Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Uno stralcio del nostro intervento su Byoblu riguardo i fatti della conferenza del 27/01 ed il discorso di Aleksandr Dugin. Gli interventi sono visionabili per intero al link https://www.byoblu.com/2024/01/30/1984-piano-di-fuga-il-pensiero-pandemicamente-corretto-e-la-censura-30-gennaio-2024/

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TEATRO E POLITICA
di Giorgio Agamben

Quel che definisce oggi la politica – divenuta, com’è stato efficacemente detto, la forma estrema dello spettacolo – è un inedito capovolgimento del rapporto teatrale fra verità e menzogna, che mira a produrre la menzogna attraverso una particolare operazione sulla verità. La verità, come abbiamo potuto vedere in questi ultimi tre anni, non viene, infatti, occultata e resta anzi facilmente accessibile a chiunque abbia voglia di conoscerla; ma se prima – e non soltanto a teatro – si raggiungeva la verità mostrando e smascherando la falsità (veritas patefacit se ipsam et falsum), ora si produce invece la menzogna per così dire esibendo e smascherando la verità (di qui l’importanza decisiva del discorso sulle fake news).
Se il falso era un tempo un momento nel movimento della verità, ora la verità vale soltanto come un momento nel movimento del falso.
In questa situazione l’attore è per così dire di casa, anche se, rispetto al paradosso di Diderot, deve in qualche modo raddoppiarsi.

Se l’attore Zelensky risulta così convincente come leader politico è proprio perché egli riesce a proferire sempre e dovunque menzogne senza mai nascondere la verità, come se questa non fosse che una parte inaggirabile della sua recita. Egli –come del resto la maggioranza dei leader dei paesi della Nato – non nega il fatto che i russi abbiano conquistato e annesso il 20 % per cento del territorio ucraino (che del resto è stato abbandonato da più di dodici milioni dei suoi abitanti) né che la sua controffensiva sia completamente fallita; nemmeno che, in una situazione in cui la sopravvivenza del suo paese dipende in tutto e per tutto da finanziamenti stranieri che possono cessare da un momento all’altro, né lui né l’Ucraina hanno davanti a sé alcuna reale possibilità. Decisivo è per questo che, come attore, Zelensky provenga dalla commedia. A differenza dell’eroe tragico, che deve soccombere alla realtà di fatti che non conosceva o che credeva non reali , il personaggio comico fa ridere perché non cessa di esibire l’irrealtà e l’assurdità delle sue stesse azioni. L’Ucraina, un tempo chiamata la Piccola Russia, non è però una scena comica e la commedia di Zelensky non potrà in ultimo che convertirsi in un amara, realissima tragedia.


Giorgio Agamben

https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-teatro-e-politica
Forwarded from Operazione Verità News 📰🗞 (Alberto "Givi" - Stakhanov🎖🇮🇹)
🟡🔥👩🏻‍🌾👨🏻‍🌾🚜🇧🇪Nel centro di Bruxelles (Belgio), intanto, divampa la protesta dei contadini con i falò davanti al palazzo del Parlamento Europeo.

Davanti all'edificio sono presenti almeno 600 agricoltori, con circa tre elicotteri che monitorano la zona
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Forwarded from PBellavite
UN CASO DI SINDROME POST-VACCINO DI LUNGA DURATA

Un caso tra i tanti è stato pubblicato. Una storia tra le tante che abbiamo letto dal Comitato Ascoltami e visto nel film "Invisibili". Qui i medici hanno creduto al paziente, lo hanno preso sul serio e studiato a fondo, cercando anche dei rimedi. Questo è fare il medico.

Questo è il riassunto. Leggete anche l'ultima frase!

"È indiscusso che i vaccini anti-SARS-CoV-2 possano avere effetti collaterali. La Sindrome da Vaccinazione Long-Post-COVID (LPCVS) è una di queste ed è spesso trascurata. Nel nostro paziente persiste 11 mesi dopo la terza dose di vaccino mRNA-1273 (Moderna).
Il paziente è un maschio di 39 anni con una storia precedente in gran parte tranquilla che ha sviluppato gravi reazioni avverse immediatamente dopo la terza dose del vaccino mRNA-1273 (Moderna).
Oltre a una breve febbre, si sono verificati mal di testa, tremolio degli occhi, eruzioni cutanee, stanchezza, disorientamento, vertigini (annebbiamento cerebrale), disturbi del pensiero e della concentrazione e disturbi emotivi.
La risonanza magnetica cerebrale ha mostrato lesioni aspecifiche della sostanza bianca con distribuzione frontotemporale. Alcuni parametri immunitari erano alterati. I farmaci antinfiammatori non steroidei, gli antistaminici, i sartani e le statine hanno occasionalmente fornito solo un sollievo temporaneo.
In conclusione, la LPCVS è una complicanza definita delle vaccinazioni anti-SARS-CoV-2 e può avere un grave impatto sulla qualità della vita e portare alla disabilità. Nonostante un ampio lavoro di analisi, non è possibile identificare una causa chiara per i deficit neurocognitivi a lungo termine. Il trattamento sintomatico può fornire un certo sollievo.
I pazienti affetti da LPCVS dovrebbero essere presi sul serio e trattati in modo appropriato."

