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VACCINI: MAMME, FRAGILI E ANZIANI, SIETE AVVISATI

Non è necessario essere “complottisti” per rendersi conto dei pericoli causati dal vaccino covid. Basta leggere con attenzione i comunicati dell’AIFA. Lo ha fatto, con sistematica precisione, Silvio Marsaglia (*), il quale giustamente si domanda: ma AIFA e Ministero della Salute si parlano? Perchè a giudicare da certe azioni, sembra che la mano sinistra non sappia quello che fa la destra. Oppure lo sa benissimo, ma fa finta di niente. (Articolo/video su https://www.luogocomune.net/21-medicina-salute/6342-vaccini-mamme,-fragili-e-anziani,-siete-avvisati )
ONU: IL DIRITTO ALLA LOTTA ARMATA

Nel dibattito che si sta sviluppando in questi giorni sulla questione palestinese, molti commentatori dimenticano un fatto importante: da oltre 40 anni le Nazioni Unite hanno ufficialmente riconosciuto il diritto dei popoli sotto occupazione straniera di lottare per la liberazione della propria terra con qualunque mezzo, incluso la lotta armata.

E’ la risoluzione 37/43 dell’Assemblea generale dell’Onu adottata nella 90a plenaria del 3 dicembre 1982. https://www.legal-tools.org/doc/fd351e/pdf/

Le parole esatte sono: [L’Assemblea generale] “2. Riafferma la legittimità della lotta dei popoli per l’indipendenza, l’integrità territoriale, l’unità nazionale e la liberazione dal dominio e dall’occupazione coloniale e straniera con tutti i mezzi disponibili, compresa la lotta armata”.

Lo stesso documento dice anche:

[L’Assemblea generale] “3. Riafferma il diritto inalienabile del popolo della Namibia, del popolo della Palestina e di tutti i popoli sotto dominio straniero o coloniale all’autodeterminazione, all’indipendenza nazionale, all’integrità territoriale, all’unità nazionale e alla sovranità senza alcuna interferenza esterna.”

[L’Assemblea generale] “21. Condanna fortemente le attività espansionistiche di Israele in Medio Oriente e i ripetuti bombardamenti dei civili palestinesi, cosa che costituisce un serio ostacolo alla realizzazione dell’autodeterminazione e dell’indipendenza del popolo palestinese.”

Nessuna seria discussione può essere fatta oggi sulla questione palestinese se non si riparte da questi sacrosanti principi.

Massimo Mazzucco
EU vs. MUSK

Nelle moderne “società democratiche” non è pensabile esercitare apertamente la censura, come si fa invece disinvoltamente nelle dittature. E’ stato quindi necessario inventare un escamotage linguistico, per continuare ad applicare il controllo sulle idee senza apparire dittatoriali. Il termine inventato è “disinformazione”. Il potere si arroga il diritto di stabilire cosa sia “disinformazione”, dopodichè pretende di sopprimere qualunque idea scomoda utilizzando questa etichetta.

E nessuno – questo è il paradosso meraviglioso - può metterla in discussione. Pensateci bene: in una società libera e democratica un autonominatosi giudice delle idee (il famoso fact-checker) stabilisce che una certa testata diffonde “disinformazione”, e quando questa testata chiede di elencare nello specifico dove sarebbe questa “disinformazione”, la risposta gli viene negata.

E’ esattamente quello che è successo a Elon Musk di recente.

In seguito agli eventi in Palestina, il padrone di X ha ricevuto dall’Unione Europea una lettera https://twitter.com/ThierryBreton/status/1711808891757944866 (firmata dal commissario europeo per lo sviluppo digitale, Thierry Bretòn) che lo minaccia apertamente di sanzioni se non rimuoverà i “contenuti illegali” dalla sua piattaforma, senza specificare quali siano questi contenuti illegali.

Vale la pena di leggere alcuni passaggi di questa lettera, per vedere da vicino i toni ambigui ed aggressivi insieme che sono stati usati da Bretòn.

