Giorgio Bianchi Photojournalist
130K subscribers
13.2K photos
3.8K videos
29 files
17.2K links
Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
Download Telegram
L’autore di «Invisibili» torna a documentare gli errori della pandemia con «Non è andato tutto bene»: «Il film tira le somme su quanto accaduto, dai lockdown fino agli effetti avversi. Impossibile vederlo sui media mainstream, troppi gli interessi economici in ballo».

https://www.laverita.info/paolo-cassina-covid-2667510638.html

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Forwarded from Giubbe Rosse
🇫🇷 PUNTI SALIENTI DELL'INTERVISTA DI MACRON
1. "Se la Russia vincerà questa guerra, la credibilità dell'Europa sarà ridotta a zero".

2. (sull'invio di truppe francesi in Ucraina): "Non escludiamo questa opzione".

3. "Se la Russia dovesse vincere questa guerra, la vita dei francesi e di tutti gli europei cambierebbe".

4. "Non dobbiamo essere deboli per raggiungere la pace in Ucraina. Siamo pronti a utilizzare i mezzi per raggiungere il nostro obiettivo di vincere la Russia".

🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | TwitterFacebookInstagram | Truth | Odysee
Come era prevedibile, dopo essere stato scaricato più o meno da tutti tranne che dalle poderose armate del Baltico (e nemmeno tutte), Macron ha deciso di buttarla in caciara. Intervistato su France 2 e TF1 ha detto tutto e il contrario di tutto: non abbiamo intenzione di mandare le truppe ma potremmo farlo; non siamo in guerra contro la Russia ma non può e non deve vincere; la Russia è il nostro avversario, non un nostro nemico, ma è anche un "pericolo esistenziale" che ha causato tutti i mali della Francia, dall'aumento dei prezzi agli ospedali che non funzionano; se vincesse in Ucraina non si fermerebbe lì, e insomma tutto il campionario sentito negli ultimi mesi. È stato sostanzialmente un discorso patetico, indegno di quella che è pur sempre una potenza nucleare e una delle colonne del sistema difensivo della NATO. Del resto, dopo l'angolo in cui si era messo da solo, qualcosa doveva pure inventarsi.
La pateticità macroniana fa passare in secondo piano il fatto che, per il terzo giorno consecutivo, le truppe della "resistenza russa" continuano i loro tentativi di passare il confine, non lesinando né uomini né soprattutto mezzi: carri armati, veicoli blindati, e oggi addirittura elicotteri. Il copione si ripete bene o male uguale, con perdite piuttosto alte e, al momento, nessun guadagno. Alcuni commentatori ucraini sono francamente irritati dal fatto che, apparentemente, queste unità hanno a disposizione una gran quantità di materiale e non si fanno scrupoli a sprecarlo, quando tornerebbe molto più utile in altre zone del fronte. Non tengono conto però del fatto che lo scopo di queste azioni non è ovviamente militare, ma propagandistico. Da questo punto di vista l'intenzione sembra piuttosto chiara: le elezioni presidenziali si terranno da domani al 17, e l'obiettivo è stabilire il controllo su almeno un villaggio della fascia di confine per rivendicarlo come "Russia libera", far fare una figuraccia a Putin e sostenere che le elezioni sono illegittime, come stanno facendo decine di account su Twitter (non esattamente il social media più diffuso e praticato in Russia, quindi è chiaro chi è il bersaglio di queste azioni e di queste dichiarazioni). Ma che le elezioni in Russia non saranno riconosciute lo ha detto poco fa, senza perdite né di uomini né di mezzi, Peter Stano, il portavoce degli Affari esteri dell'Unione Europea, che ha dichiarato appunto che i singoli Stati si comporteranno come meglio credono ma l'Unione non le riconoscerà. Di qui a domenica aspettiamoci un crescendo di dichiarazioni surreali, operazioni militari velleitarie e tonnellate di propaganda. Poi forse si daranno tutti una calmata.
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Quindi i professori vanno a fare gli YouTuber e le YouTuber vanno in cattedra.
Mi sembra tutto sotto controllo.