Finsterer, J. (2022). A Case Report: Long Post-COVID Vaccination Syndrome During the Eleven Months After the Third Moderna Dose. Cureus 14, e32433. 10.7759/cureus.32433.
Forwarded from La terza ROMA
Il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel ha dichiarato che l'accordo per fornire 50 miliardi all'Ucraina è stato trovato.

"Abbiamo un accordo. Tutti i 27 leader hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo di 50 miliardi di euro per l'Ucraina all'interno del bilancio dell'UE.
Questo garantisce all'Ucraina un finanziamento costante, a lungo termine. L'UE si sta assumendo la responsabilità del sostegno all'Ucraina, sappiamo qual è la posta in gioco"
♦️ Orban alla fine ha ceduto. Ma era logico, voleva solo trattate condizioni utili per il proprio paese. Non c'era da aspettarsi niente di diverso, almeno a differenza degli altri servi ha strappato condizioni utili per sé stesso.
♦️ L'amministrazione americana non potendo mandare direttamente le risorse, ha obbligato i servi europei a frugarsi nelle tasche.

Se non lo avete capito ci stiamo avvicinando alla guerra mondiale. E stanno facendo di tutto per finirci dentro.
https://t.me/terzaroma
Forwarded from SilvioDallaTorre (Silvio Dalla Torre)
I contadini che manifestano in Germania ed in Francia hanno intuito che le elite mondiali intendono fare con l'agricoltura europea quello che hanno fatto con l'industria: spostare tutto (o quasi tutto) ad Est.
Paesi come l'Ucraina, dove non vi sarà alcuna limitazione nell'uso dei pesticidi, degli OGM , degli antibiotici e degli ormoni per gli animali, dovranno sfamare le plebi. In Italia, Francia e Germania potrà invece sussistere un'agricoltura di alta qualità, destinata ad alimentare i ricchi. Questi ultimi, diventando sempre più ricchi, andranno alla ricerca di cibi biologici, ecologici, proteici, vitanimici e chi più ne ha più ne metta.
Il risultato di questa nuova divisione del lavoro è facilmente prevedibile: cibi raffinati per gli alti redditi; merda chimica per tutti gli altri.
Va da sé che il comparto agricolo dei paesi dell'Europa occidentale è destinato ad essere fortemente ridimensionato.
Ci va bene tutto questo?
Forwarded from La Mia Russia (Elena)
La Corte internazionale di giustizia non ha riconosciuto la Russia come “paese aggressore”.
La corte ha inoltre rifiutato di riconoscere la DPR e la LPR come “organizzazioni terroristiche” sulla base delle accuse provenienti dall'Ucraina.
"Le argomentazioni della parte russa sull'infondatezza delle insinuazioni ucraine sono state ascoltate all'Aia: delle oltre 20 denunce avanzate da Kiev durante il processo durato sette anni, la Corte le ha respinte quasi tutte e ha lasciato l'Ucraina senza alcun risarcimento", si legge in un comunicato il ministero degli Esteri russo.
Inoltre, la corte non ha ritenuto la Russia responsabile dello schianto del volo Boeing MH17 e del coinvolgimento della DPR nella tragedia. E' stata respinta anche la denuncia di oppressione dei tartari di Crimea per motivi etnici.
Sulla base di queste accuse, Kiev sperava di rafforzare le sue richieste per il trasferimento dei beni russi confiscati in Occidente e l'introduzione di restrizioni internazionali contro la Russia. https://t.me/yapnews/28170
Proprio mentre Victoria Nuland si trovava a Kiev, e non è certamente una coincidenza, la NATO (come ho già detto in passato l'Ucraina ormai ci mette solo i corpi, le armi non sono più sue e probabilmente nemmeno la strategia) ha organizzato un attacco congiunto, aereo e navale, sulle installazioni militari della Crimea dal pomeriggio di ieri a stamattina (l'altro ieri c'era già stato un attacco di droni sugli aeroporti, sventato senza eccessivi problemi). L'attacco, come al solito, è stato preceduto da un gran traffico di aerei spia sul Mar Nero e sulla Romania, almeno sei tra cui anche il nostro PERSEO71, un Gulfstream G550 CAEW del 14° stormo partito da Pratica di Mare (da Sigonella invece sono partiti due aerei USA. Qui qualche info e i tracciati di quattro dei sei aerei: https://www.itamilradar.com/2024/01/31/busy-skies-in-the-black-sea-theatre).
La prima fase dell'attacco è stata aerea. Da Starokostantinov e Kanatovo si sono alzati tre Su-24 e un numero imprecisato di Su-27 e Mig-29 - non voglio dire tutti gli aerei ancora in grado di volare dell'areonautica ucraina ma poco ci manca. Gli Su-24 e i Mig-29 hanno lanciato una combinazione di ADM-160 MALD e di missili antiradar AGM-88 HARM per ingaggiare le difese antimissile ruse, mentre gli Su-24 hanno lanciato sei Storm Shadow (o SCALP che dir si voglia) in direzione degli aeroporti della Crimea. tutti i missili risultano abbattuti o dalla contraerea o dai caccia russi. Immediatamente dopo i Su-24 hanno lanciato altri sei missili, stavolta dal mare, in direzione di Sebastopoli e dell'aeroporto di Belbek, che sembra essere stato il bersaglio principale anche del primo attacco. Anche qui i missili sono stati abbattuti, e uno di loro si è sfasciato in prossimità dell'aeroporto senza, pare, fare danni (anche se media come Visegrad 24 eccetera hanno riferito di catastrofiche esplosioni, non compatibili con le immagini da loro stessi diffuse).
