"un eroe del nostro tempo".
Cui prodest?
Alexei Navalny è deceduto in un carcere russo. C'è da chiedersi se egli sia stato ucciso, come sostiene la canea mediatica occidentale, oppure se sia morto per altre cause, anche legate alle condizioni di detenzione. Nel caso sia stato assassinato, chi aveva interesse ad ucciderlo? Chi era Alexei Navalny? Un “campione della democrazia”, ha dichiarato il comitato editoriale del Washington Post. “Il più grande sostenitore della democrazia russa è morto”, ha scritto il British Telegraph. "Un eroe del nostro tempo" lo definisce il Manifesto. (Su ciò che scrivono i giornali italiani, tutti e senza eccezione, non c’è da far conto).
Navalny non era un rappresentante di una fazione “democratica” del sistema politico russo. Non in origine almeno. È entrato in politica nell’estrema destra, unendosi al partito del libero mercato Yabloko e alla sua Unione delle forze di destra nel 2000. Nel 2007, ha co-fondato il Movimento nazionale di liberazione russo, un gruppo sciovinista anti-immigrati. Nel 2021, Amnesty International ha temporaneamente privato Navalny della designazione che gli aveva dato come “prigioniero di coscienza”, per aver sostenuto le uccisioni razziali di persone provenienti dall’Asia centrale e dal Caucaso, che chiamava “scarafaggi”. Solo dopo essere entrato in opposizione a Putin, Navalny ha deciso di trovare un’altra base politicamente più appetibile, di scegliere la bandiera universale della “lotta alla corruzione”. Chi non è contro la corruzione? Nel contesto degli aspri conflitti all’interno dell’oligarchia russa, Navalny rappresentava una fazione dell’oligarchia russa che desidera relazioni più strette con gli Stati Uniti. Anche in prigione, Navalny ha avuto un sostegno sufficiente all’interno a tale fazione da consentirgli di avere un accesso regolare ai social media.
Tuttavia, ci si dovrebbe chiedere: perché Putin dovrebbe agire contro Navalny proprio adesso? La sua recente intervista con l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson è stata dedicata in gran parte alla richiesta di una soluzione negoziata sulla guerra in Ucraina. Se vogliamo restare al gioco dei media occidentali, secondo i quali Navalny è stato sicuramente assassinato, ci sono altri che potrebbero esserne responsabili, compresi gli oppositori di Putin che vedono la morte di Navalny come utile per la propria causa. Tutto ciò è del tutto speculativo. La morte di Navalny viene strumentalizzata dagli Stati Uniti e dai paesi satellite della NATO, soprattutto dall’amministrazione Biden, per intensificare la campagna per un’escalation della guerra contro la Russia.
Tempismo. La richiesta immediata da parte dell’amministrazione Biden, dei democratici e di fazioni del partito repubblicano è che il Congresso approvi un disegno di legge contenente decine di miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha approfittato della morte di Navalny per chiedere maggiore assistenza militare, nel mezzo di una crisi sempre più palese del suo governo di estrema destra. Qui ciò che più colpisce è la sconcertante ipocrisia. Biden e i suoi alleati della NATO, nonché i soliti utili idioti, denunciano furiosamente il trattamento riservato dal regime di Putin a Navalny, mentre sottopongono Julian Assange, un autentico paladino dei diritti umani, alle condizioni più brutali e pericolose per la sua vita. E che dire dei tanti prigionieri che ancora marciscono a Guantánamo, senza processo e dopo decenni di illegale e brutale detenzione e tortura?
Cui prodest?
Alexei Navalny è deceduto in un carcere russo. C'è da chiedersi se egli sia stato ucciso, come sostiene la canea mediatica occidentale, oppure se sia morto per altre cause, anche legate alle condizioni di detenzione. Nel caso sia stato assassinato, chi aveva interesse ad ucciderlo? Chi era Alexei Navalny? Un “campione della democrazia”, ha dichiarato il comitato editoriale del Washington Post. “Il più grande sostenitore della democrazia russa è morto”, ha scritto il British Telegraph. "Un eroe del nostro tempo" lo definisce il Manifesto. (Su ciò che scrivono i giornali italiani, tutti e senza eccezione, non c’è da far conto).