Pietro B.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Forwarded from Giubbe Rosse
SWISSCOM ACQUISTA VODAFONE ITALIA PER 8 MILIARDI
Swisscom ha stipulato accordi vincolanti con il gruppo Vodafone per l'acquisizione del 100% di Vodafone Italia per 8 miliardi di euro con l'obiettivo di integrarla con Fastweb, la sua controllata in Italia.
La combinazione di infrastrutture mobili e fisse complementari di alta qualità, nonché delle competenze e asset di Fastweb e Vodafone Italia, darà vita ad un operatore convergente leader in Italia.
Lo annuncia Swisscom in una nota. (Fonte: ANSA)

🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | TwitterFacebookInstagram | Truth | Odysee
Secondo un rapporto di Reuters, nel 2019 Donald Trump ha autorizzato la CIA a lanciare un’operazione segreta sui social media cinesi per cercare di rivolgere l’opinione pubblica contro il governo di Pechino.

L'agenzia di stampa ha affermato di aver ricevuto informazioni da tre ex funzionari statunitensi a conoscenza diretta dell'operazione altamente riservata secondo cui la CIA aveva formato una piccola squadra di spie che utilizzavano personaggi online inventati per diffondere narrazioni negative sul governo del presidente Xi Jinping, facendo trapelare materiale denigratorio. ai media internazionali.

La campagna, iniziata nel 2019, non era stata precedentemente pubblicizzata.

https://www.msn.com/en-us/news/us/exclusive-trump-launched-cia-covert-influence-operative-against-china/ar-BB1jTufz

Laura Ruggeri

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Forwarded from ROCCO CANTAUNTORE
«DIGITALIZZAMI STAMINKIA»

Mentre l’UE continua a catechizzare i sudditi con mantra tipo “transizione green”, “emissioni zero” o “global warming”, utilizzati come grimaldello per imporre norme liberticide a danno delle classi più disagiate, si tace completamente sull’impatto ambientale dei dispositivi digitali.

Giovanna Sissa, docente all'Università di Genova ed esperta indipendente della Commissione europea, gli ha dedicato un libro: «Le emissioni segrete. L'impatto ambientale dell'universo digitale».

«Chiedere al settore digitale di adempiere ai propri obblighi di rendicontazione ambientale suona quasi come un’eresia», dice la Sissa. «Gli schemi per i report ambientali sono concepiti per attività tradizionali e si applicano difficilmente all'universo digitale, specialmente al cloud computing».

Per dare un’idea di questo impatto:
Si consuma 80 volte più energia per produrre un grammo di smartphone piuttosto che un grammo di auto. Se guardiamo specificamente ai microchip è necessaria un’energia di circa 600MJ per produrre un microchip di 2g, ergo 5.000 volte superiore a quella che serve per gli stessi grammi di un’auto.

«Come dice Don Cucuzzo: “Digitalizzami staminkia”» (autocit. 😬)

🚀👉🏻 Segui @roccocantautore
Please open Telegram to view this post
VIEW IN TELEGRAM
IL DOSSIER
Russia-Nato, tutte le volte che l’accordo era possibile
IL NODO UCRAINA - Sia prima sia dopo l’invasione russa, ci fu la possibilità di trattare sulla neutralità di Kiev. Nel marzo 2020 Zelensky parlò di rinunciare all’Alleanza e rinviare il discorso Crimea
DI SALVATORE CANNAVÒ

Passare in rassegna tutti gli accordi falliti del conflitto ucraino-russo non significa, come sostengono giornalisti allineati, prendere le parti di Vladimir Putin o farsi illusioni sulle intenzioni della Russia. Significa invece fare un’analisi oggettiva di quanto avvenuto in un conflitto lungo ormai dieci anni. Non si tratta quindi di una prospettiva impossibile o appannaggio di “anime belle” o magari delle visioni di Papa Francesco. Accordi e tentativi di negoziato si sono giocati per interi dieci anni, sin dal 2014, spesso con disponibilità improvvise dell’Ucraina. Poi un incidente, un’azione improvvisa, un intervento internazionale ributtava la palla in tribuna facendo saltare quei tenui fili di dialogo.

