La pietá di Pasolini, Ernest Pignon-Ernest, 2014
«La street art non deve mai vandalizzare. Le mie opere sono in carta e non rovinano mai i monumenti.»
#streetart #francia #italia
«La street art non deve mai vandalizzare. Le mie opere sono in carta e non rovinano mai i monumenti.»
#streetart #francia #italia
Padre nostro che sei nei Cieli, Pier Paolo Pasolini, 1966
Padre nostro che sei nei Cieli,
io non sono mai stato ridicolo in tutta la vita.
Ho sempre avuto negli occhi un velo d’ironia.
Padre nostro che sei nei Cieli:
ecco un tuo figlio che, in terra, è padre…
È a terra, non si difende più…
Se tu lo interroghi, egli è pronto a risponderti.
È loquace. Come quelli che hanno appena avuto
una disgrazia e sono abituati alle disgrazie.
Anzi, ha bisogno, lui, di parlare:
tanto che ti parla anche se tu non lo interroghi.
Quanta inutile buona educazione!
Non sono mai stato maleducato una volta nella mia vita.
Avevo il tratto staccato dalle cose, e sapevo tacere.
Per difendermi, dopo l’ironia, avevo il silenzio.
Padre nostro che sei nei Cieli:
sono diventato padre, e il grigio degli alberi
sfioriti, e ormai senza frutti,
il grigio delle eclissi, per mano tua mi ha sempre difeso.
Mi ha difeso dallo scandalo, dal dare in pasto
agli altri il mio potere perduto.
Infatti, Dio, io non ho mai dato l’ombra di uno scandalo.
Ero protetto dal mio possedere e dall’esperienza
del possedere, che mi rendeva, appunto,
ironico, silenzioso e infine inattaccabile come mio padre.
Ora tu mi hai lasciato.
Ah, ah, lo so ben io cosa ho sognato
quel maledetto pomeriggio! Ho sognato Te.
Ecco perché è cambiata la mia vita.
E allora, poiché Ti ho,
che me ne faccio della paura del ridicolo?
I miei occhi sono divenuti due buffi e nudi
lampioni del mio deserto e della mia miseria.
Padre nostro che sei nei Cieli!
Che me ne faccio della mia buona educazione?
Chiacchiererò con Te come una vecchia, o un povero
operaio che viene dalla campagna, reso quasi nudo
dalla coscienza dei quattro soldi che guadagna
e che dà subito alla moglie – restando, lui, squattrinato,
come un ragazzo, malgrado le sue tempie grigie
e i calzoni larghi e grigi delle persone anziane...
Chiacchiererò con la mancanza di pudore
della gente inferiore, che Ti è tanto cara.
Sei contento? Ti confido il mio dolore;
e sto qui a aspettare la tua risposta
come un miserabile e buon gatto aspetta
gli avanzi, sotto il tavolo: Ti guardo, Ti guardo fisso,
come un bambino imbambolato e senza dignità.
La buona reputazione, ah, ah!
Padre nostro che sei nei Cieli,
cosa me ne faccio della buona reputazione, e del destino
– che sembrava tutt’uno col mio corpo e il mio tratto –
di non fare per nessuna ragione al mondo parlare di me?
Che me ne faccio di questa persona
cosi ben difesa contro gli imprevisti?
#poesia #italia
Padre nostro che sei nei Cieli,
io non sono mai stato ridicolo in tutta la vita.
Ho sempre avuto negli occhi un velo d’ironia.
Padre nostro che sei nei Cieli:
ecco un tuo figlio che, in terra, è padre…
È a terra, non si difende più…
Se tu lo interroghi, egli è pronto a risponderti.
È loquace. Come quelli che hanno appena avuto
una disgrazia e sono abituati alle disgrazie.
Anzi, ha bisogno, lui, di parlare:
tanto che ti parla anche se tu non lo interroghi.
Quanta inutile buona educazione!
Non sono mai stato maleducato una volta nella mia vita.
Avevo il tratto staccato dalle cose, e sapevo tacere.
Per difendermi, dopo l’ironia, avevo il silenzio.
Padre nostro che sei nei Cieli:
sono diventato padre, e il grigio degli alberi
sfioriti, e ormai senza frutti,
il grigio delle eclissi, per mano tua mi ha sempre difeso.
Mi ha difeso dallo scandalo, dal dare in pasto
agli altri il mio potere perduto.
Infatti, Dio, io non ho mai dato l’ombra di uno scandalo.
Ero protetto dal mio possedere e dall’esperienza
del possedere, che mi rendeva, appunto,
ironico, silenzioso e infine inattaccabile come mio padre.
Ora tu mi hai lasciato.
Ah, ah, lo so ben io cosa ho sognato
quel maledetto pomeriggio! Ho sognato Te.
Ecco perché è cambiata la mia vita.