Navalny non era un rappresentante di una fazione “democratica” del sistema politico russo. Non in origine almeno. È entrato in politica nell’estrema destra, unendosi al partito del libero mercato Yabloko e alla sua Unione delle forze di destra nel 2000. Nel 2007, ha co-fondato il Movimento nazionale di liberazione russo, un gruppo sciovinista anti-immigrati. Nel 2021, Amnesty International ha temporaneamente privato Navalny della designazione che gli aveva dato come “prigioniero di coscienza”, per aver sostenuto le uccisioni razziali di persone provenienti dall’Asia centrale e dal Caucaso, che chiamava “scarafaggi”. Solo dopo essere entrato in opposizione a Putin, Navalny ha deciso di trovare un’altra base politicamente più appetibile, di scegliere la bandiera universale della “lotta alla corruzione”. Chi non è contro la corruzione? Nel contesto degli aspri conflitti all’interno dell’oligarchia russa, Navalny rappresentava una fazione dell’oligarchia russa che desidera relazioni più strette con gli Stati Uniti. Anche in prigione, Navalny ha avuto un sostegno sufficiente all’interno a tale fazione da consentirgli di avere un accesso regolare ai social media.
Tuttavia, ci si dovrebbe chiedere: perché Putin dovrebbe agire contro Navalny proprio adesso? La sua recente intervista con l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson è stata dedicata in gran parte alla richiesta di una soluzione negoziata sulla guerra in Ucraina. Se vogliamo restare al gioco dei media occidentali, secondo i quali Navalny è stato sicuramente assassinato, ci sono altri che potrebbero esserne responsabili, compresi gli oppositori di Putin che vedono la morte di Navalny come utile per la propria causa. Tutto ciò è del tutto speculativo. La morte di Navalny viene strumentalizzata dagli Stati Uniti e dai paesi satellite della NATO, soprattutto dall’amministrazione Biden, per intensificare la campagna per un’escalation della guerra contro la Russia.
Tempismo. La richiesta immediata da parte dell’amministrazione Biden, dei democratici e di fazioni del partito repubblicano è che il Congresso approvi un disegno di legge contenente decine di miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha approfittato della morte di Navalny per chiedere maggiore assistenza militare, nel mezzo di una crisi sempre più palese del suo governo di estrema destra. Qui ciò che più colpisce è la sconcertante ipocrisia. Biden e i suoi alleati della NATO, nonché i soliti utili idioti, denunciano furiosamente il trattamento riservato dal regime di Putin a Navalny, mentre sottopongono Julian Assange, un autentico paladino dei diritti umani, alle condizioni più brutali e pericolose per la sua vita. E che dire dei tanti prigionieri che ancora marciscono a Guantánamo, senza processo e dopo decenni di illegale e brutale detenzione e tortura?
Doppiopesismo e ipocrisia. L’amministrazione Biden, contrariamente a quanto vogliono far credere i media, sta supervisionando, armando, sostenendo finanziariamente e continuando a difendere l’omicidio di massa compiuto da Israele contro la popolazione palestinese. Coloro che lodano la memoria di Navalny, che si dicono indignati per il suo presunto omicidio, mentre per mesi hanno sostenuto le forze armate israeliane nella campagna genocida contro uomini, donne e bambini indifesi rannicchiati negli ospedali, nelle case bombardate e nelle tendopoli in tutta Gaza, non meritano altro che disprezzo.
(Mario Rossi, facebook)
(Mario Rossi, facebook)
Forwarded from 🟥 Kulturjam.it (Alexandro Sabetti)
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Roger Waters, ex leader dei Pink Floyd, insulta duramente Bono Vox, il cantante degli U2, per il suo sostegno a Israele durante uno dei concerti della band tenutosi a Las Vegas il 18 febbraio. Le sue parole sono state categoriche e senza mezzi termini: “È una mer*a, quello che ha fatto è disgustoso”.