Settembre 2014. Le manifestazioni di piazza Maidan si sono concluse da poco, lo scontro tra i filo-occidentali e i filo-russi è stato cruento, gestito dagli ucraini ma con forze che hanno agito anche sopra le loro teste (si ricorderà la famosa telefonata tra la sottosegretaria al Dipartimento Usa, Victoria Nuland, a proposito delle manovre per insediare il nuovo governo ucraino con quel “L’Ue si fotta!”). L’accordo di Minsk tra Ucraina, Russia e le regioni russofone del Donbass con il patrocinio Osce prevede il cessate il fuoco, lo scambio dei prigionieri, l’indipendenza di un terzo dei territori del Donbass mentre due terzi restano all’Ucraina. A violare l’accordo sarà il presidente filo-europeista Petro Poroshenko con una operazione “antiterrorismo” con i neo-nazisti del battaglione Azov poi integrati nella Guardia nazionale.

Febbraio 2015. Vengono siglati gli accordi di Minsk 2 tra Russia e Ucraina, garantiti da Francia e Germania: dopo il cessate il fuoco sotto l’egida dell’Osce, l’intero Donbass tornerà sotto il controllo di Kiev, ma in cambio di una risoluzione parlamentare e di una riforma costituzionale che garantiscano uno statuto speciale. L’Ucraina non concederà l’amnistia e soprattutto esige che i russi si ritirino prima di una possibile transizione democratica con elezioni. I russi pensano che prima occorra sancire i diritti degli indipendentisti: gli accordi saltano.

Giugno 2017. Il Montenegro, uno degli Stati balcanici che componevano la ex Jugoslavia entra nella Nato. Nel 2020 lo farà anche la Macedonia del Nord. Il 7 febbraio il Parlamento di Kiev approva la riforma della Costituzione che, al nuovo articolo 85, impegna l’Ucraina alla “piena adesione all’Ue e alla Nato”.

Gennaio 2020. Il presidente Donald Trump fa assassinare il generale iraniano Soleimani. A giugno, poi, il vertice Nato di Bruxelles “ribadisce la decisione presa nel summit di Bucarest 2008 secondo cui l’Ucraina diventerà membro Nato, con tutte le decisioni conseguenti”.

Giugno 2021. Biden e Putin si incontrano a Ginevra e il presidente russo chiede garanzie per la sicurezza di Mosca contro nuovi allargamenti della Nato. A giugno, luglio e settembre la Nato svolgerà tre grandi esercitazioni militari in Ucraina. Ad agosto, infine, alla Casa Bianca viene siglato lo Us-Ukraine Strategic Defense Framework (“Quadro di difesa strategica”) che ribadisce il via libera di Washington all’ingresso dell’Ucraina nella Nato.

8 marzo 2022. La guerra è scoppiata nemmeno da un mese, con l’invasione russa dell’Ucraina, e Zelensky critica la Nato: “Ci siamo resi conto che la Nato non è pronta ad accettare l’Ucraina”. Quanto a Crimea e Donbass, “possiamo discutere con Putin e trovare un compromesso sulle regioni e le repubbliche occupate temporaneamente”.

16 marzo. Il Financial Times svela un piano di pace in 15 punti: rinuncia di Kiev a entrare nella Nato e a ospitare basi militari o sistemi d’arma stranieri; garanzie di sicurezza per il Paese da Usa, Gran Bretagna e Nato; autonomia del Donbass.

Segue...
Biden offre un contributo diretto e definisce Putin “criminale di guerra” per gli attacchi su Mariupol dove Kiev accusa i russi di aver compiuto una strage. Mosca smentisce.

28 marzo 2022. Volodymyr Zelensky dichiara: “Lo status neutrale e non nucleare dell’Ucraina siamo pronti ad accettarlo: se ricordo bene, la Russia ha iniziato la guerra per ottenere questo. Poi servirà discutere e risolvere le questioni di Donbass e Crimea. Ma capisco che è impossibile portare la Russia a ritirarsi da tutti i territori occupati: questo porterebbe alla Terza guerra mondiale”. Il presidente ucraino ha poi cambiato idea.

3 aprile. Vengono diffuse le immagini di un’altra strage, quella di Bucha che secondo il ministro degli Esteri ucraino Kuleba “è stato deliberato” perché “i russi mirano a eliminare il maggior numero possibile di ucraini”. Si parla di rastrellamenti e pulizia etnica (di cui poi non si parlerà più). Bucha contribuisce a far chiudere il processo negoziale. Biden dichiara che “non si tratta con un criminale di guerra che va processato”. Due anni dopo il presidente turco Receyp Erdogan dichiarerà che quel tentativo di pace “fu sabotato” e anche l’ex vice capo del ministero degli Esteri ucraino, Alexander Chaly, dirà che “ai negoziati del marzo-aprile 2022 Putin voleva raggiungere una soluzione pacifica con l’Ucraina”.

