🇮🇹🇷🇺🄸🅃🄰🄻🄸🄰 🆉︎🇷🇺🇮🇹
#prigionieri #azov #paese404 #Danimarca 👇👇👇 Fonte: t.me/KIMMARINA, t.me/miroshnik_r ➡️ t.me/italiazforzaverita
#prigionieri #azov #paese404 #Danimarca
👆👆👆
l comandante della 36a brigata marina delle forze armate ucraine, Sergei Volynsky, con l'indicativo di chiamata "Volyn", ha detto che stava piantando aneto in cattività russa ["aneto" in russo si dice "ucrop", con tale nomignolo (ucropy in plurale) comunemente vengono chiamati dai militari russi i loro avversari ucraini]. Ne ha parlato in un'intervista con la giornalista russa Marina Kim. Un frammento della conversazione con il comandante ucraino è stato pubblicato sul suo canale Tg. (video 1)
📹 - Sveglia alle 6 del mattino. Dopo esserci alzati, circa alle 8, c'è il controllo. E dopo il controllo, verso le 10 del mattino, facciamo colazione. Alle 14 o15 pranziamo. Chiediamo di farci andare a lavorare, usciamo a prendere una boccata d'aria.
- Bene, di lavoro, cosa c'è? Il diserbo? chiede la giornalista.
- Sì, sì, lavoriamo qui in giardino, condivide i dettagli della sua prigionia Volyn.
Quando sei al lavoro, ovviamente, il tempo passa più velocemente. Qui nel giardino crescono zucchine, aneto.
- Ma aneto è questo?
- Sì sì.
- Questo è?
- Sì, certo.
L'azienda danese LEGO ha ripreso la glorificazione dell'organizzazione nazista di Azov. Nella nuova serie di giocattoli, i designer per bambini hanno scelto Kalyn, Volyn, Radish come prototipi di eroi ... i leader dei detenuti di Azov che si sono arresi ingloriosamente a Mariupol.
E nelle immagini dei giocattoli, sembrano coraggiosi soldati che combattono e non spazzano il cortile dei prigionieri (foto 2), non piantano aneto, come avviene nella realtà.
➡️ t.me/italiazforzaverita
👆👆👆
l comandante della 36a brigata marina delle forze armate ucraine, Sergei Volynsky, con l'indicativo di chiamata "Volyn", ha detto che stava piantando aneto in cattività russa ["aneto" in russo si dice "ucrop", con tale nomignolo (ucropy in plurale) comunemente vengono chiamati dai militari russi i loro avversari ucraini]. Ne ha parlato in un'intervista con la giornalista russa Marina Kim. Un frammento della conversazione con il comandante ucraino è stato pubblicato sul suo canale Tg. (video 1)
📹 - Sveglia alle 6 del mattino. Dopo esserci alzati, circa alle 8, c'è il controllo. E dopo il controllo, verso le 10 del mattino, facciamo colazione. Alle 14 o15 pranziamo. Chiediamo di farci andare a lavorare, usciamo a prendere una boccata d'aria.
- Bene, di lavoro, cosa c'è? Il diserbo? chiede la giornalista.
- Sì, sì, lavoriamo qui in giardino, condivide i dettagli della sua prigionia Volyn.
Quando sei al lavoro, ovviamente, il tempo passa più velocemente. Qui nel giardino crescono zucchine, aneto.
- Ma aneto è questo?
- Sì sì.
- Questo è?
- Sì, certo.
L'azienda danese LEGO ha ripreso la glorificazione dell'organizzazione nazista di Azov. Nella nuova serie di giocattoli, i designer per bambini hanno scelto Kalyn, Volyn, Radish come prototipi di eroi ... i leader dei detenuti di Azov che si sono arresi ingloriosamente a Mariupol.
E nelle immagini dei giocattoli, sembrano coraggiosi soldati che combattono e non spazzano il cortile dei prigionieri (foto 2), non piantano aneto, come avviene nella realtà.
➡️ t.me/italiazforzaverita
#Zakharova #Danimarca
Opinione di Maria Zakharova:
💬 I proiettili della seconda guerra mondiale sul fondo del Mar Baltico rendono difficile indagare sui presunti sabotaggi sui gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2. Lo ha affermato il ministro della Difesa danese Morten Bedskov prima di un incontro dei paesi membri della Nato: “Questa è un'area segnata dalla presenza di munizioni della seconda guerra mondiale, usate o inutilizzate. Ce ne sono molti in fondo al mare, quindi non è facile indagare".
