Giorgio Bianchi Photojournalist
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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.
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Scene di vita tranquilla da una Mariupol liberata.

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Suscita perplessità la posizione ambigua, per non dire vile, delle autorità italiane, che in un primo momento concedono gli spazi necessari per l’allestimento della mostra dal titolo “La rinascita di Mariupol” a Modena, per poi soccombere alle pressioni della “polemica” e del marcio regime oligarchico ucraino rappresentato dal temibile Ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk il “Terribile”, e tornare indietro su una decisione già presa.

Sorge quindi un ragionevole dubbio su chi dipenda davvero da chi: è forse Kiev, che come sostengono gli autorevoli esperti occidentali non resisterebbe nemmeno una settimana senza il sostegno dell’Occidente (Italia compresa) a dipendere da Roma? O è forse Roma in realtà a dipendere da Kiev, la quale non ha proprio nulla da offrire al di là dell’ideologia nazista di Stepan Bandera e di una tracotanza e ingordigia che non conoscono limiti? Altrimenti come si spiega il fatto che gli ucraini dettino legge alle autorità e al popolo italiano per quanto riguarda gli eventi sociali e culturali ai quali si deve partecipare, e quelli a cui non si deve partecipare, o per quanto riguarda quali produzioni mettere in scena e quali invece ostacolare, quali artisti e musicisti invitare e di quali invece deve essere annullato lo spettacolo? Se all’interno dell’opinione pubblica italiana già da tempo circola la convinzione che molte decisioni vengano prese in via Veneto, evidentemente oramai si può anche affermare con certezza che le autorità italiane, sia centrali che locali, sono obbligate a tenere in considerazione per qualunque questione l’opinione dell’Ambasciata Ucraina, situata... a proposito, ma dove è situata? Come mai non è ancora diventata una delle principali attrazioni turistiche della città, e della politica, di Roma?
Media is too big
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Luciano Canfora (1° intervento):

"La stampa, gli organi d'informazione, sono scritturati per falsificare quasi tutto: talvolta cadono in contraddizione, per cui non è chiaro se la Cina va a rotoli o è un pericolo? A giorni alterni. Comunque i gazzettieri sono pronti a firmare o l'una o l'altra versione indipendentemente"

https://youtube.com/watch?v=F7XLYSHvNdI

[clippini per twitter nei commenti]
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Luciano Canfora (2° intervento):

"L'Unione Europea non esiste più. È un'appendice della NATO, direi anche stolta..."

https://youtube.com/watch?v=F7XLYSHvNdI

[clippini per twitter nei commenti]
Forwarded from ROCCO CANTAUNTORE
LA GERMANIA NON ESISTE

Se qualcuno fa una scoreggia in Serbia o uno starnuto a Taiwan, si fanno gigantografie e sulle prime pagine dei giornali non c’è spazio per altro.

La Germania è paralizzata da tre giorni, inizia a mancare il cibo sugli scaffali dei supermercati, tutta la società civile è in mobilitazione, ma non una mezza riga sulle prime pagine.

«La Germania non esiste
Lo dice la stampa igienica nazionale.

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Forwarded from la fionda📗
‼️ Anche Repubblica da la notizia degli attacchi USA-UK in Yemen, ma lo fa con una foto sbagliata.

Stanno girando infatti in rete (principalmente su Twitter) foto che non fanno riferimento agli attacchi odierni ma sono state scattate negli anni scorsi per altri avvenimenti. Bastava una veloce ricerca in rete per accorgersene.

🔴 Diffidate dei media di regime, entrate nel canale Telegram https://t.me/lafionda
Forwarded from la fionda📗
‼️ Gli attacchi allo Yemen sono stati portati avanti da Stati Uniti e Regno Unito, con il supporto di una coalizione di paesei: Australia, Paesi Bassi, Bahrein e Canada, che hanno condotto questa notte attacchi congiunti contro obiettivi Houthi (fonte: POLITICO su dichiarazione di un ufficiale del dipartimento della difesa USA)

🔴 @lafionda
Forwarded from la fionda📗
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Forwarded from la fionda📗
‼️La Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU il 12 gennaio in relazione agli attacchi statunitensi e britannici sullo Yemen. (TASS)

