IO SONO ANIMA - sentiero di consapevolezza 🐬🕉
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L’INNO DEL MASSONE - PERCHÉ CANTIAMO “FRATELLI D’ITALIA”? PERCHÉ I MASSONI SI CHIAMANO FRATELLI ED ERANO MASSONI SIA GOFFREDO MAMELI, L’AUTORE DEL TESTO, SIA MICHELE NOVARO CHE LO MUSICÒ. MAMELI ERA MAZZINIANO, MAZZINI ERA MASSONE, COME GIUSEPPE GARIBALDI, PROTAGONISTI DEL RISORGIMENTO CHE LOTTARONO FINO A MORIRE, COME MAMELI A SOLI 22 ANNI, PER LIBERARE L’ITALIA

Vi siete mai chiesti perché il nostro inno nazionale inizia con la parola “fratelli” ? E, su questo vi siete mai data una risposta? A tal proposito vale bene ricordare che l’inno di Mameli non è mai stato l’inno ufficiale della Repubblica italiana, bensì un inno ufficioso o, per meglio dire “precario” come, del resto, lo è la maggior parte di tutto ciò che avviene in questo nostro Paese. A ben vedere, per quanto infatti diremo, il “precario” e ufficioso inno di Mameli si può definire a buon diritto l’inno che la massoneria impose alle nascente Repubblica italiana nel lontano 1946 in sostituzione della “marcia reale” che aveva caratterizzato il precedente periodo monarco-fascista.

“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta”: queste infatti sono le prime parole dell’inno di Mameli. Un inno, come si intuisce, di chiara connotazione massonica, musicato da Michele Novaro e scritto nell’autunno del 1847 dal “fratello” Goffredo Mameli (al quale, a riprova della sua appartenenza e devozione ai liberi muratori, sarà poi dedicata a futura memoria una loggia) che, non a caso e da buon “framassone”, lo fa iniziare con la sintomatica e significativa parola “Fratelli”.

Un inno scritto dal “fratello” Goffredo Mameli nel 1848 e riproposto un secolo dopo, il 12 ottobre 1946, da un altro “fratello”, il ministro delle guerra dell’allora governo De Gasperi, il repubblicano Cipriano Facchinetti, da sempre ai vertice della massoneria, con la carica di Primo sorvegliante nel Consiglio dell’Ordine del Grande Oriente d’Italia e affiliato alla loggia “Eugenio Chiesa”.

Fu in quella data dell’ottobre del 1946 che Facchinetti, quale ministro della guerra, impose che l’inno fosse suonato in occasione del giuramento delle Forze Armate. E da quel momento “Fratelli d’Italia” divenne, come lo è tuttora, l’inno ufficioso della Repubblica italiana. Ufficioso e provvisorio, perché mai istituzionalizzato con alcun decreto e ancor di più, perché non contemplato dalla nostra Carta costituzionale come lo è sancita, dall’articolo 12 della stessa Costituzione, l’istituzione del tricolore come bandiera nazionale.

Un inno che rimane, pertanto, per le cose dette, ancora ad oggi, privo di ogni ruolo e di ogni qualsivoglia definizione istituzionale. Da quanto argomentato si può altresì facilmente desumere che l’inno degli italiani fu un inno, nella sua lunga gestazione, fortemente voluto dai massoni che tanta parte, come abbiamo visto, ebbero e continuano, ancora oggi, ad avere nelle vicende che portarono alla mal digerita unità d’Italia.

Fu immediatamente dopo l’unità d’Italia che il Sud si “destò” e si accorse, sulla propria pelle e a proprie spese, di che pasta erano fatti i “fratelli” che erano venuti a “liberarlo”.

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Del resto, che di conquista, a tutti gli effetti, si trattò ce ne dà ampia e documentata testimonianza anche Antonio Gramsci nel suo autorevole saggio sul Risorgimento. Con la spedizione dei Mille, infatti, ebbe inizio il lungo processo di conquista e di scientifica colonizzazione del Sud e della Sicilia e la “radunata rivoluzionaria”, come ebbe a definirla lo stesso Gramsci, fu resa possibile dal fatto che Garibaldi s’innestava nella forze statali piemontesi e che la flotta inglese protesse di fatto lo sbarco di Marsala e la presa di Palermo e sterilizzò la flotta borbonica.