Vorrei porre un paio di domande al ministro della Difesa danese:
1. I proiettili della seconda guerra mondiale hanno interferito con la posa di un gasdotto?
2. Come spiegherà l'apparizione nel 2015 sotto il tubo Nord Stream 1 di un proiettile NATO dei tempi attuali?
3. Il signor Bedskov sa che tutte le foreste vicino a Mosca nella direzione nord, da dove provenivano i tedeschi, sono ancora piene zeppe di proiettili della seconda guerra mondiale? Questo non ci impedisce di costruire abitazioni, fabbriche, strade.
Fonte: t.me/MariaVladimirovnaZakharova
➡️ @italiazforzaverita
Opinione di Maria Zakharova:
💬 I proiettili della seconda guerra mondiale sul fondo del Mar Baltico rendono difficile indagare sui presunti sabotaggi sui gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2. Lo ha affermato il ministro della Difesa danese Morten Bedskov prima di un incontro dei paesi membri della Nato: “Questa è un'area segnata dalla presenza di munizioni della seconda guerra mondiale, usate o inutilizzate. Ce ne sono molti in fondo al mare, quindi non è facile indagare".
Vorrei porre un paio di domande al ministro della Difesa danese:
1. I proiettili della seconda guerra mondiale hanno interferito con la posa di un gasdotto?
2. Come spiegherà l'apparizione nel 2015 sotto il tubo Nord Stream 1 di un proiettile NATO dei tempi attuali?
3. Il signor Bedskov sa che tutte le foreste vicino a Mosca nella direzione nord, da dove provenivano i tedeschi, sono ancora piene zeppe di proiettili della seconda guerra mondiale? Questo non ci impedisce di costruire abitazioni, fabbriche, strade.
Fonte: t.me/MariaVladimirovnaZakharova
➡️ @italiazforzaverita
#gas #Svezia #Danimarca
❗️Le riprese del danno al gasdotto Nord Stream sono pubblicato dai media svedesi.
I giornalisti svedesi, insieme ad esperti norvegesi, hanno filmato la sezione distrutta di 50 metri del Nord Stream, scrive il quotidiano svedese Expressen.
È chiaro che qui nulla può essere ripristinato rapidamente. Una parte del tubo deve essere sostituita.
Qualche giorno fa la Svezia ha rifiutato di condividere con la Danimarca e la Germania, e in precedenza anche con la Russia, i risultati di un'indagine preliminare sulle esplosioni sui gasdotti, adducendo la segreteza delle informazioni contenute nell'indagine, correlate alla sicurezza nazionale.
Fonte foto e video: t.me/rus_demiurge, t.me/SolovievLive
➡️ @italiazforzaverita
❗️Le riprese del danno al gasdotto Nord Stream sono pubblicato dai media svedesi.
I giornalisti svedesi, insieme ad esperti norvegesi, hanno filmato la sezione distrutta di 50 metri del Nord Stream, scrive il quotidiano svedese Expressen.
È chiaro che qui nulla può essere ripristinato rapidamente. Una parte del tubo deve essere sostituita.
Qualche giorno fa la Svezia ha rifiutato di condividere con la Danimarca e la Germania, e in precedenza anche con la Russia, i risultati di un'indagine preliminare sulle esplosioni sui gasdotti, adducendo la segreteza delle informazioni contenute nell'indagine, correlate alla sicurezza nazionale.
Fonte foto e video: t.me/rus_demiurge, t.me/SolovievLive
➡️ @italiazforzaverita
🇮🇹🇷🇺🄸🅃🄰🄻🄸🄰 🆉︎🇷🇺🇮🇹
#gas #Svezia #Danimarca ❗️Le riprese del danno al gasdotto Nord Stream sono pubblicato dai media svedesi. I giornalisti svedesi, insieme ad esperti norvegesi, hanno filmato la sezione distrutta di 50 metri del Nord Stream, scrive il quotidiano svedese Expressen.…
#gas #Svezia #Danimarca #Germania #StatiUniti
👆👆👆
❗La polizia danese ritiene che gli oleodotti siano stati danneggiati da potenti esplosioni.