“In seguito agli attacchi terroristici perpetrati da Hamas contro Israele, abbiamo indicazioni che la vostra piattaforma venga usata per diffondere contenuti illegali e disinformazione nell’Unione Europea. […] Quando ricevete un avviso di contenuti illegali per l’Europa, dovete agire tempestivamente nel rimuoverli.[…] Noi abbiano informazioni, da parte di fonti qualificate, di contenuti potenzialmente illegali che circolano sulla vostra piattaforma. […] Vista l’urgenza, mi aspetto che lei si metta in contatto con le le autorità di polizia preposte e con l’Europol, per assicurarci che lei risponda tempestivamente alle loro richieste. […] Vi ricordo che in seguito ad una potenziale indagine, ove risultasse che avete violato queste regole, potremmo imporvi delle sanzioni.”

Di fronte a questa lettera, Musk ha risposto: “Perfavore, elencate le violazioni su X a cui alludete, in modo che il pubblico possa vederle.”

Ma Musk non ha ricevuto risposta.

Da oggi è ufficiale: “lotta alla disinformazione” significa “diritto alla censura, senza obbligo di chiarimenti”. Che bello vivere in democrazia!

Massimo Mazzucco
AUTO ELETTRICA: DOA

“DOA” è un acronimo molto usato dagli americani, che significa Dead On Arrival, ovvero “morto all’arrivo”. Si usa spesso per le emergenze mediche, quando il paziente viene trasportato d’urgenza all’ospedale, ma quando arriva è già morto.

Questa è proprio la fine che rischia di fare l’auto elettrica. Non solo i frequenti incidenti con le batterie al litio fanno da freno sul mercato, ma ora le assicurazioni iniziano a rifiutarsi di assicurare le auto elettriche, oppure applicano rincari fino al 900% sulle vecchie polizze. Leggi l’articolo completo su luogocomune.net
CHI SONO LE VERE “BESTIE”?

Nell’arco di 6 giorni Israele ha rovesciato su Gaza oltre 6000 bombe, quasi la stessa quantità di bombe usate dagli americani in Afghanistan nel corso di un anno. Sono già 2650 i morti palestinesi accertati, più del doppio dei morti causati da Hamas la scorsa settimana. 64.000 sono gli edifici di Gaza gravemente danneggiati, fra cui più di 5.000 quelli già distrutti interamente. E sotto quelle macerie ci sono probabilmente centinaia di cadaveri ancora da scoprire. La popolazione è senza acqua corrente, senza elettricità, e le riserve di cibo stanno per finire. Il sistema di depurazione delle acque è stato distrutto, per cui anche se l’acqua dovesse tornare, non sarebbe comunque potabile. Non essendoci elettricità non funzionano i cellulari, ed è quindi impossibile comunicare una qualunque emergenza. Anche i sistemi fognari sono bloccati. La ambulanze faticano a raggiungere i feriti, a causa delle strade bloccate dalla macerie. A loro volta, gli ospedali sono saturi, e i feriti che continuano ad arrivare vengono curati ormai sul pavimento, con quel poco di medicinali che ancora rimangono. Nessun corridoio umanitario è possibile, nessuno può mandare aiuti alla popolazione palestinese, perchè Israele blocca qualunque tipo di aiuto dall’esterno.

E il mondo resta a guardare. Laddove, la settimana scorsa, i commentatori e i politici servi di Israele si strappavano pubblicamente le vesti, denunciando “con una condanna ferma e irrevocabile l’orrore impronunciabile perpetrato da Hamas”, oggi gli stessi commentatori e gli stessi politici si limitano ad emettere timidi inviti ad Israele “a non esagerare troppo con la loro vendetta”.

Come se fosse qualcosa di lecito. Come se una ritorsione così brutale e inumana, fatta alla luce del sole, contro una popolazione civile totalmente indifesa e incolpevole, fosse qualcosa di assolutamente accettabile per tutto l’occidente.

E poi “le bestie” sarebbero quelle di Hamas.

Massimo Mazzucco

Fonte dati: Al Jazeera Live Tracker https://www.aljazeera.com/news/longform/2023/10/9/israel-hamas-war-in-maps-and-charts-live-tracker
ATTENTATO DI BRUXELLES: LO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE

Ci risiamo, la giostra ricomincia.

La situazione politica si stava facendo insopportabile per Netaniahu, e l’opinione pubblica mondiale si stava rivoltando contro il massacro programmato dei palestinesi di Gaza. Ed ecco che puntuale arriva il solito “folle solitario” che urla “Allah Akbar” e uccide a caso i passanti in una capitale europea, distraendo così l’attenzione dai fatti di Palestina.