E allora, poiché Ti ho,
che me ne faccio della paura del ridicolo?
I miei occhi sono divenuti due buffi e nudi
lampioni del mio deserto e della mia miseria.
Padre nostro che sei nei Cieli!
Che me ne faccio della mia buona educazione?
Chiacchiererò con Te come una vecchia, o un povero
operaio che viene dalla campagna, reso quasi nudo
dalla coscienza dei quattro soldi che guadagna
e che dà subito alla moglie – restando, lui, squattrinato,
come un ragazzo, malgrado le sue tempie grigie
e i calzoni larghi e grigi delle persone anziane...
Chiacchiererò con la mancanza di pudore
della gente inferiore, che Ti è tanto cara.
Sei contento? Ti confido il mio dolore;
e sto qui a aspettare la tua risposta
come un miserabile e buon gatto aspetta
gli avanzi, sotto il tavolo: Ti guardo, Ti guardo fisso,
come un bambino imbambolato e senza dignità.
La buona reputazione, ah, ah!
Padre nostro che sei nei Cieli,
cosa me ne faccio della buona reputazione, e del destino
– che sembrava tutt’uno col mio corpo e il mio tratto –
di non fare per nessuna ragione al mondo parlare di me?
Che me ne faccio di questa persona
cosi ben difesa contro gli imprevisti?
#poesia #italia
Verso, Matteo Pugliese, 2017
Extra Moenia, una locuzione latina che tradotta significa fuori dalle mura.
È certamente una ricerca di uscita, di salvezza. Una lotta/viaggio che alcuni decidono di intraprendere per abbandonare una situazione fredda e immobile come il muro, una situazione che non trasmette più emozione.
#scultura #italia
matteopugliese.com
Extra Moenia, una locuzione latina che tradotta significa fuori dalle mura.
È certamente una ricerca di uscita, di salvezza. Una lotta/viaggio che alcuni decidono di intraprendere per abbandonare una situazione fredda e immobile come il muro, una situazione che non trasmette più emozione.
#scultura #italia
matteopugliese.com
Museo Vitra, Frank Gehry, 1989
Il Vitra Design Museum é dedicato alla ricerca e alla presentazione del design, passato e presente ed esamina il suo rapporto con l'architettura, l'arte e la cultura quotidiana.
#architettura #usa #germania
Il Vitra Design Museum é dedicato alla ricerca e alla presentazione del design, passato e presente ed esamina il suo rapporto con l'architettura, l'arte e la cultura quotidiana.
#architettura #usa #germania
My America (Hard to Acclimatize), Zhang Huan, 1999
- Seattle Art Museum -
Nell’ingresso del museo è stata creata un’impalcatura a tre livelli a forma di “U”, su cui erano distribuite una sessantina di persone. L’opera nel suo complesso si componeva principalmente di tre parti, simili per molti versi ad atti teatrali. La prima, in cui Zhang si trovava seduto al centro, di fronte al pubblico, mentre i volontari erano sul patibolo; la seconda, che ritraeva gli stessi nell’atto di lanciargli del pane; la terza, quando il pane era ormai sparso ovunque sul pavimento.
#performance #cina #usa
Approfondisci: QUI
- Seattle Art Museum -
Nell’ingresso del museo è stata creata un’impalcatura a tre livelli a forma di “U”, su cui erano distribuite una sessantina di persone. L’opera nel suo complesso si componeva principalmente di tre parti, simili per molti versi ad atti teatrali. La prima, in cui Zhang si trovava seduto al centro, di fronte al pubblico, mentre i volontari erano sul patibolo; la seconda, che ritraeva gli stessi nell’atto di lanciargli del pane; la terza, quando il pane era ormai sparso ovunque sul pavimento.
#performance #cina #usa
Approfondisci: QUI
La bambina senza paura, Kristen Visbal, 2017
Il Charging Bull fu installata illegalmente dall'artista italiano Arturo Di Modica nel 1989 diventando simbolo di Wall Street e inno alla forza dell'America. La statua della bambina fu posizionata nel 2017 per la festa della donna; la bambina divenne un simbolo di lotta per la parità di genere.
#scultura #uruguay #usa
Il Charging Bull fu installata illegalmente dall'artista italiano Arturo Di Modica nel 1989 diventando simbolo di Wall Street e inno alla forza dell'America. La statua della bambina fu posizionata nel 2017 per la festa della donna; la bambina divenne un simbolo di lotta per la parità di genere.
#scultura #uruguay #usa
X Agosto, Giovanni Pascoli, 1896
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d'un pianto di stelle lo innondi
quest'atomo opaco del Male!
#poesia #italia
youtube.com/watch?v=4PBtmbisJno
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d'un pianto di stelle lo innondi
quest'atomo opaco del Male!
#poesia #italia
youtube.com/watch?v=4PBtmbisJno