❗Gli investigatori tedeschi hanno stabilito che le esplosioni sui gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 potrebbero essere state causate da un sabotaggio, ma “non sono stati in grado di identificare le persone coinvolte nell'incidente”, ma non hanno ancora capito chi lo abbia commesso, ha affermato il Wall Street Journal, citando fonti.
Secondo la pubblicazione, alcuni funzionari affermano che è improbabile che il sabotaggio sia stato effettuato da un sottomarino, citando la profondità relativamente ridotta e la stretta sorveglianza dei sottomarini da parte delle forze navali della NATO nell'area delle esplosioni.
"Una delle teorie è che gli ordigni esplosivi siano stati abbassati dalla nave e attivati a distanza", hanno affermato i funzionari tedeschi.
Allo stesso tempo, si nota che alcuni funzionari tedeschi derivano dal fatto che dietro l'esplosione c'è la Russia.
❗Le cause del sabotaggio sui Nord Stream sono nella redistribuzione del mercato mondiale del gas. Il GNL non sarà mai economico come il tubo del gas. La liquefazione e la consegna di GNL al consumatore è un processo estremamente costoso e consuma almeno un quarto del volume di gas prodotto. Il gas dal tubo è molto più efficiente dal punto di vista energetico, il che significa che è più economico per il consumatore. L'industria del gas è una delle poche industrie in crescita negli Stati Uniti. Tuttavia, semplicemente non può competere con Gazprom in termini economici. La domanda di GNL nel mondo non cresce allo stesso ritmo della produzione e della liquefazione negli Stati Uniti. La "chiusura" dei flussi crea una nuova domanda potenziale di molecole della libertà per un importo fino a 100 miliardi di metri cubi all'anno in Europa. Il mercato è stato ripulito e ora l'industria del GNL può facilmente raddoppiare le sue dimensioni negli Stati Uniti. I prezzi altissimi del gas sono un bel bonus per il petrolio e il gas degli Stati Uniti.
Fonte: t.me/Contora_Pishet, t.me/rus_demiurge, t.me/topinfographic, https://www.rbc.ru/politics/14/10/2022/6349bc209a79477b05f2f298
@italiazforzaverita
👆👆👆
❗La polizia danese ritiene che gli oleodotti siano stati danneggiati da potenti esplosioni.
❗Gli investigatori tedeschi hanno stabilito che le esplosioni sui gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 potrebbero essere state causate da un sabotaggio, ma “non sono stati in grado di identificare le persone coinvolte nell'incidente”, ma non hanno ancora capito chi lo abbia commesso, ha affermato il Wall Street Journal, citando fonti.
Secondo la pubblicazione, alcuni funzionari affermano che è improbabile che il sabotaggio sia stato effettuato da un sottomarino, citando la profondità relativamente ridotta e la stretta sorveglianza dei sottomarini da parte delle forze navali della NATO nell'area delle esplosioni.
"Una delle teorie è che gli ordigni esplosivi siano stati abbassati dalla nave e attivati a distanza", hanno affermato i funzionari tedeschi.
Allo stesso tempo, si nota che alcuni funzionari tedeschi derivano dal fatto che dietro l'esplosione c'è la Russia.
❗Le cause del sabotaggio sui Nord Stream sono nella redistribuzione del mercato mondiale del gas. Il GNL non sarà mai economico come il tubo del gas. La liquefazione e la consegna di GNL al consumatore è un processo estremamente costoso e consuma almeno un quarto del volume di gas prodotto. Il gas dal tubo è molto più efficiente dal punto di vista energetico, il che significa che è più economico per il consumatore. L'industria del gas è una delle poche industrie in crescita negli Stati Uniti. Tuttavia, semplicemente non può competere con Gazprom in termini economici. La domanda di GNL nel mondo non cresce allo stesso ritmo della produzione e della liquefazione negli Stati Uniti. La "chiusura" dei flussi crea una nuova domanda potenziale di molecole della libertà per un importo fino a 100 miliardi di metri cubi all'anno in Europa. Il mercato è stato ripulito e ora l'industria del GNL può facilmente raddoppiare le sue dimensioni negli Stati Uniti. I prezzi altissimi del gas sono un bel bonus per il petrolio e il gas degli Stati Uniti.