La storia continua fino ai giorni d'oggi e Noi ignari ancora cantiamo un inno esoterico massonico che giancisce la nostra prigionia e sotto missione ad un élite internazionale che ci fa da padroni!!!!


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Sin da piccola ho provato questa sensazione di disgusto di non appartenenza di va de retro ogni volta che ascoltavo l'inno di Mameli, vengo da una famiglia con una grande storia militare, tutti sull'attenti davanti alla TV a cantare sto inno ed io seduta, distante, diversa. Un motivo c'era e adesso lo comprovato, certe cose le sentiamo a priori ancora prima di saperle 😏.


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Fidel Castro in un discorso ai popoli del mondo:

" Offuscano la tua mente, offrendo al tuo corpo mille comodità e piaceri inutili e perversi, che però, per ottenere, dovrai sacrificare la tua anima e i valori dei tuoi antenati. E faranno tutto questo per il profitto, dietro il quale in realtà si nasconde un enorme furto "

Per un pó c'ha creduto ai sani principi poi si é svenduto anche lui....🙄


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Riferimenti agli alieni trovati nei file dell'assassinio di Kennedy

Si dice che il documento sia stato trovato negli archivi JFK di Trump, recentemente declassificati. Non solo nomina l'autore dell'omicidio, ma menziona anche gli EBE, ovvero "entità biologiche extraterrestri". Il documento afferma in particolare:

Nel 1960 , il presidente Eisenhower approvò un piano di difesa congiunto elaborato dall'MJ-12, secondo il quale, nel caso in cui l'URSS fosse stata vittima di un attacco nucleare a seguito dell'inganno dell'EBE, gli Stati Uniti non avrebbero risposto con il piano operativo proposto dall'USAF e avrebbero effettuato attacchi mirati contro l'URSS solo dopo la conferma dell'errata identificazione dell'UFO. L'obiettivo degli attacchi era quello di disattivare l'infrastruttura di comando e controllo dell'Unione Sovietica, impedendo una guerra nucleare su vasta scala.

Durante la crisi missilistica cubana, il presidente Kennedy venne informato dall'MJ-12 e gli fu detto che l'inganno dell'EBE era il motivo per cui i sovietici volevano lanciare un attacco nucleare per primi su Cuba, e quindi limitò le forze nucleari statunitensi dal GRAND TOUR del generale LeMay agli attacchi con i bombardieri.

Nel 1963, John Kennedy tentò di allentare le tensioni ampliando la cooperazione con l'URSS nel campo della ricerca spaziale sugli UFO, nell'ambito di un progetto lunare congiunto. L'MJ-12 era contrario perché riteneva che militarizzare la Luna avrebbe messo gli Stati Uniti in una situazione pericolosa con gli EBE che controllano il lato oscuro della Luna.

Nel 1964, il presidente Johnson venne informato dall'MJ-12 sui pericolosi rapporti con l'EBE S e su come questi influenzassero le dottrine e le politiche delle relazioni estere degli Stati Uniti. L'MJ-12 impedì con successo ai rappresentanti del NICAP [Comitato nazionale d'inchiesta sui fenomeni aerei] di presentare le loro scoperte sugli UFO ai leader governativi e bloccò i tentativi del NICAP di informare Johnson della minaccia UFO.

All'inizio del 1969, il presidente Nixon fu informato dall'MJ-12 su tutti gli aspetti dell'attività UFO e sul problema degli EBE risalenti al 1947. Temendo una fuga di notizie dal suo NSC, Nixon emanò un ordine speciale classificato che imponeva all'intelligence statunitense di eliminare i riferimenti all'MJ-12 dai suoi archivi UFO e di distruggere i documenti che avrebbero potuto collegarlo all'assassinio di John F. Kennedy.

Per ora i media restano in silenzio.


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Come funziona la visualizzazione a distanza e perché è nascosta?

Secondo il ricercatore David Wilcock, esistono protocolli sviluppati per la visione a distanza, che vengono insegnati in istituzioni chiuse. Esistono centinaia di documenti scientifici, ma non sono accessibili al pubblico perché la Cabala ha paura. David Wilcock lo ha spiegato in questo modo:

Ho sperimentato la chiaroveggenza e la chiarudienza durante le meditazioni mattutine. Ti senti leggero e fluttuante. La tua coscienza vaga e vedi questi piccoli lampi di immagini improvvisi. Al centro del cervello c'è qualcosa chiamato ghiandola pineale, collegata alla corteccia visiva del cervello. Questa ghiandola è un'area cava che contiene cellule retiniche. La cavità ha le dimensioni di un pisello, contiene acqua e le cellule retiniche si affacciano su di essa.

