Il vento, Arsenij Tarkovskij, 1959
La mia anima si rattristò di notte.
Ma io amavo l’oscurità fatta a pezzi, sferzata dal vento
e le stelle che brillano d’estate
sui giardini bagnati di settembre,
come farfalle dagli occhi ciechi
e sull’untuoso fiume zigano
il ponte oscillante e la donna col fazzoletto
che scendeva dalle spalle sulla lenta acqua
e queste mani, come innanzi ad una sciagura.
E sembra che lei sia viva,
viva come prima ma le sue parole
dalle umide elle adesso non esprimevano
né felicità né desideri né dolori
ed il pensiero non le collegava più
come usava al mondo tra i viventi.
Le parole ardevano come candele al vento
e si spegnevano come se sulle sue spalle si stendesse
tutto il dolore di tutti i tempi. Noi camminavamo vicini
ma questo dolore come assenzio della terra
lei già non sfiorava più con i piedi
e a me sembrava più viva.
Un tempo aveva un nome.
Il vento di settembre sulla mia casa
si precipiterà –
a volte sferraglia nelle serrature
a volte mi sfiora i capelli con la mani.
#poesia #ucraina #russia
La mia anima si rattristò di notte.
Ma io amavo l’oscurità fatta a pezzi, sferzata dal vento
e le stelle che brillano d’estate
sui giardini bagnati di settembre,
come farfalle dagli occhi ciechi
e sull’untuoso fiume zigano
il ponte oscillante e la donna col fazzoletto
che scendeva dalle spalle sulla lenta acqua
e queste mani, come innanzi ad una sciagura.
E sembra che lei sia viva,
viva come prima ma le sue parole
dalle umide elle adesso non esprimevano
né felicità né desideri né dolori
ed il pensiero non le collegava più
come usava al mondo tra i viventi.
Le parole ardevano come candele al vento
e si spegnevano come se sulle sue spalle si stendesse
tutto il dolore di tutti i tempi. Noi camminavamo vicini
ma questo dolore come assenzio della terra
lei già non sfiorava più con i piedi
e a me sembrava più viva.
Un tempo aveva un nome.
Il vento di settembre sulla mia casa
si precipiterà –
a volte sferraglia nelle serrature
a volte mi sfiora i capelli con la mani.
#poesia #ucraina #russia
Forwarded from Café sur la Lune! (Bice.)
Marcel Mariën (1920-1993) “Le Fils de la femme” [The Son of a Woman] (1986)
Nosferatu, il principe della notte, Herzog, 1979
«Il tempo é un abisso profondo come lunghe infinite notti, i secoli vengono e vanno, non avere le capacità di invecchiare é terribile. La morte non é il peggio ci sono cose più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli sperimentando ogni giorno le stesse futili cose.»
#cinema #germania
«Il tempo é un abisso profondo come lunghe infinite notti, i secoli vengono e vanno, non avere le capacità di invecchiare é terribile. La morte non é il peggio ci sono cose più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli sperimentando ogni giorno le stesse futili cose.»
#cinema #germania
Munari si nasconde dietro un esemplare di Macchina Inutile, 1956
Una macchina inutile che non rappresenti assolutamente nulla è il congegno ideale grazie a cui possiamo far rinascere la nostra fantasia, quotidianamente afflitta dalle macchine utili.
#italia #installazione
Una macchina inutile che non rappresenti assolutamente nulla è il congegno ideale grazie a cui possiamo far rinascere la nostra fantasia, quotidianamente afflitta dalle macchine utili.
#italia #installazione
Triadic Ballet, Oskar Schlemmer, 1922
«Non è facile danzare con questi costumi, anzi credo che richieda un alto grado di disciplina corporea, in modo da fondere corpo e costume in un’unica unità.»
#danza #performance #germania
Per vedere la danza: QUI
«Non è facile danzare con questi costumi, anzi credo che richieda un alto grado di disciplina corporea, in modo da fondere corpo e costume in un’unica unità.»
#danza #performance #germania
Per vedere la danza: QUI