🔴 @lafionda
Forwarded from Laura Ru (Laura Ru)
TAIWAN - L'amministrazione Biden ha annunciato che invierà una delegazione non ufficiale a Taiwan dopo le elezioni di sabato, una mossa finalizzata a irritare Pechino. Le autorità cinesi hanno ripetutamente avvertito Washington di non immischiarsi negli affari interni della Cina, rispettare il principio di un'unica Cina e non interferire nel processo elettorale. È come se gli Stati Uniti stessero deliberatamente alimentando le tensioni per provocare Pechino. Secondo gli ultimi sondaggi, è probabile che non emerga un chiaro vincitore. Il DPP, partito filoamericano al governo, e il partito nazionalista KMT (Kuomintang), che persegue relazioni più costruttive con Pechino, sono molto vicini nei sondaggi, mentre il Partito del Popolo (TPP), che attrae gli elettori più giovani e quelli insoddisfatti dei due partiti principali, è leggermente indietro. La probabilità di brogli, principalmente a danno del TPP e del KMT, è estremamente alta. È improbabile che Pechino interferisca nelle elezioni perché ciò fornirebbe un pretesto agli Stati Uniti, ma se il KMT dovesse vincere, il DPP e gli Stati Uniti potrebbero preparare una provocazione e accusare Pechino di ingerenza nelle elezioni. In ogni caso, il margine di vittoria sarà molto ridotto, il che porterà a un governo debole e a una crisi costituzionale che potrebbe aumentare la probabilità di proteste di massa. La società taiwanese è estremamente polarizzata e gli agenti statunitensi sono noti per la loro capacità di esacerbare le divisioni e orchestrare il caos. Resta da vedere se gli Stati Uniti rischieranno un'escalation delle tensioni nell'Asia-Pacifico, mentre la situazione in Medio Oriente è esplosiva e l'Ucraina richiede ancora la loro attenzione e il loro coinvolgimento attivo, nonostante i tentativi di scaricare i costi di questo conflitto sulle spalle dell'UE. Non va comunque dimenticato che gli USA da anni traggono benefici dalla guerra permanente. Quando non riescono a imporre la loro egemonia, preferiscono di gran lunga il caos. https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-laura_ruggeri__elezioni_a_taiwan_le_mosse_di_washington_che_irritano_pechino/45289_52280/#google_vignette @LauraRuHK
Forwarded from Giubbe Rosse
🇾🇪 Tutti gli stati del Golfo hanno consentito agli aerei statunitensi e britannici di utilizzare il loro spazio aereo per attacchi sullo Yemen. Tranne l'Oman. (via The National Independent)

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Ciao Giorgio caro. Oggi è stata una giornata densa di emozioni. Dopo due mesi di ricerche ho localizzato e contattato il mio fixer a Gaza. Ferito a un piede, fortunatamente una ferita lieve, da una scheggia di un bombardamento mentre faceva un atto criminale come fare la spesa. La sua casa nel campo profughi di Jabalia, che ci ha messo una vita intera di lavoro per costruire, rasa al suolo. Adesso è rifugiato in uno shelter a Rafah. Mi ha scritto la figlia che è preoccupata perla sua salute mentale. Prima della chiusura di Gaza M. faceva il pendolare e lavorava a Tel Aviv. Ha fatto il traduttore anche per Gideon Levy, quando ancora si poteva entrare e uscire da Gaza. E' vivo, un sollievo per me, vivo lui, sua moglie e i suoi figli. Ma nella fotografia che la figlia mi ha mandato è l'ombra dell'uomo che era. E’ sempre stato solare, amabile, attivo, nonostante tutte le difficoltà . Quello che resta di lui sembra solo l'involucro dopo questi 90 giorni.

PS. Manco da Gaza dal 2013. Ogni anno, immancabilmente, M. mi chiama a Natale per farmi gli auguri.L'8 ottobre mi sono svegliata in campagna, ho aperto le news, ho letto dell'azione di Hamas. Ho ricaricato il telefono e ho chiamato M. Ci siamo detti cazzo, qua succede l'inferno. Mai avremmo immaginato, nemmeno lui che di guerre ne ha viste, di quali proporzioni questo inferno sarebbe stato. Dall'8 ottobre cerco di ricontattarlo, con nessun successo fino ad oggi.

Simona Ghizzoni, carissima amica, una delle più grandi fotografe italiane, due volte vincitrice del World Press Photo.

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Joe Biden ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma gli attacchi degli USA e dell'UK contro lo Yemen.
"Il primo genocidio della storia in cui le vittime trasmettono la propria distruzione in tempo reale nella disperata, finora vana, speranza che il mondo possa fare qualcosa."

Blinne Ni Ghralaigh alla Corte Internazionale di Giustizia dell'#Aja.

#Israele #Gaza