A questo doppio e non troppo efficace attacco aereo è seguito nella notte quello navale, con nove droni diretti verso l'ingresso del lago Donuzlav (allego carta) dove si trovava l'Ivanovets (foto), un cutter lanciamissili della classe Proekt 1241 "Molniya" armato di quattro missili antinave P-270 Moskit, in due impianti binati. La nave è stata colpita più volte e uno degli impatti ha causato la detonazione dei Moskit sulla fiancata sinistra, causando un'esplosione che ha certamente affondato la nave.
Il bersaglio è stato scelto bene (del resto a questo serve la ricognizione NATO): una nave vecchiotta, varata nel gennaio 1989 e mai rimodernata, con sistemi di difesa inadatti a contrastare questo tipo di minaccia e che si trovava dall'inizio della guerra nella rada del Donuzlav a non fare nulla, visto che si tratta di un'unità armata solo di missili antinave (che contro i droni non servono a nulla, ovviamente). Non un danno notevole per la flotta del Mar Nero ma, certamente, un grave danno d'immagine oltre alla perdita del personale (è improbabile che fosse ad equipaggio completo ma di sicuro morti ce ne sono. L'equipaggio completo è di 39 marinai). Soprattutto, l'eterna conferma che la Crimea resta il punto debole dell'architettura difensiva russa, né potrebbe essere altrimenti vista la sua conformazione, il territorio ancora in mano all'Ucraina, e l'interesse quasi maniacale che riveste sia per l'Ucraina (e mi pare logico) che per la NATO: al di là dei risultati ottenuti (non eccelsi, diciamo) nell'attacco di ieri sono stati coinvolti due aeroporti, almeno sette aerei, 12 Storm Shadow e nove droni navali, ossia, per lo stato attuale degli equipaggiamenti ucraini, un'enormità sia in termini di mezzi che di soldi.
Disponendo per ora di questi mezzi, per l'Ucraina è certamente una strategia vincente: il massimo danno, specie d'immagine, col minimo sforzo. Gli attacchi dunque continueranno - già ora ci sono altri aerei spia a incrociare nelle vicinanze della penisola. Resta da chiedersi, al solito, cosa intenda fare la Russia. Le alternative a sua disposizione non sono moltissime e sono, verrebbe da dire, una peggio dell'altra in termini di potenziali conseguenze, per sé e per tutti (noi inclusi). Finora, come è ben noto, la strategia è quella di attendere il collasso dell'infrastruttura politico-militare ucraina con una guerra di attrito, senza impegnarsi in operazioni militari rischiose e costose in termini di uomini e materiali. Possono lanciare tutti i droni che vogliono, in sintesi, ma se fra sei mesi non hanno più i soldi per pagare le pensioni non ne spareranno a lungo. Il concetto non è molto diverso dall'idea occidentale di attendere comodamente il collasso della Russia sotto i colpi delle sanzioni e dell'opposizione interna, collasso che però, come stiamo esperendo, non c'è stato. Non avendo raggiunto l'obiettivo, la NATO ha dunque aumentato il suo livello di coinvolgimento: resta da chiedersi se anche la Russia sarà disposta a farlo. Se il collasso ucraino non dovesse manifestarsi in tempi troppo brevi (entro la fine del 2024, diciamo) né sul fronte di guerre né su quello interno, un impegno maggiore, e tutti i rischi del caso, potrebbe essere necessario. Il che significherebbe per la leadership russa dovere affrontare tre problemi:

1) Impegnarsi o meno direttamente contro gli asset militari della NATO, visto che senza gli aerei spia occidentali non sarebbe possibile per l'Ucraina organizzare questo tipo di operazioni. Questo significherebbe dovere abbattere uno di questi aerei (cominciando magari dai droni senza equipaggio), o magari distruggere un satellite con gli ovvi rischi di escalation che la cosa comporta. Oppure c'è la via indiretta, tipo fornire gli S-300 agli Huthi o gli Iskander alla Repubblica Centrafricana. O, per dire, l'atomica all'Iran. Per dire.

2) Impegnarsi o meno in un'operazione militare su larga scala con l'obiettivo di conquistare una larga parte del territorio ucraino (la zona smilitarizzata più estesa di cui ha parlato Putin appena ieri). Questo risolverebbe alla radice il problema delle incursioni, ma comporterebbe perdite molto più elevate e concentrate. Qual è il limite che sia la leadership che la società russa sono disposti ad accettare, fermo restando che entrambe non accetteranno ancora a lungo il livello di perdite corrente senza una reazione?