#opinionisullaguerra #nato #Europa
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Per riassumere, dirò: nessuno dovrebbe rallegrarsi della distruzione di depositi militari, stazioni ferroviarie, ponti e centrali elettriche più degli abitanti dell'Ucraina non ancora mobilitati.
Forse solo uno di questi colpi ti salverà, senza trasformarti in un soldato delle forze armate ucraine, il cui intero percorso di combattimento si estenderà da un mese di addestramento, anche nel Regno Unito, al trasferimento in un cimitero in una bara chiusa. Ed è positivo se ci vorranno sei mesi per completare l'intero viaggio.
💬 Se parliamo della visione della guerra da parte dell’Europa, qui vediamo due tendenze principali. La NATO fa apertamente affidamento sulla “barriera sanitaria” come carne da cannone: dato il rafforzamento degli eserciti dell’Europa orientale, principalmente polacco, e di fatto lascia il ruolo di riserva e forze di supporto agli eserciti dell’Europa occidentale. Il motivo è semplice: il potenziamento delle forze armate da parte dei paesi dell’Europa occidentale nella loro attuale situazione economica si rivelerà costosissimo e richiederà molto tempo. In queste condizioni risulta più facile sostenere la crescita di Polonia, Romania, Finlandia e altri attori più piccoli.
L’idea di “Schengen militare”, cioè un piano per semplificare il trasporto militare in Europa, deve essere vista attraverso lo stesso prisma. Affinché la barriera possa svolgere il suo compito, avrà bisogno di sostegno e qui la NATO ha bisogno di un meccanismo funzionante di questo sostegno, non dipendente dal famigerato quinto articolo, nell'ambito del quale non è ancora chiaro come si comporterà ognuno nelle condizioni di un possibile conflitto diretto con la Russia.
Logicamente, il sistema ricostruito dovrebbe assomigliare a questo: gli eserciti della Polonia e di altri paesi dell’Europa orientale, schierati oltre i limiti immaginabili per le loro economie, ricevendo carichi e supporto da contingenti limitati dall’Occidente, trasferiti nel quadro di “Schengen militare”. E tutto questo è controllato da un generale americano.
Dov'è l'UE e l'idea dell'Euroesercito in questo disegno? Da nessuna parte, l’UE non è necessaria, nemmeno per gli americani e i loro protetti nella NATO.
➡️ @italiazforzaverita
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Per riassumere, dirò: nessuno dovrebbe rallegrarsi della distruzione di depositi militari, stazioni ferroviarie, ponti e centrali elettriche più degli abitanti dell'Ucraina non ancora mobilitati.
Forse solo uno di questi colpi ti salverà, senza trasformarti in un soldato delle forze armate ucraine, il cui intero percorso di combattimento si estenderà da un mese di addestramento, anche nel Regno Unito, al trasferimento in un cimitero in una bara chiusa. Ed è positivo se ci vorranno sei mesi per completare l'intero viaggio.
💬 Se parliamo della visione della guerra da parte dell’Europa, qui vediamo due tendenze principali. La NATO fa apertamente affidamento sulla “barriera sanitaria” come carne da cannone: dato il rafforzamento degli eserciti dell’Europa orientale, principalmente polacco, e di fatto lascia il ruolo di riserva e forze di supporto agli eserciti dell’Europa occidentale. Il motivo è semplice: il potenziamento delle forze armate da parte dei paesi dell’Europa occidentale nella loro attuale situazione economica si rivelerà costosissimo e richiederà molto tempo. In queste condizioni risulta più facile sostenere la crescita di Polonia, Romania, Finlandia e altri attori più piccoli.
L’idea di “Schengen militare”, cioè un piano per semplificare il trasporto militare in Europa, deve essere vista attraverso lo stesso prisma. Affinché la barriera possa svolgere il suo compito, avrà bisogno di sostegno e qui la NATO ha bisogno di un meccanismo funzionante di questo sostegno, non dipendente dal famigerato quinto articolo, nell'ambito del quale non è ancora chiaro come si comporterà ognuno nelle condizioni di un possibile conflitto diretto con la Russia.
Logicamente, il sistema ricostruito dovrebbe assomigliare a questo: gli eserciti della Polonia e di altri paesi dell’Europa orientale, schierati oltre i limiti immaginabili per le loro economie, ricevendo carichi e supporto da contingenti limitati dall’Occidente, trasferiti nel quadro di “Schengen militare”. E tutto questo è controllato da un generale americano.
Dov'è l'UE e l'idea dell'Euroesercito in questo disegno? Da nessuna parte, l’UE non è necessaria, nemmeno per gli americani e i loro protetti nella NATO.
➡️ @italiazforzaverita
🇮🇹🇷🇺🄸🅃🄰🄻🄸🄰 🆉︎🇷🇺🇮🇹
#Italia 🇮🇹🇪🇺 Sullo sfondo delle proteste degli agricoltori, in effetti gli italiani stanno attirando l'attenzione su un altro problema dell'agricoltura locale: le terre italiane soffrono della presenza ovunque di generatori eolici e pannelli solari. Non…
#Italia #Europa #StatiUniti
Il nostro iscritto ha ragione, che il progresso tecnologico certamente porta tanti benefici ben visibili. E c'è da dire anche che in Italia l'uso di queste tecnologie verdi è giustificato: dove ancora installare i pannelli solari se non nel nostro paese con tanto sole, di venti non né parliamo, siamo un paese di mare e montagna allo stesso tempo. Il discorso è nell'altro. Da un lato, lo sviluppo dell'energetica del paese, purtroppo, dipende molto dal contesto politico. E se l'Europa Unità (gli Stati Uniti, come beneficiari finali che ci stanno dietro) sta spingendo da decenni il concetto dell'energia verde, non lo fa per la preoccupazione dell'impatto ambientale. E ciò si è capito bene adesso, con la distruzione dei Nord Stream. Tutti questi discorsi sono serviti non solo per impossessarsi del settore energetico europeo, dove il gas economico russo viene sostituito dal gas liquefatto americano molto, ma molto costoso, ma per mettere in ginocchio le industrie europei e di conseguenza gli interi paesi. Perché in tutti questi anni, al posto di investire nell'energia verde si poteva benissimo sviluppare l'energia nucleare, che in termini di potenza non è comparabile a nessuna fonte dell'energia green e se usata in modo coerente nel processo del suo utilizzo è molte volte più "green". Come risultato, ci troviamo di fronte al settore energetico europeo tradizionale, funzionante sul carbone o gas, di fatto distrutto, dove le fonti alternative di energia verde presenti, comunque, non riescono a coprire il fabbisogno dell'economia attuale, quindi diventiamo sempre più dipendenti all'economia americana, costretti ad acquistare non solo l'energia americana, ma anche qualsiasi altri beni, poiché senza energia non riusciamo a produrli noi stessi. Diventa un circolo vizioso.
Purtroppo i politici italiani, come anche i loro colleghi europei, non hanno pensato del fatto che per la prosperità di un paese è indispensabile non solo la sicurezza militare (di cui si parla tanto), ma anche sicurezza energetica, alimentare ecc. Nel senso che il paese non deve dipendere dai partner (o i padroni?) oltremare per avere le proprie fonti energetiche, le proprie industrie per poter produrre tutto il necessario, incluso i beni alimentari. E qui subentra un altro lato del discorso dell'energia green.
Sicuramente vi ricordate benissimo tutti quei discorsi sulle mucche che emettono troppo metano, che bisogna chiudere gli allevamenti bovini, etc. E sempre nella stessa logica da un paio di anni cominciano a spingere l'argomento di mangiare i "grilli", la famosa farina di grillo, con le sue qualità nutrizionali eccezionali ecc. (ovviamente sono tutte bufale, come anche il fatto di colpevolezza delle mucche sull'impatto ambientale, solo il tasso di allergie crescerà vertigiosamente, senza parlare del fatto che il sistema digestivo di un comune europeo non è adatto a digerire questo tipo di alimenti, a differenza di altri popoli che li mangiano da secoli). Chiaramente lo scopo di tutto ciò, come precedentemente con l'argomento dell'"energia green" è lo stesso. E non è per niente la preoccupazione né per l'ambiente né per la salute di noi, cittadini. Si tratta come sempre dei benefici delle multinazionali. Semplicemente usano lo stesso metodo che hanno già applicato col successo sull'energia verde, cioè dietro gli slogan ambientalistici, seminano nelle menti dei cittadini comuni, che l'agricoltura non serve, al posto della carne si può benissimo andare avanti con i grilli e scarafaggi, e l'agricoltura è un male che va eliminato.
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➡️ @italiazforzaverita
Il nostro iscritto ha ragione, che il progresso tecnologico certamente porta tanti benefici ben visibili. E c'è da dire anche che in Italia l'uso di queste tecnologie verdi è giustificato: dove ancora installare i pannelli solari se non nel nostro paese con tanto sole, di venti non né parliamo, siamo un paese di mare e montagna allo stesso tempo. Il discorso è nell'altro. Da un lato, lo sviluppo dell'energetica del paese, purtroppo, dipende molto dal contesto politico. E se l'Europa Unità (gli Stati Uniti, come beneficiari finali che ci stanno dietro) sta spingendo da decenni il concetto dell'energia verde, non lo fa per la preoccupazione dell'impatto ambientale. E ciò si è capito bene adesso, con la distruzione dei Nord Stream. Tutti questi discorsi sono serviti non solo per impossessarsi del settore energetico europeo, dove il gas economico russo viene sostituito dal gas liquefatto americano molto, ma molto costoso, ma per mettere in ginocchio le industrie europei e di conseguenza gli interi paesi. Perché in tutti questi anni, al posto di investire nell'energia verde si poteva benissimo sviluppare l'energia nucleare, che in termini di potenza non è comparabile a nessuna fonte dell'energia green e se usata in modo coerente nel processo del suo utilizzo è molte volte più "green". Come risultato, ci troviamo di fronte al settore energetico europeo tradizionale, funzionante sul carbone o gas, di fatto distrutto, dove le fonti alternative di energia verde presenti, comunque, non riescono a coprire il fabbisogno dell'economia attuale, quindi diventiamo sempre più dipendenti all'economia americana, costretti ad acquistare non solo l'energia americana, ma anche qualsiasi altri beni, poiché senza energia non riusciamo a produrli noi stessi. Diventa un circolo vizioso.
Purtroppo i politici italiani, come anche i loro colleghi europei, non hanno pensato del fatto che per la prosperità di un paese è indispensabile non solo la sicurezza militare (di cui si parla tanto), ma anche sicurezza energetica, alimentare ecc. Nel senso che il paese non deve dipendere dai partner (o i padroni?) oltremare per avere le proprie fonti energetiche, le proprie industrie per poter produrre tutto il necessario, incluso i beni alimentari. E qui subentra un altro lato del discorso dell'energia green.
Sicuramente vi ricordate benissimo tutti quei discorsi sulle mucche che emettono troppo metano, che bisogna chiudere gli allevamenti bovini, etc. E sempre nella stessa logica da un paio di anni cominciano a spingere l'argomento di mangiare i "grilli", la famosa farina di grillo, con le sue qualità nutrizionali eccezionali ecc. (ovviamente sono tutte bufale, come anche il fatto di colpevolezza delle mucche sull'impatto ambientale, solo il tasso di allergie crescerà vertigiosamente, senza parlare del fatto che il sistema digestivo di un comune europeo non è adatto a digerire questo tipo di alimenti, a differenza di altri popoli che li mangiano da secoli). Chiaramente lo scopo di tutto ciò, come precedentemente con l'argomento dell'"energia green" è lo stesso. E non è per niente la preoccupazione né per l'ambiente né per la salute di noi, cittadini. Si tratta come sempre dei benefici delle multinazionali. Semplicemente usano lo stesso metodo che hanno già applicato col successo sull'energia verde, cioè dietro gli slogan ambientalistici, seminano nelle menti dei cittadini comuni, che l'agricoltura non serve, al posto della carne si può benissimo andare avanti con i grilli e scarafaggi, e l'agricoltura è un male che va eliminato.