Fonte: t.me/Contora_Pishet, t.me/rus_demiurge, t.me/topinfographic, https://www.rbc.ru/politics/14/10/2022/6349bc209a79477b05f2f298
@italiazforzaverita
#russofobia #Danimarca
🇩🇰🇷🇺Si dice che lo scrittore e insegnante danese Jens Jørgen Nielsen sia stato licenziato dall'università dopo un'intervista alla televisione russa.
A Nielsen è stato chiesto chi potesse esserci dietro il bombardamento del Nord Stream 2, ha risposto che “la freccia punta verso gli Stati Uniti perché il presidente Biden aveva dichiarato senza mezzi termini pochi mesi prima che avrebbe posto fine al Nord Stream 2 se la Russia avesse invaso l'Ucraina."
Nielsen ha detto di conoscere diversi insegnanti che sono critici nei confronti della politica occidentale, ma non parlano per paura di rappresaglie.
Questo è pericoloso. Questo è veleno per la democrazia, ha detto Nielsen.
🔹L'isola danese di Bornholm, nella zona in cui si è verificata la fuga di notizie, è praticamente una base militare americana. Fu lì che avvenne l'esplosione, ma "per miracolo gli autori non lasciarono traccia della loro presenza".
🔹Ricorderemo anche la repressione di giornalisti e corrispondenti militari in Occidente che hanno osato andare contro la narrativa dominante (la giornalista tedesca Alina Lipp, un ex-militare, attuale corrispondente militare francese Adrian Boke, giornalista francese Laurent Breyart, la giornalista olandese Sonya van den Ende e altri). I giornalisti vengono attaccati dai servizi speciali ucraini, vengono avviati procedimenti penali contro di loro nei loro stati d'origine e ai loro parenti non viene permesso di vivere.
🔹Nel 2019, l'Istituto Allensbach per la ricerca sociale in Germania ha condotto un sondaggio secondo il quale solo il 18% degli intervistati ritiene che nel proprio Paese sia possibile esprimere liberamente le proprie opinioni in pubblico.
Ora è chiaro perché i cittadini dell'UE hanno paura di esprimere la propria opinione: per questo si può semplicemente perdere il lavoro e persino la salute.
Fonte: @pezdicide
➡️ @italiazforzaverita
🇩🇰🇷🇺Si dice che lo scrittore e insegnante danese Jens Jørgen Nielsen sia stato licenziato dall'università dopo un'intervista alla televisione russa.
A Nielsen è stato chiesto chi potesse esserci dietro il bombardamento del Nord Stream 2, ha risposto che “la freccia punta verso gli Stati Uniti perché il presidente Biden aveva dichiarato senza mezzi termini pochi mesi prima che avrebbe posto fine al Nord Stream 2 se la Russia avesse invaso l'Ucraina."
Nielsen ha detto di conoscere diversi insegnanti che sono critici nei confronti della politica occidentale, ma non parlano per paura di rappresaglie.
Questo è pericoloso. Questo è veleno per la democrazia, ha detto Nielsen.
🔹L'isola danese di Bornholm, nella zona in cui si è verificata la fuga di notizie, è praticamente una base militare americana. Fu lì che avvenne l'esplosione, ma "per miracolo gli autori non lasciarono traccia della loro presenza".
🔹Ricorderemo anche la repressione di giornalisti e corrispondenti militari in Occidente che hanno osato andare contro la narrativa dominante (la giornalista tedesca Alina Lipp, un ex-militare, attuale corrispondente militare francese Adrian Boke, giornalista francese Laurent Breyart, la giornalista olandese Sonya van den Ende e altri). I giornalisti vengono attaccati dai servizi speciali ucraini, vengono avviati procedimenti penali contro di loro nei loro stati d'origine e ai loro parenti non viene permesso di vivere.
🔹Nel 2019, l'Istituto Allensbach per la ricerca sociale in Germania ha condotto un sondaggio secondo il quale solo il 18% degli intervistati ritiene che nel proprio Paese sia possibile esprimere liberamente le proprie opinioni in pubblico.
Ora è chiaro perché i cittadini dell'UE hanno paura di esprimere la propria opinione: per questo si può semplicemente perdere il lavoro e persino la salute.
