Ieri tantissime piazze si sono riempite di gente che ha manifestato convintamente contro la guerra, la Nato e per pretendere che la Costituzione non venga considerata come carta straccia.

Tantissime città da nord a sud, una marea umana che fa a pezzi la narrazione guerrafondaia della propaganda occidentale.

Personalmente sono andato a fare un giro a Milano, in Piazza della Scala. Ho trovato la piazza stracolma di persone e una fila immensa per apporre la propria firma sui quesiti referendari del comitato Referendum Ripudia la Guerra.

Eh sì! C'è in corso una raccolta firme su tre quesiti: uno per impedire che l'indebolimento della sanità pubblica vada avanti, l'altro per fermare l'invio di armi in Ucraina ed il terzo per togliere al Governo il potere di bypassare il divieto di esportazioni di armi nei paesi in guerra.

Il silenzio e la censura per questa iniziativa referendaria sono vergognosi ed inaccettabili, com'è vergognosa la censura davanti alla mobilitazione di centinaia di migliaia di cittadini. Loro censurano ma noi non dobbiamo mollare! Continuiamo a scendere nelle piazze e a firmare per i referendum, alla lunga avremo ragione. Se ci fermiamo avranno vinto, se ci fermiamo vincerà la guerra dei padroni...

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T.me/GiuseppeSalamone

Un giorno nella storia

Il 3 giugno 1980, a mezzanotte, il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter ricevette un rapporto secondo cui l'Unione Sovietica aveva lanciato 220 missili diretti verso gli Stati Uniti, secondo il Comando congiunto di difesa aerospaziale del Nord America.
Venne poi precisato che il numero di missili era raddoppiato. Fu dichiarato un allarme nucleare.

Nel giro di dieci minuti, il mondo era sull'orlo dell'Armageddon nucleare. I lanciatori di missili balistici intercontinentali Minuteman ricevettero l'ordine di prepararsi al lancio e gli equipaggi dei bombardieri strategici presero posto sui loro aerei.

Come si scoprì in tempo, uno dei computer del NORAD (North American Aerospace Defence Command) aveva avuto un malfunzionamento. Il motivo del malfunzionamento del computer e dell'intero sistema era un chip difettoso, del costo di soli 46 centesimi. Gli analisti statunitensi stimano che l'errore fatale avrebbe potuto causare la morte di 85 milioni di persone in sole sei ore.

- di Andrey Lugovoy

La flotta cinese ha superato in molti modi quella americana, scrive la CNN.

La RPC ha ora circa 340 navi da guerra, mentre gli Stati Uniti ne hanno meno di 300.

Secondo i calcoli del Pentagono, la flotta cinese crescerà fino a 400 navi nei prossimi due anni, mentre agli americani serviranno altri 22 anni per raggiungere le 350 unità.

Alcuni esperti stimano che la Cina possa costruire tre navi da guerra nel momento in cui gli Stati Uniti ne costruiscono una.

Inoltre, alcune delle navi cinesi potrebbero avere più potenza di fuoco.

Ad esempio, i cacciatorpediniere Tipo 055 di nuova generazione. La Cina ne ha già otto e gli Stati Uniti hanno solo due navi simili al progetto Zumwalt. I nuovi cacciatorpediniere cinesi hanno 112 lanciamissili, mentre quelli statunitensi ne hanno 96.

Gli esperti americani propongono di risolvere il problema avviando la produzione di navi nei cantieri navali in Giappone e Corea del Sud

Ma questo è attualmente proibito dalla legge americana: costruire navi all'estero e acquistare quelle importate.

Per la prima volta una fregata della Repubblica Popolare Cinese ha eseguito una manovra ostile nei confronti del cacciatorpediniere americano Chung-Hoon che stava eseguendo un transito nello Stretto di Taiwan, arrivando a circa 50 metri dall’unità americana.

■ @GeopoliticalCenterfb ■

Negli ultimi giorni la guerra si è allargata e si è pericolosamente avvicinata all'Italia: in Kossovo le rivolte scoppiate hanno portato al ferimento di 14 nostri soldati, Alpini del 9° reggimento L’ Aquila, mentre sul Lago Maggiore due agenti della nostra intelligence sono morti, ufficialmente in un naufragio, sulla cui natura "casuale" però si addensano sospetti e dubbi.
Ma oltre alla guerra arriva la carestia, con Kerry e altri potenti globali che ci spiegano che si deve diminuire la produzione agricola per evitare il riscaldamento globale. E mentre in occidente aumenta la rabbia popolare la censura si fa più soffocante e Twitter rischia la chiusura https://www.youtube.com/watch?v=aHh5-6FPdvI

GUERRE DA REMOTO.
di Marco Travaglio.

Ogni giorno si impara qualcosa. Ieri, nella festa della Repubblica Ucraina celebrata a Roma dalle massime autorità italiane, addirittura due cose. La prima ce la insegna il presidente Mattarella: “La Costituzione indica il ripudio della guerra quale strumento di risoluzione delle controversie… un principio attualissimo e profondamente sentito, di cui l’inaccettabile aggressione della Federazione Russa all’Ucraina rappresenta la più brutale ed evidente negazione”. Noi pensavamo che Putin giurasse sulla Costituzione russa e il capo dello Stato e i governanti italiani su quella italiana. Invece scopriamo che la Costituzione italiana deve rispettarla Putin, non le nostre autorità. Che infatti osservano la Costituzione russa, per nulla ostile alla guerra, anzi. Solo così si spiega la guerra scatenata nel 1999 dai governi Nato, incluso quello italiano vicepresieduto da Mattarella, contro la Serbia; e ora la cobelligeranza decisa da due governi nominati da Mattarella in spregio alla Costituzione italiana e in ossequio a quella russa. Mattarella deplora “le crescenti tensioni nei Balcani”, figlie della sua guerra di 24 anni fa, e annuncia che l’Italia “continuerà ad assicurare il proprio sostegno al popolo ucraino” per la “ricerca della pace” senza negoziati (mai nominati, anche perché Zelensky li ha vietati il 4 ottobre per decreto), “nel quadro della sua convinta appartenenza alla Ue e all’Alleanza Atlantica” (delle quali però l’Ucraina purtroppo non fa parte).

La seconda lezione ce la impartisce Adriano Sofri, dall’alto della sua condanna definitiva a 22 anni come mandante dell’omicidio Calabresi, sul Foglio di cui è editorialista fisso (come Fioravanti lo è della nuova Unità). Il gentiluomo ce l’ha con il “comiziaccio di Marco Travaglio”, “piazzista d’infamie, da remoto, beninteso”, che a Ottoemezzo ha osato definire l’Ucraina “Stato terrorista”. In effetti l’intelligence Usa ha accertato che dietro l’autobomba che a Mosca ha ucciso Darya Dugina, figlia 29enne del filosofo Aleksandr, c’era il governo Zelensky. Poi il capo dei Servizi militari ucraini, Kyrylo Budanov, s’è vantato di “uccidere” giornalisti e propagandisti russi inermi “ovunque sulla faccia della terra fino alla completa vittoria”. E dall’ Ucraina partono continui attacchi con droni e razzi contro obiettivi civili a Mosca e in altre città russe. Tutti attentati omicidiari che non c’entrano nulla con la sacrosanta resistenza ucraina contro le truppe russe. Per noi e per ogni manuale di diritto internazionale, questo è terrorismo. Con l’aggravante di essere finanziato e armato da noi. Per Sofri è pura normalità autobiografica da quando mandò due poveracci imbevuti dei suoi deliri rivoluzionari ad assassinare un commissario di polizia disarmato. Da remoto, beninteso.

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