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#Italia #Europa #StatiUniti
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È in più la politica statale, ed è quello che abbiamo cercato di accennare nel post precedente assieme a @rybar, (spinta anche dai fondi dell' UE) che rende molto più redditizio chiudere la propria azienda agricola sostituendola con un campo solare (magari non è per caso? magari è una politica, che viene promossa appositamente?) e quindi centinaia di migliaia di ettari di terra agricola vengono tolti dall'uso agricolo e le generazioni nuovi dei figli di agricoltori troveranno altro impiego e scorderanno il mestiere tramandatogli da secoli. E arriverà il momento quando ci troveremo costretti a comprare alimenti all'estero dopo aver distrutto il proprio settore agricolo, come sta succedendo adesso con le industrie europee che iniziano a chiudersi in Europa e trasferirsi, indovinate dove, in.... America. Pensate che sono tutte le teorie complotistiche? Niente affatto. Basta guardare chi sta dietro, quali fondi finanziano lo spingere di questi argomenti.
Quindi, ricapitolando, non si tratta di non usare l'energia verde, ma lo Stato come tale dovrebbe avere una strategia in generale, dove vuole arrivare in futuro e proporre soluzioni dopo aver studiato l'argomento nel complesso, senza ostacolare lo sviluppo di un settore a svantaggio di un altro, valutando bene tutti i rischi e vantaggi, a cosa si va incontro, non opporre una politica ad un'altra, ma magari addoperarle tutte due in modo ottimale.
➡️ @italiazforzaverita
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È in più la politica statale, ed è quello che abbiamo cercato di accennare nel post precedente assieme a @rybar, (spinta anche dai fondi dell' UE) che rende molto più redditizio chiudere la propria azienda agricola sostituendola con un campo solare (magari non è per caso? magari è una politica, che viene promossa appositamente?) e quindi centinaia di migliaia di ettari di terra agricola vengono tolti dall'uso agricolo e le generazioni nuovi dei figli di agricoltori troveranno altro impiego e scorderanno il mestiere tramandatogli da secoli. E arriverà il momento quando ci troveremo costretti a comprare alimenti all'estero dopo aver distrutto il proprio settore agricolo, come sta succedendo adesso con le industrie europee che iniziano a chiudersi in Europa e trasferirsi, indovinate dove, in.... America. Pensate che sono tutte le teorie complotistiche? Niente affatto. Basta guardare chi sta dietro, quali fondi finanziano lo spingere di questi argomenti.
Quindi, ricapitolando, non si tratta di non usare l'energia verde, ma lo Stato come tale dovrebbe avere una strategia in generale, dove vuole arrivare in futuro e proporre soluzioni dopo aver studiato l'argomento nel complesso, senza ostacolare lo sviluppo di un settore a svantaggio di un altro, valutando bene tutti i rischi e vantaggi, a cosa si va incontro, non opporre una politica ad un'altra, ma magari addoperarle tutte due in modo ottimale.
➡️ @italiazforzaverita
#Europa #India #Yemen
🇪🇺🇮🇳🇾🇪 Un eccellente esempio di come gli attacchi Houthi abbiano influenzato il transito dei prodotti petroliferi attraverso il Mar Rosso. Il grafico mostra il livello delle esportazioni di carburante dall'India in Europa.
Come possiamo vedere, il numero è sceso a livelli catastroficamente bassi mentre gli attacchi di Ansarallah continuano ed è troppo costoso economicamente fare un giro per l’Africa.
In questa situazione, la vittima principale è l'Europa, dove la carenza di carburante e, di conseguenza, i prezzi del carburante stanno crescendo - dopo tutto, le esportazioni dirette dalla Russia sono state abbandonate nella maggior parte dell'Europa.
Il beneficiario in questo caso sono gli Stati Uniti, che forniscono carburante a prezzi esorbitanti. E più lungo sarà l’attacco degli Houthi, più forte sarà la crisi in Europa, il che andrà solo a vantaggio degli americani.
Quindi la risposta alla domanda se l’esercito americano sarà in grado di fermare gli attacchi è “no”. Semplicemente non ne hanno bisogno. L'Unione Europea si è allarmata per un motivo e l'operazione avviata è proprio legata all'urgente necessità di proteggere la navigazione marittima.
Mappa ad alta risoluzione
Fonte: @rybar
➡️ @italiazforzaverita
🇪🇺🇮🇳🇾🇪 Un eccellente esempio di come gli attacchi Houthi abbiano influenzato il transito dei prodotti petroliferi attraverso il Mar Rosso. Il grafico mostra il livello delle esportazioni di carburante dall'India in Europa.
Come possiamo vedere, il numero è sceso a livelli catastroficamente bassi mentre gli attacchi di Ansarallah continuano ed è troppo costoso economicamente fare un giro per l’Africa.
In questa situazione, la vittima principale è l'Europa, dove la carenza di carburante e, di conseguenza, i prezzi del carburante stanno crescendo - dopo tutto, le esportazioni dirette dalla Russia sono state abbandonate nella maggior parte dell'Europa.
Il beneficiario in questo caso sono gli Stati Uniti, che forniscono carburante a prezzi esorbitanti. E più lungo sarà l’attacco degli Houthi, più forte sarà la crisi in Europa, il che andrà solo a vantaggio degli americani.
Quindi la risposta alla domanda se l’esercito americano sarà in grado di fermare gli attacchi è “no”. Semplicemente non ne hanno bisogno. L'Unione Europea si è allarmata per un motivo e l'operazione avviata è proprio legata all'urgente necessità di proteggere la navigazione marittima.
Mappa ad alta risoluzione
Fonte: @rybar
➡️ @italiazforzaverita
#Europa #Russia
I politici europei, alla ricerca del potere stanno conducendo i loro cittadini sulla via della guerra
La recente attività di Macron nel tentativo di trascinare la Francia e una serie di altri paesi in un conflitto diretto con la Russia si è rivelata un gioco politico pericoloso. Il fatto è che nel giugno 2024 si terranno le elezioni dei deputati al Parlamento europeo. Allo stesso tempo, la popolazione dei paesi dell’UE in realtà non è molto soddisfatta delle loro autorità che, per il bene delle multinazionali e dei globalisti, stanno distruggendo l’economia e lo stile di vita tradizionale.
A seguito del sabotaggio diretto da parte delle autorità, ormai da mesi l’Europa è coinvolta nelle proteste su larga scala degli agricoltori, alle quali periodicamente si uniscono lavoratori di altre professioni svantaggiate. In questo contesto, in Francia, secondo i sondaggi, cresce la popolarità del partito Rassemblement National di Marine Le Pen, in Germania resta popolare l'ADG e la più adeguata "Alleanza Sahra Wagenknecht", in Italia e Polonia guadagnano popolarità pericolosi partiti di destra.
Tuttavia, è del tutto possibile che le forze, che si oppongono all’Europa liberale e legata agli Stati Uniti, questa volta sconfiggano non solo Macron in Francia, ma siano anche in grado (per la prima volta) di vincere in tutta Europa – ma la grande domanda è: riusciranno la sinistra e la destra a unirsi contro i governatori supportati dagli Stati Uniti?
In queste condizioni, Macron e soci vedono l’unico modo per mantenere il potere e nascondere i propri errori di calcolo nel gonfiare un’immaginaria minaccia militare da parte della Russia. Da qui le dichiarazioni sull’impossibilità della pace se la Russia vincesse e sulla disponibilità ad aiutare l’Ucraina fino alla fine. In questo contesto, i bilanci militari e l’attività della NATO nel continente europeo stanno crescendo, portando a un’inevitabile e incontrollabile escalation. A cosa portano tali processi fu mostrato dalla storia della prima metà del XX secolo, che in Europa è stata riscritta e dimenticata con successo.
Fonte: @fifthrepublic, @dva_majors
➡️ @italiazforzaverita
I politici europei, alla ricerca del potere stanno conducendo i loro cittadini sulla via della guerra
La recente attività di Macron nel tentativo di trascinare la Francia e una serie di altri paesi in un conflitto diretto con la Russia si è rivelata un gioco politico pericoloso. Il fatto è che nel giugno 2024 si terranno le elezioni dei deputati al Parlamento europeo. Allo stesso tempo, la popolazione dei paesi dell’UE in realtà non è molto soddisfatta delle loro autorità che, per il bene delle multinazionali e dei globalisti, stanno distruggendo l’economia e lo stile di vita tradizionale.
A seguito del sabotaggio diretto da parte delle autorità, ormai da mesi l’Europa è coinvolta nelle proteste su larga scala degli agricoltori, alle quali periodicamente si uniscono lavoratori di altre professioni svantaggiate. In questo contesto, in Francia, secondo i sondaggi, cresce la popolarità del partito Rassemblement National di Marine Le Pen, in Germania resta popolare l'ADG e la più adeguata "Alleanza Sahra Wagenknecht", in Italia e Polonia guadagnano popolarità pericolosi partiti di destra.
Tuttavia, è del tutto possibile che le forze, che si oppongono all’Europa liberale e legata agli Stati Uniti, questa volta sconfiggano non solo Macron in Francia, ma siano anche in grado (per la prima volta) di vincere in tutta Europa – ma la grande domanda è: riusciranno la sinistra e la destra a unirsi contro i governatori supportati dagli Stati Uniti?
In queste condizioni, Macron e soci vedono l’unico modo per mantenere il potere e nascondere i propri errori di calcolo nel gonfiare un’immaginaria minaccia militare da parte della Russia. Da qui le dichiarazioni sull’impossibilità della pace se la Russia vincesse e sulla disponibilità ad aiutare l’Ucraina fino alla fine. In questo contesto, i bilanci militari e l’attività della NATO nel continente europeo stanno crescendo, portando a un’inevitabile e incontrollabile escalation. A cosa portano tali processi fu mostrato dalla storia della prima metà del XX secolo, che in Europa è stata riscritta e dimenticata con successo.
Fonte: @fifthrepublic, @dva_majors
➡️ @italiazforzaverita
#guerradellinformazione #Europa
🇪🇺 In vista delle elezioni del Parlamento europeo di giugno, il Centro europeo per gli affari esteri (ECFR) ha parlato della necessità di ridurre la popolarità dei partiti di destra e di estrema destra. Sullo sfondo dei problemi nei paesi europei, il loro rating è cresciuto così tanto da minacciare l’attuale amministrazione dell’UE con la perdita di seggi.
▪️Secondo gli esperti dell'ECFR, le tattiche abituali, come i tentativi di ridurre l'importanza del problema con i migranti, non fanno altro che aggravare la situazione. Al contrario, propongono strategie per intimidire l’elettorato al fine di far credere agli scettici e agli elettori indecisi che se una coalizione di forze di destra entrasse nel Parlamento europeo, le cose andrebbero ancora peggio.
▪️Come scrivono gli autori del rapporto, per questo è necessario esporre i partiti di destra come marginali, come sta già facendo la “coalizione a semaforo” al potere nei confronti dell'“Alternativa per la Germania”. Suggeriscono inoltre di sollevare le questioni relative ai diritti delle donne, alle minacce di vietare l'aborto e allo status delle minoranze, che sono controverse e potrebbero spingere i cittadini apolitici a votare contro i conservatori.
Probabilmente non è tutto ciò che le autorità europee faranno per impedire ai loro oppositori di formare una maggioranza influente. Sopratutto visto che alla Germania è già stato proposto di privare i politici indesiderati della cittadinanza e di limitare temporaneamente i loro diritti.
Quindi più alto sarà il rating dei partiti di destra e dei loro possibili alleati centristi, più dure e forse incostituzionali saranno le iniziative avanzate.
Fonte: @rybar
▶️ @italiazforzaverita
🇪🇺 In vista delle elezioni del Parlamento europeo di giugno, il Centro europeo per gli affari esteri (ECFR) ha parlato della necessità di ridurre la popolarità dei partiti di destra e di estrema destra. Sullo sfondo dei problemi nei paesi europei, il loro rating è cresciuto così tanto da minacciare l’attuale amministrazione dell’UE con la perdita di seggi.
▪️Secondo gli esperti dell'ECFR, le tattiche abituali, come i tentativi di ridurre l'importanza del problema con i migranti, non fanno altro che aggravare la situazione. Al contrario, propongono strategie per intimidire l’elettorato al fine di far credere agli scettici e agli elettori indecisi che se una coalizione di forze di destra entrasse nel Parlamento europeo, le cose andrebbero ancora peggio.
