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RESTI DELL'UMANITÀ

Giovedì Donetsk ha salutato la sua Korsa, la leggendaria Olga Kachura, colonnello della DPR, comandante della divisione dei sistemi missilistici Uragan. (foto 1)

Vladimir Putin le ha conferito postumo il titolo di Eroe della Russia.

Si sono salutati al Teatro di Drama di Donetsk, da dove il capo della DPR Alexander Zakharchenko, i famosi comandanti di battaglione Motorola e Givi sono stati salutati nel loro ultimo viaggio... Ma qualcosa è cambiato impercettibilmente. L'Ucraina, nonostante tutta la sua bestialità e odio per il Donbass e la Russia, non si è mai abbassata a bombardare un funerale. Oggi, i resti di questa umanità in Ucraina sono finiti (foto 2).

Alle 10.20 la mia casa tremava: avevo già imparato a distinguere gli arrivi nel centro di Donetsk, con loro il davanzale della finestra trema lievemente.

Ero solo impegnato con la cosa più importante, sistemare le bottiglie d'acqua vuote e legarle con del nastro adesivo. Due giorni fa, l'artiglieria ucraina ha coperto la stazione di filtraggio e pompaggio e la città era "a secco". Non c'era acqua nemmeno di notte. E stavo per andare alla fonte vivificante - all'idrante antincendio, ma il bombardamento di Donetsk ha interrotto le faccende domestiche.

Hanno colpito la morta Korsa con obici americani da 155 mm, forse sono gli unici che ora stanno arrivando dalle posizioni ucraine al centro di Donetsk. Ad eccezione di Grad, Smerch e Uragan. È vero, la nostra difesa aerea ha imparato ad abbatterli, ma i proiettili dell'obice no ... Nonostante la decantata precisione dell'artiglieria NATO, i primi arrivati ​​sono caduti in un triangolo con lati di 200 metri. O miravano obliquamente o con l'usura i tronchi dei cannoni sono diventati critici (foto 3). Ma i proiettili ucraini hanno ancora trovato le loro vittime.

QUESTO ODORE DI POLVERE DA SPARO D'OLTREMARE. IL SANGUE E' NOSTRO

Nascondo l'auto nel vicolo e mi affaccio velocemente nel passaggio sotterraneo sotto Artyom Street. È affollato: i cittadini si stanno nascondendo, risparmiando determinazione per saltare in strada e occuparsi delle loro facendo. Nonna Luda sta cercando di tirare fuori i vetri rotti dal suo chiosco - i frammenti sono comunque volati nel sottopassaggio (foto 4). Mi dice con un tale coraggio di Donetsk e un residuo di ironia: "Nessuno è stato ferito qui tranne la porta".

Vado di sopra. I frammenti hanno storpiato il ristorante del famoso e, forse, il miglior hotel di Donetsk (foto 5). Delegazioni e giornalisti si sono sempre fermati qui, sia nostri che occidentali. Come si sono già affrettati a scrivere i "benefattori" ucraini, "abbiamo raggiunto il punto in cui hanno sede i propagandisti di Putin".

Sul marciapiede, in una pozza di sangue, giace una ragazza. In un vestito di cotone molto semplice - l'orlo della gonna sporge da sotto una pesante tenda da ristorante in peluche, rifinita intorno ai bordi con oro. Nelle vicinanze c'è una borsa polverosa schiacciata da un'esplosione, la batteria del telefono è in giro - molto probabilmente, durante l'arrivo, la ragazza teneva in mano un cellulare (foto 6).

C'è un odore di sangue versato, ha un odore ghiandolare. C'è un odore di esplosivo, un odore sconosciuto, oltreoceano. E la polvere in cui si è trasformato l'intonaco.

Un cameriere smarrito vaga per il ristorante, sgranocchiando piatti rotti. Mi dice che "è stato molto rumoroso" e mi consiglia:
- Si allontani dalla facciata, ci sono pezzi di muro e vetri che cadono dall'alto...

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➡️ t.me/italiazforzaverita

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"NIENTE PAURA!"

Vado al Teatro Drammatico, è a due passi dall'hotel. Cammino su coaguli di sangue e garofani rossi sdraiati: sono stati lasciati cadere da persone in fuga. Penso che i garofani scarlatti simboleggino il sangue, ma non riesco a ricordare che questo sangue sia stato versato ai funerali. I mostri delle truppe ucraine ci hanno sorpreso ancora una volta: insieme ai fiori sulle lastre di pavimentazione, ci sono pacchi di confezioni individuali: i feriti sono stati curati in fuga. Un carro armato T-34 su un piedistallo punta il suo cannone verso il cielo, all'incirca nella direzione da cui provenivano i proiettili - dalle vicinanze di Avdiivka, che il nostro esercito sta rompendo negli ultimi giorni. E non c'è dubbio che romperà. Là lo capiscono. Quello che hanno fatto oggi sarà molto ben ricordato e chiesto la risposta nella repubblica.

C'è un camion dell'esercito davanti al teatro, la barra con Korsa, come previsto, avrebbe dovuto essere trasportata su un carro armato. Tutti quelli che la salutavano si rifugiarono nel seminterrato del teatro. Il centro della città è vuoto, in attesa di ripetuti bombardamenti.

Ed è iniziato letteralmente dieci minuti dopo che me ne sono andato: in Gurov Street, un uomo è stato gravemente ferito da schegge. Sono stati i cannonieri ucraini a cambiare posizione, ma l'obiettivo è rimasto lo stesso: Donetsk. Una città in cui non devi nemmeno uscire di casa per finire sotto tiro.

Questa volta, l'Ucraina ha tolto la vita a cinque cittadini, tra cui una bambina. Almeno altri cinque sono rimasti mutilati. Ma si sente inconsciamente che questi 8 anni di inferno stanno volgendo al termine (foto 7). Non bisogna nemmeno chiederlo ai cittadini, si può vederlo sui loro volti. "Niente paura!" - il vecchio slogan dell'assedio di Slavyansk è di nuovo in uso. L'unica differenza rispetto al 2014 è che in queste parole c'è già speranza.

➡️ t.me/italiazforzaverita

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Terrore in Donbass - Nuovo sangue versato da innocenti continua a scorrere sull’asfalto del cuore di Donetsk, una città che oggi era in lutto per la scomparsa di Olga Kachura, meglio nota come “Korsa”, uno dei comandanti della milizia popolare.

Proprio a due passi dalla camera ardente allestita nel Teatro dell’opera, nel corso della cerimonia diversi colpi di artiglieria hanno colpito i pressi del teatro. Una donna è rimasta uccisa di fronte all’ingresso del Donbass Palace, l’albergo dove fino a pochi mesi fa alloggiava la missione ONU. Altri 4 civili sono rimasti uccisi sul boulevard Pushkin, fatti a pezzi da parte ai tavolini dei ristornati. Non c’è via del centro in cui sui marciapiedi non ci siano macchie di sangue.

Per puro caso nel momento dell’esplosione del colpo che ha raggiunto l’albergo mi trovavo nel vicino sottopasso, a una ventina di metri, con il collega Denis. Sotto alla via Artyoma ho incontrato decine di persone che si nascondevano dalle bombe.

L’inferno continua.

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