#rogerwaters #pinkfloyd #u2 #bono #israele #palestina #attualità #kulturjam
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Forwarded from Giubbe Rosse
🔴 INDIZI
Che, con l'avvicinarsi della primavera, le forze armate russe avrebbero ripreso l'iniziativa, era abbastanza prevedibile. Nel corso del 2023, liberate Soledar e Bakhmut, hanno lasciato che l'esercito ucraino si logorasse in un disperato tentativo di ribaltare l'andamento del conflitto, facendo infrangere sulla linea Surovikin le brigate di Kiev e le illusioni dei comandi NATO. Il 2024 si apre praticamente con la liberazione di Avdeevka, a dieci anni dalla sua conquista da parte delle truppe ucraine durante la guerra civile, ma la pressione russa è praticamente estesa all'intero arco del fronte. Si susseguono notizie di grandi concentrazioni su Zaporižžja (si parla di 50.000 uomini), mentre le avanguardie russe già sono entrate nel villaggio di Rabotino, l'unica conquista della controffensiva ucraina di primavera-estate. Si tratta di un momento critico della guerra, per la NATO ed il suo proxy ucraino; il collasso subitaneo delle difese ad Avdeevka è un campanello d'allarme, che però l'occidente sembra non voler vedere. Quando, a partire dal mese prossimo, il fango comincerà ad asciugarsi, e le pianure ucraine torneranno ad essere praticabili per i mezzi corazzati, inevitabilmente l'AFU - ormai drammaticamente a corto di personale e di munizioni - verrà investita da una forte avanzata dell'esercito russo.
Ma c'è un indizio che porta a pensare che, contrariamente alle previsioni occidentali, Mosca possa tentare di accelerare la conclusione del conflitto nel corso di quest'anno, profittando sia della debolezza e dello sbandamento ucraino sul campo, sia della confusione che regna nella NATO (tra esaurimento delle risorse, crisi politica ed imminente campagna elettorale negli USA, crescente diffidenza tra le due sponde dell'Atlantico e - last but not least - la guerra in Palestina, che fagocita risorse e crea difficoltà politiche colossali).
Come è ovvio, in un paese in cui quasi un terzo della popolazione era russofono, le forze armate russe hanno potuto contare sin dal primo momento su una rete di informatori, in grado di segnalare difese antiaeree, concentrazioni di militari ed obiettivi nascosti. Di questo, nel corso dei due anni di guerra, si sono avute svariate prove. Ma da un po' di tempo si sta manifestando la presenza attiva di unità partigiane, che agiscono (e molto efficacemente) dietro le linee. Sabotaggi, eliminazione di ufficiali, cominciano a registrarsi in più punti, dall'oblast di Odessa a quello di Kharkov. Anche al di là della rilevanza bellica dei colpi portati a segno, è indubbio che vale ancora di più l'effetto psicologico, l'effetto di insicurezza delle retrovie che può indurre su combattenti sempre più sfiduciati e demoralizzati dall'andamento sul fronte.
Considerati i metodi sbrigativi degli ukronazi, e particolarmente dei servizi segreti (del resto anche molto efficienti, di scuola sovietica), si può supporre che ciò li scatenerà in una feroce repressione su tutti i potenziali sospetti (cioè chiunque parli russo). Da ciò si può ipotizzare che avere messo in azione queste unità sia da collegare ad un disegno più ampio, che punti ad accelerare gli eventi, probabilmente con l'obiettivo di produrre una crisi politica ai vertici di Kiev o un collasso dell'esercito ucraino, o magari entrambe le cose, giungendo alla capitolazione entro l'inverno. Se così fosse, i prossimi mesi potrebbero avere un impatto considerevole sugli equilibri mondiali.
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Che, con l'avvicinarsi della primavera, le forze armate russe avrebbero ripreso l'iniziativa, era abbastanza prevedibile. Nel corso del 2023, liberate Soledar e Bakhmut, hanno lasciato che l'esercito ucraino si logorasse in un disperato tentativo di ribaltare l'andamento del conflitto, facendo infrangere sulla linea Surovikin le brigate di Kiev e le illusioni dei comandi NATO. Il 2024 si apre praticamente con la liberazione di Avdeevka, a dieci anni dalla sua conquista da parte delle truppe ucraine durante la guerra civile, ma la pressione russa è praticamente estesa all'intero arco del fronte. Si susseguono notizie di grandi concentrazioni su Zaporižžja (si parla di 50.000 uomini), mentre le avanguardie russe già sono entrate nel villaggio di Rabotino, l'unica conquista della controffensiva ucraina di primavera-estate. Si tratta di un momento critico della guerra, per la NATO ed il suo proxy ucraino; il collasso subitaneo delle difese ad Avdeevka è un campanello d'allarme, che però l'occidente sembra non voler vedere. Quando, a partire dal mese prossimo, il fango comincerà ad asciugarsi, e le pianure ucraine torneranno ad essere praticabili per i mezzi corazzati, inevitabilmente l'AFU - ormai drammaticamente a corto di personale e di munizioni - verrà investita da una forte avanzata dell'esercito russo.