Quest'acqua contiene cristalli di DMT. Se si essiccano i cristalli di DMT e li si colpisce con un martello, si otterranno lampi di colori diversi: giallo, rosso e blu, ogni volta un colore diverso. E questi cristalli si trovano all'interno del tuo cervello. Hai un corpo astrale che può fluttuare ovunque. E sembra che abbia un cordone d'argento che collega il corpo spirituale al corpo fisico. I protoni lo attraversano e penetrano nel corpo, la ghiandola pineale vibra, i cristalli di DMT vengono attivati ​​e mostrano un "video" a colori. E puoi sintonizzarti sull'audio e sentire cosa succede lì. E la scienza della visione a distanza lo dimostra. La gente poteva vedere basi militari segrete."

David Wilcock ha affermato che le persone potrebbero comunicare tra loro a distanza, ma la Cabala non vuole che lo sappiano. Ciò viene nascosto alle persone affinché non possano vedere e sentire ciò che non dovrebbero, affinché non sappiano di essere Creatori e di avere questo potere divino.


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🇮🇹 La biblioteca dell'abbazia di Wiblingen è una delle biblioteche più importanti della Germania e la più bella del mondo! 🤩

🇦🇺 The Wiblingen Abbey Library is one of the most important libraries in Germany and the most beautiful in the world! 🤩

🇧🇷 A Biblioteca da Abadia de Wiblingen é uma das bibliotecas mais importantes da Alemanha e a mais bonita do mundo! 🤩

🇫🇷 La bibliothèque de l'abbaye de Wiblingen est l'une des plus importantes bibliothèques d'Allemagne et la plus belle du monde ! 🤩


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In Italia, le logge massoniche sono suddivise in diverse obbedienze (associazioni), le principali delle quali sono il Grande Oriente d'Italia (GOI), la Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori e la Gran Loggia Regolare d'Italia. Il GOI è la più grande, con circa 793 logge attive, seguita dalla Gran Loggia d'Italia con circa 159 Orienti (ogni città è un Oriente).
Le prime testimonianze certe e documentate della presenza della massoneria nel territorio italiano risalgono al 1728 con delle tracce potenziali nel 1723. La prima loggia massonica, nota col nome di Fidelitas, si ritiene possa essere stata fondata sul territorio italico a Girifalco, in Calabria, nel 1723.
Nel 1728 fu fondata, a Napoli, la Perfetta Unione, prima loggia regolare in Italia ad avere autorizzazione della Gran Loggia d'Inghilterra. Dopo l'editto di Ferdinando IV di Borbone del 12 settembre 1775, che metteva fuori legge le logge massoniche, Francesco d'Aquino, principe di Caramanico, fu Maestro Venerabile della "Well Chosen Lodge", n. 444 della Gran Loggia d'Inghilterra. A Firenze la prima loggia fu fondata nel 1731. Intorno al nucleo iniziale, costituito da Inglesi, si aggiunsero gradualmente numerosi nobili e intellettuali fiorentini. Su questa loggia si esercitarono gli effetti persecutori della bolla pontificia In eminenti, pubblicata il 28 aprile 1738, che inaugurava una lunga serie di scomuniche e di condanne. Della Loggia fiorentina, detta degli "Inglesi", fecero parte gli Italiani Antonio Cocchi e Tommaso Crudeli; quest'ultimo fu per questo incarcerato, torturato dal Sant'Uffizio di Firenze, morì per i postumi del carcere a Poppi nel 1745. È considerato il primo martire della massoneria universale.
Sempre nel granducato di Toscana, a Livorno, nacquero addirittura quattro logge: due negli anni 1763 e 1765 (ottennero una patente di fondazione dalla Gran Loggia d'Inghilterra degli Antients) e altre due nel 1771 (con patente rilasciata dalla Gran Loggia d'Inghilterra dei Moderns). Il fenomeno massonico arrivò poi a Roma, con alterne vicende: nel 1735 alcuni gentiluomini inglesi diedero vita a una loggia giacobita, rimasta attiva fino al 1737, quando si dovette sciogliere per ordine del governo pontificio. Ma, rispettivamente nel 1776 e nel 1787, vi vennero fondate due logge, entrambe di rito scozzese. Il 27 maggio 1789 il conte di Cagliostro tentò di organizzare una loggia basata sul proprio "sistema egiziano", ma venne arrestato e processato dal Sant'Uffizio che, nell'aprile 1791, lo condannò a morte come "eretico formale, mago e libero muratore", pena commutata poi nel carcere perpetuo.
Nel 1749 a Chambéry (Savoia, parte integrante del Regno di Sardegna) fu fondata la loggia "Saint Jean des Trois Mortiers", sulla base di una patente di gran maestro provinciale per la Savoia e il Piemonte rilasciata dalla Gran Loggia di Londra nel 1739 al marchese Joseph François Noyel de Bellegarde; nel 1752, la stessa loggia assunse il nome di Gran Loggia Madre, con facoltà di creare altre logge in tutti i territori del regno di Sardegna e, di fatto, nel 1765 -anno in cui era in corrispondenza con la loggia di "Saint Jean d'Ecosse du Secret et de l'Harmonie" di Malta (fondata nel 1764) e con quella di "San Giovanni di Scozia" di Palermo (fondata nel 1762)- ne vennero create tre, tra cui "La Mystérieuse" a Torino. Quest'ultima assunse una tale importanza da far ottenere nel 1773 il conferimento al conte di Bernezzo del titolo di gran maestro provinciale per il Piemonte, con la conseguente completa autonomia dalla Gran Loggia Madre di Chambéry. In Piemonte una loggia era presente anche a Novi Ligure.