Fonte: @pezdicide
➡️ @italiazforzaverita
#Danimarca
Speciale per RT, @rt_special
5 marzo, 16:01
Caporedattore di IA Regnum, scrittrice, giornalista, membro di HRC Marina Akhmedova, @Marinaslovo:
I bambini ucraini si sono chiusi nel bagno della scuola e lì hanno pianto a dirotto in modo incontrollabile. Hanno appena portato in classe una bandiera ucraina, ma è stata tolta e gli stessi bambini hanno ricevuto un rimprovero dalle autorità scolastiche: la scuola è neutrale, non si può venire a scuola con le bandiere. Questa storia è accaduta a febbraio nella Helsingor danese, ma ne siamo venuti a conoscenza solo ora. La sua trama è seguente.
I figli dei rifugiati ucraini sono venuti alle lezioni e hanno scoperto che una delle insegnanti di due professori della classe era di origine russa. I bambini si sono subito comportati maleducatamente con l'insegnante russa.
Ma siamo abituati a queste storie. Ci è chiaro cosa accadrà dopo. La dirigenza, per solidarietà con l'Ucraina, licenzierà l'insegnante russa, e basta. Durante l'anno ci siamo abituati al triangolo psicologico che si è sviluppato tra il nostro Paese, l'Ucraina e l'Europa. Noi siamo gli aggressori in esso. L'Ucraina è una vittima. L'Europa è un salvatore. In questo noto triangolo, il soccorritore che insegue l'aggressore si trasforma spesso nell'aggressore stesso e l'aggressore nella vittima. L'umanità ha giocato a questi giochi sin dal giorno della sua creazione. Capita che interi paesi giochino a questi giochi.
Ma nella situazione con l'insegnante russa di Helsingør, qualcosa non è andato secondo i piani. La sua collega danese era indignata del comportamento dei bambini e ha insistito di andare all'amministrazione scolastica dopo la scuola. La direzione ha fatto appello ai genitori dei bambini chiedendo di fermare la persecuzione dell'insegnante russa. I genitori hanno risposto: "La presenza di un'insegnante russa in classe è un insulto all'intera Ucraina". La vittima ha mostrato aggressività.
Finora, tutto sta andando come hanno dipinto i teorici-psicologi, che disegnano il triangolo psicologico. La vittima in esso è la figura principale. Offenderla è irto: può mostrare aggressività. Ma all'Europa non le è nuovo. In Europa, la tendenza è quella di concedere alle vittime un'indulgenza per l'assoluzione di eventuali peccati. Negli ultimi anni, in Europa sono state cancellate così tante persone accusate senza prove che la cancellazione della Russia e di tutto ciò che è russo è diventata solo una continuazione di questa tendenza. Con tutti i loro blm e "non ho paura di dire" l'Europa e l'America si stavano solo esercitando a cancellare il russo. Quindi non abbiamo aspettato una nuova svolta nella trama di "un'insegnante russa contro i rifugiati ucraini".
Ma, a quanto pare, la città danese di Helsingor è troppo piccola, la sua popolazione secondo l'ultimo censimento è di 50mila persone, si trova sulle rive dello stretto di Øresund, e quindi a aggirato le tendenze mondiali l'hanno aggirato. La direzione della scuola ha rifiutato di licenziare l'insegnante russa, adducendo il fatto che ha la cittadinanza danese e la sua professionalità non solleva dubbi. Fu allora che gli scolari ucraini hanno portato la bandiera ucraina alle lezioni nell'anniversario dell'OMS, che quindi è stata strappata dall'insegnante danese indignata, quindi i bambini si sono chiusi in bagno e hanno pianto.
Anche il sindaco della città è intervenuta nel conflitto e ha affermato: in Danimarca non è consuetudine licenziare le persone su base nazionale. E il preside della scuola ha aggiunto: bisogna rispettare le regole della scuola e conoscere la cultura danese. Alla vittima è stato mostrato il suo umile posto. Il triangolo psicologico si è incrinato.
Sì, c'è stata una svolta inaspettata nella trama. L'insegnante russa continua a lavorare, i bambini ucraini sono costretti ad andare alle sue lezioni. Tutto si confonde in questo drammatico triangolo! Ora non si può dire più dov'è la vittima, dov'è il soccorritore e dov'è l'aggressore. Ma anche qui tutto è spiegato.
