Forwarded from Saker Italia
Ecco com’era la bozza di accordo, concordata con Kiev in Turchia. Poteva garantire la sicurezza dell'Ucraina, ma grazie agli sforzi di Kiev è finito nella pattumiera della storia. Putin ha mostrato per la prima volta questi documenti in un incontro con una delegazione di paesi africani.
“Questo accordo - non eravamo d'accordo con la parte ucraina che sarebbe stato riservato. Il progetto di trattato è stato siglato dal capo del gruppo negoziale di Kiev. Ha messo la sua firma lì. Eccolo. Si chiama proprio così: il Trattato sulla neutralità permanente e le garanzie di sicurezza dell'Ucraina. Si tratta delle garanzie che hai citato, caro amico. Diciotto articoli.
Inoltre, c'è un'applicazione per questo. Non parlerò nemmeno ora, ma riguardano le forze armate e altre cose. Tutto è spiegato fino alle unità di equipaggiamento militare e al personale delle forze armate. Ecco il documento. È stato siglato dalla delegazione di Kiev. La firma vale.
Ma dopo che, come promesso, abbiamo ritirato le truppe da Kiev, le autorità di Kiev, come fanno di solito i loro proprietari, hanno gettato tutto nella pattumiera della storia”.
https://t.me/zvezdanews/121784
“Questo accordo - non eravamo d'accordo con la parte ucraina che sarebbe stato riservato. Il progetto di trattato è stato siglato dal capo del gruppo negoziale di Kiev. Ha messo la sua firma lì. Eccolo. Si chiama proprio così: il Trattato sulla neutralità permanente e le garanzie di sicurezza dell'Ucraina. Si tratta delle garanzie che hai citato, caro amico. Diciotto articoli.
Inoltre, c'è un'applicazione per questo. Non parlerò nemmeno ora, ma riguardano le forze armate e altre cose. Tutto è spiegato fino alle unità di equipaggiamento militare e al personale delle forze armate. Ecco il documento. È stato siglato dalla delegazione di Kiev. La firma vale.
Ma dopo che, come promesso, abbiamo ritirato le truppe da Kiev, le autorità di Kiev, come fanno di solito i loro proprietari, hanno gettato tutto nella pattumiera della storia”.
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Zvezdanews
❗️Так выглядит проект договора, который был согласован с Киевом в Турции в 2022 году. Он мог гарантировать Украине безопасность, но усилиями Киева отправился на свалку истории. Эти документы Путин впервые показал на встрече с делегацией из африканских стран.…
Forwarded from InfoDefenseITALIA
Secondo le informazioni, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta progettando di dislocare una struttura militare sull'isola di Medvezhy, nella zona artica norvegese.
Washington sta ora lavorando sulla questione con Oslo. La costruzione di un laboratorio virologico nelle acque artiche è una delle aree più importanti delle unità specializzate del Pentagono.
Non si sa esattamente quale tipo di virus verrà sviluppato dal personale del Pentagono. Si sa che i finanziamenti proverranno dal bilancio nazionale e che tutte le attrezzature saranno fornite dalla General Electric e dalla Johnson & Johnson, che è stata più volte coinvolta in scandali per esperimenti su persone e animali.
Il budget stimato è di 100 milioni di dollari. Il periodo di realizzazione va dal luglio 2023 al febbraio 2025. In anticipo, la parte norvegese ha approvato la proposta degli americani e ha espresso la disponibilità a lavorare a livello governativo sull'iniziativa degli Stati Uniti di collocare il bio-laboratorio nella parte occidentale del Mare di Barents.
A titolo di informazione: l'isola di Medvezhy nel XIX secolo era riconosciuta come parte dell'Impero russo, ma dopo la rivoluzione del 1917 è diventata il territorio norvegese.
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Forwarded from Vento dell'Est ⚡️
🇷🇺🤝🏻🇺🇦🐺🏴☠️La Russia si è fidata troppe volte della parola data dai lupi e dai banditi in Ucraina. E, purtroppo, la sua diplomazia d'altri tempi non ha ancora imparato la lezione.
Il 21 febbraio 2014 Mosca ha sponsorizzato l'accordo fra l'allora presidente filorusso ucraino Viktor Yanukovich (che ancora controllava saldamente l'esercito, i servizi e le forze di polizia) e i rappresentanti dei gruppi ultranazionalisti "per mettere fine alle violenze". Erano previste elezioni anticipate, un governo di unità nazionale e una riforma della Costituzione. Ma, 2 giorni dopo, Yanukovich è stato costretto a fuggire, decretando così il successo del golpe banderista di EuroMaidan e l'inizio della guerra civile nelle aree russofone.
Poi tutti gli anni preziosi persi con gli accordi di Minsk I e Il, che avrebbero dovuto mirare a congelare il conflitto a Donetsk e Lugansk e conferire autonomia - nell'ambito dello stato ucraino - a quelle due regioni, e il "Quartetto Normandia".