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Nel 1746 fu fondata una loggia a Venezia, alla quale sono da ricollegare le figure di Giacomo Casanova, di Carlo Goldoni e di Francesco Griselini, che rimase in attività fino al 1755, quando l'intervento degli Inquisitori di Stato portò all'arresto del Casanova e ne determinò la chiusura. Ma una nuova loggia sorse nel 1772, con patente della Gran Loggia d'Inghilterra, per iniziativa del segretario del Senato, Pietro Gratarol, e rimase attiva fino al 1777, mentre nascevano un'altra loggia a Venezia, una a Vicenza e un'altra a Padova.
Dalla "Perfetta Unione" a Napoli, nel 1747 Raimondo di Sangro, Principe di San Severo, diede vita a un cerchio interno ove si generò il Rito Egizio Tradizionale, la più antica comunione massonica italiana ancora operante.[8] A seguire nel 1749 fu fondata su iniziativa di un mercante di seta francese, un'altra loggia di più modesta fisionomia sociale. Dopo la pubblicazione, avvenuta il 28 maggio 1751, della Bolla Providas Romanorum Pontificum emanata da papa Benedetto XIV per ribadire la condanna pontificia del 1738, Carlo VII di Borbone (che divenne poi il re Carlo III di Spagna) promulgò un editto (10 luglio 1751) che proibiva la Libera Muratorìa nel Regno di Napoli, tuttavia il provvedimento non stroncò la Massoneria: una risorta loggia locale ottenne una patente dalla Gran Loggia Nazionale di Olanda (10 marzo 1764) che la promuoveva al rango di Gran Loggia Provinciale per il Regno di Napoli, mentre una seconda loggia, con patente della Gran Loggia d'Inghilterra (Moderns), il 7 marzo 1769 fu parimenti investita del rango di Gran Loggia Provinciale. Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero (1710-1771) divenne massone nel 1744 e gran maestro di tutte le logge napoletane fino al 175. Sul finire del Settecento sorse a Napoli "La Philantropia", loggia di rito inglese in cui militarono alcune personalità dell'Illuminismo meridionale come Mario Pagano (che verrà eletto maestro venerabile), Pasquale Baffi, Gaetano Filangieri, Giuseppe Albanese, Donato Tommasi e Domenico Cirillo. Baffi, Pagano, Albanese e Cirillo furono esponenti della Repubblica Partenopea e vennero condannati a morte dopo la restaurazione borbonica.
In Liguria tra il 1745 e il 1749 risultano una loggia a Bordighera e almeno due a Genova, da collegare alla presenza delle truppe francesi in difesa della Repubblica. Verso la fine del secolo nacquero altre due logge nel capoluogo, una (1780) aderente al Regime Scozzese Rettificato e un'altra (1782) che ottenne una patente dalla Gran Loggia d'Inghilterra con il titolo di Old British and Ligurian Lodge. Nel 1756 fu fondata una loggia a Milano, subito scoperta dalle autorità austriache; il fatto determinò un editto (6 maggio 1757) con il quale il governatore, Francesco III d'Este, duca di Modena, vietava le riunioni massoniche in tutto il territorio dello Stato Lombardo. Ma la loggia continuò a esistere e nel 1783 aderì alla Gran Loggia di Vienna. Lo stesso anno il conte Wilczeck, ministro plenipotenziario imperiale a Milano, fondò a Milano, con patente degli Illuminati di Baviera, la Loggia "La Concordia", che aderisce alla Gran Loggia Nazionale di Vienna, e nel 1784 assunse la carica di gran maestro provinciale per la Lombardia austriaca. Nel 1776 sorse una loggia anche a Cremona.


