Due o tre cose che so di lei, Godard, 1967
#cinema #francia
https://www.youtube.com/watch?v=9lTBhp529io
Dov’è dunque la verità?
Di fronte o di profilo?
Ma soprattutto, cos’è, un oggetto?
Forse un oggetto è un legame che ci permette di passare da un soggetto all’altro, di vivere in società, di stare insieme.
Ma poiché i rapporti sociali sono sempre ambigui e il pensiero così come unisce, separa.
E le parole uniscono per quello che esprimono e separano per quello che omettono.
C’è un grande abisso che separa la certezza soggettiva dalla verità oggettiva degli altri.
Poiché so di essere colpevole anche se mi sento innocente.
Poiché ogni evento trasforma la mia vita quotidiana
Poiché sbaglio a comunicare, a capire. Ad amare o essere amato.
Poiché ogni fallimento mi confina nella solitudine.
Poiché… Poiché non posso sottrarmi all’obbiettività che mi schiaccia
né alla soggettività che mi esilia
Poiché non posso innalzarmi fino all’essere né cadere nel nulla devo ascoltare, devo guardare intorno a me più che mai il mondo, il mio simile, mio fratello.
Guardo il mondo, oggi che le rivoluzioni sono impossibili minacciato da guerre sanguinose, dove il capitalismo perde la certezza dei suoi diritti e la classe operaia rinuncia ai suoi dove le conquiste folgoranti della scienza fanno del futuro una presenza ossessiva il futuro è più presente del presente e le lontane galassie sono alla mia porta guardo i miei simili i miei fratelli.
Dov’è l’inizio? L’inizio di cosa?
Dio creò il cielo e la terra.
Certo. E’ comodo e facile.
Cosa posso dire di più?
Dire che i limiti della lingue sono quelli del mondo, che i limiti della mia lingua sono quelli del mio mondo e che parlando limito il mondo lo finisco.
E quando la morte, logica e misteriosa, romperà questi limiti… non ci saranno né domande né risposte tutto sarà confusione.
Ma se le cose avranno contorni netti non sarà grazie alla rinascita della coscienza tutto deriva da questo.
#cinema #francia
https://www.youtube.com/watch?v=9lTBhp529io
Dov’è dunque la verità?
Di fronte o di profilo?
Ma soprattutto, cos’è, un oggetto?
Forse un oggetto è un legame che ci permette di passare da un soggetto all’altro, di vivere in società, di stare insieme.
Ma poiché i rapporti sociali sono sempre ambigui e il pensiero così come unisce, separa.
E le parole uniscono per quello che esprimono e separano per quello che omettono.
C’è un grande abisso che separa la certezza soggettiva dalla verità oggettiva degli altri.
Poiché so di essere colpevole anche se mi sento innocente.
Poiché ogni evento trasforma la mia vita quotidiana
Poiché sbaglio a comunicare, a capire. Ad amare o essere amato.
Poiché ogni fallimento mi confina nella solitudine.
Poiché… Poiché non posso sottrarmi all’obbiettività che mi schiaccia
né alla soggettività che mi esilia
Poiché non posso innalzarmi fino all’essere né cadere nel nulla devo ascoltare, devo guardare intorno a me più che mai il mondo, il mio simile, mio fratello.
Guardo il mondo, oggi che le rivoluzioni sono impossibili minacciato da guerre sanguinose, dove il capitalismo perde la certezza dei suoi diritti e la classe operaia rinuncia ai suoi dove le conquiste folgoranti della scienza fanno del futuro una presenza ossessiva il futuro è più presente del presente e le lontane galassie sono alla mia porta guardo i miei simili i miei fratelli.
Dov’è l’inizio? L’inizio di cosa?
Dio creò il cielo e la terra.
Certo. E’ comodo e facile.
Cosa posso dire di più?
Dire che i limiti della lingue sono quelli del mondo, che i limiti della mia lingua sono quelli del mio mondo e che parlando limito il mondo lo finisco.
E quando la morte, logica e misteriosa, romperà questi limiti… non ci saranno né domande né risposte tutto sarà confusione.
Ma se le cose avranno contorni netti non sarà grazie alla rinascita della coscienza tutto deriva da questo.
YouTube
Scena tratta dal film "Due o tre cose che so di lei" di Jean-Luc Godard
Child of Light, Yoshitaka Amano, Ubisoft, 2014
youtube.com/watch?v=A9riTBNjD8M
#illustrazione #game #giappone #canada
youtube.com/watch?v=A9riTBNjD8M
#illustrazione #game #giappone #canada
L'anno scorso a Marienbad, Alain Resnais, 1961
#cinema #francia #italia
https://www.youtube.com/watch?v=5Na5p6tD93s
#cinema #francia #italia
https://www.youtube.com/watch?v=5Na5p6tD93s
Timore e Tremore, Søren Kierkegaard, 1843
Se l’uomo non avesse una coscienza eterna, se al fondo d’ogni cosa ci fosse una potenza selvaggia e ribollente che produce ogni cosa, il grande e il futile, nel turbine d’oscure passioni; se il vuoto senza fondo, che nulla può colmare, si nascondesse sotto le cose, che cosa sarebbe la vita, se non disperazione?
#saggio #danimarca
Se l’uomo non avesse una coscienza eterna, se al fondo d’ogni cosa ci fosse una potenza selvaggia e ribollente che produce ogni cosa, il grande e il futile, nel turbine d’oscure passioni; se il vuoto senza fondo, che nulla può colmare, si nascondesse sotto le cose, che cosa sarebbe la vita, se non disperazione?
#saggio #danimarca
Forest Edge, Michael Kenna, 2004
«Niente può essere lo stesso due volte, perchè tutto se n’è andato per sempre, ed ogni momento ha infinite possibilità fotografiche.»
#fotografia #giappone
«Niente può essere lo stesso due volte, perchè tutto se n’è andato per sempre, ed ogni momento ha infinite possibilità fotografiche.»
#fotografia #giappone
Ciao ragazzi, #iltemadelmese di Luglio è il #mare.
A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
A Zacinto, Ugo Foscolo, 1803
#poesia #italia
The Great Wave of Kanagawa, Katsushika Hokusai, 1830 - 32
#xilografia #giappone
A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
A Zacinto, Ugo Foscolo, 1803
#poesia #italia
The Great Wave of Kanagawa, Katsushika Hokusai, 1830 - 32
#xilografia #giappone