Da oggi scompare magicamente la parola “Gaza” dai titoli dei giornali, e compare un nuovo spettacolo pirotecnico che richiama la nostra attenzione su problemi molto più vicini a casa.

Su tutti i quotidiani campeggiano i titoli a nove colonne, che ci indicano chiaramente dove dobbiamo (e dove NON dobbiamo) guardare: il Corriere: “Torna la paura in Europa”. La Repubblica: “Il ritorno del terrore”. La Stampa: “Terrore a Bruxelles”. Il Giornale: “Torna l’ISIS, strage a Bruxelles”. (Fra le grandi testate soltanto “Il Fatto Quotidiano” – onore a Travaglio – non casca nella trappola, relega a pagina 9 l’attentato di Bruxelles, e continua invece a battere il ferro sul vero problema: il titolo a 9 colonne è “Biden, Putin e Xi provano a tenere fermo Netaniahu”).

Ma per tutti i giornali di regime, un singolo attentatore è diventato “l’ISIS”, due morti sono diventati “una strage”, e la legittima paura di chi ha visto l’uomo armato è già diventata “terrore in Europa”.

Come al solito, l’incantatore indica il dito invece della luna, e tutti come dei fessi iniziano già a dimenticarsi del vero problema. In fondo, il popolo è stupido: perchè non approfittarne?

Massimo Mazzucco
GLI UTILI IDIOTI

Mi ha sinceramente stupito il vedere, nelle ultime settimane, i maggiori esponenti della stampa di destra strillare all’unisono come galline spennate contro “il terrorismo di Hamas”. Come se fosse genuino. Forse i vari Belpietro, Capezzone, Porro e Sallusti non sanno che Hamas è una creazione di Netanyahu, il quale ne ha voluto la nascita, e l’ha poi foraggiata in tutti i modi – politicamente ed economicamente - in modo da poterla utilizzare al momento giusto per perseguire la propria agenda personale. Se queste cose le dicessi io, lascerebbero il tempo che trovano. Ma le dice Haaretz, una delle più importanti testate giornalistiche israeliane. Articolo completo su luogocomune.net
Gli utili idioti
I GRANDI ASSENTI

Lo avete notato? Ci sono due grandi assenti dalla stampa nazionale: il “ritorno del covid” e la “crisi climatica”. Questi due temi sono completamente scomparsi dall’informazione di regime, e non è un caso.

All'inizio dell'autunno, le farmaceutiche hanno iniziato ad attrezzarsi per la nuova campagna vaccinale, e hanno cominciato a fare pressione sulla stampa nazionale perchè spargesse fra i cittadini una nuova ondata di paura. E i nostri pennivendoli, ubbidienti, si sono messi di buona lena a pubblicare notizie sul “ritorno del covid” con tutte le sue “pericolosissime varianti”, e sugli ospedali che "ricominciano a riempirsi" in ogni parte d'Italia.

Ma gli è andata male. La paura non c'è stata, la campagna vaccinale non è mai partita, e persino gli stessi medici ora si rifiutano di aderire. Il flop è stato tale che Big Pharma ha deciso di non insistere, e piano piano, senza farsene accorgere, le notizie sul “pericolo covid” sono scomparse dai nostri giornali.

Ci hanno provato anche con il cambiamento climatico. Dopo aver dato la colpa degli incendi estivi - appiccati in realtà dai piromani - a chissà quale congiunzione astrale, i lanzichenecchi della “rivoluzione green” hanno giocato il jolly supremo, con la sceneggiata dell’ “ecoansia” in diretta TV.

Ma anche lì gli è andata male: la pessima interpretazione dell’attricetta da due lire gli si è ritorta contro, l’ecoansia è diventata una barzelletta nazionale, e anche in quel caso i direttori dei giornali hanno deciso che era meglio non insistere su quell’argomento.

Tutto ciò, lo ripeto, non accade casualmente. Ci siamo svegliati, siamo in tanti, e non ci fottono più.

La prova è lì, sulle pagine dei giornali. Oggi sono gli argomenti che non ci sono, quelli mancanti, gli argomenti che contano.

Sia chiaro, siamo sempre una minoranza. Ma ormai siamo in numero sufficiente da determinare il successo o l’insuccesso di certe campagne propagandistiche particolarmente spudorate, come appunto quella sul “ritorno del covid”, o quella sulla “crisi climatica”.