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Nel 1746 fu fondata una loggia a Venezia, alla quale sono da ricollegare le figure di Giacomo Casanova, di Carlo Goldoni e di Francesco Griselini, che rimase in attività fino al 1755, quando l'intervento degli Inquisitori di Stato portò all'arresto del Casanova e ne determinò la chiusura. Ma una nuova loggia sorse nel 1772, con patente della Gran Loggia d'Inghilterra, per iniziativa del segretario del Senato, Pietro Gratarol, e rimase attiva fino al 1777, mentre nascevano un'altra loggia a Venezia, una a Vicenza e un'altra a Padova.
Il 16 marzo 1805 venne fondato a Milano il Supremo Consiglio d'Italia del Rito scozzese antico e accettato[17], per opera del conte francese Alexandre François Auguste de Grasse Tilly. Egli agì in virtù dei poteri conferitigli dal Supremo Consiglio di Charleston (il primo Supremo Consiglio del Rito scozzese antico e accettato); con lui vi erano altri confratelli italiani e francesi.[17] Nell'atto di costituzione del Supremo Consiglio d'Italia vi era espressamente riportato[17]: «Il Supremo Consiglio d'Italia crea e costituisce di sua sovrana autorità una Gran loggia generale in Italia sotto la denominazione di Grande Oriente del rito scozzese antico ed accettato». Era questa la nascita dell'attuale Grande Oriente d'Italia[17], il quale venne istituito ritualmente il 20 giugno 1805 per opera degli stessi fondatori del Supremo Consiglio. In quell'occasione venne eletto come Sovrano gran commendatore il viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais e come Gran cancelliere il principe Gioacchino Murat[17][18]. Grande Esperto all'atto della fondazione fu il giurista e filosofo Gian Domenico Romagnosi[19]. Il 20 giugno 1805 è tutt'oggi la data considerata dal Grande Oriente d'Italia come il momento in cui ebbe inizio la storia dell'Ordine[20].

Dopo la caduta del Regno d'Italia una serie di iniziative, assunte quasi contemporaneamente dai governanti dei vari Stati italiani, inaugurò un nuovo periodo di repressioni del fenomeno massonico. Nel Regno di Sardegna, il 10 giugno 1814 Vittorio Emanuele I emanò un editto con il quale ribadì "la proibizione delle congreghe ed adunanze segrete, qualunque ne sia la denominazione loro, e massime quelle de' così detti Liberi Muratori già proibita col R.E. delli 20 maggio 1794". Analogo decreto del 26 agosto 1814 emanato nel Lombardo Veneto vietò "gli ordini segreti, le adunanze, corporazioni e fratellanze segrete, come sarebbero le Logge de' così detti Franchi Muratori ed altre consimili società", mentre papa Pio VII il 15 agosto 1814 emanava un editto che, rifacendosi alle encicliche di papa Clemente XII e di papa Benedetto XIV, proibiva le "aggregazioni delli suddetti Liberi Muratori, e altre consimili" e a Napoli, Ferdinando I delle Due Sicilie l'8 agosto 1816 vietava "le associazioni segrete che costituiscono qualsivoglia specie di setta, qualunque sia la loro denominazione l'oggetto ed il numero dei loro componenti". Tuttavia, i massoni italiani resistettero e anzi andarono sempre più a rafforzare e organizzare la propria attività, fino a riemergere in modo significativo nella seconda metà dell'Ottocento. Nel 1820, la Società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico ed Accettato pubblicò a Napoli la prima edizione dei propri statuti ufficiali.


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