Sappiamo come sono andate a finire le cose.
Petro Poroshenko ha più volte dichiarato che, per il regime ucraino, gli accordi di Minsk "sono stati un successo, in quanto hanno mantenuto i russi oltre i confini dell'Ucraina e concesso del tempo al paese per ripristinare l’economia e creare delle potenti forze armate".
Anche Angela Merkel ha detto che gli accordi di Minsk non erano un tentativo di stabilire la pace, ma puntavano "a dare tempo all'Ucraina per rafforzare il suo esercito".
Quindi, gli accordi di Istanbul della primavera del 2022 di cui ha parlato ieri Putin: la Russia ha ritirato le sue truppe da Kiev, Sumy e Chernihiv, in cambio della promessa di Zelensky di mantenere la neutralità del paese.
Pure in questo caso l'esito è noto. Le truppe russe che hanno lasciato Kiev sono state colpite alle spalle. C'è stato il false flag di Bucha e il primo grande pogrom di massa dei "collaborazionisti filorussi" nei villaggi abbandonati dall'esercito di Mosca.
Infine, altri accordi sempre mediati dalla Turchia, stavolta per permettere all'Ucraina di commerciare grano e cereali utilizzando i porti sul Mar Nero. Accordi siglati e rinnovati dalla Russia, senza ottenere nulla in cambio (nemmeno la possibilità di sbloccare le vendite di ammoniaca). E dopo il danno la beffa: i "corridoi del grano" sono stati sfruttati dagli ucraini per attaccare le navi russe e, inoltre, è ormai certo che i paesi occidentali hanno utilizzato perfino i mercantili per far giungere armi e mercenari al regime di Kiev.
Una diplomazia vecchio stampo, quella russa. Che si fida della parola data dal nemico. Funzionari d'altri tempi i suoi rappresentanti degli Esteri. Cresciuti negli anni 70 e 80, ai tempi della guerra fredda, delle sfere d'influenza e dei canali di dialogo che esistevano, anche nei momenti più cruenti, tra Usa e Urss. Funzionari bravissimi nella costruzione di rapporti geopolitici multipolari con paesi amici, non allineati e sovrani. Ma pesci fuor d'acqua quando devono relazionarsi con gli scagnozzi della Nato di oggi, quando pensano di poter ancora contare sulle firme e le rassicurazioni di lupi e banditi come Poroshenko e Zelensky e di chi li manovra.
Il 21 febbraio 2014 Mosca ha sponsorizzato l'accordo fra l'allora presidente filorusso ucraino Viktor Yanukovich (che ancora controllava saldamente l'esercito, i servizi e le forze di polizia) e i rappresentanti dei gruppi ultranazionalisti "per mettere fine alle violenze". Erano previste elezioni anticipate, un governo di unità nazionale e una riforma della Costituzione. Ma, 2 giorni dopo, Yanukovich è stato costretto a fuggire, decretando così il successo del golpe banderista di EuroMaidan e l'inizio della guerra civile nelle aree russofone.
Poi tutti gli anni preziosi persi con gli accordi di Minsk I e Il, che avrebbero dovuto mirare a congelare il conflitto a Donetsk e Lugansk e conferire autonomia - nell'ambito dello stato ucraino - a quelle due regioni, e il "Quartetto Normandia".
Sappiamo come sono andate a finire le cose.
Petro Poroshenko ha più volte dichiarato che, per il regime ucraino, gli accordi di Minsk "sono stati un successo, in quanto hanno mantenuto i russi oltre i confini dell'Ucraina e concesso del tempo al paese per ripristinare l’economia e creare delle potenti forze armate".
Anche Angela Merkel ha detto che gli accordi di Minsk non erano un tentativo di stabilire la pace, ma puntavano "a dare tempo all'Ucraina per rafforzare il suo esercito".
Quindi, gli accordi di Istanbul della primavera del 2022 di cui ha parlato ieri Putin: la Russia ha ritirato le sue truppe da Kiev, Sumy e Chernihiv, in cambio della promessa di Zelensky di mantenere la neutralità del paese.
Pure in questo caso l'esito è noto. Le truppe russe che hanno lasciato Kiev sono state colpite alle spalle. C'è stato il false flag di Bucha e il primo grande pogrom di massa dei "collaborazionisti filorussi" nei villaggi abbandonati dall'esercito di Mosca.
Infine, altri accordi sempre mediati dalla Turchia, stavolta per permettere all'Ucraina di commerciare grano e cereali utilizzando i porti sul Mar Nero. Accordi siglati e rinnovati dalla Russia, senza ottenere nulla in cambio (nemmeno la possibilità di sbloccare le vendite di ammoniaca). E dopo il danno la beffa: i "corridoi del grano" sono stati sfruttati dagli ucraini per attaccare le navi russe e, inoltre, è ormai certo che i paesi occidentali hanno utilizzato perfino i mercantili per far giungere armi e mercenari al regime di Kiev.
