha raccolto profitti per 31,4 miliardi di dollari su vendite record di 100,3 miliardi di dollari. Le vendite del suo vaccino COVID-19 e Paxlovid, utilizzato per il trattamento del COVID-19, hanno totalizzato 56 miliardi di dollari, più della metà delle entrate annuali di questo produttore di vaccini.

Lo Spikevax di Moderna ha generato circa 18,4 miliardi di dollari di entrate lo scorso anno, rispetto ai 17,7 miliardi di dollari del 2021.

Le vendite di vaccini COVID-19 di Johnson & Johnson nel primo trimestre del 2022 sono state di soli $ 457 milioni, ma nel 2021 le sue vendite di vaccini hanno raggiunto $ 2,4 miliardi.

Paxton ha anche affermato che, poiché i mandati sono stati dettati a livello federale, "questa indagine sulle basi etico-scientifiche su cui sono state prese le decisioni di salute pubblica è di grande importanza".

Nell'ambito dell'indagine, Paxton chiederà alle tre società di fornire la documentazione relativa al processo decisionale sugli interventi in caso di pandemia, "soprattutto quando una finalità di profitto o pressioni politiche potrebbero aver compromesso la salute e la sicurezza degli americani".

L'indagine potrebbe avere implicazioni per l'immunità di cui godono i produttori di vaccini ai sensi del Public Readiness and Emergency Preparedness, o PREP Act, per la produzione di vaccini ai sensi dell'autorizzazione all'uso di emergenza, ha dichiarato Kim Mack Rosenberg, consulente generale per la difesa della salute dei bambini.

“Mi congratulo con il procuratore generale del Texas – ha detto la Rosemberg - che indaga sulle truffe in relazione ai vaccini COVID-19. Poiché queste vaccinazioni sono coperte dal PREP Act e dal Countermeasures Injury Compensation Program (CICP), con uno scudo di responsabilità quasi totale per i produttori, prove di truffa o dolo possono essere una via per ottenere giustizia per i molti che sono stati danneggiati da questi prodotti”.

Il PREP Act infatti non protegge i produttori dalla responsabilità in caso di dolo, o di errata condotta intenzionale.

Ciò significa che, se il procuratore generale del Texas dimostra che le società sono coinvolte in dolo, le persone danneggiate dal vaccino potrebbero avere a disposizione altri metodi oltre al CICP per chiedere un risarcimento per il loro dolore e la loro sofferenza.

“Gli effetti catastrofici della pandemia e i successivi interventi imposti al nostro Paese e ai cittadini meritano un attento esame e stiamo perseguendo al massimo ogni accenno di illecito”, ha affermato Paxton.

Fonte The Defender (RFK)
ASSANGE SCRIVE AL RE D'INGHILTERRA

Dalla "Prigione Belmarsh di Sua Maestà ", Julian Assange ha scritto una lettera al re Carlo III nell'occasione della sua incoronazione. Ecco il testo completo:

A Sua Maestà il Re Carlo III,

In occasione dell’incoronazione del mio sovrano, ho ritenuto opportuno rivolgervi un caloroso invito a commemorare questa importante occasione visitando il Vostro regno nel regno: la prigione di Sua Maestà Belmarsh.

Senza dubbio ricorderete le sagge parole di un famoso drammaturgo: «La qualità della misericordia non è tesa. Cade dal cielo come la dolce pioggia dal cielo sul luogo in cui si trova».

Ah, ma cosa saprebbe quel bardo della pietà di fronte alla resa dei conti all’alba del Vostro storico regno? Dopotutto, si può davvero conoscere la misura di una società da come tratta i suoi prigionieri, e il Vostro regno ha sicuramente eccelso in questo senso.

La prigione di Sua Maestà Belmarsh si trova al prestigioso indirizzo di One Western Way, Londra, a pochi passi dall’Old Royal Naval College di Greenwich. Come dev’essere piacevole che una struttura così stimata porti il Vostro nome.

È qui che sono detenuti 687 dei Vostri fedeli sudditi, confermando il primato del Regno Unito come nazione con la più grande popolazione carceraria dell’Europa occidentale. Come il Vostro nobile governo ha recentemente dichiarato, il Vostro regno sta attualmente attraversando «la più grande espansione di posti in carcere in oltre un secolo», con le Vostre ambiziose proiezioni che mostrano un aumento della popolazione carceraria da 82.000 a 106.000 entro i prossimi quattro anni. Una bella eredità, davvero.

In qualità di prigioniero politico, detenuto per volontà di Vostra Maestà per conto di un sovrano straniero imbarazzato, sono onorato di risiedere tra le mura di questa istituzione di livello mondiale. Davvero, il Vostro regno non conosce limiti.

Durante la Vostra visita, avrete l’opportunità di banchettare con le delizie culinarie preparate per i vostri fedeli sudditi con un generoso budget di due sterline al giorno. Assaporerete le teste di tonno miste e le onnipresenti forme ricostituite che sono presumibilmente fatte di pollo. E non vi preoccupate, perché a differenza di istituzioni minori come Alcatraz o San Quintino, non ci sono pasti comuni in una mensa. A Belmarsh, i prigionieri cenano da soli nelle loro celle, assicurando la massima intimità con il loro pasto.