▪️Come scrivono gli autori del rapporto, per questo è necessario esporre i partiti di destra come marginali, come sta già facendo la “coalizione a semaforo” al potere nei confronti dell'“Alternativa per la Germania”. Suggeriscono inoltre di sollevare le questioni relative ai diritti delle donne, alle minacce di vietare l'aborto e allo status delle minoranze, che sono controverse e potrebbero spingere i cittadini apolitici a votare contro i conservatori.
Probabilmente non è tutto ciò che le autorità europee faranno per impedire ai loro oppositori di formare una maggioranza influente. Sopratutto visto che alla Germania è già stato proposto di privare i politici indesiderati della cittadinanza e di limitare temporaneamente i loro diritti.
Quindi più alto sarà il rating dei partiti di destra e dei loro possibili alleati centristi, più dure e forse incostituzionali saranno le iniziative avanzate.
Fonte: @rybar
▶️ @italiazforzaverita
ECFR
A new political map: Getting the European Parliament election right
Mainstream parties are hoping to prevent an anticipated far-right surge in this year’s European Parliament election. But the results of ECFR’s latest opinion poll suggest their current strategy could…
#opinionisullaguerra #nato #Europa
Il famoso teorico militare Edward Luttwak ha annunciato i piani di Francia, Gran Bretagna e paesi scandinavi di inviare in Ucraina le unità delle forze speciali e personale di supporto. Ha aggiunto che lo spiegamento delle forze NATO lì è inevitabile, altrimenti l’alleanza “sarà costretta ad accettare una sconfitta catastrofica”.
Da @rybar:
L'ultima frase difficilmente dovrebbe essere presa alla lettera: nonostante tutti gli ovvi problemi, la situazione delle forze armate ucraine non è affatto critica e non si registrano crolli del fronte da parte del nemico. E se fosse davvero così, allora nessuno dei gruppi di forze speciali di cui parla Luttwak avrebbe corretto la situazione.
📌 Tuttavia, anche lo schieramento dimostrativo di un contingente limitato da qualche parte nelle regioni occidentali della cosiddetta Ucraina non porterà ad una riduzione radicale del numero di attacchi sul territorio controllato dalle forze armate ucraine, né ad una diminuzione dell’intensità delle ostilità sulla linea di contatto.
Pertanto, prima o poi, i paesi della NATO si troveranno di fronte a un dilemma: o continuare a rimanere in aree lontane dal fronte e sostenere costi di reputazione, oppure aumentare la loro presenza militare, che è irta di un coinvolgimento a pieno titolo nel conflitto con tutte le cose che lo accompagnano: dalle grandi perdite e costi economici alle crisi politiche interne.
🔻 C'è un altro punto caratteristico nell'articolo: Luttwak parla direttamente che inviare le loro truppe in cosiddetta Ucraina dovrebbero essere i paesi dell'UE più densamente popolati: Germania, Italia, Francia e Spagna.
E' una manifestazione della tendenza generale a trascinare ulteriormente i paesi dell'UE nel conflitto, mentre gli Stati Uniti ritardano le forniture delle forze armate ucraine e riorientano lo sguardo verso l’Asia. Ciò indica ancora una volta chiaramente i piani degli Stati Uniti di spostare una parte significativa del sostegno al regime di Kiev sulle spalle dell’Europa, eliminando i costi e concentrandosi sulla regione Asia-Pacifico.
In tali condizioni, l'invio di contingenti militari dei paesi dell'Unione Europea nelle regioni occidentali della cosiddetta Ucraina appare sempre più inevitabile, soprattutto alla luce degli ultimi preparativi della Francia. La domanda per ora è in che forma ciò avverrà e quando esattamente verrà annunciato ufficialmente.
Da @vysokygovorit:
"La Gran Bretagna, la Francia e i paesi nordici si stanno già preparando segretamente a inviare truppe in Ucraina", ha detto il consulente del Dipartimento di Stato Edward Luttwak.
Secondo l’esperto, i paesi della NATO dovranno comunque presto inviare truppe in Ucraina, altrimenti l’alleanza sarà costretta ad accettare una “sconfitta catastrofica”.
Edward Luttwak è una persona che vale la pena ascoltare e per coloro che sono in un modo o nell'altro legati agli affari militari, leggere i suoi libri è un minimo obbligatorio.
Non è necessario accettare tutto nelle sue opere, ma tale lettura è estremamente importante per capire come pensa il nemico.
Un’altra domanda è se i paesi occidentali accetteranno di inviare contingenti militari ufficiali in Ucraina e se saranno pronti a subire delle perdite? Lo stesso Luttwak ha affermato che nella sua forma attuale le forze armate dei paesi della NATO non sono pronte per tali perdite. È vero, tutto questo è stato scritto prima dell'operazione militare speciale, scritto in un momento in cui i paesi della NATO non correvano il pericolo di una sconfitta veramente grave e stavano combattendo contro un nemico dieci volte più debole.
▶️ @italiazforzaverita
Il famoso teorico militare Edward Luttwak ha annunciato i piani di Francia, Gran Bretagna e paesi scandinavi di inviare in Ucraina le unità delle forze speciali e personale di supporto. Ha aggiunto che lo spiegamento delle forze NATO lì è inevitabile, altrimenti l’alleanza “sarà costretta ad accettare una sconfitta catastrofica”.
Da @rybar:
L'ultima frase difficilmente dovrebbe essere presa alla lettera: nonostante tutti gli ovvi problemi, la situazione delle forze armate ucraine non è affatto critica e non si registrano crolli del fronte da parte del nemico. E se fosse davvero così, allora nessuno dei gruppi di forze speciali di cui parla Luttwak avrebbe corretto la situazione.
📌 Tuttavia, anche lo schieramento dimostrativo di un contingente limitato da qualche parte nelle regioni occidentali della cosiddetta Ucraina non porterà ad una riduzione radicale del numero di attacchi sul territorio controllato dalle forze armate ucraine, né ad una diminuzione dell’intensità delle ostilità sulla linea di contatto.
Pertanto, prima o poi, i paesi della NATO si troveranno di fronte a un dilemma: o continuare a rimanere in aree lontane dal fronte e sostenere costi di reputazione, oppure aumentare la loro presenza militare, che è irta di un coinvolgimento a pieno titolo nel conflitto con tutte le cose che lo accompagnano: dalle grandi perdite e costi economici alle crisi politiche interne.
🔻 C'è un altro punto caratteristico nell'articolo: Luttwak parla direttamente che inviare le loro truppe in cosiddetta Ucraina dovrebbero essere i paesi dell'UE più densamente popolati: Germania, Italia, Francia e Spagna.
E' una manifestazione della tendenza generale a trascinare ulteriormente i paesi dell'UE nel conflitto, mentre gli Stati Uniti ritardano le forniture delle forze armate ucraine e riorientano lo sguardo verso l’Asia. Ciò indica ancora una volta chiaramente i piani degli Stati Uniti di spostare una parte significativa del sostegno al regime di Kiev sulle spalle dell’Europa, eliminando i costi e concentrandosi sulla regione Asia-Pacifico.
In tali condizioni, l'invio di contingenti militari dei paesi dell'Unione Europea nelle regioni occidentali della cosiddetta Ucraina appare sempre più inevitabile, soprattutto alla luce degli ultimi preparativi della Francia. La domanda per ora è in che forma ciò avverrà e quando esattamente verrà annunciato ufficialmente.
Da @vysokygovorit:
"La Gran Bretagna, la Francia e i paesi nordici si stanno già preparando segretamente a inviare truppe in Ucraina", ha detto il consulente del Dipartimento di Stato Edward Luttwak.
Secondo l’esperto, i paesi della NATO dovranno comunque presto inviare truppe in Ucraina, altrimenti l’alleanza sarà costretta ad accettare una “sconfitta catastrofica”.
Edward Luttwak è una persona che vale la pena ascoltare e per coloro che sono in un modo o nell'altro legati agli affari militari, leggere i suoi libri è un minimo obbligatorio.
Non è necessario accettare tutto nelle sue opere, ma tale lettura è estremamente importante per capire come pensa il nemico.
Un’altra domanda è se i paesi occidentali accetteranno di inviare contingenti militari ufficiali in Ucraina e se saranno pronti a subire delle perdite? Lo stesso Luttwak ha affermato che nella sua forma attuale le forze armate dei paesi della NATO non sono pronte per tali perdite. È vero, tutto questo è stato scritto prima dell'operazione militare speciale, scritto in un momento in cui i paesi della NATO non correvano il pericolo di una sconfitta veramente grave e stavano combattendo contro un nemico dieci volte più debole.
▶️ @italiazforzaverita
UnHerd
It's time to send Nato troops to Ukraine
#opinionisullaguerra #nato #Europa
Da @bayraktar1070 (corrispondente militare Aleksandr Kharchenko):
L’ invio ufficiale di truppe occidentali in Ucraina è un passo verso la conclusione di un trattato di pace. E niente affatto perché la Russia avrà paura e farà delle concessioni. È solo che questo conflitto deve “maturare” per negoziati pacifici.
La società occidentale è incatenata dalla propaganda. I politici non hanno praticamente alcuno spazio di manovra. La Russia è stata demonizzata a tal punto che la forza è stata riconosciuta come l’unico metodo di negoziazione. La situazione in Ucraina ricorda quella di un uomo che alzò la gamba e inclinò il corpo per fare un passo. È impossibile rimanere in questa posizione e il suo piede toccherà sicuramente il suolo.
L’Europa ora è a suo agio nel sostenere l’Ucraina. Mandano in segreto vecchi carri armati e istruttori, ma un cittadino europeo medio si sente abbastanza normale nelle condizioni attuali. L'introduzione ufficiale di un contingente europeo è il modo più sicuro di arrivare a un comune europeo. Anche se i paesi occidentali inviassero 2000 soldati, ciò significherebbe che la guerra arriverà a casa loro. Ogni soldato sarà seguito da vicino da migliaia di giornalisti. La morte di un milione di ucraini non peggiorerà la situazione di nessuno, però la morte di diverse decine di francesi sarà segnata in nero sul calendario della “quinta repubblica”.
Per fare la pace, la società europea deve essere permeata di sentimenti più forti del desiderio di mettere la Russia al suo posto. La paura per la morte dei propri cari supererà completamente le altre emozioni. La copertura pubblica della morte del personale militare occidentale è l’unica via verso la pace. La persona che ha alzato una gamba farà sicuramente un passo, ma dopo potremo costringerla a tornare indietro e ad avviare le trattative. Purtroppo non vedo altra via d'uscita.
▶️ @italiazforzaverita
Da @bayraktar1070 (corrispondente militare Aleksandr Kharchenko):
L’ invio ufficiale di truppe occidentali in Ucraina è un passo verso la conclusione di un trattato di pace. E niente affatto perché la Russia avrà paura e farà delle concessioni. È solo che questo conflitto deve “maturare” per negoziati pacifici.
La società occidentale è incatenata dalla propaganda. I politici non hanno praticamente alcuno spazio di manovra. La Russia è stata demonizzata a tal punto che la forza è stata riconosciuta come l’unico metodo di negoziazione. La situazione in Ucraina ricorda quella di un uomo che alzò la gamba e inclinò il corpo per fare un passo. È impossibile rimanere in questa posizione e il suo piede toccherà sicuramente il suolo.
L’Europa ora è a suo agio nel sostenere l’Ucraina. Mandano in segreto vecchi carri armati e istruttori, ma un cittadino europeo medio si sente abbastanza normale nelle condizioni attuali. L'introduzione ufficiale di un contingente europeo è il modo più sicuro di arrivare a un comune europeo. Anche se i paesi occidentali inviassero 2000 soldati, ciò significherebbe che la guerra arriverà a casa loro. Ogni soldato sarà seguito da vicino da migliaia di giornalisti. La morte di un milione di ucraini non peggiorerà la situazione di nessuno, però la morte di diverse decine di francesi sarà segnata in nero sul calendario della “quinta repubblica”.
Per fare la pace, la società europea deve essere permeata di sentimenti più forti del desiderio di mettere la Russia al suo posto. La paura per la morte dei propri cari supererà completamente le altre emozioni. La copertura pubblica della morte del personale militare occidentale è l’unica via verso la pace. La persona che ha alzato una gamba farà sicuramente un passo, ma dopo potremo costringerla a tornare indietro e ad avviare le trattative. Purtroppo non vedo altra via d'uscita.