Speciale per RT, @rt_special
5 marzo, 16:01
Caporedattore di IA Regnum, scrittrice, giornalista, membro di HRC Marina Akhmedova, @Marinaslovo:
I bambini ucraini si sono chiusi nel bagno della scuola e lì hanno pianto a dirotto in modo incontrollabile. Hanno appena portato in classe una bandiera ucraina, ma è stata tolta e gli stessi bambini hanno ricevuto un rimprovero dalle autorità scolastiche: la scuola è neutrale, non si può venire a scuola con le bandiere. Questa storia è accaduta a febbraio nella Helsingor danese, ma ne siamo venuti a conoscenza solo ora. La sua trama è seguente.
I figli dei rifugiati ucraini sono venuti alle lezioni e hanno scoperto che una delle insegnanti di due professori della classe era di origine russa. I bambini si sono subito comportati maleducatamente con l'insegnante russa.
Ma siamo abituati a queste storie. Ci è chiaro cosa accadrà dopo. La dirigenza, per solidarietà con l'Ucraina, licenzierà l'insegnante russa, e basta. Durante l'anno ci siamo abituati al triangolo psicologico che si è sviluppato tra il nostro Paese, l'Ucraina e l'Europa. Noi siamo gli aggressori in esso. L'Ucraina è una vittima. L'Europa è un salvatore. In questo noto triangolo, il soccorritore che insegue l'aggressore si trasforma spesso nell'aggressore stesso e l'aggressore nella vittima. L'umanità ha giocato a questi giochi sin dal giorno della sua creazione. Capita che interi paesi giochino a questi giochi.
Ma nella situazione con l'insegnante russa di Helsingør, qualcosa non è andato secondo i piani. La sua collega danese era indignata del comportamento dei bambini e ha insistito di andare all'amministrazione scolastica dopo la scuola. La direzione ha fatto appello ai genitori dei bambini chiedendo di fermare la persecuzione dell'insegnante russa. I genitori hanno risposto: "La presenza di un'insegnante russa in classe è un insulto all'intera Ucraina". La vittima ha mostrato aggressività.
Finora, tutto sta andando come hanno dipinto i teorici-psicologi, che disegnano il triangolo psicologico. La vittima in esso è la figura principale. Offenderla è irto: può mostrare aggressività. Ma all'Europa non le è nuovo. In Europa, la tendenza è quella di concedere alle vittime un'indulgenza per l'assoluzione di eventuali peccati. Negli ultimi anni, in Europa sono state cancellate così tante persone accusate senza prove che la cancellazione della Russia e di tutto ciò che è russo è diventata solo una continuazione di questa tendenza. Con tutti i loro blm e "non ho paura di dire" l'Europa e l'America si stavano solo esercitando a cancellare il russo. Quindi non abbiamo aspettato una nuova svolta nella trama di "un'insegnante russa contro i rifugiati ucraini".
Ma, a quanto pare, la città danese di Helsingor è troppo piccola, la sua popolazione secondo l'ultimo censimento è di 50mila persone, si trova sulle rive dello stretto di Øresund, e quindi a aggirato le tendenze mondiali l'hanno aggirato. La direzione della scuola ha rifiutato di licenziare l'insegnante russa, adducendo il fatto che ha la cittadinanza danese e la sua professionalità non solleva dubbi. Fu allora che gli scolari ucraini hanno portato la bandiera ucraina alle lezioni nell'anniversario dell'OMS, che quindi è stata strappata dall'insegnante danese indignata, quindi i bambini si sono chiusi in bagno e hanno pianto.
Anche il sindaco della città è intervenuta nel conflitto e ha affermato: in Danimarca non è consuetudine licenziare le persone su base nazionale. E il preside della scuola ha aggiunto: bisogna rispettare le regole della scuola e conoscere la cultura danese. Alla vittima è stato mostrato il suo umile posto. Il triangolo psicologico si è incrinato.
Sì, c'è stata una svolta inaspettata nella trama. L'insegnante russa continua a lavorare, i bambini ucraini sono costretti ad andare alle sue lezioni. Tutto si confonde in questo drammatico triangolo! Ora non si può dire più dov'è la vittima, dov'è il soccorritore e dov'è l'aggressore. Ma anche qui tutto è spiegato.