Al di là dei piaceri gustativi, posso assicurarvi che Belmarsh offre ampie opportunità educative per i Vostri sudditi. Come dice Proverbi 22:6: «Educa un bambino nella via che deve seguire e quando sarà grande non se ne allontanerà». Osserverete le lunghe code al portello delle medicine, dove i detenuti raccolgono le loro prescrizioni, non per l’uso quotidiano, ma per l’esperienza che allarga gli orizzonti di un «grande giorno fuori», tutto in una volta.

Avrete anche l’opportunità di rendere omaggio al mio defunto amico Manoel Santos, un omosessuale che rischiava la deportazione nel Brasile di Bolsonaro e che si è tolto la vita a soli otto metri dalla mia cella usando una rozza corda ricavata dalle sue lenzuola. La sua squisita voce tenorile è stata messa a tacere per sempre.

Avventurandosi nelle profondità di Belmarsh, si trova il luogo più isolato all’interno delle sue mura: Healthcare, o “Hellcare” come lo chiamano amorevolmente i suoi abitanti. Qui vi meraviglierete di regole sensate pensate per la sicurezza di tutti, come il divieto di giocare a scacchi, mentre è consentito il gioco della dama, molto meno pericoloso.

All’interno di Hellcare si trova il luogo più glorioso ed edificante di tutta Belmarsh, anzi, dell’intero Regno Unito: la Belmarsh End of Life Suite, dal nome sublime. Ascoltate attentamente e potrete sentire le grida dei prigionieri: «Fratello, morirò qui dentro», a testimonianza della qualità della vita e della morte all’interno della Vostra prigione.
Ma non temete, perché c’è bellezza da trovare tra queste mura. Rifatevi gli occhi con i pittoreschi corvi che nidificano nel filo spinato e le centinaia di topi affamati che chiamano Belmarsh casa. E se venite in primavera, potreste persino intravedere gli anatroccoli deposti da germani reali all’interno della prigione. Ma non indugiate, perché i topi famelici assicurano loro una vita breve.

Vi imploro, re Carlo, di visitare la prigione di Sua Maestà Belmarsh, poiché è un onore che si addice a un re. Nell’intraprendere il Vostro regno, possa sempre ricordare le parole della Bibbia di Re Giacomo: «Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia»(Matteo 5:7). E possa la misericordia essere la luce guida del Vostro regno, sia all’interno che all’esterno delle mura di Belmarsh.

Il Vostro suddito più devoto,

Julian Assange

(Traduzione di L'Indipendente)
NON C'È NESSUNA EMERGENZA CLIMATICA

Una rete globale di oltre 1501 scienziati e professionisti ha preparato questo messaggio urgente. La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche. Gli scienziati dovrebbero affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale, mentre i politici dovrebbero calcolare spassionatamente i costi reali, così come i benefici immaginari, delle loro scelte politiche. Ecco il documento:

SIA FATTORI NATURALI CHE ANTROPICI CAUSANO IL RISCALDAMENTO

L'archivio geologico rivela che il clima della Terra è variato da quando il pianeta è esistito, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa solo nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.

IL RISCALDAMENTO È MOLTO PIÙ LENTO DEL PREVISTO

Il mondo si è riscaldato molto meno di quanto previsto dall'IPCC sulla base del forzato modello antropogenico. Il divario tra il mondo reale e il mondo dei modelli ci dice che siamo lontani dal comprendere il cambiamento climatico.

LA POLITICA CLIMATICA SI BASA SU MODELLI INADEGUATI

I modelli climatici hanno molti difetti e non sono neanche lontanamente plausibili come strumenti di politica globale. Esagerano l'effetto dei gas serra, come la CO2. Inoltre, ignorano il fatto che l'arricchimento dell'atmosfera con CO2 è benefico.

LA CO2 È IL CIBO DELLE PIANTE, È LA BASE DI TUTTA LA VITA SULLA TERRA

La CO2 non è un inquinante. È essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Più CO2 è vantaggioso per la natura, rendendo più verde la Terra: più CO2 nell'aria ha promosso la crescita della biomassa vegetale globale. È anche benefica per l'agricoltura, poichè aumenta i raccolti delle colture in tutto il mondo.

IL RISCALDAMENTO GLOBALE NON HA AUMENTATO I DISASTRI NATURALI

Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando uragani, inondazioni, siccità e disastri naturali simili, o rendendoli più frequenti. Mentre vi sono ampie prove che le misure di mitigazione della CO2 sono tanto dannose quanto costose.

LA POLITICA CLIMATICA DEVE RISPETTARE LE REALTÀ SCIENTIFICHE ED ECONOMICHE

Non c'è nessuna emergenza climatica. Pertanto, non vi è motivo di panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla dannosa e irrealistica politica di zero emissioni di CO2 proposta per il 2050. Se emergeranno approcci migliori, e certamente lo faranno, avremo tutto il tempo per riflettere e riadattarci. L'obiettivo della politica globale dovrebbe essere "prosperità per tutti", fornendo energia affidabile e conveniente in ogni momento. In una società prospera uomini e donne sono ben istruiti, i tassi di natalità sono bassi e le persone si preoccupano del loro ambiente.