Ma c'è un indizio che porta a pensare che, contrariamente alle previsioni occidentali, Mosca possa tentare di accelerare la conclusione del conflitto nel corso di quest'anno, profittando sia della debolezza e dello sbandamento ucraino sul campo, sia della confusione che regna nella NATO (tra esaurimento delle risorse, crisi politica ed imminente campagna elettorale negli USA, crescente diffidenza tra le due sponde dell'Atlantico e - last but not least - la guerra in Palestina, che fagocita risorse e crea difficoltà politiche colossali).
Come è ovvio, in un paese in cui quasi un terzo della popolazione era russofono, le forze armate russe hanno potuto contare sin dal primo momento su una rete di informatori, in grado di segnalare difese antiaeree, concentrazioni di militari ed obiettivi nascosti. Di questo, nel corso dei due anni di guerra, si sono avute svariate prove. Ma da un po' di tempo si sta manifestando la presenza attiva di unità partigiane, che agiscono (e molto efficacemente) dietro le linee. Sabotaggi, eliminazione di ufficiali, cominciano a registrarsi in più punti, dall'oblast di Odessa a quello di Kharkov. Anche al di là della rilevanza bellica dei colpi portati a segno, è indubbio che vale ancora di più l'effetto psicologico, l'effetto di insicurezza delle retrovie che può indurre su combattenti sempre più sfiduciati e demoralizzati dall'andamento sul fronte.
Considerati i metodi sbrigativi degli ukronazi, e particolarmente dei servizi segreti (del resto anche molto efficienti, di scuola sovietica), si può supporre che ciò li scatenerà in una feroce repressione su tutti i potenziali sospetti (cioè chiunque parli russo). Da ciò si può ipotizzare che avere messo in azione queste unità sia da collegare ad un disegno più ampio, che punti ad accelerare gli eventi, probabilmente con l'obiettivo di produrre una crisi politica ai vertici di Kiev o un collasso dell'esercito ucraino, o magari entrambe le cose, giungendo alla capitolazione entro l'inverno. Se così fosse, i prossimi mesi potrebbero avere un impatto considerevole sugli equilibri mondiali.
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Resistere è un buon investimento.
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🇺🇸🇮🇱🇵🇸 BREAKING: Gli USA hanno appena messo il veto su una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU che chiedeva il cessate il fuoco a Gaza. Voi ovviamente continuate a credere che gli USA vogliono la pace e sono scioccati che gli Israeliani continuano a bombardare. Poi domandatevi allora perchè continuano ad inviare armi e a mettere il veto all'ONU.
🇩🇪🇺🇦🇷🇺"La Germania probabilmente intende trasferire i missili Taurus all'Ucraina"
- la DPA
Secondo l'agenzia, la coalizione di governo ha preparato una proposta segreta per fornire all'Ucraina munizioni, veicoli e sistemi d'arma.
-
Non si fa menzione diretta del Taurus, ma si parla della fornitura di “ulteriori sistemi d’arma a lungo raggio e munizioni necessarie per consentire all’Ucraina di effettuare attacchi mirati su obiettivi strategicamente importanti molto dietro le linee dell’aggressore russo”.
Questa descrizione si adatta al missile, che è in grado di colpire bersagli a una distanza superiore a 500 km.
Il Bundestag voterà questa settimana su questo pacchetto di aiuti
- la DPA
Secondo l'agenzia, la coalizione di governo ha preparato una proposta segreta per fornire all'Ucraina munizioni, veicoli e sistemi d'arma.
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Non si fa menzione diretta del Taurus, ma si parla della fornitura di “ulteriori sistemi d’arma a lungo raggio e munizioni necessarie per consentire all’Ucraina di effettuare attacchi mirati su obiettivi strategicamente importanti molto dietro le linee dell’aggressore russo”.