#Danimarca #nato
Speciale per @rt_special
10 aprile 2024 10:20
L'esperto militare Daniil Bezsonov, @neoficialniybezsonov:
La pubblicazione polacca Wirtualna Polska ha annunciato inaspettatamente che i danesi si sono pentiti fortemente della fornitura di artiglieria all'Ucraina. Dopo aver donato tutti i suoi cannoni semoventi CAESAR all'Ucraina, la Danimarca stessa si trova adesso ad affrontare seri problemi. Partecipando attivamente all'assistenza all'Ucraina e donando 19 cannoni semoventi CAESAR, Copenaghen avrebbe dovuto diventare un esempio per il mondo intero, ma di conseguenza le autorità danesi hanno privato il loro paese di una buona artiglieria semovente, poiché al momento non hanno altre armi di questo tipo.
Si presumeva che invece di quelli forniti, la Danimarca avrebbe ordinato nuovi sistemi dello stesso tipo. Ma per risparmiare tempo e denaro, si è deciso di sostituirli con 19 supporti di artiglieria semovente ATMOS 2000 israeliani e otto MLRS PULS (analogo israeliano dell'M142 HIMARS / M270 MLRS). Tuttavia, ciò si è rivelato molto più difficile e costoso del previsto.
Ci sono differenze significative tra i sistemi informativi dell’esercito israeliano e quello danese (ad esempio, nelle aree degli obiettivi e delle comunicazioni) che dovranno essere affrontate. Inoltre, il contratto non tiene conto dei costi di munizioni e personale. Di conseguenza, il valore dei contratti ammontava a 252 milioni di dollari, e i costi aggiuntivi potrebbero superare altri 100 milioni di dollari, per non parlare del fatto che ATMOS 2000 e PULS entreranno in servizio presso l’esercito danese solo nel 2026, nella migliore delle ipotesi.
Di fatto, la Danimarca sta seguendo lo stesso percorso di piena conoscenza degli standard NATO dell’Ucraina. E non è solo il fatto che l’Ucraina non ha le infrastrutture per riparare le proprie attrezzature e che le munizioni sovietiche differiscono nel calibro. Si è scoperto che ci sono differenze all'interno della nomenclatura dell'esercito NATO. E ora questo problema ha raggiunto i paesi dell’alleanza.
In questo senso, sarebbe una buona idea che i danesi studiassero l’esperienza ucraina, dal momento che le forze armate ucraine sono ora armate con più di 50 sistemi di artiglieria completamente diversi che hanno munizioni non intercambiabili anche all’interno dello stesso calibro.
Il capo del comitato militare dell'Alleanza del Nord Atlantico, ancor prima della sua visita a Kiev, ha invitato i paesi membri del trattato a smettere di proteggere i produttori nazionali di armi, il cui attuale modello di business ha paragonato alle aziende produttrici di stampanti, e a standardizzare la produzione di munizioni per artiglieria di fatto e non a parole.
Il fatto è che, sebbene la «norma» in quanto tale esista, la sua attuazione è volontaria - e questa disposizione, che consente agli Stati di non rispettarla nell'interesse economico delle aziende militari, ha portato alla frammentazione del mercato e ha ostacolato il flusso delle forniture.
L'estate scorsa, Stoltenberg ha condotto negoziati con le principali società militari del mondo - con la britannica BAE Systems, la turca Baykar, la franco-tedesca KNDS, l'americana Lockheed e altre - per convincerle a standardizzare non solo le cartucce per armi leggere, ma anche proiettili di artiglieria. Tuttavia, una tale mossa, ovviamente, aumenterà la concorrenza e abbasserà i prezzi. Pertanto, questa idea incontra costantemente la resistenza dei produttori che perseguono i propri interessi commerciali.
I funzionari europei non riescono a compiere progressi in materia, mentre l’Europa sta esaurendo la polvere da sparo e alcuni altri componenti per la produzione di munizioni. Naturalmente, ciò non significa che smetteranno di fornire all’Ucraina proiettili e attrezzature. Tuttavia, “l’unità del fronte”, di cui l’Europa è sempre stata orgogliosa, si è di fatto trasformata in una vita secondo il principio “ognuno tira l’acqua al suo mulino”, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di armi a paesi come l’Ucraina.