Non finisce qui, naturalmente. Il sistema non si arrende facilmente, e continua nel frattempo ad affinare le sue armi. Altre battaglie ci attendono, più dure e prolungate forse di quelle vissute finora. In particolare, la battaglia decisiva sarà quella sull’introduzione della moneta digitale e del digital wallet, che mirano all’abolizione progressiva del contante, e al controllo integrale della vita di ciascuno di noi.

Ma abbiamo tutto il tempo per prepararci. Ormai le ossa ce le siamo fatte, il nemico lo conosciamo, e daremo sicuramente del filo da torcere a chiunque.

Massimo Mazzucco
CI STIAMO ABITUANDO

Lentamente, ci stiamo abituando. Bomba dopo bomba, cadavere dopo cadavere, giorno dopo giorno, lentamente stiamo accettando l’idea che Israele possa portare avanti impunemente il suo sporco lavoro di pulizia etnica in Palestina. E lo stanno facendo sotto gli occhi di tutti, in modo plateale, alternando ogni bombardamento vigliacco dal cielo ad un grido scandalizzato di “avete visto cosa ci hanno fatto il 7 di ottobre!”

Nei nostri salotti televisivi, sistematicamente, i pochi che si battono ancora per conservare un senso di giustizia vengono sopraffatti dai servi di regime che urlano – anche loro fintamente – allo scandalo del 7 ottobre.

Nessuno riesce a vedere al di là di quella data. Esattamente come è successo per l’Ucraina, dove tutto era sembrato iniziare dal nulla il 24 febbraio 2022, oggi in Palestina tutto sembra essere iniziato il 7 di ottobre. Prima non c’era nulla. Prima c’erano due popoli che convivevano pacificamente l’uno accanto all’altro, felici e sereni, e di colpo uno di loro si è svegliato e ha deciso di fare un massacro.

Ormai la storia dei bambini bruciati vivi e decapitati, delle donne stuprate ed uccise ha preso il sopravvento sulla realtà storica. E non appena una Carmen Lasorella prova a dire (Rete 4, poche sere fa) che non esistono conferme oggettive di queste atrocità, viene subito zittita da un Molinari (direttore di Repubblica) che la redarguisce come una scolaretta, e le impone pubblicamente di scusarsi. Lo stesso Molinari, naturalmente, che si dimentica di dissociarsi quando un ex-ambasciatore di Israele dichiara pubblicamente che “bisogna radere al suolo Gaza con tutti i suoi abitanti”.

Il doppio standard morale dell’occidente è qualcosa di disgustoso. E noi, impotenti, osserviamo tutto questo senza poter fare nulla. Osserviamo i nostri governanti che, vigliaccamente, si astengono dal votare una risoluzione che chiede la sospensione dei bombardamenti, attaccandosi a ridicoli cavilli verbali.

Una volta ancora, la prepotenza sta vincendo sul senso di umanità, l’ingordigia sta prevalendo sulla pietà, l’arroganza sta avendo il sopravvento su qualunque criterio di giustizia.

E tutto questo, non dimentichiamolo, viene fatto in nome della “difesa della democrazia”.

Massimo Mazzucco
PULIZIA ETNICA DI GAZA: ECCO IL DOCUMENTO
Nei giorni scorsi Franco Fracassi ha diffuso la notizia del documento del Ministero dell’Intelligence israeliano nel quale si pianifica la pulizia etnica di Gaza, con relativo trasferimento di tutti i suoi abitanti in Egitto. Ecco il documento, tradotto in italiano (su luogocomune.net).
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Meloni e Tajani: mi vergogno di essere italiano
Per chiarezza: non ho bloccato io i commenti su youtube. Lo ha fatto youtube. Io non ci posso fare niente.
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Netanyahu: "Hitler non voleva sterminare gli ebrei"
EPISTOLA A ROBERT KENNEDY JR.
Lo scrittore e attivista Edward Curtin ha pubblicato una lettera aperta intitolata “Epistola a Robert Kennedy Jr.”, nella quale lo critica per aver preso posizioni spudoratamente a favore dei sionisti di Israele. Non solo una lettera di alto valore morale, ma anche una bella lezione di storia. Leggila su luogocomune.net
Ora luogocomune.net funziona di nuovo. Scusate per l'interruzione.