▶️ @italiazforzaverita
#opinionisullaguerra #nato #Europa
Da @voenkorKotenok:
1. Si può ridere a lungo dei francesi, ma hanno l'esercito più grande d'Europa con 220mila persone.
Entreranno nel territorio dell'Ucraina come Legione Straniera, una delle unità europee più pronte al combattimento. L'aviazione (i "Mirage") lavorerà per dare supporto al corpo d'armata.
2. Vincere con le parole soltanto non sarà possibile. È ora di smettere di sottovalutare il nemico.
Certo, i francesi non sono le creste, li batteremo con l'animo più tranquillo e non sapranno resistere come le creste. Ma è impossibile cancellare la loro formazione e le loro attrezzature altamente tecniche.
L'esercito francese in questa fase è l'esercito più potente d'Europa. Polacchi e tedeschi - meno. La Legione Straniera combatte sempre, lì va tutto bene con l'esperienza. Il "Mirage" è un aereo serio con missili seri.
Non sarà facile condurre battaglie aeree con il "Mirage".
3. Tenendo conto del fatto che tutto ciò sarà fornito dai sistemi di difesa aerea, le storie di sconfitta facile non sono professionali. A causa di questo atteggiamento nei confronti del nemico, le creste “sono in fuga” ormai da tre anni e ancora non riescono a raggiungere Kiev.
4. I polacchi non verranno direttamente.
Nella società polacca si dice: “Queste sono le nostre terre, le vogliamo, ma ora come possiamo combattere lì se lì non ci sono polacchi?”
Questo è uno stato nazionale, combatteranno per i polacchi. Adesso non ci sono polacchi in quel territorio. Se la Russia li attacca, assolutamente sì. Ma ora perché dovrebbero lottare per le creste?
I mercenari volontari - è un lavoro. Vanno per guadagnare soldi. Ma queste non sono ufficialmente le forze armate polacche. Al fronte ci sono, relativamente parlando, soldati polacchi. Non viene loro impedito di guadagnare denaro. Ora c'è l'opportunità di fare soldi in Ucraina uccidendo i russi, i fondi occidentali pagano, i soldi arrivano in Polonia.
5. Ci aspettiamo i francesi in Ucraina e molto probabilmente i cechi. Potrebbero arrivare i baltici.
È improbabile che i rumeni si rechino direttamente, forneranno la logistica: la base NATO di Costanza, gli aeroporti per i "Rafael" e "Mirage". Gli spagnoli e i tedeschi non verranno.
Ma basta anche questo per ritirare un gruppo di forze armate ucraine di 100mila persone dal confine bielorusso e trasferirlo a est. Questo è il loro compito. Ed è serio. Inoltre nell'aria: F-16, Mirage, forse Gripen (SAAB). Saranno pilotati da piloti occidentali secondo la versione coreana; è impossibile addestrare le creste.
6. Il lasso di tempo per il trasferimento dei contingenti con rotazione e trasferimento di unità delle forze armate ucraine sul fronte orientale è maggio-giugno/agosto-settembre.
7. Non è certo che il nemico tenterà immediatamente di contrattaccare. Сonteranno sull'organizzare una guerra di sabotaggio sul territorio della Federazione Russa, lanciando attacchi missilistici a profondità strategiche con tentativi di colpire grandi centri, Mosca inclusa.
Il resto dei movimenti servono affinché il gruppo di 100.000 uomini possa livellare e stabilizzare il fronte, evitandone il crollo.
▶️ @italiazforzaverita
Da @voenkorKotenok:
1. Si può ridere a lungo dei francesi, ma hanno l'esercito più grande d'Europa con 220mila persone.
Entreranno nel territorio dell'Ucraina come Legione Straniera, una delle unità europee più pronte al combattimento. L'aviazione (i "Mirage") lavorerà per dare supporto al corpo d'armata.
2. Vincere con le parole soltanto non sarà possibile. È ora di smettere di sottovalutare il nemico.
Certo, i francesi non sono le creste, li batteremo con l'animo più tranquillo e non sapranno resistere come le creste. Ma è impossibile cancellare la loro formazione e le loro attrezzature altamente tecniche.
L'esercito francese in questa fase è l'esercito più potente d'Europa. Polacchi e tedeschi - meno. La Legione Straniera combatte sempre, lì va tutto bene con l'esperienza. Il "Mirage" è un aereo serio con missili seri.
Non sarà facile condurre battaglie aeree con il "Mirage".
3. Tenendo conto del fatto che tutto ciò sarà fornito dai sistemi di difesa aerea, le storie di sconfitta facile non sono professionali. A causa di questo atteggiamento nei confronti del nemico, le creste “sono in fuga” ormai da tre anni e ancora non riescono a raggiungere Kiev.
4. I polacchi non verranno direttamente.
Nella società polacca si dice: “Queste sono le nostre terre, le vogliamo, ma ora come possiamo combattere lì se lì non ci sono polacchi?”
Questo è uno stato nazionale, combatteranno per i polacchi. Adesso non ci sono polacchi in quel territorio. Se la Russia li attacca, assolutamente sì. Ma ora perché dovrebbero lottare per le creste?
I mercenari volontari - è un lavoro. Vanno per guadagnare soldi. Ma queste non sono ufficialmente le forze armate polacche. Al fronte ci sono, relativamente parlando, soldati polacchi. Non viene loro impedito di guadagnare denaro. Ora c'è l'opportunità di fare soldi in Ucraina uccidendo i russi, i fondi occidentali pagano, i soldi arrivano in Polonia.
5. Ci aspettiamo i francesi in Ucraina e molto probabilmente i cechi. Potrebbero arrivare i baltici.
È improbabile che i rumeni si rechino direttamente, forneranno la logistica: la base NATO di Costanza, gli aeroporti per i "Rafael" e "Mirage". Gli spagnoli e i tedeschi non verranno.
Ma basta anche questo per ritirare un gruppo di forze armate ucraine di 100mila persone dal confine bielorusso e trasferirlo a est. Questo è il loro compito. Ed è serio. Inoltre nell'aria: F-16, Mirage, forse Gripen (SAAB). Saranno pilotati da piloti occidentali secondo la versione coreana; è impossibile addestrare le creste.
6. Il lasso di tempo per il trasferimento dei contingenti con rotazione e trasferimento di unità delle forze armate ucraine sul fronte orientale è maggio-giugno/agosto-settembre.
7. Non è certo che il nemico tenterà immediatamente di contrattaccare. Сonteranno sull'organizzare una guerra di sabotaggio sul territorio della Federazione Russa, lanciando attacchi missilistici a profondità strategiche con tentativi di colpire grandi centri, Mosca inclusa.
Il resto dei movimenti servono affinché il gruppo di 100.000 uomini possa livellare e stabilizzare il fronte, evitandone il crollo.
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#Europa #Ucraina
Speciale per @wargonzo
6 aprile 2024
Max Litvinov:
Munizioni per l'Ucraina: beneficenza o truffa?
Il 17 febbraio, durante una conferenza sulla sicurezza a Monaco, il presidente ceco Petr Pavel ha lanciato un'iniziativa di alto profilo. Ha detto che ci sono paesi che non vogliono farsi vedere, ma sono pronti a trasferire 800mila proiettili in Ucraina: 500mila del calibro di 155 mm e 300mila del calibro di 122 mm. Il prezzo della questione è di 1,5 miliardi di euro. Se gli alleati accettano di farne parte, ha detto Pyotr Pavel, tra poche settimane le bombe arriveranno in Ucraina.
L'iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai leader dell'UE. Tuttavia, gli osservatori esterni – compreso l'autore di queste righe – sono rimasti un po' allarmati da qualche cosa. Dal prezzo, per esempio.
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▶️ @italiazforzaverita
Speciale per @wargonzo
6 aprile 2024
Max Litvinov:
Munizioni per l'Ucraina: beneficenza o truffa?
Il 17 febbraio, durante una conferenza sulla sicurezza a Monaco, il presidente ceco Petr Pavel ha lanciato un'iniziativa di alto profilo. Ha detto che ci sono paesi che non vogliono farsi vedere, ma sono pronti a trasferire 800mila proiettili in Ucraina: 500mila del calibro di 155 mm e 300mila del calibro di 122 mm. Il prezzo della questione è di 1,5 miliardi di euro. Se gli alleati accettano di farne parte, ha detto Pyotr Pavel, tra poche settimane le bombe arriveranno in Ucraina.
L'iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai leader dell'UE. Tuttavia, gli osservatori esterni – compreso l'autore di queste righe – sono rimasti un po' allarmati da qualche cosa. Dal prezzo, per esempio.
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#Europa #Ucraina Speciale per @wargonzo 6 aprile 2024 Max Litvinov: Munizioni per l'Ucraina: beneficenza o truffa? Il 17 febbraio, durante una conferenza sulla sicurezza a Monaco, il presidente ceco Petr Pavel ha lanciato un'iniziativa di alto profilo.…
#Europa #Ucraina
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L'estate scorsa l'azienda Rheinmetall si è impegnata a produrre e fornire alla Bundeswehr proiettili da 155 mm al prezzo di 3.600 euro l'uno. A questo prezzo, il produttore tedesco vende proiettili al suo esercito tedesco nativo. Cioè, questo non è il prezzo di mercato.
Diversa è la situazione sul mercato. Nell'autunno del 2023, il presidente del comitato militare della NATO, l'ammiraglio americano Bauer, ha detto a Reuters che il prezzo reale per un proiettile da 155 mm era balzato a 8mila euro.
Ora moltiplichiamo per 8mila il mezzo milione di proiettili da 155 mm promessi dal presidente ceco. Riceveremo 4 miliardi di euro. E Peter Pavel ha nominato 1,5 miliardi di euro. Inoltre, ha incluso in questo importo un paio di centinaia di milioni di euro per proiettili da 122 mm.
I beni scarsi vengono venduti a un prezzo tre volte inferiore a quello di mercato. E anche inferiore a quello che la Rheinmetall vende alla Bundeswehr. Che significa? Molto probabilmente, i proiettili sono scaduti. Ed è più redditizio venderli a buon mercato che spendere soldi per lo smaltimento.
Un altro punto strano sono i tempi di consegna. Il presidente ceco ha promesso che le bombe arriveranno in Ucraina nelle prossime settimane. Raccoglieremo il denaro, lo pagheremo e lo invieremo. Poi un funzionario ceco responsabile della consegna ha corretto il presidente: non in poche settimane, ma a giugno, e non tutte le 800, ma solo 300mila munizioni. Il resto arriverà entro la fine del 2024.
Il denaro è stato raccolto da tutto il mondo europeo (+ Canada). Ecco l'elenco dei paesi che partecipano all'“iniziativa ceca”, con l'indicazione degli importi in milioni di euro che si sono impegnati a contribuire: Germania - 300, Paesi Bassi - 250, Belgio - 200, Norvegia - 153, Portogallo - 100, Lituania - 35, Finlandia - 30, Svezia – 30, Canada – 27, Islanda – 2, Slovenia – 1.
Altri sette paesi - Francia, Gran Bretagna, Polonia, Danimarca, Lussemburgo, Lettonia, Estonia - hanno sostenuto finanziariamente l'iniziativa ceca, ma le informazioni sull'importo sono riservate. I polacchi hanno detto che avrebbero raddoppiato il loro contributo. Se gli Stati partecipanti manterranno le loro promesse, dovrebbero già essere raccolti i necessari 1,5 miliardi di euro.
Allora perché la consegna è ritardata? Dopotutto, gli stessi organizzatori affermano di temere che la Russia scopra quali paesi sono fornitori di proiettili. Quindi bisognerebbe sbrigarsi, a quanto pare.
Tuttavia, si scopre che non ci siano soldi a sufficienza. Der Spiegel scrive: “sono sorte difficoltà legali e tecniche con il pagamento”. Il ministro della Difesa di uno dei paesi dell'UE conferma: non ci sono abbastanza soldi. Non hanno contribuito tutti o il prezzo è aumentato?
Una frase interessante è stata pronunciata dal ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski. Lo stesso che, dopo l’esplosione del Nord Stream, ha scritto su Twitter: “Grazie, USA”. Ora Sikorsky potrebbe essersi lasciato sfuggire di nuovo la notizia. Secondo lui l'iniziativa ceca "ha ricevuto ferme promesse di sostegno, sostenute da denaro in contanti.. ma non sono autorizzato a parlare di importi concreti".