Questa descrizione si adatta al missile, che è in grado di colpire bersagli a una distanza superiore a 500 km.
Il Bundestag voterà questa settimana su questo pacchetto di aiuti
Forwarded from Pino Cabras
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Ecco cosa diceva Assange nel 2011: «L'obiettivo è utilizzare l'Afghanistan per riciclare denaro dal gettito delle tasse degli statunitensi e degli europei attraverso l'Afghanistan e restituirlo nelle mani dell'élite della sicurezza transnazionale. L'obiettivo è una guerra infinita, non una guerra di successo».
Quest'uomo è in carcere ormai da anni, ha vissuto gli ultimi 13 da braccato e perseguitato e rischia - se estradato in USA - 175 anni di carcere per "spionaggio". Dire la verità nel mondo orwelliano finto democratico si chiama spionaggio...
Gli stessi signori che dopo il disastro dell'Afghanistan da loro causato fischiettavano come dei passanti che non c'entravano niente, in questi giorni organizzano la Conferenza di Monaco per progettare altre guerre ancora, intanto che le cose vanno male anche in Ucraina. Ma per loro conta che una guerra ci sia.
Come diceva George Orwell in "1984"?
«L’atmosfera sociale è quella di una città assediata… E allo stesso tempo la consapevolezza di essere in guerra, e perciò in pericolo, fa sì che il trasferimento di tutto il potere a una piccola casta sembri la naturale, inevitabile condizione di sopravvivenza.
Non importa che la guerra stia davvero avvenendo, e, poiché nessuna vittoria decisiva è possibile, non importa che la guerra stia andando male. Tutto quel che serve è che uno stato di guerra esista.»
Se vuoi la pace prepara la pace.
Quest'uomo è in carcere ormai da anni, ha vissuto gli ultimi 13 da braccato e perseguitato e rischia - se estradato in USA - 175 anni di carcere per "spionaggio". Dire la verità nel mondo orwelliano finto democratico si chiama spionaggio...
Gli stessi signori che dopo il disastro dell'Afghanistan da loro causato fischiettavano come dei passanti che non c'entravano niente, in questi giorni organizzano la Conferenza di Monaco per progettare altre guerre ancora, intanto che le cose vanno male anche in Ucraina. Ma per loro conta che una guerra ci sia.
Come diceva George Orwell in "1984"?
«L’atmosfera sociale è quella di una città assediata… E allo stesso tempo la consapevolezza di essere in guerra, e perciò in pericolo, fa sì che il trasferimento di tutto il potere a una piccola casta sembri la naturale, inevitabile condizione di sopravvivenza.
Non importa che la guerra stia davvero avvenendo, e, poiché nessuna vittoria decisiva è possibile, non importa che la guerra stia andando male. Tutto quel che serve è che uno stato di guerra esista.»
Se vuoi la pace prepara la pace.
Forwarded from Insider Paper
BREAKING: US to announce 'major sanctions package' on Russia Friday over Navalny: White House
READ: https://insiderpaper.com/us-to-announce-major-sanctions-package-on-russia-friday-over-navalny-white-house/
Follow @InsiderPaper for more news
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Forwarded from Q Tv official 3.0 - Qui radio londra Tv NEWS h24
🟦 La provincia di Kaliningrad oggi è ancora una volta circondata da un fitto anello di spie aeree americane ostili: RC-135W e CL650 A.R.T.E.M.I.S.
‼️QTV #maxmassimi col popolo per portare l’informazione mancante.
🔻Segui: @quiradiolondratv
❌ LA TUA TV www.quiradiolondra.tv
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Forwarded from 📇📃Reality Of War🔎📖 (Alberto "Givi" - Stakhanov🎖🇮🇹)
- The Economist📰
Il generale Averyanov fu promosso vice capo del GRU e fu creato un nuovo “Servizio di attività speciali”, infiltrando i dipendenti nei ministeri e nelle aziende, oltre a reclutare studenti stranieri nelle università russe, pagando loro borse di studio
@RVvoenkor
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Forwarded from L'AntiDiplomatico
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🇺🇸🇾🇪Il sequestro del sottomarino senza equipaggio americano REMUS 600 è stato effettuato dall'unità speciale della marina yemenita. Si tratta di uno dei più moderni sottomarini senza equipaggio al mondo,