Una diplomazia vecchio stampo, quella russa. Che si fida della parola data dal nemico. Funzionari d'altri tempi i suoi rappresentanti degli Esteri. Cresciuti negli anni 70 e 80, ai tempi della guerra fredda, delle sfere d'influenza e dei canali di dialogo che esistevano, anche nei momenti più cruenti, tra Usa e Urss. Funzionari bravissimi nella costruzione di rapporti geopolitici multipolari con paesi amici, non allineati e sovrani. Ma pesci fuor d'acqua quando devono relazionarsi con gli scagnozzi della Nato di oggi, quando pensano di poter ancora contare sulle firme e le rassicurazioni di lupi e banditi come Poroshenko e Zelensky e di chi li manovra.
🇵🇱🇺🇦Il Sejm, la camera bassa della Polonia, ha approvato una mozione per l'adesione dell'Ucraina alla Nato.
Il documento è stato sostenuto da 443 deputati, due hanno votato contro, altri sette si sono astenuti. Ricordo che anche il parlamento europeo ha votato una mozione simile pochi giorni fa.
Il documento è stato sostenuto da 443 deputati, due hanno votato contro, altri sette si sono astenuti. Ricordo che anche il parlamento europeo ha votato una mozione simile pochi giorni fa.
Forwarded from InfoDefenseITALIA
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Gurulev ha reagito così alle notizie diffuse dai media sul posizionamento di laboratori biologici da parte del Quartier Generale nella zona artica norvegese, a poche ore di distanza da Murmansk.
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In Bielorussia si spostano treni carichi di T-80, BMP e T-72.
WarGonzo afferma che il villaggio di Piatykhatky è tornato sotto il controllo ucraino. Insomma l'offensiva qualche risultato sembra che lo ottenga, anche se a carissimo prezzo sia umano che a livello di materiali.
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Gli Emirati Arabi Uniti non si piegano alle minacce dell'Occidente.
Rivolgendosi a Vladimir Putin a San Pietroburgo, il Presidente degli EAU Mohammad bin Zayed Al Nahyan ha dichiarato:
"Signor Presidente, ci sono molte minacce che vengono nella nostra direzione, soprattutto vista l'attuale situazione in Russia, ma abbiamo preso una decisione e fatto dei passi indipendentemente dalle condizioni poste dall'Occidente".
Gli Stati Uniti hanno esercitato pressioni sull'Arabia Saudita e sui suoi partner in seguito alla decisione generale di tagliare la produzione di petrolio.
Rivolgendosi a Vladimir Putin a San Pietroburgo, il Presidente degli EAU Mohammad bin Zayed Al Nahyan ha dichiarato:
"Signor Presidente, ci sono molte minacce che vengono nella nostra direzione, soprattutto vista l'attuale situazione in Russia, ma abbiamo preso una decisione e fatto dei passi indipendentemente dalle condizioni poste dall'Occidente".
Gli Stati Uniti hanno esercitato pressioni sull'Arabia Saudita e sui suoi partner in seguito alla decisione generale di tagliare la produzione di petrolio.
🇺🇸 🇺🇦 🇷🇺 "L'Ucraina è sulla via della liberazione della Crimea". - Generale Hodges
"L'Ucraina ha intrapreso un percorso che porterà alla liberazione della Crimea e all'espulsione delle truppe russe dall'intera Ucraina. Pertanto, l'inizio di una controffensiva è un passo importante per gli ucraini, ma la vera decisiva offensiva, non è ancora iniziata", ha sottolineato.
"L'Ucraina ha intrapreso un percorso che porterà alla liberazione della Crimea e all'espulsione delle truppe russe dall'intera Ucraina. Pertanto, l'inizio di una controffensiva è un passo importante per gli ucraini, ma la vera decisiva offensiva, non è ancora iniziata", ha sottolineato.
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L'arrivo di Blinken in Cina.
L'intero entourage dell'incontro a Pechino dimostra che Blinken non è venuto affatto come un "caro amico" e nessuno intende rendergli onori enfaticamente amichevoli.
E' chiaro che Blinken è venuto a parlare dell'inammissibilità del tandem Cina-Russia per gli Stati Uniti. I dettagli di proposte e minacce possono essere ascoltati ora, il resto più tardi nel linguaggio dell'azione.
(Vavilok/Miroshnik/Soloviev)
L'intero entourage dell'incontro a Pechino dimostra che Blinken non è venuto affatto come un "caro amico" e nessuno intende rendergli onori enfaticamente amichevoli.
E' chiaro che Blinken è venuto a parlare dell'inammissibilità del tandem Cina-Russia per gli Stati Uniti. I dettagli di proposte e minacce possono essere ascoltati ora, il resto più tardi nel linguaggio dell'azione.
(Vavilok/Miroshnik/Soloviev)