Contanti?! Negli accordi reciproci tra gli Stati? Questo è qualcosa di insolito.
Un sacco di domande. E l’unica risposta soddisfacente è che si tratti di una transazione illegale, di un traffico illegale di munizioni, di «denaro nero». Forse il mediatore è un “barone delle armi” che non ha bisogno di pubblicità. Tutti ne traggono vantaggio: il paese fornitore non spende soldi per lo smaltimento e riceve qualcos'altro in più, il “barone” ha buone commissioni, i cechi non dimenticheranno neanche se stessi.
Il commercio illegale di munizioni è oggetto di un grave scandalo internazionale. Se, ovviamente, c'è chi è interessato a un simile scandalo.
▶️ @italiazforzaveita
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L'estate scorsa l'azienda Rheinmetall si è impegnata a produrre e fornire alla Bundeswehr proiettili da 155 mm al prezzo di 3.600 euro l'uno. A questo prezzo, il produttore tedesco vende proiettili al suo esercito tedesco nativo. Cioè, questo non è il prezzo di mercato.
Diversa è la situazione sul mercato. Nell'autunno del 2023, il presidente del comitato militare della NATO, l'ammiraglio americano Bauer, ha detto a Reuters che il prezzo reale per un proiettile da 155 mm era balzato a 8mila euro.
Ora moltiplichiamo per 8mila il mezzo milione di proiettili da 155 mm promessi dal presidente ceco. Riceveremo 4 miliardi di euro. E Peter Pavel ha nominato 1,5 miliardi di euro. Inoltre, ha incluso in questo importo un paio di centinaia di milioni di euro per proiettili da 122 mm.
I beni scarsi vengono venduti a un prezzo tre volte inferiore a quello di mercato. E anche inferiore a quello che la Rheinmetall vende alla Bundeswehr. Che significa? Molto probabilmente, i proiettili sono scaduti. Ed è più redditizio venderli a buon mercato che spendere soldi per lo smaltimento.
Un altro punto strano sono i tempi di consegna. Il presidente ceco ha promesso che le bombe arriveranno in Ucraina nelle prossime settimane. Raccoglieremo il denaro, lo pagheremo e lo invieremo. Poi un funzionario ceco responsabile della consegna ha corretto il presidente: non in poche settimane, ma a giugno, e non tutte le 800, ma solo 300mila munizioni. Il resto arriverà entro la fine del 2024.
Il denaro è stato raccolto da tutto il mondo europeo (+ Canada). Ecco l'elenco dei paesi che partecipano all'“iniziativa ceca”, con l'indicazione degli importi in milioni di euro che si sono impegnati a contribuire: Germania - 300, Paesi Bassi - 250, Belgio - 200, Norvegia - 153, Portogallo - 100, Lituania - 35, Finlandia - 30, Svezia – 30, Canada – 27, Islanda – 2, Slovenia – 1.
Altri sette paesi - Francia, Gran Bretagna, Polonia, Danimarca, Lussemburgo, Lettonia, Estonia - hanno sostenuto finanziariamente l'iniziativa ceca, ma le informazioni sull'importo sono riservate. I polacchi hanno detto che avrebbero raddoppiato il loro contributo. Se gli Stati partecipanti manterranno le loro promesse, dovrebbero già essere raccolti i necessari 1,5 miliardi di euro.
Allora perché la consegna è ritardata? Dopotutto, gli stessi organizzatori affermano di temere che la Russia scopra quali paesi sono fornitori di proiettili. Quindi bisognerebbe sbrigarsi, a quanto pare.
Tuttavia, si scopre che non ci siano soldi a sufficienza. Der Spiegel scrive: “sono sorte difficoltà legali e tecniche con il pagamento”. Il ministro della Difesa di uno dei paesi dell'UE conferma: non ci sono abbastanza soldi. Non hanno contribuito tutti o il prezzo è aumentato?
Una frase interessante è stata pronunciata dal ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski. Lo stesso che, dopo l’esplosione del Nord Stream, ha scritto su Twitter: “Grazie, USA”. Ora Sikorsky potrebbe essersi lasciato sfuggire di nuovo la notizia. Secondo lui l'iniziativa ceca "ha ricevuto ferme promesse di sostegno, sostenute da denaro in contanti.. ma non sono autorizzato a parlare di importi concreti".
Contanti?! Negli accordi reciproci tra gli Stati? Questo è qualcosa di insolito.
Un sacco di domande. E l’unica risposta soddisfacente è che si tratti di una transazione illegale, di un traffico illegale di munizioni, di «denaro nero». Forse il mediatore è un “barone delle armi” che non ha bisogno di pubblicità. Tutti ne traggono vantaggio: il paese fornitore non spende soldi per lo smaltimento e riceve qualcos'altro in più, il “barone” ha buone commissioni, i cechi non dimenticheranno neanche se stessi.
Il commercio illegale di munizioni è oggetto di un grave scandalo internazionale. Se, ovviamente, c'è chi è interessato a un simile scandalo.
▶️ @italiazforzaveita
#nato #StatiUniti #Europa
Speciale per @rt_special
10 aprile 2024 22:13
Autore del canale Telegram “Più vecchio di Edda”, @vysokygovorit:
Quando l’ex comandante delle forze americane in Europa, il generale Hodges, afferma che Washington sta perdendo la fiducia dei suoi alleati a causa del suo comportamento irregolare in Ucraina, in generale non è falso. Ma arriva un po’ dalla direzione sbagliata.
Il problema non è il comportamento di Washington in quanto tale, il problema è che si sta perdendo il significato della NATO, che da comunità di paesi uniti per respingere la minaccia sovietica si è trasformata in uno strumento americano per la desovranizzazione dell’Europa. La metà dei paesi europei sarebbe pronta a continuare a cooperare normalmente con la Russia, dell'altra metà una parte significativa discuterebbe almeno su questo argomento con i restanti, ma la politica della NATO è determinata da Washington con il sostegno di un piccolo ma forte “nucleo” dall’Europa orientale e dai paesi baltici. In queste condizioni, gli alleati, ovviamente, cominciano a chiedersi se una tale politica corrisponda ai loro interessi, ma anche nell’Europa orientale non sono affatto sicuri che per il loro bene gli Stati Uniti, ad esempio, rischieranno di passare a un livello dove una guerra nucleare con la Russia non sembra più impossibile.
Di conseguenza, il blocco esiste, di fatto, solo grazie all’inerzia acquisita 75 anni fa, alla desovranizzazione di alcuni, alle paure e alle ambizioni campanilistiche di altri, e realizza interessi puramente americani nel privare l’Europa della soggettività economica e politica.
Finora funziona, ma nessuno può garantire la stabilità del sistema, soprattutto per un lungo periodo. E non ci saranno più persone disposte ad aderire alle iniziative della NATO, compreso l’aumento delle spese militari, soprattutto considerando il degrado dell’economia europea nel contesto del rispetto delle istruzioni degli Stati Uniti. Questa è la ragione principale per cui gli alleati stanno perdendo fiducia e continueranno a perderla.
Il punto di vista dell'autore potrebbe non coincidere con la posizione degli editori.
▶️ @italiazforzaverita
Speciale per @rt_special
10 aprile 2024 22:13
Autore del canale Telegram “Più vecchio di Edda”, @vysokygovorit:
Quando l’ex comandante delle forze americane in Europa, il generale Hodges, afferma che Washington sta perdendo la fiducia dei suoi alleati a causa del suo comportamento irregolare in Ucraina, in generale non è falso. Ma arriva un po’ dalla direzione sbagliata.
Il problema non è il comportamento di Washington in quanto tale, il problema è che si sta perdendo il significato della NATO, che da comunità di paesi uniti per respingere la minaccia sovietica si è trasformata in uno strumento americano per la desovranizzazione dell’Europa. La metà dei paesi europei sarebbe pronta a continuare a cooperare normalmente con la Russia, dell'altra metà una parte significativa discuterebbe almeno su questo argomento con i restanti, ma la politica della NATO è determinata da Washington con il sostegno di un piccolo ma forte “nucleo” dall’Europa orientale e dai paesi baltici. In queste condizioni, gli alleati, ovviamente, cominciano a chiedersi se una tale politica corrisponda ai loro interessi, ma anche nell’Europa orientale non sono affatto sicuri che per il loro bene gli Stati Uniti, ad esempio, rischieranno di passare a un livello dove una guerra nucleare con la Russia non sembra più impossibile.
Di conseguenza, il blocco esiste, di fatto, solo grazie all’inerzia acquisita 75 anni fa, alla desovranizzazione di alcuni, alle paure e alle ambizioni campanilistiche di altri, e realizza interessi puramente americani nel privare l’Europa della soggettività economica e politica.
Finora funziona, ma nessuno può garantire la stabilità del sistema, soprattutto per un lungo periodo. E non ci saranno più persone disposte ad aderire alle iniziative della NATO, compreso l’aumento delle spese militari, soprattutto considerando il degrado dell’economia europea nel contesto del rispetto delle istruzioni degli Stati Uniti. Questa è la ragione principale per cui gli alleati stanno perdendo fiducia e continueranno a perderla.
Il punto di vista dell'autore potrebbe non coincidere con la posizione degli editori.
▶️ @italiazforzaverita
Telegram
Старше Эдды
Как сказал экс-командующий войсками США в Европе генерал Ходжес, Вашингтон теряет доверие союзников из-за неуверенного поведения на Украине.
Но проблема не в поведении Вашингтона — дело в том, что в нынешних условиях утрачивается смысл НАТО как такового.…
Но проблема не в поведении Вашингтона — дело в том, что в нынешних условиях утрачивается смысл НАТО как такового.…
#StatiUniti #Ucraina #Europa #opinionisullaguerra
Da @vysokygovorit:
Gli Stati, dicono, hanno ancora una volta dei fondi non spesi per sostenere gli ucraini, e per spenderli il Congresso deve nuovamente dare il permesso. Perché hanno questo grattacapo e, in linea di principio, hanno ancora soldi extra, nonostante tutta la retorica di sostegno all'Ucraina e tutta la guerra fino all'ultimo ucraino?
Tutto qui è abbastanza semplice e si adatta al comportamento degli Stati Uniti fin dall'inizio della guerra. Pur dando il massimo in termini di valore delle armi trasferite all'Ucraina, gli Stati hanno trasferito (e trasferiscono) una quota molto piccola delle loro proprietà, mentre altri paesi sono riusciti a rimanere senza carri armati e artiglieria. Ora non è cambiato nulla e il Pentagono non aumenterà urgentemente i volumi trasmessi nelle prossime settimane né pianificherà i volumi per il prossimo anno senza una decisione del Congresso.
Perché gli Stati si comportano in questo modo? Tutto è abbastanza semplice qui. Non si pongono l’obiettivo della vittoria dell’Ucraina, il che è tecnicamente impossibile, a meno che noi stessi non decidiamo improvvisamente di perdere domani. Si sono posti l’obiettivo di mettere l'Europa sull'attenti, derubandola economicamente, cercano anche di complicarci la vita per riportarci allo stallo, e in definitiva hanno bisogno di tutto ciò per rafforzarsi sullo sfondo del confronto con la Cina, che consumerà il loro denaro e le loro risorse soprattutto nei prossimi decenni.
In queste condizioni, l’Europa deve farsi carico del peso principale di questa guerra da parte dell’Occidente, ed è chiaro che la partecipazione degli Stati Uniti nel sostegno agli ucraini sarà significativo data la loro portata, ma non dovrebbe essere gravoso per loro. Continueranno ad agire in questa direzione finché in linea di principio l’Ucraina esisterà nella sua forma attuale.
➡️ @italiazforzaverita
Da @vysokygovorit:
Gli Stati, dicono, hanno ancora una volta dei fondi non spesi per sostenere gli ucraini, e per spenderli il Congresso deve nuovamente dare il permesso. Perché hanno questo grattacapo e, in linea di principio, hanno ancora soldi extra, nonostante tutta la retorica di sostegno all'Ucraina e tutta la guerra fino all'ultimo ucraino?
