L'AntiDiplomatico
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🟥 GUERRA E PACE. INTERVISTA A CARLO ROVELLI

☄️ I politici italiani in grande parte vedono l’Italia come un feudo di Washington. Pensano che se non si inchinano al volere dell’Impero, non possono avere spazio. Il governo attuale è arrivato al potere facendo propaganda elettorale sull’idea di un’Italia con più indipendenza, e poi appena arrivato al potere si è steso a zerbino sotto l’America più di quanto l’Italia abbia mai fatto in passato.

🔔 E' un grande onore e privilegio per l'AntiDiplomatico presentare in anteprima assoluta questa meravigliosa intervista di Luca Busca ad un grande pensatore italiano

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🟥 GUERRA E PACE. INTERVISTA A CARLO ROVELLI

☄️Certo che si può dire quanto si vuole nei paesi occidentali. Lo ha spiegato Marcuse molto chiaramente, anni fa. Il potere ha imparato che il dominio è più facile lasciando parlare tutti invece che cercando di zittire chi non è d’accordo. Le voci del dissenso si perdono in una cacofonia di espressioni diversissime, e le voci che emergono sono quelle di chi ha i soldi per controllare i media mainstream. La rete non ha diminuito questo fenomeno, lo ha aumentato. Una piccola rivista di dissenso ai tempi di Stalin era infinitamente più efficace di mille riviste di dissenso in America oggi.

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Il Consiglio per le relazioni americano-islamiche (CAIR) ha denunciato l'ipocrisia del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, di fronte agli avvenimenti nella Striscia di Gaza con questa nota

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⭕️ Per difendere la salute mentale di Biden, Kamala Harris dice "guardate come ha gestito la situazione a Gaza

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🔴 Il disastro culturale e politico del PD in un tweet

P.s. la parola genocidio l'ha usata la Corte internazionale di giustizia

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🟥 GUERRA E PACE. INTERVISTA A CARLO ROVELLI

☄️Quello che è surreale è che i nostri media chiamano la Cina, che non fa guerre da decenni, “aggressiva”. Mentre le portaerei americane, con i cannoni ancora caldi e le pile di cadaveri che hanno sparso nel mondo, sfilano davanti alle sue coste.

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🟥 GUERRA E PACE. INTERVISTA A CARLO ROVELLI

☄️ Non sono anti-occidentale. Non vorrei il prevalere di altri sull’Occidente. Vorrei solo che l’umanità fosse meno deficiente di quello che è, ed evitasse di massacrarsi periodicamente. Per questo serve una logica in cui si riconosca il valore della collaborazione rispetto alla competizione. Il neo-liberalismo che ha sempre più eroso la componente socialista nelle società occidentali è basato sull’assunzione opposta: competizione e conflitto anziché collaborazione.

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"I forti sono tornati di moda: ispirati dalla Linea Surovikin, grazie alla quale la Russia è riuscita a fermare una controffensiva delle forze armate ucraine lo scorso anno, gli eserciti della NATO hanno iniziato a rafforzare le proprie difese sulla stessa falsariga", riporta The Economist.

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Il conflitto fra Israele e Palestina mette bene in luce la disparità di vedute in corso. Una vasta maggioranza globale giudica criminale e immorale l’attuale comportamento dello stato israeliano, anche quando condanna passate azioni di Hamas. Basta leggere la stampa non occidentale, o contare i voti all’assemblea delle Nazioni Uniti, dove le condanne per Israele sono continue, e non diventano politica ufficiale dell’ONU solo perché gli Stati Uniti, in barba alla democrazia, pongono continuamente il veto.

Carlo Rovelli intervistato su l'AntiDiplomatico

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SENTENZA IN OLANDA CONTRO LE ESPORTAZIONI DI COMPONENTI F35 VERSO ISRAELE

Una corte d'appello olandese ha invitato il governo ad interrompere le esportazioni in linea con il pronunciamento della Corte internazionale di giustizia.

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Dal genio di internet
"Molti si chiedono perché Mara Venier, e non Amadeus, abbia dovuto leggere il comunicato pro-Netanyahu. Perché lei e non lui? Risposta: perché l’ambasciatore israeliano a Roma ha protestato contro la conduzione di Mara Venier. È l’ambasciatore israeliano la variabile indipendente. Se la protesta pubblica dell’ambasciatore israeliano fosse arrivata durante la conduzione di Amadeus, sarebbe toccato a lui e non a lei. Realismo politico spiega. Italia non proprio un Paese libero. Prossimo festival di Sanremo a Tel Aviv o forse a Kiev. Così facciamo prima. Viva Ghali."

Alessandro Orsini
"Non guardo e non commento Sanremo per scelta, siccome credo che la macchina mediatica che sperpera soldi di una TV pubblica gira anche, e soprattutto, su chi ne parla anche male (basta che se ne parli!). Quindi per me il sintomo di un paese che alla fine è causa dei suoi mali sono i 14 milioni di spettatori, più chi pubblica e argomenta canzoni e polemiche annesse, e fa incassare comunque il festival del nulla. Però, detto questo, non posso non rilevare e sottolineare lo schifo e la subalternità delle istituzioni alla comunità E(braica), al consolato e ambasciate israeliani (ovvero alla lobby s10nista, perché di ebrei ne conosco che nulla hanno a che fare con questi) quello che si lamenta perché offeso delle sue parole di Ghali contro la guerra, per una semplice frase (stop al genocidio) senza poi neppure accusare direttamente (indicativo, excusatio non petita, accusatio manifesta!) alle quali tutti allora ora debbono ribadire lo sdegno per il 7 ottobre, o addirittura per la shoah, per quale motivo non si è capito poi. Tutto ciò è veramente vergognoso, ridicolo, trattandosi di migliaia di morti ignorati, non può essere."

Lenny Bottai