EPILOGO

La Dichiarazione Mondiale sul Clima (WCD) ha riunito una grande varietà di scienziati competenti provenienti da tutto il mondo*. La notevole conoscenza ed esperienza di questo gruppo sono indispensabili per raggiungere una visione equilibrata, spassionata e competente del cambiamento climatico.

D'ora in poi il gruppo funzionerà come "Global Climate Intelligence Group". Il Gruppo CLINTEL fornirà consulenza, richiesta e non richiesta, sui cambiamenti climatici e la transizione energetica a governi e aziende di tutto il mondo.

Il documento originale, con tutti i firmatari divisi per nazione
https://clintel.org/wp-content/uploads/2023/02/WCD-version-02182311035.pdf
POLITICA E LEADERSHIP

Da quando sono diventato un “volto noto” della rete, ricevo ogni tanto delle lettere di qualcuno che mi invita a fondare un partito politico. “Hai molto seguito - mi dicono – e hai certamente la credibilità sufficiente per diventare un buon leader politico.”

Ora, a parte che il termine “molto seguito” è relativo, e limitato al nostro mondo: una persona può anche avere molto seguito nell’ambito della cosidetta controinformazione, ma se poi traduci questi numeri in percentuali assolute, a livello nazionale, ti ritrovi improvvisamente a galleggiare intorno allo zero virgola. In altre parole, a livello nazionale non ti conosce (quasi) nessuno.

Ma non è questo il problema: se uno ha la convinzione e la passione, parte comunque dal quel poco e da lì va avanti. Come dice il proverbio, Roma non fu fatta in un giorno solo.

Il vero problema è un altro, e sta tutto nella parola “leadership”.

Questa idea novecentesca del “trascinatore delle folle” è ormai diventata obsoleta. Nel passato il leader era necessario perchè “lui sapeva” tante cose, e quindi poteva mostrare la strada a chi non le sapeva. Il leader era informato, gli altri no, e quindi poteva guidare. Ma oggi l’informazione è onnipresente e accessibile a tutti, i social permettono un dibattito continuo, e non c’è nulla che uno non possa sapere se ha voglia di saperla.

Se vuoi conoscere la verità sui crimini di Big Pharma puoi farlo. Se vuoi conoscere la verità sul grande inganno della creazione della moneta puoi farlo. Se vuoi conoscere la verità sul caso Kennedy, sull’11 settembre o su qualunque altro evento storico importante, puoi farlo.

Sta quindi al singolo cittadino, nel pieno utilizzo del suo libero arbitrio, di scegliere se e su cosa informarsi volta per volta. E quindi, di sceglier quali armi avrà a disposizione, per combattere le sue battaglie future.

Un cittadino informato è un cittadino armato e pronto a combattere. E a quel punto il “leader carismatico” non serve più a nulla. Anche perchè un leader di quel tipo deve essere necessariamente accentratore, e nessuno oggi può avere la presunzione di essere così infallibile da accentrare in sè tanto potere decisionale, e quindi tante responsabilità.

E poi, con un leader unico, diventa facilissimo trasformarlo in un bersaglio mediatico e affondare insieme a lui l’intero movimento con poche bordate. (Citofonare Grillo per maggiori informazioni).

Con un movimento senza leadership, invece, diventa impossibile colpire i suoi mille componenti singoli. Ne togli uno di mezzo, e altri cento prendono il suo posto.

Durante il Covid, ciascuno di noi ha combattuto la propria battaglia, condividendo le informazioni e determinando volta per volta quali scelte fare, senza bisogno di nessuno che gli indicasse la strada.

Oggi ciascuno di noi deve diventare leader di sè stesso, e possiamo tutti combattere la stessa battaglia, perfettamente alla pari, perfettamente informati, spingendo tutti nella stessa direzione, senza necessariamente dover mettere un volto e un nome a capo di questo movimento.

Ovviamente, rimane comunque il problema della rappresentanza politica. Ma questo è un discorso molto ampio, perchè bisogna mettere in discussione la effettiva possibilità di essere determinanti, agendo dall’interno di un sistema marcio alla radice. Sono sempre di più le persone – me compreso – che ritengono questo ormai impossibile (citofonare Meloni, per maggiori informazioni). Sarà quindi necessario raggiungere prima un peso specifico importante, all’interno della società, prima di poter determinare eventualmente qualche cambiamento significativo nel sistema stesso.

In sintesi: oggi siamo qualche milione, sparsi in tutta Italia, ma uniti da un sentire comune. Quando questo numero sarà almeno raddoppiato, se non triplicato, si potrà cominciare a ragionare in termini di influenza effettiva sul corso della storia.
Fino a quel giorno, ciascuno di noi dovrà continuare a combattere le sue battaglie quotidiane, per far sì che quel numero aumenti il più velocemente possibile. Anche i nostri nemici stanno correndo, nella direzione opposta. Ci stanno venendo incontro, alla velocità di un treno.

Massimo Mazzucco