Tutto qui è abbastanza semplice e si adatta al comportamento degli Stati Uniti fin dall'inizio della guerra. Pur dando il massimo in termini di valore delle armi trasferite all'Ucraina, gli Stati hanno trasferito (e trasferiscono) una quota molto piccola delle loro proprietà, mentre altri paesi sono riusciti a rimanere senza carri armati e artiglieria. Ora non è cambiato nulla e il Pentagono non aumenterà urgentemente i volumi trasmessi nelle prossime settimane né pianificherà i volumi per il prossimo anno senza una decisione del Congresso.
Perché gli Stati si comportano in questo modo? Tutto è abbastanza semplice qui. Non si pongono l’obiettivo della vittoria dell’Ucraina, il che è tecnicamente impossibile, a meno che noi stessi non decidiamo improvvisamente di perdere domani. Si sono posti l’obiettivo di mettere l'Europa sull'attenti, derubandola economicamente, cercano anche di complicarci la vita per riportarci allo stallo, e in definitiva hanno bisogno di tutto ciò per rafforzarsi sullo sfondo del confronto con la Cina, che consumerà il loro denaro e le loro risorse soprattutto nei prossimi decenni.
In queste condizioni, l’Europa deve farsi carico del peso principale di questa guerra da parte dell’Occidente, ed è chiaro che la partecipazione degli Stati Uniti nel sostegno agli ucraini sarà significativo data la loro portata, ma non dovrebbe essere gravoso per loro. Continueranno ad agire in questa direzione finché in linea di principio l’Ucraina esisterà nella sua forma attuale.
➡️ @italiazforzaverita
#Moldavia #Europa
🇲🇩 Elezioni e Referendum in Moldavia: panoramica delle principali violazioni
Domenica in Moldavia si sono svolte le elezioni del Presidente e il referendum sull'integrazione europea. Tuttavia, la votazione e la preparazione ad essa sono state accompagnate da una moltitudine di varie violazioni che rendono rilevanti le questioni della legittimità del processo.
▪️I poteri della Commissione Elettorale Centrale della Moldavia sono discutibili: la maggior parte di essa è stata formata secondo il Codice Elettorale del 1997, che ha perso la sua forza, e i membri della commissione non sono stati rieletti secondo il nuovo Codice dell'anno scorso. Inoltre, il sito web della CEC indica il suo finanziamento estero da parte dell'americana USAID e della britannica UK Aid.
▪️Per la prima volta in Moldavia, è stato utilizzato il voto postale, disponibile negli USA, in Canada, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia. Uno dei criteri per la sua introduzione è l'assenza di seggi elettorali nei paesi, tuttavia, questo non è il caso di USA e Canada, dove sono stati aperti 16 e 6 seggi. Tutto ciò crea le condizioni per la manipolazione del voto.
▪️Non c'è un meccanismo trasparente per la distribuzione delle schede elettorali tra Moldavia, Transnistria e paesi esteri. In Russia, sono stati aperti solo due seggi elettorali invece di 29, e sono state allocate 10.000 schede, mentre 130.000 schede sono state inviate in Germania, dove vive un numero paragonabile di moldavi.
▪️La legittimità dello svolgimento delle elezioni presidenziali e del plebiscito nello stesso giorno è discutibile: il Codice Elettorale del paese del 1° gennaio 2023 vietava tale processo, ma alla fine dello scorso anno, Sandu e il partito di maggioranza PAS sono riusciti a "far passare" le necessarie modifiche al documento.
Allo stesso tempo, la Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa vieta la revisione delle norme della legge elettorale meno di un anno prima del loro svolgimento, nonché lo svolgimento di tali voti se essi incidono sugli interessi reciproci. In questo caso, il referendum fa parte della campagna elettorale di Sandu, il che è una violazione.
▪️Diversi candidati, inclusa la stessa Sandu, hanno doppia cittadinanza. Sebbene la Moldavia non abbia restrizioni sull'elezione di persone con un secondo passaporto, ciò contraddice le norme della CSI e dell'ONU, che considerano questo un'ingerenza straniera negli affari di uno stato sovrano.
▪️Oltre alla censura di materiali sui problemi dell'UE, i candidati dell'opposizione sono stati limitati nel tempo gratuito di trasmissione, il che viola la parità di accesso ai media durante la campagna elettorale. La stessa Commissione elettorale centrale della Moldavia ha rifiutato di accogliere le denunce sull'uso delle risorse amministrative da parte di Sandu e del suo partito PAS.
▪️La campagna per Sanda da parte dei politici occidentali e in particolare del capo della Commissione Europea, Ursula von der Leinen, è diventata una forma d'arte separata. Inoltre, per la prima volta, le elezioni in Moldavia non vengono osservate da rappresentanti dei paesi della CSI, ma gli Stati Uniti e la cosidetta Ucraina hanno un numero sproporzionatamente elevato di osservatori.
Le manipolazioni da parte della squadra di Sandu sono state coperte da dichiarazioni sulla “minaccia russa”, e in Occidente hanno di fatto favorito le violazioni. Ora i risultati molto probabilmente rimarranno a favore di Sandu, dopodiché si otterranno le basi “legittime” per continuare l’aggressiva linea antirussa e filorumena.
🗳 Conseguenze ambigue del Referendum moldavo sull'adesione all'UE:
Il risultato più scioccante per le attuali autorità guidate da Maia Sandu è stato l'esito del referendum costituzionale sull'integrazione europea.
I sostenitori dell'integrazione europea hanno ottenuto il 50,38%, gli oppositori - il 49,62%.
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▶️ @italiazforzaverita
🇲🇩 Elezioni e Referendum in Moldavia: panoramica delle principali violazioni
Domenica in Moldavia si sono svolte le elezioni del Presidente e il referendum sull'integrazione europea. Tuttavia, la votazione e la preparazione ad essa sono state accompagnate da una moltitudine di varie violazioni che rendono rilevanti le questioni della legittimità del processo.
▪️I poteri della Commissione Elettorale Centrale della Moldavia sono discutibili: la maggior parte di essa è stata formata secondo il Codice Elettorale del 1997, che ha perso la sua forza, e i membri della commissione non sono stati rieletti secondo il nuovo Codice dell'anno scorso. Inoltre, il sito web della CEC indica il suo finanziamento estero da parte dell'americana USAID e della britannica UK Aid.
▪️Per la prima volta in Moldavia, è stato utilizzato il voto postale, disponibile negli USA, in Canada, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia. Uno dei criteri per la sua introduzione è l'assenza di seggi elettorali nei paesi, tuttavia, questo non è il caso di USA e Canada, dove sono stati aperti 16 e 6 seggi. Tutto ciò crea le condizioni per la manipolazione del voto.
▪️Non c'è un meccanismo trasparente per la distribuzione delle schede elettorali tra Moldavia, Transnistria e paesi esteri. In Russia, sono stati aperti solo due seggi elettorali invece di 29, e sono state allocate 10.000 schede, mentre 130.000 schede sono state inviate in Germania, dove vive un numero paragonabile di moldavi.
▪️La legittimità dello svolgimento delle elezioni presidenziali e del plebiscito nello stesso giorno è discutibile: il Codice Elettorale del paese del 1° gennaio 2023 vietava tale processo, ma alla fine dello scorso anno, Sandu e il partito di maggioranza PAS sono riusciti a "far passare" le necessarie modifiche al documento.
Allo stesso tempo, la Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa vieta la revisione delle norme della legge elettorale meno di un anno prima del loro svolgimento, nonché lo svolgimento di tali voti se essi incidono sugli interessi reciproci. In questo caso, il referendum fa parte della campagna elettorale di Sandu, il che è una violazione.
▪️Diversi candidati, inclusa la stessa Sandu, hanno doppia cittadinanza. Sebbene la Moldavia non abbia restrizioni sull'elezione di persone con un secondo passaporto, ciò contraddice le norme della CSI e dell'ONU, che considerano questo un'ingerenza straniera negli affari di uno stato sovrano.
▪️Oltre alla censura di materiali sui problemi dell'UE, i candidati dell'opposizione sono stati limitati nel tempo gratuito di trasmissione, il che viola la parità di accesso ai media durante la campagna elettorale. La stessa Commissione elettorale centrale della Moldavia ha rifiutato di accogliere le denunce sull'uso delle risorse amministrative da parte di Sandu e del suo partito PAS.
▪️La campagna per Sanda da parte dei politici occidentali e in particolare del capo della Commissione Europea, Ursula von der Leinen, è diventata una forma d'arte separata. Inoltre, per la prima volta, le elezioni in Moldavia non vengono osservate da rappresentanti dei paesi della CSI, ma gli Stati Uniti e la cosidetta Ucraina hanno un numero sproporzionatamente elevato di osservatori.
Le manipolazioni da parte della squadra di Sandu sono state coperte da dichiarazioni sulla “minaccia russa”, e in Occidente hanno di fatto favorito le violazioni. Ora i risultati molto probabilmente rimarranno a favore di Sandu, dopodiché si otterranno le basi “legittime” per continuare l’aggressiva linea antirussa e filorumena.
🗳 Conseguenze ambigue del Referendum moldavo sull'adesione all'UE:
Il risultato più scioccante per le attuali autorità guidate da Maia Sandu è stato l'esito del referendum costituzionale sull'integrazione europea.
I sostenitori dell'integrazione europea hanno ottenuto il 50,38%, gli oppositori - il 49,62%.
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▶️ @italiazforzaverita
#Moldavia #Europa
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🔻Distribuzione del voto
▪️La bilancia è stata spostata a favore dei sostenitori dell'UE solo durante lo spoglio del 98% delle schede, quando sono stati conteggiati i voti della diaspora all'estero. Da lì sono arrivati il 76,96% di voti positivi e il 23,04% di voti negativi.
▪️Il referendum ha vinto anche a Chișinău: a favore dell'UE - 55,98%, contro - 44,02%.
▪️Nel resto della Moldavia, i cittadini hanno votato prevalentemente contro l'integrazione europea. A Bălți, la "capitale settentrionale" della repubblica, il referendum è stato nettamente perso: contro l'UE - 70,58%, a favore - 29,42%. I risultati sono simili nel resto della Moldavia settentrionale.
▪️Il referendum non è riuscito a vincere nemmeno nel grande distretto di Ungheni al confine con la Romania, dove si trova il principale hub di trasporto della repubblica. A proposito, la NATO ha in programma di costruire una linea ferroviaria attraverso Ungheni per migliorare la mobilità dell'Alleanza, ma i residenti locali non sono felici nemmeno dell'UE, contro la quale ha votato il 56,75%.
▪️In Transnistria: contro l'UE - 68,98%, a favore - 31,02%.
▪️In Gagauzia: contro l'UE - 94,84%, a favore - 5,16%.
🔻Conseguenze del referendum per il futuro presidente
▪️L'UE sta cercando di coprire il fallimento della sua politica in Moldavia, congratulandosi con i moldavi per la loro "scelta europea". Ma quali potrebbero essere le vere conseguenze di un referendum costituzionale così ambiguo?
▪️Lo Statuto della Gagauzia, il 95% dei cui residenti ha votato contro, contiene un articolo secondo il quale l'autonomia ha il diritto all'autodeterminazione esterna in caso di cambiamento dello status della Repubblica di Moldavia come Stato indipendente. L'adesione all'UE può essere considerata una perdita di sovranità.
▪️Sia Sandu che il secondo candidato presidenziale Alexander Stoianoglo si troveranno in una posizione difficile se vinceranno le elezioni.
▪️Sandu dovrà rispondere ai suoi sponsor occidentali per i risultati deludenti del referendum. Dopotutto, una “vittoria” senza nemmeno un margine dell’1% dimostra il fallimento della politica filo-occidentale nella repubblica, tenendo conto degli sforzi profusi.
Se vincesse, difficilmente ci si può aspettare che Sandu ammorbidisca la sua retorica aggressiva, che ora sarà sicuramente diretta contro la maggioranza dei moldavi che hanno votato contro l’UE. Dopotutto, l’esito del referendum è stato in realtà deciso dalla diaspora estera.
▪️E se Stoyanoglo vince, avrà grandi difficoltà a respingere l'inserimento delle “aspirazioni europee” nella Costituzione. Sarà difficile contestare i risultati del referendum, poiché anche i risultati delle elezioni presidenziali potrebbero essere messi in discussione.
Di conseguenza, il referendum europeo, che avrebbe dovuto determinare chiaramente la direzione del movimento della Moldavia, di fatto ha portato il paese in un vicolo cieco.