9 aprile. A sorpresa giunge a Kiev il premier inglese Boris Johnson che annuncia ulteriori aiuti. Johnson spiega a Zelensky che quella in corso è un’ottima chance per infliggere una durissima punizione a Putin. Accordi addio.

Settembre 2023. Il segretario generale della Nato Stoltenberg dichiara al Parlamento europeo: “Nel 2021 Putin ci inviò una bozza di trattato: voleva che la Nato firmasse l’impegno a non allargarsi più. Naturalmente non lo abbiamo firmato. Era la precondizione per non invadere l’Ucraina. Lo abbiamo rifiutato e lui è andato alla guerra, per evitare di avere confini più vicini alla Nato”. Infatti.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Crolla il mito secondo cui per essere dei giornalisti è necessario possedere il pollice opponibile.

Lo dimostra uno studio condotto su oltre 400 articoli di Ansa.it

Armando Schiaffini
Forwarded from Giubbe Rosse
🇫🇷🇩🇪🇵🇱 LE DECISIONI DEL TRIANGOLO DI WEIMAR
In seguito all'incontro del triangolo di Weimar (Francia-Germania-Polonia) tenutosi oggi a Berlino, il cancelliere tedesco ha annunciato insieme al presidente francese e al primo ministro polacco le seguenti misure immediate per sostenere l'Ucraina:
1) Inviare immediatamente più approvvigionamenti e aiuti militari per l’Ucraina dall’intero mercato mondiale
2) Ampliare la produzione di equipaggiamenti militari, anche in collaborazione con l'Ucraina
3) Costituire una nuova coalizione di capacità (“artiglieria missilistica a lungo raggio”)
4) Aumentare il sostegno all’Ucraina nel quadro dell’UE (5 miliardi di euro tramite EPF, rafforzamento della missione di formazione, utilizzo dei profitti dei beni russi congelati per acquistare armi per l’Ucraina)

Chissà che triangolo è quello di Weimar. Isoscele? Equilatero? Scaleno? Ottusangolo?

🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Gli analisti accecati dal fanatismo non ne azzeccano una neanche per sbaglio.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Forwarded from Piccolenote
Please open Telegram to view this post
VIEW IN TELEGRAM
‼️🇮🇹🇺🇦 ILARIO PIAGNERELLI (RAI) CONDIVIDE IL VIDEO DEL CANALE NEONAZISTA DOVE URINANO SULLA TOMBA DEI GENITORI DI PUTIN
L'inviato RAI, pagato con le nostre tasse, trova probabilmente divertente un gesto del genere. A forza di tifare per Kiev si sta trasformando in un mostro come i nazionalisti ucraini?

Notare sul video il logo del "Sole nero" nazista con il nome del canale Telegram "Radicalnya" del neonazista Oleg Rachko.

Come è possibile che questo tizio lavori tranquillo nel servizio pubblico italiano?

✉️ Se volete potete scrivere alla redazione di RaiNews, forse ancora non sono al corrente che un loro giornalista sembra scherzare con materiale disgustoso di questo livello: redazione@rainews.it

VEDI ANCHE
▪️Definisce "poeta combattente" un militante di Pravy Sektor ucciso
▪️Definisce "giovane combattente" Kotsiubailo, non dice che era il leader di Pravy Sektor
▪️Definisce "partigiani" i neonazisti russi anti-Cremlino
▪️Sembra difendere i neonazisti russi anti-Cremlino