▶️ @italiazforzaverita
Speciale per @rt_special
10 aprile 2024 10:20
L'esperto militare Daniil Bezsonov, @neoficialniybezsonov:
La pubblicazione polacca Wirtualna Polska ha annunciato inaspettatamente che i danesi si sono pentiti fortemente della fornitura di artiglieria all'Ucraina. Dopo aver donato tutti i suoi cannoni semoventi CAESAR all'Ucraina, la Danimarca stessa si trova adesso ad affrontare seri problemi. Partecipando attivamente all'assistenza all'Ucraina e donando 19 cannoni semoventi CAESAR, Copenaghen avrebbe dovuto diventare un esempio per il mondo intero, ma di conseguenza le autorità danesi hanno privato il loro paese di una buona artiglieria semovente, poiché al momento non hanno altre armi di questo tipo.
Si presumeva che invece di quelli forniti, la Danimarca avrebbe ordinato nuovi sistemi dello stesso tipo. Ma per risparmiare tempo e denaro, si è deciso di sostituirli con 19 supporti di artiglieria semovente ATMOS 2000 israeliani e otto MLRS PULS (analogo israeliano dell'M142 HIMARS / M270 MLRS). Tuttavia, ciò si è rivelato molto più difficile e costoso del previsto.
Ci sono differenze significative tra i sistemi informativi dell’esercito israeliano e quello danese (ad esempio, nelle aree degli obiettivi e delle comunicazioni) che dovranno essere affrontate. Inoltre, il contratto non tiene conto dei costi di munizioni e personale. Di conseguenza, il valore dei contratti ammontava a 252 milioni di dollari, e i costi aggiuntivi potrebbero superare altri 100 milioni di dollari, per non parlare del fatto che ATMOS 2000 e PULS entreranno in servizio presso l’esercito danese solo nel 2026, nella migliore delle ipotesi.
Di fatto, la Danimarca sta seguendo lo stesso percorso di piena conoscenza degli standard NATO dell’Ucraina. E non è solo il fatto che l’Ucraina non ha le infrastrutture per riparare le proprie attrezzature e che le munizioni sovietiche differiscono nel calibro. Si è scoperto che ci sono differenze all'interno della nomenclatura dell'esercito NATO. E ora questo problema ha raggiunto i paesi dell’alleanza.
In questo senso, sarebbe una buona idea che i danesi studiassero l’esperienza ucraina, dal momento che le forze armate ucraine sono ora armate con più di 50 sistemi di artiglieria completamente diversi che hanno munizioni non intercambiabili anche all’interno dello stesso calibro.
Il capo del comitato militare dell'Alleanza del Nord Atlantico, ancor prima della sua visita a Kiev, ha invitato i paesi membri del trattato a smettere di proteggere i produttori nazionali di armi, il cui attuale modello di business ha paragonato alle aziende produttrici di stampanti, e a standardizzare la produzione di munizioni per artiglieria di fatto e non a parole.
Il fatto è che, sebbene la «norma» in quanto tale esista, la sua attuazione è volontaria - e questa disposizione, che consente agli Stati di non rispettarla nell'interesse economico delle aziende militari, ha portato alla frammentazione del mercato e ha ostacolato il flusso delle forniture.
L'estate scorsa, Stoltenberg ha condotto negoziati con le principali società militari del mondo - con la britannica BAE Systems, la turca Baykar, la franco-tedesca KNDS, l'americana Lockheed e altre - per convincerle a standardizzare non solo le cartucce per armi leggere, ma anche proiettili di artiglieria. Tuttavia, una tale mossa, ovviamente, aumenterà la concorrenza e abbasserà i prezzi. Pertanto, questa idea incontra costantemente la resistenza dei produttori che perseguono i propri interessi commerciali.
I funzionari europei non riescono a compiere progressi in materia, mentre l’Europa sta esaurendo la polvere da sparo e alcuni altri componenti per la produzione di munizioni. Naturalmente, ciò non significa che smetteranno di fornire all’Ucraina proiettili e attrezzature. Tuttavia, “l’unità del fronte”, di cui l’Europa è sempre stata orgogliosa, si è di fatto trasformata in una vita secondo il principio “ognuno tira l’acqua al suo mulino”, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di armi a paesi come l’Ucraina.
▶️ @italiazforzaverita