🔻Allo stesso tempo, le elezioni e il referendum in Moldavia hanno effettivamente confermato i peggiori timori dei politici europei, che inizialmente sono stati scettici riguardo ai flirt dell’UE con la repubblica, in cui la “democrazia” viene imposta attraverso la censura e la repressione contro l’opposizione.
Ora la squadra di Sandu ha sicuramente causato enormi danni all’istituto delle “elezioni democratiche occidentali” dichiarato dal Documento CSCE di Copenaghen del 1990, violando molte delle sue disposizioni. Dalle restrizioni alla campagna elettorale, all'ingerenza straniera diretta e all'esclusione di un certo numero di osservatori, alle modifiche legislative meno di un anno prima delle elezioni, all'organizzazione di elezioni e referendum nello stesso giorno e, infine, alle restrizioni sui diritti di voto della diaspora russa.
Se l’Occidente continua a impadronirsi della Moldavia, i funzionari europei dovranno chiudere un occhio sulle evidenti violazioni della legge, che colpiranno duramente ancora una volta ciò che resta della reputazione della stessa UE.
Fonte: @rybar
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🔻Distribuzione del voto
▪️La bilancia è stata spostata a favore dei sostenitori dell'UE solo durante lo spoglio del 98% delle schede, quando sono stati conteggiati i voti della diaspora all'estero. Da lì sono arrivati il 76,96% di voti positivi e il 23,04% di voti negativi.
▪️Il referendum ha vinto anche a Chișinău: a favore dell'UE - 55,98%, contro - 44,02%.
▪️Nel resto della Moldavia, i cittadini hanno votato prevalentemente contro l'integrazione europea. A Bălți, la "capitale settentrionale" della repubblica, il referendum è stato nettamente perso: contro l'UE - 70,58%, a favore - 29,42%. I risultati sono simili nel resto della Moldavia settentrionale.
▪️Il referendum non è riuscito a vincere nemmeno nel grande distretto di Ungheni al confine con la Romania, dove si trova il principale hub di trasporto della repubblica. A proposito, la NATO ha in programma di costruire una linea ferroviaria attraverso Ungheni per migliorare la mobilità dell'Alleanza, ma i residenti locali non sono felici nemmeno dell'UE, contro la quale ha votato il 56,75%.
▪️In Transnistria: contro l'UE - 68,98%, a favore - 31,02%.
▪️In Gagauzia: contro l'UE - 94,84%, a favore - 5,16%.
🔻Conseguenze del referendum per il futuro presidente
▪️L'UE sta cercando di coprire il fallimento della sua politica in Moldavia, congratulandosi con i moldavi per la loro "scelta europea". Ma quali potrebbero essere le vere conseguenze di un referendum costituzionale così ambiguo?
▪️Lo Statuto della Gagauzia, il 95% dei cui residenti ha votato contro, contiene un articolo secondo il quale l'autonomia ha il diritto all'autodeterminazione esterna in caso di cambiamento dello status della Repubblica di Moldavia come Stato indipendente. L'adesione all'UE può essere considerata una perdita di sovranità.
▪️Sia Sandu che il secondo candidato presidenziale Alexander Stoianoglo si troveranno in una posizione difficile se vinceranno le elezioni.
▪️Sandu dovrà rispondere ai suoi sponsor occidentali per i risultati deludenti del referendum. Dopotutto, una “vittoria” senza nemmeno un margine dell’1% dimostra il fallimento della politica filo-occidentale nella repubblica, tenendo conto degli sforzi profusi.
Se vincesse, difficilmente ci si può aspettare che Sandu ammorbidisca la sua retorica aggressiva, che ora sarà sicuramente diretta contro la maggioranza dei moldavi che hanno votato contro l’UE. Dopotutto, l’esito del referendum è stato in realtà deciso dalla diaspora estera.
▪️E se Stoyanoglo vince, avrà grandi difficoltà a respingere l'inserimento delle “aspirazioni europee” nella Costituzione. Sarà difficile contestare i risultati del referendum, poiché anche i risultati delle elezioni presidenziali potrebbero essere messi in discussione.
Di conseguenza, il referendum europeo, che avrebbe dovuto determinare chiaramente la direzione del movimento della Moldavia, di fatto ha portato il paese in un vicolo cieco.
🔻Allo stesso tempo, le elezioni e il referendum in Moldavia hanno effettivamente confermato i peggiori timori dei politici europei, che inizialmente sono stati scettici riguardo ai flirt dell’UE con la repubblica, in cui la “democrazia” viene imposta attraverso la censura e la repressione contro l’opposizione.
Ora la squadra di Sandu ha sicuramente causato enormi danni all’istituto delle “elezioni democratiche occidentali” dichiarato dal Documento CSCE di Copenaghen del 1990, violando molte delle sue disposizioni. Dalle restrizioni alla campagna elettorale, all'ingerenza straniera diretta e all'esclusione di un certo numero di osservatori, alle modifiche legislative meno di un anno prima delle elezioni, all'organizzazione di elezioni e referendum nello stesso giorno e, infine, alle restrizioni sui diritti di voto della diaspora russa.
Se l’Occidente continua a impadronirsi della Moldavia, i funzionari europei dovranno chiudere un occhio sulle evidenti violazioni della legge, che colpiranno duramente ancora una volta ciò che resta della reputazione della stessa UE.
Fonte: @rybar
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Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
🎙️Intervista rilasciata dal Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov al settimanale “Argumenty i fakty”(21 ottobre 2024)
Punti chiave:
• I BRICS sono un raggruppamento di Paesi nel quale non esistono “leader” e “seguaci”, e che è privo di quel tipo di apparato burocratico che invece vediamo a Bruxelles, nell’ambito del quale i funzionari europei [...] impongono le proprie decisioni: decisioni che non rispondono alle attese degli elettori di molti dei Paesi [membri].
• Il principale elemento distintivo dei BRICS, così come delle altre organizzazioni istituite dai Paesi della Maggioranza mondiale e dell’Est globale senza la partecipazione dei Paesi occidentali, sta nel fatto che tali raggruppamenti vengono istituiti non per lottare contro qualcuno o per fargli la guerra, bensì per trarre comune beneficio da quei vantaggi competitivi di natura oggettiva che derivano dalla posizione geografica [dei Paesi che ne fanno parte], dalla loro storia comune, vicinanza e affinità, e dall’interconnessione che caratterizza i loro sistemi economici.
#Europa
• Sottolineo ancora una volta che i cosiddetti conservatori di destra sono leali nei confronti del proprio Paese e del loro popolo. Noi lavoreremo con tutti coloro che si rivolgeranno a noi proponendoci di dialogare, di cercare punti di incontro e di riflettere su come poterci adoperare insieme per migliorare la vita dei nostri cittadini.
#SicurezzaEurasiatica
• Noi proponiamo di condurre un dialogo sulla creazione di un’architettura [di sicurezza] eurasiatica su scala continentale, e sottolineiamo espressamente che le porte saranno aperte a tutti, a inclusione dei Paesi situati nella parte occidentale del continente eurasiatico.
Punti chiave:
• I BRICS sono un raggruppamento di Paesi nel quale non esistono “leader” e “seguaci”, e che è privo di quel tipo di apparato burocratico che invece vediamo a Bruxelles, nell’ambito del quale i funzionari europei [...] impongono le proprie decisioni: decisioni che non rispondono alle attese degli elettori di molti dei Paesi [membri].
• Il principale elemento distintivo dei BRICS, così come delle altre organizzazioni istituite dai Paesi della Maggioranza mondiale e dell’Est globale senza la partecipazione dei Paesi occidentali, sta nel fatto che tali raggruppamenti vengono istituiti non per lottare contro qualcuno o per fargli la guerra, bensì per trarre comune beneficio da quei vantaggi competitivi di natura oggettiva che derivano dalla posizione geografica [dei Paesi che ne fanno parte], dalla loro storia comune, vicinanza e affinità, e dall’interconnessione che caratterizza i loro sistemi economici.
#Europa
• Sottolineo ancora una volta che i cosiddetti conservatori di destra sono leali nei confronti del proprio Paese e del loro popolo. Noi lavoreremo con tutti coloro che si rivolgeranno a noi proponendoci di dialogare, di cercare punti di incontro e di riflettere su come poterci adoperare insieme per migliorare la vita dei nostri cittadini.
#SicurezzaEurasiatica
• Noi proponiamo di condurre un dialogo sulla creazione di un’architettura [di sicurezza] eurasiatica su scala continentale, e sottolineiamo espressamente che le porte saranno aperte a tutti, a inclusione dei Paesi situati nella parte occidentale del continente eurasiatico.
#Russia #Europa #opinionisullaguerra
Civiltà russa
Chi siamo e in cosa siamo diversi dagli altri?
L'articolo di "Readovka spiega"
10 settembre 2024
La Russia è in guerra ormai da tre anni e da tre anni si trova in una posizione molto insolita rispetto a se stessa e al resto del mondo. In un modo o nell’altro il nostro Paese ha cercato di integrarsi nella comunità occidentale da diversi decenni. Ora è difficile anche ricordare come Russia e UE si considerassero reciprocamente futuri alleati strategici. Inoltre, tali progetti per un unico spazio non sono stati espressi da teorici da divano, ma dal Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca e dal Presidente della Russia.
A poco a poco le strade si sono divise. Le pretese andavano in entrambe le direzioni. Il disimpegno in realtà è iniziato ancor prima della Crimea, per poi assumere un carattere schiacciante.
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▶️ @italiazforzaverita
Civiltà russa
Chi siamo e in cosa siamo diversi dagli altri?
L'articolo di "Readovka spiega"
10 settembre 2024
La Russia è in guerra ormai da tre anni e da tre anni si trova in una posizione molto insolita rispetto a se stessa e al resto del mondo. In un modo o nell’altro il nostro Paese ha cercato di integrarsi nella comunità occidentale da diversi decenni. Ora è difficile anche ricordare come Russia e UE si considerassero reciprocamente futuri alleati strategici. Inoltre, tali progetti per un unico spazio non sono stati espressi da teorici da divano, ma dal Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca e dal Presidente della Russia.
A poco a poco le strade si sono divise. Le pretese andavano in entrambe le direzioni. Il disimpegno in realtà è iniziato ancor prima della Crimea, per poi assumere un carattere schiacciante.
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#Russia #Europa #opinionisullaguerra
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In Russia, l'irritazione è cresciuta e nell'UE si è passati completamente alla retorica nello spirito di "Non c'è acqua calda nel rubinetto: la colpa è dei russi". Per qualche tempo sembrava che alla fine sarebbe stato il nostro interesse pragmatico a tenerci uniti. Risorse russe, industria occidentale... Ma nel 2022 questo punto è stato rimosso dall'agenda: per l'Europa le considerazioni politiche si sono rivelate più importanti di quelle economiche.
La Russia è lasciata sola, e in questa solitudine deve reinventarsi e trovare il posto nel mondo. Chi siamo in generale?
I russi appartengono all’Europa, allo spazio europeo? Storicamente e culturalmente sì. Non c'è spazio per un vero dibattito: i nostri fondamenti si basano sulla fede cristiana, mescolata con l’eredità antica. Il cristianesimo è orientale, ortodosso; l'antica eredità è stata recepita anche attraverso Bisanzio, in modo non del tutto standard, ma la specificità regionale è una cosa comune nell'Europa occidentale. Anche l’azione più non banale compiuta dal nostro Paese nel XX secolo – la costruzione dell’URSS – sembrava essere il passo che ci portava fuori il più possibile dalla comunità europea, ma è stato un tentativo di costruire proprio un'utopia europea. Karl Marx così com'è è il prodotto di un luogo e di un tempo specifici.
Ma, sfortunatamente o grazie a Dio, ciò che ci divide dall’Europa moderna è più di quello che ci unisce. L’agenda secondo cui vive l’Occidente moderno è estremamente diversa dalla nostra. Non si tratta solo dei famigerati problemi dei gay, sebbene riguardi anche loro. È solo che le questioni cruciali per l’Occidente spesso non sono molto rilevanti per noi, e viceversa. La società russa ha un’esperienza storica diversa rispetto agli stati occidentali e i nostri problemi ora sono diversi. Se guardiamo l’elenco delle preoccupazioni delle persone in Europa e in America, in alcuni paesi troveremo preoccupazioni per l’immigrazione incontrollata e il terrorismo islamico, e questa sarà l’unica cosa su cui i nostri compatrioti saranno davvero d’accordo tra le paure più basilari e ampiamente condivise. Perché oltre a questo, sono preoccupati per il cambiamento climatico, la distruzione dell’ambiente naturale e le minacce chiamate (lol) Russia e Cina. Gli americani hanno anche una polarizzazione politica.