Segui 👉@ComitatoDonbass
Forwarded from Giubbe Rosse
🇺🇸 JOHN BARNETT, IL WHISTLEBLOWER DEL CASO BOEING, PRIMA DI MORIRE: "SE MI SUCCEDE QUALCOSA, NON È SUICIDIO"
Intervistata da ABC4 News di Charleston, Carolina del Sud, un'amica del whistleblower della Boeing John Barnett, il cui corpo è stato trovato morto in un'auto parcheggiata nel parcheggio di un hotel durante la sua testimonianza contro il suo ex datore di lavoro lo scorso fine settimana, ha detto che l'ha avvertita che sarebbe potuto succedergli qualcosa.
"Gli ho detto: 'Non hai paura?'", ha detto la donna, che ha dato solo il suo nome di battesimo Jennifer, all'emittente locale. "E lui ha risposto: 'No, non ho paura, ma se mi succede qualcosa, non è suicidio'".
La donna, che vive nello stato natale dell'informatore, la Louisiana, dove si era trasferito negli ultimi anni per prendersi cura dell'anziana madre, ha detto che quell'avvertimento criptico è tornato a perseguitarla dopo la morte di Barnett, che secondo un medico legale di Charleston è stata autoinflitta.
"So che non si è suicidato", ha detto Jennifer ad ABC4. "Non c'è modo. Amava troppo la vita. Amava troppo la sua famiglia. Amava troppo i suoi fratelli per farli passare quello che stanno passando in questo momento".
In una dichiarazione a Futurism, gli avvocati di Barnett hanno detto che anche loro "non hanno visto alcuna indicazione" che Barnett potesse aver pianificato di togliersi la vita, e che sembrava di "buon umore" mentre la sua deposizione stava volgendo al termine. (Fonte: The Byte, via Disclose.tv)

Per la notizia della morte di John Barnett, leggi qui.

🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
Forwarded from Giubbe Rosse
Please open Telegram to view this post
VIEW IN TELEGRAM
Interessa l’articolo
Di Marco Travaglio

È così raro trovare oggi un capo di Stato o di governo con due o tre neuroni attivi che, quando accade, va subito segnalato. Dunque è con grande giubilo che riportiamo le parole di Mattarella a Cassino, città-martire della Seconda guerra mondiale: “Gli storici ci consegnano un numero terrificante di vittime (quasi 200 mila morti, ndr) delle diverse armate (gli Alleati e i tedeschi ex-alleati, ndr) e della popolazione civile in 129 giorni di combattimenti”. Uno dei tanti orrori che dettarono ai Padri costituenti le parole definitive dell’articolo 11: “Nella Costituzione c’è un’affermazione solenne: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Lì ci sono “le ragioni, le premesse del ruolo del nostro Paese nella comunità internazionale: costruire ponti di dialogo e collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo”.

Il discorso stride con quello di Macron, che persevera nella follia di inviare truppe Nato in Ucraina, cioè di scatenare la terza guerra mondiale. Dopo aver avallato con parole, opere e omissioni due anni di escalation, spostando ogni giorno più in là la linea rossa dell’indicibile (a Kiev solo armi difensive, anzi anche offensive ma leggere, anzi anche pesanti, anzi anche i tank, anzi anche i mega-carri armati, anzi anche i missili a corto raggio, anzi anche a medio, anzi anche a lungo, anzi pure i caccia), il Quirinale pare spaventato dall’ultima inevitabile conseguenza della bulimia bellicista della Nato, speculare a quella russa. E riscopre l’articolo 11, calpestato dai governi Draghi e Meloni ininterrottamente dal febbraio ‘22, prima che l’Italia sia trascinata in un nuovo conflitto mondiale, il primo tutto nucleare. Un bel progresso rispetto alle giaculatorie sulla “pace giusta”, che non esiste perché dipende dalla guerra, che non è mai giusta: chi l’ha vinta decide e chi l’ha persa deve accettare dolorosi compromessi. Come finora ha osato dire l’unico leader mondiale rimasto lucido: il Papa.

Purtroppo lo stesso allarme non si riscontra nel governo Meloni: qualche ministro pigola che non invieremo truppe per non perdere voti alle Europee, ma nessuno ha gli attributi per chiedere un immediato vertice Nato che isoli Macron e le sue fregole guerrafondaie e avvii una mediazione di pace. Del resto le destre, come il Pd e i vari centrini, hanno appena votato al Parlamento europeo la demenziale risoluzione von der Leyen che impone il riarmo di Kiev a spese nostre fino alla riconquista delle regioni perdute, inclusa financo la Crimea. Cioè in saecula saeculorum. Chi non andrà a votare alle Europee per estinguere questi pazzi scatenati potrebbe pentirsene amaramente, sempreché sopravviva.

🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Forwarded from Giubbe Rosse
Please open Telegram to view this post
VIEW IN TELEGRAM