Pochi dei nostri compatrioti diranno di essere preoccupati per il cambiamento climatico, pochissimi saranno preoccupati per gli attacchi informatici, la Cina è nostra alleata e la misteriosa e insidiosa Russia siamo noi (lol). Se passiamo ai valori positivi, anche lì non c’è molto in comune. La sociologia ne è testimone: in termini di stile di vita, priorità e linee guida morali, i russi si trovano in un gruppo separato, lontano da quello dell’europeo comune. I «popoli fraterni» sono ben attesi: la Serbia, la Bielorussia, l'Ucraina (be', non siamo poi così diversi) e, diciamo, la Grecia.
Sottolineiamo in rosso: tutto questo non ci viene detto da un concetto filosofico astratto, né da qualche oratore in piazza, né da un chiacchierone che proclama un percorso speciale - lo registra la sociologia indifferente. Adesso non facciamo parte della comunità occidentale. Se la guerra finisce domani, ciò non significherà che cadremo felicemente l’uno nelle braccia dell’altro. Non stiamo dicendo se questo sia un bene o un male, è così. In effetti, ora è successo qualcosa di paragonabile alle riforme di Pietro il Grande, solo al contrario: la finestra verso l'Europa è stata chiusa da entrambi i lati.
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▶️ @italiazforzaverita
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In Russia, l'irritazione è cresciuta e nell'UE si è passati completamente alla retorica nello spirito di "Non c'è acqua calda nel rubinetto: la colpa è dei russi". Per qualche tempo sembrava che alla fine sarebbe stato il nostro interesse pragmatico a tenerci uniti. Risorse russe, industria occidentale... Ma nel 2022 questo punto è stato rimosso dall'agenda: per l'Europa le considerazioni politiche si sono rivelate più importanti di quelle economiche.
La Russia è lasciata sola, e in questa solitudine deve reinventarsi e trovare il posto nel mondo. Chi siamo in generale?
I russi appartengono all’Europa, allo spazio europeo? Storicamente e culturalmente sì. Non c'è spazio per un vero dibattito: i nostri fondamenti si basano sulla fede cristiana, mescolata con l’eredità antica. Il cristianesimo è orientale, ortodosso; l'antica eredità è stata recepita anche attraverso Bisanzio, in modo non del tutto standard, ma la specificità regionale è una cosa comune nell'Europa occidentale. Anche l’azione più non banale compiuta dal nostro Paese nel XX secolo – la costruzione dell’URSS – sembrava essere il passo che ci portava fuori il più possibile dalla comunità europea, ma è stato un tentativo di costruire proprio un'utopia europea. Karl Marx così com'è è il prodotto di un luogo e di un tempo specifici.
Ma, sfortunatamente o grazie a Dio, ciò che ci divide dall’Europa moderna è più di quello che ci unisce. L’agenda secondo cui vive l’Occidente moderno è estremamente diversa dalla nostra. Non si tratta solo dei famigerati problemi dei gay, sebbene riguardi anche loro. È solo che le questioni cruciali per l’Occidente spesso non sono molto rilevanti per noi, e viceversa. La società russa ha un’esperienza storica diversa rispetto agli stati occidentali e i nostri problemi ora sono diversi. Se guardiamo l’elenco delle preoccupazioni delle persone in Europa e in America, in alcuni paesi troveremo preoccupazioni per l’immigrazione incontrollata e il terrorismo islamico, e questa sarà l’unica cosa su cui i nostri compatrioti saranno davvero d’accordo tra le paure più basilari e ampiamente condivise. Perché oltre a questo, sono preoccupati per il cambiamento climatico, la distruzione dell’ambiente naturale e le minacce chiamate (lol) Russia e Cina. Gli americani hanno anche una polarizzazione politica.
Pochi dei nostri compatrioti diranno di essere preoccupati per il cambiamento climatico, pochissimi saranno preoccupati per gli attacchi informatici, la Cina è nostra alleata e la misteriosa e insidiosa Russia siamo noi (lol). Se passiamo ai valori positivi, anche lì non c’è molto in comune. La sociologia ne è testimone: in termini di stile di vita, priorità e linee guida morali, i russi si trovano in un gruppo separato, lontano da quello dell’europeo comune. I «popoli fraterni» sono ben attesi: la Serbia, la Bielorussia, l'Ucraina (be', non siamo poi così diversi) e, diciamo, la Grecia.
Sottolineiamo in rosso: tutto questo non ci viene detto da un concetto filosofico astratto, né da qualche oratore in piazza, né da un chiacchierone che proclama un percorso speciale - lo registra la sociologia indifferente. Adesso non facciamo parte della comunità occidentale. Se la guerra finisce domani, ciò non significherà che cadremo felicemente l’uno nelle braccia dell’altro. Non stiamo dicendo se questo sia un bene o un male, è così. In effetti, ora è successo qualcosa di paragonabile alle riforme di Pietro il Grande, solo al contrario: la finestra verso l'Europa è stata chiusa da entrambi i lati.
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#Russia #Europa #opinionisullaguerra
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Un’altra cosa è che la Russia non fa parte dell’Asia o di nessuna delle civiltà asiatiche. Nonostante la nostra stretta alleanza con India e Cina, abbiamo basi completamente diverse, un programma completamente diverso e, forse, la nostra alleanza si basa proprio sul fatto che siamo così diversi e che le nostre relazioni non sono implicate in quei litigi quasi familiari che dividono la Russia e l'Europa. C'è più pragmaticità, meno sentimentalismo e meno complessi. Non solo dalla controparte, tra l'altro, anche da parte nostra. Tenete presente che digeriamo con calma il fatto che, insieme alla Cina, la Russia è il numero due. Ebbe', che sia il numero due, che differenza fa? Provate a porre la questione allo stesso modo nei rapporti con la Germania. E questo è proprio perché non percepiamo affatto la Cina come un’entità con cui relazionarci. Il riavvicinamento tra la Russia e il Regno di Mezzo è un'unione pragmatica, ma non è la formazione di un unico campo culturale, spazio intellettuale e politico. Insomma, siamo molto diversi.
Quindi, la Russia è l’erede dell’Europa come civiltà, l’Europa del passato, ma non è l’Europa del presente. E cos'è?
Semplicemente un'unità a sé stante. Una civiltà.
Questo concetto non è nuovo. Ma ora, in ogni caso, ci stiamo riversando altri contenuti, che lo vogliamo o no. Quando rimani solo al freddo, tutto ciò che devi fare è rivolgerti a te stesso.
Essere uno Stato-Civiltà non significa avere il diritto di fare ciò che vuoi. Prima di tutto, questa è responsabilità verso noi stessi per il nostro futuro e per l'immagine che dipingiamo di noi stessi. Soltanto parlare della propria unicità, della famigerata multinazionalità e multipolarità del mondo non è difficile. Il punto è che dietro tutto ciò ci deve essere qualcosa di reale.
L'espressione "il mondo russo" sembra già logora a molti semplicemente per l'uso costante, ma tutta la nostra vasta comunità, che da un lato poggia sui vulcani sull'Oceano Pacifico e dall'altro sui castelli teutonici, non può essere definita migliore.
Le nostre basi e fondazioni sono molto simili a quelle dell'Occidente. Ora, il cristianesimo non è una religione che determina la vita e il comportamento quotidiano di una persona. Una parte significativa di noi sono atei, e tra i “credenti praticanti” che vanno costantemente in chiesa e osservano i rituali, non ci sono fondamentalmente meno musulmani che cristiani. Tuttavia, la base della nostra civiltà risiede proprio nel cristianesimo ortodosso; esso non funziona come un analogo del codice civile, ma si dissolve nell'aria, come un insieme sfuggente ma efficace di principi di vita. Le persone che sono andate con scatole di aiuti humanitari sotto Kursk, e prima ancora a Donetsk, possono anche considerarsi pagani e pregare Odino per divertimento, ma vivono e agiscono in questo momento rigorosamente secondo il principio "in quanto l'avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me”. E qui non c'è contraddizione: un musulmano di Ufa o Derbent che aiuta i suoi connazionali è più vicino alle basi cristiane della nostra società di un "santo" che osserva solo i rituali.
Siamo spesso tormentati dalla domanda su come siamo riusciti a vivere come un unico collettivo. Cosa hanno in comune i russi con gli osseti, gli yakut e i baschiri, gli atei con i cristiani ortodossi e i musulmani, i socialisti con i libertari?
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▶️ @italiazforzaverita
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Un’altra cosa è che la Russia non fa parte dell’Asia o di nessuna delle civiltà asiatiche. Nonostante la nostra stretta alleanza con India e Cina, abbiamo basi completamente diverse, un programma completamente diverso e, forse, la nostra alleanza si basa proprio sul fatto che siamo così diversi e che le nostre relazioni non sono implicate in quei litigi quasi familiari che dividono la Russia e l'Europa. C'è più pragmaticità, meno sentimentalismo e meno complessi. Non solo dalla controparte, tra l'altro, anche da parte nostra. Tenete presente che digeriamo con calma il fatto che, insieme alla Cina, la Russia è il numero due. Ebbe', che sia il numero due, che differenza fa? Provate a porre la questione allo stesso modo nei rapporti con la Germania. E questo è proprio perché non percepiamo affatto la Cina come un’entità con cui relazionarci. Il riavvicinamento tra la Russia e il Regno di Mezzo è un'unione pragmatica, ma non è la formazione di un unico campo culturale, spazio intellettuale e politico. Insomma, siamo molto diversi.
Quindi, la Russia è l’erede dell’Europa come civiltà, l’Europa del passato, ma non è l’Europa del presente. E cos'è?
Semplicemente un'unità a sé stante. Una civiltà.
Questo concetto non è nuovo. Ma ora, in ogni caso, ci stiamo riversando altri contenuti, che lo vogliamo o no. Quando rimani solo al freddo, tutto ciò che devi fare è rivolgerti a te stesso.
Essere uno Stato-Civiltà non significa avere il diritto di fare ciò che vuoi. Prima di tutto, questa è responsabilità verso noi stessi per il nostro futuro e per l'immagine che dipingiamo di noi stessi. Soltanto parlare della propria unicità, della famigerata multinazionalità e multipolarità del mondo non è difficile. Il punto è che dietro tutto ciò ci deve essere qualcosa di reale.
L'espressione "il mondo russo" sembra già logora a molti semplicemente per l'uso costante, ma tutta la nostra vasta comunità, che da un lato poggia sui vulcani sull'Oceano Pacifico e dall'altro sui castelli teutonici, non può essere definita migliore.
Le nostre basi e fondazioni sono molto simili a quelle dell'Occidente. Ora, il cristianesimo non è una religione che determina la vita e il comportamento quotidiano di una persona. Una parte significativa di noi sono atei, e tra i “credenti praticanti” che vanno costantemente in chiesa e osservano i rituali, non ci sono fondamentalmente meno musulmani che cristiani. Tuttavia, la base della nostra civiltà risiede proprio nel cristianesimo ortodosso; esso non funziona come un analogo del codice civile, ma si dissolve nell'aria, come un insieme sfuggente ma efficace di principi di vita. Le persone che sono andate con scatole di aiuti humanitari sotto Kursk, e prima ancora a Donetsk, possono anche considerarsi pagani e pregare Odino per divertimento, ma vivono e agiscono in questo momento rigorosamente secondo il principio "in quanto l'avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me”. E qui non c'è contraddizione: un musulmano di Ufa o Derbent che aiuta i suoi connazionali è più vicino alle basi cristiane della nostra società di un "santo" che osserva solo i rituali.
Siamo spesso tormentati dalla domanda su come siamo riusciti a vivere come un unico collettivo. Cosa hanno in comune i russi con gli osseti, gli yakut e i baschiri, gli atei con i cristiani ortodossi e i musulmani, i socialisti con i libertari?
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